Dunque, dunque… Questa è la prima fic che io abbia mai scritto da sola, e sorprendentemente è una songfic. ^.^;; Per questo motivo va letta sentendo “Bratja”, dal primo OST di FullMetal Alchemist, in sottofondo… altrimenti non ha alcun senso, davvero.

Ha spoilers solo se non sapete nulla di questa serie e non avete visto il terzo episodio.

 

La traduzione delle lyrics dal russo all’inglese, che ho usato per l’ulteriore traduzione in italiano, è opera di Ellen su Hitorijime Anime Lyrics (http://www.lijianliang.co.nr/).

 

Disclaimer: I personaggi di FullMetal Alchemist non mi appartengono, altrimenti Alphonse riavrebbe il suo corpo e lui e Edward si darebbero a del sano sesso incestuoso almeno due volte al giorno. Non fatemi causa perché tanto spendo tutti i miei soldi su eBay e alle fiere del fumetto perciò non ho un euro.





Bratja

di Maddy


Era notte, e quel giorno Edward aveva ricevuto i suoi arti nuovi. Alphonse sedeva come al solito in un angolo della stanza, immobile, ma Edward non era veramente sicuro che dormisse. Si inginocchiò davanti a lui, in silenzio. Aveva avuto intenzione di chiamarlo ma adesso esitava.

 

Perdonami, fratellino

Sono così colpevole di fronte a te

E’ proibito cercare di riavere

Quello che la terra ha preso

 

Allungò la mano destra verso l’elmo dell’armatura che ora era il corpo di suo fratello. Sobbalzò, perché quella era la mano automail e lui non aveva sentito nulla, nessun calore, solo un debole tintinnio metallico e altro freddo a rispondere al suo.

 

Colui che conosce la Legge della Creazione

Mi avrebbe aiutato a trovare la risposta

Mi sono crudelmente sbagliato:

Non c’è medicina per la morte

 

Edward abbassò la testa e avvicinò la fronte a quella di Alphonse, lasciando scivolare sul viso una lacrima che cadde risuonando sul metallo dell’armatura. Se solo fosse stato più forte... e più saggio... Era colpa sua.

 

Cara mamma! Così tenera!

Ti amavamo così tanto

Ma tutta la nostra forza

Non ha fatto che del male

 

-Perdonami, Al.- Sussurrò cercando di soffocare i singhiozzi. -E’ tutta colpa mia. E’ stata tutta colpa mia...- Edward passò le braccia intorno al collo di Alphonse, premendo il viso contro quello artificiale del fratello e cercando di immaginare che avesse ancora la propria forma calda e familiare.

 

Ti ho tentato

Con la meravigliosa speranza

Di riavere il focolare della nostra famiglia

Fratello mio, sono colpevole in tutto

 

Edward sobbalzò, perché braccia di metallo erano salite a cingergli le spalle e lo tenevano stretto. La voce sottile di Alphonse gli stava dicendo in tono dolce: -Niisan, non piangere. Non è stata colpa tua. Ti voglio bene, non sei solo... Siamo ancora assieme.-

 

Non piangere, non rattristarti, fratello

Non sei tu ad essere colpevole

Non abbiamo che un’unica strada

Espieremo questa colpa fino alla fine

 

-Alphonse... Come fai a dirmi così? Sono stato io a provocare tutto questo. Ti ho fatto tanto male...- -Non sei stato tu a farmi del male, niisan… Abbiamo sbagliato entrambi, non è tua la colpa di quello che è successo. Siamo stati molto presuntuosi.-

 

Io non ti accuso di nulla

E non mi sento ferito neanche un po’

Una colpa, il nostro peccato

Di voler essere più forti in tutto

 

La voce di Alphonse giunse spezzata. -E se non ci fossi stato tu, di sicuro... Sarei con la mamma adesso.- Edward strinse più forte le braccia intorno al corpo del fratello minore, piangendo calde lacrime e sussurrando scuse incoerenti. Alphonse gli faceva eco senza poter veramente piangere.

 

Cara mamma! Così tenera!

Ti amavamo così tanto

Ma tutta la nostra forza

Non ha fatto che  del male

 

-Anch’io avrei voluto...- Mormorò Alphonse tra un’imitazione di singhiozzo e l’altra, -avrei voluto riavere la mamma. Senza di lei non sarà mai come prima... Sono colpevole quanto te.- Piangevano all’unisono abbracciati, come avevano fatto il giorno in cui era morta la mamma e le loro vite erano cambiate.

 

Io stesso sono stato tentato

Dalla meravigliosa speranza

Di riavere il focolare della nostra famiglia

Io stesso sono colpevole in tutto

 

-Ma che cosa faremo adesso, Alphonse?- Chiese Edward appoggiando un guancia bollente contro quella insensibile del suo fratellino. -Come potrò riportare a posto le cose? Cosa faremo se non riuscirò a ridarti il tuo corpo?- -Non lo so nemmeno io, niisan. Ho paura, ho paura anch’io...-

 

Ma che cosa dobbiamo fare, come comportarci

Come sistemare tutto, come dimenticare?

E’ proibito cercare di riavere

Quello che la terra ha preso

 

-Restiamo sempre assieme, Al. Qualunque cosa accada... Non voglio essere separato da te.- Implorò Edward. Fissò gli occhi dell’armatura, l’unico punto che mostrava la presenza  di suo fratello in quel guscio. -Hai, niisan.- Rispose, piano, Alphonse. -Non ci separeremo mai. Mai più...-