Disclaimers:
Hitonari, Akane e gli altri personaggi che appaiono in questa mia umile fic sono
proprietà del divino Hiroyuki Asada e delle rispettive case editrici (Shueisha
per l’edizione giapponese e Planet Manga per quella italiana).
Spoilers: la base
è l’episodio #43 del 14° volumetto dell’edizione italiana (tankobon #9
dell’edizione giapponese).
Dedico questa fanfiction ai ragazzi del
fanclub del sensei Asada ^_^
Red_barns RULEZ ^_^
~ Un ringraziamento speciale a Venus per avermi aiutata a
correggere la prima stesura!!! ^*^~
Blowin' in
the Wind di
Alexiel
--Akane--
In
questi giorni Hitonari è davvero strano.
Da
quando siamo tornati dal ritiro di Hakone il suo atteggiamento nei miei
confronti è mutato: mi cerca di continuo con lo sguardo, viene a mangiare
con me [cioè, io mangio e lui mi guarda schifato bevendosi i suoi
orribili integratori vitaminici], mi da’ dei consigli durante
l’allenamento e, miracolo dei miracoli, a volte MI SORRIDE!
Dopo
l’episodio della super squadra del Tsurugizaki io ed Hitonari ci siamo
spiegati, ci siamo chiariti… abbiamo passato una notte intera a parlare,
piangere, scusarci a vicenda… finchè non ci siamo addormentati con gli
occhi gonfi di lacrime e le labbra gonfie di baci.
Me la
ricordo ancora quella sera.. me la ricordo.. è stata una serata
meravigliosa, perché pensavo di aver perso Hitonari, e invece lui è
tornato da me.. da noi, dalla squadra… ma soprattutto da me.
Durante
la partita contro quello stupido Tsurugizaki ho visto Hitonari piangere…
quando gli sono passato accanto dopo averlo buttato a terra per fare
canestro l’ho sentito sospirare:
-Non
voglio perderti….-
E
allora gli ho teso la mano e l’ho aiutato ad alzarsi… ho letto milioni
di cose in quegli occhi color del cielo… Hitonari voleva tornare tanto
quanto noi lo rivolevamo in squadra. Aveva capito che volevo impegnarmi
per crescere insieme a lui, aveva visto i miei miglioramenti e tra quelle
lacrime che si mescolavano al sudore era spuntato un sorriso,
un’espressione dolcissima che non potrò mai dimenticare… era un
sorriso tutto per me, solo per me.. era il suo modo di chiedermi scusa,
era il suo modo per dirmi che aveva capito.
Dopo la
partita, dopo la cena con la squadra, Hitonari ed io siamo andati sulla
spiaggia a fare una passeggiata da soli… quella scema di Minefuji,
quando ci ha visti allontanarci insieme, mi ha fatto l’occhiolino e il
segno della vittoria con la mano… ma cos’ha in testa quella donna??
Non
crescerà mai…
E
comunque… ad un certo punto Hitonari mi ha preso per mano, intrecciando
le sue dita gelide e sottili con le mie. Ha alzato quella sua testa bionda
e fiera verso il mare, respirando a pieni polmoni, e mentre inalava mi ha
stretto la mano.
Poi si
è girato verso di me e senza dire una parola mi ha baciato, lasciando
andare le mie dita e afferrandomi il viso tra i palmi, insinuando quella
dolce lingua di fragola dentro la mia bocca e facendomi mancare il
respiro. E poi, dopo avermi fatto cambiare almeno tre colori in viso, si
è allontanato appena e con le labbra ancora sulle mie, ha sussurrato:
-Perdonami
Akane. Sono stato un idiota.-
Sentivo
la brezza accarezzarmi i capelli e il profumo di Hitonari mescolato con il
vento marino.
Sentivo
le onde infrangersi sulla sabbia e il suo respiro contro la pelle.
Sentivo
gli ultimi gabbiani salutarsi fra terra e cielo e lo sguardo di Hitonari
che mi scrutava l’anima attraverso gli occhi.
-E’
stata una settimana del cavolo senza di te.-
-Anche
tu mi sei mancato Akane, nonostante fossi arrabbiatissimo.-
Avevo
messo il broncio, ma era solo per farmi coccolare un po’… infatti
Hitonari mi aveva abbracciato stretto stretto e mi aveva chiesto di andare
a dormire a casa sua.
E
finalmente eravamo riusciti a parlare, a darci delle spiegazioni.. anche
se a me ormai non interessava più nulla, mi bastava averlo di nuovo
accanto, nella squadra e nel cuore.
Adesso
è lì, tutto sudato, pallido sotto il leggero rossore dovuto alle corse e
ai salti.. e mi sta guardando.
-Oi
Hiiragi. Andiamo a mangiare e poi torniamocene a casa.-
-Si ma
io il gyudon non lo mangio!-
-Curry
a una bancarella in piedi?-
Hitonari
mi guarda e sorride.
-Non
cambi mai Tachibana…-
Nelle
sue parole, nel suo tono di voce… in tutto il suo atteggiamento c’è
una tale dolcezza, traspira un affetto tale che credo tutti si siano
accorti di cosa c’è tra noi…
Ma in
fondo.. mi interessa? Mi interessa se la gente sa di noi?
Mi
guardo attorno: Yama, Kanemoto, Haru… la Minefuji, Sumire, Hori,
Anglarde… i nostri compagni di squadra, il professor Kondo… sono tutte
persone a cui voglio bene… non mi interessa se sanno. Anzi sono contento
che sappiano. Io amo Hitonari. Voglio che lo sappia tutto il mondo!!!
Harumoto
vuole venire a cena con noi… ma cos’ha da frignare tanto???
Non lo
sopporto quando fa così, come se nessuno se lo filasse!
-Invitate
anche me bastardiiiiiii!!!!-
-Non
vedo che bisogno ci sia di piangere Haru! Dai vatti a cambiare, andiamo
alla bancarella del curry tutti insieme.-
-Anche
Yoshikawa???-
-Sumire
vieni a mangiare il curry?-
-Sì.-
-Viene
anche Sumire, dai muoviti Haru!-
Poi la
sua voce, cristallo nell’afa di quel tardo giorno d’estate.
-Tachibana!-
Mi
volto a guardarlo, le guance rosate, i capelli spettinati e umidi:
-Senti,
io non vengo a mangiare, ma ci vediamo dopo? Vorrei andare in un posto
particolare.-
Annuisco, e vado negli spogliatoi con Harumoto.
--Hitonari--
Avrei
voluto essere da solo con lui, ma… beh… dopotutto Haru è uno che
capisce. Non è di troppo. Le cose che vorrei dire ad Akane le posso dire
anche se c’è Haru.
Siamo
sulla torre.
E
glielo spiego, gli spiego cosa significa per me quella torre.
Gli
svelo che era il mio rifugio ai tempi delle medie, venivo qui perché il
vento forte spazzava via i brutti pensieri, i sentimenti negativi, la
tristezza, il malumore.
E’
Akihito a chiedermi cosa io provi ad esserci tornato insieme ad Akane, e
dopo aver giocato con lui.
-Il
vento è sempre forte… però.. non sono giù di morale.-
Così
dicendo mi appoggio al parapetto e guardo il cielo, la città, la
spiaggia, il mare.
Poi mi
giro verso Akane, che è stato in silenzio per tutto il tempo, ma non ha
mai smesso di guardarmi, incuriosito dal mio comportamento.
Chissà
cosa sta pensando…
Si
appoggia anche lui al parapetto, tra me ed Akihito.
Vi si
appoggia con la schiena e i gomiti, e rovescia la testa all’indietro, in
modo tale da poter guardare il mondo sottosopra.
La sua
gola abbronzata esposta al vento salmastro che proviene dal mare è
appetitosa… immagino il profumo di quella pelle e il suo sapore e vorrei
far sparire Haru in un battito di ciglia per potermi avventare su quella
carne e nutrirmi di lui, dei suoi gemiti, dei suoi baci.
-Potremmo
tornarci insieme agli altri, ne Hiiragi?-, dice
Akane con lo sguardo perso nel vuoto alle sue spalle. Poi solleva la
testa, i capelli irrimediabilmente spettinati gli piovono sugli occhi
ombreggiando il viso e un ghigno appare sulle sue labbra di pesca. Faccio
fatica a deglutire…
Credo
che Akane non si renda conto di quanto sia bello. Ha sempre
quell’espressione scocciata in viso, sembra sempre arrabbiato, o
annoiato o indifferente al mondo che lo circonda… io però l’ho visto
sorridere, l’ho visto piangere, l’ho visto preoccuparsi…
Mi
ricordo di quella volta che la prof. Minefuji ha avuto l’incidente…
Akane era disperato. Si è fatto persino aprire il braccio con un coltello
da quanto era sconvolto! E io ho visto la sua espressione
nell’ambulatorio, mentre il dottore gli cuciva la spalla: sembrava non
provare dolore fisico, ma solo disperazione e terrore per le condizioni
della prof.
E
quando è venuto allo Tsurugizaki… dio, quella volta mi ha veramente
spiazzato.. era furioso.
Se
avesse potuto prendermi per i capelli e portarmi via per picchiarmi fino a
farmi uscire sangue dagli occhi l’avrebbe fatto.
Mi
avrebbe malmenato e poi mi avrebbe chiesto scusa piangendo.
Sono
sicuro. Se fosse riuscito a portarmi fuori da quella palestra, mi avrebbe
preso a pugni e a calci, e poi mi avrebbe pulito il sangue dalla faccia e
mi avrebbe tolto il respiro con i suoi baci irruenti e rossi di passione.
Invece
se n’è andato trattenendo tutta la rabbia in corpo e sfogandola poi
durante la partita.
Quando
è uscito dalla palestra aveva gli occhi lucidi… io … avrei voluto
seguirlo, abbracciarlo, dirgli che sarebbe andato tutto bene… ma ero
troppo arrabbiato con lui, perché sembrava non volesse impegnarsi per
diventare un bravo giocatore…
Se solo
avessi saputo… se solo avessi saputo che si allenava con il capitano…
………..
Ma
forse è stato meglio così.
Quel
distacco, quella settimana senza di lui (che sembrava non passare mai..)
mi è servita per rendermi conto di quanto bene gli voglia, di quanto lui
sia importante per me.
Ora lo
guardo.. e lui guarda me.
Harumoto
allunga un braccio sulle spalle di Akane e si mette a ridere, Akane mi
da’ una gomitata sul petto e comincia a ridere anche lui… è una
situazione stupenda, e serena… finalmente mi sento un ragazzino di
quindici anni che si diverte insieme ai suoi amici… finalmente ho degli
amici… e poi.. e poi ho Akane.
--Akane--
Certo
che il biondo è strano forte… un’uscita come quella della torre me la
sarei aspettata da mister “sensitive man” baffo Harumoto, non certo da
“ice man” Hiiragi…
Quel
ragazzo mi sconvolge sempre più ogni giorno che passa.
Come
quando eravamo ad Hakone, in ritiro… stavo facendo finta di dormire
mentre il principe dei ghiacci era sulla veranda con gli occhi fissi su un
quotidiano - pagina sportiva, of course! - e sospirava al vento fresco
della sera mentre leggeva i risultati della squadra del suo venerabile
padre.
Non
sopporto quell’espressione assente sul suo viso, non sopporto di leggere
tristezza e rassegnazione nei suoi lineamenti… ma cosa ti manca Hitonari?
La fama? Sei il migliore del Kouzu, non ti basta? Perché non ti basta?
Non ti basto io?
Il
ragazzo è un giocatore con il pedigree e ogni volta che vedo
quell’ombra di delusione macchiargli lo sguardo comincio a pormi delle
domande: è venuto al Kouzu solo per un atto di ribellione? Se ne pentirà?
Ci abbandonerà di nuovo? Mi abbandonerai di nuovo Hitonari??
E
mentre io mi tormentavo, tentando di tenere gli occhi chiusi per
continuare nella mia finta, ricordo di aver sentito un movimento leggero,
un’ombra interporsi tra me e la tenue luce al neon proveniente dalla
strada… Poi una mano sui capelli, dita freddissime, leggere… il dorso
liscio di quelle dita gelate sulla guancia, e poi un battito d’ali di
farfalla sulle labbra… le sue labbra sulle mie…
-Vieni
a fare una passeggiata Akane?-
Mi sono
alzato imbronciato, facendo finta di essere PARECCHIO seccato per essere
stato svegliato nel bel mezzo di una dormitina…
Gli ho
dato uno spintone verso la porta e lui si è voltato verso di me con quel
suo sguardo truce e freddo…
Ormai
ti conosco, cuore di cristallo! Non fai più paura a nessuno! E te lo dico
anche se fino a tre secondi fa mi stavo martoriando il cervello
chiedendomi se sei davvero felice di giocare con questa strampalata
squadra del Crazy Kouzu.
Siamo
scesi in strada, siamo entrati nel bosco che ogni mattina ci vede sudare,
correre, fare addominali, dorsali e flessioni… Hitonari mi ha portato in
una piccola radura lontana dalla via principale e mi ha fatto sedere a
terra.
-Vorrei
che tu sapessi una cosa Akane.-
L’ho
preso per un braccio e l’ho tirato giù, facendolo sedere tra le mie
gambe divaricate, facendolo appoggiare contro il mio petto, la sua schiena
stretta contro di me, i suoi capelli profumati di fiori estivi che mi
solleticavano il naso…
-Parliamo
dopo Hitonari… Ho voglia di baciarti adesso…-
Ho
cominciato a mordicchiargli il collo, gli ho fatto voltare la testa in
modo da potergli baciare quelle labbra sempre imbronciate, tranne quando
decide di far vedere qualche raro, dolce sorriso.
Lui mi
ha spinto via e si è rialzato in piedi. Poi si è abbassato di nuovo, di
fronte a me, con le ginocchia piegate, seduto sui talloni e ha appoggiato
le mani sulle mie spalle.
-E’
importante Akane.. è importante per me parlarti ora… -
Così
dicendo si è sporto in avanti ed ha appoggiato la fronte alla mia, poi mi
ha baciato a fior di labbra e si è allontanato di nuovo, mettendosi
dritto con le mani conserte in grembo, cercando di apparire serio e
imponente.
-Volevo
farti sapere.. che… per me giocare al Kouzu è un onore. Vedere come ti
stai impegnando mi fa sentire fiero di te, vedere gli altri ragazzi della
squadra sforzarsi al limite delle loro energie è uno sprone, Akane. Tu
sei uno sprone. Anche se non vinceremo, io so di essere cresciuto, e
migliorato. Stiamo lavorando molto e io sto diventando un vero giocatore
anche senza la presenza di mio padre a farmi da guida….. e ombra. Qui
non ci sono ombre Akane, solo tanto lavoro che mi fa sentire vivo….-
L’ho
afferrato dietro il collo e l’ho tirato a me.
-Noi
vinceremo Hiiragi. La faremo vedere noi a tuo padre! Nessuno deve
sottovalutare il Kouzu, perché io ho deciso di impegnarmi… io e te
insieme siamo imbattibili.. tu sei la persona che aspettavo per ritrovare
la gioia di giocare… ed abbiamo una squadra di stupidi asini che amano
il basket!!! Ce la faremo Hiiragi, vedrai.-
Ho
capito cosa hai voluto dirmi Hitonari. Sembri un iceberg, ma in realtà
sai leggere nei cuori delle persone.. nel mio… hai spazzato le mie paure
come una folata di vento fa con delle nuvole e tutto quello che è rimasto
è solo una gran voglia di sentire il tuo corpo sul mio, il tuo calore, il
tuo sapore, il tuo profumo. Avresti voluto ribattere.. ma non c’era
molto da dire, no Hitonari?
Cosa
volevi dirmi?
Che sei
felice? Si vede che sei felice, adesso non sprecare tempo e baciami,
baciami e toccami, accarezzami, voglio sentire le tue mani su di me,
voglio sentirti gemere mentre ti lecco, mentre ti sollevo la maglia e ti
bacio il petto, mentre con la
lingua disegno una strada che brilla alla luce celeste della luna e che
porta dal tuo collo sottile alla soffice peluria che sporge
dall’elastico dei boxer..
Facciamo
l’amore Hitonari? Vuoi fare l’amore con me per la prima volta
sull’erba muscosa di un bosco, con le stelle che guardano e i tuoi
sospiri che si perdono tra le foglie fresche di umidore notturno?
Alla
fine non abbiamo fatto l’amore… ma ci siamo andati molto vicino.
Ricordo ancora la sensazione della bocca di Hitonari chiudersi sulla mia
carne bollente… e le sue mani delicate accarezzarmi le cosce e i
fianchi. Solo per un attimo i nostri sguardi si sono incontrati, poi ho
strizzato gli occhi talmente forte che credevo non sarei più riuscito a
riaprirli… invece li ho riaperti e Hitonari era lì di fronte a me, rosa
in volto, ansimante, umido, caldo, con gli occhi e la bocca socchiusi…
mi sono sporto verso di lui e l’ho baciato, sapeva di me, aveva il mio
sapore sulle labbra ed era così sensuale da stare male.
E
tremava.
Non
l’avevamo mai fatto, ci eravamo limitati ai baci, a qualche carezza un
po’ più spinta e adesso invece eccolo di fronte a me.. come un giovane
dio lussurioso rispondere ai miei baci tremando come un cerbiatto…
ancora scosso dall’intensità delle sensazioni provate.
-Hitonari,
fa freddo… torniamo in camera?-
L’ho
fatto alzare e l’ho stretto forte a me. Mentre si rivestiva lo guardavo,
tremava ancora, allora gli ho coperto le spalle con la mia felpa e l’ho
abbracciato di nuovo, poi l’ho preso per mano e mi sono incamminato
verso la nostra pensione.
Hiiragi
mi ha cambiato la vita. Lo aspettavo ed è arrivato… lo aspettavo? Cioè,
aspettavo una persona così che stesse al mio fianco? Non lo so… so solo
che adesso c’è e senza di lui non riesco ad immaginarmi.
--Hitonari--
Ad
Akane ha fatto molto piacere la gita alla torre. L’ho visto stupito
dalla mia proposta… ma Akane sembra sempre stupirsi quando parlo, quando
sorrido.. per lui ogni mia parola, ogni mio sorriso, ogni espressione
dolce che gli rivolgo sono come un regalo.
Scesi
dalla torre, Akane e le ragazze hanno proseguito verso la stazione per
accompagnare Harumoto a prendere il treno. Io invece sono rimasto un altro
po’ in giro e poi sono tornato a casa.
Mi
sento benissimo.
Aver
portato Akane alla torre mi ha aiutato a capire che adesso, finalmente,
sto giocando il basket che piace a me. Adesso la prova del mio impegno
sono le scarpe consumate, i vestiti sudati, la stanchezza che mi assale
tutta in una volta quando torno a casa e mi butto sul letto ancora
vestito…
E
quando sono lì, sdraiato al buio, penso ad Akane, alla squadra, ai miei
amici, ai baci di Akane, alle risate che faccio, alla Minefuji che mi
palpa il sedere, ad Akane, ai tiri a canestro, alle facce di Harumoto, ad
Akane, alla gentilezza di Kanemoto, alla passione di Yamazaki e infine ad
Akane, a lui, sempre lui…. Al fatto di poter lanciare una palla
all’indietro sicuro del fatto che lui la prenderà e me la rilancerà,
oppure tirerà saltando e griderà: EVVAI!!
Sto
bene. Apro la porta di casa e butto la borsa per terra, tolgo le scarpe,
mi siedo sul letto.
Alzo il
viso verso le ultime screziature di luce che tingono il muro di fronte di
rosso e arancio, poi mi lascio cadere supino, gli occhi vanno al soffitto,
alle crepe nell’intonaco, a una minuscola macchia di muffa.
Silenzio…….
Pace.
Comincia
a pesarmi questa solitudine… dal momento che ho le orecchie sempre piene
delle urla dei miei compagni, lo stridio delle scarpe sul parquet, il
tum-tum del pallone che rimbalza, quando torno a casa questa atarassia mi
rende malinconico.
Potrei
accendere la radio…. Ma rovinerei la memoria sonora ancora viva nei miei
ricordi recenti: voglio sentire risuonare nelle orecchie ancora per un
po’ la risata di Akane, la sua voce calda, il suo tono strafottente.
Quindi
chiudo gli occhi e lo penso.
Sento
il suo profumo, riesco a vedere i suoi capelli spettinati tra i quali
gioca il vento….
Mi
piace perdermi in questi pensieri….. mi sembra quasi di sentire sulle
labbra il suo sapore……
Mmmmh…
Akane…. La mano scivola lungo il corpo, ma non è la mia, è la tua…
che mi accarezza, mi pizzica, mi eccita…. Akane…. Toccami……..
-TOC
TOC!!-
Mi
riprendo tempestivamente dal mio sogno ad occhi aperti, chiedendomi chi è
che ROMPE a quest'ora… Nascondo il meglio possibile con la camicia il
frutto delle mie fantasie e mi dirigo verso la porta con l’espressione
più seccata e irritata e innervosita e…..
-AKANE?-
Non gli
chiedo perché è qui, ma lo tiro dentro afferrandolo per la giacca e
chiudo la porta, sbattendovi Akane contro. Mi premo contro di lui e senza
nemmeno salutarlo, senza ascoltare cosa sta bofonchiando, gli chiudo la
bocca con la mia, gli accarezzo le labbra con la lingua per spingerlo a
socchiuderle e appena lui comincia a ricambiare il mio bacio con movimenti
delicati e quasi incerti, infilo le mani sotto la sua maglietta e poi
scivolo giù, passando oltre la cintura dei pantaloni e afferrandogli i
glutei mi premo ancora di più contro di lui, facendo aderire i nostri
bacini per fargli sentire quanto lo voglio.
--Akane--
OK,
posso morire felice.
Hitonari
mi sta violentando, se è un sogno non svegliatemi…
Ero
venuto qui a ringraziarlo per avermi fatto condividere un ricordo così
prezioso ed importante…
Dopo
aver accompagnato Harumoto ho lasciato Sumire e Hori al Red Barns e sono
corso fino qui a perdifiato… mi bastava vederlo, dargli un bacio e
scappare via di nuovo a casa…
Mi
bastava dirgli grazie.. dirgli che avevo capito quello che aveva voluto
comunicarmi portandomi alla torre… ho capito che hai fiducia in noi, in
me, nella squadra, che adesso stai bene e giocare a basket ti da’ gioia
perché non lo vivi più come una costrizione, ma come un piacere…
Volevo
dirti tutte queste cose e poi abbracciarti forte e.. e basta, vederti,
vedere i tuoi occhi azzurri come i ghiacciai in lontananza, inebriarmi nel
tuo profumo di fiori freschi, magari assaggiarti un po’…… ma… ma
non avrei mai immaginato di venire accolto così….
Hitonari…
dico sul serio… sei una continua scoperta….
Sento
la sua eccitazione salire di pari passo con la temperatura del mio corpo,
sento i suoi movimenti farsi più frenetici, la sua lingua accarezzare la
mia e poi scivolare sensualmente fuori dalla mia bocca per andare a
lasciare tracce umide e bollenti sulla mandibola e poi sul collo… la
sento avvolgersi intorno al lobo dell’orecchio, e poi cominciare a
succhiare e perdo ogni controllo…
-Hito..
I-io….-
Lui non
mi lascia parlare, ma ricomincia a baciarmi la bocca, violentandola
dolcemente, strappandomi nel frattempo la giacca di dosso.
-Akane
ti voglio… non dire nulla ti prego… di tempo per parlare ce ne sarà..
dopo…-
Io..
ecco.. mi piace che Hitonari sia così.. uhm… esuberante, però io… io
non so nemmeno da che parte cominciare, io… credo che lascerò fare
all’istinto.. e al sentimento che provo per questa tigre bionda che mi
sta.. sta..
-Hito
che fai?-
Hitonari
sta armeggiando con il bottone che chiude i pantaloni della divisa.
-Ti sto
spogliando.-
Non
riesco a trattenere il rossore, sento le guance bruciare e cerco lo
sguardo di Hitonari… lui alza la testa sentendosi osservato, e non
appena tuffo gli occhi in quelle immensità lacustri, blu come il cielo più
sereno di primavera, tutti i miei dubbi scompaiono come uno sbuffo di fumo
nella nebbia mattutina.
Il
corpo nudo di Hitonari.. non è la prima volta che lo vedo… però… le
goccioline di sudore che lo fanno risplendere sono frutto di passione e
non di duri allenamenti. I suoi movimenti sono sensuali, si muove come un
felino, come un serpente tropicale striscia sulla mia pelle e mi fa gemere
di piacere… non avevo mai provato nulla di simile in vita mia e sapere
che Hitonari è capace di darmi tutto questo mi fa perdere la cognizione
di ciò che mi circonda: spazio, tempo, dimensione non esistono più…
solo lui, la sua carne che spinge piano dentro di me, il suo sudore che
gocciola sulle mie labbra, i suoi sospiri eccitati che mi solleticano gli
orecchi, il suo odore… che non è più quel tenue profumo fiorito di
primavera, ma un aroma intenso, vivo, pulsante e pungente, odore di bosco,
di mare, di vita.
Sento
qualcosa di strano accadere al mio corpo, lo sento contrarsi in spasmi di
piacere-dolore e quando Hitonari, spingendosi in profondità, mi chiama
con un gemito strozzato, provo una sensazione di momentanea perdita di
coscienza e rapido ritorno in me, e il piacere più intenso mai
sperimentato in vita mia.
Chiudo
gli occhi e mi godo la sensazione, che dura per qualche istante, poi,
istintivamente, abbraccio Hitonari e lo stringo forte a me, respirando
affannosamente a ritmo con lui.
Non
riesco a parlare, non mi va di parlare.
Ho
fatto l’amore con Hitonari e credo che parlare non serva a nulla…
Abbiamo
già parlato abbastanza…. E io SO. So cosa prova per me. So cosa provo
per lui.
Aprire
la bocca per altro che non sia baciare le tempie sudate di Hitonari
sarebbe solo uno spreco di energia.
Lo
sento uscire da me delicatamente, ma mi rimane addosso, i capelli
spettinati intrecciati ai miei, le mani ridiventate immediatamente gelide
appoggiate una sul mio petto e l’altra sul lenzuolo stropicciato, le
gambe avvolte intorno alle mie, le labbra incollate al mio collo.
Nemmeno
lui parla.
Anche
lui SA. Sa che non c’è bisogno di parlare perché è stato tutto
perfetto e la voce romperebbe questo silenzio così denso di sentimento
rovinando la completezza dell’istante.
Hitonari…
vorrei dirti solo una cosa… ma… te la dirò domani… domani o
dopo…. Appena mi renderò conto di quanto è stato meraviglioso quello
che abbiamo fatto… ti amo Hitonari… ti amo………….
--Hitonari--
Oggi è
una giornata meravigliosa. Il sole autunnale sta tramontando sui nostri
visi sudati e sento il rumore delle onde che si accartocciano sulla sabbia
e poi l’accarezzano tornando indietro, nell’abbraccio immenso del
mare. Con tutta la squadra abbiamo fatto un allenamento all’aperto e
adesso siamo seduti sulla riva, con Saeki che si da’ da fare a portare
dell’integratore a tutti (a Yama anche un asciugamano fresco per
tamponare il viso sudato…) e la Minefuji che fuma e sorride, lo sguardo
sognante perso nell’orizzonte bluastro che sposa cielo e mare.
Akane
sta chiacchierando con Harumoto e Kanemoto, ogni tanto si volta verso di
me con quella faccia da schiaffi e lo sguardo di sfida, ogni tanto si gira
e mi sorride, ogni tanto si avvicina e mi sbraita di mangiare qualcosa….
E la Minefuji sorride… distoglie gli occhi dallo schermo indaco del
tramonto che si tramuta in notte e ci guarda, guarda le sue creature, i
suoi ragazzini, la squadra che la sta facendo sognare.
Grazie
professoressa.
Grazie
ragazzi.
Grazie
Akane…
Il
vento mi sfiora la fronte, i capelli… è delicato… ormai non ci sono
più tristezze da spazzare via, ormai ho trovato la felicità.
---OWARI---
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