Asha-Kelija parte VIII di Dragoneyes & Miyuki
Come da programma il gruppo lasciò la città di Naisia alle prime luci dell’alba, dopo aver fatto un’abbondate colazione ed aver caricato tutte le loro sacche e provviste sui loro cavalli. Grazie all’informatore di Kelua avevano risparmiato parecchi giorni di ricerche, Namar infatti aveva già messo in conto che avrebbero perso minimo quattro giorni per riuscire a trovare degli indizi per proseguire la loro missione. Invece eccoli già in viaggio con più informazioni di quello che si sarebbe aspettato. Niasta stava cavalcando accanto a Kelua come suo solito, il suo umore era stranamente allegro tanto che la donna stava fischiettando un allegro motivetto mentre il ragazzino vicino a lei la osservava incuriosito e tentava di imparare le note di quella melodia. Isha dal canto suo era contento che l'amica avesse trovato qualcosa da fare di meno doloroso per la sua testa piuttosto che parlare senza smettere neppure per un istante. Anche Namar era lieto del passatempo che aveva trovato la sua compagna, era piuttosto assorto nel fare strada alla loro piccola comitiva e non voleva eccessiva distrazioni poiché presto avrebbero dovuto intraprendere un sentiero montuoso per giungere nel luogo dove il giovane ladro aveva garantito loro che avrebbero trovato il mago eremita…e quei sentieri potevano sempre racchiudere spiacevoli sorprese. Isha fece avvicinare il cavallo a quello dell'amico mentre si guardava intorno, osservando la strada che si profilava davanti a loro. "Sembra che per un po' non dovremo preoccuparci di dover proteggere i nostri timpani dalla vocina squillante di una certa nostra amica" disse divertito rivolgendosi a Namar con una strizzata d'occhio complice. Namar rise leggermente fissando Isha con sguardo caldo a discapito degli occhi di quel colore glaciale. “Così sembra…cerchiamo di non rovinarle l’umore ancora per un po’…” poi la sua espressione assunse una piega leggermente apprensiva “In compenso come ti senti oggi?” ricordando lo strano comportamento dell’amico la sera prima. Il mezzelfo arrossì appena al proprio comportamento e a quella strana sensazione di disagio che aveva provato. "Sì, ora va meglio..." disse con calma "...non so cosa mi sia preso in realtà" aggiunse con un sospiro "Mi dispiace di averti fatto preoccupare..." “Non devi dispiacerti…l’importante è che tu stia bene” sorrise tranquillo. Isha rispose al suo gesto ed annuì mentre osservava interessato il sorriso dell'amico. Passarono alcuni istanti prima che si costrinse a spostare lo sguardo sulla strada davanti a loro, le sue gote un pochino arrossite senza che se ne fosse reso conto. Namar lo fissò ancora alcuni istanti con quel sorriso soddisfatto prima di tornare a guidare i suoi compagni verso la loro destinazione…alcune ore di silenziosa cavalcatura li portarono ad un bivio dove il moro fermò il suo cavallo. “Mhh…se andiamo da questa parte – indicando la sua destra – giungeremo alla prossima città…ma non è ciò che vogliamo…per la montagna direi che dobbiamo andare di là” indicando il sentiero opposto. Isha osservò un istante entrambe le strade e poi annuì, d'accordo con l'amico, mentre Niasta lanciava un'occhiata a Namar con fare distratto, come se la cosa non la interessasse più di tanto. "Perfetto" commentò solo alla fine "Allora che aspettiamo ad andare?" Reijnalin scosse il capo e Namar sorrise. “Niente…vi stavo solo rendendo partecipi delle mie osservazioni” Niasta scrollò le spalle e rivolse un sorrisetto divertito all'amico. "Molto gentile da parte tua" replicò sbattendo le ciglia con fare vezzoso per prenderlo un po' in giro. “Oh lo so, la gentilezza è sempre stata uno dei miei pregi” rispose altrettanto divertito il moro prima di spronare il proprio cavallo per la strada da loro scelta. "Già, peccato che con me lo usi così poco..." commentò la donna seguendolo mentre Isha ridacchiava divertito alle parole dei due e Kelua si portava una mano alle labbra per non mostrare il proprio sorrisetto. “Con te no di certo - ridacchiò – ma con chi la merita la uso più che volentieri…” facendo indugiare il suo sguardo su Isha. "Antipatico come sempre" commentò Niasta facendogli una linguaccia per poi riprendere a fischiettare come se nulla fosse e tornare da Kelua. Isha nel frattempo si era accorto dell'occhiata che gli aveva lanciato Namar alle parole dette alla loro amica e aveva sorriso appena con fare gentile. Con questo classico battibecco i cinque proseguirono la loro cavalcata. Poco dopo l’ora di pranzo, dopo essersi fermati per saziare la fame e sgranchire le membra, si erano finalmente inoltrati in un sentiero poco battuto che li portava dritti nel fitto del bosco che copriva la maggior parte della montagna. “Ci stiamo avvicinando direi…” disse Namar. "Sembrerebbe di sì..." commentò Isha guardandosi intorno con fare attento. Niasta dal canto suo aveva smesso di fischiettare e anche lei osservava il bosco mentre Kelua, a poca distanza da lei, sembrava essere sprofondato nei propri pensieri, tanto che ogni tanto muoveva le labbra mormorando qualcosa a sè stesso. “Sarebbe più facile se sapessimo l’esatta ubicazione dell’abitazione di Xabier…ma temo sarebbe troppo chiederlo, Xabier è un mago potente e se ha scelto l’esilio farà di tutto per tenere celata la sua dimora.” disse Reijnalin in quello che era senza dubbio un consiglio per i suoi compagni di tenere gli occhi aperti da adesso in avanti. Sentendolo parlare Kelua sembrò riscuotersi mentre voltava il capo posando il proprio sguardo su di lui, i suoi occhi nocciola parvero tremare per un istante, poi si rivolsero nuovamente alla strada mentre di nuovo mormorava qualcosa di indecifrabile. Isha nel frattempo aveva preso nota delle parole dell'elfo facendole già proprie mentre la sua attenzione a ciò che lo circondava andava moltiplicandosi. Namar aveva già immaginato una simile possibilità, infatti stava avanzando con cautela, senza fretta…sia per evitare spiacevoli inconvenienti, sia per riuscire a notare eventuali tracce che li avrebbero condotti al cospetto del mago. Pochi chilometri dopo il suo cavallo arrestò la sua camminata di colpo, rifiutandosi di avanzare di un solo passo nonostante gli incitamenti del suo cavaliere. “Qualcosa non va…” disse Namar osservando il raspare nervoso degli zoccoli dell’animale sul terreno. Isha fece arrestare il proprio cavallo accanto a quello dell'amico e, dopo aver mormorato alcune parole all'orecchio della propria cavalcatura per farla calmare un po' dallo stato di nervosismo in cui sembrava essere caduta, osservò con fare circospetto il bosco attorno a loro. Niasta nel frattempo si era fatta più vicina a Kelua che ora si stava fissando intorno con aria corrucciata. "Non li sento più..." lo sentì mormorare a sè stesso ma non vi diede peso, troppo presa com'era dal guardarsi intorno con fare attento. Reijnalin, dal canto suo, era il più cosciente tra i cinque di quello che stava accadendo attorno a loro. Sentiva la sua pelle formicolare per l’aria carica di magia che li circondava, una magia oscura, carica di intenti bellicosi. E prima che potesse aprire bocca per avvertire i compagni del pericolo vide qualcosa saettare fuori da un cespuglio ed afferrare Kelua per un braccio. Il suo cavallo si impennò spaventato quando il bosco attorno a loro cominciò a prendere vita. Inizialmente il ragazzino non capì bene cosa fosse appena accaduto, poi il suo sguardo si abbasso verso il proprio braccio: intorno a questo vi era attorcigliata una liana che stava stringendo sempre di più la presa e stava cominciando a tirare per farlo cadere dalla sua cavalcatura. "Kelua!" esclamò Niasta accanto a lui facendo per andare verso di lui ma dovendosi fermare quando un ramo che sembrò sbucato dal nulla le sbarrò la strada.
Namar nel sentire
l’urlo di Niasta voltò di scatto il cavallo per vedere che cosa stava
accadendo e sbarrò gli occhi. Il mezzelfo si spostò di lato appena in tempo per evitare una liana che frustò l'aria accanto a lui con uno schiocco sordo, facendo spaventare ancora di più il suo cavallo che prese a muoversi con movimenti bruschi. Dopo esserne riuscito a riprendere il controllo estrasse anche lui la spada pronto a difendersi da un nuovo assalto. Nel frattempo la liana che aveva afferrato il giovane ladro era stata raggiunta da una seconda e con la forza di entrambe erano riuscite a trascinare il ragazzo giù dal proprio destriero, facendolo finire rovinosamente a terra. Kelua cominciò a scalpitare cercando di liberarsi mentre veniva lentamente trascinato verso l’interno del bosco. Reijnalin che aveva assistito a tutta la scena, già con la propria spada lunga sguainata e tenuta saldamente in una mano, saltò giù dal proprio cavallo con agilità ed accorse in aiuto di Kelua, mormorando qualcosa sottovoce del tipo “stupido ragazzino”. Kelua intanto stava tentando di resistere alla presa delle liane ma senza avere molto successo, i suoi occhi erano fissi su quelle piante innaturali mentre i suoi denti erano stretti per il dolore che gli si stava propagando lungo il braccio. Il principe degli elfi gli si avvicinò di gran passo e fece vibrare la sua lunga spada fino a che la lama non incontrò una delle liane che tenevano prigioniere il rossino e la tagliò con un colpo netto, prima di fare lo stesso con la compagna. Si abbassò allungando una mano per tirare in piedi Kelua afferrandolo per un braccio. “Stammi vicino e tieni gli occhi aperti!” disse tenendolo stretto a sé per la vita. Il ragazzino barcollò un istante prima di riprende l'equilibrio, i suoi occhi si spostarono appena sul volto dell'elfo per poi riconcentrarsi sulle liane mentre un rossore innocente gli colorava le guance. "Va bene..." mormorò solamente mentre la sua mano era già scivolata a sguainare uno dei suoi pugnali lunghi. Reijnalin affettò l’ennesima liana che si era gettata contro di loro per attaccarli, tenendo Lua un po’ dietro di sé come a volerlo proteggere da ulteriori attacchi. Poco distante Namar si stava destreggiando per restare a cavallo. “Dannazione! Non si può fare qualcosa per toglierci questi cosi di torno!” Facendosi più vicino a Namar, Isha lanciò un'occhiata verso il principe elfo per poi parlare velocemente. "Reija hai una vaga idea di che sta succedendo?!" chiese lanciando una nuova occhiata alla foresta intorno a loro. Dal canto suo Lua intanto stava cercando di capire se quel comportamento anomalo della natura fosse dovuto a qualcuno di quelli a cui piaceva tanto attirare la sua attenzione, ma la sensazione che lo circondava era troppo gelida per poter essere uno di loro. “Qualcuno sta giocando con la foresta. Sta usando un incantesimo oscuro per piegarla al proprio volere!” disse Reija ai compagni mentre proteggeva Lua e cercava di percepire l’esatta posizione del loro avversario “E’ qui, da qualche parte…ma c’è troppa magia nell’aria per trovarlo!” "Mai che qualcosa sia facilmente risolvibile!" commentò Niasta ad alta voce dopo aver ascoltato le parole dell'elfo. "Non riesci proprio a capire dove si trova?" disse nel frattempo Isha ignorando il commento dell'amica e sperando seriamente che questa volta Reija gli desse una risposta più promettente. L’elfo scoccò un’occhiata gelida alla donna prima di evitare una liana diretta contro la sua spalla. “Se riuscissi a concentrarmi, potrei…” dando ad intendere che la situazione caotica in cui si trovavano non era delle migliori. Isha si lasciò sfuggire un "maledizione" sibilato tra i denti nel sentire quelle parole mentre evitava di pochi centimetri una liana che quasi lo aveva colpito al fianco. Lua nel frattempo si era spostato per farsi un po' più vicino all'elfo mentre i suoi occhi si agitavano febbrilmente intorno a sè: quella sensazione di gelo continuava ad opprimerlo ma ora sentiva anche una vocina argentina parlare alla sua mente attraverso strati di nebbia cercando di dargli aiuto. "...dove la terra non può toccarlo?" disse non capendo a cosa quella voce si stesse riferendo. Reijnalin, che gli era vicino, percepì le sue parole ed i suoi occhi di smeraldo saettarono verso l’alto. Corrugò la fronte ed assottigliò lo sguardo concentrandosi sulla magia…poteva distinguere le linee vitali della foresta attorno a loro, che invece di essere di un bel verde acceso, erano di un verde cupo e tinteggiato di nero. Dovette concentrarsi maggiormente per rintracciare la fonte di quella magia oscura ma grazie al misterioso aiuto di Kelua riuscì a scovarla, mimetizzata nella natura. “Quell’albero alla tua destra Isha! Mira alle fronde!” urlò il principe degli elfi. Reagendo per istinto al comando dell'elfo, Isha estrasse velocemente uno dei suoi pugnali e con un unico movimento fluido lo lanciò mirando al punto che gli era stato indicato. Per alcuni istanti nulla sembrò cambiare. I tentacoli continuarono ad attaccarli nella speranza di colpirli e ferirli, poi però rallentarono i loro movimenti e Reijnalin ne approfittò per scagliare un incantesimo di fuoco per bruciare quelli che sembravano ancora minacciosi. Riprendendo un po' di fiato Isha lanciò un'occhiata verso la chioma dell'albero mentre osservava di sfuggita l'incantesimo dell'elfo. Nel frattempo Niasta si avvicinò a lui con un'aria vagamente soddisfatta (una volta tanto) dell'intervento di Reija. “E’ ancora qui…non abbassate la guardia” precisò quest’ultimo continuando a guardarsi attorno. “Ci vuole prendere in giro…” mormorò irritato Namar. "Cerca di farci innervosire..." commentò a sua volta Isha ricevendo uno sbuffo da parte di Niasta. "Per quanto mi riguarda ci sta riuscendo alquanto bene..." borbottò la donna inarcando un sopracciglio stizzita dal comportamento del loro misterioso nemico. Kelua intanto anche aveva gli occhi fissi sull'albero ma sembrava più tranquillo degli altri due mentre osservava la situazione con fare quieto. “Bisogna portarlo allo scoperto” disse Namar scoccando un’occhiata ad Isha, che sapeva bene avrebbe compreso la sua idea senza bisogno di esprimerla a parole. Isha gli restituì lo sguardo con un sorrisetto mentre annuiva nella sua direzione e si sfilava l'arco per poi incoccare una freccia e mirare alla chioma dell'albero. "Vediamo quanto ancora rimarrà nascosto..." mormorò lasciando che la freccia partisse verso il bersaglio. La freccia penetrò la fitta chioma dell’albero e sparì, non ci furono reazioni dal suo interno quindi Isha decise di insistere e ne scoccò altre due nella medesima direzione. Alla fine qualcosa si mosse tra i rami ed atterrò con un agile balzo poco distante da loro…a quanto sembrava il loro misterioso aggressore si era stancato di giocare a nascondino. Nienor se ne stava lì, nella sua uniforme in pelle a fissarli con espressione piatta. Lo sguardo di Isha si fissò immediatamente sul loro avversario e le sue sopracciglia si corrugarono immediatamente mentre l'incredulità vagava per un istante nel suo sguardo alla vista della pelle nera e dei capelli candidi. Anche Namar fu piuttosto sorpreso nel scoprire l’identità del loro avversario, che non sembrava essere più grande del loro Kelua, almeno d’aspetto visto che aveva frequentato abbastanza gli elfi per sapere che l’età fisica non sempre rispecchia quella reale…anche nel caso di un elfo scuro. “Un figlio perduto” mormorò Reijnalin fissando con sguardo freddo il loro avversario. Lua dal canto sua sembrava più incuriosito che sorpreso, anche perchè ad essere abbastanza incredule c'erano già le voci dei suoi amici nella sua testa. "Un Oscuro?" mormorò immaginando perchè si stessero riferendo a Nienor chiamandolo in quel modo. Nienor udì i loro mormorii e fu piuttosto infastidito da essi, infatti la sua espressione si indurì maggiormente. “Vorrei dire che è un piacere incontrarvi di persona dopo tanto tempo passato ad osservarvi…ma in verità non lo è affatto” Sentendo quelle parole lo sguardo di Isha si fece più concentrato sull'elfo scuro dinnanzi a loro: dunque quella creatura faceva parte dei loro nemici? Non era di certo una notizia confortante considerando quello che sapeva a proposito di quelli come lui... “Che cosa vuoi da noi?” chiese alla fine Namar con sguardo serio, assottigliando le sue iridi argentate. “Non sono venuto ad uccidervi se è questo che ti stai domandando…Namar Hilmaric…non ancora almeno” rispose sogghignando Nienor, facendo così capire al piccolo gruppo di avventurieri che erano a conoscenza di molte informazioni su di loro. "E allora cosa vorresti da noi?" replicò con calma Isha mentre tuttavia lo sguardo dei suoi occhi verdi si faceva più duro. “Divertirmi un po’, no?” A quelle parole la foresta attorno a loro prese a vibrare di nuovo e dal sottobosco uscirono delle strane creature molto simili a dei lupi ma decisamente più grosse. Avevano il pelo duro ed ispido, completamente nero, lunghe zanne spuntavano dalle loro fauci e tre lunghe code simili a quelle di un serpente sferzavano l’aria. "E quando mai!" Isha sentì ringhiare Niasta che stava estraendo la spada con gli occhi fissi sulle creature. Il mezz'elfo seguì il suo esempio sguainando a sua volta la propria arma mentre con la coda dell'occhio continuava a fissare Nienor. “Creature del regno delle ombre” mormorò Reijnalin tenendo sempre Kelua un po’ dietro di sé per proteggerlo da quelle creature “State attenti a non farvi mordere! Hanno le zanne avvelenate!” “Ci mancava anche questa!” disse Namar saltando giù da cavallo, da quell’altezza non avrebbe potuto affrontarle ed il suo cavallo avrebbe potuto andarne di mezzo e non era il caso. Nel frattempo Nienor non perse tempo, non voleva dargli la possibilità di organizzarsi quindi con un gesto della mano aizzò le sue creature contro il gruppo di avventurieri, pronto a testare le loro capacità. Finora aveva appreso informazioni interessanti. Quando la prima delle creature balzò verso di lui, Isha ne bloccò le zanne con il piatto della propria spada per poi dargli un calcio facendola ricadere di lato con un ringhio tra il disappunto e l'irritato mentre artigliava il terreno e si preparava ad attaccarlo nuovamente. Allo stesso modo Namar non perse tempo e si mise ad affrontare le bestie cercando di trafiggerne una con il proprio spadone. Il principe degli elfi invece analizzò velocemente la situazione con mente pronta e si apprestò a mormorare sottovoce un incantesimo prima di far scorrere le dita di una mano lungo la lama della spada. Pochi istanti dopo il metallo fu avvolto da lingue di fuoco…da quello che ricordava quelle creature erano sensibili al fuoco. “Stammi vicino” ribadì di nuovo Reijnalin a Kelua. Il ragazzo dai capelli rossi annuì avvicinandosi come gli era stato detto anche se aveva sguainato la sua arma giusto per sicurezza. Nel frattempo Niasta aveva scaraventato via una delle bestie facendogli un lungo ma non abbastanza profondo squarcio sul fianco e si stava avvicinando a loro con l'intenzione di controllare anche lei che Kelua non si facesse ferire. Reijnalin fu il più abile tra i presenti e con il vantaggio della propria magia riuscì ad eliminare i suoi avversari senza eccessivo sforzo, allo stesso tempo gli altri, col metodo più rozzo della sola lama delle loro spade, riuscirono ad abbattere le restanti creature. Namar si guardò rapidamente attorno per accertarsi di non averne lasciata in vita qualcuna e quando fu sicuro che erano tutte morte tornò a rivolgere la propria attenzione al punto dove avrebbe dovuto trovarsi l’elfo scuro, che purtroppo non si trovava più lì. “Dov’è andato??” domandò il guerriero, assottigliando lo sguardo. "Maledettissimo..." cominciò a ringhiare Niasta quando si fu resa conto anche lei che il loro assalitore era scomparso per poi pestare violentemente un piede a terra con fare estremamente irritato: prima li attaccava e poi non le concedeva neppure la possibilità di prenderlo a pugni?! Non era proprio giusto! Isha dal canto suo si guardò ancora un poco intorno, assicurandosi che effettivamente l'elfo scuro se ne fosse andato, per poi rilassarsi un poco anche se non abbassò del tutto la guardia. “Deve essere fuggito mentre eravamo presi dal combattimento” osservò Reijnalin rinfoderando la spada. Kelua lanciò un'occhiata all'elfo sentendo le sue parole e sospirò rinfoderando il suo pugnale, per un istante il suo sguardo si era fissato intorno con fare sfocato per poi tornare lucido quando le sue iridi si posarono su Reija. Niasta intanto sbuffò sonoramente mentre un broncio tutt'altro che contento le si disegnava in volto. “Beh…a questo punto non ci resta che proseguire.” disse Namar portandosi due dita alle labbra per richiamare a sé il proprio cavallo “Ma stiamo attenti, adesso che sappiamo di essere stati scoperti è meglio aspettarsi il peggio…non abbassate mai la guardia.” Isha annuì a propria volta, perfettamente d'accordo con l'amico e chiamò anch'egli a sè il proprio destriero. "Se non altro nessuno di noi è rimasto ferito" sospirò sollevato dal fatto che fossero tutti sani e salvi. Reijnalin recuperò il proprio cavallo e quello di Kelua passandogli poi le redini con indifferenza, montando, infine, in sella. “Andiamo, cerchiamo di avanzare il più possibile prima che cali la notte.” Lua prese le redini dalle mani dell'elfo, arrossendo inconsciamente un poco anche se sapeva che probabilmente l'altro l'aveva fatto senza neppure pensarci troppo, e un piccolo sorrisetto gli piegò le labbra mentre montava in sella.
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Nienor ricomparve nei pressi del loro accampamento lasciando che le ombre di cui era il padrone scivolassero lungo il proprio corpo e sparissero nel terreno. Con quella piccola prova aveva ottenuto informazioni importanti sui loro rivali e come sempre non gli restava altro da fare che andare da Sarhak a fare rapporto. Così si incamminò senza esitazione verso la tenda del suo comandante, attraversando l’accampamento che brulicava di soldati, i quali si spostarono per lasciarlo passare…cosa che per l’occhio di un osservatore esterno sarebbe sembrata bizzarra…un ragazzino che incuteva timore e rispetto in uomini grandi il doppio di lui. Una volta giunto alla tenda bussò ad uno dei pali esterni per rendere nota la sua presenza, cosa che la sua aura avrebbe dovuto già fare. "Entra, Nienor" giunse la voce di Sarhak dall'interno dopo un momento di silenzio. Quando l'elfo entrò nella tenda trovò il proprio padrone in piedi vicino ad uno dei teli che ne formavano le 'mura', il suo sguardo era concentrato di fronte a sè come se stesse ragionando intensamente su qualcosa. La sua iride sinistra si era schiarita diventando di un pallido color bianco e le sue labbra si mossero una volta senza però emettere un suono. Quando si accorse della presenza di Nienor sembrò distrarsi finalmente dai propri pensieri, e l'iride che prima era chiara tornò al suo naturale color nero mentre fece all'elfo scuro cenno di avvicinarsi. Non era la prima volta che a Nienor capitava di assistere a quello strano fenomeno e come sempre fece finta di non aver visto nulla, fece un piccolo inchino prima di parlare. “Padrone, sono venuto a fare rapporto come ordinato.” Sarhak lo fissò alcuni istanti, ben conscio che l'altro aveva visto quello che era accaduto ma sapendo bene che la lealtà di Nienor era troppo profonda per poter dubitare che non ne avrebbe fatto parola con nessuno. Poi annuì in risposta alle sue parole indicandogli di continuare. Nienor avanzò maggiormente nella tenda mentre iniziava il suo resoconto sull’agguato. “Tutto è andato come stabilito, padrone. Li ho messi alla prova testando le loro capacità e si sono rivelati più abili del previsto…soprattutto il principe Reijnalin, ha una notevole conoscenza su ciò che riguarda il mondo oscuro – riferendosi alle sue creature - e non si lascia cogliere facilmente di sorpresa. In più è l’unico praticante di magia…e questo direi che lo rende la minaccia maggiore, anche se non bisogna sottovalutare Namar ed i suoi compagni…sono dei guerrieri molto abili. Tra tutti, senza alcun dubbio, il punto debole è il giovane membro della gilda…anche se c’è qualcosa in lui che non riesco ad inquadrare.” Sarhak ascoltò in silenzio il resoconto dell'altro, osservandolo intensamente senza battere ciglio alle sue parole. "Quindi secondo te quanto possono essere pericolosi?" domandò infine sempre mantenendo un tono neutrale, come se non stesse parlando di una potenziale minaccia al suo piano, mentre si portava inconsciamente una mano alla tempia sinistra massaggiandola appena. “A mio parere, si. Ovviamente da soli non possono fermarci ma se trovano la giusta pista possono metterci i bastoni tra le ruote e prolungare il raggiungimento del nostro obbiettivo, dando così modo al loro re di organizzare un’adeguata strategia di difesa.” Sarhak riflettè a quelle parole, socchiudendo appena gli occhi mentre la luce al loro internò sembrò farsi più cupa. Poi rifissò lo sguardo sull'elfo come se avesse appena preso una decisione su cosa fare per contrastare le mosse dei suoi nemici. "Molto bene" disse alla fine. Con gesti lenti avvicinò una mano alla guancia dell'elfo e vi diede un piccolo colpetto contro con il palmo "Sono contento del tuo operato" aggiunse per poi voltarsi senza un'ulteriore parola e dirigersi verso la propria scrivania per tornare al proprio lavoro. Nienor sgranò gli occhi fissando Sarhak sorpreso, resistendo alla tentazione di portarsi una mano alla guancia incredulo. “G-Grazie padrone……avete ancora bisogno di me?” Sarhak si girò un istante a fissarlo, come se stesse riflettendo su quella domanda, poi scosse appena il capo osservandolo con sguardo indecifrabile. "No" replicò con fare quieto "Puoi andare" Il giovane elfo scuro non seppe se rimanere deluso o meno per essere stato congedato così. Alla fine fece un altro piccolo inchino prima di porgere i suoi saluti. “Come desiderate.” e con questo si voltò ed uscì dalla tenda.
*fine capitolo 8*
Dragon: *fix* uhm...XD non essere deluso Nienor...non esserlo...considerando come ti tratta di solito è una cosa positiva! Sarhak: <_< *le lancia occhiata ma se ne disinteressa tornando a lavorare* Dragon: òò ohi, ma tu non hai un hobby?...<_<" anzi, no, aspetta...ritiro la domanda *fissa Nienor* Miyu: suvvia…a Nienor mica dispiace essere trattato così u____u anche se spera in qualcosa di più u__u Nienor: ………….*che la guarda male* Ale: <_< sì...aspetta e spera con sto blocco di ghiaccio... Sarhak: ............ Ale: ^^;;; certo che so ciarlieri tutti e due eh? Miyu: molto u__u”
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