AVVERTENZE: I personaggi di questa storia appartengono a mister Inoue, io li ho presi in prestito senza fini di lucro
Bricco di legno di Hide-chan
C’era una volta nel regno di Bricco di legno un re che aveva tre figli chiamati Akagi, Miyagi e Rukawa. Un giorno chiamateli in udienza ufficiale li apostrofò così:
- Siete grandi ormai, è venuta l’ora che vi decidiate a sposarvi. Domani stesso partirete per cercarvi le spose nei regni vicini come vuole la nostra tradizione. Mi raccomando di fare una buona scelta: anzi vi dico subito che chi farà la scelta migliore sarà il mio erede al trono.
In realtà tutti e tre i principi non avevano voglia di sposarsi, e poi avevano già dei legami affettivi molto forti, dei quasi fidanzamenti. Una cosa però li accumunava ed era l’ambizione, e la voglia di essere il numero uno in Bricco di Legno. Perciò in quel giorno stesso andarono a salutare i loro amanti: il primo di tutti fu Akagi che lasciò un povero Kogure in lacrime:
- Sapevo che sarebbe arrivato questo momento da quando tre anni fa mi misi con te… ma vai, è il tuo destino e io non ti posso strappare via ad esso.
Diverso fu il discorso che fece Mitsui a Miyagi:
- So che te ne pentirai, ma per trovarmi sette paia di zoccoli di ferro potrai consumare e sette botti di lacrime potrai versare ma io non ritornerò da te.
Rukawa invece non salutò neanche il suo amante che non si dispiacque più di tanto, infatti Sakuragi si disse: te ne vai tu? Me ne vado anch’io vediamo chi trova per primo un nuovo amore.
Cavalca cavalca Sakuragi arrivò in una città dove tutti piangevano:
- Cosa succede? - Questa città è sventurata perché ogni giorno dobbiamo dare in pasto una persona al drago che ci minaccia. Altrimenti entra in città e divora e distrugge tutto ciò che gli capita a tiro. - Oggi toccherà al principe Nobunaga che è il principe più bello del mondo. E’ stato estratto a sorte. - Il re lo darà in sposo a chi ucciderà il drago.
Sentito questo Sakuragi si presento al re e gli disse:
- Non vi preoccupate il principe lo salvo io ma voi mi date la vostra parola che me lo fate sposare.
Detto fatto. Il rossino aspettò il drago a tre teste combattè con lui e lo uccise. Poi visto che era sudato e sporco di sangue si disse: “Non mi posso presentare così dal re andrò a lavarmi e a riposarmi poi con calma andrò a palazzo”. Detto questo tagliò le lingue dalle teste del drago e le avvolse in un fazzoletto. Dovete però sapere che un carbonaio di nome Fukuda aveva assistito alla scena e vedendo l’eroe allontanarsi, andò prese le teste recise della Bestia e le portò al castello chiedendo di poter sposare il principe. Al re l’idea non andava a genio ma la parola di un Re è legge e ormai non poteva rimangiarsela. Così gli disse domani stesso organizzerò le nozze. Ma il carbonaio tanto fece e tanto disse che, sebbene non celebrassero subito le nozze, ottenne di poter passare la notte a letto con il principe. Durante la notte al carbonaio venne la voglia di fare sesso col suo promesso sposo, ma questi non ne voleva sapere, allora lo minacciò:
- Quando saremo sposati ti picchierò tutti i giorni!
Ma il principe li per li non cedette, ma l’altro non smetteva di minacciarlo alla fine per paura cedette. Ma Fukuda adesso era molto irritato per cui non ci andò per il sottile, prese il suo amante e gli strinse forte le tettine, poi gli disse:
- Mettiti a novanta!
Il principe si mise a novanta, e poi senti un dolore lancinante dovuto al fatto che il carbonaio era da una parte più dotato dalla norma dall’altro di animo cattivo e quindi aveva tentato di penetrarlo del tutto in un colpo solo. Comunque quella notte venne tre volte e solo al sorgere del sole i due si separarono. Intanto venne a palazzo il giovane Hanamichi chiedendo di venire portato dal Re perché aveva sconfitto il Drago, ma le guardie gli davano del matto e lo volevano malmenare. Ma tanto fece e tanto disse che alla fine lo fecero passare. Arrivato dal Re questi gli disse la storia del carbonaio: ma il rossino non si perse d’animo, raccontò la sua versione e mostro le tre lingue del Drago. Constatato che entravano benissimo nelle bocche del Drago e combaciavano con le parti mozze il Re ordinò che fosse preparato un falò per bruciare Fukuda e si celebrasse il matrimonio fra il nuovo arrivato e suo figlio. Le nozze si sarebbero celebrato se un paggio di corte non avesse raccontato che il principe si era dato al carbonaio, allora Sakuragi disse:
- Io un principe che si da’ così facilmente ad un estraneo, senza che siano neppure sposati, non lo voglio
E detto questo parti.
Il Re allora se la prese con suo figlio e disse:
- Lo straniero ha ragione, da questo momento non siamo più padre e figlio. Vattene o ti metto a morte.
E il principe parti immediatamente per la stessa strada del rossino, solo che mentre Sakuragi era a cavallo lui era a piedi perché suo padre non gli aveva lascio portar via niente. Dopo una notte e un giorno di strada incontrò la casa di un arciprete che si offerse di ospitarlo a due condizioni: una che lavorasse per mantenersi, l’altra e che non si sarebbe dovuto arrabbiare pena una notte d’amore con lui. Naturalmente se l’arciprete si fosse arrabbiato per primo gli avrebbe fornito un cavallo e molti quattrini.
All’alba l’arciprete lo condusse ad un campo e gli disse:
- All’ora di colazione e a quella di pranzo ti manderò una serva con il necessario.
Venuta l’ora di colazione e niente, venuta l’ora di pranzo e niente, arrivò l’ora di cena e giunse una serva con una pignatta e un fiasco chiusi con la calce. Il principe resistette e non si arrabbiò ritornando verso il cascinotto dove era alloggiato incontrò una vecchia che non riusciva a camminare, la trasportò fino a casa e lei gli spiegò cosa fare il giorno dopo, in più gli regalò una noce, una mandorla e una nocciolina:
- Usale quando ne avrai bisogno.
L’indomani andò a mangiare a colazione da dei contadini che abitavano li vicino e a pranzo da un pastore che gli diede pane e companatico andando sempre a nome dell’arciprete. Alla sera arrivò la solita serva con la solita pignatta murata e il fiasco sigillato. Ma Nobunaga usò il manico della zappa per rompere i sigilli così mangiò e bevve. Allora l’arciprete lo chiamo e gli disse che doveva pulirgli le stalle. Ora dovete sapere che in quelle stalle c’era un macello perché l’arciprete aveva cento buoi e non lavava da anni: il principe non sapeva cosa fare, poi si ricordo dei doni della vecchietta e si disse che tentare non costa nulla. Così ruppe la noce e da essa nacque un fiume che si portò via sia la sporcizia sia i buoi. L’arciprete diventò rosso di viso ma fece buon viso a cattivo gioco. Intanto gli rodeva però il fegato tanto che si disse: invece che rispettare il patto mi metto con dei bricconi, gli dico di andare al mercato a vendermi cento cavalli e poi lo faccio derubare così ho la scusa per frustarlo a sangue. E così lo mando al mercato. Arrivarono i bricconi. Ma il principe ruppe la mandorla e uscì una vampata di fuoco che incenerì sia i ladroni che i cavalli. Allora l’arciprete sapendo che non avrebbe più avuto i suoi cavalli vedendolo tornare gli corse incontro furioso. Ma il principe gli ricordò il patto e visto che tutti e due l’avevano fatto in nome di Domineiddio gli fece pagare ammenda. Ora con un cavallo e dei quattrini il principe Nobunaga passò di città in città fino a che non raggiunse un porto, qui si imbarcò su una nave ma dopo alcune settimane questa fece naufragio. Il principe ruppe la nocciola e vide sorgere dalle onde una zattera con la quale andò alla deriva fino a raggiungere l’isola di Bofu, abitata da un popolo di selvaggi. Qui era arrivato prima di lui Hanamichi che però era stato sfortunato, infatti si era innamorato di lui il figlio del Re che si chiamava Uozumi che l’aveva fatto suo con la forza. Ora però vedendo il nuovo arrivato si stufò della vecchia sposa e si liberò del rossino ordinando di ucciderlo. Ci fu la prima notte di nozze fra Jun e Kyota e Uozumi lo prese come aveva fatto con Sakuragi con violenza: strinse le tettine alla nuova sposa e poi le disse: - Mettiti a novanta.
Ma Nobu non voleva cedere, finche le terribili minacce non lo fecero capitolare. Jun era più dotato del normale e visto che era più esperto e forte di Fukuda gli entrò dentro con un colpo solo, come aveva tentato di fare il carbonaio. Nobu pianse però sopportò tutta la notte e il giorno il principe selvaggio che faceva la carriola. Dopo come voleva la tradizione fecero l’amore con la nuova sposa anche i 5 membri del picchetto d’onore, e fra questi il capitano che era quello che avrebbe dovuto uccidere Hanamichi: Ikegami Ma che fine aveva fatto il rossino? Ikegami l’aveva chiuso in un pozzo fatato e di li non poteva più uscire. Alla sera Ikegami arrivava, gli portava da mangiare, lo scopava e poi se ne andava. Ikegami faceva bene l’amore e anche Sakuragi godeva, ma non si trovava bene in quel posto, voleva tornare libero. Un giorno prese in trappola un topo il quale non volendo morire gli disse:
- Se mi salvi ti darò tre cose magiche:un tappeto volante capace di fare mille miglia in un giorno, un mantello della invisibilità e una spada che combatte da sola. Con la spada vi libererete di Ikegami e uccidendolo potrai finalmente uscire dal pozzo, con il mantello potrai rapire la nuova sposa del principe Uozumi che è in realtà principe a sua volta e con il tappeto potrai arrivare al regno di quest’ultimo dove suo padre l’ ha perdonato di tutto e a giurato che chi glielo porterà diventerà lo potrà sposare e diventerà re.
E così Sakuragi fece, quella notte dopo aver fatto l’amore con Ikegami prese la spada magica e lo uccise, con il mantello invisibile arrivò alla reggia vide che il suo precedente sposo, il principe Uozumi, stava facendo l’amore con Nobu (in modo violento come al solito) usò la spada e lo uccise poi volarono sul tappeto fino al regno di Nobu. Ma lo sposò anche se lo aveva già rifiutato? Ebbene si, in fondo aveva compreso cosa voleva dire esser presi con la forza.
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Anche i tre principi erano partiti, Akagi era partito per oriente con un cavallo veloce come il vento. A un certo punto si mise in compagnia di due gentiluomini. Non l’avesse mai fatto! La sera mentre lui dorme gli rubano il cavallo e la borsa. Di tornare a casa in quello stato non se ne parla. Racconta tutto invece al locandiere che gli dice:
- Se vai in tal pascolo, troverai uno stallone nero che non appartiene a nessuno, chiedigli se vuol venire con te se risponde di si mettigli le briglie. Poi chiedigli di portarti al palazzo dell’Orco grigio, li troverai una sposa degna di un Re.
Il principe andò al pascolo e trovò il cavallo, segui le istruzioni del locandiere e il cavallo accettò di mettersi al suo servizio. Insieme partirono alla volta del palazzo dell’Orco. Allora il cavallo parlò:
- Se vuoi entrare devi ungere di olio la porta della cancellata di ferro, dare quattro pani ai cani che si mordono in giardino, aspettare che i leoni aprano gli occhi prima di passare davanti a loro, poi passa dal portone solo se questi è chiuso. Quando arrivi alla dispensa troverai un uovo d’oro: è l’anima dell’orco se gliela rompi in testa l’Orco morirà.
Akagi seguì per filo e per segno le istruzioni del cavallo ed entrò così nel palazzo mentre l’Orco dormiva lo trovò a letto insieme a una scimmia. Gli ruppe l’uovo in testa e l’orco morì. Poi si mise a girare per la casa in cerca della sposa, cerca cerca non la trovò, arrivò infine lo stallone nero e così gli disse:
- La scimmia è in realtà un principe bellissimo, figlio dello zar dei bulgari, che si ritrasforma quando viene penetrato, vai nella dispensa troverai una mandorla d’argento: se gliela farai mangiare in quel momento resterà per sempre uomo.
Akagi ascolto i consigli del suo destriero e fece l’amore con la scimmia che nel momento che stava per essere penetrata si trasformo nel principe Fujima, lo penetrò e gli mise in bocca la mandorla. Quando il principe capì di essere stato salvato comunque non mostrò di essere grato al suo salvatore più di tanto: è vero che l’aveva salvato dall’orco, ma adesso di sposarlo non se ne parlava, non era il suo tipo! Allora Akagi si rivolse al proprio cavallo dicendogli di essersi ormai innamorato non ricambiato dal giovane bulgaro. Lo stallone rispose:
- Digli che lo riaccompagni a casa: sulla strada c’è un grande muraglione impossibile da scalare che nasconde un albero di mele arcobaleno, tu prendine una, ma solo una e dalla da mangiare al principe Fujima, e lui si innamorerà subito di te, ma ricordati che l’effetto dura solo un anno.
Akagi fece quanto detto dal destriero e subito Fujima si volle appartare con lui a fare l’amore: Akagi era un po’ in imbarazzo perché lo stallone li guardava. Facevano l’amore anche tre volte al giorno, a volte di giorno a volte di notte: immaginate quanto a lungo fu quel viaggio. Comunque arrivati a destinazione prepararono il matrimonio. Allora il principe Akagi andò dal suo stallone e gli chiese quale regalo potesse fargli per ringraziarlo di tutto quello che aveva fatto. Il cavallo gli disse:
- Tu ti sei dimenticato di me, dopo tutto quello che ho fatto di bene per te in questi giorni mi hai trascurato. - No, non l’ ho fatto apposta, ti sono riconoscente per tutto quello che mi hai dato. - Se è cosi allora tagliami la testa.
Di tagliargli la testa proprio non gli garbava l’idea, ma il cavallo tanto disse tanto fece che alla fine gliela taglio. Improvvisamente che meraviglia il cavallo morto si trasformo in un bel ragazzo vivo: era Kogure.
- Quando te ne sei andato mi sono fatto fare un incantesimo per poterti stare vicino, ma ora che ti sposi è meglio che io vada altrove a cercare l’amore. Spero di riuscirci perché in questo momento ci sei solo tu nel mio cuore.
Disse questo con il magone in gola, e quasi gli venne da piangere dalla tristezza. Ma Akagi si penti e gli promise di sposarlo. I due scapparono da palazzo e nella prima chiesa che avevano trovato si sposarono. Poi fuggirono di corsa dal Regno di Bulgaria, dove il principe Fujima aveva sguinzagliato le sue guardie alla ricerca del suo promesso sposo. Arrivarono nell’impero di Costantinopoli dove furono accolti dall’imperatore che disse:
- Figlio mio, sei tornato alla fine, era da tre anni che aspettavo il tuo ritorno. - Si, padre sono tornato, e questi è il mio sposo. - Benvenuti anche a te, ora organizzerò la più grande festa che ci sia mai stata a nel mio impero. Perché questo figlio che credevo morto è ritornato e anche con uno sposo molto virile. Ma come mai te ne eri andato?
Allora Kogure incominciò a raccontare:
“Come si ricorda padre appena nacqui un indovino le disse che se per quattordici anni fossi rimasto isolato in un palazzo senza uscire e senza affacciarmi a nessuna finestra non mi sarebbe accaduto niente, ma se mi fossi affacciato sarei stato rapito. Per tredici anni non ci furono problemi, solo che io ero davvero interessato a conoscere il mondo esterno al palazzo e tanto feci e tanto dissi che il giorno prima di compiere quattordici anni la mia balia mi permise di affacciarmi da un balcone, passo un mercante si innamorò di me e mi disse:
- Bel giovane, se mi segui ti farò vedere l’acqua che balla!
Io dissi di no e l’uomo andò via, poi arrivò un cavaliere si innamorò di me e disse:
- Bel giovane, se vieni nel mio palazzo ti farò vedere l’albero che canta!
Io dissi di no e il gentiluomo andò via, poi arrivo un principe si innamorò di me e disse:
- Bel giovane, se mi segui nel mio castello ti farò vedere un uccello dai colori dell’arcobaleno che balla e canta e suona il violino.
Questa volta non seppi resistere, presi una fune la legai al balcone e scesi. Lo straniero mi portò al suo castello con l’aiuto di una carrozza magica. Ma dell’uccello non c’era traccia. Io non capii subito ma quando si tolse la pelle da principe e comparve davanti a me nel suo vero aspetto, mi trovai paura. Era in realtà un mago di nome Taoka che mi disse:
- Stanotte farai l’amore con me!
E mi diede un fico e poi andò via. Io lo mangiai e mi misi a piangere, quando comparve davanti a me un usignolo che mi disse:
- Non preoccuparti che ti salvo io, affacciati al balcone mio cugino l’ippogrifo verrà a prenderti e ti porterà in un regno lontano dal mago, che verrà a cercarti. Per tre anni non si darà pace: passato il terzo anno ti dimenticherà. Ma ricordati fino a quel punto non potrai fare ritorno a casa. Però prima di lasciarti ti devo raccomandare di non fare l’amore con nessuno di cui non ti sei già innamorato perché il fico che hai mangiato era magico e del primo con cui fai l’amore ti innamorerai.
Detto questo volò via, venne l’ippogrifo e mi portò nel regno di Bricco di Legno dove io m’innamorai di Akagi e feci l’amore con lui. Per quasi tre anni avevamo continuato la nostra storia d’amore quando suo padre gli disse che doveva trovarsi una sposa se voleva succedergli al trono. Io ero disperato e fui sul punto di buttarmi da un burrone quando apparve davanti a me un diavolo sotto forma di un bel giovane dai capelli rossi che mi disse:
- Se fai l’amore con me ti dirò dove è il tuo principe.
Io risposi di no, ma il diavolo non si dette per vinto:
- Se fai l’amore con me potrai sempre stargli accanto.
Io ero indeciso, ma risposi di no, il diavolo non si diede per vinto e parlò ancora:
- Se fai l’amore con me salverai Akagi da una morte precoce.
A questo punto accettai: - Prendimi le palle in bocca
E io le presi a fatica.
- Succhiami l’uccello
E io succhiai, solo che era enorme e mi entrò in gola: quasi soffocai.
- Mettiti a novanta
Sentii un dolore lancinante: il diavolo infatti è di natura cattivo e mal sopportava che per due volte l’avevo rifiutato.Perciò provo ad entrarmi dentro tutto in un colpo, ma spingi spingi ce l’aveva troppo lungo. Quando il diavolo finì ero uno stallone nero. Poi il diavolo si travesti da locandiere e mi consegno di fatto al mio innamorato. Il resto della storia può raccontarvela lui.”
Il Re allora ordinò che si facesse festa. E che succedette a Fujima? Un erudito si invento una storia per mandarlo in capo al mondo in cerca del suo promesso sposo ma passato l’anno si disinnamorò e così tornò e alla morte del padre divenne Re.
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Miyagi e Mitsui partirono entrambi verso ovest, ma Mitsui aveva un cavallo più veloce. Sopraggiunta la notte Hisashi cerco riparo in una locanda, ma non c’era posto per cui gli rispose il locandiere:
- Purtroppo non c’è posto per te, se non hai paura ti mando in un palazzo disabitato, ma attento tutti quelli che ci passano la notte non escono che morti.
Mitsui si fece dare da mangiare e andò. A mezzanotte senti una voce dal camino:
- Getto? - E getta!
E dal camino cascò giù una gamba. Poi ancora:
- Getto? - E getta!
Cadde giù un'altra gamba. In parole povere tra un “Getto” e un “E getta” e l’altro caddero due braccia un busto e una testa alla fine si attaccarono fra di loro e comparve un orco che disse:
- Prendi il lume e seguimi.
Mitsui prese il lume ma non si mosse:
- Passa avanti! – disse l’Orco - Passa tu!
Passarono varie stanze e si fermarono davanti una porta:
- Apri! – disse l’Orco. - Apri tu!
E l’Orco aprì, c’era una scala.
- Scendi! – disse l’Orco - Scendi prima tu!
Scesero nel sotterraneo e videro un sarcofago:
- Alzalo! – disse l’Orco - Alzalo tu!
Alzarono e c’era un armatura tutta d’oro e disse l’Orco:
- Quest’armatura è magica, se la indossi potrai vincere qualunque duello. Ma se la vuoi e vuoi questo palazzo e terreni che lo circondano dovrai andare a letto con il primo che passa.
E detto questo sparì.
Ma intanto Miyagi? Per alcune settimane viaggio conoscendo principesse, ma nessuna gli andava a genio. Fino a che non si fermo a passar la notte nella grotta di un eremita. Vedendo che faceva freddo decise di dargli il suo mantello. Al mattino l’eremita gli disse:
- Qui vicino c’è il palazzo di un mostro tremendo: solo l’ombra fa’ così paura che alcuni vedendola muoiono. Ora ascolta in realtà è un bel principe, però prima di apparirti nelle sue vere sembianze ti farà fare alcune prove: la prima sarà di passare in una sala d’armi, per magia ti passerà la voglia di toccarle o di dargli un occhiata, tu prendine in mano qualcuna lo stesso. Poi ti porterà in giardino, ti verrà voglia di prendere una rosa, tu non farlo annusa un gelsomino e poi tira avanti. Poi ti porterà in sala da pranzo: qui troverai del pane incantato e ti verrà voglia di tagliarlo al petto come una donna bada bene di non farlo. Ti chiederà allora se vuoi andare a letto con lui tu accetta, ma ricorda che un ultimo incanto a sua difesa: quando lo vedrai a letto ti verrà voglia di essere preso da lui, fà tu l’attivo e sarà per sempre tuo altrimenti lo perderai per sempre.
Così ammaestrato Miyagi si presento al Palazzo e superò tutte le prove. Alla fine si ritrovo nella stanza da letto ed ecco che vede sparire quel mostro la cui sola ombra da già spavento ed apparire un bellissimo ragazzo: il principe Sendo. Miyagi vedendolo nudo e così ben fornito non riuscì a resistere ai sui ordini:
- Prendimi le palle in bocca!
E Ryota obbedisce.
- Succhiami l’uccello
E Ryota obbedisce.
- Mettiti a novanta.
E Ryota obbedisce. Akira però era irritato perché doveva essere lui la parte uke della coppia e gli entra dentro con un colpo solo fortissimo. Al mattino tutto il maniero era sparito. Miyagi si rivolge di nuovo all’eremita, il quale gli dice:
- Il principe è andato in Spagna dove sarà il premio di un torneo. Alla fine del torneo chiederà ai vincitori di dirgli un aforisma: se l’aforisma gli piacerà ti porterà a letto. Ma vale la regola di prima: se lo vuoi sposare devi essere tu la parte attiva del rapporto, se no finirai in prigione. Ecco ti do questo anello se lo terrai sulla punta della tua lancia vincerai tutti.
Miyagi si mise in viaggio verso Barcellona, ma non fu un viaggio facile: prima dovette passare un bosco fitto, buio e senza strade ne sentieri, ora sbatteva contro un ramo e cadeva giù di sella, ora la bestia scivolava in un pantano nascosto dalle foglie. Superato il bosco ecco una montagna tutta dirupi e burroni, poi un fiume possente. Finite questo estenuante viaggio ecco Miyagi presentarsi per il torneo ed ecco che grazie alla magia dell’anello riesce a vincere tutti gli avversari della giornata. Si presenta da Akira e gli dice:
- Vivi come se dovessi morire subito, pensa come se non dovessi morire mai
Il motto gli piace e se lo porta a letto: ed ecco che succede come nella loro prima notte: Akira dice a Ryota:
- Prendimi le palle in bocca!
E Ryota obbedisce.
- Succhiami l’uccello
E Ryota obbedisce.
- Mettiti a novanta.
E Ryota obbedisce. Akira però era irritato perché doveva essere lui la parte uke della coppia e gli entra dentro con un colpo solo fortissimo. Al mattino arrivano le guardie e arrestano Miyagi. Ricomincia così il torneo. Quella giornata la vince, con l’aiuto di un fazzoletto magico, il principe Eiji Sawakita, poi si presenta al premio del torneo e gli dice il seguente motto
- Vivere è nulla, bisogna amare.
Quindi passa alla prova del fuoco con Akira che lo tenta:
- Prendimi le palle in bocca!
E Eiji obbedisce.
- Succhiami l’uccello
E Eiji obbedisce.
- Mettiti a novanta.
E Eiji obbedisce. Akira però era irritato perché doveva essere lui la parte uke della coppia e gli entra dentro con un colpo solo fortissimo. Al mattino arrivano le guardie e arrestano Sawakita. Il torneo riprende e lo vince Koshino che pronuncia per Akira il seguente aforismo:
- Molti uomini si danno a Dio quando il Diavolo non li vuole più.
Sendo si fa accompagnare dunque nella propria camera da letto e dice:
- Prendimi le palle in bocca! - Prendimele tu piuttosto! – rispose Koshino
E Akira le prende in bocca e le lecca, poi ripresosi dice:
- Succhiami l’uccello - Succhiamelo tu! – risponde Koshino
E Akira si mette a succhiarlo fino a che la sua bocca non viene riempita di nettare bianco, poi ripresosi dice:
- Mettiti a novanta.
A questo punto Koshino non resiste più e si mette a novanta. Akira però era più irritato dei giorni precedenti perché era arrivato ad un passo dal liberarsi dalla sua maledizione gli entra dentro con un colpo solo fortissimo. Al mattino arrivano le guardie e arrestano Koshino. Al torneo si presenta Mitsui e lo vince. Poi pronuncia per Sendo il seguente aforisma:
- E vero che si può vivere senza un uomo ma è anche vero che senza un uomo non si può dire di aver vissuto.
A sentire questo detto Sendo si compiace e accetta di andare a letto con Hisashi, qui si ripete la solita scena:
- Prendimi le palle in bocca! - Prendimele tu piuttosto! – rispose Hisashi
E Akira le prende in bocca e le lecca, poi ripresosi dice:
- Succhiami l’uccello - Succhiamelo tu! – risponde Hisashi
E Akira si mette a succhiarlo fino a che la sua bocca non viene riempita di nettare bianco, poi ripresosi dice:
- Mettiti a novanta.
Hisashi stava cedendo ma dopo un istante si riprende:
- Mettiti tu a novanta!
A questo punto Akira si mette a novanta. Mitsui però conscio che Sendo è come un cavallo da domare si mette di impegno: gli entra dentro con un colpo solo per fargli capire chi è il padrone, e poi continua a fare sesso con lui tenendogli ben strette le tette. Al mattino successivo Sendo si sveglia e chiede ad Hisashi:
- Vuoi sposarmi e diventare Re di Spagna? - Si accetto.
I due si sposano e fanno grandi feste a cui invitano anche i campioni, liberati, del torneo fra cui Miyagi. Vedendolo Mitsui lo apostrofa:
- Hai trovato una sposa da presentare a tuo padre? - No. - Se vuoi chiedo ad Akira di trovartene una! - Grazie – dice Ryota a malincuore - Ci sarebbe mia cugina Ayako, che è la secondogenita del Re del Portogallo, è qui al nostro matrimonio. Se vuoi organizzo un incontro.
All’incontro i due non è che si piacciono più di tanto, ma Miyagi si deve sposare per ereditare il regno di suo padre e la principessa del Portogallo è bellissima. Lei però gli chiede un aforisma per accettare il matrimonio, lui gli risponde con il seguente detto:
- La gentilezza delle parole crea fiducia. La gentilezza dei pensieri crea profondità. La gentilezza nel donare crea amore.
E i due si sposano
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Anche Rukawa parti per andare per il mondo, anche se aveva già in mente una terra ben precisa dove andare: la Svezia dove il Re era il suo padrino. Viaggiando incontrò una fata che gli chiese dove andava, avutane la risposta gli disse:
- Se vuoi fare un buon viaggio e non correre problemi guardati da un guercio, uno storpio e da un calvo.
Continuando il suo viaggio incontrò un viandante che gli chiese:
- Bel giovane, dove andate? - In Svezia. - Anch’io, viaggeremo insieme.
Rukawa lo guardò negli occhi: era guercio. Si fermo con un pretesto e cambiò strada. Trovò un altro viandante seduto su una pietra:
- Andate in Svezia? Faremo il viaggio insieme.
Ma era uno storpio e Rukawa accampò una nuova scusa e cambiò strada. Incontro un altro viaggiatore, grande e grosso: aveva gli occhi sani e anche la corporatura non sembrava in difetto, quanto poi a calvizia aveva una folta capigliatura, il suo nome era Masashi Kawata. Così i due si misero in viaggio. Parla del più, parla del meno Kaede gli racconta la sua storia, allora il viandante lo butto giù da cavallo e si tolse la parrucca nera: era calvo.
- Se ti è cara la vita – disse minacciandolo con una pistola – devi farmi da servitore ed amante: io intanto fingerò di essere te.
E per essere sicuro che non infrangesse il patto lo mise a novanta e gli entrò dentro:
- Ora in avanti sarai mio! – disse venendo copiosamente in Rukawa
I due ripartirono Kawata a cavallo e Rukawa a piedi, e così arrivarono in Svezia. Il vecchio Re era morto, e al suo posto governava il figlio Maki, il quale accolse il falso Rukawa a braccia aperte. Il vero principe invece ebbe un lavoro nelle scuderie, anche se la notte andava a dormire con il finto capelluto. Ora avvenne che Re Maki posasse gli occhi su di lui, Kawata rendendosene conto si disse che era venuto il momento di liberarsene:
- Mio Sire, il mio servitore dice che sarebbe capace di liberare vostro fratello che è prigioniero della Masca Stordina
Allora Maki ordinò al principino di Bricco di Legno di andare a liberare Minami:
- Guai a te se ritorni senza avere con te mio fratello: ti farò scuoiare vivo!
Rukawa si mise in viaggio a cavallo, aveva percorso alcune miglia quando vide un vecchio sapiente di nome Anzai a cui chiese:
- Sapete indicarmi dove abita la Masca Stordina? - Io no: l’unico che sa come arrivarci è l’Uomo Selvatico. - E come posso arrivarci da questo Selvatico? - Io possiedo uno stallone che ti può portare da lui: ti dovrai però affidare a lui completamente, non dovrai mai e poi mai tirargli le redini. - Ti ringrazio dell’aiuto buon uomo. - Ma mica te lo do’ gratis! Mi dovrai fare un pompino.
A Rukawa l’idea non piaceva però ne andava della pelle e si disse “l’ho fatto con Kawata posso farlo con costui”, e così fece. Prima che il giovane principe se ne andasse il vecchio Anzai gli diede gli ultimi suggerimenti:
- Tieni questo liquore, con esso ubriacherai l’Uomo Selvatico e mi raccomando anche se si innamorerà di te non pensare di rimanergli accanto a lungo: dopo un po’ si stufa dei cristiani e li mangia.
Rukawa parti sul suo nuovo destriero, che parti a tutta corsa: arrivò sul ciglio di un burrone e pensò “per me è finita”, chiuse gli occhi e quando li riapri era già dalla parte opposta. Raggiunse il mare e pensò “morirò annegato!”, ma davanti al cavallo l’acqua si divideva in due facendolo passare. Sul suo tragitto apparì un bosco fitto fitto, ma il cavallo trovo un sentiero e poterono passare alla fine arrivarono alla casa dell’Uomo Selvatico. Ucci Ucci Sento odore di cristianucci O c’è n’è, o ce ne sono stati O c’è n’è di rimpiantati
Detto questo l’uomo selvatico arrivo grazie al suo olfatto al cespuglio dove si era nascosto Rukawa e lo prese. Appena lo vide se ne innamorò e disse:
- Se diventi mio non ti mangio - Non mangiarmi bell’Uomo Selvatico, farò tutto quel che vuoi.
Si sa che i selvaggi sono molto passionali e sentendo parlare così il bel Kaede lo mise subito alla prova: prima si fece fare un pompino, poi lo mise a novanta… una, due, quante volte gli venne dentro? Sinceramente non lo so, ma di sicuro tante. Giunta la sera, Rukawa si fece dire come arrivare al palazzo della Masca Stordina:
- Vedi – gli disse l’Uomo Selvatico – per raggiungere quella vecchia strega devi passare per il sentiero dietro la mia casa, raggiungerai un fiume lì c’è un barcaiolo che non può scendere dalla sua barca, ti chiederà un obolo per passare. Bisogna scendere prima di lui perché il secondo che tenta di scendere non ce la fa per un incanto. Prendi poi la strada a sinistra arriverai ad un fiume di sangue. - Come si può sorpassarlo? - Basta dire “ma che bel fiume di vino, se avessi tempo ne berrei un pochettino” e ti lascerà passare senza neanche farti bagnare. Superato il fiume di sangue c’è né uno di fiele a questo bisogna dire: “ma che bel fiume di miele, se avessi tempo ne berrei un pochettino”. Arrivato alla casa della Masca Stordina c’è una giovane strega di nome Haruko, tu ad esempio potresti montarla e lei di sicuro ti rivelerà tutto quello che vuoi sapere.
Rukawa saputo quel che voleva sapere ubriacò l’Uomo Selvatico col liquore oppiato che gli aveva dato il vecchio Anzai e partì, passò il primo fiume e quando scese rivelò il segreto per scendere anche al barcarolo, arrivò al fiume di sangue e disse: - Ma che bel fiume di vino, se avessi tempo ne berrei un pochettino.
E il fiume si ritirò facendolo passare. Arrivo al fiume di fiele e disse:
- Ma che bel fiume di miele, se avessi tempo ne berrei un pochettino.
E anche questo fiume fece come l’altro. Arrivò al palazzo della Masca ed ecco affacciata dalla finestra l’apprendista strega che vedendolo si innamora subito di lui, lo fa entrare e fa l’amore con lui. Fatto l’amore Kaede gli spiega la sua missione:
- Se rimani qui la Masca ti mangia, ma se mi porti con te ti dirò io cosa fare. Per trasformare il principe incantato – è diventato un porco – devi ungergli il corpo con un unguento che io ti darò poi prenderemo gli stivali delle mille leghe e con due viaggi potrai portare via me e il principe prima che ritorni la Masca Stordina dal sabba.
Preso l’unguento e spalmato sul corpo del principe questo riprese le sue facoltà intellettuali, poi con gli stivali delle mille leghe lo portò a Palazzo, ma si guardò bene dal ritornare indietro a riprendersi Haruko: missione comunque compiuta pensò. Ora bisogna sapere che il Re di Svezia aveva promesso in sposo suo fratello a chi lo liberava così iniziò i preparativi quando improvvisamente comparì a corte il vecchio Anzai, che in realtà era un mago, e si mise a raccontare di come il bandito Kawata si era sostituito al principe di Bricco di Legno. Saputo questo il Re mandò a morte l’assassino con un vestito di pece, poi decise di sposare Rukawa.
E chi divenne alla fine Re a Bricco di Legno? Lo divenne Miyagi, ma non perché aveva la sposa migliore, ma perché era l’unico che non avesse un grande regno di cui occuparsi. Stretta la foglia, larga la via Voi dite la vostra, che ho detto la mia.
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