Purtroppo per loro, i problemi di Hana e Ru non si limitano alla ricerca della casa dei sogni…eheh! ^^ Sarebbe troppo facile! ^^ (guarda che non è mica tanto semplice nemmeno così, eh! >_< ndHana  Lo so tesoro, ma le difficoltà temprano lo spirito! ^^ ndCily … ndHana).

Comunque sia, ecco a voi il secondo capitolo, dedicato a Calipso, a cui grido “W HanaRu!” ^_-

 

 


Astinenza

parte II

di Cily


 

“Guarda qui! Appartamento nel centro della città. Tre camere da letto. Un bagno. Una cucina spaziosa e…”

“Do’aho…che ce ne facciamo di tre camere da letto? E poi hai idea di quanto costi un appartamento in centro?” lo disilluse Kaede, alzando un sopracciglio. 

Hanamichi sembrò pensarci un attimo, poi gettò il giornale dietro di sé.

Le ricerche per la casa nuova erano iniziate da più di una settimana, ma i risultati erano alquanto scoraggianti. Quando sembrava di aver trovato quella giusta, sorgeva sempre un problema: la posizione sfavorevole, il prezzo troppo elevato o lo spazio insufficiente (a volte, addirittura, l’appartamento risultava troppo grande per due sole persone). Hanamichi sbuffò e aprì il catalogo che l’agenzia immobiliare aveva consegnato loro. “Quando troverete qualcosa di soddisfacente, chiamateci e vi porteremo a vedere il posto.”

‘Andando avanti così non troveremo MAI niente di soddisfacente!’

Mentre entrambi sfogliavano un giornale, la porta della terrazza si aprì e ne sbucò una cascata di riccioli scuri che, vedendoli, regalò loro un dolce sorriso.

“Ciao ragazzi! Non vi disturberò, ve lo prometto, però devo nascondermi da Ryota che vuole costringermi a pranzare con lui…” la sua espressione si fece divertita, mentre immaginava il povero playmaker che vagava per la scuola, alla sua ricerca.

“Figurati Ayako! Non disturbi mica!” la rassicurò Hanamichi, nonostante in cuor suo avrebbe preferito stare da solo con la sua volpe, anche se sulla terrazza della scuola non avrebbero potuto combinare molto. <Però, uffa…se fossimo stati soli, almeno qualche bacetto potevamo darcelo…>

“Che fate?” domandò curiosa la manager, sbirciando il catalogo che il rossino sfogliava, sdraiato a pancia sotto sul pavimento.

“Cerchiamo casa” rispose Rukawa, senza alzare lo sguardo dalle foto degli appartamenti a pagina 14.

Ayako sembrò sorpresa, ma subito chiese: “Avete trovato qualcosa di interessante?”

‘Ma non aveva detto che non avrebbe disturbato?!’ pensò Sakuragi, costretto a rileggere la stessa riga per la terza volta, in quanto distratto dalla conversazione.

“Non ancora” spiegò Kaede girando pagina.

La ragazza si sedette tra loro a gambe incrociate e, dopo avere tirato la gonna a pieghe sulle ginocchia, catturò un catalogo, aprendolo verso la metà e iniziando a leggere le proposte. Kaede distolse per un attimo lo sguardo da ciò che stava facendo, aggrottò la fronte squadrando la manager e Hanamichi parlò per lui: “Che stai facendo?”

“Non lo vedi? Vi aiuto!” sorrise la ragazza.

“Non ce n’è bisogno!”

“Dai, su, non fatela tanto lunga! Se ho detto che vi aiuto, significa che l’ho deciso e che voi non potete farmi cambiare idea perché sono la vostra manager, nonché vostra senpai, quindi non osate intralciarmi!” rispose con aria finta minacciosa, sventolando il suo famigerato ventaglio di carta, sbucato da una tasca dell’uniforme scolastica.

 

***

 

Kaede ed Hanamichi erano comodamente sdraiati all’ombra di un ciliegio in un angolo appartato nel cortile della scuola e discutevano dell’appartamento.

“Kitsune, abbiamo girato tre agenzie immobiliari e non abbiamo trovato niente…Ma com’è possibile?”

“Hn…boh”

“Boh?! Ma come sarebbe a dire ‘boh’?!” brontolò Sakuragi, preparandosi a una bella litigata.

“Sarebbe a dire ‘boh’.” ribattè Rukawa, più calmo che mai, cambiando posizione e allontanandosi strategicamente dal suo ragazzo di qualche centimetro.

“Ah sì? E come pensi che faremo a tro…” (alt!! Rileggendo questa frase, mi sono resa conto dell’ambiguità di quel “tro”…ma voi non siete così pervertiti come me, vero? Quindi avete capito subito che sta per “trovare” e non per “trom***e”, giusto? ^/////^ N.d.Cily)

La frase del rossino venne interrotta da un’euforica Ayako che correva loro incontro, chiamandoli a squarciagola.

“Ciao Ayako” la salutò Kaede, cercando di distogliere Hanamichi dal principio di litigio di prima.

“Ciao ragazzi!” rispose la manager con un radioso sorriso “Ho trovato qualcosa che può fare al caso vostro!” annunciò contenta.

“Che vuoi dire?” domandò Sakuragi, sedendosi meglio sull’erba morbida.

“Ieri ho fatto un po’ di ricerche e ho scovato un appartamento davvero carino!”

“Sì? E dov’è?” chiese Hanamichi, letteralmente euforico. ‘Evviva! Magari questa è la volta buona!’

Ayako estrasse da una tasca della gonna un biglietto ben piegato e lo porse al ragazzo.

“Qui c’è scritto tutto. C’è anche il numero di telefono del signor Hamazaki, il proprietario”

“Grazie Ayako!” esultò il rossino.

“Di niente, ragazzi! Sono contenta di esservi stata utile” la ragazza soffiò un bacio ai due giocatori e si allontanò correndo.

Hanamichi porse il biglietto a Rukawa che lo lesse un paio di volte, per poi chiedere al suo ragazzo: “Sai dove si trova questa zona?”

“Sì. Non è lontano dal mare e, se non mi sbaglio, la stazione non è distante da lì”

“Hn. Che dici, ci andiamo oggi dopo gli allenamenti?” propose Kaede, restituendo il biglietto al rossino.

“D’accordo! Chiamo il proprietario prima di andare in palestra, così sentiamo se oggi è disponibile a farci veder l’appartamento” rispose Hanamichi.

“Buona idea”

Rukawa, approfittando di un momento di silenzio di Sakuragi, si avvicinò e attirò il suo viso verso di sé, baciandolo piano, coinvolgendolo con ipnotica lentezza. Il rossino lo abbracciò, spingendolo dolcemente a terra. Si lasciò accarezzare la schiena dalle dite di Kaede, intrufolatesi sotto la maglia dell’uniforme scura, mentre sfiorava con le labbra le guance del moretto. Il volpino fece scorrere le mani fino alla base della schiena, quando la campanella suonò, annunciando la fine della pausa pranzo. I due ragazzi si staccarono l’uno dall’altro con rammarico.

“Ma è possibile che TUTTE le volte qualcosa o qualcuno ci debba interrompere?!” Hanamichi era davvero infuriato. Ne avrebbe dette di tutti i colori se Rukawa non l’avesse fermato, leccandogli un orecchio e calmandolo in un istante.

“Do’aho…anche io odio quando ci interrompono…”

“Cioè SEMPRE!” lo interruppe il rossino.

“…però prova a pensare che appena avremo l’appartamento nessuno ci disturberà più e potremo fare tutto ciò che vogliamo in santa pace…”

A queste parole gli occhi nocciola di Hanamichi luccicarono e il ragazzo balzò in piedi.

“Dai, Kitsune andiamo in classe! Non vedo l’ora che finiscano le lezioni, così andremo a vedere la casa nuova!!” il rossino alzò di peso Rukawa e, tirandolo per un braccio, lo trascinò con sé verso l’edificio scolastico.

‘Speriamo che sia la volta buona…non ne posso più di questa situazione…siamo in astinenza da quasi un mese!’ Pensò il volpino, varcando la soglia della classe, noncurante del professore che lo rimproverava per il ritardo.

 

***

 

Il signor Hamazaki estrasse dalla tasca dei pantaloni scuri un mazzo di chiavi e, catturatane una all’istante, la infilò nella serratura. Dopo due giri, abbassò la maniglia e fece strada ai due ragazzi, che si ritrovarono nell’ingresso.

“L’appartamento è su un unico livello. Si trova in una posizione favorevole, dato che occupa l’ultimo piano” si girò verso i due ragazzi e piegò le labbra in quello che voleva essere un sorriso, ma che sembrava più una smorfia “Questo è l’ingresso. Magari adesso vi sembrerà troppo spazioso ma, con un appendiabiti o qualche mobile, sarà perfetto”

Proseguì verso una porta scorrevole, l’aprì e condusse Hanamichi e Kaede in cucina.

“In cucina sono compresi nel prezzo il frigorifero, il congelatore, il forno, il lavello e i fornelli, però per gli altri mobili dovrete pensarci voi”

Lasciò che i due ragazzi si guardassero un po’ in giro, poi li accompagnò in quello che sarebbe diventato il soggiorno.

“Questa è la stanza più grande. Gli inquilini precedenti la usavano come soggiorno ed effettivamente penso che sia indicata, non trovate anche voi?” senza attendere risposta, formulò un’altra domanda, mentre si apprestava ad esaltare la luminosità della sala “Non mi avete ancora detto come mai cercate casa…vi siete iscritti all’università di Kanagawa, per caso?”

“Già” mentì Rukawa, troncando il discorso sul nascere.

Il tour della casa proseguì tranquillamente e il signor Hamazaki mostrò loro il bagno già ammobiliato e altre due stanze, concludendo con un discorso sull’impianto del gas e dell’acqua che, essendo stati rifatti da poco, non avevano bisogno di alcun lavoro aggiuntivo.

“Allora, cosa ne pensate?” domandò il proprietario, curioso, mentre chiudeva la porta d’ingresso e li accompagnava lungo le scale che portavano all’uscita del palazzo.

“Ci penseremo su” rispose Rukawa, ringraziando e imitando il suo ragazzo in un accenno di inchino.

Dopo i saluti, Kaede e Hanamichi si incamminarono verso casa e iniziarono a discutere sull’appartamento.

“Che ne dici?” debuttò il volpino, fermandosi a un semaforo e allentando leggermente la presa sul manubrio della bici, che spingeva a mano.

“È davvero bello…”

“Hn. Lo penso anch’io” concordò Rukawa.

“Però…cioè…insomma, hai sentito quanto costa?! Senza contare che dovremmo ammobiliarlo!!” esclamò il rossino, sapendo bene di non disporre della somma necessaria “Capisco che sia ben servito dai mezzi pubblici e poco distante dal mare, però…”

“Ti piace?” domandò Kaede, tirando per un braccio il suo Do’aho, che non si era accorto che il semaforo si era fatto verde.

“Sì, mi piace molto, ma questo non c’entra! Il problema è che costa troppo!” sbuffò Hanamichi, liberandosi dalla stretta del moretto e attraversando la strada con lui.

Dopo qualche attimo di silenzio, Rukawa replicò: “Lo pago io”

Sakuragi rimase interdetto per un momento, poi esclamò: “No, Kitsune! Ne avevamo già parlato! Ognuno paga la metà del totale!”

“Ma se non hai abbastanza soldi, come conti di fare?”

“Io…non lo so…” ammise il rossino, abbassando lo sguardo.

Per il resto del tragitto camminarono in silenzio, ognuno assorto nei propri pensieri. Al momento di salutarsi, davanti al campetto, Rukawa fece una proposta: “Do’aho, potrei anticiparti i soldi”

“Kaede, ne abbiam…”

“Ho detto ‘anticipare’. Poi me li ridaresti. Sarebbe un prestito”  lo scrutò in viso, per cercare di prevedere la sua reazione.

Hanamichi ci pensò su un po’, poi rispose: “Dovrei trovarmi un lavoro…però accetto, Kitsune!” gli diede una gran pacca sulla spalla, poi lo catturò in un bacio furtivo e corse verso casa, con il borsone sportivo in spalla, voltandosi un paio di volte a guardare il suo ragazzo che si allontanava in sella alla sua bici.

 

***

 

“Vedi Yohei, non è quello il problema: qualche mobile ce lo dà mia madre e anche i genitori di Kaede hanno deciso di farci avere qualcosa. Ovviamente prenderemo anche qualcos’altro, ma fin lì non c’è problema, perché qualche soldo da parte ce l’ho e poi conosci mia mamma: anche se le ho detto che voglio pagare io l’appartamento, ha insistito per farmi avere una certa somma ogni mese. Ma vedi, quei soldi adesso mi sembrano molti, però con quel che costa l’appartamento, le bollette e spese varie non riuscirò mai a pagare tutto…” spiegò sconsolato Hanamichi, allungando le gambe sul pavimento della stanza del suo amico.

“Se la metti così hai decisamente bisogno di un lavoro, Hana” constatò serenamente il moretto, porgendogli il sacchetto delle patatine.

Sakuragi ne prese un paio e le masticò senza troppa voglia.

“Tutto dipende dal tipo di impiego che cerchi…”

“Non ho mica delle pretese! Potrei fare qualsiasi cosa!” disse scuotendo la testa.

“Sicuro?”

“Sì, sono sicuro. Perché?” domandò sospettoso il rossino.

Mito sorrise rassicurante.

“Ti ho detto che l’altro giorno ho incontrato Sendoh, no?”

“Sì, vicino alla scuola. Ma cosa c’entra adesso, Yohei?” sbuffò Hanamichi.

“Sai, abbiamo parlato un po’ e mi ha detto che anche lui lavora perché ha iniziato a convivere con Koshino…” raccontò il moro, sgranocchiando una patatina.

“E?” lo incalzò Sakuragi con impazienza.

“Beh, io penso che potresti chiedere a lui. Magari può darti una mano”

“E tu pensi che Sendoh mi aiuterebbe?! Lui non lo far…” ma il rossino fu interrotto da Mito.

“Guarda che non ce l’ha con te! Anzi, non capisce nemmeno perché tu sia sempre così scontroso con lui.

“Io NON sono scontroso!!” protestò Hanamichi con tono infantile.

Yohei lo ignorò e proseguì a parlare: “Secondo me potreste anche diventare amici…”

“Tsè, io e il porcospino ingellato amici? Non dire idiozie!!”

“Senti Hana, almeno chiamalo, no? Così senti se ti può dare una mano…” tentò di farlo ragionare.

“Ma io NON voglio abbassarmi a chiedere aiuto al porcospino!!” disse Hanamichi alzando la voce, come per inculcare bene il concetto nella testa di Yohei.

Mito porse un foglietto di carta all’amico.

“Questo è il suo numero. Chiamalo, Hana”

“No, no e poi no!!”

“Senti, facciamo così” propose il moro “Se ti trova un lavoro, sei a posto. Se invece si rivela una perdita di tempo, ti pagherò la cena tutte le volte che vorrai. Per un anno intero” il ragazzo marcò la voce sull’ultima frase, sapendo bene che prendere Hanamichi per la gola funzionava in ogni situazione.

“Ci sto!!” e, afferrando il biglietto che Yohei gli porgeva, si precipitò a telefonare.

 

***

 

‘Grrr…quello stupido porcospino poteva anche evitare di farmi venire fin qui! Insomma, al telefono non ha voluto dirmi niente…manco fosse un segreto di stato! Spero per lui che abbia una ben più che valida ragione per avermi fatto attraversare cinque isolati alle undici di sera!’

Hanamichi arrivò al luogo dell’appuntamento con qualche minuto di ritardo, ma di Sendoh non c’era traccia. Iniziò a sbuffare una serie di volgari epiteti rivolti al giocatore del Ryonan, quando una mano gli si posò su una spalla, facendolo sussultare.

“Ciao Hanamichi! Noto con piacere di essere sempre nei tuoi pensieri!” lo salutò il moro, sfoderando un sorriso divertito.

“Sendoh!! Sei in ritardo!!” cambiò immediatamente argomento l’altro ragazzo.

“Allora, andiamo?” domandò Akira, iniziando ad incamminarsi verso la meta.

Dopo un paio di minuti, la curiosità di Sakuragi divenne insostenibile.

“Non mi hai ancora detto di che lavoro si tratta…”

“Già, non te l’ho detto” concordò il moro, girando l’angolo.

“Beh, non sarebbe giunto il momento di svelarmi il segreto?!”

“Direi di no…Preferisco farti una sorpresa! E poi non ti devi preoccupare, io che ci lavoro posso confermarti che pagano bene e non sono richieste abilità particolari”

“Questo me l’hai già detto, però io voglio sapere cos…”

“Ecco, siamo arrivati!!” esclamò Sendoh, sfoderando il suo sorriso migliore.

Si fermarono davanti a una grande porta con vetri smerigliati sovrastata da un’insegna luminosa.

“È…è…qu…questo?” balbettò Hanamichi, indicando davanti a sé.

Akira si limitò ad annuire allegramente.

 

=Owari Seconda Parte=

 

Hana: Ma…ma…ma dove diavolo mi ha portato quel porcospino??! >___<

Cily: *pacificamente* Lo scoprirai nel terzo capitolo, tesoro. ^____^

Hana: Dimmelo, dimmelo, dimmelo!!! >___<

Cily: *maliziosa* Cosa mi dai in cambio?

Hana: …

Cily: Se tu accontenti me, io accontento te… ^______^

Hana: Credo proprio che aspetterò il prossimo capitolo… -___-

Cily: ;__;

 




Fictions Vai all'Archivio Fan Fictions Vai all'Archivio Original Fictions Original Fictions