DEDICHE
E RINGRAZIAMENTI: alla mia animuccia gemella Ise per il suo compleanno.
Tanti auguri stella, ti voglio bene!
Volevo scriverti una HanaRu perché so che le preferisci,ma i due pucci si
sono alleati contro di me e alla fine è venuta fuori così…ma cascasse il
mondo prima o poi una HanaRu te la scrivo (anzi,ho già in mente la trama
^_-). Tra l’altro questa storia è venuta una schifezza e tu ti meriti
certamente qualcosa di meglio,gomen.
NOTE:
non è molto verosimile,ma abbiate pazienza...dopotutto è una fic!
DISCLAIMERS:
Hana è di Ru, Ru è mio…ehm, volevo dire di Hana “^^ e tutti e due
esistono per merito dell’immenso sensei Inoue
Blizzard
di Masha
Ma
si può sapere che cosa è passato nella testa di quel dannato Gorilla?
Avevo
già fatto decine di progetti su come trascorrere le festività di fine anno
con Yohei e gli altri ragazzi dell’armata,invece mi è toccato seguire lui
e il resto della squadra in questa località montana isolata dal resto del
mondo pena l’esclusione dal campionato invernale della prefettura.
Ora,non
ci sarebbero particolari problemi se non fosse per un dettaglio tutt’altro
che trascurabile:io odio la montagna!!
Intendiamoci,il
Tensai è un campione anche sugli sci!Al confronto del mio genio sublime
persino Alberto Tomba dovrebbe inchinarsi,resta però il fatto che io avrei
preferito non venire in questo posto,punto.
E
pensare che un tempo ci abitavo in montagna e non mi passava neanche per
l’anticamera del cervello di andarmene.
Un
tempo.
Prima
che…
Serro
i pugni con forza per scacciare questi brutti pensieri che piano piano
stanno prendendo il sopravvento su di me e distolgo lo sguardo dal fuoco che
arde nel caminetto del salotto per portarlo distrattamente sulla stanza.
Ci
sono solo io,gli altri sono tutti usciti a sciare e mi hanno preso in giro
per un buon quarto d’ora quando mi sono rifiutato di seguirli,credendo che
sia un impiastro ANCHE con gli sci.Se solo sapessero…
No,basta…ci
sto ricascando di nuovo!Lo sapevo fin dall’inizio che non era una buona
idea venire qui...
Pensiamo
ad altro,che è meglio!
Già,ma
a cosa…uff!
Ah,ci
sono!!!
La
reazione di Rukawa quando Akagi ci ha annunciato la sua geniale
trovata…uno spasso!Prima ha risposto col suo abituale tono glaciale che
non ci pensava neanche,ma poi ha dovuto cedere di fronte all’eventualità
di perdere il torneo invernale e quindi la sfida con Maki e Sendo, e non ha
potuto fare altro che mettere da parte la sua proverbiale misantropia e
unirsi al resto del gruppo.
Il
Gori sostiene di aver preso la decisione di farci trascorrere le vacanze
assieme per cementare il gruppo e rendere così lo Shohoku ancora più
forte.
Sarà…io
comunque sono sempre più convinto che qui al contrario sia in atto
un’opera di disgregazione…io e Rukawa(e come poteva essere altrimenti?
Noi due siamo troppo diversi per poter sperare di andare d’accordo)non
riusciamo a stare più di dieci minuti senza metterci a litigare…per
fortuna il capitano ha avuto l’accortezza di non darci la stessa
stanza,altrimenti sono certo che uno di noi due non sarebbe tornato vivo a
Kanagawa. E per quanto mi secchi ammetterlo anche la volpaccia malefica è
utile alla squadra (ma proprio poco,però…)
Non
parliamo poi di Mitchi e Ryochan:quei due deficienti vanno d’accordo
solamente quando si tratta di dare addosso al sottoscritto e di certo le
occasioni non si fanno mancare. Alcune volte mi comporto proprio da vero
cretino e loro naturalmente ci vanno a nozze,ma del resto questo è il ruolo
che io stesso mi sono assegnato per nascondere la mia sofferenza e quindi
non me ne posso lamentare più di tanto.
Ma
la ciliegina sulla torta è che Akagi ha pensato bene di portarsi dietro la
sorella,tanto per darmi la mazzata finale.
Da
quando sono tornato dalla riabilitazione dopo l’infortunio alla schiena
infatti Haruko non fa che starmi appiccicata neanche fosse una ventosa,e
io…NON LA SOPPORTO PIÙ!!!!
E
lasciami respirare!
Ma
cosa ho fatto per meritarmi una disgrazia simile?E soprattutto…ma ero
davvero sicuro di avere una cotta per lei?!Anche da un do’aho come me
sarebbe lecito aspettarsi di meglio!Cioè,carina è carina…però mi sembra
un pò,come dire,stupida…e io sono ovviamente troppo buono per
allontanarla in malo modo o ignorarla,perciò mi tocca trascinarmela dietro
ovunque vada. Anche adesso,non è qui solo perché il fratello le ha
categoricamente proibito di rimanere sola nella baita con me.
Le
mie considerazioni tutt’altro che amene vengono interrotte da un
improvviso dolore che mi trapassa il cranio:con la sua solita delicatezza
degna di una mandria di bufali impazziti il Gori mi ha colpito con un
gorilla punch di tutto rispetto e ora è in piedi davanti a me che mi fissa
torvo.
“Ahio!Ma
si può sapere che ho fatto stavolta?” sbotto con voce piuttosto stridula
massaggiandomi la parte offesa.
“Deficiente!
Stavi dormendo ad occhi aperti per caso? Sono almeno dieci minuti che ti
chiamo!”
“Ehi!”
strepito alzandomi dal divano, fissando Akagi con le mani sui fianchi e con
aria battagliera “Chi è che starebbe dormendo? Guarda che non mi chiamo
mica Rukawa io!!!”
“Do’aho!”
Solo
ora mi accorgo della mia nemesi che osserva pacifica la scena mollemente
appoggiato al muro accanto alla porta d’ingresso.
“Come
osi baka kitsune!!!” in un attimo mi slancio verso di lui,più per
scaricare la tensione che mi provoca il paesaggio che mi circonda che non
perchè sia veramente arrabbiato,ma vengo prontamente intercettato prima di
raggiungerlo da Akagi che mi afferra per la collottola.
“ADESSO
BASTA!!! Sakuragi piantala di fare il deficiente e tu Rukawa finiscila di
provocarlo!! Ora voi due,visto che a quanto pare non avete voglia di sciare
ma solo di poltrire e menare le mani,ve ne scendete buoni buoni fino al
paese a fare rifornimento di viveri e guai a voi se tornate coi segni di una
scazzottata,mi sono spiegato?”
Rukawa
fa spallucce, mentre io sto per ribattere che no,con la volpe maledetta non
vado da nessuna parte, quando il mio sguardo è attratto dallo spiraglio di
cielo che si intravede dalla porta lasciata aperta.
Non
mi piace,non mi piace per niente. È palese che si sta preparando una bufera
di neve e a giudicare da quello che vedo sembra anche imminente.
Mi
libero dalla ferrea presa del Gori e lo fisso seriamente.
“Non
se ne parla.Non vedi che è in arrivo una bufera?”
Il
paese sarà come minimo a 5 chilometri da qui, se ci andiamo adesso finiremo
di certo per rimanerne coinvolti, col rischio di non riuscire a ritrovare la
strada per la baita.
“Ma
quale bufera e bufera! È normale che in questo periodo dell’anno il cielo
sia coperto e nevichi un po’. E poi cosa puoi saperne tu? Le tue sono
tutte scuse per non andare. Ma sappi che se ti rifiuti sei fuori dal
torneo.Tutto chiaro?”
Abbagliante.
Kami,lo
detesto quando fa così…però ci tengo troppo al torneo.
E
poi…cosa ne posso sapere io?
Quanto
uno che ha vissuto in montagna per 13 anni…che cosa ne può sapere
lui,piuttosto!
Ma
questi sono fatti troppo intimi che non ho certo intenzione di rivelare a
lui.
Fulminandolo
con un’occhiataccia mi infilo il mio giaccone ed esco all’aria aperta
seguito da Rukawa.
“Almeno
muoviamoci,non ho intenzione di rimanere invischiato dalla bufera sulla via
del ritorno!” sibilo avviandomi con passo deciso lungo il sentiero che
porta al paese.
***
Come
temevo i miei sospetti si sono rivelati fondati.
La
neve ha cominciato a cadere in grandi fiocchi non appena siamo giunti in
vista del paese e tempo di uscire dal piccolo emporio in cui abbiamo fatto i
nostri acquisti si è trasformata in una vera e propria tormenta,che non ha
l’aria di volersi placare a breve.
Sbuffo
arrancando tra i cumuli bianchi che ormai ricoprono completamente la stretta
viuzza che conduce alla baita della famiglia Akagi e che rendono difficile
il percorso anche a due ragazzi alti come me e la volpe,tanto più che siamo
carichi di borse stracolme di viveri di ogni sorta.
Accanto
a me anche Rukawa arranca faticosamente e lo sento sbottare in un
“Merda” chiaro segno che persino il bell’addormentato ha capito in che
situazione del cazzo ci ha cacciati il Gorilla.
Alzo
gli occhi verso il cielo,sperando di vedere qualche segno di
miglioramento,ma le mie speranze vanno deluse.
Neve,neve,
neve fin dove arriva lo sguardo.
Migliaia
di candidi fiocchi che vorticano a velocità folle intorno a noi,andando ad
imbiancare il paesaggio e posandosi delicatamente sui nostri
capelli,bagnandoci completamente.
Mi
stringo nel mio giaccone più che posso:ormai è pomeriggio inoltrato e sta
cominciando a fare veramente freddo. Mi volto verso Rukawa e quasi mi prende
un colpo, perchè la sua carnagione già chiarissima di natura è ora
mortalmente pallida e contrasta nettamente con quei due pozzi blu che si
ritrova al posto degli occhi,che noto con sgomento essere lucidi...
Oh
kami…ci mancava solo l’algida kitsune che sta per ibernarsi sul
serio...e di sicuro non riusciremo ad arrivare alla baita se il tempo non
migliora, sta per fare buio e rischiamo di perderci. Dobbiamo trovare un
riparo e anche in fretta, credo che Ru non possa continuare così ancora per
molto. E a dirla tutta neanche io…
Lo
so...mi sto preoccupando per una persona che da quasi un anno dico di
odiare, ma ad essere sinceri non credo che “odiare” sia il termine più
giusto. Mi conosco, fondamentalmente sono incapace di un tale sentimento.
Diciamo che la parola che più si avvicina a quello che provo per la kitsune
è invidia...lui è tutto quello che io non sono e che invece vorrei
disperatamente essere:bello,ammirato,corteggiato,fenomenale nel basket...e
di conseguenza lo ammiro anche. Ma questo non credo che gli darò mai la
soddisfazione di venirlo a sapere. E poi ciò non toglie che il suo
caratteraccio mi faccia venire voglia di prenderlo a pugni ogni 5 minuti!
“Oi
Ru” lo apostrofo fermandomi di fronte a lui e posandogli una mano sul viso
sotto il suo sguardo interrogativo
“Credi
di farcela a continuare? Sei gelato...”
“Hn”
la sua risposta è un mugolio che suona non molto convinto
“Senti,secondo
me dovremmo cercare un riparo dove aspettare che la tormenta si plachi ed
eventualmente passare la notte. In queste condizioni non riusciremo a
tornare alla baita”
Rukawa
annuisce col capo e io proseguo
“Se
non sbaglio in questa zona dovrebbe esserci la baita degli amici degli Akagi,ce
l’ha fatta vedere il Gori quando siamo arrivati. Se l’avessimo già
passata ce ne saremmo accorti per cui deve essere poco più avanti. Possiamo
ripararci lì,al momento è vuota perché loro sono rimasti a Kanagawa per
il Capodanno. Avanti,forza!”
Ricominciamo
a camminare veloci quanto ce lo permette la neve in cui affondano i nostri
piedi e le nostre gambe e questa volta mi posiziono di fianco alla volpe,nel
caso non dovesse farcela a proseguire. E infatti dopo pochi passi lo vedo
vacillare pericolosamente e lasciar cadere a terra una delle borse.Lo
afferro prima che cada a sua volta e gli passo un braccio intorno alla vita,
facendogli mettere il suo sulle mie spalle.
“Dai
Ru,un ultimo sforzo!” lo incito e riprendiamo ad avanzare a fatica.
Quando,
venti minuti più tardi, arriviamo finalmente al rifugio non posso fare a
meno di tirare un profondo sospiro di sollievo.
Il
volpino si appoggia stancamente contro il muro dell’abitazione,mentre io
cerco di aprire la porta in qualche modo. Dopo una serie di infruttuosi
tentativi la serratura cede sotto i miei colpi e possiamo entrare
all’interno della casa,al riparo dalla bufera.
Cerco
a tentoni l’interruttore e quando lo trovo la luce illumina un piccolo
salotto nel quale noto con immenso piacere un bel caminetto. Consiglio a
Rukawa di stendersi un attimo su uno dei divani mentre io vado a perlustrare
il resto della casa. Salgo al piano superiore e negli armadi di una delle
camere da letto trovo alcuni abiti con cui potremo cambiarci e delle coperte
pesanti che porto con me.
Di
ritorno al piano di sotto trovo la kitsune che si è assopita sul divano:lo
so che è stanco,lo sono anche io, ma non posso lasciarlo dormire con quegli
abiti umidi addosso, tanto più che è mezzo assiderato. Lo scuoto con
delicatezza per le spalle e incredibilmente non vengo colpito da nessun
pugno per aver osato svegliarlo. Mi fissa solo con i suoi occhi blu
spalancati, forse sorpreso dalla mia delicatezza o dalla dolcezza della mia
voce.
“Rukawa,
adesso è meglio che tu vada a fare una doccia e a cambiarti, al piano di
sopra ci sono dei vestiti puliti che dovrebbero andarti bene. Io intanto
guardo se c’è qualcosa per accendere il fuoco e preparo un pò di the
caldo e qualcosa da mettere sotto i denti,va bene?”
La
volpe annuisce e mi rivolge quella che sembra l’ombra di un sorriso prima
di alzarsi ed incamminarsi su per le scale.
Accoccolato
sul divano osservo rapito il movimento ipnotico delle
fiamme nel camino. Non è stato difficile trovare la legna da
bruciare, ce n’era una bella scorta nella legnaia dietro la baita. È una
vera fortuna che si tratti di una casa frequentata abitualmente, come
testimoniano la cucina piena di utensili e l’elettricità e l’acqua
calda perfettamente funzionanti, altrimenti dubito che avremmo passato una
nottata piacevole.
“Sakuragi”
Sobbalzo
nel sentire la voce di Rukawa e nell’avvertire una sua mano posarsi
leggera sulla mia spalla. Non l’ho sentito scendere le scale, è davvero
un ragazzo silenzioso, tutto il contrario di me che sono un casinista nato.
Lo
osservo in viso e noto con sollievo che il suo colorito è decisamente
migliorato.
“Stai
meglio?” gli chiedo e lui fa cenno di sì sedendosi accanto a me sul
divano
“Sì,non
preoccuparti.Avevo solo freddo,ma adesso grazie alla doccia e ai vestiti
asciutti sto bene”
Oddio...quasi
quasi mi emoziono...Kaede Rukawa sta parlando.
Ha
una bella voce,profonda…non me ne ero mai reso conto,prima.
“Bene,ne
sono contento” metto definitivamente da parte il mio inesistente odio e
sorrido al volpino,che di nuovo appare stupito.
“Ho
preparato il the,ne vuoi?” Sto per alzarmi per prendergliene una tazza,ma
Ru mi blocca.
“Lascia
stare,faccio da me. Piuttosto...sarà meglio che ora vada tu a lavarti”
Faccio
cenno di sì con la testa e mi dirigo di nuovo al piano superiore.
Recupero
un paio di pantaloni e un maglione pesante da uno degli armadi che ho visto
prima e poi entro nel piccolo bagno. Mi spoglio lentamente prima di
infilarmi con un sospiro di puro piacere sotto il getto bollente della
doccia,una manna per le mie membra gelate. Mi crogiolo a lungo sotto la
piacevole carezza dell’acqua, rilassandomi e tornando col pensiero agli
avvenimenti odierni.
Io
e Ru ci siamo sorpresi a vicenda,oggi. La situazione in cui ci siamo venuti
a trovare ha tirato fuori dei lati del nostro carattere sconosciuti
all’altro e riesco quasi ad ammettere senza problemi che sono stato bene
in sua compagnia.
Beh…sempre
meglio trovarmi in questo casino con lui che con “Harukina cara”…la
mia verginità sarebbe stata in grave pericolo se al posto della volpe ci
fosse stata lei!
Ma
quanto sono scemo!
Non
posso fare a meno di ridacchiare mentre mi infilo i vestiti e scendo di
nuovo in salotto.
Rukawa
se ne sta rannicchiato davanti al fuoco,con la testa reclinata sul bracciolo
del divano e gli occhi chiusi,avviluppato in uno dei plaid di lana che ho
portato prima.Visto così fa tenerezza…Scuoto la testa con un sorriso:ma
guarda te cosa vado a pensare!
Il
mio stomaco comincia a brontolare, riportandomi all’ordine, quindi vado in
cucina per mangiare uno dei tramezzini che ho preparato prima.
Strano,sono
ancora tutti qui, Rukawa non ne ha toccato neanche uno. Chissà,magari
voleva aspettare me per mangiare…che dolce!!
Oddio…i
miei pensieri stanno prendendo una piega sempre più strana…sarà meglio
far finta di niente.
Prendo
un piatto e ci dispongo sopra i tramezzini e,armato di bicchieri e bottiglia
d’acqua, raggiungo la kitsune addormentata.
Lo
chiamo piano e lui mi rivolge un’adorabile espressione imbronciata,
stropicciandosi gli occhi assonnati con i pugni chiusi,come se fosse un
bambino.
“Ru,mangiamo
qualcosa adesso,ok?”
Senza
dire una parola il volpino si accomoda sul pavimento di legno,accanto a me,
e prende un tramezzino al tonno dal piatto che gli porgo. Mangiamo
lentamente, in silenzio, le schiene appoggiate al bordo del divano,
riscaldati dal calore del fuoco scoppiettante e dalle coperte che ci siamo
messi sulle spalle. Quando mi sento finalmente sazio getto il capo
all’indietro e chiudo gli occhi. È incredibile come mi senta sereno e
rilassato in questa bolla di silenzio in cui sono immerso, io, abituato da
sempre ad essere circondato da persone e suoni.
Sto
quasi per appisolarmi quando Rukawa mi sorprende, cominciando a parlare
“Come
facevi a sapere della bufera?”
Credo
che in assoluto sia la prima volta da quando ci conosciamo che la kitsune si
interessi di qualcosa che ho fatto o che mi riguardi.
Scuoto
la testa, incupendomi un po’.
“È
una lungo storia” mormoro “E ben poco interessante”
“Nh…di
tempo ne abbiamo abbastanza,mi pare”
Sospiro
pesantemente.
Non
si tratta di bei ricordi e non sono sicuro che mi vada di riviverli per
l’ennesima volta.
Il
volpino sembra capire il mio attimo di esitazione perché prosegue
“Però
se non vuoi parlarne non importa. Non sei obbligato a…”
“Conosco
bene la montagna,ci ho vissuto per anni prima di venire ad abitare a
Kanagawa” le parole mi escono di bocca da sole,senza che abbia la facoltà
di fermarle. Non ho mai parlato di queste cose con nessuno, anche a Yohei ne
ho solo accennato brevemente, eppure adesso un impulso irresistibile mi
spinge a raccontare tutto a lui. Non so perché, forse è la particolare
atmosfera che si è venuta a creare in questo momento tra noi, questo senso
di intimità che pervade la stanza.
“I
miei genitori si sono conosciuti a Yokohama, all’Università, ma mio padre
era originario di un paesino sui monti. Dopo la laurea lui e la mamma si
sono sposati e hanno deciso di andare a vivere in paese. È lì che sono
nato. Ma mia madre si è fatta via via insofferente, non riusciva più a
sopportare la vita monotona di quel paesino sperduto, in fondo era nata e
cresciuta in città. Così un bel giorno se n’è andata,lasciando soli me
e papà. Io non riuscivo a capacitarmi del suo comportamento e ho cominciato
ad odiare il posto in cui vivevo, non volevo più saperne di uscire di casa
e passavo le giornate attaccato alla finestra,sperando di vederla tornare a
casa. Allora mio padre ha deciso di trasferirsi a Kanagawa per il mio bene,
sperando che mamma cambiasse idea. Ma non è stato così, non l’ho più
rivista.”
Faccio
una breve pausa, cercando di trovare le parole adatte ad esprimere quello
che sento
“Non
so, probabilmente quella della sua incompatibilità con l’ambiente in cui
si era trovata a dover vivere era solo una scusa e si era semplicemente
stufata di noi, voleva rifarsi una vita e così è andata via. Non è
neppure venuta al funerale di papà…” concludo in un soffio, nascondendo
il capo tra le ginocchia che mi ero portato al petto in precedenza.
“Hana…”
Il
sussurro pieno di calore con cui Rukawa pronuncia il mio nome e la sua mano
che si posa delicatamente sulla mia spalla sono il miglior gesto di conforto
che potessi desiderare.
Sollevo
piano la testa, con un sorriso di ringraziamento sulle labbra, e Rukawa lo
capisce perché mi sorride a sua volta.
Ci
zittiamo per qualche istante, poi è il mio turno di porre una domanda
“Perché
non mostri mai a nessuno la tua vera personalità? Tu non sei il Rukawa
taciturno e menefreghista che cammina lungo i corridoi dello Shohoku
guardando tutti dall’alto del suo piedistallo. Tu sei il ragazzo dolce e
gentile che mi ha appena sorriso per consolarmi.”
Rukawa
sussulta vistosamente, mentre le sue gote si velano di un delizioso alone
rosato…non ci credo,ho messo in imbarazzo Kaede Rukawa!
La
mia nemesi –ma avrà ancora senso chiamarlo così dopo oggi?- mi risponde
piano, abbracciandosi le ginocchia e fissando con insistenza il tappeto.
“Vedi,il
fatto è che già sono circondato di ragazzine sbavanti e adoranti anche se
mi mostro burbero e insensibile nei loro confronti, hai idea di cosa
accadrebbe se fossi gentile con loro? Sarebbe una gran seccatura. Non mi
piace stare in mezzo alla confusione, mi mette a disagio. Preferisco avere
contatti con poche persone.”
“Ah…”
non so cosa dire.
Non
credevo che Rukawa potesse essere così. È proprio vero che non
bisognerebbe mai giudicare le persone dalle apparenze; in mezzo alla bufera
ci siamo riscoperti più simili di quanto potessimo pensare.
Mi
rilasso di nuovo contro il divano e richiudo gli occhi. Lentamente, senza
accorgermene, la mia testa scivola di lato fino ad appoggiarsi contro la
spalla di Rukawa. Come in un sogno le sue dita affusolate salgono ad
affondare tra i miei capelli, accarezzandoli piano.
Rimaniamo
in questa posizione a lungo, probabilmente ripensando l’uno alle parole
dell’altro, finché un crepitio più secco degli altri ci riporta
bruscamente alla realtà.
Ru
allontana con uno scatto la mano dalla mia testa e io balzo in piedi
arrossendo furiosamente, mentre farfuglio un imbarazzatissimo
“Ehm…sarebbe meglio andare a letto…credo” .
“Hn”
La volpe, intanto, ha riacquistato la sua usuale espressione glaciale nonché
il suo modo di esprimersi a monosillabi.
Saliamo
le scale e ci salutiamo davanti alla porta di quella che sarà la mia stanza
per stanotte. Il volpino,invece, occuperà quella dall’altro lato del
corridoio.
Mi
cambio in fretta, indossando un bel pigiama pesante, e mi butto sotto le
coperte, raggomitolandomi in cerca di calore maggiore. Sono quasi nel mondo
dei sogni quando sento l’uscio cigolare e vedo una figura avanzare nella
penombra della camera, sollevare le coperte e infilarsi nel letto al mio
fianco. Spalanco tanto d’occhi quando Ru si accoccola accanto a me e mi
passa le braccia attorno al torace,posando la testa nell’incavo del mio
collo
“Ho
freddo” sussurra con le labbra praticamente incollate alla mia
pelle,mandandomi lunghi brividi lungo la spina dorsale.
D’accordo,è
molto piacevole,però…non possiamo mica passare la notte così!!!
Sembra
però che il mio cervello abbia perso il potere di controllare il corpo,
perché le mie braccia si muovono da sole per stringere a me questo corpo
caldo e le mani cominciano una lunga serie di carezze ipnotiche sulla sua
schiena.
Devo
ancora rendermi bene conto di quello che sto facendo quando la voce di Ru mi
raggiunge di nuovo, spiazzandomi definitivamente
“Hana…ti
amo”
Lui
ha detto…ha detto…
“Che…che
cosa hai detto?” domando a metà tra l’incredulo e lo shockato
Rukawa
si solleva su di me, le mani ai lati del mio torace e gli occhi brillanti, e
con voce ferma e decisa ripete “Ti amo” prima di chinare il viso per
baciarmi. La sua bocca morbida si posa con delicatezza sulla mia,
ricoprendola con una serie di piccoli baci leggeri. Vedendo che non lo
allontano in malo modo la sua lingua prende a leccarmi gentilmente le
lebbra, finché con un sospiro non le socchiudo per lui. Il bacio si fa
presto profondo, le nostre lingue si accarezzano con dolcezza,senza
lasciarsi neanche un istante.
Senza
fiato ci stacchiamo ansimanti, ma la volpe non lascia che le sue labbra
perdano il contatto con il mio corpo,spingendole lungo la linea della
mascella e giù,lungo il collo. Le sue mani,nel frattempo, sono salite a
slacciare i bottoni che chiudono la casacca del pigiama e si spingono
curiose sul mio petto, esplorando con carezze leggere i pettorali e gli
addominali.
Sento
che sto andando a fuoco,non ho mai provato delle sensazioni così vivide e
brucianti e il gemito che mi scappa quando la bocca di Rukawa si chiude su
uno dei miei capezzoli ne è il testimone, mentre comincio a ricambiare con
titubanza le carezze della kitsune. Lui, al contrario,si fa sempre più
intraprendente e presto arriva ad infilare le lunghe dita affusolate sotto
l’elastico dei pantaloni e dei boxer.
È
la prima volta che mi trovo in una situazione così intima con qualcuno e
non so bene come comportarmi, senza contare che Kaede è un ragazzo come me
e che ho capito meno di dieci minuti fa che la cosa non mi
disgusta,tutt’altro.
E
poi…non è che abbia paura,però…se non gli dovessi piacere? Se facessi
la figura del solito imbranato comportandomi in modo goffo?
Mi
irrigidisco di colpo, fermando una carezza a metà, facendomi prendere dal
panico.
“No,
Kaede fermati,non voglio” lo imploro,cercando di spostarlo da sopra di me.
In
un primo momento non mi da ascolto, continuando ad accarezzare con decisione
il mio pene,ma all’ennesimo richiamo si blocca e riporta le mani sui miei
fianchi, guardandomi confuso. I suoi occhi si allargano all’inverosimile
notando l’espressione spaventata del mio viso e si fionda su di
me,abbracciandomi con foga.
“Scusami,
amore, scusami” mormora affranto ricoprendo il mio volto di piccoli baci
di scusa “Non ho neanche aspettato di sentire la tua risposta…ti sono
saltato addosso come un animale”
Non
posso fare a meno di sorridere alle sue parole,pronunciate con
preoccupazione;il mio cuore riprende a battere normalmente mentre io mi
calmo un pò.
Mi
fa piacere.
Mi
fa un piacere enorme vedere quanto Ru tenga a me, quanto sia interessato
alle mie reazioni.
Gli
sollevo delicatamente il viso, che ha nascosto nell’incavo del mio collo,
andando ad incontrare i suoi meravigliosi occhi blu, adesso tormentati dal
timore di avermi spaventato o peggio ferito con il suo comportamento di
pochi minuti fa.
“Stai
tranquillo, va tutto bene” tento di rassicurarlo “Non mi ha dato
fastidio quello che hai fatto. È solo che…” mi fermo un attimo cercando
di mettere insieme le parole adatte a spiegargli come mi sento. Anche se
parlo tantissimo, spesso anche a sproposito, faccio una gran fatica ad
esprimere i miei sentimenti e questo mi porta a creare un sacco di
pasticci…e non voglio che succeda, questa volta. “Io…beh, è la prima
volta che mi capita una cosa del genere e non avrei mai immaginato di
fare…” arrossisco paurosamente “…fare l’amore con un ragazzo…e
mi sento in imbarazzo a dirtelo,ma…non so bene come vanno queste cose…E
poi,non so se sono pronto ad avere un rapporto così intimo con un’altra
persona…”termino in un soffio, serrando gli occhi per l’imbarazzo.
Ru
si china su di me, per baciarmi con dolcezza le palpebre chiuse.
“Ho
capito,Hana. Scusami ancora, non era mia intenzione forzarti…solo,ho
desiderato tanto a lungo questo momento, averti tra le mie braccia, e quando
hai risposto al mio bacio io…” Scuote piano la testa e si sposta da
sopra di me con un sospiro, scostando le coperte e scendendo dal letto.
“Che
stai facendo?” domando sorpreso.
“Torno
nella mia camera” mormora passandosi una mano candida tra le ciocche
corvine.
Ma
io non voglio che vada via. Sto così bene con lui…e quando ha confessato
di amarmi e mi ha baciato mi sono sentito…felice. Per la prima volta
dall’abbandono di mia madre felice davvero.
A
questo punto credo che ci siano pochi dubbi su quali siano i miei sentimenti
per lui.
Mi
alzo a sedere,trattenendolo per un polso.
“Aspetta,
rimani qui. Ho detto che non mi sento pronto a fare l’amore, non che non
voglio stare con te” sussurro con le guance in fiamme, dopotutto sto
confessando alla volpe che lo ricambio.
Ru
sussulta e i suoi occhi si accendono di una luce calda, stupenda. In un
attimo sono di nuovo tra le sue braccia e ci perdiamo in un lungo bacio
colmo di dolcezza e del sentimento che proviamo l’uno per l’altro.
***
Sono
i baci delicati di Rukawa a strapparmi al sonno il mattino seguente.
Sollevo
piano le palpebre per ritrovarmi immerso in due oceani blu carichi di amore
che penetrano nella mia anima andando a lenire le vecchie ferite.
“Buongiorno”
mormoro con la voce ancora impastata dal sonno, alzando il viso per
incontrare le labbra rosee del mio volpino. Ci baciamo dolcemente, a lungo,
le lingue che duellano sensualmente per ottenere il controllo del bacio. Ci
stacchiamo per la mancanza d’aria, con gli occhi scintillanti; Ru mi
costringe a sdraiarmi di nuovo tra le lenzuola e si sistema comodamente
contro di me, la testa mora appoggiata delicatamente sul mio petto, il
respiro delicato che mi sfiora la cute.
Lo
stringo tra le braccia, baciandogli i capelli.
“Da
quanto sei sveglio?’”
“Da
un po’ ” mi risponde a bassa voce, quasi a non voler disturbare la dolce
quiete che regna nella stanza; rimaniamo in silenzio, non c’è bisogno di
aggiungere nulla a quanto detto stanotte e ai gesti che ci stiamo
scambiando, carezze leggere che esprimono tutto l’affetto che ci lega.
“Ha
smesso di nevicare” osservo guardando il paesaggio imbiancato fuori dalla
finestra.
“Hn”
il monosillabo che accoglie la mia osservazione non manca di farmi
sorridere.
“Dovremmo
cercare di tornare da Akagi, gli altri saranno preoccupati da morire e qui
non c’è il telefono per avvertirli che stiamo bene”
Kaede
struscia piano il capo contro il mio petto, sembra che stia facendo le fusa.
“Dobbiamo
proprio? Preferirei rimanere qui con te. E poi” fissa uno sguardo cupo nel
mio “non sopporto come ti sta appiccicata ultimamente quell’oca della
Akagi”
Ridacchio
tra me:la volpe gelosa!
“Ti
prometto che appena torneremo alla baita metterò in chiaro le cose con lei,
ok? Ma davvero, non possiamo far preoccupare ancora di più gli altri”
Ci
alziamo entrambi di malavoglia, rimettendoci i nostri abiti che si sono
asciugati durante la notte. Dopo una veloce colazione, diamo una sistemata
alla casa (accidenti,mi toccherà pagare la serratura nuova!Ieri l’ho
scardinata per entrare)e ci incamminiamo verso la nostra meta,avanzando come
possiamo tra i cumuli di neve fresca,mano nella mano, parlando di noi. Del
resto, anche se ci amiamo, sappiamo ancora così poco l’uno dell’altro.
Giungiamo
in vista della baita della famiglia Akagi fin troppo in fretta per i miei
gusti; io e Ru sciogliamo la stretta delle nostre dita e reindossiamo le
maschere, da buffone la mia, da gelido menefreghista la sua.
Proprio
quando siamo quasi sulla porta l’uscio si spalanca e ne vediamo uscire il
Gori, Mitchi, Ryochan ed il Megane-kun vestiti come se si preparassero ad
una lunga escursione. Non appena si accorgono di noi ci si lanciano
addosso,per abbracciarci.
“Per
fortuna state bene!”
“Stavamo
uscendo proprio per venire a cercarvi”
“Ci
avete fatto spaventare tantissimo!”
“Ma
come avete fatto a scampare alla bufera?”
Ci
subissano di domande e pacche sulle spalle, sono felici di vederci.
Attirati
dalle loro grida Ayako, Haruko e il resto della squadra escono a loro volta
per capire cosa sta succedendo e quando la Akagi si rende conto che siamo
tornati sani e salvi scoppia a piangere, gettandosi tra le mie braccia. E
meritandosi per questo uno sguardo assassino da partesi Ru, che io fingo di
ignorare.
I
ragazzi ci fanno entrare in casa, costringendoci ad accomodarci sul divano e
riempiendoci di premure…l’idea di approfittarne è decisamente
interessante…
Spinto
dalle loro domande comincio a raccontare di come il grande Tensai sia
riuscito grazie alla sua genialità a salvare se stesso e la kitsune
spelacchiata dalla bufera,dando prova del suo immenso valore, mentre Ru si
limita a trincerarsi dietro ai suoi soliti “Hn” e a qualche sporadico
“Do’aho!”, che però alle mie orecchie giunge carico d’amore.
Al
termine della narrazione Haruko, seduta al mio fianco, mi fissa con sguardo
adorante
“Hana-kun
sei stato davvero bravissimo!” esclama emozionata, protendendosi verso il
mio viso per baciarmi; ma la volpe è più rapida di lei perché mi
strattona per un braccio tirandomi in piedi e costringendomi a seguirlo.
“Ma
cosa…?” chiede qualcuno, a dir poco stupito da questa sua mossa.
Ru
si ferma, girandosi verso i nostri compagni
“Abbiamo
parlato anche troppo. Adesso scusateci, ma io e il MIO ragazzo avremmo
bisogno di un po’ di intimità” sibila fissando direttamente negli occhi
la Akagi, che impallidisce vistosamente alle sue parole, prima di far
intrecciare le nostre dita e trascinarmi con un sorriso malizioso su per le
scale,nella sua stanza.
OWARI
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