Spoiler: si qualcuno sulla serie animata

Disclaimer: i personaggi non sono miei ma del rispettivo autore

 




Broken Doll

di Bombay


 

Un ciliegio, le tenebre tinte di rosso... l’uomo sopra di lui, non riusciva a gridare, non poteva gridare, era in balìa di quell’uomo... l’orribile sensazione di quelle mani, di quel corpo sul suo... nel suo...

Poi solo sofferenza dolore, sofferenza e dolore fino alla morte.

Aprì gli occhi nell’oscurità... stava tremando, non riusciva a smettere, perché quell’uomo aveva ancora tanto potere su di lui, voleva solo essere libero...

La porta si aprì la luce entrò creando la penombra.

“Hisoka, va tutto bene?”

Il ragazzo chiuse gli occhi e si rilassò, era solo Tsuzuki “S-si...”

Il giovane si sedette sul bordo del letto, gli accarezzò i capelli “Stai tremando... ancora quell’incubo?”

“S-si...”

Tsuzuki si alzò ma Hisoka lo afferrò per un polso “Per favore... resta... qui... con me...” sussurrò

“Certo, fammi spegnere la luce”

Hisoka si rannicchiò, dopo poco sentì il materasso cedere sotto il peso di Tsuzuki che si sistemava al suo fianco... prese ad accarezzargli i capelli ed il viso intonando un melodia a labbra chiuse.

Hisoka sorrise lasciandosi cullare da quel dolce suono e dalle lievi carezze sulla sua pelle.

Pian piano il sonno lo raggiunse percepì Tsuzuki chinarsi su di lui, il suo respiro gli solleticava il viso, si mosse un poco, non voleva addormentarsi... le labbra di Tsuzuki si posarono leggere sulle sue... mentre il ragazzo scivolava nel sonno.

Tsuzuki osservò Hisoka sorrise e gli sfiorò le labbra con un dito “Fa sogni d’oro mio piccolo Hisoka” mormorò alzandosi, stando attento a non svegliare il ragazzo addormentato.

 

Al mattino fu il canto degli uccelli a svegliare Hisoka ed il profumo del caffè appena fatto, aprì gli occhi Tsuzuki era in piedi accanto al letto con in mano un vassoio.

“Buongiorno” lo salutò

Hisoka sorrise mettendosi seduto “Come mai questo trattamento”

“Beh mi sembravi molto turbato questa notte così ho pensato di farti questa piccola sorpresa, un buon modo di iniziare la giornata”

Hisoka annuì prendendo una tazza di caffè osservando Tsuzuki sedersi sul bordo del letto e bere a propria volta.

Il liquido caldo e scuro sfiorò le labbra di Hisoka, un brivido gli percorse la schiena, Tsuzuki lo aveva baciato oppure era solo un sogno, gli occhi violetti dell’altro si posarono sul suo viso...

“Qualcosa non va?”

“No è tutto a posto” rispose abbassando lo sguardo

“Tatsumi vuole tutti in sala riunione tra quarantacinque minuti” lo informò

Hisoka annuì finendo di bere il proprio caffè “Mi faccio la doccia, mi vesto e vi raggiungo”

Tsuzuki lasciò la stanza mentre Hisoka entrava nel bagno, lascio cadere il pigiama a terra si fisso nello specchio, ogni volta che sognava Muraki sul suo corpo tornavano quelle maledette iscrizioni, quei segni che lo avevano condannato e con il quali Muraki poteva ancora controllarlo.

Si infilò sotto il getto d’acqua calda, chiudendo gli occhi cercando di non pensare a nulla, i simboli della maledizione sarebbero scomparsi da solo nel giro di qualche ora...

Uscì dalla doccia si asciugò con cura e si vestì, raggiunse gli altri nella sala riunioni.

 

“Il posto dovrebbe essere questo” mormorò Tsuzuki rigirando il foglietto che aveva tra le mani,

Hisoka si guardava intorno irrequieto e nervoso, si strinse nel cappotto, faceva parecchio freddo, non gli piaceva per niente quel posto, una strana sensazione gli serpeggiava sotto la pelle.

“Andiamocene” bisbigliò

Tsuzuki non lo sentì impegnato com’era ad inveire contro Tatsumi per la missione

 

Vieni da me

Hisoka si strinse nelle spalle

Vieni da me... tu sei il mio giocattolo...

Hisoka prese a camminare verso il fondo del vicolo, Tsuzuki lo vide e lo chiamo ma il ragazzo non rispose e non si voltò... gli corse dietro lo afferrò per un braccio, lo fece voltare chiamandolo più volte per nome...

Hisoka lo fissava senza vederlo, lo sguardo opaco ed assente “Devo andare da lui” bisbigliò “Mi sta aspettando”

Tsuzuki lo afferrò per le braccia e lo scosse con forza “NO, tu devi restare qui con me... hai capito... Hisoka... guardami, sono io Tsuzuki...”

Il ragazzo parve riscuotersi, i suoi occhi verdi riacquistarono lucentezza

“Tsuzuki” sussurrò cadendo privo di sensi tra le braccia dell’altro.

Tsuzuki lo sollevò guardingo ed n istante dopo si ritrovarono alla base.

Portò Hisoka nella sua stanza, gli tolse il soprabito e lo depositò sul letto, gli sollevò la manica del maglione i marchi rossi spiccavano sulla sua pelle chiara.

“Muraki” sussurrò con rabbia.

Hisoka si mosse ed aprì piano gli occhi, si mise a sedere prendendosi la testa tra le mani

“Era nella mia testa... mi chiamava... non riuscivo a resistergli” sussurro posando la fronte sulla spalla di Tsuzuki...

“I segni stanno scomparendo...”

“Solo temporaneamente... non sarò mia libero” gemette

Tsuzuki lo abbracciò e lo cullò piano... Hisoka si lasciò coccolare crogiolandosi nel calore di Tsuzuki... si sentiva così bene con lui... protetto ed amato... arrossì a quel pensiero, si stava forse innamorando di Tsuzuki?

L’uomo sciolse l’abbraccio “Devo andare a dire due paroline a Tatsumi!” esclamò con fare battagliero, il ragazzo sospirò e scosse la testa.

 

“Perché siamo qui?” domandò Hisoka camminando al fianco del proprio partner.

“Beh, perché è una splendida serata ed avevi bisogno di distrarti un po’ e poi... ho scoperto una caffetteria dove fanno delle torte fantastiche” spiegò

Stavano attraversando il parco, nonostante facesse particolarmente freddo c’era parecchia gente molte delle quali erano coppie, una in particolare attirò l’attenzione di Hisoka: erano due ragazzi, uno dai capelli rossi e l’altro dai capelli neri... camminavano tenendosi per mano...

Tsuzuki segui lo sguardo di Hisoka e vide i due ragazzi, li invidiò profondamente, avrebbe voluto passeggiare anche lui mano nella mani con Hisoka, lo aveva portato fuori anche per quello, doveva assolutamente parlargli, dirgli quello che provava.

Appena usciti dal parco Tsuzuki prese la mano di Hisoka nella propria “Di qua” disse facendo strada, entrarono nella caffetteria, c’era parecchia gente, Tsuzuki lo guidò tra i tavoli fino ad un appartato in un angolo, si tolsero i cappotti e si sedettero “Che cosa prendi?”

“Una cioccolata con panna” mormorò guardandosi intorno, era proprio un bel posto “Tu, invece?”

“Dunque... un caffè con panna ed una fetta di torta alle mele... vado ad ordinare...”

Il ragazzo annuì rimanendo solo al tavolo, si fisso la mano che Tsuzuki aveva stretto per condurlo lì, entrambi indossavano i guanti ma la sua stretta era salda e sicura, gli aveva trasmesso un lungo brivido giù per la schiena.

“Ecco fatto!”

Hisoka sussultò “Scusa non ti volevo spaventare... tristi pensieri...”

“No, tutt’altro” mormorò facendo un pallido sorriso “allora che cosa ti ha detto Tastumi riguardo la missione”

“Niente!” sbuffò Tsuzuki lasciandosi andare contro lo schienale della sedia ed incrociando le braccia davanti a sé.

“Fortunatamente non mi ha detto che era colpa mia...”

“Era una trappola... per me... ordita da Muraki” sussurrò Hisoka fissando gli occhi violetti di Tsuzuki...

“Che cosa vuole da me... non mi ha già fatto male abbastanza...” mormorò con voce tremante, Tsuzuki osò la mano su quella del ragazzo intrecciando le dita con le sue, Hisoka alzò il viso...

“Sta tranquillo, non potrà farti nulla fino a quando ci sarò io al tuo fianco” gli disse stingendogli la mano.

“Tsuzuki...”

La cameriera interruppe quel momento portando l’ordinazione, Tsuzuki tagliò una parte della torta con la forchetta e la porse ad Hisoka

“Assaggiala è deliziosa”

Hisoka si sporse in avanti e Tsuzuki gli mise in bocca il pezzetto di torta “Hai ragione è buonissima”

“La vuoi?”

“No, grazie mi è bastato l’assaggio...”

Chiacchierando del più e del meno consumarono le loro bevande poi tra loro calò un silenzio imbarazzante.

“Ti va di fare due passi al parco?”

“Si... volentieri”

“Bene allora vado a pagare... offro io...” gli disse strizzando l’occhio.

Hisoka rimase da solo più confuso che mai per lo strano comportamento di Tsuzuki...

All’improvviso la testa prese a girargli...

Vieni da me

No, pensò stringendosi nelle spalle...

Tu sei mio!

Hisoka si alzò, incapace di resistere al potere di Muraki, non indossò nemmeno il cappotto ed usci dal locale.

Vieni da me, ci divertiremo insieme

 

Tsuzuki tornò al tavolo e rimase molto sorpreso di non trovare Hisoka, il suo soprabito era ancora ripiegato sulla sedia, forse era solo andato in bagno, senza riflettere andò a controllare, ma non c’era nessuno, tornò nella sala indossò il cappotto prese quello chiaro di Hisoka e si precipitò fuori dalla caffetteria. Si guardò intorno preoccupato dove poteva essere... lo vide, si mise a correre, poteva raggiungerlo... doveva raggiungerlo...

“Hisoka, HISOKA!!!!”

L’altro continuò a camminare e poi Tsuzuki vide un’altra figura... no... tutti ma non lui... non lui...

Muraki...

“LASCIALO!” gridò

Muraki aveva preso Hisoka tra le braccia e gli sorrideva malvagio... una luce bianca avvolse il medico ed il ragazzo facendoli scomparire nel nulla.

“No, NOOOOOOOOOOOOO!!!!!!”

Si inginocchiò a terra il fiato corto per la corsa... strinse al petto il soprabito chiaro, impregnato del profumo fresco di Hisoka.

“Maledetto” sussurrò in preda alla collera, doveva salvare Hisoka prima che quel lurido bastardo gli mettesse nuovamente le mani addosso.

 

Hisoka riemerse lentamente dallo stato di incoscienza in cui era caduto...

Si sentiva stanco e debole, non riusciva a pensare in maniera lucida, dov’era? Cos’era successo... Tsuzuki... dov’era Tsuzuki?

Cerco di muoversi ma il suo corpo non gli rispondeva... aprì a fatica gli occhi... era in una stanza, in penombra o almeno così sembrava... una lampada a stelo, in un angolo, irradiava una tenue luce...

“Dove sono?” biascicò

“Non ha importanza il luogo dove ti trovi...”

Hisoka voltò la testa…… i suoi occhi si dilatarono per la paura... Muraki... L’uomo che lo aveva stuprato e poi... lentamente ucciso, che continuava a perseguitarlo...

“Che cosa vuoi da me?” sussurrò, perché non riusciva a reagire, perché anche i suoi poteri erano sopiti?

“Solo giocare, tu sei la mia bambola preferita” gli sussurrò all’orecchio

“Io non sono un oggetto” mormoro scostando la testa di lato,

Muraki l’afferrò e lo fece voltare nuovamente verso di sé “Su questo ti sbagli di grosso”

Lo baciò ma Hisoka tenne le labbra serrate, il medico gli morse le labbra con forza fino a farle sanguinare... Hisoka gemette e schiuse le labbra la lingua di Muraki invase la sua bocca esplorandola.

L’uomo si sollevo leccando via il sangue che sgorgava dalla ferita che si stava lentamente rimarginando...

“Ora sei uno Shinigami, posso ferirti come più mi piace infliggendoti dolore... tanto le tue ferite si rimarginano nel giro di poco... potrei dissanguarti fino al limite, perché tu non scompaia, l’ho già fatto ricordi?”

Le lacrime presero a bagnare il volto di Hisoka, mentre Muraki percorreva il suo copro con le mani e con le labbra...

“No... ti prego... non di nuovo no... no... nooooooooooo!!!!!!”

 

“Tsuzuki cerca di calmarti” esclamo Watari

“Come faccio a calmarmi, Hisoka è stato catturato da Muraki, devo salvarlo ed il più in fretta possibile...”

“E come farai se non sai dove si nasconde” gli fece notare Tatsumi

“Beh non risolverò niente standomene qui con le mani in mano”

“Ci stiamo lavorando”

Tsuzuki camminava nervosamente avanti ed indietro era preoccupato, terribilmente preoccupato per Hisoka... “Gli avevo promesso di proteggerlo ed invece, sono solo un incapace...”

 

Quanto tempo era passato, non lo sapeva, si mosse un poco, le lenzuola erano intrise di sangue, le braccia gli dolevano costrette sopra la testa...

Chiuse gli occhi l’immagine di Tsuzuki che parlava con lui nella caffetteria, che gli porgeva un pezzo della torta, che gli sorrideva.

“Tsuzuki...” sussurrò

“Sei innamorato di lui?” la voce di Muraki

Spalancò gli occhi, il medico era in piedi a fianco del letto in mano teneva una siringa

“Rispondi alla mia domanda”

Hisoka abbassò lo sguardo e non rispose, Muraki gli afferrò il braccio e gli inietto la sostanza azzurrina contenuta nella siringa, il ragazzo chiuse gli occhi, ecco perché non riusciva a reagire, lo stava drogando...

“Sei innamorato di Tsuzuki!” non era più una domanda “E lui ti ama?” domando ironico

Hisoka non lo sapeva, aveva creduto che l’invito ad uscire fosse in qualche modo correlato, quella sera Tsuzuki era agitato con lui... per lui... aveva sperato fino all’ultimo ma la serata era stata interrotta così lui era rimasto con i suoi dubbi, e la sua confusione

“Ma credi davvero che potrebbe innamorarsi di uno come te... di un ragazzino come te...”

Hisoka strinse forte gli occhi, nella sua mente era sempre presente lo spettro di quel bacio, ma non era sicuro nemmeno di quello...

Gridò di dolore quando Muraki gli morse un capezzolo tanto forte da farlo sanguinare.

“Poi credi che vorrebbe qualcosa di rotto e sporco come te”

Il ragazzo si tese allo spasimo alla violenta intrusione dell’uomo dentro il proprio corpo

“Sei mio, soltanto mio, ho marchiato il tuo corpo... dentro e... fuori”

No, quello che gli aveva detto non era vero erano solo menzogne, forse Tsuzuki non lo amava, ma gli voleva bene... lo avrebbe salvato da quella situazione

Tsuzuki

 

“Hisoka”

Tsuzuki si fermò per un istante, aveva sentito Hisoka chiamarlo... per un istante aveva percepito tutto il suo dolore, la sua disperazione, doveva trovarlo assolutamente, erano già tra scorsi quattro giorni dalla sua cattura, non osava immaginare quel che aveva fatto quel mostro al suo Hisoka.

Avrebbe voluto urlare per la rabbia e la frustrazione, invece si limitò ad alzarsi

“Dove vai?” domando Watari

“A cercare Hisoka, a modo mio”

“Ma Tatsumi ha detto……”

“Non mi interessa quello che ha detto Tatsumi, mi farà le sue rimostranze quando avrò salvato Hisoka” esclamò uscendo a grandi passi, aveva un pista da seguire e lo avrebbe fatto.

 

Hisoka si svegliò stava male... stava malissimo... aveva sete la gola riarsa per le grida, si mosse, non era più legato... le lenzuola erano pulite e sul comodino c’era una brocca colma d’acqua ed un bicchiere, a fatica si verso da bere e portò il bicchiere alle labbra, l’acqua fresca diede sollievo alla sua gola irritata si allungò per rimettere il bicchiere al suo posto ma mancò il comodino e il bicchiere cadde a terra infrangendosi.

Fissò incantato i vetri lucenti... se si fosse procurato dei tagli abbastanza profondi... forse sarebbe riuscito a scomparire per sempre, non avrebbe più sofferto perso nell’oblio... però non avrebbe più rivisto Tsuzuki... tirò un profondo sospiro e distolse lo sguardo dai vetri spostandolo sulla finestra, le tende erano tirate creando un dolce chiaroscuro di ombre e luce, doveva essere giorno, forse il primo pomeriggio... chiuse gli occhi era ancora sotto l’effetto della droga, però con i suoi poteri poteva provare a mettersi in contatto con Tsuzuki... era certo che lo avrebbe salvato, lo stava sicuramente cercando...

La porta si apri ed il suo aguzzino fece il suo ingresso “Mi stupisco, l’altra volta, Tsuzuki ci ha messo molto meno tempo a trovarti, forse questa volta non ti sta nemmeno cercando...”

Hisoka lo ignorò aveva fiducia in Tsuzuki doveva solo aspettare, ma quanto avrebbe ancora resistito prima di impazzire?

“Non ti vuole più” gli sussurrò viscido all’orecchio “Sei sporco... impuro...” disse accarezzandogli il viso...

Hisoka si morse le labbra “Non toccarmi sta lontano da me” gemette quando la mano dell’uomo scese sotto il lenzuolo sfiorandolo con delicatezza... facendolo rabbrividire

“Vorresti che questo fosse Tsuzuki a farlo” mormorò afferrando il sesso a riposo di Hisoka facendolo indurire pian piano...

Hisoka aprì la bocca in grido muto afferrò la mano di Muraki e cercò di fermarlo... era vero avrebbe voluto che t Tsuzuki lo toccasse così che facesse l’amore con lui, ma Tsuzuki non era lì quello era Muraki solo Muraki, ma al suo corpo non importava, traditore, stava reagendo alle premure del medico.

Muraki sorrise portandolo sempre più vicino al limite, aveva imprigionato i polsi di Hisoka con una mano, perché lo infastidivano i suoi tentativi di opporsi... lo sentì tremare al limite dell’orgasmo e li si fermò, Hisoka emise un singhiozzo... “Ti prego...” gemette

Il sorriso sul volto di Muraki divenne più ampio “Che cosa vuoi? Dimmelo”

“B-basta...”

Il rumore dello schiaffo rimbombò nella stanza... Hisoka si raggomitolò su se stesso, l’aveva fatto arrabbiare, non era stata una mossa molto intelligente doveva ammetterlo...

Il lenzuolo che lo copriva gli venne tolto con forza.

Hisoka si portò le ginocchia al petto facendosi il più piccolo possibile, una mano si posò sulla sua schiena percorrendola dall’alto al basso... prima con delicatezza poi via via con maggiore violenza. Hisoka serro forte gli occhi, sapeva cosa stava per accadere, lo avrebbe posseduto con forza facendolo gemere e gridare, il suo sangue avrebbe macchiato ancora le lenzuola candide, non ce la faceva più... basta... basta... basta...

Aiutami, Tsuzuki!

Muraki lo sollevò spingendogli la faccia verso il materasso gli allargo le natiche senza troppe cerimonie si fece strada nel corpo caldo del ragazzo.

Hisoka morse il tessuto bianco che ricopriva il materasso, non doveva dargli soddisfazione non doveva... una spinta più violenta gli diede l’impressione di essere spaccato letteralmente in due, un dolore immenso lo travolse facendogli quasi perdere conoscenza... le lacrime gli inondavano il viso... il dolore gli procurava ondate di nausea... quella volta sembrava che non avesse mai fine e Muraki fu più selvaggio e violento.

Dopo quella che a Hisoka parve un eternità Muraki si liberò in lui e gli crollò addosso schiacciandolo sul letto, dopo un po’ si alzò si sistemò i vesti e lasciò la camera sbattendo la porta.

Hisoka, sporse la testa fuori dal letto e vomitò... lo odiava, lo odiava con tutto se stesso... debole ricadde sul letto sfatto e scivolò in uno stato di semi-incoscienza.

 

Tsuzuki aveva avvertito nuovamente la sensazione che Hisoka lo chiamasse... arrivò davanti ad un palazzo... Muraki era lì, sapeva di non sbagliarsi...

Arrivo davanti alla porta di un appartamento nell’istante in cui Muraki ne usciva... Tsuzuki lo inchiodò al muro “Maledetto dov’è Hisoka?”

L’altro sorrise sistemandosi gli occhiali su naso…. “In casa”

“Che gli hai fatto bastardo” gridò sferrandogli un pugno nello stomaco, il medico scivolò a terra premendo le mani sulla parte colpita, tossendo per riprendere fiato.

Tsuzuki lo lasciò, si sarebbe occupato di lui in un altro momento, ora doveva pensare solo ad Hisoka.

Entrò nell’appartamento, perlustrò alcune stanze ed alla fine lo trovò...

“Hisoka” esclamò avvicinandosi al letto sfatto e macchiato di rosso, il ragazzo giaceva immobile su quel sudario, pallido, nudo, ferito nel corpo ma soprattutto nell’anima...

“Hisoka” sussurrò scostandogli i capelli dal viso sudato, il ragazzo aprì gli occhi, non parve nemmeno riconoscerlo, piegò la testa di lato e chiuse nuovamente gli occhi sospirando stancamente...

La calda voce di Tsuzuki lo stava chiamando, aveva aperto gli occhi e lo aveva visto... ma era solo un sogno...

Tsuzuki si tolse il cappotto ed avvolse con cura Hisoka lo sollevò ed il ragazzo gemette socchiudendo gli occhi...

“Tsuzuki...” bisbigliò

“E’ tutto finito” lo rassicurò stringendolo a sé.

Era tutto vero... Tsuzuki era li, il profumo dell’acqua di colonia che usava abitualmente lo avvolgeva...

“Non guardami” gemette

Tsuzuki lo strinse forte a sé e lo portò via da lì.

 

Tsuzuki camminava nervosamente avanti ed indietro, Tatsumi lo fissava scuotendo lievemente la testa.

“Gli avevo promesso di proteggerlo, invece, per cinque giorni e stato nelle mani di quell’uomo”

“Cerca di calmarti, adesso avrà bisogno di tutto il tuo appoggio...”

“Se lo vorrà ancora...” mormorò tristemente

“Certo, non è colpa tua quello che è successo...”

Tsuzuki stava per ribattere quando Watari uscì dalla camera di Hisoka.

“Come sta? Posso vederlo? Che gli ha fatto quel--”

“Sta dormendo, era sfinito, puoi stare con lui finché vuoi” disse Watari sorridendo, poi il suo sorriso si spense guardò Tatsumi e poi Tsuzuki.

“Beh lo ha drogato perché non si opponesse, non so che cosa gli abbia somministrato, probabilmente qualcosa inventato da lui” fece una pausa “Ha abusato ripetutamente di Hisoka e deve averlo anche picchiato”

Tsuzuki strinse i pugni tanto forte da far sbiancare le nocche, serrò la mascella con forza cercando di contenere la propria rabbia.

Tatsumi gli mise una mano sulla spalla “Non è tempo di pensare alla vendetta, va da lui...”

Tsuzuki annuì chiudendosi la porta alle spalle... avanzò nella stanza, spinse una sedia vicino al letto, vi si sedette sopra e rimase a contemplare il ragazzo addormentato, quante volte lo aveva fatto... tante... dalla prima volta che lo aveva conosciuto e poi altre ancora... lì, silenzioso, a vegliare il suo sonno per proteggerlo dai suoi sogni...

Hisoka si girò voltandosi su un fianco, scoprendosi un poco, Tsuzuki si alzò e gli rimboccò le coperte, si chino e gli sfiorò la fronte con le labbra, si sedette sul bordo del letto, gli prese la mano e la strinse nella sua.

 

Quando si svegliò, la piacevole sensazione di essere al sicuro lo avvolse... aprì gli occhi e riconobbe la sua stanza, qualcuno gli teneva la mano... volse la testa... Tsuzuki era seduto per terra con la testa appoggiata al materasso e gli teneva la mano, Hisoka rimase ad osservalo per un po’ era davvero molto bello... l’uomo si mosse, aprì gli occhi e gli sorrise dolcemente.

“Ciao” lo salutò mettendosi in ginocchio

Hisoka abbassò lo sguardo... “Io... io...”

“Hisoka...”

Il ragazzo tirò su le coperte coprendosi la testa “Non guardarmi, io sono... sporco... impuro... inutile...”

Tsuzuki abbassò le coperte con delicatezza scoprendo il viso del ragazzo.

“No, tu sei la persona più bella e pura che conosco, nulla porta mai sporcarti, nulla... tu non devi permetterglielo”

Hisoka lo fissava con i suoi grandi occhi verdi che si riempirono di lacrime...

Tsuzuki lo strinse forte mentre il ragazzo scoppiava a piangere disperatamente..., lo cullò dolcemente, aspettando che si calmasse, Hisoka stingeva forte la stoffa della sua camicia, nascondendo il viso nel suo petto le spalle scosse dai forti singhiozzi.

Muraki si sbagliava, Tsuzuki non lo considerava sporco ed inutile, era una consolazione, anche se non lo amava.

 

Giorno dopo giorno, Hisoka si riprese, Tsuzuki entrò nella stanza, il ragazzo depositò il libro che stava leggendo...

“Ti va di uscire questa sera, di tornare alla caffetteria?”

Hisoka annuì, “Si perché no?” quel posto gli piaceva davvero molto.

Così quella sera si ritrovarono davanti a due tazze fumanti di the e a due fette di torta al limone.

“Come ti senti, sei molto pallido in questi giorni...”

Hisoka giocherellò con pezzo di torta.

“Non riesco a dormire molto bene...” sussurrò “Quello che è successo continua a ripetersi nei miei sogni e quando mi sveglio ho paura di riaddormentarmi...” sussurrò, non voleva pensare di quello...

“Fa davvero molto freddo questa sera” disse cambiando repentinamente discorso

“Già...”

“Le previsioni dicono che dovrebbe nevicare, sarebbe bellissimo...”

Tsuzuki gli prese la mano, “Sappi che se hai bisogno di aiuto, io ci sarò sempre per te” gli disse, Hisoka arrossì ed annuì.

 

Uscirono dalla caffetteria e Tsuzuki prese nuovamente la mano di Hisoka nella propria, il cuore del ragazzo prese a battere all’impazzata... che significava quel gesto...

Entrarono nel parco, Tsuzuki lo condusse in una zona un po’ isolata.

Qualcosa di freddo e bagnato sfiorò il viso di Hisoka che lo sollevò verso l’alto “Sta nevicando...”

Tsuzuki guardo verso l’alto “Che bello” mormorò poi spostò lo sguardo sul viso di Hisoka, stava sorridendo... osservando la neve cadere leggera intorno a loro; Tsuzuki gli si mise davanti, gli sfiorò la guancia, dove un fiocco di neve si era tramutato in una gocciolina d’acqua simile ad una lacrima...

“Hisoka...” sussurrò non trovando le parole per esprimere quello che provava, gli prese il viso tra le mani, i suoi occhi verdi lo fissarono per un istante, poi si chiusero... le loro labbra si sfiorarono... Hisoka si tirò indietro fissandolo incredulo... perché si era sottratto a quel bacio... lo desiderava eppure aveva paura...

“S-scusa” balbettò Tsuzuki fissando l’erba ai suoi piedi, che cosa si era aspettato... trasse un profondo respiro, prese tutto il suo coraggio e parlò con voce più ferma possibile anche se tutto il suo corpo stava tremando “Ti amo, Hisoka”

Il ragazzo spalancò gli occhi per la sorpresa “Ti amo da tantissimo tempo... ma non ho mai avuto il coraggio di dirtelo... se non mi ami non mi importa... ma non allontanarmi da te e permettimi di proteggerti...”

Hisoka rimase interdetto per alcuni secondi, la sua mente registrò le parole di Tsuzuki soprattutto ‘se non mi ami non mi importa’, ma lui lo amava... gli buttò le braccia al collo con impeto rischiando di finire a terra tutti e due “Anch’io... anch’io sono innamorato di te” gli sussurrò all’orecchio...

Tsuzuki lo strinse forte e cercò nuovamente le sue labbra con le proprie, Hisoka non si sottrasse e rispose timidamente al bacio... piegò la testa indietro lasciandosi travolgere dal bacio di Tsuzuki.

La neve cadeva su di loro intorno a loro, sfiorandoli dolcemente... testimone dei sentimenti dichiarati dei due giovani.

 

Rientrarono a casa infreddoliti e bagnati

“Buona notte, Tsuzuki” mormorò Hisoka avviandosi nella propria stanza...

“Aspetta, perché non ti cambi e vieni a dormire nella mia stanza...” propose...

Hisoka arrossì ed annuì, quando entrò nella camera di Tsuzuki, questi era ancora nel bagno ne uscì avvolto solo da un asciugamano in vita, Hisoka arrossì e nascose il viso nel cuscino che si era portato dietro.

Tsuzuki sorrise prese il pigiama e tornò in bagno per finire di asciugarsi e vestirsi, quando ne uscì nuovamente Hisoka era ancora in piedi al centro della stanza abbracciato al cuscino.

Tsuzuki gli cinse le spalle e lo condusse al letto... Hisoka si accoccolò contro Tsuzuki sospirando... Tsuzuki spense la luce, gli si accostò e gli diede un bacio sulle labbra, il ragazzo schiuse le labbra dando libero accesso alle lingua di Tsuzuki di esplorare la sua bocca... la mano di Tsuzuki si insinuò sotto la giacca del pigiama di Hisoka sfiorandogli dolcemente la pelle, lo senti ansimare nella propria bocca, scese a baciargli il collo... mentre con la mano percorreva la sua schiena liscia e si insinuava sotto l’elastico dei pantaloni e degli slip accarezzandogli le natiche rotonde e sode.

Hisoka si tese “No...” bisbigliò Tsuzuki ritirò la mano posandola sul fianco del ragazzo, gli baciò la fronte “Scusa...”

“Non... non è colpa tue e che io non me la sento è troppo presto... mi dispiace...”

Tsuzuki gli accarezzo i capelli “Non ti preoccupare... ho corso troppo... saprò aspettare...” sussurrò

“Grazie” bisbigliò Hisoka mentre si sistemava meglio contro il corpo caldo di Tsuzuki e scivolava in un sonno tranquillo e sereno, dopo molti giorni di notti insonni ed angoscianti.

 

Tsuzuki si svegliò abbastanza presto, Hisoka dormiva profondamente con la schiena appoggiata al suo petto, lo scostò con delicatezza e scivolò fuori dal tepore del letto rabbrividendo...

Voleva preparare la colazione per entrambi... indossò la vestaglia e si diresse in cucina dove trovò Tatsumi e Watari che facevano colazione.

“Già in piedi?” domandò Tatsumi sorpreso... l’altro annuì preparando su un vassoio la colazione per due...

“Come sta Hisoka?” chiese Watari versandosi dell’altro caffè “Molto meglio...”

“Stavo pensando, perché voi due non vi prendete una vacanza di due o tre giorni” propose Tastumi

Tsuzuki alzò un sopracciglio “Una vacanza?”

“Si tu ed Hisoka da soli in un cottage in montagna” disse lanciando al giovane un mazzo di chiavi... Tsuzuki le fissò sempre più sorpreso.

“Io fossi in te non mi lascerei scappare quest’occasione...”

“Beh allora... grazie...”

 

Hisoka si guardava intorno stupito ed affascinato. Tsuzuki gli circondò le spalle con le braccia facendolo appoggiare a sé.

“Ti piace?” gli domandò baciandogli il collo

“E’ qui che dobbiamo svolgere la nostra missione?” domandò

“Non c’è nessuna missione da eseguire, ti ho mentito”

Hisoka sorrise stando al gioco di Tsuzuki “Ma Tatsumi...”

“... era mio complice...” gli sussurrò all’orecchio, anzi è stato proprio lui a propormi di venire qui, tre giorni, per staccare, per stare noi due da soli...”

Hisoka si volse nell’abbraccio di Tsuzuki

“Un pensiero molto gentile” mormorò prima che la bocca di Tsuzuki coprisse la sua.

“Siediti, vado a preparare la cena”

Hisoka lo fissò “Cosa? Vuoi avvelenarmi? E’ meglio per entrambi se preparo io” esclamò

“D’accordo però permettimi di aiutari”

“Certamente!”

La cucina era piccola ma ben attrezzata, c’era tutto il necessario per preparare una cena con i fiocchi, Il ragazzo si mise al lavoro mentre Tsuzuki si affaccendava attorno a lui per preparare la tavola o per assaggiare i piatti preparati da Hisoka.

Dopo l’ennesimo rimprovero da parte del compagno si sedette a tavola aspettando, buono buono e zitto zitto.

Hisoka si sedette a tavola guardando divertito Tsuzuki che affrontava il pasto come fosse il primo dopo molti giorni...

Hisoka si guardò intorno quel posto era veramente bello, caldo ed accogliente, le pareti rivestite in legno, i tappeti sul pavimento anch’esso di legno, i mobili scuri e un po’ polverosi, il caminetto acceso che dava un’atmosfera magica a quel luogo, lontano dal caotico rumore della città, un luogo tranquillo ed appartato, avvolto dal bianco candido della neve.

Finirono di mangiare, Tsuzuki si premurò di sparecchiare e lavare i piatti, poi raggiunse Hisoka nel salotto accoccolato sul sofà. Gli si sedette accanto ed Hisoka si stese posando la testa sulla gamba di Tsuzuki

“A che stai pensando” gli chiese

“A come sto bene qui con te, sono felice” sussurrò chiudendo gli occhi. Tsuzuki sorrise gli baciò la fronte, gli accarezzò il viso ed il collo, scendendo dove la giacca del pigiama lasciava scoperta la pelle chiara del ragazzo, lentamente aprì i bottoni, percorse il petto... gli stuzzicò i capezzoli rosa facendoli inturgidire al suo tocco.

Il respiro di Hisoka si fece più rapido socchiuse gli occhi, sorrise mentre la mano di Tsuzuki percorreva il suo corpo con dolcezza e decisione... inarcò la schiena quando Tsuzuki posò la mano sul tessuto teso dei suoi calzoni, poi si scostò, inginocchiandosi a terra, lo fece sdraiare sul sofà.

“Ti fidi di me?” gli chiese baciandogli le labbra

“Si...”

Tsuzuki gli abbassò i pantaloni e la biancheria intima sfilandoglieli del tutto... prese ad accarezzargli il membro teso con una mano, e con l’altra la piccola apertura... lo penetrò con un dito...

Hisoka si tese

“Ti faccio male?”

“N-no...”

Tsuzuki sorrise muovendo dentro e fuori il dito dal corpo del ragazzo, baciò la punta del sesso di Hisoka e lo leccò piano... quando lo avvolse aggiunse un altro dito al primo...

Hisoka strinse forte gli occhi, posò le mani sulla testa scura di Tsuzuki, assecondando i suoi movimenti con i propri aveva la mente svuotata... non credeva di poter provare tanto piacere… era stordito... sentiva la propria voce gemere e chiedere di più... poi il culmine dell’orgasmo... tremò violentemente, singhiozzando quasi, perché era tutto finito.

Tsuzuki lo rivestì con la cura di un fratello maggiore... gli baciò le labbra, il suo sapore nella propria bocca era strano... intimo.

“Tutto bene?”

Hisoka annuì era stanco troppe emozioni tutte insieme... faceva fatica a tenere gli occhi aperti... Tsuzuki gli accarezzava il viso...

“E tu?” domandò con un filo di voce

“Non preoccuparti per me...” gli sussurrò baciandogli gli occhi chiusi, dopo un po’ lo sollevò tra le braccia e lo mise a letto.

Si diresse in bagno, aprì l’acqua calda nella doccia, si spogliò e si mise sotto il getto caldo dell’acqua, lasciandosi frustare dolcemente la pelle.

Chiuse gli occhi e le immagini di Hisoka languidamente abbandonato sul divano, riaffiorarono vivide nella sua mente.

Fece scorrere le mani sul proprio corpo nudo, rabbrividendo si accarezzò con lentezza, immaginando che fosse Hisoka a toccarlo... iniziò a masturbarsi lentamente appoggiandosi con la schiena alle piastrelle fredde... mosse la mano via via più velocemente fino a quando venne schizzando il vetro del box doccia...

Scivolò con la schiena lungo il muro sedendosi sul piatto della doccia... rimase li qualche minuto, fin tanto che il respiro non gli torno regolare, con uno sforzo si alzò si sciacquò ed uscì dalla doccia si avvolse nell’accappatoio ed uscì dal bagno.

Hisoka dormiva profondamente raggomitolato su un fianco, un dolce sorriso gli piegava le labbra.

Tsuzuki si asciugò con cura ed indossò il pigiama si coricò accanto al ragazzo scostandogli una ciocca di capelli castani dal viso.

“Che cosa stai sognando piccolo, Hisoka” mormorò spegnendo la luce.

 

Hisoka guardava fuori dalla finestra... era tutto candido e silenzioso, sospirò, quei pochi giorni di vacanza erano già giunti al termine, l’indomani mattina sarebbero tornati in città.

Tsuzuki rientrò con una borsa della spesa “Ciao”

Hisoka sorrise e tornò a guardare fuori dalla finestra.

L’uomo posò la borsa e si tolse il cappotto, gli si avvicinò

“Che cosa c’è che non va?” domandò abbracciandolo da dietro

Hisoka sospirò pesantemente “Vorrei tanto restare qui per sempre” bisbigliò posando la mano sul vetro freddo

“Hisoka...” sussurrò Tsuzuki facendolo voltare, gli prese il viso tra le mani e fissò i suoi occhi verdi

“Non è solo questo... vero?”

Il ragazzo abbassò lo sguardo

“Che cosa ti turba Hisoka, puoi dirmelo...”

L’altro si morse le labbra “E’ che io... desidero fare l’amore con te ma... ma... non ci riesco... anche ieri sera... hai visto come è andata a finire... mi dispiace così tanto...”

Tsuzuki lo strinse a sé “E’ solo questo il problema, io so aspettare, non voglio che ti senta obbligato, abbiamo tutto il tempo che vogliamo...”

“Lo so... però... però... voglio farlo, con te, perché ti amo e lo desidero”

Tsuzuki gli posò un dito sulle labbra, facendolo stare zitto

“Dopo tutto quello che hai passato, è normale che tu abbia paura con il tempo supererai il tuo blocco”

“Ma tu?”

“Non preoccuparti per me... tu sei più importante”

“Tsuzuki...” sussurrò circondandogli il collo con le braccia, catturando le sue labbra con le proprie.

Dopo cena si coricarono presto, Hisoka non riusciva a prendere sonno... l’oscurità era così densa...

“Tsuzuki, puoi accendere la luce per favore...”

L’uomo si scostò da lui ed accese la lampada sul comodino e si ridistese

“Non riesco a dormire”

“Nemmeno io” mormorò Tsuzuki al suo orecchio

Hisoka chiuse gli occhi fremendo al tocco delicato delle labbra che gli stavano succhiando il collo

“Tsuzuki...” gemette “riproviamo?”

“Tutto quello che vuoi” rispose sbottonandogli la maglia del pigiama

Hisoka si lasciò cullare dalle sensazioni di quelle labbra, di quelle mani e di quel corpo premuto contro il suo, fu appena conscio del fatto che Tsuzuki lo aveva spogliato completamente e che a sua volta si era svestito.

Era nudo tra le braccia dell’uomo che amava eccitato e desideroso di fare l’amore con lui, ma la paura si riaffacciò nuovamente, aprì gli occhi, c’era Tsuzuki davanti a lui che gli sorrideva e si limitava ad accarezzarlo, aveva letto il turbamento negli occhi di Hisoka.

Scostò piano il ragazzo da se, aprì il cassetto del comodino e ne tirò fuori un tubetto.

Hisoka lo fissò senza capire... Tsuzuki gli fece l’occhiolino e prese un po’ di sostanza trasparente su due dita.

Il ragazzo sorrise era lubrificante... la mano di Tsuzuki si insinuò tra le sue natiche gli sfiorò l’entrata e mentre si chinava a baciarlo lo penetrò con un dito, poco dopo aggiunse un secondo e lo mosse piano continuando a baciare il ragazzo…. Un terzo dito si unì ai primi due, Hisoka si tese “Rilassati” gli sussurrò “Male?” domandò

“Un po’ non molto...”

“Dimmelo se ti faccio male e vuoi che smetto, non ostinarti a continuare solo per orgoglio...”

Hisoka sorrise “Ti sembra il momento... di farmi... la predica” ansimò assecondando il movimento della mano di Tsuzuki

L’uomo sorrise liberando Hisoka dall’intrusione delle sue dita gli prese la mano e vi mise sopra una dose abbondante di crema e lo guidò sul proprio sesso, Hisoka arrossì muovendo la mano sue e giù distribuendo la crema su tutta la lunghezza.

Tsuzuki lo fermò e si stese supino “Vieni qui” mormorò con voce arrochita dal desiderio afferrando Hisoka per i fianchi facendolo mettere cavalcioni su di sé.

Hisoka, rosso in viso per l’imbarazzo, sentiva l’erezione di Tsuzuki sfiorarlo, lentamente con esitazione si calò su di lui.

Quando senti la punta forzare la propria apertura fu colto dal panico e si ritrasse.

Tsuzuki sospirò e lo attirò a sé abbracciandolo forte “Non fa niente”

Hisoka scosse la testa si sollevò, trasse un profondò respirò e riprovò, lo fece scivolare lentamente nel proprio corpo, ignorando il senso di panico che lo aveva colto... si calò del tutto su di lui, Tsuzuki inarcò la schiena e lo tenne fermo su di sé per alcuni secondi, dandogli modo di abituarsi all’intruso.

Hisoka strinse forte gli occhi faceva male, questo era innegabile, però era un dolore sopportabile... si sollevò e si riabbassò, una scossa di piacere gli percorse la schiena.

Tsuzuki si mise a sedere, tenendolo stretto e muovendosi con lui... poi lo sospinse a sdraiarsi... gli sollevò le gambe si spinse in lui con forza e dolcezza.

Il dolore scomparve dando spazio ad un piacere intenso e pulito, i loro gemiti si fusero in insieme, Tsuzuki rallentò le spinte per prolungare così la loro unione, prese il sesso di Hisoka e lo carezzò con forza unendo anche quel piacere...

“Ti amo” gli sussurrò prima di baciarlo con passione, Hisoka venne soffocando il lungo gemito nella bocca dell’uomo poco dopo lo sentì venire dentro di sé.

Tsuzuki si stese al fianco di Hisoka, erano entrambi sudati ed ansanti ma immensamente felici; Hisoka socchiuse gli occhi... era sfinito faticava a tenere gli occhi aperti, si avvicinò a Tsuzuki che prontamente lo abbracciò coprendo entrambi con la trapunta.

 

Tatsumi sorrideva compiaciuto, aveva avuto una buona idea a mandare quei due al cottage.

Watari parlava con Hisoka, che sembrava sereno e tranquillo.

Tsuzuki si avvicinò a Tatsumi restituendogli le chiavi “Grazie”

Tatsumi sorrise posandogli una mano sulla spalla “Sono felice per voi”

Tsuzuki sorrise arrossendo leggermente, spostò lo sguardo su Hisoka, il suo Hisoka, lo avrebbe amato e protetto.

Hisoka si volse verso di lui e i loro sguardi si incatenarono il ragazzo sorrise, un sorriso dolce e disarmante, candido ed innocente come quello di un bambino.

Watari e Tatsumi li osservarono uscire dall’ufficio.

“Sei sicuro che adesso svolgeranno le missioni come prima e che non impiegheranno il loro tempo in altro modo?” domandò il primo

“Non lo so, una cosa però è certa: ora sono molto più affiatati di prima!”

 

 

Ecco fatto allora che ne dite ?

Kaede: ehi, Bombay ma i due ragazzi nel parco siamo io e Hana?

Bombay: ^_^ è possibile...

Hana: due ragazzi uno capelli rossi,io, l’atro capelli, neri, Kaede, ovvio che siamo noi

Bombay: non è detto ci sono anche Soren e Kraal ^_^ ma ora tornare nella vostra fic su su da bravi^_^

Kaede: ma quand’è che la finirai?

Bombay: bella domanda^^’’’’’’’

Hana e Kaede -_-

 





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