Poveri i miei Hana e Ru...In questa fic li faccio soffrire parecchio! ^^
Sono perfida, lo so, ma non posso farci niente! ^^ Comunque, poiché adoro
Hana in modo maniacale, aspettatevi un lieto fine! (se si può parlare di
lieto fine anche in questo caso...^^;;;)
I personaggi sono di Inoue sensei, ma penso che ormai lo sappiano anche
i muri, no? ^^
Adesso smetto di rompere e vi lascio al primo capitolo di ‘Astinenza’,
dedicandolo alla Zwill e sperando che vi piaccia come piace a lei! ^^
Astinenza
parte I
di Cily
“Gli uomini non sono delle macchine.
L’astinenza è dura.
I momenti spiacevoli sembrano non finire mai”
(Banana Yoshimoto)
Con un gesto rapido e urgente gli sfilò la
maglietta di cotone e la lanciò lontano, in un punto imprecisato del
pavimento. Senza perdere tempo si impadronì del petto del compagno,
disegnando con la lingua linee che sfioravano i capezzoli. Sentendo gemere
il ragazzo, prese a mordicchiarne uno.
“Han…Hana…” un sussurro
roco che si perse tra lunghi sospiri di eccitazione.
La mano di Hanamichi scese
verso il basso, accarezzando la pelle candida e morbida di Kaede, fino a
quando le sue dita incontrarono l’odioso ostacolo dei jeans. Stava
slacciando la lampo, quando una voce squillante, proveniente da oltre la
porta chiusa, chiamò: “Hanamichi! Kaede! È pronta la cena! Sbrigatevi a
scendere!!!”
Hanamichi ritrasse la mano
dalla chiusura dei pantaloni e, alzandosi dal letto, maledisse il fatto di
avere una madre totalmente inopportuna. Kaede, con fare scocciato, raccolse
la maglietta dal tappeto e se la infilò velocemente.
“Ma porca miseria!! Perché
proprio adesso?” si domandò ad alta voce Sakuragi “Possibile che ci sia
sempre qualcuno che ci interrompe? Non si può mai stare in pace! Ogni
benedettissima volta che riusciamo ad aver…”
“Do’aho, possiamo rifarci
domani a casa mia. I miei sono fuori città”
Il viso del rossino si
illuminò di un sorriso raggiante. “Dici sul serio, Kitsune?! Vuoi dire che
avremo tutta la casa a nostra disposizione?”
Naturalmente era una
domanda retorica, in quanto Sakuragi, senza attendere risposta, aveva
iniziato a fantasticare sul giorno seguente: “Verrò da te domani mattina, ti
preparerò da mangiare, ci coccoleremo davanti alla tv, o magari sdraiati sul
divano con in sottofondo un po’ di musica… potremmo ascoltare i Queen…e poi
avremo tutto il pomeriggio per il nostro passatempo preferito…”
“Il basket?” chiese con
noncuranza Rukawa, sapendo bene cosa avrebbe provocato.
“NO!!!! Non il basket!!! Ti
interessa più la palla di me! E io che pensavo…”
Kaede lo bloccò con un
bacio a fior di labbra.
“Tu non sei un passatempo
Hana. Tu sei molto di più”
Totalmente colto alla
sprovvista da una simile dichiarazione, il cuore di Hanamichi ebbe uno
scompenso. Poi un sorriso radioso si allargò sul suo viso e lo abbracciò con
forza.
“Non mi avevi mai detto una
cosa così bella! Non vedo l’ora che sia domani!!”
Dopo avergli depositato un
piccolo bacio sul mento, uscirono dalla stanza, diretti verso la sala da
pranzo, al piano inferiore.
***
Schiacciò il campanello con
forza, tenendo l’indice premuto sul pulsante per parecchi secondi. Quando si
ritenne soddisfatto, ritirò il dito e ricacciò la mano in tasca, aspettando
con impazienza. Stava per suonare di nuovo quando avvertì lo scatto del
cancello che veniva aperto dall’interno dell’abitazione. Entrò e lo chiuse
dietro di sé. Quando si trovò a pochi passi dalla porta d’ingresso, la vide
aprirsi lentamente, per poi rivelare l’atletica figura di Kaede.
“Ti aspettavo per le
cinque” lo ‘salutò’ il padrone di casa, lasciandolo entrare e chiudendo poi
la porta con un giro di chiave.
“Eh, lo so Kitsune, ma non
resistevo più senza di te”
Gli schioccò un bacio
vicino ad un angolo della bocca e si tolse le scarpe, lasciandole accanto
all’ingresso.
“In realtà io volevo venire
stamattina, come ti avevo detto ieri, ma poi mia madre ha deciso di
rifilarmi alcuni noiosissimi compiti domestici mentre lei era al lavoro,
quindi ho perso tutta la mattinata e un paio d’ore nel primo pomeriggio! E
come se non bastasse mia madre mi ha ordinato di essere a casa per le cinque
e un quarto!” spiegò velocemente.
Seguirono alcuni istanti in
cui i due ragazzi si fissarono senza dire niente. Il primo a rompere il
silenzio creatosi fu, stranamente, Rukawa.
“E adesso? Che si fa?” lo
stuzzicò.
“Che baka kitsune che sei!
Abbiamo a disposizione tutto il pomeriggio e in casa non c’è nessuno…cosa
pensi che voglia fare?” rispose Hanamichi.
“Studiare per il test di
storia di domani?” azzardò divertito il volpino.
“Grrr…baka kitsune! Non hai
proprio capito niente!”
“E allora spiegamelo…”
Kaede lo attirò verso di sé
e si lasciò baciare. Hanamichi gli passò la lingua sul labbro inferiore,
invitandolo a schiudere la bocca. Il volpino non si fece pregare e in un
attimo il bacio si fece più profondo. Mentre le loro lingue si accarezzavano
con passione, le mani di Hanamichi, fino a quel momento strette attorno alla
vita del suo ragazzo, si intrufolarono sotto il tessuto della maglietta
leggera di Kaede che, avvertito il tocco delle lunghe dita sulla pelle,
rabbrividì di piacevole sorpresa. Le mani iniziarono a muoversi lentamente
dalla base della schiena fino alle spalle, per poi compiere il percorso
inverso.
Si staccarono quanto
bastava per respirare e si lanciarono un’occhiata carica di desiderio.
Subito le loro bocche tornarono a unirsi, mentre i loro corpi si adagiavano
sul divano di pelle poco distante. Hanamichi fece scivolare le labbra lungo
la guancia, arrossata dall’eccitazione, di Kaede, per poi sfiorare il mento
e raggiungere il collo. Assaggiò quella pelle di seta e prese a succhiarne
avidamente un punto che sapeva il preferito del volpino. Avvertì il suo
ragazzo contorcersi e le sue mani che si infilavano sotto la felpa, per
accarezzargli il petto, mentre le sue erano ancora impegnate alla base della
schiena.
Hanamichi si staccò dal
collo del suo compagno e, dopo essersi passato la lingua sulle labbra, alla
vista di Kaede ansimante e impaziente, si sfilò la felpa, ormai di troppo, e
la gettò sul tappeto. Si avventò nuovamente sulle labbra della kitsune,
mentre il moretto si sollevava leggermente per slacciarsi la camicia. Il
rossino decise di aiutarlo e le loro dita si sfiorarono nella frettolosa
operazione di sbarazzarsi dei bottoni, provocando un brivido di estrema
eccitazione ad entrambi. Quando anche l’ultimo nemico circolare fu
neutralizzato, Kaede aprì la camicia, scoprendosi il petto e, con uno
sguardo, invitò nuovamente Hanamichi sopra di sé.
Il rossino gli leccò la
gola, per poi scendere in un’umida scia di passione fino a un capezzolo. Ci
girò attorno, lo leccò appena, lo accarezzò nuovamente e, finalmente, lo
prese in bocca, succhiando dolcemente, gustando la pelle turgida e dolce.
“Ah….Hana….”
Kaede si inarcò contro di
lui, e Hanamichi, colto alla sprovvista, lo morse involontariamente. Stava
per staccarsi, pensando di avergli fatto male, quando udì un gemito di
rassicurazione.
“Mmh… ah…”
Sorrise e lo mordicchiò
ancora una volta, dolcemente e con attenzione. Poi, la sua bocca riprese la
discesa verso il basso, sostando sugli addominali scolpiti. Iniziò ad
alternare piccoli baci a carezze, costringendo Kaede a gemere più forte.
Sentiva chiaramente la sua eccitazione fremere sotto i pantaloni grigi e
sapeva che entrambi non avrebbero resistito a lungo. Alzò il volto e sfilò
definitivamente la camicia a Kaede che, una volta a petto nudo, lo abbracciò
e gli sussurrò all’orecchio: “Ti adoro…”
Hanamichi, a quelle due
parole, s’infiammò più di quanto già non fosse. Lo baciò con trasporto, per
poi soffiargli, con voce arrochita, alle labbra: “Sono io ad adorare te…”
Kaede eliminò i pochi
millimetri di distanza tra le loro bocche assetate e cercò la lingua del
compagno, mentre affondava le mani tra i capelli rossi dell’altro. Hanamichi
gli prese una mano e se la portò sotto la maglietta, chiedendogli con muta
domanda, di accarezzarlo. Le dita del volpino sfiorarono un capezzolo
turgido e il rossino sussultò nella bocca dell’altro. La carezza delle
lunghe dita affusolate si chiuse proprio su uno di quei bottoncini
eccitanti. Lo prese tra due dita, massaggiandolo dolcemente, per poi
stringerlo all’improvviso, facendo gemere Hanamichi contro le sue labbra. Il
rossino, affannato per i baci e per le carezze, date e ricevute, si
allontanò di qualche centimetro, sorrise a Kaede e…
Driiiiiiiiin!!!!!!
Hanamichi cadde dal divano
per la sorpresa.
“Ahhhhhhh!!!! Chi osa
disturbare il Tensai in atteggiamenti intimi?!” sbraitò con fare minaccioso.
Si alzò e rivolse
un’occhiata furiosa a Kaede, che si stava rinfilando la camicia.
Driiiiiiiiin!!!!!
“Dove diavolo stai andando,
baka kitsune?!”
“Ad aprire”
“Cosaaa?! No!! Noi adesso
continuiamo quello che stavamo facendo!!”
“Potrebbe essere
importante” spiegò il volpino, dirigendosi alla porta d’ingresso e
schiacciando il pulsante per aprire a distanza il cancello del vialetto.
‘Accidentaccio! Ma chi
cazzo è? Possibile che ultimamente io e il Do’aho non riusciamo mai a
concludere niente? Spero che sia importante, altrimenti…’
Kaede aprì la porta
d’ingresso, mentre il rossino era rimasto in soggiorno, furibondo, a
maledire l’intera popolazione inopportuna del pianeta. Davanti a sé vide la
signora Kodata, ovvero la vicina di casa. Dallo sguardo sembrava in collera.
Non aspettò nemmeno che il figlio dei Rukawa dicesse qualcosa, poiché lo
travolse con un fiume di parole, pronunciate con voce alterata dalla
rabbia.
“Quel vostro stupido
gatto!! È tornato nel MIO giardino! Vi avevo intimato più volte di tenervelo
in casa e, invece, me lo ritrovo sempre tra i piedi! E questa volta non si è
limitato a sporcare il mio bucato, buttandolo per terra, come l’altra volta!
No, non si è limitato a questo!! Volete sapere cos’ha fatto?! Ha distrutto
le mie rose!! Le rose che dovevo fotografare per il concorso botanico della
prossima settimana!! Non ne posso più!! Quell’orrendo sacco di pulci è
ancora intento a scorrazzare nel mio prato!!
“E cosa vuole che faccia?”
chiese annoiato Kaede.
“VOGLIO che lo veniate a
prendere e ve lo portiate via! SUBITO!” urlò la donna, ormai incontrollata.
Il ragazzo fece una pausa e
poi, con voce calma e pacata, le rispose: “Ho da dirle tre cose. La prima è
che non è per niente educato presentarsi a casa degli altri, sbraitando come
una matta” Vide gli occhi della signora Kodata ingrossarsi per lo stupore.
Come si permetteva un moccioso (moccioso?? Ma se è alto tre volte te!!
NdCily) come lui di parlarle con un tono del genere? Stava per replicare,
quando Kaede riprese, con la massima tranquillità “Secondo: adesso vengo a
riprendere il gatto, anche se deve sapere che non lo faccio per fare un
favore a lei, bensì a Shaq. Terza e ultima cosa: il nostro gatto NON è un
sacco di pulci”
Detto questo, si infilò le
scarpe e uscì per il vialetto, seguito a ruota dalla vicina, incredula.
***
Dopo una buona mezz’ora,
passata a cercare il gatto, Kaede abbassò la maniglia della porta d’ingresso
e varcò la soglia con Shaq in braccio. Chiuse la porta dietro di sé e lasciò
il gatto libero per la casa. Si tolse le scarpe e le cacciò in un angolo
vicino alla porta. Arrivò in salotto e vi trovò Hanamichi che si stava
infilando il maglione.
“Ehi Do’aho”
Il rossino si voltò a
guardarlo e lo fulminò con un’occhiataccia. ‘Stai a vedere che adesso mi dà
pura la colpa…’
“Dove stai andando?” tentò
il volpino.
“A casa” rispose
laconicamente, dirigendosi verso l’ingresso.
“Hn?”
“Mia madre mi ha
raccomandato di essere a casa alle cinque e un quarto” si sedette sul
gradino e si allacciò le stringhe della scarpa destra.
“Non è facendo gli offesi
che si risolvono i problemi” gli ricordò Kaede.
“Ah sì? Bene! Risolviamo il
problema!” Hanamichi era balzato in piedi, dopo aver allacciato anche
l’altra stringa “Allora, la situazione è questa: nelle ultime due settimane,
tutte le volte che stavamo per arrivare a qualcosa di interessante sul piano
intimo, siamo stati interrotti. Prima dal Gorilla negli spogliatoi, poi da
mia sorella, da mia madre e infine dalla vicina! Sembra quasi che si siano
messi tutti contro di noi!!”
“…”
“Bene, Kitsune! Adesso
risolvi il problema!” lo sfidò Hanamichi, fissandolo dritto negli occhi.
“Beh, due settimane n…”
“E non dire che due
settimane non sono tante! Io avrei bisogno di te TUTTI i giorni! Quanto
dovrà andare avanti questa storia?”
“…”
Passarono alcuni attimi, in
cui i due ragazzi si fronteggiarono in silenzio, poi Hanamichi sobbalzò.
‘Forse si è ricordato di essere in ritardo…’ pensò Kaede con una punta di
divertimento.
“Ho un’idea! Ahahahahahah!
Il Tensai ha colpito ancora!”
‘Allora non è poi così
arrabbiato…’
“Dimmi”
“Andiamo a vivere insieme!
Ce ne andiamo dalle case dei nostri genitori! Compriamo un appartamento
tutto per noi, così potremo stare sempre insieme...e potremo fare quello che
vogliamo in santa pace!”
Sakuragi era trionfante e
rivolse a Rukawa uno sguardo di speranza tale che Kaede non potè far altro
che cedere. Bisbigliò un “Do’aho” e sorrise.
=Owari Prima
Parte=
Cily: Scusate se il primo
capitolo è corto… però mi è venuto così!! ^^;;
Hana: Quando la continui?
Cily: Perché, tesoro? Hai
fretta? ^^
Hana: Sì, ho fretta di
andare a vivere con Ru per fare le porcellate in santa pace! ^////^
Cily: E bravo
Hana!!! *Cily e Hana si danno il cinque* Così si fa!! Giuro che vado avanti
il prima possibile!
Hana: Brava!
Intanto io vado a preparare il letto! ^////^
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