DEDICHE: ad Enlil per il suo compleanno!!! Scusa il ritardo, fanciulla! Spero che ti piaccia, anche se è qualcosa di un po’ insolito… In parte minore, una dedica anche ad Ahura chan…un omaggio a te! E un pensiero come sempre va alla sys Silene, che è un po’ che non sento e mi manca ç_ç, alla mia sys Lucy che mi è di sostegno, alla mia kitsunina che tra poco tornerà e a Lal tesora! RINGRAZIAMENTI: a Pamy Pamy, Francesca, Stefano, Lucy, Silene, Lal e la kitsunina perché anche io ho passato un brutto momento ma non mi hanno mai lasciata sola! DISCLAIMERS: i psg sono quasi tutti di Takehiko Inoue. La canzone invece è di Luca Carboni (ovviamente con le dovute licenze poetiche…) che spero non mi denuncerà dopo questo… La serenata con la chitarra è un’idea di Francesca, leggete la sua DoReMiFaSol…non è yaoi ma è davvero tenerissima! Spero ti faccia piacere questo omaggio, Fra! Anche se non ci sentiamo spesso ti voglio bene! A quando una nuova fic? NOTE: tra gli asterischi i flash back, in corsivo il testo delle canzoni/poesie, i cambi di POV sono segnalati…tutto come sempre insomma! NOTE02: Questa fic è un POV nuovo per me, chiedo scusa se sarà molto OOC… NOTE03: ci sarà una side story POV di Ryota, che si incorporerà a questa… NOTE04: come sempre, è AU, cioè scrivo nel periodo che mi pare mischiando episodi a strafottere… NOTE05: c’è una citazione presa dal manga “Gokinjo Monogatari”…la trovate?
Aya lo sai di Marty
POV MITSUI
La maglia dello Shohoku, bianca e rossa, che non toglievamo mai, ci allenavamo tutti i giorni. All’inizio quanti problemi…ricordo che quando ci conoscemmo non sapevi giocare e ci guardavi mentre ci allenavamo al campetto, io ed i miei amici, dall’alto del nostro metro e ottanta, mentre tu eri ancora sotto il metro e sessanta… Avevi nello sguardo la voglia di provare, la paura di non riuscire. Così un giorno hai cominciato ad allenarti da solo. Pochi passaggi, ma eri rapido, e avresti continuato anche dopo che il sole era calato. Ma sfortunatamente con un tiro troppo violento avevi spaccato la lampadina del lampione… Era il periodo in cui ce l’avevo col mondo intero, e soprattutto con quel dio cattivo e noioso che avevano cercato di insegnarmi ad amare senza successo. Come un arbitro severo aveva fischiato la mia espulsione dai campi da gioco senza neppure ascoltare le mie proteste. La tua voce che decisa chiedeva di essere ammesso al club di basket, il tuo gioco che ci ha sbalordito rendendo inutili le parole e facendoti guadagnare non solo il posto in squadra, ma anche la fascia da capitano dopo il diploma di Akagi, il tuo ammiccare continuo verso la nostra manager, per cui avevi perso la testa… La palla che poteva salvare la partita era sempre nelle tue mani, eri tu quello che in qualche modo costruiva tutto il gioco che ci aiutava a vincere. Tu e l’incoraggiamento di Ayako dalla panchina; lei ha sempre creduto in noi. In te. Com’eri buffo mentre cercavi di prenderla per mano, di strapparle un sorriso, di ottenere una parola che ti permettesse di sperare. Non potevo non prenderti in giro, ma capivo che il tuo sentimento era vero, puro, sincero. Stavo ripensando a tutto questo, quando l’ho incontrata. “Ayako, aspetta! Devo parlarti!” Si è fermata, e mi ha sorriso. Non sapeva di cosa si trattasse. L’ho invitata a prendere un caffè, e poi ho preso coraggio. “Aya, lo sai…che credo che Ryota si droghi?” Il rumore di porcellana infranta mi ha risposto al suo posto. No, non lo sapeva. Aya, chissà… Chissà se a Ryota ci pensi ancora, oppure dopo la fine della vostra storia l’hai semplicemente archiviato e dimenticato. “Lo sai che è solo a casa…e sta male?” Mentre aspetto che lei dica qualcosa, i ricordi mi assalgono di nuovo. I professori non chiedevano mai se eravamo felici, a loro bastava che non arrivassimo in ritardo e consegnassimo le nostre relazioni. Eravamo solo numeri. Ayako rideva e scherzava, tu invece parlavi poco. Certo, quando era presente facevi i salti mortali, ma poi quando eri da solo o con me ti rivelavi per quello che sei, cioè un ragazzo piuttosto introverso. Quando a Maggio iniziava ad alzarsi la temperatura, ed uscivamo la sera a fare una passeggiata nei viali, il profumo di fiori di ciliegio ci stordiva i sensi per quanto era forte. E poi le risse, in cui volevi sempre farti notare, e le prendevi, dai più grandi, spesso anche di brutto, ma non ti tiravi mai indietro pur di dimostrarci che avevi coraggio. Ricordi quando le hai detto che l’amavi sul serio? E la serenata che le hai fatto con la chitarra? Alla fine ti ha baciato, ed è così che è cominciata la vostra storia, così romantica che è rimasta tra i racconti che le matricole si facevano per parecchio tempo dopo… Certo, ma il tempo non lo puoi cambiare. “Come…come hai…cosa…” I suoi balbettii mi riportano alla realtà. “L’altro giorno ho trovato una scusa per potergli parlare. ‘Ehi, Ryota! Ne è passato di tempo dall’ultima volta che…’ ‘Sì, vabbè, ma adesso lasciami andare…’ Mi ha risposto, e poi ha fatto per allontanarsi. L’ho afferrato per un braccio per fermarlo; non credevo di essere stato violento, ma ha cominciato a tremare. Poi mi ha guardato con lo sguardo un po’ spento e non riusciva a parlare. Adesso come facciamo?” Ayako mi guarda ma non spiccica parola. La incalzo. “Non dovevamo arrivare lontano, tutti insieme?” Sorridi, e questo ha il potere di mandarmi in bestia. Sorridi, mentre ti dico che Ryota si buca perché soffre, perché non ce la fa ad andare avanti, perché tu l’hai cancellato dalla tua vita mentre per lui eri indispensabile, perché sta male ed è rimasto solo… Sento una mano sul viso. Mi sta sorridendo ancora, ma ha gli occhi lucidi. Mi porta la mano davanti agli occhi, e vedo che è bagnata. Di riflesso passo la mia sulla guancia, e mi rendo conto che stavo piangendo. Ma come! Io, Hisashi Mitsui, un piagnone?! E perché poi? Beh, perché a Ryota ci tengo. È un amico, mi è sempre stato vicino e non sopporto di vederlo buttarsi via ed arrendersi, non è da lui. Ayako sospira. “Hisashi…tu sai perché io e Ryota ci siamo lasciati?” mi chiede poi. Scuoto la testa. “No, Ryota non me l’ha mai detto. So soltanto che un giorno di punto in bianco mi si è presentato alla porta e ha detto che era finita. Aveva gli occhi rossi e delle occhiaie profonde, si vedeva che aveva pianto molto. E tu invece come se nulla fosse l’hai rimpiazzato in pochi giorni con quel posapiano di Fujima!” Un altro sospiro. “Vedi, Hisashi, quello che tu non sai è che io c’ero quando Ryota piangeva… Gliele ho asciugate io le lacrime… Infatti quel giorno non sono venuta a scuola perché stavo messa peggio di lui, e comunque mi sembrava assurdo che ci presentassimo tutti e due con le facce da disperati, no?” Non capisco più. “Scusa…ma allora se stavate male entrambi perché vi siete lasciati? Che è successo?” “Vedi, in realtà io non avevo smesso di amarlo. Era lui che si era innamorato di qualcun altro. Una persona che non avrebbe mai potuto avere. Ma si è reso conto che non poteva continuare ad illudermi, così è venuto da me e mi ha rivelato tutto. Io ho pianto perché lo stavo perdendo, e lui perché mi stava facendo del male. Certo, non è che l’abbia subito presa bene, ma poi ho capito e così…” Mi ero alzato, ma torno a sedermi. Sono sconcertato. Fino ad oggi ho represso questi sentimenti con relativa facilità, perché sapevo che tra voi era finita, e nonostante sapessi che non saresti mai stato mio pensavo egoisticamente che non saresti mai stato di nessun altro. Ma ora… Ora è tutto diverso, e io non so davvero che cosa dire fare o pensare. Vorrei solo urlare. “Hisashi…è ancora da solo..” “Come?” non ci credo, non può essere… “Non si è mai dichiarato e continua ad amare quella persona ancora adesso…” Balzo in piedi con tanta foga che la sedia crolla a terra facendo un fracasso tale che alcuni piccioni volano via. Non me ne importa. “Allora è colpa sua se Ryo sta male e…” Mi ferma. “Non si droga, Hisashi, se è questo che ti terrorizza…” mi rassicura la manager gettando all’indietro la massa di riccioli scuri che ancora le incorniciano il volto. “Se l’hai visto pallido e con lo sguardo stanco è perché dorme poco. Ci sta da cani, ora che pensa che la persona che ama abbia trovato la sua metà… Ma d’altro canto nessuno può farci nulla…l’amore non si pilota” conclude alzando le spalle. “Hisashi, come va con Kiminobu?” mi chiede a bruciapelo, facendomi arrossire fino alle orecchie dall’imbarazzo. “Ma…ma…ma…io…noi…tu…” lei ride sommessamente. “Me lo ha detto Ryota, vi ha visti abbracciati in palestra…” sbaglio o il suo sguardo si è incupito? “No, no” mi affretto a spiegare “Kimi si è innamorato di me e si è venuto a dichiarare, ma il mio cuore…appartiene già ad un’altra persona…” rivelo con amarezza. Kogure mi ha solo chiesto un abbraccio, e poi è andato via. “La verità…” ho bisogno di confidarmi con qualcuno, altrimenti scoppio, ed Ayako è sempre stata una delle mie migliori amiche “…la verità è che amo Ryota fin dal secondo anno del liceo!” l’ho detto in fretta, tutto d’un fiato, eppure mi sembra di essermi tolto un macigno dallo stomaco. Una volta iniziato non mi fermo più, e mentre la accompagno alla sua bicicletta le racconto di come l’ho scoperto dalla cocente gelosia che sentivo al vedervi insieme, di come ti abbia evitato ultimamente per paura di scoprirmi troppo, di quanto ho sofferto credendoti tossicodipendente… Intanto siamo arrivati. Lei sorride per l’ennesima volta, e mi dice “Guarda che uno dei dolori più grandi di Ryota è pensare che tu l’abbia rimpiazzato con Kiminobu e che tu non gli voglia più bene… Se sei preoccupato per lui corri a cercarlo e digli che non è così! Vedrai che tutto si sistemerà!” mi dà un bacio sulla guancia e monta in sella. Mentre inizia ad allontanarsi, però, mi rendo conto che non le ho chiesto chi sia la mia rivale. Per quanto non possa farci niente, voglio saperlo e così metto le mani a cono intorno alla bocca e grido “Ayako!” Lei si ferma e si volta indietro, guardandomi con aria interrogativa. “La persona di cui è innamorato Ryota…” prendo fiato prima dell’urlo finale “CHI DIAVOLO È?” La vedo sbuffare, per poi imitarmi mentre strilla “Sei tu, naturalmente, maledetto idiota!” poi con una risata cristallina, se ne va, lasciandomi fermo in mezzo alla strada come uno stoccafisso mentre boccheggio incredulo. Tu…noi…allora…senza por tempo in mezzo, corro, senza rendermi neanche conto di chi mi sta intorno, borbottando parole di scusa per qualunque danno potrò provocare. Devo correre da te e stringerti tra le mie braccia, prima di dirti che siamo due zucconi e abbiamo perso troppo tempo.
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POV RYOTA
Cretino! Cretino! Doppio cretino, triplo cretino, cretino al cubo! Dopo tanto tempo Hisashi viene a cercarmi ed io che faccio?! Scappo! Ah, ma li ho proprio buttati via questi ventidue anni… Sono ancora un vigliacco. Eppure prima o poi dovrò riuscire a dirglielo, anche se questo dovesse far crollare a pezzi la nostra amicizia… E poi ora lui sta con Kogure…che ironia, scoprire che è gay proprio perché si mette con un altro! Vorrei proprio sapere…Marty, credo che tu abbia letto troppe fanfictions di Ahuramazda!!! Quello mi odia… E ora chi è?! Bussano alla porta… Mi asciugo gli occhi e poi mi specchio: dio mio, faccio spavento! Tra i capelli incrisati, le palpebre gonfie e gli occhi iniettati di sangue…-.- Arrivo, arrivo, un momento! Che insistenza! Ma…è Hisashi… “ciao, Ryo-chan. Ti amo da cinque anni. Posso entrare?” Credo di non aver capito bene… LUI ama ME? Da cinque ANNI?! “Scusa, puoi ripetere, Hisa? Io non ho cammmpfff” Certo, ho tante domande da fargli… Ma gli lascerò finire il bacio prima…
* OWARI *
-.- che c’è? NdRyo Non mi piace…ndMarty E perché? NdRyo Nin zò…smielata…inutile…ndMarty_ipercritica Beh, era ora che la finissi con i polpettoni melodrammatici…almeno questa finisce bene! NdRyota_che_tira_l_acqua_al_suo_mulino Bah…forse non c’è abbastanza sofferenza psicologica… Spetta… Forse se…
**************Bussano alla porta…Mi tolgo il laccio emostatico dal braccio e poi nascondo la siringa sotto il divano… Mi specchio: dio mio, faccio spavento! Tra i capelli incrisati, le palpebre gonfie e gli occhi iniettati di sangue…per non parlare del braccio ormai illividito che…*****************
Ç_______________________Ç ndRyota_disperè
Scusa per la ciofeca, Enlil chan, accetta il pensiero… Alla prossima! Marty
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