Disclaimer. i personaggisono miei e degli
altri giocatori di questa campagna di D&D (gioco di ruolo fantasy).
Master:Carlysle. Non so quanto spesso potrò scriverla, dipende da quante
partite mi ispirano
Avventurieri
di Amy
Parte 1/?
La
Luna. La madre Luna che i guida le maree e l'umore degli uomini con esse.
Una sfera di seta appesa in un mantello nero puntellato di lucenti gemme
stellate, il cielo. La nebbia si solleva sul terreno umido danzando attorno
ai tronchi degli alberi che paiono neri signori immersi nel buio. Non so se
faccia freddo. Non so se faccia caldo. Oggi è una di quelle sere in cui
sento di non sapere nulla. E' un po' come quando da bambino credi di essere
il più furbo di tutti e poi rimani a bocca aperta davanti a un giochetto di
bassa magia.
Sospiro mentre slego la treccia che mi pende tra le scapole. E' stata
Melisendra a farmela, forse anche per nostalgia verso i propri capelli. I
suoi capelli che ora custodisco ancora annodati a treccia nell'interno
dell'armatura di piastre. Il suo pegno di amore per me. Un amore che io
nemmeno sapevo esistesse fino a quel giorno. Quanto tempo umano sarà
passato da allora? Non più di una luna piena credo e ora eccomi qui, di
nuovo in viaggio.
I capelli dai riflessi ramati danzando nella brezza leggera e fresca. Tutto
è silente, solo le cicale innalzano il loro canto acuto in quest'erba umida
di una leggera pioggerellina.
Socchiudo le labbra lasciando che la pioggia mi scivoli in gola e bagni il
mio viso mischiandosi a un ansito di dolore. so che *lui* verrà a coprirmi
col suo mantello, lo fa sempre. Un perfetto cavaliere capace di
sussurrare frasi gentili o dire parola che colpiscono come lame con lo
stesso innocente sorriso. Forse sono un po' di parte ma è da quando, un
mese fa lui mi ha rifiutato che verso in queste condizioni. Quelli della mai
di razza lo scambierebbero per mal di vivere nonostante sia fin troppo raro
che esso colga alal mia età e lo stesso Alaric che di solito si limitava a
lasciarmi in disparte ora prega il suo Dio perchè gli indichi quale male mi
abbia colpito. Melisendra lo sa. E' quel male sottile che si insinua fra le
pieghe del cuore e lo spezza come se fosse ghiaccio sotto un colpo di scure
assestato in una crepa. In poche parole soffro di mal d'amore, non
ricambiato per altro.
Nella mia vita ho avuto molti amanti ma solo un grande amore. Da quando
Galahaad è morto ho cercato di chiudere il mio cuore e ora è bastato uno
scialbo umano per gettarmi in scompiglio l'anima. Forse è perchè in Kendal
rivedo la stessa gentilezza e forza di Galahad o mi illudo di vederla. Lui
di sicuro non mi avrebbe mai rifiutato in quel modo.
Se fossi donna mi amerebbe...ma è possibile che la sua razza sia tanto
limitata? Eppure non dovrebbe. Con la coda dell'occhio vedo il chierico
scomparire nella tenda. Lui è umano e non si fa problemi, il suo dio gli
permette di avere rapporti anche contro natura. Sollevo una mano e la lascio
ripiombare sul mio volto. Sono completamente bagnato. E' una sensazione
strana. Mi sento come se fossi terra e pioggia e cielo allo stesso tempo.
Posso io sconvolgere l'ordine della natura? Posso cercare l'incantesimo che
mi potrebbe far diventare donna? E a che prò? Perchè Kendal ricambi i
sentimenti che tanto candidamente, complice il velo dell'alcool io gli ho
gettato in pasto?
Sono un elfo cresciuto con gli umani...in mezzo alle loro idee. Non sono
elfo nè uomo. Mi sollevo a sedere, le vesti in sottile stoffa elfica rese
trasparenti dall'acqua aderiscono come una seconda pelle al mio corpo
snello, i capelli cadono sul viso coprendolo in parte e poggiandosi sulla
punta delle orecchie come in una naturale insenatura.
I piedi nudi si immergono nell'erba mentre mi rannicchio stringendo le
ginocchia al petto e non so più quali siano gocce di pioggia e quali
lacrime quelle che scivolano, salate, fra le labbra serrate.
Mi sento inutile. Prima ero io il guerriero e ora..ora Kendal è riuscito
senza volerlo a portarmi via ogni cosa, anche quello. Non sono più
un guerriero, sono solo un elfo per i miei compagni. Troppo stupido per fare
altro.
Vorrei solo che questa pioggia portasse via anche me, che il Sacerdote
Oscuro dal Grande Occhio mi uccidesse strappandomi il cuore.
Galahaad. Avrei bisogno di lui ora e invece è la mano di Sorest, chierico
di Bacco che si posa sulla mai spalla facendomi sobbalzare. I capelli corti
sono umidi e scivolano sul suo volto roseo incollandosi sopra l'arco
sopraccigliare. Gli occhi chiari mi fissano con una dolcezza che raramente
ho potuto vedere. Si siede accanto a me in silenzio, sfiorandomi la mano e
gliene sono grato. Per la prima volta in vita mia non ho bisogno di parole
ma solo del silenzio di questo paesaggio piovoso. Per una notte, una sola
voglio piangere tutte le mie lacrime fino a trasformarle in correnti in cui
la tristezza svanisce. Fino a domani, fino al sorgere di un nuovo giorno. E
tutto questo perchè amo.
Continua...
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