NOTE: Non è la cosa migliore che io abbia
mai scritto, speriamo che non sia neanche la peggiore^^, ma se così fosse
prometto di non terminarla!
Un avvenimento importante
di Bunnycat
Parte 6/6
Andrea
fu il primo a svegliarsi. Guardò l'ora.
C'era ancora tempo per restarsene abbracciato a Vincenzo, osservarlo nel
sonno, la testa appoggiata alla sua spalla, i lineamenti del viso finalmente
distesi, il corpo abbandonato con fiducia tra le sue braccia.
Era il primo momento veramente sereno della loro breve vita insieme, un
momento quasi perfetto se non fosse stato per quello che li aspettava.
Qualche ora e tutti i tasselli delle loro esistenze avrebbero preso una
forma definitiva
nel bene o nel male.
Gli accarezzò lentamente i capelli, tirandoglieli un po' indietro.
Vincenzo aprì gli occhi e gli fece un mezzo sorriso, stiracchiandosi
addosso a lui
"E' già ora?"
"Sì, anche se preferirei non doverlo fare. Forse potremmo-"
"No. Andiamo. Non voglio fare tardi, né aspettare un momento di più"
Tenendolo stretto a sé lo costrinse ad alzarsi con lui.
Quasi di peso lo trascinò poi in bagno e lo mise sotto la doccia.
Aprì l'acqua e poi rimase a guardarlo.
"Perché non la facciamo insieme?" Andrea era un po' imbarazzato,
in fondo la loro intimità era ancora qualcosa di nuovo per lui
"Preferisco aspettare il mio turno"
Andrea rimase sorpreso, però non aggiunse altro.
Chiuse gli occhi e si lasciò accarezzare dal getto dell'acqua sentendosi
addosso il suo sguardo, curioso, profondo, caldo.
Fecero colazione, seduti allo stesso tavolo, in silenzio, passandosi il pane
e versandosi a vicenda il caffè nelle tazze.
Andrea aveva lo stomaco chiuso, il battito cardiaco a mille, la testa
confusa tra i ricordi della notte appena trascorsa e la durezza di quel
risveglio alla realtà.
D'un tratto Vincenzo gli strinse la mano che teneva appoggiata sul tavolo,
lo guardò con aria interrogativa, piena di apprensione
"Va tutto bene?"
Non era il momento di essere deboli.
Ricambiò la stretta della sua mano e gli sorrise
"Certo. Non è il caso che ti preoccupi per me.
Sono tranquillo. E molto felice, dopo questa notte"
Era vero e falso allo stesso tempo.
Perché era felice, ma non era sereno.
I minuti passavano velocemente. Troppo.
Non era più credente da molti anni, ma ancora qualche preghiera se la
ricordava e per Vincenzo l'avrebbe detta.
Per lui avrebbe fatto qualunque cosa, se solo fosse servito.
Quando uscirono di casa Andrea non poté fare a meno di pensare a come
sarebbe stato il loro rientro, con quale spirito avrebbero di nuovo varcato
quella soglia e ripreso in mano le loro vite. Pensieri inutili.
Molto meglio non soffermarvisi e lasciare al destino il suo ingrato compito.
Il viaggio fu breve. L'ospedale era vicino.
Percorsero a piedi i vialetti del blocco di patologia, cercando di non
guardarsi troppo intorno, di non lasciarsi coinvolgere dai mille volti di
uomini sofferenti e angosciati
che come loro vagavano tra corsie e laboratori di analisi.
Ancora una rampa di scale e poi infine una porta da aprire, un altro
corridoio, un'infermiera e un'impiegata.
Era il momento. Mancava ancora un'ultima cosa da fare.
Prima della fine di quel cammino e dell'inizio di uno nuovo.
"Aspetta. Devi farmi ancora una promessa"
Andrea afferrò Vincenzo per un braccio e lo costrinse a guardarlo in
faccia.
Vincenzo lo fissò intensamente aspettando di sentire ciò che già temeva e
allo stesso tempo desiderava
"Devi giurare che se anche il risultato fosse positivo potrò rimanerti
accanto"
"Ascolta Andrea è meglio che prima-"
"Devi giurare che fra di noi non cambierà nulla che non rinunceremo al
sesso, ai baci, all'intimità, allo stare insieme, alla possibilità di
essere felici.
Lo devi giurare"
"Un'altra delle tue idee?
In queste due settimane non hai fatto che stupirmi.
Sei veramente cambiato, Andrea.
Non sei più lo stesso ragazzo che conoscevo, lo stesso che ho amato e che
ho detestato"
"Vincenzo io-"
"Fammi finire, d'accordo?
anch'io devo dirti qualcosa e voglio una promessa da te.
Quello che devo dirti è che senza di te non ce l'avrei fatta ad arrivare ad
oggi.
Non sono bravo a ringraziare, ad esprimere con parole quanto abbia avuto
bisogno del tuo aiuto e del tuo calore, di come tu mi sia stato
indispensabile in questi giorni.
Una volta ne sarei stato capace, oggi non più.
Anch'io sono cambiato. Lo hai visto.
Nessuno di noi due è più lo stesso.
Non so dire se adesso siamo migliori o peggiori del passato, so che Andrea e
Vincenzo di un tempo non si sarebbero mai amati come abbiamo fatto noi in
queste due dolorose settimane, avrebbero sprecato le loro vite dietro ad
altri amori, dietro alla carriera, dietro agli impegni.
E allora mi sta bene così. Accetto questa realtà.
Perché so che l'affronteremo insieme e non getteremo via il nostro tempo.
Non c'è bisogno che ti faccia alcun giuramento.
Qualunque sarà il risultato del test resteremo insieme come volevi tu.
Sarò io invece a strapparti una promessa, se il risultato sarà negativo ti
chiedo di non lasciarmi, di non riprendere la tua vita senza di me, di non
rinnegare le parole d'amore che mi hai detto.
Io non potrei sopportare il pensiero di averti avuto solo per compassione,
solo perché ero malato, solo per un così breve e amaro momento"
Andrea sentì che una lacrima gli stava scendendo lungo il viso, le parole
di Vincenzo lo avevano commosso fin nel più intimo del suo animo ed erano
state un balsamo per tutte le sue ferite, una liberazione dai dubbi e dalle
incertezze di quei giorni.
Non gli restava che una sola risposta perché anche Vincenzo non avesse più
alcun timore sui suoi sentimenti e sul loro futuro
"Io ti amo"il volto ormai rigato di lacrime, calde e dolci
"Anche io. Da sempre"
Vincenzo lo strinse forte, lì davanti a tutte le persone presenti nella
sala, come se non esistessero, o non avessero alcuna importanza.
Finalmente la tensione di quelle maledette settimane si era dissolta.
Iniziava per loro un nuovo giorno e una nuova vita insieme.
La gente passava oltre e nessuno faceva caso a due uomini abbracciati e
piangenti in un angolo di quel triste ospedale.
Il parto fu abbastanza facile. Andrea assistette Sara nel travaglio.
Mauro invece non si fece vedere, né riconobbe il bambino.
"Domani ti vengo a trovare con una persona molto speciale"
"Sono curiosa, chi mi presenti?"
"Qualcuno che avresti dovuto conoscere già da molti anni"
Aveva deciso. Niente più segreti. Niente più scuse.
Se ripensava a tutto quello che gli era accaduto in quelle due brevi ma
intense settimane non poteva fare a meno di chiedersi da dove gli fosse
venuta fuori quella forza e quel coraggio senza i quali non sarebbe mai
stato capace di ripresentarsi all'associazione di dichiarare i suoi
sentimenti dopo tanti anni di superare la paura della malattia di
conquistare definitivamente l'amore di Vincenzo.
A rifletterci, gli veniva in mente una sola spiegazione possibile.
Il cambiamento in lui doveva essere in atto già da tempo, gli era bastata
un'unica occasione, un solo avvenimento importante perché finalmente la sua
vita giungesse ad una svolta.
L'arrivo del bambino di Sara lo aveva costretto ad affrontare la realtà ad
accettare di essere ormai un adulto diverso dagli altri, ma come gli altri
alla ricerca della felicità, di un amore, di una famiglia.
E l'unica persona con cui avrebbe voluto costruire tutto ciò l'aveva già
incontrata nel suo passato l'aveva persa una volta ma forse lo stava ancora
aspettando per concedergli la sua seconda possibilità.
Era stato così e questa volta lui non aveva fallito
Convinse Vincenzo ad accompagnarlo a casa di Sara per vedere il piccolo.
Salirono su, fino al suo appartamento. Suonarono il campanello.
La madre di Sara aprì loro la porta.
Parve stupita di vedere Andrea insieme ad uno sconosciuto, ma gli sorrise lo
stesso.
"Vi aspetta di là. Sta allattando il bambino. Andate"
Entrarono nella sua camera. Sara li guardò incuriosita.
Andrea fece un profondo respiro
"Lui è Vincenzo" Non poteva ancora dirle che era il suo compagno,
non così, non senza prima averglielo fatto conoscere.
Era sicuro che Vincenzo l'avrebbe conquistata e per l'affetto che li univa
da sempre avrebbe perdonato il suo segreto e accettato il loro legame.
Non poteva non essere fiducioso.
Ora che le tre persone che più amava erano finalmente riunite e lo
sarebbero state per molti anni a venire.
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