NOTE: Cesare, Lucrezia, Lars sono MIEI,
(pure Baruch a dire il vero . . che razza di nome, eh?! E' semplicemente
'Benedetto' in olandese!!!) mentre ahimè, Magneto, Pietro e Paris/Exodus
appartengono alla Marvel!
Avalon
parte IV
di Dhely
Lo fisso da dietro la mia scrivania, ordinata seppur stracolma come al
solito di plichi, ordini e appunti vari. Mi concedo un sorriso
sufficientemente sardonico lasciandomi cadere contro la spalliera della mia
poltrona, appoggio i gomiti ai braccioli e intreccio le dita di fronte al
mio volto.
Il bell'addormentato di Avalon . . hai trovato il principe che, con un
bacio, ti svegliasse dal tuo sonno incantato, eh? E che ti strappasse anche
da me, dalla mia anima . . il mio volto si torce in una smorfia infastidita:
si è protetto nascondendosi dentro di me, il nostro legame troppo saldo gli
ha permesso di entrare nella mia psiche senza che me ne accorgessi. Ora che
so come stanno le cose quasi mi stupisco di non averlo percepito ma è
credibile il fatto vista la situazione che mi sono trovato a vivere.
Mi passo una mano fra i capelli, un mezzo sorriso squadrandolo: è
bellissimo nella sua divisa da soldato semplice e l'idea rende, se
possibile, ancor più eccitante tutto quanto. Eccitante e lievemente
perverso . . un secco cenno della mano per permettergli di sedersi, la sua
espressione imbronciata, l'ira che si riverbera nelle iridi azzurro cielo è
così pallida seppur bruciante. No, non sembra proprio un cacciatore,
nonostante tutto quello che so, nonostante tutto quello che è successo.
Un sospiro che mi muore fra i denti. Il bell'addormentato, e il bacio che
l'ha destato, ironia della sorte . . gli è stato dato da Erik. In senso
lato, ovviamente.
"Mi fa piacere che tu ti stia divertendo tanto!"
La sua voce inaspettata e venata di un fastidio che non gli si riflette sul
volto mi fa appena sollevare un sopracciglio mentre soppeso il comportamento
migliore da tenere. Cosa si merita questo piccolo cucciolo arrogante? Mi
sporgo appena verso di lui.
"Lars, se non ti conoscessi così bene, adesso ti ritroveresti con un
bel livido su quel tuo grazioso faccino, solo che non ti voglio far avere un
orgasmo sulla poltrona del mio ufficio. Accontentati perciò del mio
sarcasmo."
Lui sbatte con forza le mani sul tavolo, saltando in piedi, il volto
distorto non tanto dall'ira quanto . . mi lecco le labbra, sento la sua
confusione sfrigolargli intorno e la sua delusione. Si sente umiliato e non
posso dargli torto, è quel che volevo, forse è anche quello che voleva
Erik affidandogli questo incarico.
"Come ti permetti?!"
Sorrido appena, spudoratamente caustico. "Come mi permetto? Vorrei
ricordarti che sono un tuo superiore, ora. E la gerarchia mi pare molto
chiara."
Sei un perdente, Lars, ti ho sconfitto due volte e . . non riesci neppure a
prenderla sportivamente. Si rimette a sedere pesantemente, col capo chino, i
capelli biondi che gli schermano appena il viso, i denti stretti e così
pallido che sembra quasi ancora in animazione sospesa, di una bellezza da
lasciare senza fiato.
"Sei un bastardo . . "
"Potrei consegnarti per questo, lo sai? E' un'assoluta mancanza di
rispetto e con me non puoi più permettertelo."
Lo sento quasi ritrarsi sotto il tocco del mio potere: questo è il prezzo,
dopo tutto, del forte legame che ci ha uniti. Non importa. I suoi capelli
chiari ondeggiano secchi nell'aria poi fissa il suo sguardo in un punto
imprecisato alle mie spalle, il volto svuotato di qualsiasi emozione.
"Non riesco proprio a capire perché mi abbiano fatto questo."
Nonostante tutto, al di sotto di quella scorza algida che ha costruito
all'occorrenza sento chiaramente la sua rabbia . . troppa rabbia . . ma dopo
tutto devo ricordarmi che di lui conosco davvero poco. Ci siamo solo mentiti
a vicenda ma la vera domanda è quanto l'abbiamo fatto.
"A te. - la mia voce è sarcasmo puro, lo vedo sobbalzare sulla sedia e
per una frazione di secondo i suoi occhi ritornano ad essere quegli occhi
che mi hanno incantato - Tu. Il figlio di Lord Exodus. Il più fido
esecutore del Nostro Signore. Sai cosa credo?"
Lars impallidisce al punto che sembra davvero una statua, è proprio
bellissimo. Mi spiace quasi pensarlo ma non riesco a farne a meno . . dopo
tutto il mio cervello non può cancellare ciò che i miei occhi vedono.
"Non so se voglio saperlo."
Il suo sguardo si fa improvvisamente liquido e ritorna ad essere quello che
era, un po' spaurito, un cucciolo che indossa dei panni troppo grandi per
lui. Corrugo appena la fronte: non posso fidarmi, dopo tutto come posso
sapere quale sia il vero Lars? Un ghigno amaro mi sfiora le labbra, c'è una
parte di me che istintivamente sa cosa fare, cosa cercare, e sa di fronte a
cosa bisogna fidarsi. . siamo stati un 'noi' per troppo tempo, io e lui e se
a livello intellettuale i dubbi continuano a sussistere, intuitivamente lo
conosco come le mie tasche. Chissà se avviene anche il contrario? Sospiro
allungandomi verso l'interfono che non fa in tempo a lampeggiare neppure una
volta.
"Avanti."
Baruch entra nel mio studio con la sua solita, pacata compostezza, i suoi
occhi nocciola scintillano di una sincera curiosità scivolando sulla figura
sottile di Lars, poi la sua attenzione si punta su di me, porgendomi la
cartelletta con gli ordini di Pietro.
"Signore, Milord Pietro Maximoff Lensherr mi ha ordinato di consegnarle
questi."
Il suo tono e i suoi gesti sono quelli di chi si è sempre rivolto a me in
questo modo anche se so bene che senza la presenza di Lars mi avrebbe
chiamato per nome e Pietro sarebbe stato solamente Pietro, solo
l'inflessione con cui avrebbe pronunciato il suo nome lo avrebbe ammantato
di tutto il rispetto che gli spetta. Baruch ha palesemente ricevuto
un'educazione notevole. Mi chiedo se non sia stato addestrato da Erik in
persona, non lo so e non dovrebbe interessarmi ma se non è opera sua è di
certo frutto di qualcuno di molto in gamba. Paris, forse? Di certo non
Pietro, non ne avrebbe avuto la pazienza.
Mi concedo appena un sorriso pallido in risposta a quello limpido e ben più
luminoso di Baruch prendendo il plico di fogli che mi porge. Lars lo sento
teso e nervoso, irritato anche per la mia improvvisa mancanza d'interesse
nei suoi confronti; muovo appena una mano con fare annoiato.
"Colonnello Baruch, ti presento Lars. Mi è stato affidato proprio
oggi."
Colonnello . . ed ha un paio d'anni in meno di Lars. Lo vedo distogliere lo
sguardo con aria di sufficienza mentre Baruch dimostra palese curiosità, si
corruccia, riflette un attimo prima di sollevare lo sguardo su di me,
stupito.
"Lars . . "
Si blocca, io annuisco. "Sì, *quel* Lars."
Baruch si scrolla dalla fronte una ciocca di capelli ramati mentre una lieve
sfumatura d'ammirazione gli colora il volto.
"Lars, il figlio di Lord Exodus? - si volta verso di lui, un sorriso
limpido, gentile - E' un piacere per me conoscerla."
Educato. Perfetto. Impeccabile. Baruch è di una purezza inimmaginabile per
uno che occupa la mia posizione; anche Lars ne è colpito, lo vedo
squadrarlo dall'alto in basso e poi gli schiocca uno di quei suoi
incredibili sorrisi che sembrano poterti scandagliare anche l'anima. Ah,
quel suo istintivo bisogno di affascinare tutti coloro che gli stanno
intorno . . però, Lars, sei tu che mi dici come colpire e dove . . non
crederai che non ne approfitto, vero?
Mi metto in piedi lentamente, giro intorno alla scrivania con un mezzo
sorriso sulle labbra, il mio sguardo scintillante non promette nulla di
buono, anche Baruch se ne accorge . . sono un empate ed è semplice
percepire la tensione crescere intorno a me, ed è ancor più semplice
sentire quella perversa eccitazione provenire a ondate da Lars, che mi
guarda avanzare, incantato e rapito, come se fossi chissà che visione . .
Lars . . assaporo la fragranza del suo nome fra le labbra, mi passo una mano
fra i capelli appoggiandomi alla scrivania in modo da essere fra loro due.
"Sai cosa credo? - fisso Lars con uno strano ghigno sul volto, sento un
brivido percorrergli la schiena e il lampo lieve solcargli lo sguardo che
conosco bene - Il figlio di Lord Exodus, cresciuto in un ambiente privo di
genezero, circondato solo da mutanti fedeli al Nostro Signore Magneto, forse
addirittura alle dirette dipendenze di tuo padre. Sai cosa credo, Lars? Che
tu sia un bambino viziato. Solo un piccolo, terribile bambino viziato."
La mia voce è molto bassa, appena un sussurro, Lars trema, lo vedo, le
spalle sussultano appena ma la sua eccitazione è come un faro, un'onda che
mi colpisce in pieno viso. Stringe le labbra con forza tentando di darsi un
contegno e scatta in piedi. I suoi occhi azzurro cielo si riempiono di lampi
. . anzi no, è un'unica, incantevole aurora boreale . .
"Nonostante tu sia un mio superiore non ti permetto . . "
La sua voce scema fino a diventare solo un sussurro roco che gli si incastra
in gola. Com'è dannatamente semplice leggergli dentro . . come lo è sempre
stato in questi frangenti . . sorrido appena davanti alla sua espressione
che sta diventando di ghiaccio sforzandosi di non mostrare quello che sente
dentro. Mi muovo e lui non mi vede quasi. Ritorna lievemente consapevole di
ciò che lo circonda quando sente le mie dita intorno alla gola. Spalanca
gli occhi e li punta nei miei; sento la sua eccitazione aumentare sotto la
sua pelle e la paura che lo intossica e . . e tutto il resto . .
"E invece ai miei piedi hai scoperto che preferisci che la gente ti
tratti male, no? - sento la sua pelle tremare, chiude gli occhi deglutendo a
fatica - Che *io* ti tratti male."
Apro la mano di colpo, sento i suoi muscoli cedere e scivola in ginocchio di
fronte a me, il fiato corto, le pupille dilatate . . lo guardo con una sorta
di lieve condiscendenza, passandogli una mano fra i capelli, leggo nei suoi
occhi la sua muta richiesta, il suo desiderio chiaro come il sole. E' bello
perdersi in quello sguardo tanto luminoso: mi ha mentito spesso, è vero, ma
certe cose . . su certe cose non può mentire, nessuno può mentire ai miei
poteri.
Sollevo il capo, Baruch è lì, immobile al suo posto, mi guarda curioso, un
po' incredulo, fissa come ipnotizzato la mano guantata di nero sollevarsi
appena. Il suono dello schiaffo che si schianta sul volto di Lars, il mio
sorriso fisso, il mio sguardo scintillante, duro, pericoloso e poi . . poi
il lieve guaito dell'uomo ai miei piedi, il suo capo piegarsi a sfiorarmi la
coscia, i capelli biondi a creare uno strano contrasto con i miei pantaloni
neri, il suo movimento sinuoso . . Baruch si tende come se fosse una corda
di violino, dallo stupore, dallo choc . . non c'è eccitazione in lui,
allora avevo visto giusto, solo confusione, solo incredulità e una
fondamentale incomprensione.
Lars ansima appena appoggiandosi a me, io lo tiro in piedi prendendolo per i
capelli e lo vedo quasi annaspare. Sorrido appena evitando di farmi
abbracciare e scuoto appena il capo.
"Lars, come primo ordine ti proibisco assolutamente di toccare il
Colonnello Baruch, ci siamo intesi?"
Trema quando mi guarda, come se fosse ritornato improvvisamente alla realtà,
si posa una mano sulla guancia voltandosi di tre quarti verso l'altro
ragazzo. Arrossisce, il bel volto reso lustro dall'eccitazione si vena di
fastidio, quasi odio; vorrebbe muoversi per mettersi al mio fianco ma non
glielo permetto. Baruch lo fissa appena, senza parole, poi mi guarda
cercando una risposta, la risposta a una domanda che nessuno ha posto.
Ritorno a sedermi sulla mia poltrona e sorrido.
"Baruch, conferma a Pietro la mia presenza alla riunione di
stasera."
Un singhiozzo sfugge dalle labbra di Lars quando si schianta sulla poltrona
di fronte a me, sconvolto oltre qualsiasi mia previsione. Baruch scatta
sull'attenti e scompare dietro la porta del mio studio.
Un singhiozzo.
"Per . .perché mi hai fatto . . una cosa simile . . "
Affonda il viso nelle mani e non può vedere il mio sorriso.
__________
Qualcuno mi ha detto di tirare un po' il fiato, vorrei proprio sapere come
cazzo posso farlo. Non solo perchè c'è Lars che piange nelle mie stanze,
giurando di odiarmi fino alla fine dei tempi solo perché non l'ho più
neanche sfiorato dopo lo schiaffo affibbiatogli in presenza di Baruch; non
solo perché c'è Pietro seminudo che passeggia avanti e indietro a pochi
passi da me che, con indosso solo un paio di calzoni, si sta asciugando i
capelli con un asciugamano . . anche . . deglutisco scuotendo appena il
capo, anche ma non solo.
"Il problema è Paris."
Pietro si lascia scivolare sulla poltrona di fronte a quella su cui sono
seduto io e appoggia l'asciugamano sulle spalle sospirando seccato.
"L'hai sentito anche tu, alla riunione di poco fa. Indecente! Tutte quelle
assurde pretese . . bah! Devo ammettere che speravo che il ritorno di mio
padre avrebbe limitato la sua influenza, pare invece che la cosa si rivelerà
più difficile di quel che mi aspettassi."
Mi passo una mano fra i capelli, stupendomi una volta di più di quanto
riesca a rimanere freddo e distaccato quando si tratta di lavoro. Sollevo
appena lo sguardo su Pietro e gli sorrido.
"Dopo tutto tuo padre sta continuando con la sua politica
dell'equilibrio, era ragionevole aspettarsi una sua presa di posizione in
questa direzione.
Mi ha dato Lars."
Una strana politica di equilibrio, a dire il vero. La situazione di potere
su Avalon, non presente Erik, è molto fluida e comprendo la frustrazione di
Pietro che è sì il delfino ma che, nel braccio di ferro perenne con
l'influenza di Exodus, troppo spesso è costretto a cedere a compromessi.
Ovviamente dal punto di vista diplomatico è tutto più che legittimo, ma .
. bhè, il mio lavoro è fare in modo che Pietro ceda il meno possibile.
Vedo i suoi occhi di ghiaccio puntati nei miei e un sorriso rapace dipinto
sul volto pallido ed elegante.
"Scommetto che hai un'idea."
Annuisco piano.
"Iniziamo con le frecce che hai al tuo arco. - sorrido appena - Lars,
per esempio. E' suo figlio e tuo padre me l'ha affidato dicendomi di . . mhm
. . insegnargli come stare al mondo, in altre parole di farci ciò che
voglio."
Pietro ride.
"Baruch mi ha raccontato. . il mio piccolo assistente è molto
sensibile a certe cose, credo che tu l'abbia shockato un bel po', non è
abituato a dimostrazioni di violenza gratuita."
Una lieve nota di rimprovero? Scrollo il capo, non è questa la piega che
voglio far prendere il discorso. Prendo un profondo respiro e proseguo come
se non avessi sentito.
"E' una lotta di potere tra te e lui, no? E io sono al tuo fianco e
lavoro per te, anche in questo. Ricordati che si sta spargendo la voce che
Lars è suo figlio . . il fatto che un suo inferiore, come me, possa fare di
lui tutto ciò che vuole senza che il grande Lord Exodus possa far nulla per
impedirmelo senza correre il rischio di contravvenire a un diretto ordine di
Magneto . . bhè, mi ha fatto notare quale sia il lato debole della
altrimenti granitica reputazione di Paris."
Pietro socchiude gli occhi, due fessure di ghiaccio, anzi no, due schegge di
mercurio liquido, scintillante e pericoloso.
"Sei così contorto e . . sottile, Cesare. Sei estremamente
interessante, lo sai? - intreccio le dita in grembo, un lieve sorriso
sardonico sul volto in risposta al suo, credo che nessuno si renda conto di
quanta soddisfazione mi dia ordire certi intrighi - Sentiamo, inizio ad
essere curioso."
Indico appena la fotografia che ritrae la piccola Luna e abbasso la voce.
"Le donne non ti disgustano in maniera eccessiva, no?"
Aggrotta la fronte, lievemente spiazzato, poi sospira.
"Diciamo che c'è qualche femmina la cui compagnia è possibile
trovarla sufficientemente accettabile, sì, ma che centra adesso?"
Ecco, adesso devo fare attenzione a come esporgli la mia idea, Pietro sa
essere assolutamente testardo se decide che una cosa non è degna di lui.
"C'è una donna che è interessata a te. - noto fastidio nel suo
sguardo, lo sento quasi interrompermi seccato con una frase sarcastica
riguardante la non eccezionalità della scoperta ma riesco a precederlo -
Una persona che potrebbe essere un tassello importante in questa strana
partita di scacchi."
Lo vedo quietarsi, ritirarsi per un attimo nella riflessione. Il paragone
con gli scacchi non è molto calzante, dopo tutto la divisione degli
schieramenti non è così netto . . e confondere ancora di più le cose è
la mia specialità.
Pietro schiocca le labbra, poi uno strano sorriso che trovo assolutamente
affascinante . . se potessi me lo mangerei . .
"Sto . . credo di aver pensato a una candidata ma . . - si sporge verso
di me - devo . . posso davvero credere che tu sia un tale bastardo da fare
una cosa simile a . . a tua sorella?"
Sorrido sornione. E' pure intelligente, oltre a essere bello e sexy. Una
creatura assolutamente perfetta.
"Le sto facendo un favore, mi pare. Tu sei il figlio di Magneto e
neppure Exodus nel pieno delle sue prerogative di sostituto di tuo padre
potrebbe.
. punirti per aver insidiato la tua donna."
"Mi stai proponendo di diventare l'amante di Lucrezia, in breve."
C'è un lieve sarcasmo misto a incredulità e sforzo di comprendere appieno
le mie motivazioni, io mi passo una mano fra i capelli.
"Pensa: è la sua donna da anni, la sua compagna ufficiale. Se tu la
volessi come amante cosa potrebbe fare? Potrebbe offrirtela. - i miei occhi
scintillano - Ma che smacco sarebbe per uno orgoglioso come lui? Non lo
farebbe mai. Sarebbe mostrarsi debole e non può permetterselo. Oppure
potrebbe ripudiarla, un buon modo perché il suo onore rimanga integro, ma
questo lo metterebbe in una posizione che ha sempre saggiamente evitato in
tutti questi anni. Uno scontro diretto fra voi due, fra te e lui non
potrebbe che tirare in ballo l'autorità di tuo padre . . e questa è
ovviamente l'ultima cosa che vuole."
Pietro scuote il capo.
"Come fai a essere così certo che in questo frangente mio padre
appoggerebbe me e non lui?
Mi stringo nelle spalle.
"Ovviamente non lo posso sapere ma tu puoi rischiare un rifiuto da
parte di Magneto, al contrario di lui. Tu continueresti in ogni caso ad
essere suo figlio, e il tuo potere e la tua influenza, anche se scalfiti,
reggerebbero.
Bisognerebbe lavorare parecchio, è vero, per ripristinare le cose ma non
saresti tagliato fuori dai giochi. Lui, invece è ciò che è solo grazie
alla benevolenza e all'appoggio di Magneto, una volta perse perderebbe
tutto. E non è uno scemo, non rischierebbe mai di perdere tutto ciò che ha
costruito durante una vita per una cosa simile. Per una donna."
"Mhm . . - Pietro mi guarda ancora un po' incredulo - Messa così pare
che possa funzionare."
"Lo ritengo molto probabile davvero, e poi il calcolo delle probabilità
è dalla nostra parte. - sorrido appena muovendo un passo indietro.
-Ovviamente la mia è solo una proposta."
Pietro reagisce nel modo che mi aspettavo, mi fissa e sento che si sta
convincendo da solo della validità della mia proposta.
"Cesare, tu ci sguazzi in intrighi di questo genere, non è vero?"
Annuisco appena. Il mio ritrarmi può dargli la possibilità di convincersi
che, in effetti, la scelta sia stata davvero sua, che abbia deciso lui come
comportarsi e cosa fare.
"E' un modo come un altro per sconfiggere i nemici. Ognuno ha un punto
debole, bisogna solo scoprire quale sia. Da qui a organizzare un piano per
colpirlo in pieno il passo è breve."
Si passa una mano sugli occhi, sbuffando.
"Sai che però potrebbe . . prendersela con lei per tutto questo? Sei
disposto davvero a mettere a repentaglio tua sorella per . .per la tua
carriera?"
Lo guardo. Non l'ho giudicato male, speravo davvero che non pensasse che
faccio tutto questo per lui! Soppeso per un attimo se sia meglio essere
sincero oppure no, poi mi rendo conto che non vale la pena faticare per
imbastirgli una buona menzogna. Non ora, per lo meno.
"Primo: Lucrezia è il capo ingegnere di Avalon, il suo ruolo è di
fondamentale importanza per tutti i piani di conquista di tuo padre ed
Exodus sai che si farebbe davvero ammazzare nel peggiore dei modi prima di
fare qualcosa che possa mettere i bastoni fra le ruote a Magneto. Secondo: .
. - mi concedo un sospiro, un sorriso soffocato che non volevo che ci fosse
ma che non riesco a cancellare - Paris è un idiota. Si è innamorato."
Pietro spalanca gli occhi dallo stupore, poi un sorriso soddisfatto gli
piega le labbra.
"Fantastico . . "
E' appena un sussurro. A me non serve altro, so già che farà quello che ho
deciso per lui e la cosa . . mi fa sentire incredibilmente bene, e anche
terribilmente potente. Mi lecco le labbra pensando alla mia vendetta: posso
sopportare di dover sottostare agli ordini di Erik e di suo figlio, ma Paris
. . lui no, non è nessuno, non si merita la mia obbedienza. E' una
questione quasi personale, semplicemente non riesco a sopportarlo, è un
mutante potentissimo, fedele ed abile ma non è degno di stare un gradino
sopra di me.
Stringo i denti in un sorriso tirato mentre assorbo con lo sguardo il corpo
duro e nervoso di Pietro, mi alzo in piedi e quello che vorrei ora so che è
scritto a chiare lettere sul mio volto. Lui mi squadra attentamente dalla
testa ai piedi, trattiene appena il fiato e si sistema più comodo sulla
poltrona, si passa una mano sul ventre nudo, segue il contorno degli
addominali e mi schiocca uno di quei suoi maledetti sorrisi che per poco non
mi lascia secco. Quanto vorrei percorrere quelle tracce con la lingua . .
apre le mani, si preme i palmi sul petto, scivola su fino alle spalle per
poi riprendere a scendere piano fino alle gambe, accarezza i pantaloni tesi
sulle cosce e socchiude appena gli occhi. Sembra un gatto.
"Cesare, sei sicuro di volertene andare?"
I miei occhi scintillano di lussuria e desiderio, so bene cosa dice il mio
viso e devo fare molta fatica per controllarmi. Il sarcasmo mi viene in
aiuto.
"A meno che tu non abbia il desiderio di provare . . nuove esperienze.
. "
Pietro ride mettendosi in piedi e scrollando i capelli. L'asciugamano gli
scivola giù dalle spalle, sfiorandogli appena la pelle della schiena e io
sento la mia spina dorsale percorsa da mille scariche elettriche.
"Speravo che fossi tu a cedere! - mi batte una pacca sulla palla poi mi
volta la schiena - Ci hai mai pensato? Tutto questo sarebbe assurdamente
ridicolo se non fosse . . "
Si volta di tre quarti come a cercare una parola che non viene. Io rido a
mia volta.
"Se non *fosse* ridicolo, Pietro."
Un sorriso amaro mi fiorisce sulle labbra quando lui si volta di nuovo e non
può vedermi. Quanto vorrei poterti fare tutto quel che desidero, Pietro!
Perché per toccare la tua pelle deve sempre esserci qualcun altro fra noi?
E perché dannazione non riesco a provare della semplice gelosia per Baruch
e per gli altri, invece che questa strana accozzaglia di sentimenti e
sensazioni e . . e cose inspiegabili? Quanto vorrei baciarti, adesso . . dio
quanto vorrei baciarti, solo questo, null'altro. Solo baciarti . .
Scatto sull'attenti, lo saluto a mezza voce, lui che non si volta neppure e
ricambia con un semplice gesto della mano quando giro sui tacchi ed esco
dalle sue stanze. E' stata una fortuna, incrociare ancora i suoi occhi,
vedere il suo viso, le sue labbra, non so se . . se l'avrei sopportato. Non
so se sarei riuscito a non fare qualche sciocchezza.
Mi do' dell'idiota. Col rischio di rovinare tutto, ogni cosa! Il mio piano
ha avuto la sua approvazione, sono certo che presto Paris non sarà più un
problema troppo grosso per me e come posso rischiare di mandare tutto a
monte solo perché . . ho ancora il suo profumo nel naso . . quanto vorrei
avercelo addosso . . Entro nel mio ufficio e appoggio la schiena contro la
porta chiusa alle mie spalle. Respiro a fondo un paio di volte. Devo
calmarmi, tutto questo non è producente. Non avrei mai dovuto iniziare
questo gioco con Pietro, assomiglia troppo a suo padre e, al contrario di
Lars, è troppo sicuro di sé perché possa gestirlo come voglio. Devo
cercare di trovare una soluzione ragionevole, una sistemazione per questo
disastro...
Entro nelle mie stanze private, butto sulla scrivania del mio studio gli
appunti presi alla riunione, dovrei forse lavorare ancora un po' ma i miei
nervi non sono dalla mia parte, stasera, e sarebbe tutto tempo buttato via.
Sarei scemo se mi chiedessi perché dopo qualunque discussione con Pietro mi
sento sempre così spossato. La tensione erotica fra di noi è talmente
evidente che quasi si può toccare con mano e io sono esausto.
Mi blocco sulla soglia della mia stanza da letto, con la mano
sull'interruttore che non ho ancora sfiorato.
Dannazione!
Non riesco neppure più ad essere arrabbiato.
C'è Lars coricato sul mio letto. E' completamente vestito con tanto di
stivali e tutto, riesco tranquillamente ad immaginarmi cosa è successo: mi
stava aspettando, imbronciato, irritato, con quel suo atteggiamento che sa
essere assolutamente insopportabile, poi ho fatto tardi e lui si è
addormentato.
Sembra un cucciolo, è rannicchiato su di un lato, le mani sotto il capo, le
labbra appena socchiuse, alcune ciocche gli sono sfuggite dall'elastico
sulla nuca e ora gli sfiorano l'ovale del viso . . un cucciolo che sa essere
velenoso, uno scorpione travestito, lo so bene, ma ora non mi può più fare
alcun male, sono immunizzato al suo veleno. Quello che ci è successo,
quell'essere uno parte dell'altro in maniera totale ci ha intaccato davvero,
i miei poteri sono aumentati, guardo le mie mani guantate e sorrido, i suoi
sono cambiati e, me ne sono accorto solo da poco ma so di non sbagliare,
siamo . . siamo ancora in simbiosi. Riesco a sentire confusamente le cose
percepite dal suo potere e nulla mi dice che lui non possa fare altrettanto
col mio e se ci lavorassimo un po' sono certo che . . Lo guardo e mi
stupisco di quanto sia anche lui simile ad Erik, a suo modo ovviamente.
Eppure è così assolutamente diverso da Pietro! Non riesce ad essere
arrogante, intendo la naturale sfrontatezza piena di fascino di Pietro, ci
prova a volte ma si dimostra solo furioso, spaventato, deluso.
Non è nato per fare questo mestiere, tutto qui. Ma è bello, dannatamente
bello. Non ha i capelli argentati di Erik, il suo biondo è chiaro ma
dorato, i suoi occhi sono azzurri e chiari e luminosi, ma non hanno la
consistenza di metallo ghiacciato, sono morbidi e trasparenti, incantevoli
davvero come un cielo di primavera, sembrano fatti per trasmettere
tranquillità non potere, per donare gioia e non trasmettere timore e
soggezione. Eppure . . eppure assomiglia molto di più a Magneto che non a
suo padre. Anzi, a Paris non assomiglia proprio in nulla . . se si esclude
il suo potere.
Entrambi telepati . . strano. Di solito tra mutanti l'unica cosa che non si
trasmette è il potere. Aggrotto la fronte poi scuoto le spalle, dopo tutto
i meccanismi di trasmissione del gene mutante non sono ancora stati
individuati, tanto che non è insolito che da due mutanti nasca un genezero.
Mi avvicino al letto, sospiro, due dita posate sulla sua spalla, il suo nome
pronunciato a mezza voce ma con decisione.
Lo vedo sussultare, spalancando gli occhi, in una frazione di secondo
ricorda quel che è successo nel pomeriggio e nella fretta di trovare una
certa compostezza quasi casca giù dal letto. Anche nella penombra lo vedo
arrossire, chinando il capo.
"Ti stavo aspettando."
Si sforza di mostrarsi sicuro ma la sua voce lo tradisce, incrinandosi. Mi
stringo nelle spalle fingendo di non aver sentito.
"Vai a dormire, Lars, ci vediamo domattina."
Si mette in piedi, sento la rabbia montare dentro di lui e la confusione e .
. mi guarda e vedo che si accorge di quel che percepisco in lui, muove un
passo indietro incrociando le braccia sul petto come a difendersi ma i suoi
occhi scintillano dalla paura.
"Perché . . - la sua voce lo tradisce di nuovo, inciampa, trema, si
rompe - Come fai a farmi *questo*? Cosa . . cosa significa?"
Sorrido appena, amaro.
"Non sto facendo nulla che non abbia sempre fatto, è il mio potere
percepire le tue emozioni, ricordi? Sei tu che stai facendo una cosa
nuova: stai sentendo attraverso i miei poteri, proprio come io posso fare
attraverso i tuoi. E' un . . effetto collaterale della nostra strana . . mhm
.. condivisione di uno stesso corpo, temo. Merita un'analisi più
approfondita, ne sono consapevole, ma non ora. Vai a letto."
Lo vedo sbattere le palpebre e poi abbassare il capo a fissarsi le mani.
"Vuol dire che tu . . tu senti *questo* dentro le persone? - annuisco
in silenzio, lui trema - Ma è . . orribile!"
Mi fa ridere, mi passo una mano fra i capelli sbuffando mentre mi slaccio la
giacca della divisa.
"Lars, maledizione, sono stanco, ho avuto una giornata pesante e non ho
voglia di stare qui a . . chiacchierare con te. E poi, il termine giusto non
è 'orribile'. - sto in silenzio un attimo poi scrollo le spalle: è meglio
per lui che se ne accorga subito - E' 'devastante'."
Percepire le emozioni, non i pensieri, la parte istintiva delle persone, ciò
che gli individui non sanno, non possono neppure controllare se non dopo la
loro manifestazione . . è devastante. In tanti anni non ho mai trovato un
termine più calzante di questo. Ti distrugge dentro, ci sono cose
assolutamente insopportabili, ci sono immagini, emozioni che feriscono più
di qualunque arma, cose raccapriccianti talmente coinvolgenti che solo a
fatica riesco a non cascarci dentro . . prendo un respiro profondo, sento
che mi sta leggendo dentro e sorrido di nuovo.
Mi volto verso di lui, ha gli occhi spalancati, abbassa il capo, vergogna e
curiosità mischiati insieme e io . . io sono stanco. Stanco di usare i miei
poteri, stanco di leggere dentro le persone, stanco di sentirmi addosso le
emozioni di tutti, stanco di essere diventato così terribilmente arido per
colpa del mio potere. Sentire qualcuno che ti entra nella mente è una
enorme violazione, ma mi sono sentito davvero violentato solo le prime volte
che le barriere imposte dal mio autocontrollo al potere cedevano, e venivo
invaso dalle emozioni di tutti coloro che mi circondavano.
Devastante.
Ho accompagnato mia madre per un pezzo quando è morta.
Devastante.
Ho sentito quando Magneto ha fatto esplodere Cape Citadel con tutti i suoi
abitanti. Ho rischiato di esplodere anch'io, sai? E' per questo che odio le
persone. E' per questo che preferisco stare solo. E' per questo che non ti
voglio tra i piedi.
Sono stanco . .
Sospiro. Getto la giacca sulla sedia lì al fianco e gli sorrido di nuovo.
Ha sentito cosa gli ho detto, ovvio, è il suo potere. Non ci sono problemi,
è vero, sono stanco. . e lui mi stupisce del tutto.
Piange.
Ha le guance umide che scintillano appena nella penombra che ci avvolge, se
le asciuga col dorso della mano e mi si avvicina. Credo di stare guardandolo
inebetito, ma mi scuoto quando sento la sua mano sfiorarmi un braccio.
"Ho detto di andartene!"
Stanotte non ho voglia di giocare con te, stupido . . stupido *mutante*!
Credi che non lo sappia che le tue sono tutte luride scene? Non sono così
idiota come credi! Ringhio e gli volto la schiena. Lo sento deglutire un po'
spaventato, indeciso su cosa fare.
"Se . . se ti facesse sentire meglio puoi anche . . farmi male .
."
Mi volto di nuovo verso di lui, esasperato, ma quando me lo trovo davanti .
. maledizione . . sai che schiaffo ti meriteresti?
"Sei stato qui dentro. - mi sfioro una tempia- E anche qui - un paio di
dita posate all'altezza del cuore - e lo sai che lo *detesto*. Eri tu quello
che pareva goderci più di tutti."
Il suo rossore è avvampante, china il capo, annuendo in silenzio, poi mi si
avvicina. Sento il suo profumo, il suo calore sfiorarmi la pelle nuda, le
sue labbra che si posano leggere sulle mie spalle, lo sento tremare piano
quando solleva le mani e me le posa sulle braccia. Faccio per dire qualcosa
ma lui mi precede.
"Hai ragione. Sono stato . . dentro di te e ho visto tante cose,
Cesare. So che . . che ti piace Pietro, che ti piace da impazzire e che . .
mi trovi attraente ma che ti faccio un po' di tenerezza e basta. Non so
perché . . perché sei così . . con me, intendo. Dopo tutto . . "
Gli poso due dita sulle labbra e mi allontano di un passo. Non ho proprio
voglia di sentire certi discorsi.
"Sono stanco, Lars, te l'ho detto. Lasciami in pace. Per favore."
Non sono solito *chiedere *, di solito ordino e lui lo sa bene ma dopo tutto
è figlio di Paris . . e un po' di spina dorsale deve pur avercela, nascosta
da qualche parte, no? Peccato che la tira fuori solo quando più mi
infastidisce.
"Volevi poter andare a letto con lui, vero? L'ho sentito adesso . . cioè
poco fa. Volevi andare a letto con Pietro ma non ci sei andato perchè . .
il perché non l'ho capito. - la sua fronte viene solcata da un'unica ruga
ma continua - Ma non credo che questi siano affari miei. Puoi . . potresti
farlo . . con me se . . se ti va . . io . . "
"Lars."
La mia voce è quasi di bonaria condiscendenza e lui fa finta di non aver
sentito.
"Voglio venire a letto con te. Per favore . . - il suo viso è
luminoso, stranamente chiaro, sono quegli occhi che non sembrano neanche
veri a sprigionare tutto questo? Non lo so - Non importa cosa mi farai. Lo
so che non posso competere con Pietro ma . . ti prego . . "
Non mi guarda più. E' come se avesse usato tutto il suo coraggio e la sua
forza per dirmi quel che ha detto, ora non riesce neppure a sollevare il
capo. E' bello . . è così dannatamente bello . . gli passo una mano fra i
capelli. Non riesco a capire il perché ma Lars risveglia in me una dolcezza
che non so neppure di avere, gli faccio sollevare il capo e gli sorrido,
amaro. Sono davvero stanco, Lars, tu non immagini neanche quanto . . Lo vedo
tendersi verso di me, chiude gli occhi e mi bacia, piano, a lungo, le sue
mani mi percorrono la schiena nuda, aderisce contro di me, il suo corpo
snello sembra quello di un ragazzino, molto più giovane della sua età, e
poi il suo profumo è pulito proprio come mi ricordavo. Sorrido a sentire la
sua lingua che gioca con la mia, il suo sapore delizioso che mi riempie la
bocca, le mie mani che lo spogliano lentamente e la sua fretta che rinnega
tutta la sua timidezza iniziale.
Lo spingo sul letto, lui annaspa appena aggrappandosi alle mie spalle, gli
mordo la pelle, morbida ed elastica, dolce, gli lecco un capezzolo, mi
sfrego contro di lui e mi ricordo quando l'ho diviso con Pietro . . il mio
sangue corre più veloce, lo sento mugolare sotto di me, infila le dita nei
miei capelli corti, si irrita perché non riesce a tirarmeli come vorrebbe,
si agita fra le mia braccia, cede sotto le mie carezze, la sua pelle trema
al mio tocco, sorrido nel sentirlo tra le mani, abbandonato e assorbito dal
suo piacere e dal mio . .
I suoi occhi si spalancano, liquidi, quando gli sfilo i pantaloni, gli
impedisco di mettersi seduto tirandolo giù con il mio peso ma mi sorride
scivolandomi a cavalcioni con un movimento fluido ed elegante. E' già
eccitato, ma non ci è mai voluto tanto. Gli sorrido quando è lui ad
occuparsi di me, il mio petto, le mie spalle, le mie braccia. . scatto come
un serpente quando lo sento armeggiare con i miei guanti. In un lampo me lo
trovo sotto di me, di nuovo, tutto il mio peso sulla mano appoggiato alla
sua gola, di nuovo! Tradimento . . l'idea mi brucia dentro come un rogo,
sono solo i suoi occhi davvero spaventati e increduli che mi fanno cedere e
lo lascio.
"Non osare mai più fare . . pensare di fare una cosa simile!"
Lui trema , riprendendo a respirare, si tocca la gola e mi guarda quasi
spaventato.
"Non . . sono freddi! E non è una sensazione tanto piacevole, credevo
che . . avrei potuto toglierteli."
Non è neppure una sensazione tanto piacevole entrare *dentro* un'altra
persona come questo nuovo potere, concentrato quasi tutto nelle mani, mi
permette di fare. . e Lars è l'ultima persona con cui voglio provare. Il
mio sguardo lo fa tacere e non ho bisogno di altro . . perchè questo
dannato riesce ad esasperarmi così? Volevo essere gentile con lui, per una
volta, volevo esserlo! Ma come cazzo si fa con uno scemo simile?
Non si merita altro che essere preso così, di colpo, senza preparazione,
senza attenzione, senza nulla. Scivolare in lui è meraviglioso, proprio
come ricordavo, il suo corpo sembra adattarsi perfettamente al mio anche
adesso, un paio di singhiozzi poi il suo respiro cambia, lo sento tremare e
torcersi sotto i miei movimenti e sorride con gli occhi chiusi, ed
incredibilmente gode, la sua eccitazione sale tanto quanto la mia, mi sento
quasi affogare il lui . .il suo calore, il suo profumo . . Lars mi viene
addosso, il suo sorriso esplode, mi passa le braccia intorno alle spalle e
mi morde il collo.
Il mio nome . . mi sussurra il mio nome all'orecchio quando lo riempio, e il
suo tono è dolce e ansima appena quando esco da lui.
Gli sfioro il capo, lui si accoccola sul mio petto, tra le mie braccia,
sfrega il viso nel collo, aspira il mio profumo e lo sento sorridere quando
riprende a giocare di nuovo con la mia pelle. Le sue labbra . . sorrido a
mia volta chiedendomi chi diavolo gli dia la forza . . fosse per lui non la
smetterebbe mai . . ma come fa?!
Le sue labbra mi percorrono il corpo, di nuovo e di nuovo, le sue mani mi
riempiono di carezze ovunque, si sfrega contro di me come se fosse un
gattino, riattizza l'incendio con un'abilità che è davvero solo sua e mi
bacia e lo bacio, e gli lascio segni sulla pelle, i miei denti che affondano
in lui e lui che gorgoglia dal piacere ed è felice nel sentirmi non ancora
sazio e si avventa quasi sul mio cazzo e lo succhia goloso come un bambino
di fronte a un gelato. E il suo corpo bianco e perfetto, morbido e
flessuoso, così efebico tanto quanto è attraente si muove sopra di me, i
suoi capelli mi sfiorano la pelle delle cosce mentre lo vedo masturbarsi con
una mano libera mentre l'altra si occupa di me.
Delizioso . . tiro indietro il capo, affondo le dita nei suoi capelli e
glieli tiro, lo sento gemere, il suo bacino che inizia a muoversi
ritmicamente avanti e indietro . .
"No."
Il mio roco sussurro lo spiazza, geme dal disappunto quando lo stacco da me,
lo spingo via un po' di malagrazia e lo trovo seduto di fronte a me, sudato,
il corpo lucido, le labbra turgide su cui continua a passarsi la lingua, gli
occhi fissi sul mio cazzo, gonfio tanto quanto il suo. Rido mettendomi a
sedere, lo faccio voltare senza fatica, ora che ha capito cosa voglio da lui
si mette in ginocchio e allarga le gambe e quasi piagnucola perché lo
faccio aspettare un attimo.
Affonda il capo nelle coperte, lo vedo mordere il lenzuolo mentre mi sistemo
dentro di lui, quasi urla quando gli passo un braccio sotto la vita e con la
mano coperta da quel guanto che pareva proprio non piacergli riprendo il
lavoro che gli ho fatto interrompere. Gli mordo il collo con forza
aumentando il ritmo, lo sento gemere di nuovo sottovoce e riesco a
immaginare il piacere che gli deforma il viso. Mordo con più forza quando
lo sento gocciolarmi fra le dita e non aspetto altro. Solo un movimento un
po' più brusco e gli vengo dentro con un mugolio.
Gli crollo addosso senza fare troppa attenzione ma non pare che Lars se la
prenda a male. Mi si stringe addosso appoggiandosi al mio braccio, prende un
polso fra le mani e mi sorride.
"Posso . . pulirti?"
Sollevo appena un sopracciglio. Il *suo* sperma. Sul *mio* guanto. Che
schifo, mi costerà un capitale il guanti se va avanti così . . un mio
sospiro semi seccato è tutta la mia risposta, che Lars interpreta come
affermativa. Si mette d'impegno a pulire quello che lui ha fatto e poi
sorride e mi si preme addosso di nuovo, felice, strusciandosi e baciandomi
il collo.
Lo spingo un po' indietro con le spalle, lo vedo guardarmi stupito, io
scuoto il capo.
"Non tutti hanno passato il pomeriggio a dormire come te, sai? Sono
stanco, lasciami in pace."
Credo di essere stato brusco e anche burbero ma lui non ci fa caso. Mi
abbraccia e si appoggia al mio petto con un sospiro. Di fronte a un mio
gesto nuovamente seccato solleva il capo.
"Stavo solo mettendomi comodo per dormire . . "
Mi metto a sedere lasciandolo cadere sul letto. Sbadiglio poi agguanto il
mio cuscino e mi avvolgo nel lenzuolo, voltandogli le spalle.
"Non sopporto che mi si tocchi dopo aver scopato."
Credevo che se ne fosse accorto ormai . . ma sinceramente non m'importa poi
molto, già gli ho dato l'implicito permesso di dormire nel mio letto per
stanotte, mi sento già più che magnanimo.
Lo sento sistemarsi al mio fianco, in silenzio e sono già sul punto di
addormentarmi quando sento la sua mano posata leggera sulla mia schiena. Non
riesco a capire bene se sogno oppure sono ancora sveglio, sento solo il suo
calore avvicinarsi a me, il suo fiato sul mio orecchio, un bacio leggero fra
i capelli e delle parole appena sussurrate . . Sorrido. E' *ovvio* che stia
sognando.
Sto sognando Lars che dice d'amarmi . . ed è un sogno stranamente dolce.
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