DISCLAIMER: I personaggi non sono miei ma dei loro
autori. La storia non è stata scritta a scopo di lucro ma semplicemente
non ho potuto resistere^^
NOTE: Avevo detto che a me le FF non venivano, invece eccone una. E' la mia
prima (di solito preferisco le originali) perciò siate clementi. E' un po'
scontata. E romantica. Non so se i nomi sono scritti giusti, se notate qualche
errore fatemelo notare tranquillamente. Insomma prendetela così com'è. Buona
lettura.
Aspettare la luce
di
Schwarzefee
REY
Non so quanto tempo è passato. Non so da quanto tempo sono qui, al buio,
sdraiato su questo materasso lercio.
Solo da poco riesco a rendermi conto di dove sono e di cosa è successo.
La prima cosa che percepisco è che il dolore non c'è più. Almeno non
quello vero. Quello che fino a poco tempo fa era il mio compagno, quel
dolore che era diventato ormai come un amico, che non mi lasciava mai,
nemmeno quando dormivo.
Adesso sento solo un sordo pulsare, nei muscoli, nelle ossa. Nella testa.
Dappertutto. Ma è solo una specie di ronzio. E' già un miglioramento.
Non so quanto tempo è passato e non so se fuori da qui è giorno o notte.
Ma non mi importa. Voglio rimanere così ancora per un po'. Voglio godermi
questi ultimi istanti di pace. Poi uscirò da qui e andrò ad ammazzare
Juda.
Poi morirò.
Si, anche se per ora il dolore è sparito so che tornerà, non mi illudo
neppure per un attimo che possa essere diversamente. Mai, nemmeno per un
secondo, da quando ho visto la Stella della Morte, mai ho pensato di poter
vivere
ancora.
Il tempo che mi rimane è così poco. Non dovrei sprecarlo inutilmente. Ma
questo è l'unico momento che ancora mi rimane per restare solo con me
stesso, per pensare. Per guardarmi dentro e capire cosa provo.
Per capire cosa ho provato in quei momenti e perché sono ancora vivo.
Ormai avrei dovuto essere morto da tempo. Raoul mi aveva dato solo tre
giorni, tre giorni di dolore, una lenta orribile agonia, seguita da una
morte ancora più atroce. Invece sono ancora qui. Perché?
Perché ho accettato di vivere ancora, perché ho permesso a Toki di
bloccare la mia morte, ancora per qualche giorno, per qualche ora. E a che
prezzo?
Ho avuto paura. Quando Toki mi ha messo nella mano quella capsula,
dicendomi di inghiottirla se non avessi potuto sopportare il dolore ho
avuto paura.
Paura che ci fossa qualcosa di peggio della morte. La morte non mi fa più
paura da tanto tempo.
Infatti c'è. Un dolore che va al di là della morte, al di là di
qualsiasi cosa si possa immaginare. Al di là della voglia di vivere, del
mio desiderio di vendetta, al di la dell'amore per Mamia.
Ho desiderato morire, ho creduto di impazzire e forse lo sono davvero,
impazzito.
Ho preso la capsula ed ho tentato di portarla alle labbra. Un piccolo
gesto e tutto quel dolore sarebbe scomparso. Tutto finito. Ho gioito a
quel pensiero.
L'oblio. L'insensibilità. La morte mi è sembrata un piccolo prezzo da
pagare per potermi concedere il lusso di non provare più dolore.
Perché non l'ho fatto?
Mi sollevo dal giaciglio. Mi porto le mani sulla testa. Perché? Poi con
una mano cerco il punto. Eccolo, è qui, proprio sulla spina dorsale,
sopra le reni. Quanto tempo è passato da quando Toki ha scavato questo
buco con le sue dita? Per quanto tempo mi sono rotolato a terra,
contorcendomi e perdendo sangue dalla bocca, dagli occhi, da ogni
poro della mia pelle?
Quanto tempo???
Ancora mi chiedo come ho fatto. Perché ho accettato tutto questo? Per
cosa?
Per CHI?
Per vendicarmi di Juda? Forse. Ma in quel momento non ho pensato a Juda.
E nemmeno a Mamia. Volevo solo morire.
* * *
C'è una luce che filtra. La porta si sta aprendo. La luce è debole,
fuori è notte. Qualcuno sta entrando. Non riesco a distinguere la
sua sagoma.
Ora è vicino, si siede sul letto. Sei TU, Kenshiro! Cosa ci fai
qui, in piena notte? Perché sei venuto?
Non ti vedo bene, il buio è troppo fitto. Ma sento che stai tremando. Le
tue spalle si alzano e si abbassano ritmicamente. Ma cosa? Non è
possibile!!!
Stai piangendo! Perché? Cosa è successo? Io non ti ho mai visto
piangere!
Non credo che tu lo abbia mai fatto!
Allungo una mano e la poso sulla tua schiena. Un brivido la attraversa.
Ti immobilizzi. Incomincio ad accarezzare dolcemente questa schiena forte.
Almeno adesso non piangi più. Ad un tratto mi rendo conto che non ti ho
mai toccato. Siamo amici da tanto tempo eppure non ti ho mai toccato. Non
ho mai posato una mano sulla tua spalla.
Una volta volevo ucciderti, ti ho dato la caccia per mesi. Solo per
scoprire alla fine che non eri l'uomo che stavo cercando, il bastardo che
ha ucciso i miei genitori e rapito mia sorella. A quel punto ti volevo già
bene. Eri diventato il mio migliore amico. L'unico vero amico che abbia
mai avuto.
E l'unico uomo che posso considerare un mio pari nei combattimenti. Le
nostre tecniche sono così diverse eppure io e te abbiamo lo stesso fuoco
dentro, lo stesso odio e lo stesso dolore. E anche lo stesso amore. Il mio
per Mamia e il tuo per Giulia.
Eppure adesso ti sto toccando. Ti accarezzo e tu non ti muovi. Non dici
nulla. Poi ti volti verso di me. Non stai più piangendo. Mi guardi. I
tuoi occhi sono ancora arrossati , il tuo viso è serio come sempre. Ma c'è
qualcos'altro, nei tuoi occhi. Un sorriso. Vederti sorridere è ancora più
strano che vederti piangere.
Alzo una mano, con un dito ti sfioro la guancia. Ora capisco. Ora ho
la risposta.
Sei tu.
E' per te che non ho potuto morire. Ora lo so. Mentre mi contorcevo sul
pavimento sporco del mio sangue, mentre le mie unghie saltavano dalle
dita, era te che vedevo. Era il tuo volto che mi guardava, era la tua voce
che mi implorava di non cedere, di non morire. Di resistere ancora per un
po'.
Per te, per stare con te ancora qualche giorno o ora o minuto. Per stare
ancora con te. Per questo istante.
Prendi la mia mano e te la porti alle labbra. E la baci. Baci ogni dito,
uno alla volta. La dove prima c?erano le unghie e ora ci sono solo
delle croste nere.
Mi accarezzi i capelli. Ora avvicini il tuo viso al mio. Le nostre labbra
si incontrano. Per un istante non esiste più nulla. Ora lo so con
certezza.
Non potevo morire prima di avere fatto una cosa. E quella cosa non era
uccidere Juda. Per quello ci sarà tempo dopo. Ci sarà tempo per tutto.
Dopo. Ora c'è solo questo. Le tue mani sul mio corpo e la tua bocca sulle
mie labbra.
Solo questo.
KENSHIRO
Non posso credere che stia succedendo davvero! Non ero venuto da te per
questo. In realtà non so perché ero venuto qui. Tutti dormivano e io
stavo troppo male per restare solo.
Questi ultimi tempi sono stati così duri. Ho perso tante persone che
amavo.
E vivere in questo modo, lottando giorno dopo giorno, sempre. Ed avere
sempre nuovi nemici da combattere! Quante persone ho ammazzato finora? Io
non sono nato per uccidere. Non è nella mia natura. Eppure ci sono
costretto.
Devo aiutare più gente possibile, troppi innocenti muoiono ogni giorno
per soddisfare la sete di violenza di uomini crudeli. Io devo lottare per
loro.
Non so perché lo faccio. Forse perché è questa la mia natura, e questo
è il mio destino.
Ma ieri ho raggiunto il limite. Restarmene impassibile dietro la porta
mentre dentro tu gridavi in quel modo. E' stato troppo.
Improvvisamente ho capito cosa significhi per me. Non voglio perderti
anche se so che è inevitabile. Tu non vivrai ancora molto. E questo
pensiero mi risulta intollerabile.
Sono stato un bastardo. E un egoista. Ormai da giorni ti vedo soffrire al
limite della sopportazione umana. Eppure quando hai chiesto a Toki di fare
qualcosa per allungare ancora un po' la tua vita ne sono stato felice.
Significava allungare anche la tua sofferenza, ma in quel momento ho
pensato solo a me stesso, al fatto che avrei potuto averti vicino ancora
per un po'.
Si, sono un bastardo egoista.
Ed ora sono qui e non posso fare altro che baciarti e toccarti. Tutto
intorno c'è la morte, l'orrore. Anche dopo ci sarà, e noi dovremo
affrontarlo. Ma in questo momento mi sento felice. Come posso esserlo?
Eppure lo sono. Ora che tu sei qui fra le mie braccia, io sono
felice.
Mi stacco da te e prendo il tuo viso fra le mani. Come sei bello! Il viso
più bello che abbia mai visto. Accarezzo i tuoi capelli, bianchi come la
neve. Nella poca luce posso vedere l'argento dei loro riflessi. Potresti
essere un angelo caduto dal cielo. Ma io so che non è così, sei un uomo,
il mio unico meraviglioso amico.
Anche tu sei stupito quanto me. Te lo leggo negli occhi. E vi leggo anche
qualcos'altro. E' desiderio. Un desiderio grande quanto il mio.
Sento le tue mani che mi spogliano. Le tue dita accarezzano le mie
cicatrici.
Ti stringo e sento il tuo corpo tendersi contro il mio. Non ti vedo bene
ma so che la tua pelle è bianca ed è liscia sotto le mie dita.
Non posso fare a meno di baciarti dappertutto, di esplorare la tua pelle.
Di inebriarmi del tuo odore.
Le tue gambe mi imprigionano. Mi attiri verso di te, dentro di te. Ti
sento tremare. Poi sprofondiamo, allacciati. In questo momento tu sei
tutto il mio mondo. E io sono il tuo. I nostri corpi sono forti e ora si
muovono quasi con violenza. Le tue dita mi stringono fino a farmi
male. Io cerco la tua bocca affamato. Mi muovo con forza dentro di
te, lo so, ti sto facendo male. Ma non posso fare diversamente. Il mio
desiderio è troppo grande.
Vorrei entrare tutto dentro di te, fondermi con te, per non doverti mai
lasciare. Mai. E alla fine morire con te.
Mio Rey. Mio dolce amato Rey.
E quando mi libero dentro il tuo corpo, vorrei che fosse la mia anima e
non soltanto il mio seme.
La notte sta per finire. La luce ci troverà qui, abbracciati. Solo ora mi
rendo conto che non abbiamo detto una sola parola. Non ce n'è bisogno.
Ormai sappiamo tutto quello che c'è da sapere. Fra poco la vita
continuerà, tu andrai ad uccidere Juda. Io tornerò a combattere contro
mio fratello. Tu tornerai da Mamia, e il mio cuore continuerà ad amare
disperatamente Giulia.
Ma questa notte è nostra, soltanto nostra. Ti guardo, tu sorridi. Per
qualche ora hai dimenticato persino la tua morte. Ancora una volta
accarezzo il tuo viso, e ancora una volta ti bacio. Per l'ultima volta.
Poi ti sento che ti accoccoli contro di me, il tuo viso sul mio petto. E
rimaniamo così, ad aspettare la luce.
FINE
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