Messo così il titolo non ha senso…
Ma invece ha un suo scopo preciso…
Un giorno ve lo dirò ^^
Intanto…
Disclaimers: e che due balle!
Lo sanno anche i criceti con la voce di Davide Garbolino
che i psg sono di Take-chan e non miei, tranne quel CAPULLO del padre di Kaede
che è solo mio (miiii, checculo! -.-)
Dediche: alla mia Si_Si con tutta l’anima, l’affetto e
la tenerezza che il mio cuore da montone può contenere ^^
Note: seguito di “Multiple choice”, scritta per il
compleanno di Riachan!
POV di Kaede, abbastanza singolare (spero), ma niente
di che!
Gli asterischi separano i momenti topici.
Ah,per la fic mi serviva che in Giappone anche gli
uomini si vestissero di bianco per il matrimonio! E soprattutto, si sposano in
chiesa col kimono!
E non me ne frega nulla se non è vero!
Capito è.é?!
Spero vi piaccia…
Fatemi sapere come sempre!
Marty
*
белый *
È incredibile essere di nuovo qui, tra le tue
braccia, do’hao.
Mi sento a casa, come se non me ne fossi mai
andato.
Alzo la testa per guardarti negli occhi e
perdermici ancora una volta.
Ma mi sorprendi.
C’è panico, nervosismo, confusione e…rabbia?
Perché?
Forse non mi hai ancora perdonato.
Certo, hai perfettamente ragione.
Sono stato un imbecille, un perfetto idiota,
stavo per perdere tutto quello che mi avevo donato per uno stupido egoista a
cui non interessa nulla di me!
Ma sarà tutto diverso, ora, Hana.
Sarà tutto diverso.
E ti farò felice.
Sorrido.
Tu ti sciogli dal mio abbraccio e mi dai le
spalle.
“Perché…
perché sei qui, Kaede?”
La tua voce tremava un po’, mentre mi facevi
questa domanda.
“Perché ti amo, Hana” ti rispondo.
“Non ho più paura.
Starti lontano mi è servito a capire quanto ho
bisogno di te.
E non ho intenzione di farti soffrire mai più!”
Mi sembra di essere stato chiaro e diretto…
Allora perché nel tuo sguardo oltre a quello
che ci vedevo prima ora c’è…non capisco, ma mi fa sentire freddo.
“Ah, davvero” sbotti mentre i tuoi occhi si
riducono a due fessure.
“Spiegami allora perché…” lo squillo del
telefono interrompe le tue parole, e dopo avermi lanciato un’occhiata colma di
quel gelo che ho sentito poco fa vai a rispondere.
“Sì?
Ah, ciao…
Ma come!
Non avevi detto…
Ok, ok, non ti agitare!
Tra un’ora al massimo sono lì!
Tu intanto mantieni la calma, altrimenti poi ci
troviamo nei guai!” scuoti la testa come chi sta discutendo con un bambino e sa
che è inutile parlargli perché farà comunque come gli pare.
Poi il tuo sguardo si addolcisce, mentre
ascolti la voce all’altro capo del telefono. “Lo so” dici, chiudendo la
comunicazione.
Rimani così per qualche istante, con la mano
sull’apparecchio, immobile.
Senza voltarti mi dici “La tua stanza è come
l’hai lasciata.
Io devo uscire.
Quando torno dobbiamo parlare.”
E senza aspettare una mia risposta, sali
velocemente le scale.
Mi lascio cadere sul divano.
Cosa ci sta succedendo, amore mio?
Chi ti telefona?
Dove vai?
Perché nei tuoi occhi c’è tutto quel gelo che a
me hai sempre rinfacciato?
Io ho avuto il tuo calore per scioglierlo, ma
non sarei capace di fare lo stesso per te…
Sento i tuoi passi pesanti, segno che stai
scendendo, e rimango incantato a guardarti: indossi un completo a giacca,
camicia chiara e la cravatta. Sei un uomo, Hanamichi.
Come ho fatto a non accorgermene?
Tu sei cresciuto, e io…non c’ero.
Mi si stringe il cuore.
Chissà quante cose ho perso.
“Io vado” mi saluti freddamente, mentre esci.
Sembri pensare un momento, poi torni indietro:
“Fai come se fossi a casa tua.”
Di nuovo te ne vai prima che possa risponderti.
Il tonfo della porta che si chiude alle tue
spalle mi è tristemente familiare.
Mi sdraio e guardando il soffitto penso.
A te.
Ai tuoi occhi.
Al tuo corpo.
A quello che avrei potuto avere fra le mie braccia,
le stesse braccia che ora si stringono attorno al mio petto cercando di fermare
il tremito che mi percorre.
Ho paura, e non so perché.
Mentre mi giro e mi rigiro, cercando di
prendere sonno, il telefono squilla di nuovo.
Non rispondo, tanto nessuno sa che sono qui,
quindi non è per me.
- questa è la segreteria telefonica di casa
Sakuragi. Momentaneamente non sono in casa. Lasciate un messaggio e vi
richiamerò al più presto. Parlate pure dopo il ‘bip’ grazie.-
Sorrido al sentire la tua voce impostata nella
cassetta registrata della segreteria telefonica.
Ma il sorriso mi si spegne sulle labbra, quando
sento la voce concitata di Akira Sendoh.
“Kae…
Kae, so che sei lì!
Rispondi, ti prego!
Kuso, Kaede…
Hanamichi…
Hanamichi si sposa.”
********************************************************************************
Akira mi accarezza i capelli, dolcemente,
sussurrandomi parole di conforto all’orecchio.
Non lo ascolto, non lo sento.
Sono immerso nel dolore e nel vuoto.
Mi sembra tutto assurdo.
* flashback *
Chi me l’ha detto
È troppo serio e non mi prenderebbe mai in giro
“Ero venuto a vedere se era tutto a posto, quando l’ho visto uscire di
casa, e correre verso la macchina.
Intanto il suo telefonino ha iniziato a squillare e ha risposto.
‘Dimmi, tesoro, che c’è?
Sì, sto salendo in macchina!
Certo che sono elegante!
Perché, ci sarà pure il fotografo?
Ma non portava sfortuna vedere il vestito della sposa prima della
cerimonia?
Ah, capisco…
Va bene.
Allora, alla fine quanti invitati avremo?
Ti sei accordata con mia madre?
COSA?
Neanche a parlarne!
Dimezzate il numero!
Non ho intenzione di sposarmi in uno stadio, per permettervi di avere
l’intero Giappone presente!
Per me l’importante è che ci siano le persone a cui voglio bene…
Dai, tanto tra poco sarò lì e ne parleremo!
Ma dimmi piuttosto del menù per il pranzo…
Pesce o carne?…’
E così dicendo, è salito in macchina ed è andato via.
Kaede…
Kaede, mi dispiace…
Ti prego, se ci sei prendi questo telefono!
Devo parlare con te!
Per favore…”
KLUNK
“Akira…
Ho bisogno di aiuto…
Vieni…
Presto…”
********************************************************************************
Che mi dava ancora la forza di alzarmi al
mattino
Era qui fuori, Akira.
Senza di lui in questi anni sarei morto.
Senza lui, e senza il tuo ricordo, mio
bellissimo amore che avevo stupidamente lasciato andar via.
È vero, lui mi ama.
Lo so bene, questo, me l’ha detto.
Ma io gli ho subito messo in chiaro che il mio
cuore aveva già un padrone.
E che questo non avrebbe mai potuto cambiare.
Al che lui ha detto ‘ok, ma almeno un amico lo
vuoi?’
Io gli donai uno dei miei rari sorrisi e da
allora siamo diventati inseparabili.
Era quello che chiamavo la notte se stavo male,
quello che mi veniva a cercare quando scappavo perché il dolore era
insopportabile, quello che mi ha accolto dopo che ho lasciato casa mia, mentre
cercavo la forza di tornare da te.
È stato tutto il mio mondo, Akira.
E allora perché ora mi sento così solo
nonostante mi stia stringendo forte?
Mi allontano da lui, che mi guarda preoccupato.
“Io non so cosa sia successo” mi dice “Ma devi
parlare con lui.”
Annuisco senza avere la forza di emettere un
suono.
“Vuoi che resti?”
Di nuovo è la mia testa a rispondere per me.
Mi passa una mano fra i capelli, mentre mi
avverte che va a farsi una doccia.
E di nuovo sono solo, nel salone che una volta
era anche il mio.
Ha già la casa
Dove porta tutte le sue vecchie cose
Tranne me
Mi accorgo che sul tavolo di vetro ci sono
delle riviste.
Ne prendo una.
Riviste immobiliari.
Ci sono tanti annunci sottolineati, cerchiati,
cancellati.
Alla fine ne trovo uno circondato di cuoricini.
Sopra c’è scritto “casa nostra” ma la
calligrafia non è quella sgraziata che ho imparato a conoscere.
Allontano la pagina da me, e girovagando come
uno zombie per la casa vuota e silenziosa trovo scatole e scatoloni.
Sulle mensole non ci sono più i libri che
abbiamo scelto insieme, uno per uno, è sparita la tua collezione di gattini di
porcellana, i quadri regalo di tua madre.
Salgo in camera: le pareti spoglie, nude, su
cui si notano ancora i segni del nastro adesivo nei punti in cui erano
attaccati i poster dei giocatori dell’NBA.
Mi appoggio al davanzale della finestra,
lasciando che il vento della sera mi scompigli i capelli.
Guardo giù, verso il piazzale di cemento in cui
c’è il canestro dove ci allenavamo la domenica.
Mentre torno a voltarmi verso l’interno, mi
cade lo sguardo su un luccichio che proviene da sotto il comodino.
Mi chino.
E cado in ginocchio, scoprendo che si tratta
della nostra foto.
Quella che per te era come un tesoro.
L’unica in cui sorrido.
Quando andavamo a dormire, me la mostravi e
ridendo mi dicevi “Guarda!
Hai le stelle negli occhi.”
Il nodo che mi stringe la gola si scioglie
appena.
Guardami, do’hao!
Guardami!
I miei occhi luccicano ancora…
Ma sono solo lacrime che non ho la forza di
piangere.
Stringo la foto tra le dita.
Non riesco a trovare il coraggio per guardarla.
Se ha pianto fino a poco tempo fa
Poi i miei polpastrelli notano la ruvidezza
della superficie, così l’avvicino al volto per osservarla.
È quasi completamente consumata.
Si capisce che è stata accartocciata, e poi
lisciata di nuovo con cura, e che sono le lacrime che hanno corroso in questo
modo la fotografia.
Come hai potuto corrodere così anche il ricordo
di noi?
Il ricordo di ME?
Era così evanescente che è bastato un soffio di
vento a portarlo via?
Mi sdraio sul copriletto stringendomi le
ginocchia al petto.
Tu, duro e puro, hai pianto per me!
Eppure…
Mi hai dimenticato in un angolo, lasciando che
la polvere mi ricoprisse.
Prendi in giro Gesù
E ora?
Cosa farai?
Riuscirai davvero a giurare amore eterno a
qualcuno che non sono io?
E credi davvero che Dio te lo lascerà fare?
Puoi anche mentire a te stesso, ma Lui…sa cosa
c’è nel tuo cuore…
Non hai paura di quello che potrebbe pensare?
E tuo padre, che hai amato tanto, non pensi a
quanto soffrirebbe nel vedere che volti le spalle alla felicità solo per
seguire la strada più facile?
Lo deluderai se rinuncerai ai tuoi sogni,
ferirai lui molto più di quanto tu abbia fatto con me.
Sei sempre stato molto religioso…
Anche per questo hai avuto tanti dubbi su noi due all’inizio.
Sapevi che la religione non accettava un rapporto come il nostro, e questo ti faceva stare male…
Ma non credi che sia più grave giurare il falso davanti a Dio, piuttosto che vivere tutta una vita rispettando i Suoi insegnamenti e crescendo nell’amore? Anche se gli uomini non riescono a capirlo, sono certo che Lui sì.
Come sono certo di quanto sia sbagliato e contro natura quello che vuoi fare.
Molto più contro natura del mio entrare dentro di te per renderci una persona sola.
Solo così forse Dio non lo
viene a sapere
Ma se hai deciso, se sei convinto, beh, allora avanti.
Non ho mai cercato di fermarti, neppure quando forse avrei dovuto farlo.
Però ti prego: addosso non voglio vederti neanche un fazzoletto bianco.
Il bianco è il colore della purezza, e tu non sarai puro quando varcherai quella soglia.
E non parlo del tuo corpo, oh no.
Appartenere ad un’altra persona di cui si possiede il cuore non ha niente di sporco.
Ma calpestare un sentimento così bello ti offusca l’anima.
E non credo ci sia nulla di peggiore.
Forse solo le mie labbra che si schiudono al tocco di quelle di Akira.
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Lo so, sono un debole.
Ma avevo un bisogno disperato di non sentirmi solo.
E quando Akira mi si è seduto vicino non sono riuscito a respingere il suo abbraccio, profumato del tuo bagnoschiuma.
Ora che la sua lingua s’intreccia alla mia e le sue dita mi accarezzano la nuca, penso che tutto scomparirà, e che questo dolore mi lascerà in pace almeno per un po’.
Vana illusione.
L’unica ragione per cui non sto paragonando il suo bacio ai tuoi è che non ti bacio da circa due anni.
No, forse un po’ di più.
Mi sdraio sul letto, portandolo con me.
Gli succhio lentamente il labbro inferiore, mentre inverto le posizioni e slaccio la cintura dell’accappatoio.
Ho visto questa scena milioni di volte, e quasi mi meraviglio che la pelle del collo che sto leccando e mordicchiando non abbia il colore del pane tostato.
La mia mente vola lontana, s’immerge nei ricordi che credevo fossero scomparsi.
Avevi imparato come farmi
incazzare
“Mi sposo un’altra perché tu
non lo puoi fare”
Tu sei l’unico che ha sempre azzeccato cosa dire, ma soprattutto quando farlo.
Prevedevi ogni mia reazione, e avevi pronta una contromossa che mi facesse sentire in colpa.
Ma questo valeva anche per me, mi dico giocando con il capezzolo sinistro di Akira.
La mia saliva gli cola lungo il fianco, facendolo rabbrividire.
Sono tentato di fargli un succhiotto all’interno del gomito, per vedere se anche lui inizia gemere senza controllo come facevi tu…
Ma poi mi rendo conto che rischierei forse anche di infastidirlo, perché questo tipo di attenzioni variano da essere umano ad essere umano. Lui mi accarezza le spalle facendo centri concentrici con le dita, mentre tiene gli occhi chiusi e respira affannosamente.
Io mi chino nuovamente sul suo viso per appropriarmi delle labbra che mi offre come frutti maturi.
Intanto la sua presa è scesa sui miei glutei, che palpa con evidente desiderio.
Mi lascio sfuggire uno sbuffo infastidito: il seme sono io!
Per fortuna il ragazzo è piuttosto rumoroso e non se ne accorge.
Comunque, per sicurezza, riprendo a scendere lungo i suoi addominali.
Certo, ha un fisico invidiabile, ma non come il tuo.
Oh, Hana, il tuo corpo è qualcosa di indescrivibile.
Sorrido sull’ombelico di Akira, e ricordo a quando per farmela pagare ti spogliavi lentamente con movenze feline, facendomi eccitare fino allo spasimo per poi metterti la tuta e dirmi candidamente “Allora, kitsune, oggi niente allenamenti?”
Ti ho amato così tanto do’hao, così tanto…
E quando poi litigavamo di brutto e tu mi lasciavi dicendo che potevi avere tutte le donne che avessi voluto e che avresti sposato una di loro, visto che a noi due questo era proibito?
Credi che non abbia capito quanto ti pesava l’idea di non poter avere dei figli e di dover rinunciare alle gioie della paternità?
Credi che non sentissi addosso il peso di doverti dare tutta la felicità di cui fossi stato capace per colmare quel vuoto dato dall’unica cosa che non avrei mai potuto darti?
E tornavamo a vederci
È sempre stato questo a farmi mettere da parte l’orgoglio e a chiamarti, sempre questo che mi portava sotto casa tua a chiederti scusa, a prometterti che sarei cambiato.
Non ce l’ho mai fatta.
Ma non pensare che io non sia stato sincero!
Oh, no.
Ogni volta che ti ho detto “se torni, sarà tutto diverso” ci credevo con tutta l’anima, e volevo con tutta l’anima realizzare quella promessa, perché il bisogno disperato di credermi che vedevo nelle tue iridi spruzzate d’oro mi toglieva il fiato.
Ogni volta che mi chiedevo cosa fosse più importante per me, era sempre il tuo sorriso l’unica cosa che mi veniva in mente.
Scendo ancora, il mio naso sfiora l’inguine di Akira e io chiudo gli occhi.
Ma la sua mano sulla mia fronte mi allontana da sé.
Lo guardo interrogativo, alzando un sopracciglio.
Lui si tira a sedere, poi con le dita passa sulla mia virilità, facendomi sussultare.
“Se vuoi fare l’amore” mi dice sorridendo, mentre i suoi occhi scuri si velano di lacrime “dovresti essere almeno eccitato.”
Mi sento da schifo.
Vorrei scusarmi con lui, dirgli che gli voglio bene, che non volevo usarlo, che…
Ma non ne ho la forza.
Sarebbe una bugia.
Sapevo che non avrei mai potuto amarlo.
La sua mano mi accarezza la guancia.
Tira su col naso.
“Tranquillo, Kae…
Io lo volevo, ero d’accordo, anche se sapevo che nel tuo cuore una testa rossa fa il buono e il cattivo tempo…”
Si alza.
“Beh, sembra che dovrò rifarmi la doccia” afferma, e si allontana.
La porta del bagno che si chiude.
Poi si riapre.
Poi si richiude.
Cosa diavolo sta facendo?
Mi alzo anch’io, riabbottonandomi la camicia.
Poi sento i passi per le scale e mi gelo.
No era Akira che apriva di nuovo la porta.
Ed ecco che Hanamichi è di fronte a me.
Ho paura.
Paura di amarlo troppo, per odiarlo.
********************************************************************************
Prendi in giro Gesù
“Auguri” ti dico con quel tono gelido tipico
dei miei anni del liceo.
Dapprima sgrani un po’ gli occhi, probabilmente
ti stai chiedendo come faccio a saperlo.
“Grazie” rispondi nello stesso tono.
Lentamente mi siedo di nuovo sul letto.
Le gambe non mi reggono.
Per fortuna ho messo su la maschera e la mia
pelle pallida non ti permette di capire quanto mi abbia sconvolto la tua
risposta.
Non hai smentito.
È vero.
Ti sposi.
Non sarai più mio.
Ma lo sei mai stato?
“Posso sapere chi è la fortunata?” ma già
mentre lo chiedo so già cosa risponderai.
Lei.
L’unica persona che è sempre stata importante
quanto me.
Avevo paura che lo fosse anche di più, ma poi è
andata via.
E credevo che non avrei più dovuto
preoccuparmene.
Dio, che illuso.
“Credi di potermi spiegare?” beh, è vero che
non stiamo più insieme da anni, ma se in così poco tempo vi siete riavvicinati
vuol dire che anche quando stavi con me non l’hai persa di vista…
Vorrei capire…
Fai un sorriso tirato, e poi ti siedi accanto a
me.
“Quando Haru-chan e Takenori sono partiti con
la famiglia, io sono andato a salutarli.
È stato all’aeroporto che Haruko mi si è
dichiarata. Ha detto di amarmi da morire, che ero tutto per lei, e che se io
glielo avessi chiesto sarebbe rimasta.
Mi ha supplicato di dirle la verità.
E così le ho detto la verità.”
Ti fermi.
Sembri imbarazzato.
Ti tormenti le labbra, mentre stropicci un
angolo del copriletto.
“Le hai detto che l’amavi anche tu, ma che
pensando di non avere speranze con lei ti sei buttato a pesce su un bel tocco di
ragazzo per cui facevano la fila, per avere qualcosa da fare mentre cercavi di
farle cambiare idea?” ti suggerisco caustico.
Il tuo sguardo da tigre ferita si pianta nel
mio.
E così non potrò più tenerti per mano, neppure in Paradiso
“No” ringhi “Le ho detto che avevo già una
persona meravigliosa a cui donare me stesso e la mia vita, e che quindi il mio
cuore non era disponibile.
Perché questa persona era il mio universo.
Senza sarei stato perso.
E lei questo non avrebbe mai potuto esserlo.”
Distogli lo sguardo, le ultime parole le hai
dette in un sussurro.
Io vorrei solo piangere, e stringerti forte,
per guarire insieme le nostre ferite.
Ma sto zitto ed immobile, in attesa che
ricominci a parlare.
“Ci siamo scambiati l’indirizzo ed il numero di
telefono, non è andata lontano.
E così io le raccontavo di noi…
Di quanto stavo male…
Di quanto mi FACEVI stare male…
E lei mi consolava e tirava su di morale,
spesso era lei a spingermi a perdonarti.
Quando ti ho lasciato, lei pur non sapendo che
si trattava di te mi ha detto di non preoccuparmi perché sicuramente mi amavi e
saresti venuto strisciandomi a chiedermi di tornare insieme.
Il tempo passava, e tu non tornavi.
Ho tenuto duro, anche perché avevo il suo
appoggio.
Ma poi un giorno non ce l’ho fatta più…
…beh, Haruko ha preso il primo treno ed è
venuta a consolarmi.
Non mi ha lasciato solo neanche un momento, per
paura che facessi qualche sciocchezza.
Pian piano mi sono ripreso.
E lei c’era.
Capisci, stupido idiota?
Lei c’era.
Proprio come tu invece non ci sei mai stato
quando avevo bisogno di te.
Ho scoperto di avere bisogno di lei e che forse
avrei potuto imparare ad amarla con il tempo.
Ne abbiamo parlato, e lei sorridendo ha detto che
voleva stare con me per sempre, del resto non le importava.
E così, un mese fa, abbiamo deciso di sposarci.
Da allora sono stato felice…quasi felice.” La
tua voce scema di nuovo.
C’è qualcosa che mi stona nella testa.
Ma viene messo in ombra dall’idea di perderti
per sempre, che è così insopportabile che il dolore nel petto mi fa temere che
il cuore smetterà di battere da un momento all’altro.
Resti la
stessa persona anche senza entrare in chiesa
“Tu mi ami ancora…” non so dove ho trovato il
coraggio di chiederti una cosa simile.
Te lo stai chiedendo anche tu, te lo leggo in
faccia.
Stringi i pugni.
“E anche fosse?
Tu mi hai dimenticato senza la minima
esitazione no?
Perché io non dovrei fare lo stesso?
Anzi, avrò tutto quello che sono stato sul
punto di perdere!
La navata di una chiesa da percorrere, dei
bambini da crescere…” a queste parole il tuo sguardo si accende di malinconia,
e capisco una volta di più quanto questo significhi per te.
Solo così forse Dio non lo
viene a sapere
Non riesco a trattenermi e copro le sue mani
con le mie.
“Io non ho mai smesso di amarti, Hana” ti dico.
“Sono stato uno sciocco, lo so, ma tu che hai perso
tuo padre dovresti capire cosa significa, e immaginarti come ci si possa
sentire quando ti viene data l’opportunità di ritrovarlo…” t’incupisci, so che
hai compreso.
“Ma appena te ne sei andato, io ho capito che senza
di te non avrei potuto stare. Sono scappato di casa, ho provato a raggiungerti,
ma gli uomini di mio padre mi hanno sempre ripreso.
Alla fine ho deciso di aspettare finché non
avessi raggiunto la maggiore età per andarmene definitivamente.
Nel frattempo ti ho anche scritto…ma so che non
hai ricevuto nessuna delle mie lettere.”
Scuoti la testa, lo sapevo.
Mio padre deve averle requisite tutte.
“Appena mi è stato possibile, gli ho sputato
addosso il mio disprezzo e…eccomi qui.
Ma non ho intenzione di distruggere la tua
felicità.
Se tu davvero credi di poterla trovare con la
Akagi, vai pure e buona fortuna.
Voglio solo rivedere il tuo sorriso.
E non m’importa se non sarò io a
restituirtelo.”
Mi guardo le scarpe.
Non ho mai parlato tanto, né mi sono mai aperto
così con nessuno…
Eppure non mi sento nudo, mi sento bene.
La tua mano abbronzata si tende verso le mie.
Ti fisso sorpreso mentre dentro di me si
riaccende la speranza.
E poi…
Dei passi fuori dalla stanza.
“Senti, Kae…”
OH, NO.
********************************************************************************
Ma non sono sicuro che queste lacrime siano le
ultime per me
Ed eccoci al capolinea, amore mio.
È oggi, il gran giorno.
Oggi ti sposerai con Haruko Akagi, la ragazza
che hai sempre sognato.
Io sono solo in questa stanza, Akira è uscito
finalmente, e posso scriverti senza che venga ogni cinque minuti a vedere se ho
bisogno di qualcosa.
Capisco che si senta in colpa, però mi soffoca
a volte.
Sicuramente non ti vorrei ancora bene
E tutte queste cose non mi farebbero del male
Come in una scena al rallentatore rivedo Akira entrare nella camera dove tu stavi per prendermi le mani, con l’accappatoio semi aperto, chiamandomi con un soprannome.
Rivedo i tuoi occhi spalancarsi, il tuo volto
impallidire, due lacrime luccicare prima che un tuo destro poderoso mi sbatta a
tappeto.
Risento la tua voce carica di livore che mi
gridava che non volevi più vedermi, che ti avevo ucciso per l’ultima volta.
Risento la porta sbattere con tanta violenza da
far tremare la casa.
Avverto il vuoto crescermi intorno, e le
braccia di Akira che mi prendono al volo mentre perdo i sensi.
Mi sono risvegliato qui, a casa sua.
Vivo qui.
Lui ha lasciato la scuola per starmi vicino, mi
vuole bene, lo so.
Eppure oltre qualche bacio non siamo andati.
Non me la sento ancora.
Ma gli ho detto che ci avrei provato.
Promessa stupida e inutile.
Non potrò amare nessun altro.
Chissà se correndomi incontro mi diresti “Koi,
andiamocene, non mi sposo più”
Che giornata meravigliosa per sposarsi…
Anche se siamo già in autunno, l’aria è
tiepida, sembra una carezza.
E grazie alle foglie ingiallite, tutto mi fa
pensare a te.
Soprattutto quest’acero che cresce di fronte
alla mia finestra.
Il mio nome e il tuo colore.
Fusi insieme, in eterno.
Mi dice che il nostro destino era di stare
insieme, e io l’ho bruciato.
Tra pochi istanti appoggerò la penna su questo
foglio, ed andrò in cucina, dove c’è una bella ciotola di panna che mi aspetta.
Panna e zuccherini colorati.
Ma no, prova a guardarli più da vicino.
Non sono zuccherini.
Oh, no.
Anche se otterrò da loro qualcosa di molto
dolce.
Beh, addio, Hana.
Spero che tu possa davvero essere felice sai?
Il volpino antipatico toglie il disturbo.
Sei libero di sorridere di nuovo, il tuo cuore
viene sciolto dai suoi legami con me.
È questo il mio regalo di nozze.
Ti amo tanto da liberarti dalla seccatura di
amare me.
Ciao, Hana.
Kaede
********************************************************************************
* OWARI
*
Che triste…
Ma sei scema?!
-.-
ehi, Sys, come ti è venuto in mente di
dedicarmi ‘sta vaccata?! NdSi_Si
tranquilla, tranquilla…
ricorda che c’è ancora la terza parte!
Anche se ancora non so come risolverò la
situazione…
Ehm…ci volete per forza l’happy end?
certo che sì!
Anche perché hai promesso a Urd che la tua
prima deathfic la dedicavi a lei!
E visto che questa è per le tue amichette, non
può essere deathfic! NdHana&Ru
È vero! O.O me si era scordata…
Uhm…
Reflectioning…
Vabbè, ma prima di scrivere il terzo qualche
idea mi viene! ^^
-Donna, vieni un po’ a vedere che bel film
stanno facendo in tv!-
O.O Ma Vivì, sei un genio!
Ecco l’idea che cercavo!
Ora so come finire la ficci ^^
Ti amo, Vivì ^*^
-Ma insomma, ti ho detto di non chiamarmi così!
Io sono il Princmmmphh-
Bacio bacio
man…You gotta be a bacio man…^^
Eh eh eh…il mio infallibile sistema per farlo
tacere funziona sempre ^^
Spero vi sia piaciuto, friends!
A presto, anzi, prestissimo, con la terza
parte!
Marty_che_vivvibbì
Ps: Il testo di base della song (tradotto
unt rimaneggiato) era di G. d’Alessio ^///^ (ti prego non mi denunciare ç_ç)