Disclaimer:
questa fic è parto delle nostre testoline contorte…. i pg sono
noooooooooostrissimi! guai a chi ce li tocca!è___é Come sempre i
personaggi di Niasta, Lua, Isha e Sarhak sono gestiti da Dragoneyes mentre
Namar, Reija e Nienor da Miyu. Asha-kelija parte VII di DragonEyes & Miyuki Alte
ed imponenti erano le mura che si stagliavano in lontananza davanti a
loro…risalivano ai tempi antichi e mai nessun nemico era riuscito ad
abbatterle con la forza ne tanto meno con la magia…soldati di guardia
stavano camminando armati sui torrioni nelle loro solite ronde, avevano
tutti espressioni serie ed impassibili…fieri di avere l’importante
compito di proteggere la loro città. Infatti
Naisia era la prima cittadina che si incontrava appena varcati i confini
del regno di Xelya e proprio perché era la prima la si è sempre
considerata una specie di punta di avanguardia che teneva sotto controllo
i confini, che non distavano più di una 15 di chilometri dalla sua
locazione. Ed
era proprio lì che i cinque compagni erano diretti….nel giro di un ora
avrebbero varcato le porte della città ed avrebbero finalmente potuto
riposare in una comoda locanda dopo giorni interminabili di accampamento,
non che qualcuno di loro si fosse mai lamentato per questo…in fondo
erano tutti guerrieri (o quasi) abituati a simili cose. "Finalmente
una città..." commentò Niasta stiracchiandosi un poco: era tutta
indolenzita a causa delle lunghe cavalcate di quei giorni. Fissò le mura
con fare interessato mentre adocchiava la quantità di sentinelle e la
frequenza con cui esse vi passavano sopra per poi poter commentare in
seguito. “Sono
ben organizzati, eh Nia?” disse Namar con un sorriso, notando
l’interesse della ragazza per la città. "Sì,
non c'è niente male direi" commentò la donna. "Considerando
il tuo caratterino brontolone, dovrebbero considerare queste tue parole
come un grande onore" replicò divertito Isha. “Già…e
vedi di non attirare come il tuo solito l’attenzione anche qui…”
aggiunse divertito il moro. Dietro
di loro Reijnalin cavalcava in silenzio con il suo atteggiamento serio ed
impeccabile come sempre…non era così facile impressionarlo ed in ogni
caso aveva visto costruzioni migliori e più robuste fatte dalla sua razza
o meglio ancora quelle costruite dai nani…sciocchi umani. Lua
cavalcava ad una distanza forse un po' troppo minima dall'elfo, ed era
troppo impegnato a lanciargli occhiate per ammirare la città e le sue
mura. Niasta nel frattempo si era girata verso Namar con aria stizzita. "Io
non attiro l'attenzione, semplicemente dico quello che penso!" sbuffò. “E
questo ti crea un po’ troppo spesso parecchi nemici mia cara…” “E
visto che in questa città ci potrebbero essere i colpevoli delle
aggressioni al vostro regno ti conviene non creare problemi…” rispose
secco l’elfo fissandola con la coda dell’occhio. "Uffa...vorrà
dire che mi scaricherò su voi due" concluse Niasta con una scrollata
di spalle mentre fissava Namar ed Isha con l'aria di una estremamente
soddisfatta della soluzione che aveva appena trovato. Isha a quelle parole
girò lo sguardo a fissarla chiedendosi cosa c'entrasse lui in tutta
quella discussione e sospirò decidendo di lasciar perdere.(povero puccino
messo in mezzo XD! NdDragon) I
cinque continuarono a calvacare in un tranquillo silenzio fino a quando
non arrivarono ai piedi dell’enorme portone che era l’unica via
d’accesso per entrare nella città di Naisia. I soldati appostati
accanto ad esso li fissarono con sospetto, essendo degli stranieri che non
avevano mai visto prima in città…per di più con un elfo tra di loro,
razza che solitamente non si spingeva così lontano dal loro regno senza
una valida ragione. Infatti,
non appena furono dentro le mura, un tenente munito di lancia, con addosso
la convenzionale armatura leggere, si mise davanti al loro cavallo
bloccando la loro avanzata…accanto a lui stavano altri due soldati
pronti ad agire se ce ne fosse stato il bisogno. “Perdonatemi
cavalieri…temo di dover rubare un po’ del vostro tempo per farvi
qualche domanda…siete forestieri o sbaglio?!” “Si….non
siamo di questo regno, proveniamo da Covien” rispose Namar con
espressione tranquilla e cordiale…il primo trucco per non insospettire
le guardie nemiche è far si che non pensino che tu abbia qualcosa da
nascondere….rispondere precisamente alle domande senza dilungarsi troppo
in notizie inutili, se volevano sapere qualcosa te lo avrebbero chiesto
loro…mai sembrare frettolosi. “E
quali impegni vi portano così lontano?” "Stiamo
raggiungendo Egelia per partecipare al Gran Torneo d'Armi che si terrà a
breve" spiegò Isha con espressione altrettanto tranquilla, anch'egli
conscio che se si fossero comportati in modo naturale le guardie non li
avrebbero disturbati più del dovuto. “E
l’elfo ed il bambino?” puntando lo sguardo verso i due interessati. Reijnalin
scrollò le spalle indifferente. “Vi
partecipo come stregone…ed il ragazzo è il mio paggio…” rispose
senza il minimo interesse in quello che stava dicendo. Alle parole di Reija,
Kelua annuì in tutta tranquillità, come se si fosse aspettato le parole
dell'elfo: era un ragazzino cresciuto per strada, in una città famosa per
la sua gilda di ladri, per questo era così bravo a improvvisare. Il
tenente li fissò alcuni istanti studiandoli e poi si fece finalmente da
parte per lasciarli passare. “Grazie
per la vostra pazienza signori…potete andare…e che il vostro soggiorno
a Naisia sia piacevole…” disse un cenno del capo. “Lo
speriamo tenente…- sorrise il moro – arrivederla…” e spronò il
suo cavallo per farlo ripartire. Isha salutò
cortesemente il tenente con un cenno del capo e seguì il suo amico, a sua
volta seguito da Niasta, che fortunatamente si era astenuta dal parlare
per tutta la conversazione. “Beh
ragazzi…per ora direi che rientra tutto nella norma. Non mi pare ci sia
una situazione di particolare tensione tra le guardie, come se dovessero
aspettarsi un agguato nemico da un momento all’altro o stessero tramando
qualcosa….” disse Namar pensoso. “Non
sempre le formiche sanno quello che sta pensando la regina…” rispose
enigmatico l’elfo.(amen u.u NdDragon elfo saggio u.u NdMiyu) “Vero…ma
siamo venuti qui proprio perché questo è un punto strategico…se il
regno di Xelya sta organizzando davvero qualcosa, almeno una persona in
questa città lo deve sapere.” "Direi che
allora c'è poco da fare" commentò sempre pratica Niasta
"Diamoci alla ricerca senza sosta come nostro solito e speriamo di
ricavare presto qualche informazione utile" sbuffò con la sua solita
aria polemica disegnata in volto. “Senza
fretta Nia…non dobbiamo destare sospetti lo sai…per prima cosa come al
solito troviamoci una locanda e magiamoci qualcosa di decente…dobbiamo
fare anche un po’ di provviste ricordatelo…poi vediamo di trovare i
luoghi giusti dove chiedere informazioni senza sollevare troppe
domande…se almeno riuscissimo a scoprire cosa sono gli oggetti che i
nostri nemici stanno cercando così disperatamente saremmo a buon punto e
sarebbe più facile individuare le loro mosse future…” "Concordo con
Namar" annuì Isha lanciandosi un'occhiata intorno per controllare
che nessuno si stesse interessando a loro "Forse ci conviene
dividerci in due gruppi, almeno risparmieremo tempo..." propose poi. “Infatti….facciamo
così…io e Isha andiamo avanti a cercare una locanda ed intanto ci
guardiamo un po’ attorno per vedere cosa si può scoprire…voi fate lo
stesso gironzolando per il mercato, che dite?” “Per
quanto mi riguarda va bene…” disse Reijnalin con il solito modo di
fare indifferente. Niasta lanciò
un'occhiata prima all'elfo, poi al ragazzino rosso accanto a lei e sbuffò
il proprio assenso anche se assunse un'aria alquanto seccato. Lua invece
si limitò ad annuire lanciando un'occhiata a Reijnalin ed arrossendo un
poco inconsciamente. “Molto
bene….allora ci rivediamo tra un paio di ore in quella piazzetta…”
disse il moro indicando col dito il luogo del loro appuntamento prima di
far voltare il suo cavallo verso la loro misteriosa meta “Ci vediamo più
tardi…e vedete di non cacciarvi nei guai…” "Specialmente
tu Nia, non combinare casini" ghignò Isha prima di seguire il
proprio compagno. La donna sbuffò nella sua direzione scrollando le
spalle come a dire che la cosa era del tutto irrilevante, e si girò verso
Reija e Lua. “Allora? Che
facciamo? Giriamo a vuoto o qualcuno ha una vaga idea di dove cominciare a
cercare?” “Non
sei forse tu l’esperta ficcanaso?” rispose l’elfo scoccandole
un’occhiata insofferente…perché doveva sempre finire accoppiato con
quei due. "Uhn...solo
perchè mi piace rompere le scatole alla gente non vuol dire che mi
piaccia ficcanasare" replicò la donna scrollando le spalle
insofferente "E poi l'esperto in informazioni qui non sono io"
disse più dolcemente lanciando un'occhiata a Kelua. Il ragazzino arrossì
un poco e abbassò lo sguardo. "Mi
dispiace" disse appena "Non ho informatori in questa città...non
in questo momento almeno" “Mh…allora
non ci resta che incamminarci e vedere cosa riusciamo a trovare…”
rispose l’elfo dirigendo il suo cavallo verso il mercato. Niasta
annuì, una volta tanto d'accordo con l'elfo e lo seguì, con una docilità
molto inusuale per lei, mentre Kelua cavalcava accanto all'elfo fissandolo
senza farci caso. I
tre arrivarono nella zona del mercato, un intero vialone pieno di negozi,
botteghe e bancarelle, che arrivavano fino a riempire una delle piazze in
cui si accalcava la maggior parte della gente. Nonostante la folla passare
a cavallo era ancora possibile anche se l’andatura era obbligatoriamente
lenta, ma a loro in questo caso andava bene così…in fondo erano alla
ricerca di elementi sospetti ed avevano tutto il tempo per guardarsi
attorno, camuffando il loro reale interesse con qualche sbirciata alla
merce in vendita. Niasta
si stava guardando intorno con sguardo attento proprio solo ai soldati
addestrati ma non le sembrò di vedere alcun che di sospetto. Nel
frattempo Kelua la seguiva ma non era così attento come lei: un
sensazione a lui ben nota gli si stava propagando per il corpo. Lanciò
un'occhiata al cielo e poi una intorno al perimetro del mercato per poi
corrugare appena la fronte con fare pensieroso. L’elfo
invece aveva addosso la sua solita aria non curante di ciò che lo
circondava, quando invece era altrettanto attento…forse più attento
della sua compagna…ed infatti notò l’inquietudine che invase il
ragazzo. Gli lanciò un’occhiata perplessa continuando a cavalcare. “Che
hai ragazzo?” "Uh?"
confuso dall'improvvisa domanda di Reija, Kelua non rispose subito e si
limitò a fissarlo sbattendo un paio di volte le palpebre. "Nulla..."
sospirò piano mentre scacciava dalla propria mente le immagini sfocate
che la stavano attraversando "...non è nulla" Reijnalin
lo fissò ancora, non credendo ad una sola parola che gli era stata detta
ma non insistette e tornò a guardarsi attorno…perché costringerlo a
parlare quando non voleva…quel ragazzino era davvero problematico…in
più era strano, non sapeva bene come definire la sua stranezza…ma
sapeva che c’era qualcosa di insolito in lui. Chiudendo
per un istante gli occhi Kelua sperò che non gli fossero fatte più
domande in proposito mentre con la mente tentava di capire cosa fosse
stato questa volta a fargli provare quella sensazione. Niasta nel
frattempo aveva seguito la scena senza una parola sentendosi malamente di
troppo.(é.è *fa pat pat a Lua* NdDragon é////è NdLua) L’elfo
ad un certo punto notò un gruppetto di soldati appoggiati ad una
staccionata per legare i cavalli, fuori da un negozio…stravano
chiacchierando ad alta voce e facendo parecchia confusione…facendo
praticamente i lavativi durante il servizio invece di pattugliare la
strada. Erano giovani ed alcuni di essi sembravano darsi arie da
grand’uomini, come se avessero chissà quale carica quando invece erano
solo dei soldati semplici…più di uno di quei ragazzi lanciarono
occhiate e fischi d’apprezzamento in direzione di Niasta. Reijnalin
abbozzò un impercettibile sorriso colmo di divertimento. La
donna, sentendo quei fischi, fece bloccare il cavallo di scatto, il suo
spirito di guerriera aveva già cominciato a ribollire di rabbia a quel
comportamento irrispettoso e i suoi occhi si ridussero a due fessure. "Fottutti
bastardi!" urlò rivolta verso di loro "Chi cazzo vi credete di
essere?! Perchè non me le dite in faccia le cose invece di stare lì a
parlare come delle oche senza cervello?!"
(u.u m’azza che finezza! NdDragon è_é groargh! NdNia ahahah XD NdMiyu)
concluse con uno dei suoi scoppi d'ira tutt'altro che piacevoli per quelli
che ne erano le vittime. “Un
po’ di contegno Niasta…stai attirando troppo l’attenzione…”
disse l’elfo affiancandola e bloccandole un po’ la visuale con la sua
persona “Invece di insultarli magari potresti avvicinarli ed usare il
tuo…carisma…per vedere di scoprire se sanno qualcosa…” La donna sbuffò
scrollando le spalle. "Se
mi avvicino a loro invece di chiedere informazioni finirò con lo
sgozzarli" replicò con il viso oscurato da una nube omicida mentre
lanciava un'altra occhiata a quei novellini. “Non
sei molto d’aiuto vedo…” disse scoccandole un’occhiata quasi di
rimprovero prima di voltarsi ed avvicinarsi lui stesso alle guardie,
lasciando a Niasta e Kelua il suo cavallo. Vedendolo allontanarsi Niasta fece una linguaccia verso la sua schiena per poi gonfiare le guance con fare offeso. Nel frattempo Kelua, che aveva osservato la scena, ridacchiò sommessamente mentre i suoi occhi seguivano ogni movimento dell'elfo. Reijnalin
avanzò verso le guardie con fare indifferente e queste lo guardarono da
capo a piedi con la solita aria da sbruffoni…forse solo incuriosite
dalla sua presenza ma per nulla intimorite. Il principe rivolse loro la
parola e le guardie in risposta lo fissarono con espressioni un po’
sorprese ed alcuni un po’ divertite. Due di quei ragazzi sembrarono sul
punto di ridere per qualcosa quando Reijnalin fece un gesto secco con la
mano, come ad esigere silenzio ed attenzione, e tutto il gruppo
stranamente si zittì e fissò l’elfo con un’attenzione esagerata,
quasi si trovassero sotto una specie di trance. L’elfo
parlò per alcuni minuti con loro prima di voltarsi e tornare verso Niasta
e Lua, lasciando le guardie alquanto confuse e frastornate. “Stupidi
esseri umani…” sbuffò risalendo a cavallo e spostandosi i lunghi
capelli oltre le spalle. Niasta lanciò un'occhiata al gruppetto di soldati con un sopracciglio inarcato con fare perplesso prima di affiancarsi a Reijnalin. "Che
gli hai fatto?" domandò con il tono una che anche se non lo voleva
ammettere era interessata alla cosa. “Quei
gentiluomini – disse con una evidente nota di disgusto – non volevano
rispondere alle mie domande…così ho usato un po’ di Glamor per
incantarli e farli sbottonare più facilmente…odio perdere tempo quando
posso evitarlo…” "Glamor?" replicò ancora più perplessa Niasta mentre i due venivano raggiunti da Kelua, rimasto un po' più indietro fino ad allora. "Ma
il Glamor non è tipico delle fate?" commentò il ragazzino fissando
l'elfo e ignorando involontariamente Niasta. Reijnalin
lanciò un’occhiata incuriosita a Kelua. “Vedo
che possiedi un minimo di conoscenza magica ragazzino…comunque si…il
Glamor è la magia innata delle fate…e dopo anni di studio con le giuste
fonti e conoscenze sono riuscito ad apprenderlo…non posso vantare il
potere ed il totale controllo che hanno le fate su di esso ma sono in
grado di fare parecchie cose interessanti…” Poi
spostò la sua attenzione su Niasta. “Il
glamor per dirla breve è la capacità di incantare le persone…di creare
illusioni per la mente…certe fate spinte dalla curiosità sono
addirittura riuscite ad intrufolarsi in città popolate di umani,
facendosi scambiare per una di loro grazie alla loro magia illusoria…” Niasta assimilò tutta la spiegazione senza commentare anche se mentalmente si diceva che avrebbe preferito ricevere una palla di fuoco piuttosto che essere incantata magicamente. Kelua
nel frattempo era arrossito rendendosi conto che un umano normale non
avrebbe dovuto sapere certe cose e ripromettendosi di fare più attenzione
a quello che diceva in futuro. “In
ogni caso quelle guardie non sanno nulla…” disse facendo ripartire il
cavallo lungo la strada del mercato “Sanno degli attacchi a Bianak ma
credono ancora che sia opera di banditi…non sanno nulla di misteriosi
cavalieri e neppure di strani oggetti…in poche parole è stata una
perdita di tempo…” Niasta sospirò sconsolata. "Altra
sessione di ricerche ci attende" commentò in un borbottio mentre
Kalua li seguiva. Avevano fatto fare pochi passi al cavallo quando il
ragazzino sentì nuovamente quella sensazione di disagio a lui nota
attraversargli il corpo, ma la ignorò mordendosi un labbro e cercando di
apparire normale. I
tre continuarono a cavalcare lentamente…per non destare sospetti sulla
loro presenza nel mercato si fermarono anche a comprate tre focacce
all’uva, cogliendo l’occasione che non avevano ancora pranzato. Una
volta giunti in una piazza si guardarono di nuovo attorno alla ricerca di
una possibile fonte di informazioni e l’occhio questa volta cadde su un
paio di uomini dalla losca apparenza che stavano bevendo un boccale di
birra in un angolo piuttosto appartato della piazza. "Uhn...altra possibilità di ricavare qualcosa da questa bella passeggiata" commentò ironica Niasta con una scrollata di spalle, mentre Kelua fissava i tipi con aria strana: era fin troppo abituato a tipi del genere, lui che era sempre vissuto nella strada. Reija
lanciò un’occhiata a Niasta con espressione piuttosto annoiata. “Non
mi va di sprecare altra energia per loro…li cedo con gioia a te…sono
più il tuo tipo no?” "Sono il tipo su cui potrei scaricare i nervi se provocata" replicò Niasta con un ghigno soddisfatto che forse avrebbe avuto la possibilità di menare un poco le mani "Aspettatemi qui" aggiunse scendendo da cavallo ed avvicinandosi ai tipi loschi. Reijnalin
scrollò le spalle e restò in attesa. Niasta si avvicinò ai tipacci, i suoi movimenti erano diversi dal solito, non sembrava più la guerriera scorbutica ma in fondo gentile di sempre, era come se ora fosse diventata una pantera pronta a fronteggiare il nemico. Al suo avvicinarsi i tipi parvero sorpresi e poi un paio ridacchiarono mentre avvicinarono con fare interessato le mani al seno della donna, per poi ritirarle bruscamente quando questa storse loro i polsi. Gli uomini feriti sembrarono sul punto di volerla attaccare, ma uno, probabilmente il capo, scoppiò a ridere seguito da tutti gli altri. La donna parlò alcuni istanti con lui poi scrollò le spalle voltando loro le spalle per andarsene sempre mantenendo quell'atteggiamento felino. "Idioti" borbottò
quando fu di nuovo dai suoi due compagni mentre risaliva a cavallo
"Altri cretini che si credono chissà chi..." “Siamo al punto di partenza
allora…” disse l’elfo con la solita indifferenza. "Così
sembrerebbe" sospirò sconsolata la donna passandosi una mano tra i
capelli. “Allora
non ci resta che andare…tra poco dobbiamo anche raggiungere Namar e Isha
come da accordo…” disse lanciando un’occhiata a Niasta e poi alle
sue spalle per vedere se anche Kelua era pronto a riprendere la
ricerca…ma dietro di lui non v’era traccia ne del ragazzo, ne del suo
cavallo. “Come
sarebbe a dire che Kalua è scomparso!?” chiese Namar con espressione
sorpresa fissando i suoi due compagni che erano appena arrivati. Lui
ed Isha avevano raggiunto da poco la piazzetta del loro appuntamento
quando videro arrivare verso di loro una trafelata nonché agitatissima
Niasta, seguita da un corrucciato Reijnalin…che gli disse quasi
strillando che il ragazzino era sparito nel nulla. "SCOMPARSO!" urlò la donna in piena crisi da 'mamma chioccia' "S-C-O-M-P-A-R-S-O!!! Scomparso nel nulla! Era dietro di noi ed all'improvviso non c'era più!" continuò tutta trafelata mentre la sua espressione poteva essere descritta come un perfetto misto tra infuriata, preoccupata, confusa e pronta ad esplodere del tutto da un istante all'altro.(^^;;; Nia...calma, non vorrei ti venisse un infarto...NdDragon ç___ç il mio bambino!!!! NdNia u.u” NdDragon ….NdReija) Reijnalin
sospirò portandosi una mano alla tempia, frastornato dalle urla
dell’umana. “Non
vedo il motivo di tutta questa confusione…quel ragazzino è in grado di
cavarsela benissimo da solo e di questo ce ne dà la prova il fatto che
fosse un informatore della gilda…magari è andato a cercare informazioni
per conto proprio…” disse con voce seria. Niasta si girò verso di lui con aria omicida. "E
se non fosse così?! E se fosse nei guai?! Se qualcuno si azzarda a
toccare il mio cucciolo giuro che io lo..." la sua frase venne
bloccata da un ringhio tutt'altro che felice che le sfuggì alla gola. L’elfo
alzò un sopracciglio perplesso alla parola ‘cucciolo’ mentre Namar
non sapeva cosa fare, se preoccuparsi seriamente per il loro giovane
compagno oppure tranquillizzare Nia…a suo parere l’ipotesi di Reija lo
convinceva di più dell’aggressione. Lanciò un’occhiata ad Isha per
vedere cosa ne pensava lui. Isha sospirò passando una mano sul braccio di Niasta. "Nia,
sta calma" le disse gentilmente "Sono sicuro che non è nei
guai, senza considerare che da quel che abbiamo potuto vedere è
abbastanza abile da cavarsela da solo" aggiunse mentre la donna lo
fissava imbronciata. "Si
però..." borbottò "...il mio cucciolo..." "Il tuo cucciolo starà bene" sospirò il mezzelfo. La donna lo fissò ancora alcuni istanti ed annuì benchè non fosse ancora del tutto convinta. “Molto
bene…io direi di andare alla locanda…sono convinto che Kalua saprà
raggiungerci…” disse Namar con un sorriso caldo volto a rassicurare la
sua amica. "Va bene" sospirò la donna mentre Isha le batteva una pacca sulle spalle con fare incoraggiante. ********************* Kelua
sospirò un poco entrando in un vicolo: gli dispiaceva di aver lasciato in
asso Niasta e Reijnalin in quel modo, specialmente sapendo quanto fosse
apprensiva la donna, ma in quel momento non aveva avuto altra scelta se
avesse voluto incontrare il proprio informatore. Come tutti quelli che gli
portavano notizie infatti, non era per nulla portato a farsi vedere in
pubblico, anche perché se si fosse saputo in giro di ciò che conosceva e
riferiva si sarebbe trovato di certo nei guai. Lo
sguardo nocciola del ragazzo vagò per un istante finchè non vide una
figura femminile che lo attendeva poco più in là. Con tranquillità le
si avvicinò finchè le fu di fronte e facendola sorridere appena
nell’osservarlo. “Non
credevo mi avessi notata” commentò una voce chiara e delicata, che non
si sarebbe mai pensato di poter attribuire ad un informatore: pensando a
quest’ultimo tipo di persone, infatti, si sarebbe potuto pensare a un
uomo della peggior specie, dalla voce bassa e cinica, mentre il suo tono
sembrava far trasparire una certa tranquillità e dolcezza. “Lo
sai che per me è difficile non fare caso a te, Delilia” replicò il
Kelua fissandola con un mezzo sorriso divertito. Delilia si lasciò
sfuggire una piccola risata mentre i suoi occhi continuavano a fissare il
ragazzo con fare gentile. “Ad
ogni modo” disse lei “Ho qualche novità a proposito di quelle
informazioni di cui avevi bisogno” A
quelle parole il ragazzo si fece serio e attento, i suoi occhi nocciola
per un istante parvero attraversati da una luce troppo adulta per una
persona di appena diciassette anni. “Dimmi
pure” Delilia
prese a parlare con calma, tentando di non dimenticare nessun particolare
e venendo interrotta ogni tanto da Kelua quando questi aveva da porle
alcune domande. Quando Delilia ebbe finito di parlare Kelua rimase alcuni
istanti a riflettere su ciò che gli aveva appena riferito la propria
informatrice infine annuì soddisfatto. “Grazie
Delilia, sei sempre la migliore” disse ammiccando con fare complice. “Mi
sembra ovvio!” replicò la voce chiara di lei “Sennò non mi daresti
così tanto lavoro da fare!” Kelua
ridacchiò alcuni istanti scuotendo il capo: non cambiava mai, non c’era
nulla fare... “Alla
prossima, piccolo” disse alla fine Delilia, prima di andarsene dal
vicolo. Kelua la osservò allontanarsi e per un istante i suoi occhi
vennero attraversati da una luce triste e malinconica, poi scosse il capo
decidendo che era ora di scoprire dove erano finiti i suoi compagni in sua
assenza. ********************* Era
quasi ora di cena e Niasta stava diventando matta…stava andando avanti e
in dietro in una delle stanza che avevano prenotato per la notte come
un’anima in pena…questo perché Kelua non era ancora tornato. "Nia, per favore, fermati" sospirò Isha portandosi una mano alla tempia: il suo andare avanti ed indietro gli stava facendo venire un gran mal di testa... "Non
riesci proprio a stare semplicemente seduta da qualche parte?!" La
donna si girò verso di lui fermandosi un istante. "No"
replicò solamente prima di riprendere a camminare. “Ti
assicuro che il tuo logorare il pavimento non lo farà tornare prima…”
sospirò Namar esasperato…intanto Reijnalin si era messo in un angolo a
leggere uno dei suoi misteriosi libri. "Almeno il mio logorare il pavimento mi tiene occupata, o preferiresti che mi sfogassi contro il primo che passa?" replicò bruscamente la donna continuando imperterrita nel suo andirivieni. “D’accordo…fai
come ti pare…” disse appoggiandosi rassegnato contro lo schienale
della sedia. La donna continuò a camminare con uno sbuffo e riprese ad ignorare tutti i presenti. Passarono solo pochi minuti da quella discussione quando si sentì bussare leggermente alla porta, e una ben nota testa rossa fare capolino nella stanza. "Ehm..."
mormorò Kelua non sapendo bene che dire "...eccomi qui..." Reija
alzò appena lo sguardo dal suo libro per fissare il ragazzino e poi
alzare gli occhi al cielo come per dire “che vi avevo detto?” e
tornare a leggere come se niente fosse. "L-Lua!" esclamò la donna precipitandosi verso di lui e abbracciandolo stringendolo a sè "Dove eri finito?! Mi hai fatto preoccupare da morire!" esclamò tenendolo stretto come se non lo avesse più voluto lasciare andare. "N-Niasta..." mormorò il ragazzino divincolandosi un poco da quella stretta "...io...ero andato...ecco...puoi lasciarmi libero? Non riesco a parlare bene così!" disse cercando ancora di liberarsi. Con un piccolo "ops" la donna obbedì rilasciandolo, e, una volta sospirato di sollievo, Kelua riprese il discorso. "Ero
andato a parlare con dei miei informatori...mentre stavamo girando in città
li ho notati e ho pensato di andare a ricavare qualche informazione da
loro" “Visto
Nia? Non c’era motivo di preoccuparsi tanto…” disse Namar con un
leggero sorriso per poi fissare il rossino “E dicci Lua…i tuoi
informatori hanno saputo dirti qualcosa di utile?” Il ragazzo si girò verso Namar ed annuì con vigore, mentre un sorriso soddisfatto gli si disegnava in viso. "Mi
hanno dato un'informazione molto utile" disse "Mi hanno detto di
una persona che può darci le informazioni che cerchiamo" “Ne
sei sicuro? E’ attendibile la tua fonte?” Kelua annuì con vigore. "Attendibilissima,
non mi ha mai dato informazioni errate, senza considerare che se non è
notizia sicura generalmente mi avverte" aggiunse con un sorrisetto
divertito, come se ricordare il suo informatore lo rendesse in qualche
modo felice. “Non
trovo molto sicuri questi passa parola…” disse Reija senza neppure
alzare lo sguardo dal libro. “Lo
so…ma se Kelua dice che è un’informazione sicura dobbiamo
credergli…in fondo non abbiamo nessun’altra traccia al momento…”
aggiunse Namar. "È sicura" confermò di nuovo il ragazzino lanciando un'occhiata a Reija con fare un po' risentito per le sue parole. “D’accordo…sai
dirci chi è la persona che dobbiamo cercare e dove possiamo trovarla?”
continuò il moro. "Si chiama Xabier" cominciò a spiegare Kelua "È un mago che vive a nord ovest di questa città. È una specie di eremita e sembra che non gradisca molto la gente...forse faremo un po' di fatica a parlargli...però ha lui tutte le notizie che ci interessano..." “Xabier
eh?” disse l’elfo alzando definitivamente lo sguardo dal suo libro e
prestando la dovuta attenzione alla discussione…quel nome non gli era
affatto nuovo. "Lo conosci?" replicò Isha lanciando un'occhiata all'elfo e notando il suo improvviso interesse. Dal canto suo Niasta stava ascoltando senza dire una parola, forse ancora intenta a crogiolarsi nel ritorno del suo cuccioletto adorato. “Di
fama…è un mago molto potente…alcuni dei suoi incantesimi sono molto
sofisticati e sono riportati in alcuni manoscritti racchiusi nella
biblioteca di palazzo…è quasi un secolo che Xabier è sparito dalla
circolazione…è una sorpresa ritrovarlo proprio qui…” "Sembra che i miei informatori siano piuttosto bravi nel loro lavoro se sono riusciti a trovarlo" ridacchiò Kelua mentre il suo visino di fanciullo si illuminava d'orgoglio innocente. “Mh…così
sembra…” si limitò a dire. Kelua si voltò verso l'elfo sorridendo mentre un lieve rossore gli colorava le guance. "Uhm...bene,
bene" commentò Niasta interrompendo la discussione "Allora,
quando partiamo? Io già sto soffrendo di claustrofobia a rimanere
qui..." “Domani
Nia…” disse Namar “Ormai è tardi per metterci sulle sue tracce e
penso che una buona notte di riposo farà bene a tutti noi…” "Uff, va bene, come volete voi" replicò la donna con una scrollata di spalle mentre Isha annuiva perfettamente d'accordo con Namar. “Perfetto…allora
direi di riparlarne domani mattina e di andare a coricarci ora…Reijnalin
ti condurrà nella vostra stanza Lua…Niasta sta in quella alla vostra
destra in caso ci fossero problemi…” spiegò il moro fissandoli con i
suoi occhi innaturalmente chiari. Kelua annuì ben contento di poter passare un'altra nottata insieme allo splendido elfo, mentre Niasta scrollava le spalle con uno sbadiglio tutt'altro che femminile. "Ok,
a domani!" disse la donna uscendo dalla camera. “Buona
notte” li salutò prima che uscissero tutti e tre. Anche Isha salutò i suoi compagni quando questi se ne andarono per poi osservare Namar alcuni istanti: uno strano senso di inquietudine gli stava attraversando le membra, come se la presenza dell'amico solo lo mettesse a disagio. Namar
si voltò sorridendo tranquillamente verso l’amico. “Che
dici…ci prepariamo anche noi per la notte?” Alzando lo sguardo Isha sembrò per alcuni istanti confuso, tanto era perso nei propri pensieri, poi sorrise appena ed annuì. "Va
bene" mormorò passandosi una mano tra i capelli. Il
moro lo fissò con un sopracciglio alzato, notando una certa tensione nel
mezz’elfo. “Isha…qualcosa
non va?” Isha lo fissò e i suoi occhi sembrarono tremare nel guardarlo ma quando parlò la sua voce era ferma. "No,
va tutto bene" sospirò "Forse sono solamente un po'
stanco" “Ne
sei sicuro? Non è che ti stai ammalando vero?” chiese con una vena di
preoccupazione nella voce…in fondo avevano passato parecchi giorni
accampanti all’aperto…ed anche se erano soldati abituati a questo
genere di cose erano pur sempre umani, per modo di dire. Isha sorrise più convinto, non volendo far preoccupare l'amico che era sempre così gentile da stare sempre all'erta per quanto riguardava la sua salute. "Sono
sicuro, non ho niente che non va" disse tranquillamente. Namar
gli si avvicinò e posò una mano sulla sua fronte, scostandogli i
capelli, come se fosse la cosa più naturale del mondo da fare. “Mhhh…la
temperatura mi sembra normale…forse è davvero la stanchezza…”
sorrise “Comunque vedrai che dopo una buona notte di sonno in un comodo
letto ti sentirai meglio.” Sentendo le dita di Namar sulla propria fronte Isha arrossì un poco senza rendersene conto, e trattenne per alcuni istanti il respiro, lasciandolo andare solo quando l'amico si fu scostato di nuovo. "Te
l'avevo detto che sto bene" riuscì a dire con un sorrisetto. “Con
te non si può mai sapere, amico mio. Cerchi sempre di strafare…devo
ricordarti l’ultimo incidente con quei banditi?” rispose con un
sorriso di chi la sapeva lunga. A quelle parole il viso di Isha si fece imbronciato mentre lanciava un'occhiata indispettita verso Namar. "Cattivo,
me lo dovevi proprio ricordare?" disse con lo stesso tono di un
bambino piccolo in vena di capricci.(*_* puccio...NdDragon) Namar
rise leggermente. “Certo…se
non lo faccio chi altri ti terrebbe sotto controllo?” ghignò. Isha rispose con una linguaccia mentre incrociava le braccia sul petto con fare di sfida. “Quell’espressione
mi incute un gran timore sai?” lo prese in giro il moro prima di
scompigliargli i capelli con espressione divertita…quando Isha mostrava
quel lato infantile era così buffo e gli faceva quasi
tenerezza…aggettivi che solitamente non si affibbiavano all’orgoglioso
guerriero che era. Isha
rimase imbronciato ancora per alcuni istanti, ma la sua espressione si
sciolse in un sorriso appena accennato quando sentì la mano di Namar tra
i propri capelli: era una bella sensazione... "Stupido..."
borbottò solamente. “Oh
grazie…” disse Namar fissandolo ancora alcuni istanti e spostandogli i
capelli dietro quelle adorabili orecchie a punta di cui lui andava tanto
fiero ma che al mezz’elfo non piacevano. Isha socchiuse gli occhi al calore di quelle dita e una volta tanto non si sentì scontento di mostrare le proprie fattezze elfiche, in fondo Namar non lo aveva mai trattato male per il suo sangue misto. Inconsciamente mosse un passo verso di lui sempre tenendo lo sguardo chino. Namar
continuò ad accarezzargli un poco i capelli e poi gli sollevò il viso
appoggiando due dita sotto il suo mento. “Ehi…cos’hai,
ti fanno paura i miei occhi?” chiese sorridendo. Isha alzò lo sguardo senza dire una parola, i suoi occhi verdi erano fissi in quelli argentei di Namar e sembravano non volersene più separare. "No..."
sussurrò "...non mi fanno paura...solo...mi imbarazza essere
trattato così gentilmente" sospirò alla fine. “Perché?
Non mi sembra di trattarti in modo diverso dal solito…la mia gentilezza
ti da forse fastidio?” "No, non è fastidio" replicò in fretta Isha "Solo...lo sai che non sono mai stato trattato molto bene...e anche se sei tu ad essere gentile sento ancora un po' di disagio" ammise anche se non era sicuro che fosse interamente quello il suo problema. “Capisco…non
ci pensare dai…” disse accarezzandogli un attimo la guancia, mettendo
a contatto la sua pelle scura con quella chiara del compagno, prima di
indietreggiare di un passo per rompere la vicinanza “Qui sei tra amici
ricordalo…” Isha sorrise annuendo contento delle parole dell'amico anche se lo spezzarsi del loro contatto fisico gli lasciò uno strano senso di vuoto allo stomaco. Con un sospiro gli andò accanto diventando allegro. "Che
dici, andiamo a riposare?" domandò mentre i suoi occhi verdi si
illuminavano di una luce gioiosa. “Dico
che sono d’accordo…” e con questo Namar si sedette sul suo letto e
senza perdere tempo si levò gli stivali. Isha ridacchiò avvicinandosi al proprio letto e seguendo anche lui l'esempio del compagno, il suo sguardo ogni tanto si alzava a fissarlo senza che se ne rendesse conto. Il
moro mise gli stivali ai piedi del letto e si tolse la casacca come al suo
solito agganciandola alla testata del letto, poi fece i suoi soliti
preparativi rituali, posizionando la sua spada e le altre armi dove poteva
raggiungerle più facilmente. Isha osservò ogni movimento dell'amico per poi fare altrettanto, sistemando la spada e l'arco con la faretra accanto al letto in modo che la prima fosse facilmente raggiungibile. Quando ebbe terminato anche lui si sfilò la casacca sdraiandosi poi sul letto con un sospiro soddisfatto. ********************** In
un altro luogo, non ben definito, qualcun altro si stava dando da fare per
raccogliere le informazioni che gli erano state richieste con tanta
urgenza. Nienor aveva lasciato il loro accampamento al tramonto per
recarsi all’appuntamento con Zakàr, che si sarebbe svolto in un vicolo
dietro alcuni magazzini abbandonati nella città di Ukor. Zakàr
era sempre in viaggio, sia per raccimolare le informazioni di cui aveva
bisogno l’elfo (per non dire informazioni di minore importanza che gli
erano state richieste da altri clienti) sia per i suoi loschi traffici
come assassino, un uomo che si rispetti doveva pur fare qualcosa per
portarsi il pane in tavola. In
ogni caso questo andava a vantaggio di Nienor, che non voleva mai
incontrarsi nello stesso luogo per due volte di fila, meglio non correre
rischi di essere rintracciato, per quanto tale possibilità fosse minima. Il
generale dall’aspetto fanciullesco era già arrivato sul posto,
apparentemente in anticipo rispetto al suo informatore, quindi rimase in
attesa, celato dalle ombre che regnavano sovrane in quel vicolo deserto.
Una decina di minuti dopo Zakàr comparì ad un’estremità della strada
e si addentrò al suo interno con camminata tranquilla quasi spensierata,
ma Nienor sapeva più che bene quanto fosse vigile l’umano…era
piuttosto in gamba per uno della sua razza. Quando
si fu avvicinato abbastanza decise di rendere nota la sua presenza facendo
qualche passo verso l’interno della strada. “Nienor…”
sorrise Zakàr in segno di saluto “E’ sempre un piacere vederti” L’elfo
lo guardò con la sua solita espressione fredda e scrollò le spalle. “Vorrei
dire altrettanto ma preferisco vedere ciò che hai da darmi questa
volta” L’uomo
rise leggermente. “Certo
certo, come desideri…” e detto ciò estrasse da una tasca interna
della sua casacca un foglio di pergamena e lo porse a Nienor, che lo prese
e lo aprì per leggere ciò che vi era annotato sopra. “Ho
preferito mettere per iscritto le informazioni questa volta, c’erano
numerosi dettagli che non avrei voluto trascurare.” “Hai
fatto bene” disse l’elfo con voce calcolatrice prima di far sparire il
foglietto tra i propri indumenti e tornare a fissare Zakàr.
Quest’ultimo fece un cenno della mano come a voler interrompere quello
che stava per dire l’altro. “Prima
che tu lo chieda, non ho nulla da darti su quell’altra faccenda…ma
questa ci sono davvero vicino. Ho trovato una buona traccia che mi porterà
senza dubbio a ciò che cerchi! Dammi tempo qualche giorno e avrai mie
notizie, te lo garantisco.” “Spero
davvero che sia così…la pazienza del mio signore sta giungendo al
limite.” con questo gli lanciò un borsellino che conteneva la sua
ricompensa della giornata. Zakàr
lo fece saltellare le palmo della mano con espressione riflessiva prima di
lanciare un’occhiata a Nienor. “Sbaglio
o qui dentro c’è meno di ciò che mi spetta?” Nienor
increspò le labbra in un sorriso che fece rabbrividire l’umano. “Consideralo
un incentivo a fare meglio il tuo lavoro. Se mi darai le informazioni che
voglio la prossima volta che ci vedremo ti darò anche il resto più la
giusta ricompensa per esse…e vedi di assicurarti che non siano un altro
vicolo cieco…anche la mia pazienza ha dei limiti.” L’uomo
deglutì a vuoto nel sentire i penetranti occhi neri del ragazzo scorrere
su di lui, prima che questi si voltasse e si allontanasse per la via,
sparendo poco dopo dalla sua vista. ********************** Nienor
ricomparì misteriosamente poco lontano dal loro accampamento…il vento
freddo tipico delle notti di quella terra gli sferzava il viso e gli
scompigliava i capelli argentei. Si diresse automaticamente verso le luci
dei focolari del loro campo, ignorando gli sguardi che i soldati
lanciavano nella loro direzione…dopo la ‘piccola’ dimostrazione del
loro generale supremo e di Aradnes, temevano anche solo di avvicinarsi a
lui. Un bene, pensò l’elfo scuro, che in quel modo avrebbe evitato
fastidi inutili. Si
avvicinò alla tenda di Sarhak, fuori dalla quale stavano appostate due
guardie armate e vigili, che lo lasciarono passare senza dirgli niente,
ormai abituate alla sua costante presenza nella tenda del loro signore,
per un motivo o per l’altro. Nienor
bussò contro uno dei pali che reggevano quell’imponente costruzione,
aspettando poi una risposta dal suo interno…senza presentarsi l’elfo
sapeva che Sarhak avrebbe riconosciuto la sua presenza. Sarhak era intento a consultare alcune carte antiche scritte in rune magiche che solo pochi, tra cui lui stesso, avrebbero saputo leggere, quando sentì il rumore prodotto dall'elfo scuro. "Entra"
ordinò senza alzare lo sguardo: sapeva che era Nienor anche senza bisogno
di controllare. L’elfo
scostò la tenda ed entrò, lasciandola ricadere alle sue spalle. Puntò i
suoi occhi scuri su Sarhak e gli si avvicinò lentamente, senza generare
alcun rumore. Quando gli fu vicino, fece un composto inchino. “Mio
signore…sono venuto a fare rapporto come avevate chiesto…” Sarhak per alcuni istanti non rispose, finendo di leggere qualcosa sulla pergamena che aveva in mano, poi mosse lentamente il capo a fissare l'elfo scuro, esortandolo con lo sguardo a continuare. Nienor
prese nota del suo permesso a parlare e così fece mentre posava sulla
scrivania la pergamena datagli da Zakàr in modo che potesse visionare più
nel dettaglio ciò che gli stava per dire. “Il
mio informatore ha fatto seguire gli emissari di re Elachon come da mio
ordine e mi ha riferito che quei cinque sono giunti proprio oggi nella
città di confine di Naisia…sembrano essere sulle nostre traccie ed alla
ricerca di qualsiasi informazione che possa riportarli a noi…” Sarhak continuò a fissare Nienor, senza degnare di uno sguardo il foglio che avrebbe visionato più tardi, l'unico segno del fatto che lo aveva udito fu il lieve restringersi dei suoi occhi alle sue parole e uno strano riflesso bianco passare attraverso il suo occhio sinistro. "Voglio
che da domani tu li tenga d'occhio personalmente" affermò d'un
tratto "Non possiamo permetterci che arrivino troppo vicino a
noi" aggiunse riportando la propria attenzione alle pergamene. “Come
desiderate signore…” disse Nienor inclinando il capo “Forse vi
interesserebbe sapere le loro identità…il mio informatore è riuscito a
reperirle…compresa quella del giovane umano della gilda…” A quelle parole Sarhak rialzò nuovamente lo sguardo, il suo viso era freddo e non mostrava alcun sentimento come al solito. "Continua"
replicò solamente fissando i propri occhi neri in quelli altrettanto
scuri dell'elfo. “Già
sapevate della presenza del principe primogenito di Veliyu…- disse come
dato di fatto - Il soldato che sembra essere a capo della missione non è
altro che Namar Hilmaric, più conosciuto come ‘La Bestia’, uno dei
generali dell’esercito di Doraim…la donna ed il mezz’elfo sono i
suoi fidati compagni, Niasta Sèriulan e Isha…il ragazzino della gilda
si chiama Kelua Menloch. Su quest’ultimo non ci sono molte informazioni
ma farò approfondire la ricerca.” A quelle parole lo sguardo di Sarhak sembrò farsi più duro, come se avesse riconosciuto i nomi dei loro avversari e fosse alquanto irritato per quella situazione. "Domani
comincerai a tenerli d'occhio" ripetè Sarhak anche se il suo tono
sembrò più basso e cupo "E se ne avrai la possibilità ti do il
permesso di fargli incontrare qualche 'inconveniente' lungo il loro
cammino" aggiunse. “Provvederò
a riguardo.” disse Nienor con un lampo nello sguardo. Senza ulteriori parole Sarhak ritornò a fissare la pergamena tra le sue mani. Per alcuni istanti rimase così in silenzio, come se si fosse dimenticato della presenza di Nienor, poi la sua mano libera si alzò facendo segno all'elfo di avvicinarsi a lui. Nienor
si avvicinò al suo signore senza esitazione, aspettando che questi gli
impartisse nuovi ordini. Sarhak tuttavia
non disse nulla e si limitò a passare un braccio intorno alla vita
dell'elfo, traendolo a sè e costringendolo a sedersi su una sua gamba, il
suo sguardo era ancora concentrato sulle rune magiche e sembrava stesse
facendo quei gesti senza farci troppo caso. La
spia fu leggermente sorpresa da tali gesti, soprattutto così gentili,
indirizzati nei suoi confronti…ma ben presto si rilassò tornando a
comportarsi come sempre, se questo era ciò che il suo signore voleva lo
avrebbe assecondato con gioia. Si sistemò meglio sulla sua gamba ed osò
appoggiarsi un po’ a lui per una questione di equilibrio, per il resto
rimase in silenzio, lasciando Sarhak a lavorare. L'uomo
continuò a cingergli la vita mentre imperterrito leggeva le parole
riportate sulla pergamena. Quasi distrattamente la sua mano si intrufolò
dentro la casacca dell'elfo, accarezzando la pelle scura degli addominali. Nienor
trattene il fiato a quei tocchi, irrigidendosi appena nel sentire quelle
dita calde ed esperte toccarlo, ma poi si rilassò subito lasciandolo
fare…era piacevole essere accarezzato in quel modo. Sarhak
passò la mano ancora un po' sugli addominali di Nienor, giocherellando un
po' con il suo ombelico per poi risalire a sfiorare un capezzolo con le
unghie...nonostante i suoi gesti, tuttavia, continuava a mantenere, almeno
in apparenza, la propria attenzione su quella pergamena tanto
interessante. L’elfo si lasciò sfuggire un lievissimo gemito a quel
tocco sul suo capezzolo e poi si mordicchiò un po’ il labbro come a
voler trattenere eventuali suoni futuri, il tutto per non disturbare
Sarhak. In
realtà l'uomo non era affatto disturbato da quei rumori, e per farglielo
capire gli lanciò un'occhiata riponendo finalmente da parte il suo
lavoro. Con entrambe le mani fece rigirare Nienor in modo che fosse a
cavalcioni sulle proprie gambe in modo da poterlo fronteggiare. Nienor
alzò lo sguardo a fissarlo con i suoi penetranti occhi neri, le labbra
socchiuse in attesa che il suo signore gli dicesse cosa fare. L'uomo
prese il suo mento tra due dita traendolo a sè e baciando quelle labbra
che tanto sembravano invitarlo, il suo braccio gli circondò la vita
stringendolo in modo che i loro corpi potessero aderire maggiormente
mentre con l'altra mano gli sfiorava il collo.
L’elfo sospirò contento a quelle attenzioni così gentili e
socchiuse gli occhi rispondendo al bacio con gioia, stringendo un po’ le
mani alle sue spalle…amava così tanto il suo signore…per lui avrebbe
fatto qualsiasi cosa…viveva solo per esaudire i suoi desideri…ed era
felice di essere ripagato in rarissime occasioni con quella gentilezza,
anche se sapeva valere poco per Sarhak. Il generale fece scivolare la mano che gli circondava la vita al di sotto della sua casacca, accarezzando prima la schiena, e poi scendendo giù fino ad entrare nei pantaloni e massaggiare i glutei dell'elfo. Nienor
gemette dolcemente e si strinse maggiormente a lui, schiudendo la bocca e
permettendo alla sua lingua di andare incontro a quella di Sarhak per
rendere il bacio più passionale. Sarhak affondò nella bocca dell'elfo con passione ma senza fretta mentre con le mani continuava ad accarezzarlo. Quando le loro labbra si divisero leccò il profilo della sua mandibola salendo fino a prendere tra i denti il lobo di un orecchio. “A-ahh…”
ansimò mentre il suo corpo veniva attraversato da un brivido di piacere a
causa delle sue orecchie iper-sensibili a qualsiasi stimolazione, generata
soprattutto da quell’uomo. Gli occhi di Sarhak si socchiusero in un'espressione quasi soddisfatta a quel verso e la mano che stava toccando le sue natiche scivolò avanti fino a sfiorargli appena il sesso. "Che
ne dici di ricambiare il favore?" disse al suo orecchio con un tono
che se, benchè sembrasse una domanda, in realtà era più un ordine
implicito. Nienor
tremò di nuovo ed alzò lo sguardo per fissare Sarhak, i suoi occhi neri
brillavano di incondizionata ammirazione e rispetto. “Che
cosa volete che faccia mio signore?” chiese in un sussurro. Uno
strano sorriso piegò appena le labbra di Sarhak, un sorriso quasi
inquietante tanto era strano, e con una mano costrinse Nienor a piegare il
capo verso il basso, facendogli fissare tra i loro ventri, mentre con
l'altra attuava una piccola pressione sulla sua spalla per dirgli di
chinarsi. Non gli ci volle molto per capire cosa volesse da lui il
generale e Nienor era ben felice di esaudire i suoi desideri, così si
lasciò scivolare lentamente a terra, posizionandosi tra le sue gambe, e
con dita snelle slacciò la cintura dei suoi pantaloni per poi estrarre da
essi la sua virilità. Fatto ciò si sporse col capo ed allungò la lingua
a leccarne la punta, cominciando a stimolarla come sapeva piacere al suo
signore. Sarhak
affondò una mano tra i capelli di Nienor, accarezzandoli con lenti e
profondi movimenti. I suoi occhi fissavano l’operato del suo elfo,
mentre l'unico sintomo che rendeva visibile il suo desiderio crescente fu
il lieve velocizzarsi del suo respiro. L’elfo
scuro continuò per alcuni attimi a leccare il suo sesso in tutta la sua
lunghezza con particolare dedizione prima di prenderlo completamente in
bocca ed iniziare un lento lavoro di suzione, il tutto mentre le sue dita
accarezzavano i suoi testicoli. Sarhak
si lasciò sfuggire un mugolio compiaciuto mentre i suoi occhi neri si
stringevano un po' nel fissare il suo elfo, con la mano che prima era
affondata nei suoi capelli andò a stuzzicargli un orecchio accarezzandolo
con tocchi appena accennati. Ciò strappò un lieve gemito a Nienor, che
fece vibrare la gola attorno alla sua virilità mentre continuava il suo
lavoro, abbassando ed alzando in capo con cadenze regolari, succhiando e
leccando la pelle delicata di quell’organo. Quando
si accorse di stare per perdere il controllo Sarhak fece risollevare in
piedi Nienor baciandolo con passione sulle labbra. Le sue dita gli
accarezzarono il petto per poi scendere fino a liberarlo dei pantaloni e
farlo sedere sulle proprie gambe mentre afferrava i suoi glutei tra le
mani. Nienor
scostò con i piedi i pantaloni che si erano ammassati sul pavimento e poi
gli salì in braccio. Si tenne stretto con le mani alle sue spalle mentre
rispondeva al bacio con lo stesso desiderio del generale, cercò di
trovare la posizione più comoda per quella situazione e nel fare ciò
mosse con gesti sensuali ed invitanti il bacino contro quello di Sarhak,
la sua virilità completamente esposta. Il
generale affondò ancora per alcuni istanti nella bocca dell'elfo per poi
scendere a succhiargli il collo, le sue mani lo fecero sistemare in modo
che la propria virilità premesse contro la sua apertura, entrando poi
dentro di lui con un'unica mossa. Nienor emise un gemito a metà strada
tra il dolore ed il piacere, inarcandosi ed artigliando con forza le
spalle del suo signore coperte dalla stoffa dei suoi vestiti. Si era
trattenuto dall’urlare perché sapeva di non poterselo permettere, non
ora che stavano nell’accampamento invece delle sicure mura di una stanza
al castello. Il suo respiro si era fatto subito irregolare ed
annaspante…avere Sarhak dentro di sé era il massimo delle
esperienze…generava sempre sensazioni travolgenti, sia che volesse
fargli del male o meno. Le
labbra di Sarhak si piegarono in un piccolo sorriso soddisfatto nell'udire
il suono sfuggito alle labbra di Nienor, mentre con la bocca andava a
prendere tra le labbra il lobo del suo orecchio mordendolo e leccandolo.
Il ragazzino, cosa che era solo fisicamente, fremette a quelle attenzioni
e dopo essersi preso alcuni momenti per abituarsi alla penetrazione,
momenti gentilmente concessigli da Sarhak, prese a muoversi lentamente per
appagare il generale. L'uomo
continuò a torturare l'orecchio di Nienor sapendo quanto era sensibile
quel punto. Con le mani intanto faceva muovere il bacino di Nienor in modo
da poterlo penetrare più affondo ad ogni nuova spinta. L’elfo
gemette e si inarcò contro di lui, facendo entrare in contatto i loro
petti ancora coperti e strofinando contro il ventre di Sarhak la sua
virilità in cerca di ulteriore appagamento. Appoggiò la testa sulla sua
spalla in modo da permettergli un migliore accesso al suo orecchio, al suo
collo, o a qualsiasi parte del suo corpo volesse toccare ed esplorare con
le proprie labbra. Sarhak succhiò il lobo dell'orecchio di Nienor mentre portava una mano al suo sesso. Con le dita ne stuzzicò la punta mentre avvicinava la sua altra mano alla sua apertura. Mentre con la bocca scendeva a succhiargli il collo fece entrare anche il proprio dito medio dentro di lui. Nienor spalancò gli occhi trattenendo il fiato alcuni secondi mentre una nuova ondata di piacere lo travolse a quella nuova penetrazione ed alla stimolazione sulla sua virilità…poi sospirò emettendo versettini di apprezzamento a quella sua iniziativa. “P-padrone…..aah-h…”
ansimò contro il suo collo, riprendendo a muoversi con gesti più decisi. Un ghigno piegò le labbra di Sarhak mentre il suo occhio sinistro veniva per un istante attraversato da un lieve riflesso bianco, e il suo respiro caldo sfiorò il collo dell'elfo. La sua mano continuava a torturare la sua virilità mentre le dita dentro di Nienor diventavano due. Nienor,
perso com’era in quel mare di passione, si staccò da lui quel tanto che
bastava per sporgersi verso il viso del generale alla ricerca delle sue
labbra…intanto le sue spinte si erano fatte più veloci ed esigenti e le
sue mani si erano immerse nel folti capelli neri dell’uomo
accarezzandogli il capo. Sarhak
affondò nella bocca di Nienor, assaporando con passione il suo sapore
mentre anche lui sentiva l'eccitazione crescere sempre di più dentro di sè
ad ogni nuovo affondo nel corpo caldo dell'elfo. Quest’ultimo si strinse
saldamente a lui, fondendo le loro labbra assieme e giocando sensualmente
con la sua lingua. Poteva facilmente percepire il desiderio sempre più
impellente del suo signore, un appagamento che solo lui poteva dargli,
cosa che era motivo d’orgoglio per lui, così strinse i muscoli attorno
alla virilità di Sarhak che lo stava penetrando senza esitazione
aumentando in questo modo la frizione tra i loro corpi. L'uomo socchiuse gli occhi mentre la sua mano stimolava con più urgenza il sesso di Nienor, l'eccitazione era tale che sapeva che ormai erano entrambi quasi giunti al limite, ma come suo solito si rifiutava testardamente di venire per primo. Nienor si staccò dal bacio e fissò Sarhak con occhi socchiusi e velati di passione…il suo corpo era un tremito continuo, il suo respiro affannato…mosse il bacino ancora qualche minuto, indirizzando la virilità del generale a colpire la sua prostata ogni volta facendolo quasi urlare…ed alla fine non resistette oltre, riversando la propria essenza tra i loro ventri e nella sua mano. Sentendolo venire Sarhak finalmente sciolse le catene che avevano tenuto imbrigliata la sua eccitazione fino a quel momento e riempì l'elfo col proprio seme. Lentamente sollevò la mano sporca di sperma al proprio viso e la ripulì leccandola tranquillamente con la lingua, i suoi occhi avevano una strana espressione soddisfatta, come un predatore che avesse appena finito un lauto banchetto. Il
ragazzino, altrettanto soddisfatto ed appagato, si lasciò cadere contro
il suo petto, appoggiando il capo sulla sua spalla mentre cercava di
riprendere fiato…crogiolandosi nel calore che emanava l’altro corpo. Sarhak affondò la mano nei suoi capelli candidi per alcuni istanti mentre i suoi occhi si facevano un poco pensierosi, poi scosse appena il capo come a negare una stupida idea che gli era appena passata per la mente, e lo fece alzare. "Rivestiti"
gli riordinò in tono quieto mentre anche lui si risistemava. Nienor
barcollò leggermente su gambe instabili prima di riuscire a riprendere il
suo solito equilibrio, i suoi muscoli erano ancora troppo deboli e
rilassati a causa dell’orgasmo appena raggiunto. Quando si fidò a
muoversi si chinò a raccogliere i propri pantaloni ed intimo e si rivestì
lentamente, tenendo gli occhi bassi. Quando ebbe terminato sotto lo sguardo di Sarhak, l'uomo protese una mano e gli cinse la vita con il braccio facendolo sedere di traverso sulle proprie gambe e costringendolo a poggiare il capo contro la propria spalla. "Riposati"
disse poi tranquillo mentre riportava la propria attenzione alle carte
sulla propria scrivania. L’elfo
eseguì la sua richiesta anche se con non poca sorpresa…si sedette in
braccio a lui e si mise comodo contro la sua spalla, poi alzò un po’ lo
sguardo incerto a fissare il profilo del generale. “Mio
signore…posso davvero restare…?” mormorò delicatamente per non
disturbarlo o eventualmente adirarlo. Per alcuni istanti Sarhak non si mosse, poi i suoi occhi si girarono a fissare quelli di Nienor, sul suo volto non vi era alcuna espressione se non una strana quiete. "Se
non lo avessi voluto non te lo avrei ordinato" replicò riprendendo
ad accarezzargli distrattamente i capelli. Nienor
chiuse gli occhi a quei tocchi e sospirò felice…avrebbe voluto
ringraziarlo per l’onore che gli aveva concesso ma invece sussurrò un
semplice “Come desiderate”. Amava l’idea di poter stare assieme al
suo padrone in quel momento di tranquillità…probabilmente non gli
sarebbe più ricapitata una simile occasione. Fine
cap 7 Dragon:
*muore in un laghetto di bava* *ççççççç* Sarhak:
=_= *non proferisce verbo e continua giocherellare coi capelli di Nienor* Dragon:
*ççççç* Miyu:
amoreeee *___* *che si tuffa su Sarhak* Nienor:
*ancora k.o.* Sarhak:
*schiva Miyu* u_u tzè... Dragon:
*____* *ancora in contemplazione* Sarhak:
=__=”””””
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