Titolo: Bannock
Autrice: Bryn
Capitolo: 1 / ?
Rating: ... si vedrà man mano ma ci
saranno scene NC17
Disclaimer: I personaggi sono miei e
questo era qualcosa che sognavo di dire
Ringraziamenti: Grazie di nuovo a
Fiore e poi grazie anche a Flora che mi ha commentata [ci ho messo un pò ma
è arrivato visto?] ed a Kuro, l'altra commentatrice [Meno male che non ci
hai capito nulla ... io ero sicura di aver fatto capire tutto]
Bannock
capitolo 1
di
Bryn
Sangue. Scuro, intenso, dal sapore
metallico e dall’odore insopportabile. Capelli castani impolverati da quella
terra rossiccia che il vento solleva sempre. Occhi color ruggine fissi su
qualcosa che in realtà non vede.
Jude
“Dee”
Una mano che pesa sul petto. Realtà ed odore di caffè. Con un grugnito Chris
si mette seduto e si toglie il cappello dagli occhi. Sulle colline ondulate
l’alba è appena sorta ed illumina il paesaggio senza rischiararlo troppo.
Sono in un avvallamento tra due colline e Charlie ha già fatto il caffè.
Nero, fumante e bollente come l’anima del diavolo … così soleva dire il
padre di Chris, quando lui era ancora un bambino e la madre gli portava la
colazione.
Colazione. Un lusso dimenticato da tempo sia da lui che da Charlie. Bevono
il caffè in silenzio senza parlarsi, rispettando l’uno gli spazi dell’altro,
come hanno sempre fatto. La giornata non è neanche iniziata: l’aria è ancora
fresca della notte e manca un bel po’ prima che il sole li faccia sudare e
picchi sui loro cappelli rovinati dalle intemperie.
Charlie si allontana ed intanto che lui si libera Chris prepara il cavallo,
arrotolando la coperta e mettendola nella bisaccia. Si ferma ad osservare il
fucile che porta infilato nella sella, a portata di mano. E’ un bel fucile,
tenuto con molta cura, con il calcio rovinato e pieno di tacche. Le sfiora,
Chris, una ad una senza neanche sforzarsi di ricordare per chi le ha fatte.
Non mi ricorderò mai in quale fottuto
ordine le ho fatte, per chi le ho fatte e come li ho uccisi. Ed è anche più
impossibile farlo toccando un segno nel legno. E’ solo un conto. Come quello
che tengo sul calcio della mia pistola e che ogni tanto sale di un numero,
costringendomi a prendere abitudine con la tacca prima di potermi sentire di
nuovo a mio agio.
Calli di morte, questo è il nome che gli dà Charlie. Calli di morte. Chissà
dove ha imparato un parolone come calli, lui che a scuola non ci è andato
più di me … ovvero gli anni scarsi che ci hanno imposto i “grandi”.
Non è più facile dire “tacche”? Oppure, a voler fare i sapientoni ed i poeti
da due soldi, “tacche dei morti” ? No, lui deve chiamarle calli di morte.
Sarà il suo spirito mezzo indiano che gli ispira ‘ste robe.
Ed ora ce ne andiamo in Texas, dove ci sta sempre un lavoro per due cowboy.
Non ho bisogno di altre risse od altre taglie, ora come ora. In futuro …
forse, chi lo sa? Tanto a me sta bene qualsiasi posto purchè metta miglia e
miglia tra me, Bannock ed il Montana. E Charlie non ha aperto bocca sulla
meta. Ha soltato fatto cenno di sì ed ha sellato Cheyenne, quel matto del
suo cavallo.
Grazie a Dio Charlie ha sempre capito che a star zitti ne si guadagna.
“Dee”
Charlie getta terra sul fuoco e mette via le due tazze rovinate ed il
pentolino in cui ha fatto il caffè. Silenzioso come un gatto ha fatto ciò
che doveva ed è tornato, già pronto a partire. Tira la tesa del cappello
verso il basso, leggermente, e poi monta in groppa a Cheyenne
accarezzandogli il collo. Per lui è stata una notte di veglia, questa, anche
se sembra che abbia dormito. Ma Charlie non dorme quasi mai. Gli è rimasta
l’abitudine da quando era piccolo e stava attento che il pavimento non
scricchiolasse perché se scricchiolava significava che il vecchio stava
arrivando. Ma non ci pensa più da un po’ ed ormai la sua è solo un’abitudine
al dormire poco. Neanche volendo riuscirebbe a farlo, a dormire. Dee lo sa,
se n’è accorto e non lo dirà mai.
Si scambiano uno sguardo tranquillo, gli occhi di neve di Dee abbastanza
sereni e quelli neri come la notte di Charlie che lo scrutano impassibili,
confusi nell’ombra gettata dalla tesa del cappello. Poi anche Dee sale sul
suo cavallo ed il viaggio riprende.
Le tracce sono vecchie di giorni ed anche per un cacciatore esperto
l’impresa di capirle è dura. Ma Bill sa riconoscerle, le tracce di Chris, e
non se ne perde una. Tantomeno quando è evidente come le vecchie braci di un
fuoco, spento da un paio di giornate ma non nascosto.
Pensi che non ti segua bastardo traditore?
Pensi che ci abbia fatto una croce sopra e che abbia continuato a fare il
mio lavoro, sapendoti a piede libero? Mi prendi per fesso Chris? Sei solo un
fottuto assassino e meriti che la mia pistola metta fine alla tua pista. Non
alle spalle, come tu hai fatto con Sammy, non alle spalle.
Io sono un uomo d’onore Chris.
Neanche se ne accorge, lui, che la morte cammina nella sua ombra e che
sorride divertita da questa pista insaguinata su cui corri senza vedere,
senza sapere che alla fine è sempre lei che la vince, anche se ti eri
promesso il contrario.
- Fine capitolo 1 -
Note finali:
Chris "Dee" e = Capelli rosso tramonto con strani riflessi. Occhi
azzurro ghiaccio, pelle bianca (ma abbronzata)
"Bill" = Capelli biondo - bianco, occhi neri, pelle bianca (ma abbronzata)
"Charlie" = Capelli neri, occhi neri, pelle mulatta con riflessi bronzei
"Jude" = Capelli castani, occhi color ambra (ma dubito che dei cowboy
conoscessero un materiale come l'ambra o sapessero il suo nome anche
avendolo visto)
"Sammy" = NP (Non Pervenuta)
Capitoletto corto è vero però insomma ... non poteva starci nel prologo. Il
prossimo sarà più lungo prometto ed arriverà anche prima. Ho cercato di
evitare termini complicati ed in un paio di casi ho un filo bistrattato la
grammatica ma, diamine!, Dee è un cowboy e come dice lui stesso mica ci è
andato più di tanto a scuola (e non seguiva più di molto secondo me) Spero
vi sia piaciuto
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