Disclaimer: I personaggi di Slam Dunk Appartengono al Maestro T. Inoue e a chi di diritto (sicuramente non miei purtroppo -___- ).

 

 


Believe in Me

parte II

di Shaka


 

Mitsui chiuse il suo armadietto voltandosi poi a riporre gli ultimi indumenti umidi in borsa.

Chiuse frettolosamente il tutto, impaziente di raggiungere gli amici della squadra che lo aspettavano fuori.

Gli allenamenti erano finiti da poco e avevano deciso di cenare insieme per concludere la serata a fare quattro sane chiacchiere e parlare di basket fino a tardi....


 

Udiva distintamente il rumore della doccia aperta. E si ricordò chi ancora doveva vestirsi: Hanamichi.


 

'Il solito ritardatario' pensò indossando il giaccone pesante.


 

Ad un tratto udì un cellulare suonare. Inizialmente pensò al proprio, ma poco dopo la melodia si fece più distinta, e gli fu chiaro che doveva essere quello di Sakuragi. Fissò la sua borsa, e notò l'apparecchio proprio nel taschino laterale...


 

Inizialmente indeciso se avvertire il compagno o meno lo estrasse, osservando il display.

E fu allora che rimase sorpreso nel leggere sul vetro monocromo


 

“Kitsune”


 


 

Per un attimo pensò di essersi sbagliato, ma poi preso dal panico, per l'aver udito l'acqua fermarsi nelle docce, lo ripose nella sacca, e affacciandosi dalla porta,


 

“Sakuragi, il cellulare...” disse, ma non ebbe il tempo di pronunciarlo che il rossino gli apparve davanti iniziando a frugare nelle tasche della sua borsa. Tirò fuori il piccolo apparecchio.


 


 

“Sono Hanamichi....” rispose, mentre Hisashi fermo sulla porta lo osservava incapace di comprendere, “sì, sto arrivando aspettami...” il tono di Hanamichi sembrava quasi irriconoscibile. Profondo e serio, come forse mai aveva sentito. Quasi... preoccupato?


 

Il rossino chiuse la chiamata e si voltò, ritrovandosi ad essere fissato dal compagno di squadra.


 

“Mitchi che hai da fissarmi?” chiese con il solito tono da idiota,


 

“Tutto bene?”


 

“Si..sì...era Yoehi, lui e quelli dell'armata mi aspettano in sala giochi” fu evasivo, e subito tornò nella stanza delle docce,


 

“Ma allora non vieni con noi?” la voce di Mitsui risuonò nel corridoio, ma non ebbe risposta.


 


 


 


 

Hanamichi recuperò bagnoschiuma e shampoo e tornò nello spogliatoio per rivestirsi.

Entrato notò di essere rimasto solo, e velocemente indossò i jeans chiari che si era portato come ricambio. La felpa bianca e la giacca pesante.


 

In un colpo d'occhio si guardò intorno, chiedendosi più volte se avesse dimenticato qualcosa.

Ma dopo essersi risposto svariate volte di no, spense la luce avviandosi all'uscita.


 


 


 


 


 

Il vento gelido soffiava ancora più forte del giorno precedente. Quella mattina aveva smesso di nevicare, ma il pallido sole che illuminava Kanagawa era incapace di sciogliere il pesante manto di gelo che sembrava imprigionare tutto intorno a sé.


 

Kaede lo aspettava nella piccola caffetteria sotto casa, come sempre.


 

A quel tavolo, appena dietro la finestra... quella stessa finestra da cui ogni volta lo vedeva arrivare.


 

Il rossino aprì la porta salutando il proprietario e la cameriera e dirigendosi poi verso il moretto che, immobile, mano sotto il mento, fissava la neve fuori.... le strade.... le persone....


 

“Scusa il ritardo...” sussurrò Hanamichi sedendosi. Kaede voltò il capo, e lo fissò. Il viso disteso, ma impassibile come sempre.


 

“Scusa...ti ho messo fretta.... ma mi annoiavo...”


 

“E lo so Kitsune, la mancanza del tensai si sente!” rise il ragazzo sfilandosi la giacca e sedendo di fronte al compagno...”


 

“Mi hanno chiamato dall'ospedale....”


 

Il rossino lo fissò, attendendo che continuasse,


 

“Hanno sospeso la radio terapia.... tra dieci giorni mi operano....”


 

“Dieci giorni?”


 

“Sì... hanno posticipato...il tempo di rimettermi un po' in forze...”


 

L'altro annuì. Poi pensò che tra dieci giorni sarebbe stato Natale. E mentalmente rimuginò sul fatto che quella era proprio una pessima annata...


 

“E' la vigilia di Natale... quel giorno...sappi che non ti voglio tra i piedi....” le parole del moro lo fecero sussultare, “devi passarlo con tua madre il Natale...”


 

“Kitsune non darmi ordini...”


 

“Dirò al medico di cacciarti dall'ospedale se fosse necessario...” si impuntò l'altro.


 

Hanamichi sospirò,


 

“Hai proprio la testa dura...”


 

Kaede accennò un sorriso,


 

“Lo so...” sussurrò tornando a guardare fuori dalla finestra. Hanamichi sospirò, e in cuor suo iniziò ad avvertire un velo d'ansia scendere sui suoi pensieri...


 


 


 


 


 

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Ryota addentò l'ennesimo panino della serata.


 


 

“Nanerottolo non ti ho mai visto mangiare tanto...” commentò Mitsui sorseggiando la sua bibita.


 

Ayako rise.


 

“E' la mia presenza Mitsui, gli fa bene e gli dona appetito....”


 

“Occhio... che poi se ingrassi troppo diventi una palla oltre che nanerottolo! ”


 

“Hisashi! Ma smettila di dargli addosso!!” la voce di Kogure, unendosi ad una gomitata, fu chiara ed ebbe effetti immediati!


 

“Eddai Kimi-kun, lo sai che non essendoci Hanamichi devo pur divertirmi a prendere in giro qualcuno!!” rise il ragazzo lasciandosi andare con le spalle alla sedia,


 

“Sei tremendo!” rispose l'amico sorridendo.


 

“ E quindi Hanamichi stasera era con quelli del guntai... domani lo tartasserò a calci... non esce da parecchio con noi....” brontolò Ryota,


 

“Già” commentò Ayako, “credo abbia qualche problema a casa... da qualche tempo è molto scostante... ha anche perso degli allenamenti...”


 

“Bah! Io non amo farmi gli affari degli altri...vado a prendermi delle altre patatine... voi continuate pure a spettegolare....” esclamò scocciato Mitsui alzandosi e dirigendosi al bancone.


 


 


 

Dopo aver lasciato la sua ordinazione si voltò per tornare al tavolo, ma improvvisamente i suoi occhi incontrarono la figura di Yoehi Mito entrare accompagnato dai ragazzi del guntai.


 

Questi si fermarono a salutarlo.


 

“Ciao Mitsui” fu il saluto di Mito,


 

“Mito, come mai da queste parti? “ poi guardandosi intorno, “dove avete lasciato quel mentecatto di Sakuragi?” scherzò il giocatore dello Shohoku. Yoehi scrollò le spalle,


 

“Pensavo fosse con voi...”


 

“?” lo sguardo interrogativo di Hisashi precedette le sue parole, “...a noi ha detto che era con te...”


 


 


 


 

“Ah”


 


 


 


 

Fu la laconica risposta del moro.


 


 


 

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Kaede si lasciò andare sulle coperte del letto, socchiudendo gli occhi...


 

“Ehi Kitsune, non andare in letargo che mi rompo di spogliarti...”


 

“Non mi addormento... voglio solo riposare un attimo..........” rispose il moretto con voce leggera e stanca.


 

Hanamichi si avvicinò al letto, inginocchiandosi vicino al bordo. Allungò le braccia circondando le spalle di Kaede, che riposava sdraiato sul fianco.


 

Appoggiò il capo sulla sua spalla e lo strinse, lasciando che la sua schiena aderisse al proprio petto,


 

“Non addormentarti senza mangiare qualcosa...” sussurrò il rossino, con voce dolce e morbidamente premurosa, mentre il calore del suo fiato sfiorava delicatamente la pelle appena sotto l'orecchio.

 

Si lasciarono a quella stretta per qualche attimo, poi Kaede aprì gli occhi fissando la parete di fronte a sé.

Avvertì un forte senso di oppressione al petto..... alla testa....... e poi poche parole....


 


 


 


 


 

“Ho paura...”


 


 


 


 


 


 

Il rossino sussultò, incredulo,


 

“ Ho tanta pau.ra...Hanamichi...” gli sembrò di sognare quelle parole, ma dopo che la sua mente le ebbe ripetute più volte, si strinse maggiormente al corpo bianco tra le sue braccia,


 

“Lo so... è normale....” disse, “non devi sentirti un debole per questo... andrà tutto bene.... deve ... andare tutto bene.......” lo incoraggiò, tentando di riuscire anche con sé stesso nel medesimo intento.


 

Le loro mani si incrociarono, sulle coperte tiepide,


 


 


 

“Credimi Kaede...


 

                                                     ..............credimi”


 


 


 

 


 


 


 

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Hanamichi insaccò anche l'ultima rete di quella sera, poi fissò il canestro, soddisfatto dal pensiero che finalmente poteva andare via ...

Mancavano pochi giorni all'operazione, e voleva passare tutto il tempo possibile con Kaede.


 

Si voltò fissando il resto della squadra giocare una partita di allenamento, e incamminandosi alla cesta dei palloni lanciò il proprio in mezzo alle altre sfere di gomma nella rete.

Si voltò verso Ayako, e si avvicinò a passo veloce


 

“Ayako...”


 

“Dimmi Sakuragi” rispose prontamente la ragazza,


 

“Ho finiti i miei tiri, stasera posso staccare prima... avrei da fare....”


 

La ragazza lo fissò sorpresa, poi rispose,


 

“Sì... certo... tanto l'allenatore è andato via, lo dirò io a Ryota... và pure...”


 

il rossino sorrise.


 

“Grazie...” e si mosse verso gli spogliatoi.


 

****************


 

Finito di cambiarsi si diresse velocemente a casa,


 

“Mamma sono tornato!!” strillò entrando, ma quando non avvertì risposta si precipitò in cucina,


 

“Mamma...?” si bloccò, notando la madre in cucina intenta a parlare con un ospite,


 

“Hanamichi hai visto chi è venuto a trovarmi...?”


 

Seduto al tavolo, silenziosamente, Yoehi Mito lo fissava,


 

“Ciao Hana...”


 

“Ciao Yoehi... come mai da queste parti?” chiese il ragazzo aprendo il frigo e prendendo il cartone del latte.


 

“Passavo da qui... e mi son fermato a fare quattro chiacchiere con tua madre...”


 

il rossino si versò del liquido bianco nel bicchiere, fissando la madre andare nell'altra stanza a riporre della biancheria pulita,


 

“Le ho fatto un po' di compagnia... e abbiamo parlato un po'...”


 

Hanamichi ignorò volutamente la sua agitazione, fissò l'orologio, rendendosi conto di essere palesemente in ritardo all'appuntamento con Kaede in caffetteria,


 

“Ah... e riguardo a cosa...?” chiese svogliatamente mentre si voltava a riporre il cartone in frigo,


 

“Oh beh... riguardo al fatto che non ti fai più vedere.... e a quello che mi dici bugie...”


 

Le spalle del rossino sussultarono, e appena qualche secondo dopo si mossero, lasciando che si voltasse,


 

“Yoehi...”


 

“Ci ero arrivato da solo... non credere... ma poi l'altra sera Mitsui mi ha confermato il fatto che stai mentendo anche alla squadra...”


 

Hanamichi si sentì alle strette, ma tentò inutilmente di resistere,


 

“Cosa dici Yoehi... io non ti men...”


 

“Hanamichi non dirmi che non mi mentiresti mai, perché ti giuro che mi alzo e ti spacco la faccia a pugni....” l'amico a quella frase tacque, “... credo sia ora che tu mi spiegassi cosa fai di così importante e misterioso da dover mentire pure a me... e voglio che mi spieghi pure cosa c'entra Rukawa in tutto questo...”


 


 

Sakuragi sembrò mettersi sulle difensive,


 

“Mitsui ti ha detto anche questo??” saltò su. Il moretto si alzò,


 

“Non ha importanza quello che mi ha detto... io voglio sentirle dire da te certe cose...”


 

Gli occhi di scura cioccolata di Hanamichi si socchiusero. Poi, fissando la madre rientrare,

si lasciarono ad una momentanea riflessione,


 


 


 


 


 

“Yoehi... facciamo un giro...” disse, e l'amico capì.


 


 


 

***********


 


 


 

Yoehi si accese la sua solita sigaretta, aspirandone un tiro profondo. Entrambi camminavano sul marciapiede ghiacciato, in silenzio.

Senza alcuna premeditazione il loro passo si fermò all'entrata del parco, lo stesso dove andavano sempre a parlare.


 

Le giostre erano vuote, così come i sentieri interni.


 

Camminarono, sedendosi su una delle panchine. Gelide, come l'aria.


 

Hanamichi sospirò, poi osservando il suo cellulare compose il numero di Kaede e lo chiamò,


 

“Senti arrivo in ritardo, sono al parco con Yoehi.... sì....” il moro al suo fianco lo fissava, “si... doveva parlarmi....ok... farò presto... a dopo....”


 

Premette un tasto, chiudendo la chiamata, poi osservando il suo fiato condensarsi in una nuvoletta biancastra disse:


 

“Senti Yoehi... mi dispiace non averti messo al corrente di questa cosa... ma non volevo si sapesse... neanche Rukawa vuole si sappia....”


 

Il moro annuì,


 

“Quindi avevo ragione a pensare che sapessi qualcosa di Rukawa...”


 

Un semplice cenno del capo soddisfece la sua domanda, e poco dopo il rossino iniziò a raccontare la storia delle sue ultime settimane... passate vicino Kaede.

A condividere le piccolezze di ogni giorno...


 

A condividere la sua condizione... la sua ansia... la sua paura....

Raccontò ogni cosa. Poi disse:


 

... “ Lo opereranno la vigilia di Natale...” concluse strofinando le mani, oramai gelide. Alzò il capo, posando lo sguardo sull'amico, silenzioso ormai da lunghi minuti.


 

Poi fissò nuovamente le sue scarpe, e disse:


 

“Mi dispiace non averne parlato con te... ma non riuscivo a farlo... non avrei saputo come dirti... tutto questo...”


 

Il moro si strinse nelle spalle, poi fissandolo chiese


 

“Ti sei innamorato di lui, vero?”


 

la sua domanda fu diretta e concisa come un treno in corsa.

Ma Hanamichi sapeva che il suo amico non lo avrebbe mai discriminato per la risposta che certamente avrebbe udito.

No, Yoehi era suo amico, e già da molto aveva accettato la sua omosessualità.


 

E a quel punto di fronte alla certezza dei propri sentimenti, Sakuragi annuì, e l'amico lo imitò,


 

“Mi dispiace molto Hana....” disse poco dopo. Il ragazzo si strinse nel suo giubbotto, e dopo qualche attimo di silenzio disse


 

“Sai... dopo la morte di mio fratello... credevo di poter sopportare tutto... per mesi avevo pregato che guarisse.... gli ero stato vicino durante la chemio... durante ogni attimo.... anche quando è morto... ero lì, a fissarlo mentre mia madre piangeva.... e desiderava solo morire con lui........”


 

“Nessuno ha colpa di quello che è successo Hana....”


 

Il rossino si alzò fissando la recinzione.


 

“Lo so Yo, me ne ero fatto una ragione... come quando è morto papà....” diede un calcio a un sassolino di fronte a sé, “... ma con Kaede è diverso.... non diverso perché ha la mia stessa età... non diverso perché ha un tumore.... diverso perché... al sol pensiero di vederlo morire.... so che potrei impazzire....” pronunciò quella frase tutta d'un fiato, e dopo rimase in silenzio, stordito dalle sue stesse parole.


 

Yoehi si avvicinò, e poggiandogli una mano sulla spalla lo guardò con comprensione. Hanamichi si avvicinò, ed entrambi si abbracciarono,


 

“Non ce la faccio Yoehi... non ce la faccio.... a vedere anche lui andarsene via ....” il moro lo strinse con forza, “... non ce la faccio.........” i singhiozzi del rossino si udirono distintamente,


 

“Fatti coraggio Hana... lui non morirà...”


 

Lo ripeté più volte nel tentativo di donargli sollievo.

Lo ripeté pregando dentro sé che almeno quella volta sarebbe stato vero...........


 


 


 


 


 


 

************************


 


 

Sakuragi e Mito camminarono sul sentiero gelato al di fuori del parco.


 

Il rossino si era calmato, ed insieme avevano deciso di andare via. Si erano ormai chiariti, ed adesso l'aria intorno a loro sembrava più leggera, certo, ma colma di una cupa malinconia.

Ad un tratto gli opali di denso cioccolato del rossino fissarono di fronte a sé.


 

Rukawa.


 

Lì, di fronte a loro, che camminava venendogli in contro.


 

I guanti di lana alle mani, il berretto largo sul capo. Pallido e smagrito, così come Yoehi non lo aveva mai ricordato....


 

Mito lo fissò. Quando si fermarono tutti e tre, Kaede disse:


 

“Ciao..Mito...”


 

“Ciao Rukawa... stavo andando via...” si voltò verso l'amico, “... ti lascio la scimmia rossa... il guntai mi aspetta per andare in giro...”


 

Una veloce pacca sulla spalla del rossino,


 

“Ci si vede Hanamichi.... ciao Rukawa!” e si allontanò, facendo un breve cenno con la mano.

Dopo qualche attimo di silenzio.......


 

Lo sguardo limpido e intensamente blu del moro si posò sul compagno, a qualche palmo da lui,


 

“Hai il viso arrossato....” commentò poi. Hanamichi sorrise, dolcemente, poi sussurrò:


 

“Andiamo a casa... c'è troppo freddo fuori... ho voglia di stare al caldo...con te!” in questa si avvicinò intrecciando la propria mano a quella di Kaede. Questi inizialmente lo fissò sorpreso, poi insieme iniziarono a camminare. In silenzio, verso casa.


 

Lungo le strade innevate....


 

Lungo i vicoli deserti....


 

Il sole illuminava debolmente tutto, pronto a lasciare posto al cremisi di un tramonto lento e insolitamente freddo....


 

**********


 


 

Hanamichi chiuse la porta dietro sé, fissando Kaede togliersi il giaccone, e riporlo nel piccolo ripostiglio a muro. Lo imitò, apprestandosi poi ad accendere la piccola stufa nella stanza, consuetamente fredda.


 

Rukawa mise l'acqua sul fuoco, intenzionato a prepararsi una buona tazza di the, poi si diresse al bagno.


 

Hanamichi sedette al tavolo, fissando la teiera sul fuoco.

In silenzio.


 

Ripensava al tragitto percorso.


 

Ripensava alla sua conversazione con Yoehi...


 

Ripensava al suo pianto..


 

Qualche attimo dopo, immerso nei suoi pensieri, non si accorse delle braccia che dolcemente si erano strette intorno alle sue spalle da dietro.


 

“Ehi...”


 

La voce morbidamente bassa di Kaede lo fece tornare in sé.


 

“L'acqua sta bollendo...”


 

Hanamichi con la mano salì a regalargli una carezza sul viso,


 

“Sì, ora lo preparo... non me ne ero accorto....” disse alzandosi, e sciogliendosi dalla sua stretta,


 

“Come ti senti?” chiese mentre sistemava le due tazze e gli infusi.


 

“Tutto bene... ormai son quasi sei giorni senza terapia... la nausea è andata via del tutto....”rispose l'altro. Hanamichi ripose le tazze sul tavolo, sedendosi poi vicino al compagno,


 

“Meno male...” sussurrò avvicinandosi a lui e baciandogli le labbra lievemente.


 

Kaede chiuse gli occhi, inizialmente sorpreso, poi mosse il capo spingendosi contro quelle labbra dolci e calde. Il loro bacio, dapprima dolce e lento, divenne appassionato... profondo..... incandescente.....


 

Le mani bianche della scura volpe salirono a incorniciare il viso del rossino, mentre questi si spingeva sempre più tra le sue braccia.... scivolarono lungo il collo, sfiorando l'incavo della spalla... sempre più giù, fino a incontrare la lana del maglione....


 

“Non devi metterti questi jeans così chiari....” ansimò Kaede infilando le mani sotto al maglione del rossino, e carezzandogli la schiena,


 

“Per.ch.é?” chiese questi gemendo al tocco gelido di quelle lunghe dita...


 

“Ti fanno un sedere da stupro...”


 

Il rossino rise, mentre il compagno si alzò trascinandolo con sé,


 

“Cosa vuoi fare Kaede...?” chiese Hanamichi confuso. Si fermarono vicino al letto, tornando a stringersi... Rukawa calò come un' aquila affamata sulle labbra di Sakuragi che si lasciò trascinare in una sensuale ed ipnotica danza di lingue e corpi.... i loro corpi... che si sfioravano, si strusciavano... pericolosamente eccitati....


 

In quelle settimane l'uno al fianco dell'altro non era mai successo di spingersi così pericolosamente oltre....

Così pericolosamente verso qualcosa che non fossero carezze e baci....

Non era mai successo di eccitarsi fino a desiderare.

Desiderare di possedere.

Eppure in quel momento Kaede sentì dentro sé come il rompersi di un ghiaccio vecchio di anni ed anni....


 

Sentì il sangue scorrergli nelle vene veloce e folle....


 

Sentì quel nitido alone di pudore perdersi nelle carezze sensuali che regalava al corpo tra le sue braccia.......


 

Sentì l'eccitazione salirgli lungo le braccia, e fargli tremare le mani... e le gambe... quasi di paura....


 

E fu paura la prima sensazione che avvertì prendendo coscienza del suo corpo, come mai in tutta la sua vita aveva fatto.

Coscienza del suo desiderio. Coscienza dei suoi sentimenti per Hanamichi.


 

Impiegò appena un attimo a capire cosa voleva veramente..... con tutto se stesso...


 


 


 

Non si resero nemmeno conto di cadere sul letto, intenti come erano ad accarezzarsi e baciarsi....


 

“Kaede...” il suo nome giunse alle sue orecchie, piano, “Kaede... no...”così come i palmi contro il suo petto, intenti a spingerlo via. Rukawa si staccò appena,


 

“Cosa c'è?...” chiese, con tono misto a eccitazione, sorpresa...irritazione...


 

Hanamichi arrossì vistosamente, avvertendo l'erezione pulsante e tesa del compagno premere contro la sua gamba attraverso la sottile stoffa dei pantaloni. Si sentì un bambino, indifeso ed impaurito.


 

In balia alle sensazioni, ma più che altro in balia del corpo del suo ragazzo.


 


 

“Fermati...” sussurrò ancora, ma Kaede tornò a baciarlo, imperterrito, finché non fu allontanato bruscamente.


 

“Kaede basta!”


 

L'altro sedette sulle coperte, “Ho detto di no!”


 

“Cosa ti prende Hana...? Ti è sempre piaciuto...”


 

“No... ecco....”balbettò vistosamente, “Io...noi...Non lo abbiamo mai fatto.... non così... io... non ci riesco!”


 

“Non ci riesci?”


 

“Io...”


 

“E' da oggi che sei strano...”


 

“Non è vero... E' solo che stiamo correndo troppo...” azzardò. Kaede lo fissò duramente, mentre il rossino si alzava dal letto, come per mettere distanza tra di loro,


 

“E' da quando siamo tornati a casa che sei così.... E' stato perché hai visto Mito?”Hanamichi scosse il capo, “L' ho visto mentre mi fissava.... dì la verità... gli hai detto tutto vero?”


 

“No... io...”


 

“Non dirmi bugie!”


 

il rossino tacque, abbastanza per tradirsi. E Kaede capì. Serrò le labbra.


 

“Lo sapevo, non dovevo fidarmi di te!” esclamò alzandosi anche lui dal letto furioso,


 

“Non ho avuto bisogno di dirglielo...” la voce di Hanamichi lo raggiunse appena qualche attimo dopo,


 

“Ah! Ma davvero... te l'ha letto nel pensiero allora??”


 

“Smettila Kaede!”


 

“Ti dà fastidio? Sai quanto ne dà a me sapere che racconti i fatti miei... soprattutto visto che ti avevo detto di non farlo!”


 

“Yoehi è il mio migliore amico da quando avevo due anni! Se ho qualcosa che non va me lo legge in faccia...non ho bisogno di dirglielo”


 

“...” Kaede lo fissò senza dire altro, dentro una fastidiosa sensazione... come un fuoco nel petto.


 

Il rossino si morse un labbro nervoso,


 

“Io... mi sentivo a disagio...mentre noi...non abbiamo mai...”non riuscì a concludere una sola frase, imbarazzato e mortificato per quello che stava succedendo.


 

“Ma certo... Quando la tua bambolina sta male la curi e la soccorri... ma quando sta bene, non ti piace più giocare al dottore?!” le parole di Kaede furono dure, dettate dalla rabbia, “...quando non potevo averti....ti piaceva startene su quel letto a farti toccare... ora ti tiri indietro.......”


 

Hanamichi lo fissò, ferito profondamente da quelle parole.

In un lampo si rese conto che gli occhi bruciavano... e che il petto gli doleva incredibilmente....


 

Banalmente pensò che era la prima volta che sentiva Kaede gridare...


 

Era la prima volta che lo sentiva parlare tanto..........


 

Ed era la prima volta che non aveva la forza di litigare o prenderlo a pugni...


 

“Sei ingiusto con me!” Kaede lo fissò nervosamente, “..tu non sei la mia bambola...!!!” gridò fuggendo velocemente in bagno.


 


 


 

La porta sbatté violentemente. E fu tutto nuovamente silenzio.


 


 


 


 

L'istante dopo Rukawa si sentì un verme.

Sedette sul letto, portandosi le mani alla faccia.


 

Hanamichi aveva ragione, era stato ingiusto e crudele con lui.....


 

Ma nemmeno lui capiva il perché di quella reazione.


 

Non capiva perché il ritardo di Hanamichi lo avesse irritato tanto....


 

Non capiva perché vederlo con Mito lo aveva reso nervoso....


 

Non capiva perché.... quando Hanamichi lo aveva respinto, aveva sentito qualcosa dentro piegarsi e poi spezzarsi fino a fare male... tanto male....


 

Non capiva perché quella sensazione di bruciore al petto...


 

No, non riusciva proprio a capire cosa provava. Cosa aveva per la testa...


 

Sapeva solo che aveva esagerato.

E sapeva che oltre quella porta Hanamichi piangeva, ferito dalle sue parole.... ingiustamente pronunciate...


 


 

Si voltò a fissare il legno della porta, freddo ed immoto, poi si alzò.


 

La porta non era chiusa a chiave, e si aprì in un gesto lento e quasi estenuante.


 

Kaede cercò con gli occhi la figura del rossino, e fu allora che lo vide... appoggiato al lavabo a piangere.


 

E fu come un pugno allo stomaco doverlo guardare... e dover contare le lucide lacrime che gli segnavano il viso....


 

Hanamichi notò la sua presenza dopo poco. Si portò dell'acqua al viso.

Non voleva farsi vedere in quelle condizioni...


 

Kaede lo fissò, poi si avvicinò.

Portandosi alle sue spalle gli poggiò una mano sulla spalla,


 

“Ehi....” la sua voce fu come una carezza. Ma non ebbe risposta.


 

Facendolo girare lasciò che i loro sguardi si incrociassero.

E in quel momento fu come se per la prima volta si vedessero... si vedessero davvero....


 

Gli occhi lucidi e velati di lacrime di Hanamichi.........


 

Gli occhi di cristallo marino di Kaede.....


 


 


 

Gli occhi colmi di sentimenti... di parole non dette.... di due vite ormai irrimediabilmente legate....


 


 


 


 

E non vi furono parole.


 

Non vi furono scuse.


 

Non vi fu nulla, oltre alle loro bocche unite, ancora una volta. Con ardore. Passione.

Per un tempo che sembrò eternità.....


 


 


 


 

Poi silenzio. Nuovamente.

Sguardi.

Bisbigli...


 

La pelle arrossata del viso di Hanamichi mentre sussurrava...


 

“Sono vergine...” nascondendo poi il volto sulla sua spalla, “..io...” singhiozzò ancora altre volte, consolandosi nella stretta di quelle braccia forti.


 

La mano di Kaede scivolò sulla sua schiena, carezzandola con estenuante lentezza.


 

“Ti ho fatto paura...” più che una domanda, un' affermazione.


 

Hanamichi si strinse maggiormente al petto del compagno,


 

“Quello che stavamo facendo.....mi piaceva...ma...è stato tutto troppo ...in fretta....”


 

Kaede sorrise, divertito dai piccoli singhiozzi che ancora salivano alle sue orecchie dalle labbra del rossino, poi incorniciandogli il volto con le mani tornò a baciare quelle labbra di sole, così a lungo che il tempo sembrò svanire..............


 


 


 


 


 


 


 

Prendendosi per mano entrambi tornarono nella piccola stanza.


 

Hanamichi fissò il letto, poi avvertì le braccia di Kaede cingerlo alla vita e stringerlo. Petto contro schiena.


 

Kaede appoggiò la sua guancia a quella bronzea e dorata del proprio compagno.

Un impeto di necessità lo invase... necessità di sentire quel corpo forte contro il proprio..solo unicamente per lui....


 

E colto da questa opprimente necessità lo rivelò a quel Dio dai capelli rossi, sussurrandolo al suo orecchio...


 

Le dolci labbra del giovane Hanamichi si piegarono in un sorriso, poi Kaede facendolo voltare tra le sue braccia lo baciò, sussurrandogli sulle labbra,


 

“Spogliati...”


 

“Kaede...” un altro bacio a far tacere quelle labbra, poi


 

“Ti fidi di me?” una domanda la cui risposta non celava dubbi. Sakuragi chiuse gli occhi, e Kaede scese lungo la giugulare, baciando e succhiando la pelle del collo...

Se ne prese cura per un tempo indefinito, poi con le mani aiutò il rossino a sfilarsi il maglioncino che copriva le morbide forme del petto.. pochi gesti ancora e anche la maglia leggera finì su una sedia...


 

Kaede fissò le linee di quel petto... di quell'addome... conosciute e viste tante volte...

Con i palmi delle mani lo accarezzò, percorrendolo dall'alto verso il basso... lentamente.....


 

I battiti veloci del cuore di Hanamichi sotto le sue mani vibravano intensamente......


 

Un sospiro uscì dalle labbra carnose di fronte a sé.... labbra rosse e sensuali ......... vere e proprie calamite per la sua bocca...


 

E fu di nuovo un bacio.... dolce, mentre Kaede in un gesto veloce lasciava cadere i propri indumenti per terra, e abbracciandosi al corpo del rossino lasciava che la propria pelle si bruciasse contro la sua.


 

Le mani bianche e sottili di Kaede si fermarono alla cinta dei pantaloni di Hanamichi.... lentamente slacciarono ogni bottone, lasciando indifesa la sua pelle.


 

Una mano vi scivolò, internamente... sfiorando la virilità semi eccitata del rossino, che sussultò leggermente....

Si ritrasse poco dopo.... troppo impegnato a baciare ogni lembo di pelle nuda sotto le proprie mani....


 

Kaede spogliò entrambi delle ultime vesti, poi si mosse verso il letto. E quando Sakuragi si stese sulle lenzuola bianche, il corpo bianco e forte del giovane si stese sul suo........


 

Sembrò di bruciare....


 

Sembrò come ustionarsi......... le loro pelli, tremendamente calde ed eccitate.........


 

Un brivido scosse i ventri di entrambi....


 

Kaede con lo sguardo carezzò ogni centimetro di quella pelle, scura... morbida.

Baciò i pettorali, ben scolpiti dai lunghi allenamenti di basket.... carezzò i fianchi, percorrendone le linee, leggermente rotonde. Col dito scivolò lungo il bacino, la linea incavata che conduceva alla base del sesso di Hanamichi.


 

Con la mano lo accarezzò, senza eccedere in forza.


 

Un gemito lungo e tremante giunse alle sue orecchie,


 

“Ka.e..de..” il suo nome, mormorato come una preghiera.....


 

Stendendosi al fianco del suo amante, quel giovane dallo sguardo di penetrante ghiaccio... continuò ad accarezzarlo... osservando curiosamente le reazioni di quel corpo premuto al proprio.... i suoi tremiti.... i suoi sospiri...

 


 

Sorrise, continuando a masturbarlo... continuando ad eccitarlo... la mano correva, dal basso verso l'alto, senza forzare.... avvertendo la pienezza del membro racchiuso tra le proprie dita....


 

Hanamichi mosse la propria mano, accarezzando i fianchi morbidi di Kaede.... li guardava, osservandone ogni piega.... osservando come ogni forma fosse simile alla propria... e quanto ciò lo eccitasse.... e gli provocasse un brivido soffuso al basso ventre.


 

Con le mani lo accarezzò.... scendendo verso i glutei.....


 

Kaede soffocò dei gemiti di puro piacere nella sua bocca, rubandogli il fiato nuovamente, poi si mosse... stendendosi di fianco e portando il capo verso i piedi del letto, si trovò a baciare le ginocchia del rossino.... accarezzandone l'epidermide scura e sudata.


 

Hanamichi, nella medesima posizione, baciò le sue cosce chiare, scendendo a carezzare con la mano, la leggera peluria scura sul pube del volpino.... nel farlo quasi gridò, avvertendo la bocca di Kaede chiudersi sul suo sesso eccitato... stringendo gli occhi annaspò come se il respiro gli mancasse, poi alzandosi su un gomito si chinò a baciare la pelle del moretto, scendendo timidamente con la bocca all'incavatura della gamba.


 

Le labbra di Kaede gli donavano un piacere assordante... e in sé Hanamichi desiderò regalargli le medesime sensazioni... fu così che si chinò sulla sua pelle, ormai tesa ed eccitata... e timidamente prese a regalargli piacere. Kaede vibrò a quel tocco, e sembrò impazzire... prese a muoversi più velocemente, strappando al rossino continui gemiti....


 

I suoi fianchi chiari si mossero, incontrando il viso del compagno...

I loro corpi perfettamente intrecciati... ormai persi nel donarsi piacere reciproco proseguirono nella loro corsa, finché il grido di Hanamichi segnò il suo apice....


 

Rukawa continuò a succhiare la sua pelle tesa, deglutendo ogni goccia di quel desiderato piacere... e a sua volta lasciandosi andare nella bocca del rossino... che lo imitò.


 

Questi, dopo aver assaporato ogni singola goccia di quel dolce nettare, si lasciò andare sulle coperte, chiudendo gli occhi.

Si sentiva stordito in ogni senso e volontà.

Desideroso solo di perdersi nell'assordante musica del piacere.... che lo accecava e lo rendeva inerme ad ogni sensazione che non fosse un godimento totale ed intenso.


 

Kaede si sdraiò al suo fianco, ed entrambi rimasero a fissare il soffitto ad occhi chiusi. Respirando affannosamente. Spalla a spalla. In quel piccolo, caldo letto...


 

Dopo qualche minuto Kaede avvertì Hanamichi muoversi, e poco dopo il suo capo poggiarsi alla sua spalla. Abbassò lo sguardo e lo fissò. Aveva già chiuso gli occhi nell'atto di riposare.


 

Sorrise, poi girandosi appena su un fianco, sussurrò qualche piccola frase al suo orecchio.


 

Hanamichi rise, poi accoccolandosi a lui si lasciò al piacevole calore delle coperte, che Kaede aveva tirato su di loro.


 

Prima di sopirsi completamente sussurrò al suo orecchio


 

“Te lo pro.m.etto...”


 

E Rukawa lo strinse più forte.


 


 


 


 


 

*********************


 


 


 


 


 

 


 

Kaede si svegliò, destandosi da un leggero torpore.

Un rumore soffuso per la stanza sembrò attirare la sua attenzione.


 

Nel bagno Hanamichi ad occhi chiusi si godeva il getto gentile dell'acqua della doccia. Carezzandosi i capelli li liberava dalla schiuma dello shampoo e si rilassava.


 

Ad occhi chiusi riviveva gli avvenimenti della notte precedente... ricordando le carezze... gli abbracci....le parole sussurrate.... nel buio di quella stanza.... e quasi sentiva il cuore accelerare i battiti e scoppiargli in petto.... di gioia... di lieve desiderio e attesa.... attesa per l'adempimento di quella promessa che Kaede gli aveva strappato....


 

Aprendo gli occhi fissò la parete piastrellata di fronte a sé. Sorrise, poi chiuse l'acqua.


 

Avvolgendosi nell'accappatoio bianco del suo ragazzo uscì, rabbrividendo del tenue freddo della stanza. Si asciugò velocemente, poi chiudendosi la cintura di spugna uscì dalla stanza da bagno per prendere i vestiti.

Chiusa lentamente la porta alle sue spalle, si voltò...

Sul letto, sveglio, Kaede lo fissava.


 

“Non volevo svegliarti...” sussurrò il rossino avvicinandosi al letto e sedendosi sulla sponda.


 

Kaede lo fissò, notando come il rossino, dolcemente premuroso, lo guardasse con una luce indefinita.


 

Gli carezzò il volto.


 

Sedette sulle coperte e piano lo baciò.


 

“E' strano...” disse poi, e osservando lo sguardo curioso di Hanamichi continuò, “tutto questo... tra di noi... è strano...”


 

Hanamichi annuì,


 

“Credo sia normale le prime volte... ci abitueremo...” pronunciò regalandogli un sorriso e la conferma che tutto quello che era successo la sera prima per lui era stato bellissimo.


 

Kaede gli circondò i fianchi, e si strinsero dolcemente per un po', poi


 

“Vado a lavoro... o ritarderò a scuola... oggi torno prima... voglio stare insieme a te tutto il giorno...” il moro annuì, e il rossino iniziò a vestirsi.


 


 

*************


 


 

 

Hanamichi chiuse il proprio armadietto e si allacciò le scarpe pronto a dirigersi in classe.

Le lezioni dovevano ancora iniziare eppure lui già desiderava fossero finite.


 

Kaede lo aveva costretto a promettergli che non avrebbe fatto altre assenze per colpa sua... e a malincuore si trovava costretto ad essere di parola. Però quel pomeriggio non sarebbe andato in palestra. Voleva stare con lui tutto il tempo.


 

Infondo il giorno dopo lo avrebbero ricoverato per l'operazione, e voleva trascorrere tutto il suo tempo a prendersi cura di lui... indipendentemente da come sarebbe andato l'intervento....


 


 

Camminando lungo i corridoi intravide Yoehi. Con un gesto della mano lo salutò e poco dopo si fermarono a parlare davanti alla porta della classe....


 


 


 


 

********************


 


 


 


 


 

Kaede gettò il capo all'indietro gemendo ed ansimando.


 


 

Con le mani carezzava i fili di fuoco di quella chioma che gli solleticava l'addome, mentre Hanamichi, con il viso immerso tra le sue gambe, muovendosi audacemente lo guidava al piacere.


 

“Ah...ha...aah...” pochi movimenti ancora. “..Si Hana... così...” e poi il tremito del suo corpo accompagnò l' apice...disperatamente rincorso...


 

Hanamichi lasciò il calore di quella pelle. Con una mano si asciugò la bocca, poi sdraiandosi sul suo compagno si abbandonò all'abbraccio delle sue braccia forti...


 

Strofinando la pelle della guancia al suo petto chiuse gli occhi...


 

Il moro accarezzò i suoi capelli, gentilmente....


 

“Vorrei restare così ... sempre....” sussurrò lui dagli occhi scuri stringendosi al corpo sotto sé.


 

Rukawa sorrise, dolcemente.


 

La mano del rossino carezzava la sua pelle, sotto le coperte pesanti che coprivano i loro corpi.

Il tempo sembrava una grossa bolla di sapone che inghiottiva tutto intorno a loro.


 

In silenzio continuarono a sfiorarsi... premuri solamente di sentire la propria presenza.

Il calore della loro pelle... l'una contro l'altra...

Poi


 

“Domani sarò con te in ospedale...”


 


 

quella frase seguì senza preavviso, Rukawa non rispose,


 

“... ti prego non dirmi che non mi vuoi al tuo fianco...” Hanamichi chiuse gli occhi godendo della carezza che la mano di Kaede regalava ai suoi capelli, segretamente pregando dentro sé che il moro non rifiutasse la sua offerta.


 

Lunghi attimi di silenzio. Poi:


 


 


 


 


 

“Ti amo... Hanamichi...”


 


 


 


 

Furono le uniche parole di Kaede mentre la loro stretta si faceva più salda.... e le loro bocche si univano ancora.....


 


 

**********


 


 


 

La vigilia di Natale si presentò come una fredda e nevosa giornata di dicembre.


 

Hanamichi aspettava in una bianca e sterile camera d'ospedale. Fissava il letto di fronte a sé e rifletteva.


 

Quella sera avrebbero operato Kaede...


 

Un intervento che avrebbe deciso il suo futuro.

Un intervento che avrebbe potuto cambiare il loro di futuro.


 

Ad un tratto l'infermiera rientrò, Kaede era al suo fianco intento a spingere la sedia a rotelle vuota.


 

“Ehi Kitsune, ma non dovevi starci tu sulla sedia?”


 

“Stà zitto do'aho... riesco ancora a camminare!” borbottò irritato il moro.


 

Il rossino sorrise, e fissò la donna che poco dopo uscì per tornare alle sue mansioni.


 

Rukawa tornò a sedere sul letto,


 

“Vengono a prendermi tra poco... a quanto pare le analisi sono ok...” detto questo tirò via il foulard che portava in testa, e toccandosi il capo con un gesto della mano richiamò l'attenzione di Sakuragi,


 

“nh?” questi si avvicinò con curiosità, sfiorando poi il capo del giovane, su sua indicazione.


 

“Stanno ricrescendo... i capelli” osservò soddisfatto il moro,


 

“Peccato...” commentò Hanamichi, “non potrò più chiamarti palla da bigliardo... o volpe spelacchiata.......” scherzò evitando a brucia pelo un pugno.


 

“Come sei suscettibile...” commentò poi il rossino afferrandolo per il braccio. Lottarono fintamente qualche attimo poi Kaede lo attirò a sé, stringendolo nel suo abbraccio,


 

“Cretino” fu il laconico commento del moro seguito dal sorriso del suo compagno mentre si stringeva al suo petto in silenzio.


 


 


 


 

********


 


 


 


 

Quando fu il momento, un infermiere venne a prendere Kaede.


 

La lettiga, fuori dalla porta, era ben visibile.

Hanamichi, la fissò per alcuni secondi, tornando poi con lo sguardo sul suo compagno.


 

Entrambi non pronunciarono parole. Non pronunciarono saluti.

Sapevano che era giunto il momento, e decisero di affrontarlo con tutto il coraggio di cui erano capaci.


 

Si fissarono. E i loro occhi pronunciarono tutto ciò che i loro cuori volevano sapere.


 

Kaede si alzò, muovendosi verso la lettiga, Hanamichi gli afferrò la mano.


 

Si guardarono per un secondo, come se quella stretta, tiepida e tremante potesse essere una risposta.... alle loro disperate richieste....


 

Sulle loro labbra mille parole... mille frasi non dette...


 

Nel loro cuore una stretta straziante.

Una paura snervante... paura che fosse il loro ultimo momento...


 

Il moro strinse la sua mano qualche secondo, poi sciogliendosi da quella presa salì sul materassino e si sdraiò su di esso.


 

“Do'aho non distruggermi il letto mentre sono via...” sussurrò,


 

“Kitsune...”


 

“Torno presto...” la sua mano carezzò una guancia arrossita di Hanamichi.


 

Spinta lungo i corridoi... quella lettiga si diresse verso quella porta di acciaio e vetro, che era l'accesso alla sala pre operatoria.


 


 


 


 


 


 


 

E fu seguendo per quel corridoio Kaede che per la prima volta Hanamichi la sentì...


 


 

... Fu osservando quegli occhi chiari e profondi... colmi di paura e umano sentimento... che per la prima volta la vide.... quella cupa disperazione...


 

                    ......Fu pregando che per la prima volta si rese conto di quanto disperatamente il suo cuore soffrisse...


 

Solo allora. Di fronte ad una separazione necessaria. Di fronte a un destino troppo crudele e duro da accettare.


 

Di fronte all'amore che provava per Kaede...


 

Di fronte al dolore che nel suo petto sembrava strappargli il cuore... la ragione ed il respiro...


 

Fu allora che avvertì... come mai...


 

                                                     ......... quel gelido vuoto nel cuore....


 


 


 


 


 

Sedendosi su una panca fredda, in quel sterile e gelido corridoio, Hanamichi fissò la porta di fronte a sé. Quell'unica porta che lo separava dalla persona che amava....


 


 


 

********


 


 


 

Le ore trascorrevano. Hanamichi fissava l'orologio con crescente apprensione.

Seduto su quella panca di freddo metallo stava a rigirarsi le mani, guardare l'orologio... ripetersi che doveva essere forte...


 

Ad un tratto una voce distrasse i suoi pensieri...


 

“Hana...” alzando il capo il rossino incontrò la figura di Yoehi.


 

“Cosa ci fai qui?” chiese l'amico,


 

“Non riuscivo a stare da un' altra parte.... e non sono solo...” ad un tratto alle sue spalle comparirono i ragazzi del guntai, “abbiamo deciso di venire....”


 

Hanamichi sorrise: “grazie... ragazzi...”


 

“Da quanto è dentro?”


 

“Alcune ore...” disse sedendosi nuovamente, “...non esce nessuno a dirmi niente...mi sembra di diventare pazzo ad aspettare così senza sapere nulla...”


 

****


 


 

I giovani rimasero nel grande corridoio, per ore...Yoehi si era appisolato appoggiato al muro. Così gli altri, seduti su una panca.


 

Quando la porta della sala si aprì, e un uomo in camice bianco fece la sua comparsa, Hanamichi avvertì una morsa allo stomaco.

Si mosse andandogli in contro.


 

“Dottore...”


 

Questi si avvicinò e disse:


 

“L'operazione è finita...”


 

“E' andato tutto bene?” la domanda di Hanamichi fu il suo unico appiglio ad una flebile speranza che voleva si concretizzasse.


 

“Ci sono state delle complicazioni... il cuore del Signor Rukawa durante l'operazione ha avuto un arresto... abbiamo dovuto attuare delle procedure di emergenza per regolarizzare le funzioni vitali....” il rossino si sentì morire ad ogni parola... l'ansia divenne paura...


 

“... ma infine l'operazione si è conclusa, e siamo riusciti ad asportare la massa tumorale...totalmente... pare che non avesse fatto metastasi... ed è un buon segno...”


 

“Allora sta bene?”


 

Il medico annuì,


 

“Prevediamo di tenerlo sotto coma farmacologico almeno questa notte, per somministrargli la prima dose della terapia post operatoria.... poi lo terremo qualche giorno in osservazione... se tutto rientra nella norma tornerà presto a casa...”


 

Gli occhi lucidi del rossino trattenevano appena le lacrime.


 

“Dottore... ma il tumore...”


 

Il medico esitò un attimo, poi disse


 

“...Non c'è alcuna certezza che un giorno non possa ripresentarsi una recidiva... ma solitamente questi casi di linfoma non sono mortali... se presi in tempo... “


 

“E lo avete preso in tempo in questo caso?”


 

L'altro annuì,


 

“Si...” gli poggiò una mano sulla spalla sorridendo, “abbi fede... e sta vicino al tuo amico... tra poco lo portano in camera...”


 

Detto questo si allontanò tornando in sala operatoria.


 

Yoehi, svegliatosi da qualche minuto, si affiancò al suo miglior amico, e sorrise. Fissò Hanamichi, poi entrambi attesero gli infermieri, che dopo pochi minuti uscirono dalla stessa porta con Kaede addormentato sulla barella.


 

Sakuragi fissò il compagno.


 

Il suo volto pallido...


 

Il suo volto addormentato e rilassato nel sonno.........


 

La sua espressione.....


 

In silenzio si mosse, seguito dai suoi amici, fino alla camera.


 

“Non fate chiasso... ha bisogno di tranquillità...” raccomandò un' infermiera.


 

Hanamichi sedendosi su una sedia vicino al letto, ed ignaro di tutto ciò che lo circondava, si chiuse nel suo piccolo mondo, e si dedicò a Kaede.

Gli sfiorò la mano, carezzandola delicatamente, come se fosse di cristallo...


 

E si perse in contemplazione di lui... per un tempo senza fine...


 


 


 

***************


 

Yoehi si avvicinò all'amico.


 

“Hana...” questi alzò il capo fissandolo, “l'allenatore Anzai è qui... e non è solo...” il rossino sembrò sorpreso, poi ricordò che Kaede aveva chiamato l'anziano allenatore prima di ricoverarsi.

Ormai doveva essere giorno, pensò.


 

Si alzò uscendo dalla stanza, semi scura. Appena varcò la porta il suo sguardo incontrò la figura del Professore Anzai, e dei compagni del club di basket.

Sospirò, ignaro di ciò che lo aspettava , poi avanzò.


 

“Sakuragi...” l'anziano uomo dai capelli bianchi fece pochi passi verso di lui,


 

“Non si è ancora svegliato... ” l'uomo annuì, poi lo sguardo scuro di Hanamichi cadde sui ragazzi alle sue spalle.


 

Mitsui lo fissava, con sguardo palesemente contrariato.


 

Miyagi sembrava non capire.


 

“Sakuragi, tu sapevi che Rukawa era malato?” la domanda di Ayako sembrò sorprenderlo.

Lo sguardo accusatorio dei propri compagni non lo sorpresero.


 

Hanamichi tacque, lasciando che fosse il proprio silenzio a rispondere per sé.


 

Hisashi avanzò a passo pesante,


 

“Sapevi tutto da mesi, dì la verità...”


 

“Come?” chiese Ryota,


 

“L'altra volta nello spogliatoio ho visto una chiamata d Rukawa al suo cellulare...” spiegò l'ex teppista. Gli altri ragazzi si voltarono sorpresi verso il rossino.

Il suo silenzio fu una tacita conferma.


 

Yoehi fissava il tutto, senza intervenire.


 

Mitsui si avvicinò afferrando per il colletto della camicia il rossino,


 

“Avevamo il diritto di saperlo!” ringhiò, ma Hanamichi sorrise, amaro.


 

“Solo lui ha il diritto di decidere... non erano cazzi vostri...” a quelle parole Hisashi lo colpì con un pugno violento, che stravolse tutti.


 

“Erano cazzi nostri, e tu dovresti saperlo... lui è un nostro compagno... e invece ci hai mentito per tutto questo tempo...”


 

“Adesso basta!” Anzai tentò di stemperare i fervori. Mito avanzò mettendosi tra lui e Hanamichi.


 

“Adesso basta... calmati Mitsui...” disse Kogure poggiando una mano sulla spalla dell'amico tentando di calmarlo. Questi si scrollò dalla sua presa.


 

Sakuragi si voltò,


 

“Per qualsiasi cosa chiedete al medico...”


 

E senza dire altro rientrò nella stanza di fronte a sé.

Gli altri rimasero fuori.


 


 

***************


 


 

Hisashi nervosamente si voltò camminando fino alla panca in ferro.


 

“Mitsui hai esagerato!” iniziò Yoehi, “Hanamichi voleva dirvelo... ma Rukawa l'ha costretto a non farlo...”


 

“L'ha costretto? Come se potesse... quell'idiota non gli ha mai dato ascolto in vita sua...”


 

“Ha dovuto!” il moro fissò la porta chiusa, “altrimenti Rukawa probabilmente non avrebbe accettato il suo aiuto...”


 

“Cosa intendi?” Ayako si fece avanti.


 

“Rukawa faceva terapia da più settimane... e da quanto ne so è solo... quindi Hanamichi si è offerto di aiutarlo...ma ha avuto parecchie difficoltà per convincerlo...”


 

La ragazza fissò i compagni, poi sospirò.

La situazione era più complicata del previsto....


 

************


 


 

Hanamichi avanzò nel semibuio della stanza.


 

Fissò il corpo di Rukawa disteso sulle lenzuola sterili e tiepide.


 

Si avvicinò al letto, e osservò in silenzio i tubicini attaccati alla sua mano... e il piccolo respiratore alle sue narici...


 

Con la mano carezzò il suo viso, pallido e disteso.


 

Avvertendo le proprie lacrime solcargli il viso provò l'immenso desiderio di essere stretto nuovamente dalle braccia di Kaede... le sue braccia... il calore del suo corpo premuto al suo....


 

Quella presenza, quei sentimenti che per la prima volta lo facevano sentire accettato e compreso da qualcuno... qualcuno che non giudicasse... qualcuno che tenesse davvero a lui....


 

Strinse la sua mano tra le sue, scure e calde.


 

Le portò alla bocca, sfiorandole con le labbra. Abbassò il capo, lasciando che le lacrime macchiassero il bianco candido delle lenzuola... e bagnassero quella pelle liscia e tiepida...


 

“Kaede...” sussurrò, perso tra nostalgia e disperazione.... preso tra rimorso e rabbia...


 

Pensò a quello che era successo pochi attimi prima... Mitsui lo aveva colpito, lo aveva giudicato. Forse anche odiato.


 

E lui lo meritava. Perché aveva mentito a tutti... ma era stato messo di fronte ad una scelta.

E lui l'aveva presa...


 

Non avrebbe mai voluto che tutto ciò succedesse, ma Kaede era la cosa più importante... più di tutto... da sempre. E non aveva pensato ad altro...


 

Ad un tratto le dita di quella mano bianca si mossero... appena...

Sakuragi sussultò, allontanando appena il viso. I suoi occhi fissarono il volto di Kaede scorgendo le sue palpebre alzarsi appena...


 

Lo sguardo offuscato di quelle perle di dolce e profonda acqua marina si posarono su Hanamichi.


 

Quella mano sottile e debole gli carezzò una guancia...

Il rossino pose la sua mano sopra quella del compagno, scoppiando in lacrime e chinando il capo...


 

“M.io D.io... Ka.e.de......” sussurrò lasciandosi al calore di quella pelle, che carezzava la sua...


 

Kaede scivolò con le dita tra i fili rossi dei suoi capelli... carezzandoli con dolcezza..... mentre nel silenzio di quelle pareti i singhiozzi di Hanamichi si diffusero, lenti e colmi di gioia.........


 


 

Finalmente......


 


 

************************

 


 


 

“Kitsune ma dove diavolo sei??!” la voce squillante di Hanamichi si fece eco nella stanza vuota, ad un tratto Kaede apparve oltre la porta del bagno.


 

“Do'aho...non gridare...” la sua consueta voce, bassa. Profonda. Mentre assonnato tornava a letto.


 

Il moro si lasciò cadere tra le coperte, ancora tiepide e si accoccolò contro il cuscino.


 

Hanamichi lasciò scivolare il giubbotto sulla sedia e slacciandosi la giacca della tuta posò le borse della spesa sul tavolo, poi si avvicinò al letto.


 

“Non mi dire che hai ancora sonno... stai dormendo da due giorni!!! Per non dire che sei a letto da quasi una settimana!!!!”


 

“Mmmmm... sono in convalescenza 'aho... lasciami dorm...ZZzzzZZZzzz”


 

Il rossino arcuò un sopracciglio. Ma guarda quella volpaccia dormigliona!!


 


 


 


 

Quella mattina era uscito presto a sbrigare i suoi giri di consegna. Aveva fatto la spesa e poi era tornato a casa.

Era appena la vigilia di Capodanno.


 

Il moro era uscito dall'ospedale quattro giorni prima, e da allora entrambi si erano trasferiti nel suo piccolo appartamento. Kaede non aveva voluto accettare l'offerta di ospitalità della mamma di Hanamichi, ed aveva preferito tornare alla sua piccola e solitaria casa.


 


 

Il rossino si sdraiò dietro Kaede e si abbracciò a lui. La scura volpe avvertendo la sua stretta aprì un occhio sospettoso.


 

“Oi do'aho... che fai?” fu il suo mormorio non appena quelle braccia color del sole si strinsero intorno ai suoi fianchi.


 

“Voglio abbracciarti... mi sei mancato...” quelle parole dolci come il miele fecero sorridere Kaede, che pochi attimi dopo si voltò stringendo al suo petto il compagno.


 

“Sdolcinato...” grugnì poi chiudendo nuovamente gli occhi.


 

“Allora bella volpe... domani è il tuo compleanno ... cosa vuoi come regalo?” chiese improvvisamente il rossino baciandogli l'incavo del collo, scherzosamente.


 

“Mmmm... ho già il mio regalo...” rispose il moro. Hanamichi si alzò su un gomito,


 

“Davvero? E quale sarebbe?” chiese curioso. Lui dagli occhi blu si avvicinò baciandogli le labbra,


 

“Te..” sussurrò stringendolo forte. Si fissarono in silenzio alcuni secondi, poi si baciarono intensamente... Kaede morse lentamente le sue labbra, “voglio solo te...”


 

“E vorrei vedere volpaccia.... chi altri ti sopporterebbe!” si finse arrabbiato Hanamichi, ma il moro in tutta risposta lo trascinò sotto di sé riempendolo di baci...


 

Era un ottimo modo da poco scoperto per far tacere il suo do'aho quando entrava nelle suoi consueti megalomani ed esaltati proclami.


 

Quando si staccarono Sakuragi rise e disse:


 

“Ti andrebbe di andare da qualche parte... solo noi due..?”


 

“nh”


 

“E' un si volpe?”


 

“Nh...” il rosso sospirò disperato...


 


 


 

****************


 


 


 

Il rumore della neve, soffice e cedevole, vibrava nell'aria, nel silenzio della strada percorsa insieme.


 

Hanamichi e Kaede.

Rukawa e Sakuragi.


 

Mano nella mano, lungo i marciapiedi, in quella notte tempestata di stelle e cristalli di ghiaccio, sottili come il silenzio intorno a loro.


 


 

Sakuragi era taciturno. Camminando fissava davanti a sé e pensava al rumore soffice dei passi del proprio compagno.


 

Era stata una serata piacevole.


 

Un piccolo locale. Luci soffuse, musica.


 

Non troppo affollato e dolcemente intimo.


 

Avevano bevuto qualcosa di fresco, cenato tranquillamente. Senza dover rincorrere il tempo.

Senza dover pensare al domani...


 

Ed adesso sulla strada del ritorno, l'assordante silenzio riempiva le loro menti e faceva quasi paura... sul cammino di un domani incerto.

Nessun pensiero superfluo, solo una ventata di speranza che colorava il loro cuore.


 

“Ti va di andare al tempio?” ad Hanamichi sembrò di sognare,


 

“Kitsune non sapevo andassi al tempio a Capodanno..”


 

“Nh”


 

Il rossino sorrise, e improvvisamente le parole del moro accarezzarono i suoi pensieri.


 

“Mia madre mi portava sempre qui... la notte di Capodanno... e la notte di Tanabata... lei adorava le stelle, e la vista che si ha dal tempio...le piaceva...” indicò con una mano una piccola panca in ferro, “ci sedevamo sempre lì a lungo...e lei guardava le stelle...”


 

“Oh... che visione romantica volpe... non riesco ad immaginarti a guardare le stelle...ed esprimere desideri..”


 

“Nh.. non vengo qui da quando è morta...”


 


 

Hanamichi capì, e poi fissando nuovamente davanti a sé chiese:


 

“Che desideri esprimevi?”


 

Kaede sembrò un po' a disagio,


 

“Non credo che gas e rocce galleggianti nello spazio possano avverare i desideri, do'aho...”


 

Hanamichi si mosse bloccandolo e fermandosi davanti a lui.


 

“Ma come sei romantico Kaede...” ironizzò divertito dal moro e dal suo broncio.


 

Adorava la piega di quelle labbra, quando scocciate si piegavano delineando i tratti di quel volto così bello ed ormai uomo.


 

I capelli, neri e morbidi come la seta, gli accarezzavano la fronte bianca e liscia.

Sotto il pesante berretto di lana facevano capolino... segno di una avviata guarigione di quel corpo...


 

Hanamichi li osservò, con occhi vaghi ed il cuore pieno di dolce sentimento.


 

La fila di fronte all'entrata sembrava veramente scoraggiante.


 

I due ragazzi attesero il loro turno con pazienza, perdendosi ad ascoltare le futili parole della folla intorno a loro.


 

In silenzio. Raccolti nei propri pensieri. L'uno al fianco dell'altro.


 

Hanamichi si avvicinò, e con gesti rituali espresse la propria preghiera. Al suo fianco Kaede lo imitava.


 

Nel più intimo del suo essere, il rossino espresse il desiderio più profondo e importante di tutta la sua vita.

Voltandosi guardò Rukawa, ancora con gli occhi chiusi, ed infine alzando gli occhi verso il cielo stellato, sorrise.


 


 


 

Pensò che infondo il suo desiderio più grande era lì vicino a sé.


 


 


 

*****************


 


 


 

E così mentre nel cielo terso di stelle di Kanagawa i fuochi d'artificio per festeggiare il nuovo anno illuminavano ogni dove, Hanamichi e Kaede sedevano sul freddo ferro di una panchina solitaria.


 

L'uno nelle braccia dell'altro.


 


 


 

Hanamichi appoggiato al petto di Kaede.

Kaede abbracciando Hanamichi. Forte.


 

Gli sguardi fissi al cielo.

Le mani intrecciate...


 

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Quando rientrarono nel piccolo appartamento di Kaede, Hanamichi chiuse la porta alle sue spalle. Allungando il braccio cercò l'interruttore per accendere la luce, ma una mano fermò la sua.


 

Quella di Kaede.


 

“Lascia così...”.


 


 

Una frase appena sussurrata nel buio della stanza.

Il tocco di quella mano calda fece fremere il rossino.

Incapace di chiedersi cosa doveva aspettarsi da quella voce, così roca e sensuale.


 

Avvertì il corpo di Kaede vicino al proprio.

Pochi istanti dopo il suo abbraccio.


 

I loro abiti si strusciarono in un sibilo leggero, e i loro respiri si rincorsero per alcuni istanti...


 


 


 

“Non mi fai gli auguri do'aho...?”


 


 

Sakuragi schiuse le labbra, come per dire qualcosa... ma un bacio, appena sotto l'orecchio gli rubò il respiro.


 

“Ka.e.de...” ansimò, lasciandosi premere alla porta e rapire per un bacio in cui perse coscienza e volontà.


 


 

Le loro labbra si sfioravano, legandosi come si lega la bocca secca di un uomo alla sorgente della propria vita...


 

Passione. Desiderio. Disperata necessità.


 

Hanamichi percepiva tutto ciò in quel corpo premuto al suo. In quelle mani, che dolci gli accarezzavano il volto... il collo...

…….Che lo sfioravano in cerca di pelle... in cerca di calore...


 


 

Eccitato ed estasiato dal principiare di quei preliminari, il rossino alzò le braccia, iniziando a spogliare Kaede.


 

Il giubbotto scivolò a terra in un rumore soffice.

Seguirono uno ad uno gli indumenti... la felpa, la camicia...


 

Kaede assecondò ogni movimento, profondamente eccitato.


 

Hanamichi lo baciò più volte.

Alla cerniera dei pantaloni esitò appena un attimo, nell’attesa delle reazioni del moro. Ma Rukawa non disse nulla. Non fece nulla.


 

Di fronte a quel muto assenso Sakuragi decise di proseguire.

S’inginocchiò, lasciando che le sue mani spogliassero quel corpo di fronte a sé, fino a lasciarlo nudo.


 

Rukawa tese le mani accarezzandogli il viso, poi si mosse deciso a condurre il gioco...

Dopo aver atteso qualche attimo che il rossino si alzasse nuovamente di fronte a sé, iniziò a denudare il suo corpo bronzeo con estenuante lentezza.


 

Per godere d’ogni attimo.

Per godere d’ogni singolo bacio... d’ogni singola carezza... dispensata tra un fruscio e l'altro.


 

Le loro bocche si sfioravano, si cercavano... senza mai averne abbastanza.


 

Le loro mani vagavano sui corpi eccitati. Come a volerne sfiorare ogni parte... ogni singola parte...


 


 

Poi improvvisamente stretti in un abbraccio caldo e forte, Kaede si mosse, staccando entrambi dal freddo legno della porta e trascinando Sakuragi verso il letto.


 

Quando furono fermi di fronte a quel giaciglio, Kaede guardò il rossino.

Il buio della stanza illuminava soffusamente il corpo nudo del ragazzo.


 

Nessuna protezione, nessuno scudo tra la loro pelle, se non la sottile biancheria intima.


 

Hanamichi sfiorò curiosamente il petto della sua volpe. Al buio immaginò il corpo che conosceva così bene, carezzandone il petto, lentamente....


 

Avvertiva le mani di Kaede sfiorargli i boxer stretti, scendere... e attraverso la stoffa sottile solleticare appena il suo sesso, ormai irrequieto.


 

Poi salire, dai fianchi alla schiena... dalla schiena alle scapole... ad esplorare... ad imparare a memoria ogni singolo centimetro... di pelle.... quasi ossessivamente.


 

Un nuovo bacio, e le loro labbra sigillate sembrarono non saziarsi mai dell'eterno nettare, tale era il loro sapore mischiato.

Sapore di uomo, sapore di amanti, di corpi eccitati. Di sudore...


 

Kaede abbandonò quelle ciliege mature, e scese a donare attenzione a quel corpo.

Baciò un capezzolo bruno, inginocchiandosi poi a sfilare gli attillati boxer neri al compagno.


 

E poi i propri.


 

In piedi, l'uno di fronte all'altro si toccarono ancora...


 

Hanamichi sedette sulla sponda del letto e, sdraiandosi tra il bianco delle lenzuola, lanciò con lo sguardo un provocante invito a quell'amante dagli occhi di puro cristallo marino.

Un invito che non seppe rifiutare.


 

I loro corpi, ora uniti su quel letto, continuavano a baciarsi, toccarsi....


 

Lentamente.

Coscienti di non avere fretta alcuna.

Coscienti di non voler perdere nemmeno per un istante il momento che entrambi avevano ardentemente desiderato.


 

Hanamichi carezzò il volto di Kaede, fissando i suoi occhi di volpe.

Lucenti come quelli di un Dio della notte.

Scuri come la passione che bruciava i loro sensi.


 

La sua mano risalì la guancia perdendosi nei suoi capelli, corti e morbidi.


 

Kaede abbassò il viso regalando baci all'incavo di quel collo ormai arrossato dalle continue attenzioni, sul petto, sull'addome....


 


 

I loro gemiti si diffusero nel silenzio della stanza.


 

Le luci oltre la finestra sembravano lontane, e fredde. Troppo fredde.

E invece tutto intorno a loro era calore. Immenso, cocente calore.


 

Rukawa baciò l'inguine del rossino. La pelle incandescente ricoperta di peluria amaranto.

Vi posò le labbra. Lì dove l'odore del suo compagno si faceva più intenso... e con la lingua solleticò la pelle sensibile ed eccitata.

Hanamichi ansimò sofferente. Eccitato.


 

Una mano bianca sfiorò l'interno coscia, toccando con la mano la carne tesa e scura del proprio amante.


 

Pochi movimenti, decisi colpi di mano, e lo sentì gridare, e subito dopo riversarsi tra le sue dita.


 

Allontanando la mano, percepì il liquido caldo e denso del suo piacere scivolargli tra le lunghe falangi.

Il corpo di Hanamichi timidamente tremava tra le sue braccia.


 

Stendendosi al suo fianco avvicinò la mano umida alla sua intimità. Piano sfiorò il piccolo accesso nascosto tra quelle perfette rotondità.


 

“Ah-a..”


 

“Non aver paura...”


 

La sua voce sembrò una carezza, così quella delle sue labbra ancora sulla sua bocca. Si fissarono attraverso l'oscurità, poi Kaede accarezzandogli la guancia disse:


 

“Sono vergine...anche io...”


 

Sakuragi sorrise:


 

“Immaginavo fossi un pivello anche in questo...” lo provocò, ma l'altro lo baciò.


 

“Zitto do'aho...”, sorrise il moro “lasciati baciare...”.


 

Una delle sue dita, viscida di seme, premette per scivolare dentro quel caldo e piccolo antro... e piano, mentre si stringevano, Hanamichi l'avvertì penetrare il suo corpo.


 

Prima di poco. Poi ritmicamente ritraendosi affondò fino in fondo.


 

Kaede iniziò a preparare il corpo del suo amante.


 

Con gesti a volte veloci, a volte lenti...


 

Con forza, ma allo stesso tempo lentezza... dolcezza.

Sempre più in profondità...


 

E quando scivolò sul corpo di Hanamichi, questi alzò le braccia incorniciandogli il volto.


 


 

Il momento che avevano tanto rincorso stava per travolgerli.


 

“Voglio che mi guardi...” sussurrò il rossino fondendo il suo sguardo di densa cioccolata con quei cristalli di ghiaccio.


 

L'altro annuì, poi con i fianchi iniziò a spingersi nel suo corpo.

E quando il piccolo anello di carne che celava quell'ambito accesso cedette...Hanamichi gridò, in preda al dolore... in preda ad un umiliante sentimento d’intrusione...

 

Si aggrappò alle spalle del moro, forzandosi di resistere...


 

“Pian.o... Hana.. pian.o........” tentò di calmarlo il compagno fermandosi.


 

Accarezzò il suo ventre, nel tentativo di lenire il suo dolore, poi spinse ancora scivolando appena di qualche altro centimetro.


 

Hanamichi annaspò, piegando il capo. I suoi occhi colmi di lacrime a stento trattenute.


 

Kaede lo strinse tra le braccia. Completamente irretito dal calore di quel corpo che strettamente possedeva il suo, racchiudendolo tra calde pareti di carne…


 

Tentò di non abbandonarsi all'istinto.

Tentò di non cedere all'egoistico desiderio di spingersi in fondo. Di spingere. Forte. Con brutale passione.


 

Con la mano piegò nuovamente il volto di Hanamichi verso sé.

In quel buio soffuso i loro occhi seppero trovarsi. E Kaede si sentì affogare nella lucentezza di quelle lacrime dorate che sfioravano il viso del suo indifeso amante.


 

“Hana.michi... guardami....” sussurrò, “guardami... io...sono qui... sono con te....” lo strinse forte a sé.


 

Ancora qualche attimo di silenzio.

Poi un sospiro. Di frustrazione.


 

Assestando una potente e forte spinta, Kaede si fece strada nel suo corpo scivolandogli completamente dentro,


 


 

“ .............tu non sei invisibile Hana... non lo sei mai stato ai miei occhi.......” sussurrò stringendolo forte, con disperata passione.


 

Il rossino tremò-


 

Si abbracciarono, immobili. Kaede cercò ancora i suoi occhi, il suo sguardo...


 

“Sei l'uni.ca luce...che i miei...occhi han sapu.to vedere...” disse ancora.


 

Il rossino sorrise, poi prendendo fiato sussurò:


 

“Cont.in.ua...” .


 

Mosse appena il bacino verso di lui,


 

“Pi.an.o... su..”sussurrò il moro.


 

Piano i loro fianchi si mossero, unendosi in brevi spinte.

Kaede avanzò con cautela e lentezza, ascoltando i piccoli lamenti di Hanamichi.

La sensazione di calore che lo bruciava sembrava insopportabile, e pian piano lo costrinse ad aumentare la forza delle spinte... la profondità degli affondi... la velocità dei movimenti...


 

Dopo, quel silenzio di parole sussurrate e segrete si trasformò in un universo di gemiti soffusi.

Di parole ansimate.. confuse....


 

Hanamichi stringendo tra le sue braccia Kaede si abbandonava a lui, lasciandosi in totale fiducia al suo corpo. Soffocando il dolore che avvertiva dentro sé, in nome di quell'amore che tutto rendeva più bello. Più lucente.


 

La mano di Rukawa, che si muoveva sincrona alle spinte del suo corpo, lo guidava in un dolce amplesso misto di dolore e crescente piacere.


 

E quando entrambi intravidero l'apice, quel fuoco che sembrava consumarli li travolse.... gettandoli in un vortice di sensazioni........


 

E tutto intorno a loro fu luce... brillante... bianca... intensa.......


 

Luce e calore.


 

Luce e brividi.


 


 


 


 


 


 


 


 


 

Rimasero stretti, l'uno all'altro.


 


 


 


 

Consci per la prima volta di aver amato. Amato davvero.


 

Consci di non voler cacciare via quella sensazione di piacevole appartenenza che entrambi adesso avvertivano tra di loro.


 


 

E così in quel bozzolo di calore, creato dai propri corpi, si unirono ancora, per molto molto tempo...


 

... fino alle prime luci dell'alba... che illuminò il loro abbraccio.... esausti dopo l'ultimo, desiderato apice.

 


 


 


 

“Ti amo...”


 


 


 


 

La bocca rosea di Hanamichi si poggiò sulla pelle sudata del collo di Kaede, stringendolo da dietro, e costringendolo con la schiena al suo petto.

La scura volpe si lasciò alle sue braccia. E sorrise...


 


 

 

Continua 2/3

 

 

 

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La fic doveva essere di soli due capitoli, ma come ben sapete non riesco a non farmi prendere la mano... quindi "Believe in me" avrà un terzo capitolo, che presto potrete leggere (prestissimo direi, visto che le minacce della Mel sono sempre più terribili!!!).

Un grazie a tutti quelli che hanno letto il precedente capitolo e hanno commentato, sia via recensione che via mail. E' sempre un piacere leggere ciò che pensate delle mie storie.

Non posso anticiparvi nulla sul finale, ma posso chiedervi di avere pazienza ed aspettare l'ultima riga per tirare un sospiro di sollievo :)

Un saluto a hinao85 (la mia super Beta reader!!), sesshoudany (aspettami con la frusta,eh non fuggire!!), sanzina89 (brava,sii ottimista...almeno fino alla fine XD), Mirra, seika, Brinarap ( non lo so nemmeno io come non sono finita in OOC :) ), Lan (idem prima), sakura1978 (sono cattiva, lo so... ma che gusto ci sarebbe altrimenti?), Lilyj ,pierre (spero di accontentarti un giorno tesoro XD), Paola, elena, Valentina,pretty85,releuse,July-chan.

Un bacio a tutto il forum di Slam Dunk Yaoi Temple.

Ed infine, ma non sicuramente per importanza, un grande abbraccio a Mel, una persona ed un amicizia casualmente scoperta... ma mai sorpresa fu così bella :)

 

Abbiate pazienza, spero di non aver dimenticato nessuno, e vi ricordo che  per tutte le proteste, l'indirizzo è sempre quello :) !!!!

Vi attendo alla Sesta Casa, come sempre.

Baci dal Sacro Cavaliere di Virgo.