Bastava chiudere gli occhi

Azriel


Bastava chiudere gli occhi concentrandosi, per sentire ancora sulla pelle i baci e, l’amore, vissuti la notte precedente.

 Ne rivissi le sensazioni, inizialmente strane, nuove, sconosciute, quasi imbarazzanti, poi diventate naturali, così ovvie.

Le mani di Giangiacomo che si muovevano così abilmente sul corpo, poi le labbra, sempre alla ricerca di un’intimità maggiore, fino alla completa unione di due corpi, di due anime in un unico essere indivisibile. Essere due persone, l’una indipendente dall’altra, eppure allo stesso tempo essere un’unica essenza.

Era come pensare all’infinito, è qualcosa che affascina fino allo stordimento, ma che non si riesce a capire, anche se si vive nei sentimenti più puri e più alti come l’amore.

Amavo Giangiacomo?

Era la domanda incessante nei miei pensieri.

Istintivamente conoscevo la risposta, era ovvia, naturale: era l’unica possibile!

Razionalmente esitavo.

Avevo paura. La normale umana paura dell’ignoto.

Anche se, credo, avevo già deciso cosa fare, in fondo alla mia anima io sapevo e, nessuna paura mi avrebbe trattenuto: niente e nessuno….

I dubbi, se c’erano mai stati, stavano svanendo. E, se all’inizio, tutto era stato un gioco,un qualcosa fatto senza pensare, ora si era rivelato per quello che era in realtà, per ciò che veramente aveva rappresentato, non solo per me, ma per entrambi.

Un modo leggero e delicato per dichiarare e chiedere all’altro dell’amore provato.

Riflettevo sulla vita e sulle infinite possibilità del caso,dell’immensità, del sublime, della dolcezza, della tenerezza e, su tutti quei sentimenti che non hanno sesso,che vengono provati in modo così eccezionale, ma unico e personale da ogni essere vivente.

Meditavo su come a volte la vita, per caso, ci fa accorgere di momenti e di situazioni  da sempre cercati inutilmente, ed infine, trovati vicino a noi, una volta aperti gli occhi della nostra essenza che instancabilmente cerca la propria metà.

Se esiste un destino, forse  serve solo a sapere in quale determinato momento la nostra anima incontrerà la sua metà perduta, quella parte persa di noi stessi, cui si riferisce Platone.

Forse proprio il destino, il primo giorno di scuola elementare, mi ha fatto sedere nello  stesso banco di quello che sarebbe diventato l’amico per eccellenza, il mio primo,migliore e più grande amico: Giangiacomo.

Dalle elementari all’università, passando per le medie ed il liceo, sempre nello stesso banco, sempre fianco a fianco, sempre e comunque insieme.

Il destino mi ha fatto incontrare il mio Giangi in quel giorno lontano di settembre, ma solo oggi me lo ha fatto riconoscere come la mia metà perduta.

Nel mezzo del mio mare di pensieri, il trillo del telefono mi distolse dal mio stato. 

Ansioso e tremante raggiunsi l’apparecchio.

Il cuore mi batteva forte nel petto, lui già sapeva chi fosse.

Era Giangiacomo .

 “Ciao,    stasera alle 9 al pub, ti va?”

 ^Va bene, al solito posto^

 “Ciao”

 ^Ciao, a dopo^  

Le conversazioni telefoniche sempre così brevi, avevo preso la sua abitudine ad odiare il telefono,ma, in effetti, preferivo la sua visione del mondo: potergli parlare guardandolo negli occhi, nel silenzio del parco deserto del dopo-pub, fino all’alba, fino a quando il sonno non ci costringeva a ritornare a casa. 

Come appariva tutto diverso, tutto così bello nelle nostre comuni abitudini.

Non stavo più nella pelle: volevo vederlo….

La sera, mentre camminavo in strada per raggiungere il pub dietro l’angolo, mi sentivo osservato, scrutato, ma tutto ciò non mi tangeva minimamente, ero raggiante: stavo andando dal mio Giangi!!!!

Lui era lì, al solito tavolo, con la solita bottiglia di birra davanti.

La solita musica e la solita atmosfera fumosa regnavano nel locale, ma c’era qualcosa di assolutamente eccezionale che mi aspettava quella sera e nelle restanti sere della mia vita: Giangi, che si accorse della mia presenza istintivamente e, voltandosi verso di me, mi sorrise. 

Un sorriso puro, bellissimo, un sorriso pieno d’amore.

Sì, c’era qualcosa di assolutamente eccezionale quella sera che mi aspettava: il mio Giangi.

Giangiacomo: il mio ragazzo, l’uomo della mia vita, il mio amore, la mia metà perduta ed ora ritrovata…..

Io&Lui, Luca&Giangiacomo: amici, amanti, compagni di una vita e x il resto della vita…..

Ora e per sempre.

                                             

                                          FINE

 

 

PS: Questo è il primo racconto a tema yaoi(??), shonen-ai(??), gay, omosessuale,o comunque dir si voglia, che io abbia mai scritto.

Risale quasi a 4 anni fa…. (e si sente..), spero che  non sia risultato troppo orrido….. Nel caso mi prostro e chiedo perdono x la perdita di tempo.

Qualora qualche coraggioso impavido mostri anche un timido apprezzamento sappia che avrà fatto di me un essere felice…….

                                                         ^_____^     

 

 



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