Pairing:
HatoriXShigure
Note: questa fic è ambientata nel volumetto 5 cap. 25-26 (per intenderci quelli svolti nella villa sul lago della famiglia Soma) ed è un’interpretazione su come possano essere avvenuti in realtà i fatti. Ovviamente è tutto parto di mente malata. Sono stati riportati alcuni dialoghi originali del manga.
La fic è dedicata
a Miyuki, la mia dolcissima sorellina minore, che quest’anno entra nel fantastico mondo universitario. Che i
12 animali dello zodiaco cinese siano con te sori!!! ^*^
di Yurika
POV DI HATORI
Kana... in questi giorni mi vieni in mente con
la potenza di una bomba esplosa nel mio cervello.
Kana sei felice? Intendo, davvero felice? Non come
una di quelle felicità fasulle che ti dà la speranza
in un domani migliore e che finisce inevitabilmente per deluderti, invischiata
in un oggi uguale al sempre.
Non è giusto vivere per il domani, è giusto vivere per l’oggi.
Sii felice adesso Kana e lo sarai per sempre. È tutto ciò che mi sento di
augurarti e di sperare. Ormai per me non spero più...
Tu sorridevi
sempre e il tuo riso scioglieva la neve accumulata sul mio cuore,
trasformandola in primavera.
Sei
bella Kana, lo sai? Te l’ho mai detto?
Una bellezza che
non può appassire con gli anni perché è la bellezza della tua anima quella a
cui alludo.
Io ti amavo e tu
sorridevi, io lottavo e tu ti preoccupavi, io ti ho tolto i tuoi ricordi e tu
piangevi. E mi chiedevi perdono. Ma l’unico a dover
domandare perdono ero io che ho creduto in un sogno che non avrebbe
mai potuto essere realizzato.
Ho
fatto la scelta giusta, ne sono
certo. E il fatto che questa consapevolezza non mi
consoli affatto non ha importanza. Io non merito consolazione.
Una volta Shigure mi ha detto di essere lui,
fra noi Soma, il più “maledetto”. Il discorso è nato dal fatto che si sente in
soggezione di fronte a Toru Honda,
la ragazzina che ospita a casa sua, la grande amica di
Yuki e Kyo. Si sente
inferiore a lei perché davanti alla sua purezza e alla sua innocenza si sente
sporco. Ha aggiunto di invidiare anche me.
Invidiare me?
Buffo, no? Perché in realtà, anch’io sono sporco, come
lui...
Io che non mi
ribello mai agli ordini di Akito,
io che eseguo il compito peggiore di tutti, quello di privare le persone di una parte delle loro vite solo
per il capriccio del destino che sancì che alla nostra famiglia venisse imposto
di dover sopportare il peso di una storia avvenuta secoli e secoli fa e di cui,
ormai, il mondo ha perso ogni memoria o che
sopravvive, tutt’al più, come favola della
buonanotte.
Io che intuisco il
piano di Akito e conosco
quello di Shigure su Toru Honda e non dico nulla. Mi limito a stare in disparte ad
osservare.
Ma sto di nuovo mentendo a me stesso. In
realtà non mi limito ad osservare, non nel caso di Shigure.
In qualche modo ammiro l’obiettivo che persegue. Forse perché io non ho più un
obiettivo.
Riuscire a concretizzare un sogno, renderlo reale e tangibile per
poterlo stringere e non lasciarlo mai più andare via. Aggrapparsi a qualcosa
che non esiste e renderlo esistente a dispetto del torto e della ragione, a
dispetto del calpestare le vite e i sogni altrui.
Lo ammiro per
questo? Per quanto possa sembrare ignobile o patetico, sì.
Lo ammiro per questo. Perché ha qualcosa che a me è
precluso per sempre, dopo Kana.
Eppure a volte mi
sorprendo a pensare che quello che provo per Shigure
non sia solo ammirazione. Me ne rendo conto in un
lampo fugace di comprensione ogni volta che mi sorride per ringraziarmi per la
mia non ostilità.
Lui porta avanti
il suo sogno da solo. Benché lui, Ayame ed io siamo amici da lungo tempo, Shigure
è l’unico a credere ancora nel sogno che facemmo da bambini e a portare avanti
il suo progetto.
Come ti senti,
amico mio, quando pensi a ciò che stai facendo alle persone a cui vuoi bene
solo per ottenere qualcosa che forse non potrà mai essere? Male, vero? E nonostante questo, tu vai avanti dritto per la tua strada
senza avere ripensamenti.
Sono pochi coloro
che ti conoscono realmente. Posso forse annoverarmi tra questi? Posso dire di
averti compreso, almeno un poco? Non lo so, sai, non lo so
davvero.
Alle volte credo
di leggere tristezza in fondo a quegli occhi sempre sorridenti. Ma forza e determinazione sono le sovrane gemelle del tuo
sguardo.
E io? Che parte ho
io in tutto questo?
Ogni tanto, anche
se non ne capisco bene la ragione, provo ad accostarmi a te, ma lo faccio in
silenzio, fingendo un distacco che sono ben lungi dal
provare.
Il fatto è che ho
paura. Paura che se solo oso allungare una mano verso di te, tu sparirai
davanti ai miei occhi. “Onda” sei stato soprannominato e sei davvero così,
sfuggente e impenetrabile come la spuma marina che ti lambisce dolcemente, ma
che a lungo andare ti corrode fino all’osso.
All’apparenza
tutto ciò può sembrare strano. Sono io quello che sembra introverso e
misterioso, mentre tu ed Aya siete quelli estroversi
e solari. Ma la verità è ben diversa. Tendenzialmente
io sto sulle mie, ma solo perché sul serio non ho molto da dire. I miei
pensieri sono vuoti e freddi come il mio cuore. Tu, invece, hai un mondo
infinito dentro di te che celi sotto l’immagine giocosa che ti compiace di
mostrare agli altri.
A volte lo fai
anche con me e questo mi fa male. Non male come quando ho dovuto lasciare Kana priva del suo ricordo di me. Un dolore di tipo
diverso, più sordo e sottile, nascosto in profondità, un dolore costante e
sempre presente al quale ti abitui, ma che ogni tanto decide di farsi sentire
con tutta la sua forza lasciandoti senza fiato.
Come quella volta
che per San Valentino mi hai portato i cioccolatini preparati da Toru che tu hai spacciato per un tuo pensiero per me.
Credi che mi
faccia piacere stare ai tuoi giochetti? Non sono come Aya
io! Non fingo atteggiamenti ambigui solo per fare un po’ di scena!
Ti ho chiuso la
porta in faccia perché non volevo vedessi quanto
l’idea di un tale gesto da parte tua mi avesse sconvolto. Perché
per un attimo – un breve, ma tremendo attimo – ho pensato che tu potessi dire
sul serio e ne sono stato... cosa? Felice? Sì, felice.
Non è giusto che
tu mi faccia questo, non è giusto che tu, il mio migliore amico, mi faccia
sentire inebriato e perduto allo stesso tempo. Perché è così
che mi sento ogni volta che sono vicino a te. Inebriato dai tuoi modi
affabili e dal tuo sorriso tranquillo e perduto dal tuo atteggiamento
buffonesco che mi preclude ogni via per raggiungere il luogo in cui il vero te
stesso si nasconde.
Ma cosa sto pensando? Io riuscire a
raggiungere un contatto con l’essenza di qualcuno? Ottenere la comprensione
assoluta di un’altra persona? Io, che per primo mi rintano in me stesso,
coperto da una coltre di gelo sotto il quale mi sento protetto da ogni
intrusione esterna?
Ridicolo!!!
È colpa tua Kana? Sei tu che mi stai facendo venire di queste idee?
Vuoi escludermi definitivamente dalla tua vita, dalla tua nuova vita, cercando
di darmi altre cose su cui riflettere che non contemplino...
te? Ma Kana, tu non hai
questo potere...
Allora forse sono
io che cerco in tutti i modi di non pensare a te, perché se solo mi soffermo a
riflettere sulla nostra situazione impazzirei!
E tu, Shigure?
Credi di non avere colpe? Sei tu che mi hai trascinato nella villa al lago dei Soma per chissà quali motivi! Hai insistito talmente
tanto perché io venissi! La motivazione ufficiale è che ti serviva un autista,
ma sappiamo bene entrambi che non mi trovo qui per
questo... almeno, non solo per questo.
E ora te ne stai qui, a leggere di fronte a
me, mentre si presuppone che io faccia la stessa cosa. Ma
non riesco a concentrarmi sulle pagine fittamente ricoperte da simboli
d’inchiostro e le lunghe e penetranti occhiate che mi lanci ogni tanto non mi
sono di nessun aiuto.
Sei preoccupato
per me, vero?
Ma sì, certo, è così. Perché in fondo, tu e Aya siete le uniche persone che mi vogliano
davvero bene. Anche Ayame è
stato particolarmente carino con me in questi giorni.
È perché sapete
del matrimonio di Kana, vero? Dovevo aspettarmelo che
i soli a capirmi sareste stati voi.
Ma non dovete preoccuparvi così tanto per me,
sul serio! Kana adesso è felice e io non chiedo di
più... davvero, non chiedo di più...
<Puoi piangere
se vuoi>.
Sollevo gli occhi
dalla pagina che stavo fissando da mezz’ora senza leggere. Shigure
mi osserva con il suo libro chiuso e posato in grembo. Da quanto tempo è così?
<Come hai detto, scusa?> riesco a malapena a mormorare.
L’espressione di Shigure è insolitamente seria, non vi è traccia alcuna del
sorriso ironico che in genere gli orna il volto dai tratti delicati.
<Ho detto che se
vuoi puoi piangere. Non lo dirò a nessuno, neppure ad Ayame>.
<Ma di che stai parlando? Perché dovrei
piangere?>
Mi rivolge un
sorriso malinconico.
<Non fingere
con me, Hato. Capisco cosa stai provando>.
Rimango un po’
sorpreso. Non mi aspettavo che ne avrebbe mai parlato.
Pensavo che il suo fosse semplicemente un “appoggio silenzioso”.
<Non credo tu
possa realmente capire>.
Chiudo il libro
che ho in mano nervosamente. Non è che mi dia fastidio parlare di Kana... è che mi dà fastidio parlare di Kana
CON LUI!!!!
Si alza e viene a sedermisi di fianco guardando dritto davanti a sé. Il
sorriso malinconico non lo abbandona.
<So cosa vuol
dire amare qualcuno che neppure ti vede... non nel senso che vorresti tu,
almeno>.
Che? Shigure? Shigure... innamorato?!?
<Se è uno scherzo non è divertente> gli rispondo tagliente.
Le mie parole
sembrano averlo colpito in un punto che fa molto male. Il suo sguardo si spegne
e il sorriso muore sulle sue labbra.
<Ci sono cose
su cui neppure io riesco a scherzare...>.
Vedo che sta
soffrendo e vengo assalito dal panico. Non avevo mai
visto Gure così!!! Vorrei
scusarmi, ma non so esattamente per cosa, per cui... semplicemente taccio.
Shigure si volta a guardarmi e mi sorride.
<Perdonami...
hai già abbastanza problemi per te, è assurdo che ti carichi anche dei
miei>.
Non so cosa dire.
Ho sperato tanto di poter capire meglio Shigure e
adesso che ho un elemento in più per farlo mi scopro a pensare che questa è una
cosa di cui non avrei mai voluto sentir parlare.
<Avanti, Hato. Sfogati>.
Faccio segno di no
con la testa.
<Non
piangerò>.
<Perché no?>
<Perché
so che Kana ora è felice ed è tutto ciò che ho sempre
sperato. Non ho alcun
motivo di piangere>.
Shigure si appoggia contro il mio fianco e guarda
per terra.
<Questo è
triste>.
Triste?!? Ma...
<Perché
dici così?>
<Se hai già
ottenuto ciò che speravi, ora non hai più nulla per cui
valga la pena di vivere, giusto?>
Le parole di Shigure mi lasciano interdetto. A rigor di logica il suo
ragionamento è giusto. Eppure non sento che per me sia
così. È come se avessi ancora qualcosa in cui credere. Sarà per via del calore?
Il calore
dell’amicizia di Aya, il
calore dell’affetto frustrato di Momiji, il calore
del sostegno di Hatsuaru, il calore della fragilità
di Yuki e Kyo, il calore
della dolcezza di Toru, il calore del corpo di Shigure appoggiato al mio...
<Shigure io... non voglio che la mia vita sia triste>
mormoro piano tra i suoi capelli.
Lui si scosta a
malapena da me, giusto per potersi reggere sul braccio e guardarmi negli occhi.
<Allora non
permetterlo...>
Si avvicina a me
finché le nostre labbra non si sfiorano. Sento il cuore pulsarmi nelle tempie,
il respiro mi si accelera senza controllo e un lungo brivido mi serpeggia per
la schiena. Sgrano gli occhi fissando Shigure come se
avessi appena visto un fantasma, ma non mi muovo.
<...e lascia che neanch’io te lo
permetta!> prosegue per poi tornare su di me e baciarmi di nuovo.
Continuo a non
riuscire a muovermi e la sua bocca mi sfiora ancora e ancora, la sua lingua mi
accarezza e mi gusta gentile e delicata.
Chiudo gli occhi,
schiacciato dalle sensazioni struggenti e intense che mi assalgono rendendomi
stordito.
Il profumo di Shigure è ovunque e io me ne cibo come un affamato di
fronte ad un lauto banchetto.
Facciamo l’amore
con dolcezza e passione. Non è come quando lo facevo con Kana,
oh no! E non alludo al fatto che questa volta mi trovo
a letto con uomo invece che con una donna. Questo è secondario perché io
parlavo di me e di ciò che sento. Con Kana era come
stringere tra le braccia una fata dei boschi, una creatura di sogno che sarebbe
scomparsa con le prime luci del mattino. Con Shigure
invece è come quando ti trovi in casa davanti al camino nelle sere invernali, a
leggere un buon libro con un leggero sottofondo musicale, circondato
dall’affetto dei tuoi cari e tu sei lì che realizzi finalmente di essere felice e quella non è una felicità effimera e
passeggera, ma durerà per il resto della tua vita.
È così. Qualunque
cosa accada e comunque andranno le cose dopo questo,
so che Shigure sarà accanto a me per sempre e mi
sosterrà e mi incoraggerà esattamente come io farò con lui.
Rimaniamo stesi
per terra, io a guardare il soffitto e lui accoccolato sul mio petto.
<Sai Gure... credo che leggerò uno dei tuoi romanzi>.
Shigure si alza su un gomito guardandomi sorpreso.
<Davvero??? Ma se non hai mai voluto leggerne uno prima d’ora!>
<Beh? C’è
sempre una prima volta...>.
Glielo dico con la
mia aria impassibile e dopo pochi istanti lui mi sorride dolcemente.
<Va bene
allora...>
L’arrivo di Ayame porta come al solito
scompiglio e confusione. Kyo e Yuki
portano Toru a fare una passeggiata sulla riva del
lago lasciando noi tre da soli.
Aya mi ha portato una fotografia del
matrimonio di Kana e lui e Shigure
non fanno che chiedermi se non mi interesserebbe
tornare con lei.
Domanda sciocca,
dal passato non si torna indietro. E poi non c’è modo per far sì che possano
essere evitati gli errori che già commettemmo una
volta. No, Kana sta meglio dove sta.
<Tori, io...
vorrei che tu fossi felice... duemila volte più di Kana>
dice Aya con tono serio serio.
<Perché duemila? È troppo poco!!> gli fa
subito eco Gure.
Sorrido. Come
potrei non essere felice quando ho voi due al mio fianco? E
poi io... adesso...
<In ogni
modo... questa volte sarebbe meglio che tu incontrassi una ragazza che non si
rattristi per il solo fatto di starti accanto. Una ragazza per
cui stare assieme a te significhi soltanto felicità!>
Shigure davvero pensi questo? E
credi che sia una cosa possibile per me? No, dopo Kana
non ci sarà nessun’altra ragazza.
Il ritorno dei tre
più piccoli distrae i miei due amici.
Vedere Toru,Kyo
e Yuki così sorridenti e spensierati mi fa capire
quale sarà la mia ragione di vita d’ora in avanti: fare in modo che quei
sorrisi meravigliosi non vengano mai spenti. E fare
anche in modo che il sorriso di Shigure diventi
altrettanto splendente e sincero.
Chissà che tipo è
la persona di cui è innamorato? Beh, non importa. Di chiunque si tratti, io sarò pronto a sorreggerlo e ad aiutarlo standogli
accanto.
Se non posso essere io la tua felicità, farò
in modo che tu la possa trovare. Non mi serve altro.
Perché io...
adesso... ho te Shigure!
FINE POV
Shigure osservava la scena di Ayame che tentava di imporsi su Yuki
per mostrarsi risoluto e farsi bello ai suoi occhi mentre si sventagliava con
aria depressa.
<Quell’Ayame... non capisce
proprio> gli disse Hatori sorseggiando impassibile
il suo tea.
<No, non
capisce...>
La giornata era
tiepida e il profumo dei germogli sugli alberi si spandeva tutt’intorno.
Shigure rivolse il suo sguardo ad
Hatori e non poté fare a meno di sospirare.
<<Però... neanche tu, ancora... chissà se un
giorno...>>.
I suoi pensieri
volarono via assieme alla tenera brezza primaverile.