DISCLAIMERS i personaggi nn sono miei (cioè...notate la mia classe....nn
come mia sorella ke a momenti mi staccava il braccio per impedirmi di
scrivere che akane e hiragi nn sono suoi!!!!!eheheh)
Attimi
di Mikako
Al primo piano di casa
Kinomoto, in una stanza che guardava verso la città, lottava, Yukito, con i
pensieri. Immobile, seduto accanto a Touya, aspettava di scoprire se il
sonno sarebbe arrivato. Sentiva il respiro dell'amico, profondo, lento… nn
si svegliava più…come una sorta di punizione per lui. Per non essere
umano, per non essere stato capace di capirlo prima. E i pensieri nella
testa, come una lama di metallo conficcata dell'anima. Non smettevano un
attimo. Non conoscevano stanchezza. E clemenza. Come quando da piccolo
guardava il mare, l'infinito oceano, dove ogni pensiero si annegava, slavina
continua, tuono incessante di un temporale figlio di chissà che cielo.
(questa frase l'ho fregata ad Alessandro Baricco…in Oceano mare…ma mi
piaceva troppo! ^^fatemela passare please!) Si sentiva perdere dentro
quell'enormità, finché suo nonno arrivava con la canna da pesca e
sorridendo in quel suo modo dolce, gli raccontava le storie, storie di
naufragi, di sirene e di pescatori e lui beveva tutto, rassicurato dai suoi
occhi buoni e dal suono della sua voce.
Improvvisamente si sentì scoppiare nella testa una bolla di vuoto.
La conosceva bene quella segreta esplosione, specialmente ultimamente,
invisibile dolore irraccontabile. Ma conoscerla non serviva a niente.
Niente. La sensazione, precisa, esatta, che qualcosa si fosse mosso, se si
concentrava avrebbe potuto sentire lo scatto metallico di un meccanismo che
finalmente trovava il suo posto.
Non aveva mai avuto un nonno. Tutti i suoi ricordi…che cos'erano? Le prime
immagini incerte dei suoi genitori, i suoi nonni…tutto falso?
Che cos'era una persona? Aveva sempre pensato che tutto quello che era
diventato, il suo essere, dipendesse in gran parte da tutte le persone che
gli stavano accanto, che lo amavano e che lo sostenevano. E ora cosa
pensava? Ora sapeva che lui in verità non aveva mai avuto nessuno…chi era
adesso?
I capelli di Touya, fili di seta nera, morbidi, Iucenti.
I suoi occhi scuri, profondi, insondabili, sembrava che bruciassero nel
viso, quegli occhi capaci di entrarti dentro e spezzarti l'anima, che lo
attiravano come una calamita…
Che lo facevano sentire strano, come immerso in una marea d'acqua e fuoco
con la voglia irrefrenabile di affondare la mano nei suoi capelli, perdersi
nel suo sguardo e non pensare più a nulla…a nulla…la voglia di amarlo e
di essere amato da lui.
Gli occhi di Touya si spalancarono, come se la notte lo inghiottisse, si
fissarono su di lui, ansiosi quasi (ansiosi? Possibile?) "Touya"
mormorò Yuki, aveva una voce bellissima – velluto – e quando parlava
sembrava che ogni sillaba scivolasse nell'aria, che non potevi smettere di
ascoltarlo. Toyua frugò ogni centimetro del corpo dell'amico – gli occhi
dorati, grandi, enormi nel piccolo viso, la pelle candida e
quell'espressione tormentata… (perché piccolo mio? Cosa passa dentro la
tua bellissima testolina?) i capelli biondi, raggi di luce, la maglietta
nera che evidenziava il suo corpo sottile e la sua pelle di porcellana –
alzò una mano e la posò sulla guancia morbida di Yukito, accarezzò la
pelle sfiorandola dolcemente accendendo brividi in entrambi, "Yuki"
era così dolce sentire il suo nome pronunciato da lui… lo faceva sentire
la persona più importante del mondo. Sorrise appoggiando il volto alla mano
calda di lui, proteso quasi verso Touya "ci sei ancora…non sei
sparito…" e uno sguardo così dolce che Yuki sì sentì morire…se
solo potesse stare sempre con lui, niente avrebbe più importanza, sentire
solo la sua voce, i suoi occhi posarsi nei suoi
Incatenarsi soggiogati, come se il mondo si fosse racchiuso in quelle due
persone che si fissavano dimentichi di tutto. Ma di nuovo quel pensiero,
quella bolla di vuoto, cominciò a crescere in Yuki, tutta la sua vita…che
cos'era stata? Solo una bugia? Afferrò la mano di Touya che ora stava
giocando coi suoi capelli, e la strinse, così forte che poté sentire le
dita affondare nella pelle e un nuovo brivido percorrergli la schiena (Kami
sama, se solo a toccare la sua mano mi sento così…) cominciò a parlare e
la sua voce tremava nel silenzio dei loro respiri " allora io non sono
umano…e nella mia casa non c'è né il nonno né la nonna…e io non sono
uno studente trasferitosi da fuori…" chiuse gli occhi, perché faceva
così male parlarne? O anche solo pensarlo? "anche la mia memoria si
cancella… perché in quel momento divento un'altra persona… quindi tutti
i miei ricordi non erano veri" una pausa e un tremito attraversarono il
suo corpo "è così?" e la sua voce si spezzò definitivamente,
perdendosi negli occhi dolcissimi di Touya, Touya che ora lo guardava e gli
stringeva la mano come a fargli sentire la sua presenza, dappertutto, anche
dentro l'anima, Touya che parlò con voce tenera fissando Yuki,
assicurandosi che sentisse ogni singola parola che si apprestava a dire
"… ma le cose che sono successe dopo che ci siamo conosciuti sono
tutte vere, no?" e le parole si conficcarono come schegge di luce nel
cuore di Yuki, col viso proteso verso il suo a bersi ogni parola che usciva
dalla bocca di Touya "a me non interessa chi tu sia" lo sguardo
scuro, insondabile, incatenato al suo, in una muta dichiarazione, come un
messaggio subliminale che si alzò nella stanza e si posò negli occhi
dorati di Yuki , e un sorriso increspò le labbra di entrambi, lo stesso
tenero sorriso di chi ha finalmente trovato la persona più importante della
propria vita, "…a me basta averti sempre vicino e che tu mi
sorrida…" e fu come se questo ridesse un senso a tutto, non importava
più nulla, la sua vita…cominciava da adesso. Cominciava nello
sguardo di Touya, nel suo respiro, nel suo corpo, nella sua dolcezza, nel
suo modo di riflettere sulle cose. Nel suo amore per Sakura.
"Grazie"
Si inginocchiò per terra abbassando la testa e posandola sul petto di
Touya, salì con le mani ad accarezzare i suoi capelli, la guancia, la bocca
socchiusa… stava terribilmente scomodo ma era troppo bello per non godere
ogni istante di quella vicinanza, per non stringersi a lui, per non sentire
un brivido che percorreva tutto il corpo e l'eccitazione che cresceva.
Strinse gli occhi, non sapeva come avrebbe reagito e nonostante sapesse che
gli voleva bene aveva sempre paura di essere respinto, paura irrazionale e
stupida, ma tremava mentre lo abbracciava e si aggrappava a lui
spasmodicamente, tuttavia quello che aveva dentro….era troppo grande,
tanto da piangere quasi, non aveva mai provato sensazioni così assolute e
belle, per Touya.
Touya. Touya che passò le mani intorno alla sua vita e lo trascinò sul
letto accanto a lui, facendo aderire i loro corpi e baciandogli teneramente
un orecchio "hai capito? Tu per me sei importante…potrei morire per
te" (ohhhhhhh mars!!!!!!!!!!!!) Yuki spalancò gli occhi, una raggio di
luce che si riversò splendente su Touya, si strinse a lui così
strettamente da arrivare a fondersi quasi (perché mi dici così? Com'è
possibile che tu mi voglia così tanto bene?) Il ragazzo dai capelli neri
poteva leggere nella sua testa come in una boccia di cristallo, vedeva tutti
i pensieri e tutto quello che c'era dentro di lui. Dentro il suo Yuki.
L'angoscia, l'insicurezza, tutto. Era sempre stato così.
Fra le sue braccia.
Quanto aveva sognato di poterlo stringere così, e ora lo teneva quasi
dovesse scappare da un momento all'altro, breve sogno e vita che da un senso
a tutto.
Se mai qualcosa può avere un senso.
Il corpo morbido…lo sentiva premuto contro il suo, i capelli dorati che
gli solleticavano il collo e quegli occhi così incredibilmente intensi e
dolci fissi su di lui…"io… non credevo… tu non fai mai vedere
nulla di te. Non mi hai mai fatto capire nulla prima!" ma con dolcezza,
bisogna immaginarselo detto con dolcezza. "non mi è mai piaciuto
parlare tanto" si avvicinò lentamente a lui, depositandogli un mare di
piccoli baci sul viso, le labbra morbide, (Oh Touya)
la pelle setosa (Oh Yuki) e le braccia che si serrarono, quasi
inconsciamente, avvolgendosi intorno al corpo dell'altro, ricercando calore
e protezione.
Le labbra.
Succose.
Come una ciliegia.
Si avventò su di loro, divorandole con una foga che aveva dell'incredibile,
sorprendendo Yuki, che però si riprese subito e
rispose al bacio.
Le lingue intrecciate
Un calore intossicante che partiva dal ventre per disperdersi in tutto il
corpo,
la voglia di lui, violenta come un pungo allo stomaco, voglia di
accarezzarlo, di entrare in lui, di essere lui (no nn ha problemi di
identificazione ^^), il piacere intenso, quasi violento, la lingua che
dardeggiava nella bocca di Yuki, le mani che si infilavano sotto al
sua maglietta, a toccare la pelle morbida, fresca, a provocare brividi di
piacere nell'amico, a pretendere sempre di più, in una strana febbre che
bruciava i pensieri e i sentimenti.
Si fermò.
Questo no, non doveva dimenticare Yuki, la prima volta doveva essere
speciale anche per lui. Non c'era fretta. Guardò i suoi occhi smarriti e
gli prese l'impulso irresistibile di abbracciarlo. Così.
Lo strinse forte al petto e affondò il viso nei suoi capelli, lasciandosi
inebriare dal loro lieve profumo. Da lui. Lo sentì rilassarsi contro
il suo corpo e passargli le braccia intorno al collo, il suo respiro
affannato, il suo cuore battere.
Battere.
Attimi.
Fragili, che sfrecciano via come lampi di luce, preoccupanti.
Attimi di un giorno come tanti altri, che però si è insinuato nell'anima
creando arabeschi argentati di colori e suoni dolcissimi.
(Ti stringo a me ed è come se il mondo si ridipingesse di nuovo, non sono
mai stato bravo con le parole, quanta fatica per chiamarti
"amore", non so…vorrei tenerti sempre qui, dov'è possibile
sentire il mio cuore e il tuo battere insieme. Solo noi, in un posto
tranquillo, senza la città, senza la gente attorno, solo noi, con la terra
da riprenderci e il cielo da dividerci, le mie mani sono intrecciate alle
tue, e insieme riusciremo a vivere. A me nn importa il mondo, a me importi
tu. Sei la sola cosa che conta.) e a parole disse soltanto: "ti voglio
bene"
(Oh Touya…tutte le mie domande, i miei pensieri, i miei tormenti….nn
sono scomparsi, ma perdono consistenza con te accanto, io mi creo ogni
attimo che passa, la mia vita è sempre diversa e non conta la sofferenza…
come tante bocce di cristallo…sogni, piccoli o grandi, racchiusi dentro un
mondo di vetro, e anche se magari alla fine si spezzeranno, non importa,
anche quella è vita. A modo suo.
Meravigliosa vita! Io vivo accanto a te e non ho paura di essere io perché
sono con te. Tutto il resto non importa. ) e a parole rispose soltanto
:"anche io"
Attimi fragili. Preoccupanti. Di un giorno in fondo come tanti altri.
E due ragazzi distesi sul letto che li stanno guardando mentre se ne vanno
via, mentre anche l'ultimo bagliore del giorno si perde e le parole e i
pensieri creano una rete di sogni invisibili.
FINE
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