Bittersweet

di Padfoot

Disclaimer: I personaggi non sono miei blah blah blah >.> (e cmq... visto cosa sta facendo Kishimoto con loro, meglio cussì @>.<@).

Rating: R

Note: contiene SPOILERS fino al capitolo 343 del manga, praticamente fino alle attuali uscite settimanali (11/03). Ed è NaruSasuNaru... quindi se lo yaoi/slash ti disturba, evita di leggerla. :)

Tnx to: le mie spignoleggiatrici ufficiali *huggles Tsuzuki e Angelica Black*


***

Build them up, high and strong
So you'll never have to hurt too long

Put them up till they surround
And there's no real you left to be found

Even if you want, you can't touch me now
Leave me if you want, you can't hurt me now

Afraid This Time ~ Celldweller

***


Sapeva che fare del suo futuro: era stato tutto deciso dal suo stesso passato. Inizialmente il percorso gli era sembrato piuttosto rettilineo; una salita costante verso il potere, verso la vendetta che da anni andava cercando.


Labbra sulle sue, screpolate ma calde; il tocco timido e impacciato di una lingua.
Smise per un attimo di respirare, sentendosi quasi soffocare dalle emozioni che gli si erano attorcigliate attorno alla bocca dello stomaco.


Giorno dopo giorno si allenava, il ricordo dei fatti un peso enorme posato sulle sue spalle di bambino. Ricordava il sorriso della mamma, il giorno in cui suo padre lo aveva riconosciuto come figlio, suo frat-

No.. piangere non era una cosa che si addiceva all’ultimo superstite degli Uchiha.
Inghiottì le lacrime e indossò una maschera di indifferenza, una che non sarebbe più stato in grado di togliere: poi tornò ad allenarsi.


Aprì appena le labbra per rispondere al contatto e in un attimo il sapore di miso gli invase i sensi. Perso in quelle sensazioni, mugolò piano nella bocca del suo compagno e affondò la mano destra fra i suoi capelli.
Braccia, schiene, mani, lingue... tutto era così confuso. L’unica cosa di cui erano sicuri era che avevano entrambi bisogno di quel che stavano facendo, che avevano bisogno di quella vicinanza.


Sasukeh...


Poi, gradualmente, le cose si fecero... incerte. L’obiettivo c’era ancora, ma non era più così in primo piano; il dolore era ancora lì ma... anche quello stava iniziando a diminuire. Non era più il corpo senza vita di sua madre, l’ultima cosa che vedeva prima di addormentarsi. E la vergogna che provava al mattino, svegliandosi dopo aver fatto sogni che sapevano di proibito, era di breve durata.


Voglio combattere contro di te.


Sentì la mano dell’altro stringerglisi attorno e gli morse forte il collo per soffocare un gemito. Si scoprì a ricambiare il gesto, facendo quello che aveva sognato di fare per anni.
Per un attimo si sentì come in preda alle vertigini, euforico; l’aria che li avvolgeva aveva la stessa densità del vapore.


Quando si rese conto che l’altro lo aveva superato, che stava diventando più forte di lui... provò invidia ma non riusciva ad odiarlo. Tutto fra loro due era una sfida e trovarsi al secondo posto era una cosa che non aveva previsto. Si allenò ancora più duramente, dimenticò della vendetta.
Tutto ciò che gli importava era tornare nuovamente ad essere il primo.
Se non lo fosse più stato, l’altro avrebbe smesso di inseguirlo.


Voglio-


Tirò appena indietro la testa, respirando a bocca aperta, per osservare il volto del suo amico; aveva gli occhi socchiusi, le guance arrossate e i capelli scompigliati.
Era lì.
Reale.
Con lui.
Deglutì a fatica e accelerò il movimento della mano.


E quando aveva cominciato ad imparare a vivere... ecco che il passato tornò a colpirlo in pieno volto, come uno schiaffo. Il ritorno di Itachi a Konoha e la sua spaventosa superiorità gli ricordarono-


Tu per me... sei come un fratello.


-gli ricordarono che non poteva vivere come un ninja qualunque, che aveva una vendetta da portare a compimento. In nome dei suoi genitori e di tutti i membri del suo clan.
Doveva spezzare tutti i suoi legami e diventare forte, più forte di quanto non avrebbe mai osato sperare.
E lo avrebbe fatto, pagando come prezzo la forma di stabilità che aveva raggiunto.
Perdendo la persona per lui più importante.

La decisione era presa.
Somigliava tanto a una fuga, ma preferì non considerarla tale.


Naruto...


Venne silenziosamente, senza staccare mai lo sguardo dal volto dell’altro, deciso a catturarne ogni espressione.
Sentì il corpo del suo compagno irrigidirsi e poi una sensazione di calore umido sulla sua mano e sullo stomaco. Si sorprese a trattenere il respiro, per assaporare in ogni sua sfumatura quel momento di pura perfezione.


Gettò via la sua umanità, la sua dignità e quel poco altro che gli restava, in cambio di quel potere che tanto agognava.
Orochimaru poteva aiutarlo nella sua vendetta e, forse, il prezzo che gli chiedeva non era neppure troppo alto. Compiuto il suo dovere, non gli sarebbe rimasto molto altro per cui voler vivere. Aveva rinunciato al sogno di ricostruire il clan già da tempo.
Col sangue di Itachi-


Naruto, io...


-versando il sangue di Itachi, avrebbe cancellato l’ultima traccia del suo passato.
Non gli sarebbe rimasto più niente dopo.
Neppure il dolore.


Un sorriso accecante lo ferì per un attimo e poi la bocca fu di nuovo sulla sua, stavolta delicata come un soffio. Il corpo dell’altro sopra il suo era un peso piacevole, caldo e rassicurante.
Sapeva di aver rinunciato a tutto questo anni prima ma...
Lui era lì.
Reale.


Ma ancora una volta il suo piano fallì, ancora una volta gli si presentò davanti un imprevisto.

Naruto lo stava ancora cercando, lo stava ancora inseguendo. Anche dopo tutto quel tempo.

Ma fino a che non se lo trovò davanti-


Naruto gli prese la mano, stringendola forte nella sua, mentre erano ancora abbracciati e ansimanti.
Gli poggiò la guancia sulla tempia, strusciandola lentamente e... Sasuke sentì qualcosa dentro di sé spezzarsi.


-era facile convincersi che lo stava cercando per odio, per riportarlo indietro a Konoha come traditore.
Non da amico.


Rimase lì, subendo passivamente l’abbraccio dell’altro. Dopo tutto quel che era successo, Naruto ancora non lo odiava.
Si concentrò sull’ambiente attorno a loro per impedire che il nodo che aveva in gola si sciogliesse.


E mentre riviveva nella sua mente il loro rincontro, continuava a ripetersi che quella che stava facendo era la cosa giusta.
Che non doveva cedere, che non doveva lasciarsi prendere dal sentimentalismo.
Che la via propostagli da Orochimaru era l’unica possibile.
Ma dopo un po’ quella voce suonò di menzogna alle sue stesse orecchie.


Solo per un capriccio...


Fu così che prese, per la seconda volta, una decisione che avrebbe dato una svolta alla situazione. Nel bene o nel male.
Voleva riconquistare parte della dignità che aveva perso andando da Orochimaru.
Prese la katana e uscì dalla sua stanza, dirigendosi verso quella del suo maestro.


Il turbinio di emozioni che stava provando lo fece sentire fragile, vulnerabile, ma allo stesso tempo forte come non era mai stato.
Da anni non si sentiva così vivo.
Ora che si era lasciato alle spalle Orochimaru, Itachi e il clan... forse quelle sensazioni lo avrebbero aiutato ad andare avanti.
Si voltò per osservare il volto del suo migliore amico e ne ebbe la certezza.


Il destino era già stato scritto; era tempo di scoprire cosa avesse in serbo per lui.
E, per una volta, non sarebbe scappato di fronte a ciò che lo attendeva.

~fin~