Non chiedetemi cosa voglia dire il titolo, perché non lo so nemmeno io!^^

Questa fic è liberamente tratta da una doujinshi della bravissima Shimumisaki e visto che c’era questo titolo in caratteri occidentali, ho pensato  di lasciarlo! La dj è HanaRu, la mia fic è HanaRu, Ru – Ru è bellissimo, Hana adorante……..

 


 

B ing

 

Di Calipso.

 

 

Sto tranquillamente appostato dietro l’angolo che dal corridoio immette in sala, pronto per un assalto alla kitsune che guarda una partita dell' NBA alla televisione ( Sacramento vs L.A. Lakers, mi pare….. ) e già pregustandomi la nostra piccola rissa che ne deriverà perché l’ho disturbato, quando il nostro stramaledettissimo telefono comincia a suonare, ululare sarebbe più corretto, ma insomma…..

“Hana, il telefono!”

Cioè, neanche fa finta di voler rispondere lui!

“Stupida volpe perché invece non ti togli da lì davanti e vai tu?!” gli rispondo io, uscendo dal mio nascondiglio.

“Tu sei già in piedi…..”

Quello stupido di un telefono continua a suonare, quindi o lo frantumo con una testata e non la do vinta alla volpe o rispondo. Uhm, seconda alternativa o è capace di farmelo ricomprare!

Sollevo il ricevitore e ringhio un ‘chi diavolo è ’ che non impaurisce il mio interlocutore, perché sento ridere.

“Ehi, Sakuragi, sono Miyagi. Che disturbo, forse?”

“Sì, Miyagi, ma lascia stare, non importa…….”

“Avrei qualcosa da proporti, anzi da proporvi, a te e a Rukawa.”

“Sarebbe?” chiedo sospettoso.

“Ho accettato di gestire un campeggio, questa estate, sai per mettere da parte qualche soldo per l’università, solo che ho bisogno di una mano per dargli una sistematina prima dell’apertura, i soliti lavoretti post inverno. Mi domandavo se magari vi andava di aiutarmi, il posto è bello e poi sarebbe solo per pochi giorni.”

L’idea mi piace, io adoro fare campeggio e poi le vacanze estive si avvicinano! Sì, però……mi volto a guardare la kitsune sospettoso: chissà che ne dice?

“Miyagi, ti richiamo tra qualche minuto, il tempo di parlarne con Kaede.”

“Va bene, comunque considera che ho intenzione di pagarvi, vi inserirò nella mia lista spese!”

Riattacco e mi preparo psicologicamente al dialogo con la volpetta circa questo inaspettato lavoretto estivo.

“Era Miyagi.” esordisco, sedendomi sul divano mentre lui traffica con il suo video registratore.

“Hn.” è la sua incoraggiante risposta.

“Mi ha detto di aver preso in gestione un piccolo campeggio questa estate e ha bisogno di due aiutanti per rimettere il posto in ordine prima della sua apertura: lo ha chiesto a noi e ha anche detto che saremo regolarmente pagati. Che ne dici? Potremmo farlo durante le vacanze estive, sarebbe divertente e……” mi sto per lanciare nell’elogio della vita da campeggio, ma lui mi interrompe.

“Per me va bene.”

“Eh?! Ma veramente?!”

Lui mi presta finalmente attenzione e mi fissa con una videocassetta in mano.

“Pensavi forse che fossi abituato troppo bene per apprezzare un po’ di vita all’aperto senza le comodità della vita cittadina?”

Arrossisco miseramente mentre nego, anche se un pensiero simile mi ha sfiorato, insomma lui ha sempre avuto un tenore di vita superiore, molto superiore al mio. Non credo che abbia mai dormito in un sacco a pelo e pensavo non l’attirasse l’idea di provarlo, invece pare proprio di sì!

Telefono a Miyagi e gli do la conferma della nostra adesione, scrivo su un block notes le indicazioni per arrivarci e ci mettiamo d’accordo sul giorno del nostro arrivo. Torno nuovamente in sala e trovo Kaede raggomitolato sul divano, non appena mi siedo mi passa le braccia intorno al collo e mi si attira contro. Quanto mi piace quando fa il volpacchiotto tenerone!!!

“Ehi, kitsune” lo chiamo dopo un po’.

“Hn?”

“Che ci facciamo con i soldi che guadagneremo da questo lavoretto? Hai qualche idea?”

“Ho visto un pallone bellissimo.”

“Un altro?! Non ti bastano quelli che già hai?”

“Quello che ho visto rimbalza meravigliosamente!” e con questo chiude l’argomento su cosa ci farà lui con la sua parte.

“Io credo che ci comprerò l’ultimo videogioco della Playstation!”

“Che scemenza.” commenta lui.

“Guarda che è un gioco sul basket, sai?!” lo rimbecco polemico e lui scuote la sua adorabile testolina che ogni tanto gli fracasserei!

“Umpf!”  

“Stupida volpe!”

“Do’aho!”

Gli salto amorevolmente alla gola, mandandolo lungo sdraiato sul divano, io ovviamente gli finisco sopra e, cercando di fargli il solletico, franiamo rovinosamente sul pavimento! Rimaniamo lì a cercare di riprendere fiato e io cerco di avere l’ultima parola.

“Tanto il gioco me lo compro uguale!”

Kaede non aggiunge nulla, mi passa solo una mano tra i capelli.

Due settimane dopo, la volpe ed io scendiamo alla fermata del pullman che mi ha detto il nostro ex capitano ormai diplomato.

“Ryo chan ha detto di seguire l’indicazione alla nostra destra.” mi volto da quella parte ed un unico cartello con la freccia indicante il campeggio, riporta quanti km mancano! Chilometri, non metri e  sono ben dieci!

Guardo Kaede, ma lui non ha alcuna reazione, comincia a camminare senza dire nulla. “Quando arriviamo strozzo Miyagi, giuro!”

Kaede non mi risponde nemmeno, si limita a scuotere le spalle e a me non resta che incamminarmi dietro di lui…..

Il caldo comincia a farsi sentire dopo un’ora di camminata, mi libero del giubbetto jeans, rimanendo in canottiera e sistemandomi lo zaino sulla spalla. La mia volpetta è un paio di passi da me, le mani nelle tasche. Io resto volutamente indietro per guardarlo camminare davanti a me: seguo con attenzione ogni movimento di quel corpo stupendo, che non mi stancherei mai di guardare e……niente,  adoro anche come cammina, che ci volete fare?! Io non ho intenzione di far nulla a parte continuare così per moooooltissimo tempo, qualcosa come l’eternità rende bene il concetto!!

Parecchi chilometri dopo e una faticaccia e una sudata immane, arriviamo finalmente al fantomatico campeggio di Miyagi, passiamo davanti e sotto l’insegna e Kaede si blocca all’improvviso, io non me ne accorgo in tempo e gli finisco addosso.

“Che ti piglia da fermarti così, stupida volpe?!” faccio un passo avanti e con la coda dell’occhio guardo davanti.

“Allora, kit……” un attimo, forse non ho visto bene, ho colto solo dei dettagli. Mi volto nuovamente, guardando davanti a me…..CHE COS’E’ QUESTA DESOLAZIONE?!

Erba incolta, staccionate cadenti……QUESTO POSTO E’ UN DISASTRO!!!!! Kaede ed io ci fissiamo negli occhi sgomenti: qui c’è da fare un lavoraccio!!!

“Oh bene, siete arrivati finalmente!!!” la voce del nostro ex capitano ci scuote dallo stato catodico sconfortante in cui siamo caduti alla vista di quello che ci aspetta. Ci voltiamo con sguardo non troppo amichevole verso di lui che ci guarda tranquillo, vestito di bermuda e maglietta!!

“FINALMENTE?! - lo aggredisco io – abbiamo dovuto camminare per 10 km e tu dici finalmente?! Perché non me lo hai detto quando hai telefonato?! Dì la verità, piccoletto, tu ci hai bidonati!!!!” concludo incrociando le braccia al petto. Miyagi fa un sorrisetto tra l’angelico e il demoniaco!!

“Oh bè, ho tralasciato qualche particolare…..”

“Ma certo, particolari……ma guarda qui – gli dico, indicando il terreno davanti a me – sembra che nessuno si sia occupato della manutenzione di questo posto negli ultimi vent’anni!!! Sistematina, eh?!”

Alla fine Miyagi confessa che non sapeva a chi rivolgersi senza spendere un patrimonio e visto che ha un tetto massimo di spese che può inserire nei rimborsi, ha pensato bene di farsi aiutare dagli amici! E va bene, non sia mai detto che il tensai Sakuragi rifiuti un favore! Puntualizzo solo che rimango solo perché mi fa pena e non perché sia riuscito a fregarci con la sua proposta di un lavoretto facile, tze!!

Miyagi ci porta nel bungalow che occupa e ci offre dei tramezzini e della coca cola ghiacciata e dopo la strada fatta per arrivare qui sono proprio graditi. Dopo, il nostro datore di lavoro ci mostra l’elenco delle cose urgenti da fare e il piano che ha stabilito per fare in modo che tutto sia pronto all’apertura del campeggio, che scopriamo essere per il fine settimana, QUESTO fine settimana, tra quattro giorni!!! Non gli do una testata solo perché Kaede mi ferma!!! Prendiamo i sacchi a pelo e li stendiamo nel prato, nell’unico spiazzo dove l'erba è stata già tagliata. La notte è bellissima, senza luci artificiali le stelle risplendono in tutto il loro fulgore, un autentico spettacolo, anche se il migliore resta sempre il mio amore!! Kaede mi augura la buonanotte, infilandosi nel suo sacco a pelo, io resto a guardare il cielo, le braccia incrociate sotto la nuca, sento il frinire delle cicale e riesco anche a intravedere qualche lucciola, una rarità per un cittadino come me!! All’improvviso una scia luminosa attraversa il cielo.

“Ehi, Kaede, hai visto?” silenzio assoluto. “Kaede?! Ma che dormi già?!” ancora silenzio. Mi appoggio su un gomito per guardarlo: sì, la volpe è già dormiente, la testolina reclinata da una parte. Resto a guardarlo un po’, poi senza neanche uscire dal mio sacco a pelo mi sposto per avvicinarmi a lui, non voglio stargli così lontano!! Praticamente mi sistemo di fianco a lui e torno a guardarlo, sporgendomi verso di lui per osservare ogni meraviglioso particolare del suo viso stupendo, poi mi chino sulla sua guancia fresca e ci poso un bacio lieve per non disturbarlo.

“Buonanotte, amore mio.” gli sussurro, prima di stendermi anch’io, passare il mio braccio intorno a lui e pensare che domani dobbia……zzzzzzz

“HANAMICHI SAKURAGI, SVEGLIATI!!!”

Chi è, cos’è, dov’è?! Apro gli occhi intontito e mi sollevo leggermente, la faccia ben sveglia di Miyagi piegato sulle ginocchia, è di fronte alla mia.

“Che cavolo urli, si può sapere?! Svegli Kaede!” e per avere la conferma che il mio volpino non sia stato infastidito dall’urlo di Miyagi, abbasso lo sguardo per controllare. Quando alzo gli occhi nuovamente verso di lui, il mio ex capitano ha un sopracciglio alzato ironicamente.

“Sempre che non sia morto, gli eri talmente abbarbicato sopra che non so come sia riuscito a respirare! Comunque la colazione è pronta, muovetevi, che bisogna lavorare!”

Cavoli, è un aguzzino!

 

 

Sono ancora mezzo addormentato mentre bevo il tè che Miyagi ci ha portato, ci ha svegliato decisamente presto, ma vista la mole di lavoro che c’è da sbrigare e che il tempo a nostra disposizione non è poi moltissimo, ha fatto bene.

“Allora, Ryo – chan, da dove credi sia meglio cominciare per dare a questo posto una parvenza di abitabilità?” Hana sta finendo la sua porzione di riso, bofonchiando che è troppo poca e che il tensai ha bisogno di cibo per affrontare le fatiche…..ma sentitelo, sembra che debba fare tutto da solo!

“Io direi che il prato ha la priorità, se non altro così dopo capiamo cosa c’è sotto! E ora, scusatemi, ma è l’ora della telefonata mattutina alla mia Aya – chan!!” il nostro ex capitano se ne va, portandosi via le stoviglie della colazione, non dopo averci indicato dove trovare gli attrezzi per il lavoro: una piccola costruzione di legno che viene usata come ripostiglio, solo che per raggiungerlo ci vorrebbe il machete! E infatti Hana comincia a strepitare che non avrebbe dovuto fidarsi del malefico piccoletto, Miyagi, e che doveva capire che per arrivare a pagarci doveva essere disperato! Bè, io sono dell’idea che è inutile stare a discutere ora, ormai siamo venuti qui  e abbiamo promesso il nostro aiuto a Miyagi. Riusciamo a raggiungere e ad entrare nella casupola, o meglio, Hana entra e io non vedo niente di quello che c’è all’interno, ma sento la voce del do’aho che mi perfora i timpani!

“MALEDETTISSIMO NANEROTTOLOOOOOO, COS’E’ QUESTA ROBA?! LA COSA PIU’ MODERNA E’ DELL’ALTRO SECOLO!!!!!!”

Hanamichi si volta verso di me congestionato per la rabbia: “Per lo meno pensavo che ci fossero degli attrezzi degni di questo nome, ma qui non c’è nulla che possa essere chiamato così, guarda!”

Finalmente si scansa e riesco a rendermi conto anch’io della situazione: un vero disastro!

Quando finalmente Hana smette di strepitare all’indirizzo di Miyagi, che è ‘ casualmente ’ sparito, ci appropriamo dei piccoli falcetti che dovremo usare per tagliare l’erba e, indossati i guanti, ci apprestiamo al lavoro.

Parecchie ore dopo, siamo ancora seduti tra l’erba e il caldo e la fatica cominciano a farsi sentire, sotto il cappello che abbiamo indossato per non prendere un colpo di sole, sento i capelli bagnati dal sudore che mi scivola anche lungo le guance. Ho tirato un ginocchio al petto per cercare di stare più comodo, ma non è che ci sia riuscito un granchè! Mi volto per un attimo a guardare il lavoro già fatto: l’ammasso informe di sterpaglia ha rivelato un bello spazio davanti al magazzino degli attrezzi! Taglio un altro mazzetto di erba, gettandolo alle mie spalle e mi accorgo che Hana si è tolto il cappello e che mi sta guardando, ma non ci bado, lo fa spesso! Riprendo la mia attività senonchè il palmo della mano del do’aho si abbatte sulla mia guancia in un sonoro schiaffone! Che diavolo gli è preso a questo deficiente?! Mi giro verso di lui con tutta l’intenzione di fargliela pagare e lui, resosi conto di quello che ha fatto, mi mostra un insetto schiacciato sul palmo della mano.

“Avevi una zanzara sulla guancia, kitsune, io l’ho uccisa!”

Ma che carino, troppo gentile! C’era bisogno di farlo a quel modo, però?! Gli rifilo un bel pugno sul naso che lo manda sdraiato sul prato e osa anche lamentarsi!

“Kitsune, ma io l’ho fatto per te!” ecco, la sua voce lagnosa di quando mi sta per accusare di essere…..”Cattivo!” Appunto…..

“Do’aho, mi hai fatto male!”

Finalmente finiamo di tagliare l’erba e la raccogliamo in dei capienti cesti per poi accatastarla in un angolo dove verrà poi bruciata. Mentre rovescio l’ennesimo carico, scorgo dietro un tronco un ruscello di cui non ci eravamo accorti e mi ci dirigo senza dire una parola.

“EHI,KITSUNE; DOVE STAI ANDANDO?! KITSUNEEEEEEE!!!!!”

Io non gli rispondo, tanto lo so che mi segue, infatti mi raggiunge non appena io mi sono sfilato un guanto e ho messo una mano nell’acqua fresca. Hanamichi è contentissimo della mia scoperta  e si sciacqua il viso tutto allegro. Decidiamo di immergerci anche le nostre magliette e mentre io resto sul terreno, immergendo nell’acqua soltanto le gambe, Hana ci si siede direttamente dentro!

“Dopo che le abbiamo lavate le possiamo stendere al Sole, eh kitsune?”

“Hn.”

“Oi, Kaede, a parte il lavoraccio qui è bello, che ne dici se un giorno ci torniamo da semplici ospiti?”

Sì, anche a me questo posto piace: la natura è splendida e c’è tanto silenzio…..

“Hn.” Lo so che gli sto rispondendo a monosillabi, ma sono un po’ stanco e parlare in questo momento è al di là delle mie capacità. Hana invece comincia a parlare a ruota libera, non è discorso, sono i suoi progetti per quando torneremo qui, etc. però a un certo punto, seguendo l’onda di un suo pensiero, volta il viso verso di me.

“Kaede, lo sai che ti amo?”

Assumo la mia proverbiale faccia scocciata e con molta sufficienza gli rispondo, stropicciandomi un occhio con la mano.

“Mi pare.” gli dico, ma l’attimo dopo gli sorrido e lui mi imita subito, voltandosi con il busto verso di me e alzando il viso verso di me.

“Stupida volpe….” Mi sussurra prima di poggiare le sue labbra sulle mie e io accarezzo la sua guancia con le dita, chiudendo gli occhi.  Inevitabilmente la mano di Hana finisce sul mio fondoschiena! Credo di aver intuito che lo trovi parecchio attraente, perché spesso e volentieri mi ci ritrovo le sue mani! Bè, in fondo è il mio ragazzo, posso anche permetterglielo, no?!

Quando finalmente troviamo Miyagi, scopriamo che il nostro ex capitano ha anche stabilito i turni per preparare i pasti! Hanamichi non è assolutamente contento e lo è ancora di meno quando scopre che oggi tocca a me! Quando mi appresto a versare la zuppa che ho preparato nel suo piatto, comincia a fare una faccia strana.

“Stupida volpe, sei sicuro che questa cosa sia commestibile?! Ha un colore improbabile…..”

Io non mi spreco nemmeno a rispondergli, lo guardo solo con  l’espressione di ‘se non mangi e stai zitto, te la rovescio sulla testa!! ’

Nel pomeriggio ci aspetta la pulizia dei copri lampade dei lampioni e quando arriva il momento di andare a dormire, non mi sembra vero: sono veramente stanco! Il tempo di sdraiarmi nel sacco a pelo e cado in un sonno profondo.

Il giorno seguente, il piano di lavoro prevede la ricostruzione della staccionata che circonda lo spiazzo che ieri abbiamo liberato dalle erbacce. Hanamichi ed io ci dividiamo i compiti, seguendo le istruzioni di Miyagi che ci mostra lo schema di costruzione: io mi impunto per tagliare i pezzi di legno della misura giusta e mi impossesso della scure sotto gli occhi attoniti di Hana che probabilmente teme che me la dia su una mano o su un piede, ma io mi sono preso questo incarico proprio per evitare che LUI si facesse male!! Non che lo creda un incapace, ma il mio do’aho è un po’ pasticcione, un adorabile pasticcione e non voglio stare in ansia tutto il tempo! Parecchio tempo dopo ammiriamo finalmente il lavoro completato: il campo infestato dall’erba alta è ora uno spiazzo ordinato e pulito e Miyagi si complimenta con noi per il lavoro svolto.

“Avanti ragazzi, andiamo al bungalow, vi meritate una bella bibita fresca.”

Mi tampono il sudore con il dorso di una mano e mi incammino dietro di lui seguito subito da Hanamichi che ha prima riposto la sega, i chiodi e gli altri attrezzi utilizzati per il lavoro.

Camminando un po’ perso nei miei pensieri,  calpesto qualcosa, ma non ci bado.

“KAEDE!!!!!” l’urlo di Hana mi giunge insieme ad un sottile dolore alla mano, abbasso lo sguardo e faccio in tempo a vedere un serpente allontanarsi tra l’erba dopo avermi morso una mano, devo avergli pestato la coda. Hanamichi si precipita da me, mi fa sedere per terra e mi prende il polso esaminando i due piccoli buchini da cui esce un rivoletto di sangue.

“Sakuragi, Rukawa, che succede?!” Miyagi è tornato indietro sentendo l’urlo di Hana e con un pugno sulla testa gli impedisce di fare quello che si vede frequentemente nei film, succhiare l’eventuale veleno.

“Che cosa credi di fare, Sakuragi?! Questo non è un film, tu non hai idea di cosa bisogna fare!”

“Che dovrei fare secondo te?!”

Miyagi lo sposta, portandosi davanti a me.

“Hai visto bene il serpente che ti ha morso? Sapresti descriverlo?”

Annuisco e lui si volta di nuovo verso Hanamichi: “Bisogna portarlo al pronto soccorso, lì spiegherà ai medici come era quella bestiaccia e loro sapranno il da farsi , purtroppo da queste parti ci sono anche serpenti velenosi, è meglio essere sicuri.”

“Allora andiamo, cosa stiamo aspettando?!” Hanamichi si alza velocemente e io lo imito. Sono un po’ preoccupato, ma cerco di mantenere la calma, farsi prendere dal panico non serve a niente. Comincio a camminare, ma Hana mi afferra per un braccio fermandomi.

“Cosa credi fare, Kaede?! Tu non devi camminare, altrimenti il possibile veleno entra in circolo più rapidamente!”

Hn, perfetto io sono rimasto calmo, il do’aho è in piena crisi!

“E come dovrei andarci al pronto soccorso, volando?!”

“Stupida volpe senza cervello, ti ci porto io!”

No, fatemi capire, cosa conta di fare, trasportarmi per tutti i chilometri che ci dividono dal paese?!

“Che cavolo dici, do’aho?!”

“Ha ragione lui, Rukawa e poi se prendete quella strada, farete prima.”

A quanto pare, devo fare come dicono loro.

“Avanti, passami le braccia intorno al collo.”

Faccio come mi dice e dopo avermi afferrato saldamente per le gambe, Hana prende la direzione che ci è stata indicata.

“Fatemi sapere, mi raccomando!” la voce di Miyagi ci raggiunge prima di inoltrarci nel sentiero. Anche se la strada dovrebbe essere più corta di quella fatta da noi quando siamo arrivati, sono sempre qualche chilometro e Hanamichi ormai respira affannosamente, stanco di camminare con questo passo sostenuto caricato del mio peso.

“Perché non ti fermi un attimo a riprendere fiato?”

“Non se ne parla nemmeno, finchè non so che stai bene io non sono tranquillo.”

Mi stringo leggermente più a lui, sussurrandogli un grazie nell’orecchio e lui aumenta la presa sulle mie gambe.

“Per te questo ed altro, Kaede, questo ed altro….”

Finalmente arriviamo in paese e troviamo il pronto soccorso, dove un’infermiera mi conduce subito in una stanza dove di lì a poco arriva il medico che si occupa degli incidenti come il mio. Hanamichi viene fatto rimanere fuori e gli sorrido per tranquillizzarlo prima di entrare, perché lo vedo sempre più preoccupato.

Il dottore mi chiede subito la descrizione del serpente e lo vedo tirare un sospiro di sollievo.

“Sei sicuro che fosse fatto in quel modo, eh?”

Annuisco sicuro e lui si volta a prendere del cotone e del disinfettante.

“Allora è una semplice biscia, basterà che tu prenda questi antibiotici per cinque giorni. Ora ti disinfetto la ferita e ci metto un cerotto, tienila pulita e non avrai problemi.” (*)

Quando esco dalla stanza, Hana salta su dalla sedia su cui è seduto e mi viene incontro.

“Allora? Stai bene, vero?!”

“Biscia.” sentenzio io.

“UNA BISCIA?! UNA IDIOTISSIMA BISCIA?! IO MI SONO PRESO UN COLPO PER UNA STUPIDA BISCIA?! – poi mi abbraccia stretto davanti agli occhi increduli di medici ed infermieri – meno male, Kaede!”mi sussurra con voce finalmente sollevata.

Quando torniamo al campeggio, aiuto Miyagi a preparare la cena e comincio a sbucciare patate mentre Hanamichi va a farsi una doccia. Tra me e il mio senpai c’è il silenzio, interrotto da lui ad un certo tempo: mi parla mentre mette in ordine le stoviglie già lavate del pranzo.

“Oggi Sakuragi si è preso un colpo, eh?”

“Hn.” Sì, il do’aho si impressiona facilmente, anche se gli do atto che stavolta aveva ragione.

“Non lo avevo mai visto così preoccupato, anzi no….”

Hn?! Che vuol dire quando e per CHI lo sarebbe già stato?! Speriamo che Miyagi continui e me lo dica, ah ecco!

“Già un’altra volta l’ho visto in quello stato, anche se allora cercò di nasconderlo con tutto se stesso e forse lo fece a se stesso e con gli altri, ma a me non sfuggì….”

Si decide o no a dirmelo?!

“Ti ricordi quando dopo la rissa il signor Anzai ti accompagnò al pronto soccorso?”

“Hn.”

“Bè, Sakuragi ti seguì con lo sguardo mentre tu uscivi e rimase a fissare la porta da cui te ne eri andato per un po’ di secondi e aveva uno sguardo accigliato e preoccupato, anche se aggiunse subito dopo un ‘ speriamo che per un po’ ce la tolgano dalle scatole quella volpe polare ’. Non so perché, ma ora ho l’impressione che lo disse più per darsi un contegno, che altro.”

Questo il do’aho non me lo hai mai raccontato! Bè, se è per questo io non gli ho mai confidato che una mattina lo sorpresi al MIO  campetto preferito, in compagnia della Akagi che lanciava urletti da gallina e che rimasi a guardarlo allenarsi e fare il cascamorto con quella!!  

La nostra ‘ conversazione ’ viene interrotta da Hana che entra chiedendoci se la cena è pronta. La serata prosegue tranquilla, ma mi accorgo che il mio do’aho è strano, come se fosse preso da altri pensieri, non si lamenta neanche della scarsità delle porzioni! Forse è stanco e, a dirla tutta, un po’ lo sono anch’io, oggi è stata una giornata intensa! Andiamo a dormire piuttosto presto, ansiosi entrambi di riposarci. Il giorno seguente è il nostro ultimo giorno qui, orami il tempo che avevamo per rimettere in piedi questo posto è trascorso ed è decisamente meglio di quando siamo arrivati. Il do’aho continua ad essere strano, meno loquace del solito e subito dopo la colazione ha preso martello e chiodi, dicendo che il giorno prima ha dimenticato di rifinire una parte della staccionata, a me sembrava una scusa per starsene un po’ per conto suo e conoscendolo bene, sono sicuro che sta rimuginando su qualcosa ed è ora di scoprirlo! Lo raggiungo e lo trovo impegnato a rinforzare un paletto.

“Do’aho, ma non hai ancora finito?!”

Sussulta leggermente, perché, come al solito, non mi ha sentito arrivare.

“Sì, kitsune, ora sì.” raccoglie gli attrezzi e si alza, avviandosi verso quella specie di magazzino , io lo seguo con la mani in tasca e quando ne riesce, mi decido a chiedergli che cosa abbia.

Lui non mi risponde, mi chiede se voglio andare a sedermi un po’ sul molo di legno. Io annuisco e ci sistemiamo sul bordo con le gambe nel vuoto, io appoggio il mento su un ginocchio tirato al petto.

“Hana, c’è qualcosa che ti preoccupa?”

Lui si gira verso di me e mi tira a sé, abbracciandomi, le mani intrecciate dietro la mia schiena.

“Ieri ho avuto una paura terribile, sai Kaede? Quando ho visto quella bestiaccia morderti mi sono venuti i brividi, la possibilità che potesse succederti qualcosa mi ha fatto mancare il fiato, con lo stesso senso d’ impotenza di quando…..di quando…..” mi stringe ancora più forte e io so a cosa si riferisce: il timore che potesse accadermi qualcosa di male a cui lui non poteva far niente, gli ha fatto ricordare suo padre e le circostanze in cui è morto, ecco il perché  della sua malinconia.

“Hn, secondo me invece, non ti capaciti dell’idea che non sei riuscito a liberarti di me neanche stavolta, dì la verità…..” Hana mi tira i capelli: “ Sei proprio una volpe cretina, lo sai?!” poi mi poggia le mani sulle spalle e mi tira indietro per guardarmi con quei suoi caldi occhi. “Ti amo da impazzire, Kaede, lo sai?” Io annuisco, sorridendogli e sporgendomi verso la sua bocca fino ad incontrare le sue labbra. Sento la sua mano posarsi sulla mia e intrecciare le nostre dita.

Nel pomeriggio Miyagi ci consegna due buste con dentro i soldi per il lavoro svolto in questi giorni ed Hana ed io le riponiamo negli zaini, pronti a metterci in cammino per arrivare al paese a alla fermata dell’autobus che ci riporterà a Kanagawa. Mentre siamo lì a finire di prepararci, il telefono del campeggio squilla, Miyagi risponde e lo vediamo farci il segno della vittoria con le dita: probabilmente è una bella prenotazione.

“Quanti siete?!” cos’è questo tono stupito e….preoccupato?!

“Bè, va bene.” Riattacca il telefono e si gira verso di noi con un sorriso un po’ tirato.

“Ehm ragazzi, potrei chiedervi un ultimo favore, piccolo piccolo?”

“Che altro vuoi?!” gli domanda non troppo gentilmente Hanamichi.

“Ecco, ho appena saputo che una comitiva piuttosto numerosa arriverà domani e mi chiedevo se voi non potreste aiutar……ehi, dove andate?!”

Quasi ad unisono, Hana ed io ci siamo sistemati gli zaini sulle spalle e abbiamo cominciato a camminare verso la porta.

“Ti saluto, Miyagi, chiamaci quando e se tornerai da questo posto.” Questo è il do’aho, perché io mi limito ad un cenno della mano.

“Allora, volpe, pronto al ritorno alla vita cittadina?”

“Hn.”

“RAGAZZI, VI PREGOOOOOO………” la voce del nostro senpai ci raggiunge al limite del sentiero, m noi neanche ci voltiamo…….

 

 

FINE.

 

(*) questo è inventato di sana pianta ^^,,,, nel senso che non so se sia necessario prendere degli antibiotici per il morso di una biscia, a me li hanno dati per un morso di gatto randagio, una biscia non è molto diversa, no?!^^