Hana e Kae non mi appartengono, lo vorrei tanto, ma la fatina dei desideri non ha alcuna intenzione di ascoltarmi ç_ç

Note: l’ispirazione è arrivata mentre ascoltavo la canzone omonima dalla quale il titolo prende spunto, ma con essa c’entra poco e niente ^^

Dediche: questa mia ennesima creazione è interamente dedicata ad Alessandra, tutta solo per te ragazza!! È il mio modo per dirti grazie per tutte le mail, per le parole sagge, i consigli e gli scleri del venerdì…^^quasi dimenticavo, Ale…sai che ce la possiamo fare. >.<

Legenda:

-…- parlato

“…” pensato

---- cambio di pov tra Hanamichi e il racconto in terza persona

An sì, Kaede sarà ooc in taluni punti

Infine come sempre auguro a tutti coloro che si cimenteranno buona lettura.

La vostra Ichigo




 


 

 

Beautiful Soul

 

di Ichigo

 



 

Pov Hanamichi

 

-Ma che fico mi ci ficco!!-

 

-Waaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!-

 

-Rukawaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!-

 

Le odio, le odio, le odio. Quelle…

 

-Maledette galline! Tappatevi quella boccaaaaaaa!!-

 

Non posso trattenermi dall’inveire contro di loro, avvicinandomi agli spalti e sono costretto ad alzare ancora di più la mia voce per sovrastare le loro assurde urla. In preda alla rabbia uso il pallone che ho tra le mani e con il quale mi stavo allenando e lo lancio contro quella folla di pazze, oche starnazzanti.

Purtroppo riescono a spostarsi per tempo e cominciano a darmi addosso:

 -Sta zitto tu!!-

-Aiuto, cosa vuole questo mostro da noi?!-

 

“Mostro?”

Ma come osano, gli e lo farò vedere io, sto per tornare all’attacco quando il gori mi riprende obbligandomi a tornare in campo. Sa essere piuttosto convincente quando ci si mette. La mia povera testa lo sa bene.

Noto comunque con piacere che poi sbatte fuori quelle sottospecie di streghe con pon pon. Torno ad allenarmi soddisfatto, ma non la passo liscia, perché Mitsui come suo solito, si impiccia:

-dì un po’, sei geloso del nostro asso?-

 

“Cosa, cosa, cosa?!”

 

-Primo, qui l’asso della squadra sono io, secondo, ma neanche morto, geloso della stupida volpe! È che quelle maniache disturbano il mio Genio-

-See, see come no!- ribatte il nano dando man forte all’amico teppista.

Avrei quasi scommesso di sentire la volpaccia replicare a conclusione del tutto, ma come se la cosa non lo riguardasse continua i suoi tiri liberi.

Ultimamente è alquanto strano. Oggi poi, non mi si fila per niente ancora nessun insulto da parte sua, e la cosa mi indispettisce alquanto, perché mi ignora????

Il tensai è un uomo dai mille pensieri e il 999 per cento delle volte, sono tutti pensieri rivolti a lui.

Maledetto, ma perché dovevo innamorarmi proprio di lui!!

 

L’urlo del gorilla che decreta la fine del riscaldamento, mi riscuote.

Cosa, come? Ah, sì la partitella di allenamento, nh? Uffa! Tocca a me marcare la volpe:

-così magari impari qualcosa- è il gentile suggerimento.

Mi metto in posizione e noto che nonostante tutto, Ru sembra piuttosto ‘contento’ che questo ingrato compito spetti a me.

Mah , chiamatemi idiota (idiota! ndtutti) non credo sia perché mi ritiene un inetto e facile da fregare con qualche finta…sono perplesso.

 

Il gioco ha inizio e alla prima occasione il mio avversario numero uno tenta di andare a canestro.

Tiro dalla linea dei tre punti slanciandosi all’indietro, vuole sempre fare le cose in grande lui.

Ah - ah! Sfortunatamente per lui la palla tocca il ferro: -rimbalzo!- urlo.

Salto e vedo che anche lui ha saltato per il recupero.

Morale della favola, cadiamo rovinosamente a terra, uno sull’altro, io su di lui.

Ah, celeste visione, sogno proibito.

Kaede ed io distesi l’uno sull’altro, io su di lui, (questo l’hai già detto ndIchi) lui sudato ed ansante, i capelli scompigliati, le labbra socchiuse.

 

Ca**o! mi sto eccitando…mi sono eccitato!

Ma porca…di una…p..(Hanaaaaaaaaaa!!! ndIchi) ....aletta!

 

Prima che lui per primo o qualcun altro se accorga, mi alzo e torno in posizione.

Umphf, speriamo che questi miseri abiti non mi tradiscano, in fondo perché mai dovrebbero buttare l’occhi proprio lì!!

Anche Rukawa si alza, palla a lui. Tiro. Canestro. Come al solito impeccabile.

 

Il gioco riprende, ma non sono molto in me a dire il vero, la mia mente non vuole saperne di stare in campo, la visione di poco fa si fa sempre più nitida e sempre più fuori dal contesto sportivo.

Ok, sono fuori tempo massimo, non riesco a concentrarmi, tant’è che errore su errore, il capitano mi sbatte fuori consigliandomi, poco gentilmente, di andare a darmi una rinfrescata precedendo tutti.

Il che è un bene, per me e la mia assurda situazione e non me lo faccio ripetere due volte. Mi fiondo in spogliatoio e poi, nella prima doccia libera che mi capita apro a manetta l’acqua fredda.

Ormai è ufficiale, sono totalmente perso per quel ragazzo ed il mio bisogno di lui, non è più solo ‘spirituale’, non mi basta più, vorrei avere tutto di lui.

Il cuore in primis, poi bè…certo, anche il suo corpo. Siamo pur fatti di carne no! E poi se si ama qualcuno con una tale intensità, come io amo la volpe, è logico, e normale che voglia…fare l’amore con lui… fare l’amore…ah, che dolce suono…

 

Esco dalla doccia e sento che anche gli altri stanno tornando a cambiarsi.

Entrano per primi Ryota, Kogure e…cosa ci fa Mitsui addosso al mio volpino, cos’è questa confidenza. Gli mette un braccio intorno alle spalle e scherza tranquillo. Non mi frega niente se erano nella stessa squadra e se hanno vinto…TOGLI QUEL BRACCIO DA Lì!!

Inoltre, da buon osservatore quale sono, noto un leggero fastidio dipinto sul viso della volpe, il che dice tutto, per uno che pare abbia sempre la solita espressione stampata in volto, ma ormai del ragazzo che amo, IO colgo ogni più piccola sfumatura.

Decido che è ora che il genio entri in azione, mi avvio verso di loro e mettendomi un asciugamano sulla testa per tamponarmi i capelli bagnati, vado a cozzare accidentalmente contro la spalla del numero 14, non tanto delicatamente anche…

Lo costringo così a prestarmi attenzione liberando Ru dal suo ‘abbraccio’.

-Ehi scimmia, guarda dove vai?- mi sbraita contro il nostro tiratore da tre.

-Oh scusa Miccy, ma proprio non ti avevo visto- dico con espressione angelica cascando dalle nuvole.

Mentre noi battibecchiamo, con la coda dell’occhio sbircio Rukawa che si dirige nelle docce e per un attimo mi è sembrato che mi avesse guardato.

 

Aaaah, accidenti, la devo smettere, sarà stata la mia immaginazione.

Mi vesto più lentamente del previsto perché ho la strana sensazione che in Mitsui ci sia qualcosa di strano e non me la sento di lasciarlo solo con la volpe, infatti siamo rimasti solo noi tre in spogliatoio, ma dubito che loro si siano accorti di me.

Ripongo tutto molto silenziosamente nel mio armadietto e faccio per andarmene solo quando vedo che anche il teppista è pronto per lasciare la palestra, il volpino invece come suo solito è lento ed ha ancora solo i pantaloni della tuta addosso.

Ma contro ogni mia previsione, non vedo Mitsui muoversi,  allora mi sporgo per vedere che sta combinando quando assisto ad una scena che mi lascia perplesso e gelato sul posto.

Mitsui, si avvicina a Rukawa fermandosi alle sue spalle e dopo avergli palpato per nulla velatamente il sedere, gli sussurra qualcosa all’orecchio che non riesco ad afferrare. Dal sorriso da viscido verme che gli compare sul viso e dallo scatto di Rukawa che lo afferra per le spalle sbattendolo contro gli armadietti sibilandogli con la sua migliore aria gelida, un –adesso basta!- deduco che non deve essere stato nulla di buono.

Sento le mani prudere ed una rabbia sempre crescente montarmi fino al cervello.

Mi avvio verso i due per cercare di capirci qualcosa e allontanare il volpino da lui, cercando comunque di mantenere il controllo.

Mitsui mi osserva confuso, credeva me ne fossi andato, ma non abbandona il suo sorriso, mentre Kaede quando gli metto una mano sulla spalla nuda per staccarlo dall’altro, si volta furioso gelandomi con un freddo -non toccarmi- e due occhi di ghiaccio che mi feriscono il cuore come se mille stalattiti mi avessero trapassato da parte a parte.

Mi allontano dopo un attimo di esitazione quando anche Mitsui, approfittando della situazione, non venendo calcolato, prende la sua roba e se ne va.

 

Mentre torno a casa non sono affatto tranquillo. E so anche che questo accade perché sono preoccupato per la volpe.

-Kaede- mi trovo a sospirare alle stelle.

Quando l’ho sfiorato, mi ha rivolto uno sguardo…cosa c’era in quegli occhi, paura, fastidio…tristezza.

So che non ama i contatti fisici con nessuno, ma credevo di avere un posto speciale nel suo cuore, anche se solo come il ragazzo con il quale litigare.

Cosa gli sarà successo? Come mai sei così cambiato? Questi e altri interrogativi mi accompagnano a casa, ma sapere che non avrò risposta ad alcuno, mi fa stare ancora più male.

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Tutta questa situazione ad Hanamichi, non piaceva affatto.

Il giorno seguente agli allenamenti il moretto sembrava di umore se possibile peggiore del solito. Era carico oltre ogni previsione, non sbagliava un canestro, non che questa fosse una novità, ma era rabbia quella forza che usava per schiacciare, e centrare la palla nella retina. Tensione nervosa da scaricare nell’unico modo che conoscesse, il basket. Da sempre suo unico amico e compagno.

Quel pomeriggio Rukawa, non andò con gli altri a lavarsi aveva deciso di fare qualche altro tiro, l’adrenalina ancora non era svanita.

Sakuragi era rimasto con lui con la scusa dei cento tiri liberi supplementari vista la magra figura del giorno precedente.

Ma non era per niente concentrato, continuava a guardare l’altro. Quanto avrebbe dato per poter essere lui la sua valvola di sfogo al posto di quel pallone arancione.

 

-Chiudi quando hai finito-

Sobbalzò, era talmente assorto nei suoi pensieri che non si era neanche accorto che il moro aveva finito i suoi esercizi e se ne stava andando.

Ma Rukawa detto ciò non aveva atteso risposta ed era uscito.

Hanamichi terminò poco dopo i suoi tiri ed uscì a sua volta.

Era triste, e molto abbattuto per il volpino. Gli era entrato così in profondità che non poteva pensare di saperlo arrabbiato, triste, ormai era sicuro si trattasse anche di tristezza, e non fare nulla per poterlo aiutare.

 

Più i giorni passavano e sempre più Hanamichi si accorgeva che il numero undici aveva preso ad evitare tutti più del normale e lui in particolare, non venivano più alle mani da , ormai non sapeva più lui da quanto e questo era una cosa che Hanamichi non poteva sopportare, non era giusto!!

Era stanco di tutto questo pensare e decise che una bella camminata all’aria aperta gli avrebbe portato un po’ di ‘ristoro’ per quel cervello che per il tanto pensare sembrava stesse andando in fumo.

Deviò per il parco per allungare la strada, non voleva tornare a casa così presto, si sarebbe depresso ancora di più ed inoltre nessuno lo aspettava.

Intravide il campetto dove di tanto in tanto andava ad allenarsi e riconobbe un rumore a lui molto familiare. Si avvicinò silenzioso e vide Rukawa palleggiare per prepararsi al lancio, saltare e subito dopo venire investito da un altro ragazzo, alto, dall’inconfondibile pettinatura all’insù che nel tentativo di fermarlo, aveva fatto fallo su di lui.

Hanamichi strinse forte i pugni artigliandosi la pelle con le unghie per non perdere l controllo ed andare là e riempire quel puntaspilli di calci e pugni, e perché no anche due o tre testate del tensai.

 

Perché diavolo sembrava che ultimamente tutti ce l’avessero con il suo ragazzo?

Oddio, ragazzo ancora non lo era e non sapeva se mai lo sarebbe potuto diventare con tutti quelli che gli giravano intorno. Ma lo sperava, era un romantico in fondo ed un inguaribile ottimista.

Osservò la scena ancora qualche secondo per poi accorgersi di un piccolo particolare: “perché diavolo ancora non si alza da lui?”

Vide Rukawa afferrargli le spalle per spostalo da sé, ma quello ancora stava immobile.

L’unica cosa che vide muoversi, furono le sue braccia, o meglio i suoi tentacoli toccare le gambe del moretto in una lenta carezza e la testa che si spostava verso il collo riempiendolo di baci.

A nulla valsero le proteste della matricola dello Shohoku: -lasciami maledetto-

-sshh buono Rukawa, lo so che ti piace, vedrai che tra un po’ anche tu ti scioglierai e…-

 

Una pallonata sulla schiena del giocatore del Ryonan lo costrinse a sollevarsi: -che cavolo…?-

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Pov Hanamichi

 

Quel, quel, quel maledetto maniaco depravato, leva subito quei tentacoli da lui. Sto facendo violenza su me stesso per non ammazzarlo di botte, ma i miei propositi vengono meno quando sento la voce di Rukawa implorante e rabbiosa insieme tentare di respingere quelle avances poco gradite, anzi PER NULLA gradite.

-lasciami maledetto- Picchialo Ru!

Ma a quanto pare il porcospino non ne ha la minima intenzione, cosa , come? Tenta anche di convincerlo???

Questo è troppo e decido di intervenire, il mio primo istinto sarebbe quello di andare lì strapparlo di peso dal corpo del mio indifeso volpino e sbattergli la testa a terra per vedere se dopo qualche colpo ben assestato, anche a lui ‘piacerà e si scioglierà’ tanto per citarlo (^^’ ehm, chiedo perdono, mi sono un po’ lasciata trasportare dai miei stessi eventi, ora mi ricompongo ^o^ ndIchi_che _trae_profondo_respiro_e _torna_la_fatina_di_sempre).

Prendo però il pallone rotolato, coincidenza, ai miei piedi e mirando al bersaglio lancio. Colpito!

Vedo che la palla rimbalza sulla schiena dell’istrice e lui finalmente si alza guardandosi intorno seccato. Ma dai!

Comincia a tremare maledetto!!

-Ops, mi è scivolato! Spero di non aver compromesso la partita?- dico gioviale e tranquillo.

Sendoh sbarra gli occhi infastidito e perde quel suo sorrisetto da quattro soldi.

Rukawa invece è ancora a terra sdraiato e mi guarda con occhi tristi e vacui.

“Kaede”

Mi volto con rabbia verso Sendoh portandomi tra lui e il volpino.

-Credo sia tardi per te Aki-chan- esordisco calcando sul suo diminutivo seguito da appellativo -ti consiglio di tornare a casa o la mamma potrebbe stare in pensiero-

Nonostante sia volutamente ironico, la voce ed il mio sguardo non lasciano adito a dubbi su quanto si nasconde dietro questo mio avvertimento.

Lui guarda Ru, che nel frattempo si è alzato, alle mie spalle, poi mi guarda e so che sta per replicare, ma non gli e lo permetto stavolta uso un tono e gli lancio un’occhiata dalla quale possa subito cogliere il significato: -Addio Sendoh!-

Richiude la ciabatta, muovendo la bocca come i pesci e raccolta la sua roba se ne va.

 

Io mi accerto che se ne sia andato sul serio e mi volto verso il mio compagno di squadra, ma non ho il tempo di scorgere il suo viso che un pugno potente mi coglie del tutto impreparato e finisco a terra con Rukawa subito su di me che mi colpisce.

Ma che gli è preso?

-Ma che ti è preso?- domando ripensando all’offesa di prima, uno lo salva e lui…

Pare leggermi nella mente perché replica: -chi ti ha nominato mio salvatore? Di che ti impicci?- continua a tirarmi pugni e io non sono da meno, in tutti questi giorni mi sono mancate le nostre risse. E lui continua con il suo sfogo, sì, è esattamente uno sfogo questo.

-L’hai fatto due volte con Mitsui, e ora anche con Sendoh, credi che non sia capace di difendermi da solo? Non ho bisogno della tua protezione chiaro? Non sono una stupida femminuccia!!-

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Sakuragi comprese e con un colpo di reni ribaltò le posizioni sovrastando il moretto con la sua corporatura decisamente massiccia rispetto al compagno restituendo i colpi.

-Ma che diavolo dici stupida volpe, è solo un caso che io mi trovi nel posto giusto al momento giusto, o se proprio preferisci nel posto sbagliato al momento sbagliato. E comunque senza di me ora quel maniaco chissà cosa ti avrebbe fatto- rispose deciso a colpirlo, ma si fermò poi con il pugno a mezz’aria.

Aveva notato infatti che da quando aveva ‘preso il controllo’ della situazione Rukawa non si stava difendendo e non era da lui, sapeva benissimo che il volpino non era certo da meno quando si trattava di rendere pan per focaccia, specie a lui.

Si stava lasciando colpire apposta, sul viso per di più, sul suo bellissimo viso.

Hanamichi lo contemplava.

Un rivolo di sangue scendeva dal labbro, alcuni lividi rossastri sulle guance e…Kami Sama, sul collo aveva i segni dei baci di Sendoh.

Fece una smorfia che Rukawa male interpretò ed approfittando di quel momento gli tirò una ginocchiata. Ma contro ogni sua aspettativa Hanamichi era riuscito a bloccargli la gamba fermandola contro il proprio fianco ed ora lo fissava dritto negli occhi.

Kaede non capiva: -cos’hai da guardare? Avanti, perché non finisci quello che hai cominciato, prendimi a pugni e rovinami questo bel visino- aveva buttato fuori amaro.

Il rosso ancora lo guardava attonito e Rukawa decise di farlo infuriare: -non vuoi rovinare il volto che tanto piace alla tua Harukina cara?- credeva di fare centro così, invece il rosso non parlò, né cambiò espressione, continuava a guardarlo dolcemente, e sembrava anche preoccupato.

Poi Rukawa sentì la mano di Hanamichi che lasciava andare la sua spalla con la quale lo teneva fermo a terra e con le dita scostargli il lembo della canotta e sfiorargli lieve il collo, poi soffiò piano: -guarda cosa ti ha fatto-

Rukawa sussultò più per il tono lieve di quella mano sulla sua pelle che per la sua voce calma e che poco aveva a che fare con il Sakuragi teppista e sbruffone che conosceva.

Poi sempre lento, risalì verso il viso del volpino a sfiorare quelle labbra socchiuse  e passò l’indice vicino al labbro sulla ferita.

Tolse il sangue con il dito per poi portarlo alle proprie labbra e lo leccò assaporandone il gusto particolare, quasi dolce.

Hanamichi scese piano sul viso diafano straordinariamente espressivo di Kaede che lo osservava svolgere quei gesti delicati, intimi…e lo baciò proprio in quel punto che aveva appena ‘curato’.

-Smettila…ti prego…- Hanamichi si spostò appena per guardare in quegli occhi d’onice, lo stava ‘pregando’. “Perché?”

E lo chiese.

-…non sono la vostra bella bambola di porcellana…voi…voi volete solo il mio corpo e… - lo guardò e lesse confusione in quegli occhi color del cioccolato -…in palestra, tre giorni fa...io pensavo che tu, almeno tu, fossi diverso-

Hanamichi si sentì morire. Lui non era come gli altri, non voleva lo pensasse, doveva farglielo capire era giunto il momento di mettersi in gioco, cosa aveva da perdere a questo punto.

 

-Tu non sei la mia bambola di porcellana, io..non pensare che io sia come loro Kaede..- il volpino spalancò gli occhi per il fatto che l’aveva chiamato per nome e gli era piaciuto sentire il proprio nome pronunciato dalla voce di Hanamichi.

-…non ti considero un oggetto, io ti amo- confessò, e lo fece guardandolo negli occhi, con sicurezza. Non voleva che pensasse si stesse prendendo gioco di lui, voleva dimostrargli che non aveva paura di quanto stava affermando, né che i suoi sentimenti fossero deboli.

Gli prese una mano tra le sue e se la portò sul cuore, che batteva forte, accelerando i battiti.

-Lo senti? Il mio cuore batte così quando penso a te, quando ti guardo mentre arrivi a scuola con quella tua aria assonnata, quando ti guardo mentre tiri a canestro, quando mi chiami do’hao e quando fai a botte con me. Ti amo perché sai tirare fuori il meglio di me nel basket, perché sei forte e determinato e…e anche perché sei bellissimo, e non deve essere una colpa questo. Io ti amo e non basterebbero tutte le parole di questo mondo per esprimerlo, perché non c’è un modo per quantificare l’amore che sento nel mio cuore per te. E…- qui fece una pausa arrossendo, per la prima volta dal suo lungo discorso, però senza smettere di guardarlo negli occhi continuò: - e se vorrai percorrere la tua strada con me ora e per sempre, io…bè…- “perché diavolo devo mettermi a balbettare proprio adesso”

-io vorrei anche fare l’amore con te, ma non perché tu sia bello, no-no, non perché sei solo bello o perché hai il viso più bello ed angelico che io abbia mai visto. Ma vorrei fare l’amore con te perché ti amo e vorrei poter avere oltre al tuo cuore, la tua anima, la tua meravigliosa anima e potermi sentire parte di te- aveva concluso stringendogli ancora di più la mano che aveva premuta sul petto.

Ed ora lo guardava, un po’ rosso certo, ma non voleva che credesse che fossero tutte balle o solo una scusa per portarselo a letto.

E Kaede aveva capito, gli sorrise, un meraviglioso e dolce incurvarsi di quelle perfette labbra che lasciò Hanamichi senza fiato, possibile che si fosse innamorato ancora una volta di quel silenzioso ragazzo???

Rukawa  alzò le braccia  cingendo il collo del rosso portandolo giù verso il suo viso baciandolo e facendosi baciare.

Un bacio dolce, che divenne via via più appassionato.

Ed Hanamichi potè sentire chiaramente contro il suo palmo, premuto contro il petto volpino il battere del suo cuore, veloce e forte, proprio come il suo.

 

Owari (per adesso…^^)