NOTE: Cesare, Lucrezia, Lars sono MIEI,
(pure Baruch a dire il vero . . che razza di nome, eh?! E' semplicemente
'Benedetto' in olandese!!!) mentre ahimè, Magneto, Pietro e Paris/Exodus
appartengono alla Marvel!
Avalon
parte V
di Dhely
Un attimo appena, quegli occhi scuri come due pozzi siderali mi scivolano
addosso regalandomi quasi una sensazione tattile, poi un cenno secco del
capo, un invito a sedermi e la sua espressione che, se fosse possibile, si
corruccia ancor di più. Stringo appena i denti aumentando la
concentrazione: è un telepate, può entrare nei miei pensieri come e quando
vuole, ma quando lo farà voglio saperlo immediatamente .. per questo erigo
come una barriera mentale tra me e lui, una barriera che non gli impedirà
certo di entrare ma che non potrà non abbattere senza fare un gran rumore.
Sono fortunato, la lunghezza d'onda dei suoi poteri è incredibilmente
simile a quella di Lars ed è un vantaggio che non voglio vada sprecato.
Mi siedo lentamente, i nervi saldi, fingendo di non percepire la tensione
che mi avvolge, un'espressione innocente, piana, fiduciosa . . falsa . .
dipinta sul volto. Sorrido con eleganza, incrocio compostamente le mani in
grembo e lo fisso negli occhi.
"Lord Exodus mi ha fatto chiamare?"
Questa volta è lui nella posizione dominante, nel *suo* studio, dietro la
*propria* scrivania. Si mette comodo sulla poltrona, i suoi occhi continuano
ad essere due misteriosi buchi neri, due specchi oscuri che trasudano
decisione, potere e ira.
"Sì, Cesare. - la sua voce è proprio come me lo ricordavo, potente
anch'essa ma ben più morbida di quella di Magneto, in un certo qual modo ha
più sicurezza, è più . . fanatica, non trovo un altro termine, anche se
ora è tesa e decisamente seccata - Credo che tu sappia di cosa voglio
parlarti."
Il suo sguardo scintilla quasi assassino, io sollevo un po' di più il capo,
l'espressione più mansueta che so trovare. E' da una decina di giorni che
per Avalon gira voce che Pietro si sia trovato una nuova amante, i più
informati stanno pure spettegolando sull'identità di questa fantomatica
donna . . si dice sia Lucrezia, mia sorella, la compagna di Lord Exodus.
Chissà mai di cosa vuole parlarmi Paris?! Sogghigno dentro di me: sapevo
che era troppo intelligente per non riuscire a capire che c'ero io dietro a
tutto quello che è successo.
Socchiudo appena gli occhi, fingo una strana forma di imbarazzo poi
tossicchio scuotendo il capo.
"Questa convocazione è per me una vera sorpresa. - ringhierebbe se
potesse, io spalanco gli occhi nel modo più drammatico che so trovare. - A
meno che non sia per . . per le voci che girano su Lars!"
Ha un attimo appena di stupore vero, puro, che mi avvolge, poi si riprende
in un momento: non si aspettava che sapessi precisamente dove avrebbe
colpito, quando avrebbe voluto farmela pagare. Idiota! Io e Baruch siamo gli
unici due che Paris possa colpire per arrivare trasversalmente a Pietro:
Baruch è troppo coperto da troppe persone e d'altra parte è insignificante
dal punto di vista del potere. Io . . io ho solo Lars con cui posso essere
attaccato, visto che Lucrezia . . bhè, lei sa decisamente difendersi da
sola.
Sospira e le sue pupille diventano due spilli, il sorriso un taglio sghembo
che gli solca il viso, amaro, deciso, pericoloso.
"Le voci, Cesare?"
Mi passo una mano fra i capelli, un altro sorriso limpidissimo, un lieve
rossore sulle guance e abbasso lo sguardo.
"Bhè, dopo tutto il problema non è quello che si fa nella propria
camera da letto, ma che gli altri non lo sappiano, no?"
Quando incrocio di nuovo i suoi occhi li vedo spalancati dalla furia e
dall'incredulità. Grazie a Lars, a Lucrezia e ai miei poteri lo conosco
come le mie tasche, molto meglio di quanto lui conosca me, per lo meno. In
effetti solo per un pelo riesco a non ridergli in faccia, ho ancora davanti
agli occhi la sua espressione di quando, una settimana fa, è piombato
improvvisamente nella mia stanza da letto e ha scoperto la migliore delle
doti di suo figlio. Peccato che non sia arrivato al momento giusto e non
abbia udito quanto urla . . e la sua voce che fa diventare il mio nome una
canzone sussurrata fra i denti . .
La sua mandibola si contrae scattando in piedi.
"Tutto questo è . . è un'oscenità! Milord Magneto vorrà la tua
testa quando lo verrà a sapere!"
Calmo, Cesare. Mantieni il controllo. Socchiudo appena gli occhi, lo vedo, e
lo sento, furioso, irritato, mi odia. Tutto per ottimi motivi, a dire il
vero . . non posso neppure respirare tanto forte è la pressione che sento
provenire da lui, i suoi sentimenti mi scintillano intorno come piccole
stelle ma è doloroso sentirli sulla pelle, sfrigolare e scoppiare e
graffiarmi l'anima e . . Prendo un profondo respiro e gli rispondo con uno
sfolgorante sorriso, il più limpido che sappia trovare ora su due piedi.
"Non ho intenzione di mancare agli ordini di Milord Magneto per quanto
riguarda l'accrescimento della biodiversità mutante."
Paris strattona il manto bianco che ha sulle spalle, lo getta all'indietro
con un gesto secco. E' più alto di me e più possente, sia fisicamente sia
come potere mutante, è ben più maturo, un uomo che sa gestire la posizione
che occupa da anni e che l'ha sempre fatto in maniera egregia. Per un attimo
un pensiero fastidioso s'insinua nella mia granitica indifferenza: chi sono
io per poterlo mettere nel sacco così? Chissà quanti altri prima di me . .
e dopo di me . . sbatto le palpebre, non devo cadere nelle spire mortali del
suo potere, il suo volto duro, deciso, pare riuscire a trapassarmi da parte
a parte.
"Di questo non dubitavo. Ma non posso passare quello che so sotto
silenzio.
Milord Magneto è espressamente contrario a queste .. a queste pratiche, lo
sai quanto lo so io. Rischieresti davvero la tua posizione per . ."
La frase cade nel vuoto, io mi scuoto appena dalla malia che mi sento
addosso, la gabbia in cui i suoi poteri mi stanno inchiodando, e gli
sorrido.
"Per Lars?"
Punto sul vivo, lo vedo scattare, ira, odio, dolore, gli turbinano intorno
in un caleidoscopio di troppe sensazioni che mi schioccano intorno come
miriadi di brutali fruste. Sento il dolore quasi fisico delle loro
staffilate e ciò che gli brucia dentro coagularsi per un attimo all'altezza
del cuore prima di trovare espressione in parole.
"Lascia fuori mio figlio da questa aberrazione!"
Stringo i denti. La pressione del suo potere aumenta sulla mia pelle, mi
pare di stare sanguinando, anche se so che non è possibile. Cancello il
dolore per concentrarmi su altro, il suo tono di voce, il suo accento sulla
parola 'figlio' . . lo ama. Si preoccupa per lui. Bene. Allora tutto questo
significa che , comunque vada, io avrò sempre un'arma in più di lui. Cosa
mi cederà? Lucrezia o Lars? La sua donna o suo figlio? La risposta è già
così ovvia . .
"Non l'ho mai obbligato a tenere un comportamento che non desidera
tenere."
Si rimette a sedere con un sospiro, combattuto .. in effetti mi pare
*troppo* combattuto, non ha molto da scegliere . . visto che ormai è ovvio
non ha scelto la strada della forza. Avrebbe potuto reclamare Lucrezia per sé,
e Magneto è un uomo forse crudele, per alcuni pazzo, ma è un giusto e
anche . . bhè, poco amante degli scandali e delle avventure da pettegolezzo
a cui è solito abbandonarsi Pietro. Io e Lars . . siamo un problema che
avrebbe potuto essere risolto a parte. invece no. Mi ha chiamato qui, me e
non Pietro, o Magneto, e mi dice a modo suo che tra Lucrezia e Lars
preferisce preoccuparsi di suo figlio. bene. Ma curioso. Perché è così
titubante a togliermelo dalle mani? Solo perchè me l'ha affidato Erik in
persona? la sua fedeltà, il suo attaccamento al dovere giunge fino a questo
punto? c'è qualcosa che mi sfugge ma non capisco cosa.
"Lo so. - la sua voce è amara - Ma lascia fuori mio figlio da tutto
questo oppure . . oppure farò pagare la tua mancanza a Lucrezia."
Il suo sguardo è stranamente vuoto. Si sente sconfitto ma non è . .
disperato. E' come se avesse fatto tutto quello che gli era stato ordinato
di fare, per quanto pesante e doloroso, e ora si trovasse vuoto, sfinito, ma
non . . non annientato.
Corrugo la fronte: troppo facile. Exodus è ben più duro di così! perché?
Socchiudo gli occhi annuendo in silenzio. Dopo tutto ora ho molto tempo
davanti per studiare la cosa, sono certo che salterà fuori qualcosa di
interessante visto con quanto accanimento Exodus difende . . difende cosa?
Chi?
Lars, ma ho l'impressione che non sia solo lui. Mi passo una mano sulla
fronte, sotto le dita sento le tempie pulsare, non sono mai stato così
tanto sotto una tale concentrazione e mi pare mi stia esplodendo il
cervello.
Paris digrigna i denti poi allenta un poco la presa permettendomi di
riprendere a respirare, socchiude gli occhi e quando parla la sua voce è
tanto bassa che la sento appena al di sopra del ronzio ritmico del sangue
che mi batte nelle orecchie.
"Lascia Lars fuori dai tuoi piani. E dal tuo letto!"
_____
Il mal di testa è divenuto un soffice sottofondo ritmato, qualcosa a cui
abituarsi, qualcosa di . . semplice .. entro nelle mie stanze senza neppure
guardarmi intorno, sento che manca la presenza di Lars ma non m'importa. C'è
qualcosa di ben più interessante che galleggia nell'aria. Sorrido appena
nel vedere Baruch nel mio ufficio affannarsi a raccogliere dei fogli sparsi
per tutto il pavimento e insieme a cercare di sistemarsi la divisa. Ha i
capelli arruffati, le guance arrossare e una lieve patina di sudore che gli
fa scintillare la pelle: sussulta nell'incrociare il mio sguardo, non mi ha
sentito entrare, e poi cerca un saluto che insieme sia anche una mezza
spiegazione e una mezza scusa. Lo interrompo sollevando una mano con
decisione, quasi con rabbia, anche se gli sorrido la mia voce è
estremamente dura.
"Pare che Pietro abbia avuto bisogno di te, no? - lo guardo divertito,
sento il suo disagio, il suo stupore di fronte al mio insolito atteggiamento
ed arretra di un passo verso la scrivania cercando di agganciare la zip
della giacca annuendo ed arrossendo e . . io sorrido di nuovo senza
divertimento - Vai pure, oggi non ho più bisogno di te. E anche Lars . .
cercalo e digli che riprendiamo domani. Non voglio avercelo fra i
piedi."
Sbatte le palpebre un paio di volte, quegli occhi castani che sfumano
nell'oro si riempiono di luce e scintille.
"Non . . lei non ha riunioni, oggi, Cesare. Non sta bene?"
Sospiro sfiorandomi appena una tempia poi mi stringo nelle spalle.
"Solo un po' di mal di testa. Vattene." Mi guarda in maniera
strana ma obbedisce. Sorrido appena a guardarlo uscire, il pensiero che se
lo avessi baciato ora avrei sentito il sapore di Pietro . . se l'avessi
accarezzato avrei percepito il profumo di Pietro . . se l'avessi leccato,
toccato, morso, scopato . . una sciabolata di dolore luminoso mi annebbia la
vista, mi lascio semplicemente cadere sul mio letto dopo aver annullato
quasi tutte le fonti di luce e aver ingoiato un paio di pastiglie non contro
il dolore ma la tensione . . perché so che è quello che mi sta facendo a
pezzi.
Una tiepida penombra, un letto morbido e un po' di riposo, ecco tutto quello
voglio. Affondo il capo nel cuscino che profuma di pulito e ringrazio il
cielo non sappia di Lars, in questo momento non saprei gestire le emozioni
che mi darebbe la cosa . . troppo fastidio nella testa, poca lucidità nei
pensieri.
Non mi sarei mai aspettato che una discussione a quattr'occhi con Exodus
sarebbe stata così difficoltosa . . ovviamente visto l'argomento intorno a
cui verteva il nostro incontro me l'ero immaginato battagliero ma non avrei
mai immaginato che Paris possedesse un potere simile, e una tale forza
nell'applicarlo. Dopo tutto, però è uno dei telepati più potenti, se si
esclude quel deficiente pelato di New York, me lo sarei dovuto aspettare. .
Stringo gli occhi con forza, ci sono scintille nel mio campo visivo, lampi
di luce gelida che mi sfiora la pelle accendendo fuochi di dolore . . se
riesco a pensare a certe sciocchezze non posso stare tanto male. Sorrido
appena, le pastiglie stanno facendo effetto, mi pare di stare galleggiando
in qualcosa di morbido ed ovattato, tiepido e delizioso . . mhm .. qualcosa
mi accarezza, sento sulla mia schiena come delle mani che mi sfiorano
appena, disegnando i contorni dei miei muscoli contratti. Un sogno
piacevole. Mani che mi sfilano la giacca e poi ritornano sulle spalle, sulla
schiena, due dita che percorrono la spina dorsale premendo leggermente, poi
ritornano su, allargandosi a ventaglio sulle spalle, dita sottili che
s'infilano sotto la maglietta scura, mi sfiorano la pelle nuda, m'impastano
i muscoli lentamente, in una danza deliziosa, rilassante, finchè delle
labbra non si mettono ad accompagnarle, e la lingua, e i denti . . piccoli
morsi che mi fanno tremare, che paiono essere la semplice continuazione dei
tocchi precedenti . . gemo, istintivamente premo il bacino contro il
materasso e mi muovo un poco come a cercare sollievo. Sento l'eccitazione
bollente mordermi lo stomaco e un altro calore, il profumo di un'altra
persona al mio fianco . . che sogno incantevole . . la lingua arriva al mio
collo, succhia appena la pelle tenera dell'incavo dietro al lobo
dell'orecchio e una miriade di piccole scosse elettriche mi attraversano i
muscoli. Sento un sussurro, un sorriso appena respirato "Sai cos'ho
letto una volta? Questo è il punto del corpo di ogni animale dove è più
forte il proprio profumo e il proprio sapore . . - mi morde piano - Sei
proprio buono."
Una ciocca di capelli mi sfiora appena il volto mentre una mano passa fra i
miei; nella semi oscurità intravedo un bagliore d'argento e mi trovo a
sorridere al nulla mentre le labbra mi scivolano sul collo e piccoli morsi
lenti mi scuotono anche l'anima .. dio . . Erik . . sussurro il suo nome, è
un sogno . . ma quanto l'ho desiderato . . un corpo mi scivola fra le
braccia, mi obbliga a voltarmi, a mettermi supino e sento un sorriso aprirsi
sulle sue labbra quando si posano sulle mie.
"Ora capisco tante cose, Cesare . . "
Solo un sussurro. Sollevo le mani passandogliele intorno alle spalle, i suoi
muscoli si tendono e si rilasciano al mio tocco . . com'è . . com'è
piccolo . . me lo immaginavo . . diverso. A guardarlo è così imponente,
così forte e .. invece questo corpo è sottile e agile, sento la sporgenza
dell'anca sfregarmi contro il bacino, le mie mani che gli scivolano sui
fianchi, lui che s'inarca come un gatto mentre continua a tormentarmi il
collo con baci e morsi e la lingua che mi disegna sulla pelle infiniti
arabeschi. Non faccio neppure troppa fatica a permettermi di infilargli una
gamba fra le sue, le scosta appena alla prima pressione, sento sul mio
ginocchio la stoffa della sua divisa tesa e gonfia, il suo respiro si fa
appena più rapido e le mie mani che paiono non essere mai sazie di
esplorarlo. Mi tendo un poco, spostandomi il meno possibile e riesco a
raggiungergli le anche e poi, con le mani, ad artigliargli i glutei.
Duri.
Meravigliosi.
Perfetti.
Deglutisco appena . . non mi sarei mai immaginato che Magneto avesse un culo
così . . che fosse *tutto* così dannatamente . . sottile? Il mio sussulto
è tanto forte da strapparmi del tutto da quel finto sogno che credevo di
stare vivendo. Le labbra si sono posare sulle mie, me le hanno succhiate,
morse e poi . . la sua lingua che mi sfiora il palato, che s'intreccia alla
mia, il suo sapore che mi riempie la bocca e quel corpo che finalmente ha un
nome . . dio, è Pietro!
E' Pietro e io l'ho scambiato per . . per suo padre! Sorrido aumentando la
presa sul suo sedere, lo faccio premere con forza a me, lui lo sento gemere
fra le mie labbra e inizia a succhiarmi la lingua.
Pietro.
E' Pietro .. la delusione iniziale si stempera immediatamente in
un'eccitazione che non riesce a far altro che crescere. Si struscia contro
di me, sottile, duro, nervoso, proprio come un gatto, spinge il suo bacino
contro quella gamba su cui è a cavalcioni, lo sento ridere mentre finge di
dibattersi, quando è ovvio che nessuno dei due sta 'dominando' l'altro. Mi
muovo di scatto, il suono secco dei miei denti che si chiudono di botto
azzannando l'aria sembra riempire tutta la stanza come un piccolo temporale.
Sciocco! Come ho potuto concepire l'idea di poter essere più veloce di lui?
In compenso ora ho finalmente aperto gli occhi e lo vedo a pochi centimetri
dal mio naso che sorride, pericoloso e divertito, gli occhi due pezzi di
ghiaccio affilato, o forse . . sì, acciaio.
"Pietro . . "
Lui sorride chinandosi sulle mie labbra, le sfiora con la lingua con una
lentezza esasperante. . mhm . . il suo sapore è così assolutamente
delizioso . .
"Speravo proprio di non doverti sentir chiamare il nome di mio padre
per tutto il tempo che mi fossi occupato di te . . "
Lui ringhia fra i denti quando lo prendo per i capelli obbligandolo a
staccarsi da me. Non è Lars, dopo tutto, non sono certo di riuscire a
fargli fare tutto ciò che voglio.
"Ti staresti occupando di me, eh?"
Lui ride, gli occhi che scintillano come due diamanti, anzi, con uno sguardo
talmente affilato che potrebbe tagliarli, i diamanti.
"Quando Baruch mi ha avvertito che stavi poco bene, ho fatto di tutto
per poter essere qui!"
Non sembra affatto serio. Ovviamente non lo è. Gli sorrido.
Pietro.
Pietro è qui, nel mio letto, sopra di me, che mi si struscia addosso
ridendo e io che faccio? Niente?!? Cesare, ragazzo mio, ti sei proprio
rincoglionito del tutto?
Rido e con un colpo di reni mi volto, cadendo su di lui, il mio peso lo
tiene giù anche se non mi pare abbia combattuto molto per sottrarsi al mio
assalto. Sorride e io affondo di nuovo le labbra in quella bocca deliziosa .
. no, non mi sono affatto rincoglionito, pare. . Ok, non è Erik . . ma Erik
è l'amore della mia vita e sinceramente non credo riuscirei a fare sesso
con lui. Pietro invece . . mhm .. Pietro è decisamente un altro discorso.
Come si può guardarlo senza provare il desiderio di scoparlo? Per quel che
mi riguarda lo legherei ad un letto e me lo sbatterei dalla mattina alla
sera, tutti i giorni, sempre . . ma come diavolo fa ad essere così
schifosamente sexy?!
Sento le sue mani scivolarsi addosso, mi scosto da lui per guardarlo
toccarsi; il petto, l'addome, le sue mani bianche e sottili che sfiorano
quel corpo perfetto nella sua divisa aderente, blu e argento, che non lascia
proprio nulla all'immaginazione . . mi farà venire un infarto . . mi
sorride, gli occhi socchiusi, quando le sue mani gli si infilano fra le
gambe. Muove appena il bacino sotto di me, sento il loro dorso sfiorarmi il
cazzo, lui sorride ancora e io cerco di fare altrettanto, sforzandomi di non
pensare al fatto che vorrei solo strappargli di dosso quei suoi dannati
abiti e sbatterlo sul letto e fotterlo fino a farlo piangere e poi ancora e
ancora e ancora . .
"Vuoi prenderti cura di me, eh? - il mio sogghigno mi fa quasi male, ho
le viscere che sembrano fatte a brandelli da lame incandescenti. - Che
pensiero delizioso . . "
Le mie mani si posano sulle sue, le mie dita si intrecciano alle sue . . le
spingo via, aprendomi la strada verso .. verso il paradiso . . La stoffa che
lo copre è troppo leggera, sento il sangue che gli pulsa sotto la pelle e
batte a ritmo col mio cuore. Lo vedo chiudere gli occhi e digrignare i denti
con forza, il suo corpo si tende quando inizio ad accarezzarlo. Sussurra
appena, un gorgoglio di piacere.
"Ho proprio voglia di guardarti mentre vengo . . "
Il tono delle sue parole è così dannatamente sensuale che per un attimo
credo di venire lì sul colpo, invece riesco a sorridergli un po' acido.
"Se è questo che volevi non serviva aspettare così tanto, sai? -
appoggio il mio peso sulle mani e rido - Se mi vuoi dentro bastava chiedere.
Non ti avrei detto di no . . "
Il suo sguardo diventa improvvisamente lucidissimo, limpido e . . e
scompare. Semplicemente perdo l'equilibrio, cado in avanti sul materasso,
dietro di me un corpo sottile, meraviglioso, mi è premuto contro, mi si
struscia addosso. Lo sento ridere mentre mi morde un orecchio.
"E chi ha mai detto che ti volessi dentro, Cesare?- la sua voce ha una
strana sfumatura, quasi ingenua - Io ero convinto del contrario . . dopo
tutto . . "
Affonda i denti nella pelle del collo, io affondo il capo nel cuscino per
non urlare e poi prendo un profondo respiro.
"Dopo tutto cosa?"
Lui ride sfregando il capo fra le mie scapole.
"Dopo tutto io sono . . Uh . . un tuo superiore."
Rido nel sentire le sue mani infilarsi di nuovo sotto la mia maglietta.
"E questo implica che io mi metta a gambe larghe davanti a te?"
"Se tu fossi un buon soldato lo faresti . . "
Se non la pianta di sussurrarmi in questo modo nell'orecchio strusciandosi
così, mi fa davvero venire nei calzoni.
"Ah sì?"
Come faccio a suonare convinto con uno che mi fa certe cose? Il suo fiato mi
solletica l'orecchio, lo sento ridere di nuovo, il suo profumo è ovunque,
mi avvolge mentre le sue mani mi accarezzano di nuovo la schiena. Mi bacia
la nuca poi sospira, sento il suo capo che si appoggia alla mia spalla, le
sue ciglia che mi sfiorano per un attimo il collo, un nuovo sorriso, un
nuovo sospiro. Sono in paradiso.
"Cesare?"
"Mhm?"
La sua mano segue la sporgenza delle scapole, arriva alla spalla, mi
accarezza il braccio.
"Ma stai davvero male? Non sembrerebbe . . "
Sorrido divertito quasi quanto lui.
"L'ho detto anche a Baruch, ho solo mal di testa . . non mi pare
sia un gran problema. . "
Annuisce in silenzio.
"Non mi chiedi perché sono qui?"
Un sospiro drammatico, il mio, e falso. Ridiamo insieme, sottovoce mentre io
sfrego il viso nel cuscino.
"Non eri qui per prenderti cura di me?"
Uno sbuffo divertito, poi Pietro si stacca da me voltandosi sulla schiena,
lo vedo al mio fianco, le braccia dietro la testa, un pallido sorriso a
tirargli le labbra mentre mi guarda con la coda dell'occhio e si mette più
comodo.
"Allora? Non sei curioso?"
Mi puntello su di un gomito per guardarlo negli occhi.
"Sono curioso, sì, ma vorrei anche . . mhm .. scoparti, cosa che non
posso per cui riesco anche a non soccombere al desiderio . . e alla curiosità!"
Allungo una mano verso di lui, la faccio vagare lentamente sul suo petto,
sotto i palmi sento la stoffa morbida e sottile tesa sopra i capezzoli
turgidi. Gli strappo un sospiro e socchiude gli occhi quando inizio a
seguire la linea del ventre, gli pizzico l'ombelico e mi chino su di lui,
glielo mordo piano, la stoffa liscia non è una difesa sufficiente e la mia
lingua non trova fastidioso il contatto con quel materiale elastico e
tiepido. La sua pelle sarebbe meglio, è vero, ma . . con la mano libera
seguo i contorni dei muscoli delle sue cosce, gioco un poco con lui, lo
stuzzico, lo faccio sussultare toccandolo, già bello gonfio che se potessi
gli darei un morso da lasciargli il segno . . oh, in effetti preferirei di
gran lunga mordergli quel suo fantastico sedere . .
"Allora?"
Lui sussulta di nuova, mugolando piano socchiude gli occhi passandosi una
mano fra i capelli.
"Allora cosa?"
"Perché sei qui?"
Lui ride di nuovo, un sorriso lievemente contorto sul volto che lo rende
davvero meraviglioso poi si passa la punta della lingua sulle labbra.
"Volevo . . festeggiare."
Lo guardo di sbieco riprendendo il mio lavoro di denti e lingua intorno
all'ombelico. La sua pelle trema sotto di me, il suo respiro diventa meno
profondo, più rapido . . tutto il suo corpo sta come urlando, tendendosi e
torcendosi, nervoso come al solito, meraviglioso come al solito . .
"E cosa . . "
Mi passa una mano fra i capelli, stringe le dita e mi tira verso di lui. La
sua bocca si allaccia alla mia, le nostre lingue iniziano a giocare di
nuovo, e di nuovo mi premo contro di lui, bevendolo, mangiandolo,
leccandolo, respirandolo . . dio . . Pietro . . Gli stringo le spalle, lui
si lascia abbracciare sollevando un poco la schiena, lasciandomi passare le
braccia sotto di lui . . Pietro . . si struscia contro di me, si muove
sinuoso fra le mie braccia, i denti mi succhiano le labbra e brividi mi
percorrono tutto il corpo . . Pietro . . si stacca lentamente, sornione
sorride e mi accarezza la guancia con due dita.
"Tua sorella. E' incinta."
Passano alcuni lunghi, interminabili, eterni secondi. Io lo fisso come un
ebete, sbattendo le palpebre cercando di capire . . Pietro scoppia a ridermi
in faccia lasciandosi cadere sul letto senza forza, il suo corpo è lì
immobile, languido, meraviglioso fra le mie braccia con gli occhi che
scintillano pericolosi e io . . io non lo vedo!
Deglutisco appena nel sentire la sua mano percorrermi il corpo, solleticarmi
i fianchi e leccarmi la base del collo. Quando inizia a succhiare credo di
ritornare un po' in me.
"Co . . cosa?!"
Pietro ride di nuovo lasciandosi cadere sul materasso fingendo un dolcissimo
broncio.
"E io che credevo di farti contento!"
Gli passo un dito lungo il profilo bianco, il naso sottile, le labbra
morbide . . lui me la morde piando, un lampo candido di denti che affonda
nei miei guanti, la lieve scarica di dolore che mi arriva al cervello riesce
solo a farmi sorridere.
"Non mi aspettavo una cosa così . . rapida. Anche se si tratta
di te."
Il suo sorriso è ora qualcosa di sfolgorante, mi prende la mano che ho
posata sulle sue labbra e ne bacia il palmo, mugola qualcosa poi ride
di nuovo.
"Avevo in mente una bella sorpresa. Per te."
"Me?"
Lui annuisce allungandosi verso l'interfono che è sul mio comodino poi mi
schiocca un'occhiata incredibilmente sensuale, sfrega il naso contro la mia
guancia e mi mordicchia l'orecchio.
"Dopo tutto è merito tuo . ."
La porta si apre delicatamente. Non mi serve voltarmi per sapere di chi si
tratta, il respiro mi si mozza in gola . . Lars! Lui trema, si tiene le
braccia intorno alle spalle, non solleva lo sguardo su di me, sembra . . bhè
. . Pietro non sembra particolarmente colpito, tende una mano verso di lui,
schiocca le dita e gli indica di avvicinarsi.
I capelli biondi gli schermano il volto, la sua voce è solo un sussurro
nell'ombra.
"Non . . non posso toccare Cesare, signore. Ho ricevuto un ordine . .
"
Pietro sbuffa, mi passa una mano fra i capelli poi sorride mettendosi in
piedi. Si mette alle spalle di Lars abbracciandolo da dietro, gli passa una
mano sul petto, la zip della giacca si apre col suo suono particolare e lo
fa sussultare sfiorandogli un capezzoli. Lo pizzica, io lo vedo arrossire,
piega all'indietro il capo mordendosi un labbro, gli tremano le gambe e
gorgoglia il mio nome. Pietro continua a ridere spingendolo sul letto. Lars
crolla a pochi centimetri da me, io sono inchiodato dallo sguardo di
ghiaccio di Pietro e gli sorrido in risposta.
"Non posso toccarlo . . e questa volta mi dispiace davvero . . "
Vedo appena il movimento di Pietro, improvvisamente Lars è a torso nudo, le
braccia del figlio di Magneto che gli cingono la vita slacciandogli i
calzoni. China la testa, i capelli biondi si spargono sulle lenzuola del mio
letto mentre mugola muovendo ritmico il bacino contro quello di Pietro . .
mi guarda, occhi che sembrano due diamanti, gli sfila i calzoni e non mi
stacca lo sguardo di dosso, sorride e affonda i denti in quel collo
indifeso, poi la schiena e lo spinge giù, fino a quando Lars non è premuto
completamente sul materasso, a pochi centimetri da me . . coricato fra le
mie gambe . . deglutisco dolorosamente a vedere quel corpo efebico e nudo
così vicino . . così dannatamente . . meravigliosamente vicino . .
" . . Pietro . . "
Lui mi sorride tendendosi verso di me. Lo fa con una lentezza incredibile,
il suo corpo scivola su quello di Lars, il suo bacino che rimane incollato a
quello del ragazzo, lui che mugola sottovoce iniziando a dondolare avanti e
indietro, Pietro si solleva sulle braccia, mi guarda e tende le mani verso
di me.
"Non devi toccarlo, se non puoi . . "
Sbatto gli occhi. Faccio fatica a . . a pensare con Pietro eccitato e Lars
nudo davanti a me. Mi lecco le labbra e allaccio le dita alle sue. I miei
guanti neri spiccano incredibilmente contro la sua pelle bianca come il
marmo . . le sue dita si muovono sottili e delicate, nervose si
attorcigliano ai miei polsi, slacciano i fermagli di cuoio e mi sfila i
guanti . . Pietro . . sono incantato, fermo e immobile a fissarlo, a fissare
quella danza meravigliosa creata solo per me . .
" . . Pietro . . "
Il suo nome mi s'incastra in gola , sento Lars così eccitato che sta per
mettersi a piangere, le sue spalle tremano, la sua pelle è percorsa da
lievi contrazioni nervose, è teso e . . affamato . . come lo sono io.
"Non toccarlo se non puoi. Tocca . . tocca me . . toccami . . "
Il cuore mi si ferma in petto . . dio . . Pietro . . Si muove fluido come un
gatto, scivola dentro Lars senza che non mi sia neppure accorto quando si è
slacciato i calzoni, il ragazzino soffoca un urlo che diventa subito un
mugolio di piacere, gli vedo le guance bagnate dalle lacrime di sollievo,
meraviglioso . . bellissimo . . Pietro si muove dentro e fuori di lui, e mi
guarda e sorride una mano su una spalla per tenerlo fermo, un'altra tesa
verso di me, il palmo voltato verso l'alto.
E' . . sono eccitato come . . come non mai, credo. . deglutisco appena
assorbendo con gli occhi l'immagine del corpo sottile di Pietro che si muove
davanti a me come in una danza e Lars che gli si contorce sotto, e la sua
pelle lucida e sudata, e quegli occhi di ghiaccio che sono resi più lucidi
dal piacere e . . la mia mano si allaccia alla sua. La sua pelle sotto la
mia è fresca e morbida, le sue dita si intrecciano alle mie, la mia pelle
nuda a contatto con la sua pelle nuda . .
E' come . . un lampo, un'esplosione. Un attimo prima sono lì a fissarli
scopare, Lars che gode, le gambe aperte, riempito da Cesare, eccitato,
nervoso, un po' brusco, un attimo dopo . . chiudo gli occhi . .
Sono io nudo, premuto sul lenzuolo, le gambe aperte, lo stomaco invaso da
miliardi di lucciole, il mio corpo invaso da . . Pietro è dentro di me, si
muove avanti e indietro, il piacere mi avvolge, mi riempie, mi fa affogare,
e perdo la cognizione del tempo e dello spazio, penso solo alla frizione
della pelle contro la pelle, la sua mano che mi artiglia le spalle, le sue
unghie nella mia pelle, il suo cazzo . . oh . . dio, Pietro! Sono così
dannatamente, terribilmente, totalmente eccitato . . sono suo . . suo . .
suo . . suo . . Pietro . .
E sono io, inginocchiato sul letto, un corpo morbido sotto le mie mani, tra
le mie gambe, una creatura in cui è morbido affondare, piano e poi più
velocemente, per farlo urlare, per farlo piangere e godere . . lo sento
tremare sotto di me, intorno a me . . si apre come il burro, e come il burro
fuso è tiepido e goloso, e urla e io adoro farlo urlare e si agita appena e
io adoro sentirlo sotto di me in questo modo . . e io sono pieno, soffocato
dal piacere e affogo e inghiotto desiderio e navigo e nuoto nell'eccitazione
e mi sento esplodere dentro il fuoco, e il fuoco mi scivola fuori, e il
profumo del mio orgasmo è come quello di Pietro, è come quello di Lars. E
io e Pietro e Lars siamo un uno, e Pietro che è mio che sono di Lars, che
appartiene a me e lui insieme . .e le mie gambe si tendono affondo il capo
nelle lenzuola mentre vengo sul materasso mentre il mio cazzo gli viene
dentro e lo sperma mi cola fra le gambe. . fra le gambe di Lars . . fra le
gambe di Pietro . .
Mi schianto sul letto con un sussurro singhiozzato, che fa eco allo strano
suono che esce dalla gola di Lars . . lui sembra un cucciolo, e io? Io non
lo so . . chiudo gli occhi a sentire un corpo scivolarmi indosso, delle
labbra che si posano sulle mie, il mio cuore che mi rimbomba in petto,
echeggiando il suono ritmato e rapido di quello del corpo che è sopra di me
. ..un corpo . . vestito . . Pietro . .
Lui singhiozza . . lo guardo e ha le guance umide. Arrossate e umide dal
sudore e dalle lacrime, come Lars, come me . . me le lecca via . . ,
annuisce in silenzio a sentire le mie mani che tremano sfilargli la
maglietta, fa lo stesso con me, la nostra pelle che si sfiora, entrambi
bollenti, entrambi sudati, toccare lui è come toccare me ed è come toccare
Lars che gli bacia la schiena e gli lecca il collo e mugola e si sfrega, e
allarga le gambe e ne vuole ancora e io ne voglio ancora e Pietro ne
vuoleancora . .
Gli prendo il volto fra le mani, lo bacio a lungo, con passione, con i denti
e la lingua, e il sapore di Pietro mi riempie di nuovo e ancora, e lo bevo e
respiro il suo fiato, e vivo di lui e lui vive di me . . e apro le gambe e
lo prendo dentro di me e affondo in lui e lo possiedo e la sua pelle e il
suo sapore e il suo calore . . Pietro . . non voglio . . non voglio
che questa notte finisca . .
E sorrido.
. . Pietro . .
E Pietro sospira.
. . Cesare . .
E Lars geme . . e allarga le gambe . .
Che questa notte non finisca . . non finisca . . non finisca.
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