Awake

di Noesis2

 

Refuse to feel, anything at all
Refuse to slip, refuse to fall
Can't be weak, can't stand still
You watch your back cause no one will.
You don't know why they had to go this far
Traded your worth for these scars for your only company
Don't believe the lies that they have told to you
Not one word was true.
You're alright
And I have felt the same as you
(Simon, Lifehouse)





Ho avuto paura. Terrore.
Un sogno dolorossissimo, straziante. Incubo.
Le lacrime sulle mie ciglia non sono finzione, non fanno parte del sogno.
Mi aiutano. Mi fanno capire che non è vero niente.
Che tu non sei morto. Che non ci sono stati quattro spari. Che io non ti ho ucciso.
Che poi... pensandoci bene. Si. Potrebbe anche accadere.
Reprimo un brivido e mi stringo le lenzuola addosso.
La metà della mia anima presa da loro. Ed il riscatto... l’uccisione della mia anima gemella.
Quale scegli dei due? Soltanto una risposta. Soltanto un’opzione.
Preferirei la morte. La mia morte.
Ma non funziona così. Non con loro. Ci può essere solo bianco o nero.
Nessuna sfumatura. Ma le sfumature sono tanto belle.
Sono la vita. Loro la vita... non la conoscono. No.
La morte, quella la conoscono bene. L’anestetizzarsi dell’anima.
Morte. Ti ho ucciso, nel sogno.
Ma tu non sei morto. Sei caldo, vivo, vero accanto a me. Per questo una lacrima mi rotola giù dalla guancia.
Abbiamo appena fatto l’amore e tu sei vivo.
Sono felice. Normale, no?
Mormori qualcosa nel sonno e ti passi una mano sul viso.
Allora è vera la storia che quando si viene fissati, anche nel sonno, prima o poi lo si nota..
Fai un espressione buffa, che mi fa sorridere, non molto in linea con il tuo personaggio di ineccepibile e glaciale braccio destro di Zephyr.
...nessuno sa, probabilmente di quanta dolcezza sei capace...
Te ne vergogni. Arrossisci facilmente. Ti chiudi in te stesso e non lasci avvicinare nessuno.
Freddo e dolce. Davvero un bel contrasto.
Ecco, ti sei svegliato.
Mi dispiace, ti devo aver fissato troppo..

“...mm. Ancora sveglio?”
“ No. Ho avuto un incubo...”
“ Oh. Mi spiace... colpa mia?”

Sempre a scusarti.
Ti senti in colpa? Con me quasi sempre.
In effetti mi hai fatto soffrire. Per te è facile trattare le persone come oggetti... ti viene naturale..
...si, lo so che non lo fai apposta. Non con me. Lo so.
L’hai fatto per insicurezza, dici. Brutto mostro, lo conosci bene. Forse troppo.
Ti amo, che c’è di difficile da capire?
Sono un poeta, idealizzo terribilmente e amo ciò di cui mi innamoro.
I poeti sono equilibristi di corde tese sull’infinito.
Esagerano, idealizzano e, come direbbe il tuo chicano, battono cantonate pazzesche.
Soffrono sempre, perché hanno sempre sofferto.
Io sono così.
Soffrò perché amo ed amo perché soffro.

“ Scusa... davvero...”

Non devi scusarti sempre. Sembra tu abbia paura dei miei occhi tristi.
Ma sono stati quelli che ti hanno convinto a stringermi la mano quella volta.
Me lo hai confidato in un sussurro.
“Vorrei cancellare tutta quella tristezza... ma sono uno scemo. Perché ne sono innamorato e mi mancherebbe.”
Poi ti sei di nuovo scusato, balbettando che non ti faceva piacere che fossi triste ma..
Ho sorriso e ti ho baciato. Qualcuno ha detto che le cose importanti non vanno dette perché le parole, solitamente le rimpiccioliscono.
Beh, quel qualcuno aveva ragione.

“..allora è colpa mia.”

Hai preso il mio silenzio per un ammissione. Tipico.
Salti a conclusioni affrettate, ti mortifichi e ti chiudi in te stesso. Fai tutto da solo.
Quindi entra il gioco il sottoscritto. Ti bacio. Ti guardo negli occhi.
Occhi azzurri come il cielo. Qui il cielo non lo vedete tanto spesso.
Tutte queste nuvole..
Hai degli occhi bellissimi, te lo faccio notare. Mi fissi perplesso.
Credi che abbia voluto cambiar discorso.

“ Allora... cosa hai sognato?”
“ Era un incubo, non un sogno. Comunque... niente di importante.”
“ Hai gli occhi rossi. Hai pianto?”
“ Nel sogno... ed un po’ dopo.”
“ Perché?”
“ Era un sogno triste...”

Doverti uccidere. Mi ucciderebbe. Sicuramente.
Non fisicamente... ma nell’anima. Cerca di capirmi. Hai detto di amarmi, mi hai persino donato un anello troppo grande per le mie dita (ma questo non te lo farò mai notare)...
Tu mi appartieni per tutta la vita. E dopo. Per l’eternità.
Ucciderti mi ucciderebbe.
Se dovesse accadere abbraccerei il tuo corpo freddo, spoglia di un’anima che è volata via, volata via da me..
...ed aspetterei la fine. Forse sarei persino felice.

“ Beh... dai, raccontamelo!”
“ No... non è importante... me lo sono dimenticato.”
“ Menti. Figurati se con una faccia così te lo sei dimenticato...”
“ Lars...”
“ Beh? Hai paura che rida di te?”

A volte mi sei irritante. Davvero.
Quando assumi quel sorrisetto da schiaffi, mi fai arrabbiare. È una forma di difesa, lo so.
Magari stai pensando che voglia nasconderti qualcosa, magari il fatto che non mi sia piaciuto farlo con te..
Sospiro.
Ti conosco abbastanza per sapere che non demorderai facilmente.

“ Ho sognato... di... ucciderti.”

Mi fissi perplesso. Di nuovo. Ti passi una mano trai capelli.
Anche i tuoi capelli mi hanno colpito, la prima volta che ti ho visto. Il loro colore.
Campi di grano appena maturi.. un biondo strano, abbagliante.
Il principe della Luna. Sono sicuro che un principe della Luna i capelli li ha proprio così..
Continui a fissarmi. Ci sei rimasto male?
Probabile. Non penso che la mia pulsione onirica ti possa far piacere..

“ Oh. Beh... era soltanto un sogno, no?”
“ Era molto... realistico.”
“ Ma dai... e come sarei morto? Coltello? Proiettili? Arma bianca? ”
“ Lars... smettila..”

Sorridi. Probabilmente hai notato che mi si sono inumiditi gli occhi. O forse l’hai intuito.
Mi passi un braccio sulle spalle e mi attiri contro di te. Scivoliamo nel caldo abbraccio delle coperte.
Un bel tepore..
Sento irrigidirti quando sono io che stringo la presa contro di te. Non sei ancora abituato a sentire i nostri corpi nudi a contatto. Sei un po’ a disagio. Butti fuori un sospiro.

“ Era soltanto un sogno Simon. Un brutto sogno. Sono qui e non la minima intenzione di lasciarti.”
“…dovevo ucciderti.”
“ Se accadesse veramente credi che sarei così ingrato da lasciarti solo?”

Mi uccideresti dunque?
Mi lasceresti morire con te?
Sarebbe in linea con il mio personaggio, no?
Mi dici che a volte sembro nato per soffrire d’amore, come i poeti romantici di secoli or sono.
È vero. Tutto vero.
Morirei per te. Per mano tua poi... scommetto sarebbe bellissimo.

“ Mi uccideresti allora?”

Ahi.
Mi hai tirato uno scappellotto. Ti ho fatto arrabbiare. Corrughi le sopracciglia e mi guardi male.

“ Sei scemo? No. Salverei entrambi. Non ci tengo a morire, non adesso, perlomeno.”
“…entrambi...”
“ Già. La felicità va sempre condivisa. Non ha senso essere felici da soli. Anzi, sembra quasi un ossimoro. Sai cos’è un ossimoro, no?”

Certo. Un contrasto.
Come la disperazione del sogno e la gioia del risveglio.
Non per tutti è così. Spesso si sogna per fuggire dal dolore.
L’ho fatto spesso, io. Ma non stavolta.
Disperazione-sogno, gioia-risveglio. Schema semplice.
È quando prendi coscienza che hai immaginato tutto, che è tutto fallace ed irrisorio...
...che ciò che ami respira al tuo fianco, che puoi ancora godere delle sue pudiche carezze e dei suoi baci dolcissimi..
…che la gioia ti pervade come un fiume in piena.
E se versi qualche lacrima, beh, chiedi venia. In fondo... sono lacrime di gioia stavolta.
E non fanno male a nessuno.

“ Oh... oh! Scusa... non... non volevo farti piangere!”

Come nel sogno. Le stesse parole.
Anche stavolta ti stringo forte. Ti mormoro quelle due parole (che a te invece bisogna tirar fuori a forza).
Ti stringo ancora più forte. Ma non c’è nessuna pistola stavolta. Niente spari.
Soltanto baci.
Io li preferisco. Scommetto anche tu.

“ Ti amo Lars.”
“...idem.”