Behind - lettera nel buio

di La-chan


/Nel buio di una camera, un ragazzo siede alla scrivania.

A terra, le macerie di un letto.

Davanti, un foglio bianco.

Un foglio vergine ed innocente. Vuoto.

Pronto a riempirsi.

Per parlare, chiarire- anche a se stessi- cosa c’è dietro un rapporto./

 

Quando ti sveglierai, io non ci sarò, non sarò a dormire accanto a te.

Come sempre, no?

Come se non sopportassi di starti vicino per altro tempo

Come se il dolore di vederti così –dolce, innocente- fosse troppo forte.

E scappo dal tuo sorriso beato, da quelle ciglia che fanno ombra ai tuoi zigomi lisci, dalle lacrime argentate-piccole sfere di luce, passione e dolore- che ancora le imperlano.

Scappo dalle chiare prove di un peccato veniale- il sesso.

 

Dico veniale perché piace anche a te. Dico veniale per come urli il mio nome venendo.

 

Dico veniale per ciò che ora sto provando, il misto di odio, rabbia e solitudine - ma che è anche amore.

 

Ma dico anche peccato.

 

Dico peccato per ciò che mi fa essere così duro con te – scusa, se puoi, il gioco di parole, e non dire subito “baka Kitsune” perché non sono affatto baka, adesso. Sono l’essere più lucido del pianeta - ciò che mi impone a farti soffrire.

So cosa provi, Hana-kun.

È successo anche a me, è l’unica forma di sesso che ho conosciuto prima di te- l’abuso.

 

A volte credi che mi piaccia essere bello.

Non nego il piacere sottile che provo a guardarmi negli occhi, allo specchio, non nego l’orgoglio di quelle sfumature perlacee sulla mia pelle perfetta, non nego che mi sento bello.

Mi piace guardarmi, narciso moderno e imbronciato.

 

Ma, come Narciso, anch’io sto lentamente affogato, prigioniero, attirato verso un abisso senza ritorno.

Ma non è questo freddo specchio ad affogarmi.

No.

Non la consapevolezza di essere bello.

E nemmeno tutte quelle ragazze, compresa la mia eterna rivale.

Come vorrei che trovasse il coraggio di confessarmi il suo amore infantile ed insulso, come vorrei vederla balbettante davanti a me… vedere i suoi occhioni che tanto ti hanno fatto (o ti fanno?) sospirare riempirsi di lacrime di dolore e vergogna sarebbe impagabile… mi darebbe quel sadico senso di appagamento, quel cinico gusto salato in bocca, il ricordo dolce-amaro del tuo sapore, il sapere che tu sei mio… e che, sotto sotto (ma non dirlo in giro…) anch’io sono tuo.

 

No, non sono tutte quelle bamboline ad affogarmi. Sono i tuoi occhi.

 

I tuoi occhi che mi vedono nudo ogni volta che mi guardano, che esprimono amore cieco – e strano, quasi drogato e assuefatto da quel dolore - quando chiunque avrebbe paura.

Come puoi amarmi, fidarti di me?

 

Come puoi godere delle mie violenze, dei piccoli stupri quotidiani?

 

Come puoi eccitarti?

 

Non capisci che ho bisogno di tutto ciò per andare avanti?

Che uso la forza con te perché ho paura che non possa essere altrimenti?

E non può essere altrimenti, non più.

 

Non dopo aver visto il tuo cuore batter ancora per quella ragazzina.

 

Non da quando hai pianto in silenzio al vedere quei due fidanzatini abbracciati sotto il lampione davanti a casa tua.

Lo ricordo come se fosse ieri.

Ricordo quella voglia bruciante, le raccomandazioni febbrili della mia fragile coscienza (sta’ calmo… sta’ calmo…) andate miseramente in pezzi quando hai aperto la porta.

- Oh no… - è stato ciò che hai detto a decretare la tua fine.

 

MA tu non sai quanto ho provato a capirla, quella frase maledetta…

Non sai quanto mi sono chiesto cosa di vero ci fosse…

Perché poi ci sei stato, vero?

Poi mi hai cercato, gemendo come un gattino in calore.

Cieco, brancolante, in cerca di un letto, qualcosa su cui farti sbattere e scopare.

Qualcosa dove venire e vedermi mentre vengo.

 

Eri pazzo, imprigionato… le catene del tuo corpo, quelle dannate catene che partono dalle mie mani e arrivano al tuo corpo rovente, quelle catene fatte di passione ed erotismo, stringevano troppo.

Ma mi istigavi alla violenza, alla fretta.

Ricordo il tuo sguardo che scrutava fuori, mentre – nudo e inerme - quasi impazzivi di desiderio.

Ho cercato di riportarti accanto a me

Ma il tuo cuore era là fuori, a guardare con invidia quella coppia trasudante romanticismo.

E forse vorresti che la nostra diventasse una storia importante.

Da soap.

Che tutti sapessero…

Potermi baciare sotto un lampione…

Avere magari solo la paura di essere visti.

 

Lo sai che, adesso, nella realtà, se provassi a darmi un tenero bacio sotto ad un lampione, ti prenderei a pugni.

Perché noi non possiamo essere felici.

La felicità non esiste, è solo un’invenzione di un bambino solo.

Un sogno, un’utopia.

 

Poi il bambino cresce, e capisce.

Capisce che non deve fidarsi dei sorrisi.

Capisce che non è sempre vero che i tuoi genitori ti vogliono bene.

Capisce che la vita è tutta una presa in giro, che si è certi solo di sé stessi.

 

Invidio la tua vita di certezze, Hana-chan.

 

Più di quanto tu non creda.

Invidio la tua fiducia nel prossimo.

Glielo diresti tranquillamente? Senza una preoccupazione?

Cosa scatenerebbe?

 

Chiasso…

 

Sai anche tu che non è una soluzione!

Come credi che la prenderebbero gli altri?

- Sto con un ragazzo. Me lo scopo.

Scandalo!

 

Ma lo so che tutto sommato quando ti masturbi pensi a me e te abbracciati sotto un lampione, a baciarci e dirci “ti amo”.

Ti dico ti amo almeno dieci volte al giorno, con i miei baci, le mie carezze e tutto il resto, ma a te non basta, vero? Tu lo vuoi sentire dalla mia bocca!

E la mia bocca non sa parlare. Non più.

 

Non dopo averti conosciuto.

 

Non dopo tutto quello che c’è e c’è stato.

Del resto, non sono mai stato un gran parlatore, ma ora la cosa è peggiorata.

Non so definire bene il perché e il percome. Ti è mai capitato di sapere una cosa?

E basta?

 

Sapere che tutto il tempo che non passo a scoparti, ad adorarti, a pensarti… sapere che quella miserrima parte del mio tempo è tempo perso? Tempo trascorso nella brancolante ricerca di una delle opzioni che mi portano a te: dormire per sognarti, giocare per esserti vicino, o più semplicemente, sesso.

Il resto?

 

Quale resto?

 

Non c’è nient’altro che sogni, sesso e gioco.

 

E sangue.

Quel sangue invisibile di un’anonima canzone che ho sentito una volta:

 

il sangue che non vedi

che macchia il cuore

di chi ama

quel sangue dolce

come succo di ciliegia

e nella vita

quel sangue lo perdi

e muori

ne muori

e chi ha affondato

chi ti ha aperto

non lo sa

no, non lo sa

nella grettezza della chiacchiera

nella vita senza sogni

e tu ne muori.

 

E io ne sto morendo.

Perché il mio cuore ama, di un amore che è complesso e semplice come un caleidoscopio.

Ogni volta che mi sfiori, ne perdo l’immagine.

E cambia.

Cambia sempre.

 

Certezza di un sentimento?

Esiste?

Amare o desiderare, questo è il problema!

Siamo tutti Amleti? Tutti pazzi partoriti dalla confusione?

Dal caos primordiale che avvolge l’anima umana?

 

A volte la mia testa scoppia.

 

A volte perdo la cognizione della realtà, raggiungo l’astrazione in tutto ciò che mi sembra un minimo solido e fisso.

 

E ne muoio.

Perché i pazzi hanno la loro realtà

E a me non è concesso.

Il mio corpo, ogni mia fibra mi dice che sto impazzendo, che la vita è solo automatismi relativamente semplici: mangiare, bere, respirare, dormire, studiare in alcuni casi, giocare, sudare, masturbarsi ogni tanto senza pensare a niente in particolare per soddisfare un po’ del vuoto che sentivo.

 

E ora no: pazzesco caleidoscopio di emozioni.

 

E tu vivi indisturbato, senza che tutto ciò incrini i tuoi rapporti con gli altri.

 

Tu puoi aggiungere un affetto alla sfera di quelli che già hai - amici, tua madre…

Io posso solo sostituirlo.

Amo te.

E basta.

Solo te.

 

Se io mi ammalassi e fossi rinchiuso in casa per un mese, tu piangeresti davvero?

O andresti fuori con Yohei e gli altri?

A svagarti… senza pensieri, sapendomi vivo e vegeto. Autosufficiente.

 

Se succedesse a te credo che mi siederei davanti alla tua porta aguzzando le orecchie per sentirti respirare.

Chi mi verrebbe a cercare, del resto?

Nessuno ha mai voluto la mia amicizia.

E nessuno la vuole ora.

 

E io non ho bisogno di nessuno a parte te.

 

E sto impazzendo, affogando nelle preoccupazioni.

 

Come certe madri, che hanno un solo figlio e sono terrorizzate di perderlo.

E passano la vita ad accertarsi che il loro tesoro più grande sia vivo e stia bene, e si torcono le mani ad un colpo di tosse, cadono in prostrazione per un’influenza.

E i bambini, invariabilmente, diventati uomini schiacciati da tanto possessivo, egoistico amore, scappano.

 

Per questo non ti dico che ti amo, non ti dico quanto.

 

Perché la sola idea che tu possa scappare mi fa mancare un battito al cuore.

 

Dici che per me questa storia non è importante.

Ma cosa c’è di più importante di te nella mia vita?

 

Questo è amore - caos, rabbia, sangue, sudore e lacrime.

Non voglio illudermi che sia altro.

 

Ma voglio che tu sia felice.

 

Perciò lo scrivo, se non posso dirlo, sperando di portarti per una volta un sorriso.

Un sorriso vero.

Un sorriso dolce, ebete.

Un sorriso da innamorato.

 

Ti amo.

 

 

/ un foglio ripiegato sotto il cuscino. Una storia pronta a cambiare.

Sono questi gli attimi importanti nella vita, gli attimi in cui tutto cambia.

L’attesa di una risposta.

Sono questi i momenti in cui ti senti davvero vivo.

Anche se non potrà vedere il sorriso sul volto del suo amante, il ragazzo ha imparato ad imitarlo.

Prima ancora di vederlo.

Qualunque sia la risposta,

Comunque vada,

Che duri per un minuto o per sempre,

Questo pezzo di presente

Lo ha fatto sentire realmente vivo.

Perché questo è l’amore: sentirsi vivi nel presente./

 

owari

 

La-chan: finita un’altra!!!

Ru-chan: Stai diventando prolifica! Ma mi vuoi spiegare xchè io devo sempre avere dei problemi?

La-chan: ce lo vedi Hanamichi a scrivere una cosa del genere?

Ru-chan: hmmmm………

La-chan: ecco appunto.

Hana-chan: Un’altra? Ancora?!

La-chan: ecco appunto…si parla del diavolo…

Hana-chan: e allora? Ce l’hai messo un po’ di sesso qui?

La-chan: niente di ciò che mi hai chiesto l’altra volta.

Hana-chan: di nuovo un mattone psicologico????!!!!! NOOOOO!!!!!!!!

La-chan:*brandendo la tastiera* COME OSI STUPIDO PERSONAGGIO TU SEI NELLE MIE MANI POSSO FARE DI TE CIò CHE VOGLIO!!!!!

Ru-chan: smettila Hana sennò poi magari ci fa travestire da ballerine brasiliane…

La-chan:*ghigno satanico* AHAHAHAHA…BUONA IDEA…

Hana-chan: No! No, ti prego!!!!

Titti-Nico-Marti: ED ECCOCI QUI! A NOI NON CI RINGRAZI????

La-chan: scusate ragazze…. mi ero dimenticata… Allora, volevo ringraziare le mie amiche Valeria, Nicoletta e Marta che assieme a me compongono il favoloso, MERAVIGLIOSO gruppo musicale delle

T-N-M-L-chan: JENSING!!!!!!!!!!

Ru-chan: DI NUOVO LORO!

Hana-chan: Kaede! Dove sono i tappi???? PRESTO!!!!

La-chan:*brandendo la tastiera* FERMI Lì! NOI SIAMO BRAVISSIME!!!!!

Ru-chan: l’importante è che ci creda lei…

La-chan: insomma, grazie ragazze x la canzone “Behind”

Hana-chan: che c’entra il titolo col testo???

La-chan: Mica potevo scriverla tutta! Si capisce nel ritornello.

Ru-chan: Ehi La…Ma xchè canti in italiano se ti chiami Lacey ?

La-chan: biiiiiip miei! Insomma, grazie anche al Sensei Inoue e spero che vi sia piaciuta la fic. Un bacione particolare ad Andromeda e alla sua grande penna. SU, RAGAZZI INCHINATEVI!!!!!!!




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