Ho provato
quattro volte ad iniziare questa fic. Al quinto tentativo ci sono
riuscita. Speriamo di farcela a creare qualcosa di buono. Inoltre
ne approfitto per comunicare un cambio di mail. D'ora in poi se
vorrete scrivermi fatelo qui: hymeko.co@gmail.com Felice
San Valentino a tutti.
Be
my Valentine
di
Hymeko
Kaiba
alzò gli occhi quando bussarono alla porta del suo studio.
Mugugnò una risposta, attendendo un po' scocciato che
Isono entrasse. Doveva essere lui per forza...Mokuba non aveva
bisogno di bussare, e nessun altro aveva il permesso di andare
lì. “Mi perdoni per l'ora tarda, signor Kaiba, ma
c'è una persona che desidera vederla” “Hn?” Chi
poteva essere di tanto importante da convincere Isono a portarlo
da lui senza consultarlo? Il suo attendente si fece da parte,
e nello studio entrò Yugi Muto, bagnato fradicio. E
visibilmente alticcio. Kaiba inarcò un sopracciglio. Il
suo rivale predestinato...completamente ubriaco? “Cos'è
successo?” chiese, alzandosi. Era leggermente
preoccupato, non voleva che il suo rivale si facesse male prima
che fosse riuscito a batterlo. Yugi ciondolò fino a
lui, appoggiandosi contro il suo petto. “Yugi?” Il
ragazzo strofinò il viso contro la sua camicia, e
sussurrò: “Passa la notte con me” Kaiba
non poté che fissare Isono. Ma il viso inespressivo di
quest'ultimo dimostrava che non aveva sentito. “Lasciaci
soli” gli ordinò, accompagnando Yugi nella sua
stanza senza nemmeno accertarsi che se ne fosse andato. Nessuno
dei suoi dipendenti avrebbe mai osato
disobbedirgli. “Kaiba...” gemette Yugi,
lasciandosi cadere sul letto enorme del presidente. Giaceva
mollemente abbandonato sul piumino, la bocca socchiusa e le
palpebre appena aperte, il petto che si alzava e abbassava con
tranquillità. “Hai bevuto” Non era una
domanda, ma una semplice constatazione. Appena Yugi si era
appoggiato a lui, il profumo sottile di pesca e
alcol aveva solleticato il suo olfatto. “No...non io.
Yugi” e rise in maniera ridicola. Kaiba si massaggiò
le tempie. A quanto pareva, era successo qualcosa di grosso. E il
suo rivale non aveva al collo il Puzzle...doveva preoccuparsi
anche per quello? “Yugi, dov'è il
Puzzle?” domandò, sperando in una buona
risposta. “A casa...per terra” ridacchiò
rotolandosi sul letto. “Sicuro?” “Scì
scì” “Bene” Yugi si mise a sedere
e lo prese per un polso, tirandolo a sé: “Adesso
facciamo sesso” borbottò, guardandolo dal basso
verso l'alto, i liquidi occhioni viola velati di desiderio. “No.
Tu vai a farti una doccia calda, ne hai bisogno. Sei
gelato” “Hhhhhnnnn Kaiba voglio farlo con
teeee!!!” “Dopo la doccia” Senza tante
cerimonie lo spinse nel bagno, sperando che fosse abbastanza in
sé da farcela da solo. Non aveva alcuna intenzione di
andare ad aiutarlo, date le sue voglie. “Vediamo se
rinsavisce” In caso contrario avrebbe dovuto pensare a
qualcosa. Yugi era visibilmente alterato, approfittarne non
sarebbe stata una buona idea. “Non so nemmeno se voglio
farlo con lui” Non ci aveva mai pensato...non lo aveva
mai visto sotto quella luce. Yugi occupava sì la sua
mente, ma come avversario, non come amante. 'Amante' Ne
aveva avuti, sia uomini che donne, però
Yugi...Yugi... '...Yugi...' Scosse il capo. Doveva solo
attendere che uscisse dalla doccia. …...... Avvolto
in un grosso asciugamano, Yugi rientrò nella stanza di
Kaiba. Il ragazzo era seduto sul letto, e alzò il viso
quando lo sentì entrare. “Ti è
passata?” “Cosa?” rispose l'altro,
sedendosi a sua volta, le gambe che spuntavano dall'orlo. “La
sbronza” sussurrò Kaiba in modo piatto,
rendendosi conto che non era cambiato nulla, in realtà. “Non
sono così fuori da non sapere quello che dico e
faccio” “No?” “No...e non ho
cambiato idea” sussurrò, allungandosi e baciando
il collo di Kaiba. Kaiba lo prese per le spalle e lo tenne
fermo: “Si può sapere che è successo?” La
testa del suo rivale ciondolava: “Yugi era giù...era
davvero abbattuto. Poi è sceso e ha aperto...un
armadietto...del nonno. Sì. Credo” “E si è
consolato con l'alcool che c'era dentro?” “Era
buono...come il tuo sapore” commentò Yugi,
facendo una faccia soddisfatta. Ma Kaiba scosse la testa: “Sei
ancora ubriaco” decretò con tristezza. “Non
sono ubriaco, te l'ho detto. Sono perfettamente in me. Solo...un
po' più sciolto. Meno...incarcerato nel mio ruolo” “E
quale sarebbe il tuo ruolo?” Se l'avesse fatto parlare,
magari si sarebbe addormentato per la stanchezza... “L'angelo
custode...stasera non lo farò. Yugi ha agito in preda alle
proprie emozioni, di conseguenza non potrà biasimarmi se
faccio lo stesso” “Hai voglia di fare sesso?” Ma
non poteva andare a puttane? Yugi scosse il capo: “Voglio
farlo con te” “Perché?” “Non
lo so...so solo che mi manchi tanto” Gli mancava? Ma era
impazzito, oltre che ubriaco...o era in preda ai suoi
vaneggiamenti sul passato? “Yugi...non sei in te” Ma
l'altro si imbronciò: “So perfettamente quello
che faccio!” Kaiba scosse la testa: “Domani non
la penserai più così” “Ti sbagli!
L'alcool mi ha solo aiutato a lasciarmi andare. A...venire da
te” “Questo non è un duello. In quello che
mi chiedi, saranno corpo e anima a essere coinvolti” Yugi
lo fissò. Poi sussurrò: “Duello. Facciamo
un duello” “Eh?” Era fuori del
tutto... “Hai due starter deck nuovi?” Kaiba
annuì, senza ribattere. Se duellavano non potevano fare
altro... “Kaiba, tu pensi che sia ubriaco” “Lo
sei” “Se mi batti avrai ragione, e me ne andrò
a letto a dormire. Ma se ti batto ti rimangerai quello che
pensi?” Kaiba lo fissò, indeciso. Parlava sul
serio? Non ci sarebbe stato molto di cui vantarsi, se avesse
battuto il Re dei Giochi mentre era ubriaco...alla fine annuì.
Tanto sarebbe rimasto tutto in quella camera da letto. “E
se vinco io...o rifiuti il duello...verrai a letto con
me” “...non ho molta scelta, a quanto
pare” “Infatti” cinguettò il Re
dei Giochi. Kaiba sbuffò, e tornò nel suo
studio. Prese due starter deck ancora sigillati e tornò in
camera, dove Yugi lo stava aspettando sul letto. Doveva farcela,
doveva batterlo...o forse no? In fondo sembrava così
sicuro di quello che diceva...e il giorno dopo sarebbe stato San
Valentino, non ci sarebbe stato modo migliore di
festeggiarlo... 'Sto pensando troppo' Si sedette sul letto
e gli fece scegliere il deck. Poi li aprirono e li
mischiarono. Yugi sussurrò: “Tocca a
me...draw!” Pescò una carta, e evocò un
mostro coperto, quindi mise tre carte coperte e terminò il
suo turno. Kaiba sospirò, incerto. Non aveva idea di
cosa fare. “Draw!” …...... “Ehi
ehi...dovresti rispettare tutte le carte, non solo quelle del tuo
deck” Kaiba alzò gli occhi. Yugi lo stava
sgridando perché era intento a mordicchiare l'angolo di
una carta. “Stavo pensando” “Alla tua
prossima mossa?” L'altro ciondolò un attimo, poi
scosse la testa: “No. A quella che hai appena fatto
tu” “Perché?” Il presidente
continuò a mordicchiare la carta. Alla fine aveva dovuto
ammetterlo...e non sapeva se dispiacersi o meno... “Quella
non era la combo di un ubriaco” L'uso delle carte magia
era stato esemplare, e il tocco finale, con quella carta
trappola, era semplicemente stato superbo. Le guance di Yugi
erano leggermene arrossite: “Te l'avevo detto...e
smettila di massacrare quella povera carta!” Kaiba
sbuffò. Guardò la carta. Era un miserevolissimo
Baby Drago, una carta degna di quello sfigato per eccellenza di
Jonouchi. Lo gettò via con disprezzo, poi sopirò.
Cosa doveva fare? Dare retta a Yugi, e sbatterselo per tutta la
notte, o al suo cervello che gli diceva di stare molto, molto
attento? Cosa sarebbe accaduto se avesse
ceduto? “Kaibaaaaaaa...” Si fissarono. Cosa
doveva fare? Yugi si allungò e lo baciò,
dolcemente. Poi si ritrasse, imbronciando un po' le
labbra. “Che cosa vuoi fare?” sussurrò,
nascondendosi dietro la mano di carte. Kaiba deglutì.
Non era ubriaco. Voleva andare a letto con lui. Lo guardò
bene, passando gli occhi lungo tutto il suo corpo. Aveva addosso
solo l'asciugamano bianco, ed era...sexy. 'Yugi è...sexy' Solo
in quel momento se ne rendeva conto. Gli piaceva...il suo corpo
di sicuro. Il resto...forse, assaggiandolo...lo avrebbe
saputo. Radunò il fretta le carte e le gettò per
terra. Poi si avventò su di lui, strappandogli via
l'asciugamano di dosso.
Kaiba riaprì gli occhi. Non
c'era alcuna luce nella stanza, ma il peso appoggiato sul suo
braccio e il calore contro il corpo nudo gli ricordavano che non
era a letto da solo. “Sei sveglio?” sussurrò,
avvicinando la bocca al suo orecchio. Dopo qualche attimo, una
voce sottilissima rispose: “...sì” Il
presidente gli si avvicinò di più, abbracciandolo
con dolcezza: “Stai bene?” Yugi attese ancora
prima di rispondere: “Sì” “E il
tuo corpo?” Kaiba gli passò una mano sui fianchi,
massaggiandolo piano. “Sì” Un bacio
leggero sul collo fece sospirare Yugi. Era stato
superbo...magnifico...estasiante. Quello che Kaiba gli aveva
fatto...non lo poteva nemmeno descrivere. Né avrebbe mai
immaginato che un uomo potesse far provare certe sensazioni a un
altro uomo. 'Kaiba...' “Vuoi raccontarmi, ora che hai
ottenuto quello che volevi?” Yugi chiuse gli occhi. Non
aveva molta scelta, Kaiba ne aveva il diritto. Ma lui non sapeva
da dove iniziare... '...mi odierai per quello che ti ho
fatto?' In fondo gli era piombato in casa quasi implorandolo
di farlo con lui...chissà che opinione aveva ora del suo
rivale. 'Non potrò mai andare più a fondo di
così' Quindi avrebbe potuto anche dirgli tutto...tanto,
cosa ci avrebbe perso? “...piangeva” biascicò,
girandosi e rannicchiandosi contro di lui. “Chi?” Il
piccolo Yugi, probabilmente. “Yugi” 'Ci avrei
scommesso' “Perché?” Aveva perso la
scheda coi punti per avere il cuscinone del Mago Nero? “A
causa di...Anzu” “Hn?” Quella battona? In
effetti... 'Perché me ne stupisco?' “L'ha
vista sospirare su una mia foto...domani, o oggi, non lo so, è
San Valentino...” 'Ed è andato in crisi. Cosa ci
trovi in quella lo sa solo lui' “...e per consolarsi si
è dato all'alcool. Non c'era nessuno a casa, eravamo
soli...e io non sono riuscito a fermarlo. Così lui ha
continuato a bere” “Comprensibile” 'Ne
avrà dovuto ingurgitare parecchio per tirarsi su' “Io...ho
provato a consolarlo, a fermarlo, a impedirgli di rovinarsi, ma
lui non mi dava retta” “Non sempre i buoni
consigli sono ben accetti” E in fondo a lui era andata
bene, dato che si era trovato nel letto un caldo amante per
quella notte... “Stava davvero esagerando con la
vodka...ho dovuto fermarlo con la forza” “Cos'hai
fatto?” chiese Kaiba, leggermente preoccupato. “Non
voleva fermarsi...beveva e beveva...e beveva ancora. Le azioni
sconsiderate portano a conseguenze impensabili, glielo ripetevo,
ma lui non mi ascoltava. E intanto continuava a bere” 'Strano
che Yugi sia riuscito ad arrivare fin qui...e che non sia
crollato addormentato sotto la doccia' “L'ho dovuto
buttare fuori dal suo corpo...a forza. Veramente a forza...l'ho
cacciato nel Puzzle e me lo sono tolto” “Ma così
l'alcool...stavi bene?” L'altro scrollò il
capo: “Mi girava un po' la testa...e avevo caldo. Mi
sentivo un po' stupido” “Anche questo è
comprensibile” “E poi...poi mi sei venuto in mente
tu” 'Ecco, questo è decisamente meno
comprensibile' Ma Kaiba tenne per sé quel
pensiero. “Non lo so perché...so solo che volevo
venire da te...mi mancavi tanto” “Ti...mancavo?” Ma
cosa stava dicendo? “Non ero ubriaco in quel
momento...cioè, lo ero, ma quei sentimenti erano venuti a
galla proprio grazie all'alcool, erano veri.
Erano...riemersi” “Dalla tua memoria
persa?” “...sì. Credo” “Yugi...” L'altro
si strofinò contro il suo collo: “Non dire
nulla...lo so che non ci credi e che non vuoi sentirne parlare,
però non dire nulla...continuiamo solo a stare
così...almeno un po'” “Ma...l'altro Yugi
potrebbe non essere felice di quello che è accaduto” “Lo
so, ma...sinceramente non mi importa. Azioni sconsiderato portano
a conseguenze impensabili, glielo avevo detto...non potrà
essere arrabbiato con me per questo. Sono qui a causa sua!” 'A
me sembra tanto una scusa...' Kaiba non espresse quel
pensiero. Aveva la netta sensazione che Yugi non avrebbe gradito,
e non aveva voglia di litigarci. Avevano fatto sesso, erano
abbracciati, al caldo...non poteva esserci nulla di meglio. E,
soprattutto, nessuno se la sarebbe presa con lui. Abbracciò
meglio il ragazzo, posandogli un bacio sulla fronte: “Dormi
ora” “Sì” Yugi chiuse gli occhi, e
sprofondò il viso contro il suo collo. Kaiba aveva reagito
abbastanza bene, non gli sembrava né arrabbiato né
scocciato. E non l'aveva buttato fuori dal suo letto dopo averlo
preso...era un risultato davvero insperabile. 'Vorrei che
questa notte potesse non finire' Se il tempo si fosse fermato,
non avrebbe dovuto affrontare nessun altro problema...Yugi, i
suoi amici, lo stesso Kaiba... 'No...basta pensarci, per
stanotte' Si rilassò sotto il tocco caldo del
presidente, che continuava ad accarezzarlo. Il sonno stava
andando a prenderlo, presto sarebbe stato suo, e nell'oblio
avrebbe potuto dimenticare i suoi
problemi... ...dimenticare... Kaiba continuò ad
accarezzarlo finché non lo sentì cedere al sonno.
Yugi era distrutto, sia nel corpo che nell'anima. Probabilmente
andare da lui era stato facile, in preda ai fumi dell'alcool,
sebbene lui ne negasse l'influenza. Anche passare la notte
assieme non doveva essere stato difficile. Fino a pochi attimi
prima non sembrava giù di morale, però l'effetto
dell'amplesso doveva essere ancora influente. 'Domani mattina
sarà difficile' E lui cosa avrebbe dovuto fare? Non era
certo il tipo da mettersi a consolare i propri amanti,
soprattutto perché di solito li buttava fuori dal suo
letto senza tanti complimenti. Ma con Yugi non poteva
comportarsi così. Yugi era Yugi, non c'era altro da dire.
O da fare. 'Cosa mi invento?' La cosa peggiore era che gli
era piaciuto da impazzire. Era stato folle, pazzesco,
assurdamente bello. Yugi sembrava essere fatto apposta per
lui...l'alchimia che c'era fra loro era esplosa ardendoli in una
notte di passione. 'Yugi...' Non lo capiva...non riusciva a
capire come avesse potuto essere così bello. Bello,
assurdamente bello. Non c'era altro molto di definire l'amplesso
di quella notte. 'Perché?' Era stata la migliore
notte della sua vita, con nessun altro aveva provato un piacere
simile. Nessuno aveva saputo farlo godere come Yugi era stato
capace, né lui aveva fatto impazzire nessuno come era
riuscito col suo rivale. Yugi lo aveva baciato, chiamato,
implorato, stretto...un meraviglioso crogiolo di sentimenti, oro
fuso che li avvolgeva. Tutto era stato perfetto, assurdamente
perfetto. Troppo perfetto. La prima volta che andava a
letto con qualcuno c'erano sempre dei buchi, dei momenti di
blackout, delle imperfezioni che rendeva il tutto sì
piacevole, ma non certo entusiasmante. Non aveva mai trovato
nessuno che lo facesse impazzire durante la prima notte. E
nemmeno nelle (poche) seconde volte con le stesse persone il
piacere era stato lontanamente paragonabile a quello che aveva
condiviso con Yugi. 'Ma come ha fatto?' Kaiba accarezzò
il corpo nudo fra le sue braccia. Ogni tocco, ogni bacio, ogni
movimento era stato perfetto. Sensuale quando si accarezzavano,
dolce mentre si baciavano, appassionato nell'apice del piacere.
Perfetto. Troppo perfetto, come se...sapesse già cosa
fare, e come. Quasi che conoscesse ogni particolare del suo
corpo, ogni suo punto erogeno, ogni modo per farlo godere. E
la cosa peggiore era che la stessa cosa valeva per lui. Anche lui
si era mosso con sicurezza lungo il suo corpo, facendolo
impazzire ad ogni tocco, come se sapesse esattamente dove
sfiorarlo. Il suo corpo non gli era sconosciuto, era come
se... ...se lo conoscesse da sempre, come se fosse stato lui a
modellarlo, o come se innumerevoli notti lo avessero fatto
diventare il suo partner perfetto. 'Yugi...' Yugi aveva
detto che lo ricordava, che dalle memorie perse nelle nebbie del
suo passato erano scaturiti dei frammenti che riguardavano
loro...non era possibile, non poteva essere davvero così,
era...era...era...troppo difficile da
accettare. Eppure...eppure...no, era troppo complicato. Scosse
il capo. Doveva dormire...il giorno dopo, alla luce del sole, ci
avrebbero pensato.
Kaiba riaprì gli occhi,
riemergendo dalla veglia leggera in cui aveva trascorso l'ultimo
lasso di tempo. Aveva dormito...con difficoltà ma ci era
riuscito. Il corpo di Yugi, steso accanto a lui, aveva
imperversato nei suoi sogni, scaldandoli. Allungò una
mano, ma non trovò nulla. Non c'era nulla...nessuno. Si
mise a sedere di scatto, e si guardò attorno. Accanto
alla finestra, nella luce sorgente del sole, con addosso solo una
camicia, c'era il suo amante. “Yugi...” L'altro
non gli rispose, continuando a fissare il sole che
sorgeva. “Yugi” Kaiba uscì dal letto,
senza mettersi nulla. Non avrebbe incrinato la complicità
che li legava con degli sciocchi strati di cotone. Gli arrivò
alle spalle e lo abbracciò. Yugi tremava...così
impercettibilmente che solo dopo averlo stretto a sé se
n'era potuto accorgere. “Yugi...” “Ho
combinato un casino, vero?” “No...non per
forza” “Cosa dirà Yugi?” “Nulla.
Nemmeno tu sei immune all'alcool” “Kaiba...non
sono venuto qui perché ero sbronzo. Io lo so, tu lo
sai...lui lo saprà. Lo leggerà nella mia anima,
quando metterò il Puzzle” Il presidente gli posò
un bacio fra i capelli: “E allora lascia che lo
legga” “E poi?” “Vedremo” “Kaiba...” Ma
l'altro non gli permise di continuare: “Oggi usciamo
assieme?” Yugi sgranò gli occhi...uscire assieme?
Ma aveva capito in che situazione si
trovavano? “Kaiba...” “Credici...credi in
questa possibilità” “Tu...vuoi davvero
uscire con me?” L'altro nascose un sorriso fra i
suoi strani capelli. Yugi non era esattamente un fusto. O meglio,
lo era in una maniera un po' strana. Basso, niente muscoli
scolpiti, niente gambe come colonne di marmo, niente spalle
larghe...il contrario di un figo. In teoria. Aveva due occhi
enormi, capelli pettinati con la dinamite, e la testa leggermente
sproporzionata rispetto al corpo, forse. Eppure era bello lo
stesso...almeno, a lui piaceva. L'insieme era perfetto, ogni
particolare ben si fondeva col resto. E i suoi occhi erano
magnetici, lo affascinavano. Era
magro, molto magro, ma a lui i ragazzi piacevano così,
pochi muscoli ma asciutti, senza un filo di grasso, e Yugi lo
era. “Sì” Era il momento di lottare?
Forse non ce ne sarebbe stato bisogno, probabilmente Yugi sarebbe
stato felice per loro, però lui sarebbe stato pronto.
Avrebbe dato a Yugi il suo supporto, perché quello che
c'era stato, fra loro, non doveva finire. Passato o no, quel
presente a lui piaceva, non se lo sarebbe mai lasciato
togliere. “Kaiba, Yugi...non so se lui...” “Lo
convinceremo” Ci sarebbero riusciti. Senza se e senza
ma. “Kaiba...” Da dove proveniva quella
sicurezza? Dal fatto di essere il capo di un'azienda che gli
consentiva di avere tutto? L'altro non lo fece parlare: “Hai
mai fatto il bagno come fanno gli occidentali, con la vasca piena
di schiuma?” Yugi scosse il capo, e Kaiba lo prese per
mano: “Andiamo, allora” Yugi non oppose
resistenza. Forse...quel giorno, poteva affidarsi a lui...
Fine
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