Parte: 1/? (speriamo non troppi anche se ne dubito-__-NdMiyu conoscendomi...direi che saranno un numero infinito -.-” NdDragon) Rating: PG-13 Disclaimer: questa fic è parto delle nostre testoline contorte…. i pg sono noooooooooostrissimi! guai a chi ce li tocca!è___é I personaggi di Niasta (*grin* mi sento malefica solo a sentire il suo nome ^^;;; NdDragon) e Isha sono stati gestiti da Dragoneyes mentre Namar, Reijnalin, re e guardie affini da Miyu.
parte I di Dragoneyes & Miyuki Il regno di Veliyu sorgeva nella parte più rigogliosa e verdeggiante di tutte le terre fino ad allora conosciute ed era abitato esclusivamente dagli elfi. Nessuno avrebbe potuto trovare un posto di simil beltà neppure vagando per il mondo la sua intera vita. Quelle distese d’erba di un verde brillante donavano solo i migliori frutti ed i migliori raccolti…qualcosa di cui la gente comune poteva soltanto sognare l’esistenza. Gli alberi si ergevano alti e robusti e le loro fronde sembravano quasi sfiorare il cielo. Le foreste erano ricche di selvaggina ed i fiumi traboccavano di pesci. In poche parole era il Paradiso in terra per i mortali ed ecco perché da sempre è stato un territorio molto conteso….chi non bramava di essere il padrone indiscusso di un posto simile? Ma gli elfi con la loro forza e la loro magia hanno saputo tener testa ai nemici, sconfiggendoli uno dopo l’altro….ed in quei giorni di pace ormai non esisteva un solo folle che avrebbe osato mettersi contro quell’antica razza e sfidarli apertamente. Questo non stava a significare che gli elfi proteggessero la loro terra con gelosia ed impedissero alla gente di transitare sul loro territorio anzi, i viaggiatori erano sempre ben accolti e trattati col massimo rispetto….solo che la magia che proteggeva il loro regno impediva a malintenzionati di varcare i loro confini…o per lo meno entravano a loro rischio e pericolo. Giusto in quel momento due cavalieri (due a caso, vero zia? ^_- NdDragon – già…giusto due^^;; NdMiyu) stavano varcando con i loro destrieri i cancelli della capitale, Vijna, rimanendo folgorati dalla bellezza e dal candore delle strutture in marmo bianco. "Certo che fanno le cose in grande stile gli elfi" commentò uno dei due cavalieri, una donna dai capelli scuri. Niasta fissò ciò che la circondava con aria ironica, di chi sembra trovare un possibile oggetto di derisione qualsiasi cosa la circondasse. "E meno male che gli elfi dovrebbero essere quelli puri e privi di sentimenti come l'avidità! Un mattone di questa città basterebbe a comprare metà regno umano!” (*_* ah! La mia pupilla già inizia a commentare! NdDragon) Namar, l’altro cavaliere, un uomo dal fisico da guerriero e la carnagione scura, fissò la sua compagna e scosse la testa sospirando. “Questa non è la prima città elfica che vediamo Nia….ormai dovresti sapere come sono fatti.” disse osservando il perfetto abbinamento di quelle strutture in pietra e della natura che cresceva e prosperava tutto attorno. Niasta sbuffò lanciando un'occhiata al proprio compagno. "D'accordo, d'accordo, come ti pare" disse stringendosi nelle spalle "Comunque il gusto elfico non lo capirò mai! Che divertimento c'è ad essere così...intonati a tutto il resto?!" chiese con l'aria di una che voleva far polemica. (*_* NdDragon_estasiata_dal_carattere_di_Niasta – ehm…^^;;; NdMiyu) “E’ nella loro natura…ma ora piantiamola di ammirare il paesaggio. Abbiamo una missione da portare a termine o sbaglio?” fissando serio la ragazza. "Sì, sì, come ti pare" borbottò Niasta spronando il proprio cavallo a procedere "Forza, andiamo" disse girando appena il capo verso Namar. Con questo i due cavalieri si inoltrarono per le strade affollate di Vijna, brulicanti in maggior parte di elfi, per dirigersi nel cuore della città, dove si ergeva l’imponente palazzo del re Eralien. Con la sua forma allungata e le sue torri sovrastava qualsiasi altro edificio della città e se già si era rimasti a bocca aperta a fissare le ‘case popolari’…beh…quel palazzo, con i suoi riflessi azzurri ed argentati rapiva completamente la vita e mozzava il fiato. Impiegarono un po’ di tempo ad arrivare ai piedi del palazzo ma durante il tragitto poterono beneficare dell’atmosfera calma e serena che aleggiava perennemente su Vijna, come se i problemi lì dentro non potessero entrare…ed in un certo senso era così. Davanti all’imponente portone che conduceva ai giardini interni del palazzo ed alla relativa entrata stavano quattro guardie elfiche, le quali indossavano in modo impeccabile la loro armatura d’ordinanza, semplice ed elegante, formata da una canotta di maglia d’acciaio, guantoni e parastinchi finemente lavorati ed un elmetto con sopra raffigurata l’effige del loro regno…ovvero un grifone dorato. A completare il tutto reggevano in mano uno scudo di forma ovale ed una lancia, mentre alla cintura stava agganciata una spada sulla cui elsa spiccava una gemma di madreperla. Sembrava un abbigliamento tutto basato sull’estetica e per nulla sulla praticità nel combattimento…in realtà quelle uniformi erano fatte di materiali molto resistenti e servivano a sfruttare la naturale agilità della loro razza, non impedendo in alcun modo i loro movimenti e quindi portandoli in una situazione di svantaggio. Niasta alzò un sopracciglio sorpresa e deliziata (anche se non lo avrebbe mai ammesso) dalla beltà che la circondava. Tuttavia il suo orgoglio non le consentiva di non criticare anche ciò che era palesemente non criticabile. (^^” bel modo di pensare, eh? NdDragon – ma soprattutto contorto^^;; NdMiyu) "Siamo sicuri di essere in regno degli elfi e non in qualche colonia di mercanti spendaccioni?" chiese a Namar con il suo solito tono ironico. Namar la fissò ed abbozzò un sorriso divertito….la sua compagna non cambiava mai. “Lo sai che sei proprio senza speranza Nia?” "Oh, sì che lo so!" esclamò l'altra divertita "E non ho alcuna intenzione di cambiare se è per questo" ghignò ammiccando nella direzione del compagno. L’uomo si lasciò andare ad una risata divertita. “Non mi sembra di avertelo mai chiesto….senza il tuo perenne criticismo i viaggi non sarebbero così divertenti…beh…almeno lo sono fino a quando la tua boccaccia non ci mette nei guai, in quei momenti mi pento di averti lasciato parlare.” "Ma io dico solo ciò che è vero!" replicò la ragazza, indignata "Non è colpa mia se la maggior parte delle guardie non è avvezza a sentirsi dire che è buona solo ad ubriacarsi con i soldi degli altri invece di fare il proprio lavoro!" “Fossero state solo le guardie …” sospirò scotendo il capo sconsolato “Ormai mezzo palazzo non ti può praticamente vedere….c’è chi mi reputa un santo per andare continuamente in missione con te sai?” (^^ NdDragon_che_se_la_ride – ah Namar…che grand’uomo che sei *_* NdMiyu) "I santi non prendono le gentili fanciulle per le orecchie, nè tanto meno le ignorano quando parlano e proseguono per la loro strada" precisò Niasta, piccata. “Beh...ho detto che gli altri mi reputano un santo….io di certo non mi considero tale…quindi ti tiro per le orecchi e ti ignoro quanto mi pare…” disse fissandola con un ghignetto prima di spronare il proprio cavallo e proseguire verso le quattro guardie. Niasta fissò per qualche istante le spalle di Namar, poi con un borbottio sdegnoso spronò il proprio cavallo a seguirlo. "Ecco appunto" borbottò assumendo un'aria imbronciata. I due arrivarono in fine di fronte alle guardie che bloccarono la loro avanzata parandosi davanti ai loro destrieri. “Fermativi cavalieri. Diteci il vostro nome ed il motivo della vostra visita a palazzo.” disse uno degli elfi. “Il mio nome è Namar Hilmaric….lei invece è Niasta Sèriulan. Siamo due cavalieri al servizio di re Elachon Rel e siamo venuti qui a parlare con il vostro signore in sua vece.” disse l’uomo estraendo da una borsa attacca alla sua sella un rotolo di pergamena che portava il sigillo del regno di Doraim. La guardia lo prese e lo aprì per leggerne il contenuto, trovando al suo interno l’autorizzazione a lasciarli passare. “Prego….passate pure.” disse la guardia riconsegnandogli la pergamena “Il nostro signore sarà lieto di concedervi udienza.” e con questo i quattro soldati si ritirarono ai lati del portone per lasciargli il passaggio. I due guerrieri spronarono i propri cavalli ed entrarono nel cortile del grande palazzo elfico. Il verde più bello e rigoglioso li circondava, così il più armonioso insieme di fiori e piante che i due avessero mai visto, li accoglieva. "Non so perché..." cominciò Niasta guardandosi intorno con aria disgustata "...ma tutto questo verde mi dà la nausea" (^o^ NdDragon) “Sei sempre la solita esagerata. Non capita tutti i giorni di poter ammirare un paesaggio simile….dovresti apprezzarlo di più.” disse smontando da cavallo e affidando la custodia dell’animale ad uno dei paggi che si erano fatti loro incontro. Ora che Namar aveva entrambi i piedi saldamente piazzati a terra lo si poteva ammirare in tutta la sua statura. La sua altezza raggiungeva quasi il metro e novanta, la sua carnagione scura ed il fisico possente era tipica delle popolazioni delle montagne ed i suoi capelli ribelli e neri come la pece sembravano proprio ricordare l’indomabilità di quella razza. "Bla bla bla" replicò solamente Niasta mentre anche lei smontava da cavallo. La sua figura, nonostante fosse snella era agile ed ostentava una grazia felina propria delle guerriere ben addestrate. Quando fu al suolo la coda in cui erano legati i capelli neri ricadde elegantemente alle sue spalle mentre gli occhi scuri si guardavano intorno con curiosità. Namar scosse il capo tra l’esasperato ed il divertito. “Dai andiamo…” disse cominciando a dirigersi verso l’entrata “E vedi di trattenere questi tuoi commentini sarcastici almeno fino alla fine del colloquio col re….non so come li potrebbe prendere.” "Ma così non c'è divertimento!" si lamentò la donna seguendolo a pochi passi di distanza "Se non posso dire quello che penso che sono venuta a fare qui?" “Non ti sto vietando di parlare…ma non fare la solita viperetta. La nostra è una missione importante…il nostro sovrano ha bisogno dell’aiuto di re Eralien.” Intanto i due stavano avanzando per i corridoio del palazzo, che rispecchiavano fedelmente l’idea che si era avuta della struttura dal di fuori….le pareti erano di un candore accecante e non una sola decorazione era imperfetta o posizionata senza rispettare uno schema ben preciso. Niasta osservava la struttura con apparente poco interesse, in realtà le piaceva tutto quel candore, e ogni tanto lanciava occhiate contrariate ed imbronciate verso Namar, come a ricordargli che "comunque non le piaceva stare lì".(seeeeeeee, come no! NdDragon >.< fatti gli affari tuoi! NdNia) Namar ignorò i suoi bronci per tutto il tragitto alla sala del trono….tanto lui sapeva benissimo che per quando si lamentasse a lei piaceva quel posto. Alla fine arrivarono davanti alla porta della sala, che era fatta completamente in acero e finemente lavorata con motivi floreali di un gusto impeccabile. Anche lì spiccavano in bella mostra due guardie ai lati della porta e come fatto precedentemente si presentarono e chiesero udienza al loro signore….al che una delle guardie scomparve nella stanza per vedere la disponibilità del loro re ed annunciarli. Qualche minuto di paziente attesa e la guardia uscì dalla sala. “Il nostro re sarà lieto di darvi udienza.” e con un inchino li lasciò passare mentre un paggio alle sue spalle teneva aperta la porta per lasciarli entrare. Namar si scambiò un’occhiata con Niasta, che alzò le spalle con fare indifferente e fece un cenno d’assenso col capo….e così i due fecero la loro entrata. La sala del trono era piuttosto grande, con alte colonne ricoperte da una verde edera rampicante ed un’altra pianta dagli incantevoli fiori rossi. Sulla destra, lungo il muro, scorreva un canale d’acqua alimentato da una cascata, che creava un piacevole sottofondo musicale. Dritti davanti a loro invece, sul fondo, stava il trono sul quale era seduto re Eralien….accanto al quale stavano altri tre elfi. I due cavalieri quando arrivarono di fronte al sovrano, si inginocchiarono rispettosamente, attendendo che questi gli concedesse di alzarsi, come esigeva il protocollo. “Benvenuti cavalieri, alzatevi. Perdonate l’accoglienza così misera ma se avessi saputo che avrei avuto ospiti importanti dal mio caro alleato avrei organizzato qualcosa di più appropriato.” “Non si preoccupi maestà, il nostro è stato un viaggio improvviso, per nulla pianificato…e lei è stato fin troppo cortese a darci udienza senza preavviso.” disse Namar alzandosi, seguito subito da Niasta. La donna, alle parole del compagno fu tentata di dire qualcosa, ma una volta tanto vinse il buonsenso (ed anche le sgridate che aveva ricevuto da Namar fino ad allora diedero i loro frutti) e rimase in silenzio mentre il suo sguardo vagava indagatore sugli altri tre elfi, anche se sempre con una certa discrezione. (O.O oooohhh, da quando Niasta pensa??? NdDragon è_é stai cercando di morire? NdNia ) Il primo di loro, probabilmente il consigliere del sovrano elfico, aveva l'aspetto di un quarantenne, i capelli castano scuro ed il viso, nonostante fosse dai lineamenti sottili come tutti gli elfi, sembrava avere segni più marcati degli altri due. Gli altri due invece erano molto più giovani, uno, quello che dava l'aria di essere più piccolo, aveva capelli color miele scuro e due brillanti e cordiali occhi chiari. Tuttavia fu il terzo che sorprese maggiormente la donna guerriera. Aveva capelli lunghi, di uno strano colore tendente all'ambra e due occhi verdi che sembravano pozze ghiacciate: erano freddi come un lago d’inverno, e non rivelavano alcuna emozione se non, forse, una sottile vena di ironia e disprezzo, come se reputasse i due guerrieri degli esseri inferiori; eppure il suo aspetto di neanche trentenne stonava immensamente con quelle pozze verde lucente. 'Mi viene voglia di prenderlo a pugni' pensò Niasta cercando di non far vedere questo suo pensiero nell'espressione del proprio viso. (^O^ brava Nia! NdDragon ^^ hihihi! NdNia povero cucciolo mio ç_ç NdMiyu <_< cucciolo? NdDragon) “Allora deve essere una cosa davvero importante se re Elachon vi ha fatto venire qui di tutta fretta…..” “Lo è mio signore.” “Capisco….” rispose con espressione ponderante “Allora parlate pure liberamente e non vi preoccupate per i presenti….sono tutti e tre miei consiglieri, due dei quali sono anche miei figli…” ed indicò i due elfi più giovani. “Questo è Reijnalin, il mio primogenito” riferendosi all’elfo per il quale Niasta nutriva una strana antipatia “Quest’altro invece è Janavel, il secondogenito.” “E’ un onore fare la vostra conoscenza principi.” disse cordialmente Namar con un inchino. Niasta seguì l'esempio del compagno inchinandosi a sua volta, ma sempre tenendo sott'occhio Reijnalin: le dava una tal rabbia quella sua aria da "so tutto io"! Fortunatamente però riuscì a trattenere qualche commento velenoso mantenendo anche una certa freddezza dei modi. Reijnalin infatti rimase impassibile, con le braccia incrociate al petto, a fissare i due cavalieri, mentre suo fratello minore con modi molto più cordiali sorrise e ricambiò il gesto. “Allora….ora che le presentazioni sono state fatte, concentriamoci sulle cose serie, sono in ascolto.” Namar fissò Niasta che abbozzò un sorriso divertito del tipo ‘mi hai detto tu di non parlare quindi arrangiati’…alla fine scosse il capo sospirando. “Vedete mio signore….nel regno di Doraim, che dovrebbe essere in pace con tutti i suoi confinanti, sono avvenute di recente delle strani incursioni da parte di misteriosi cavalieri senza stemma. Questi attacchi avevano come scopo quello di razziare e distruggere molti villaggi del nostro regno ed il nostro sovrano non riesce a capire chi possano essere questi nemici.” spiegò l’uomo “All’inizio si era pensato fossero dei semplici predoni ma successivamente, dalle descrizioni fatteci da alcuni paesani si direbbe che sono troppo ben organizzati per essere dei comuni banditi.” Gli elfi erano in rispettoso ascolto e sembravano molto concentrati su quello che stava venendo loro detto, al che Namar continuò la sua esposizione. “Il nostro re ci ha mandato da voi alla ricerca di informazioni o di qualche genere di aiuto, visto che noi stiamo letteralmente brancolando nel buio….su questi misteriosi cavalieri non si sa nulla, non lasciano alcuna traccia del loro passaggio se non fiamme e fumo….il nostro re non vuole dare alcun allarme fino a quando le cose non siano state chiarite ma si teme che questa situazione possa diventare presto un pericolo se non contrastata, non solo per il regno di Doraim ma anche per il vostro e quello degli altri alleati.” Niasta guardò ammirata (anzi, "quasi" ammirata) il proprio compagno per le sue qualità di espositore, ma ben presto la sua mente finì col formulare un altro dei suoi pensieri 'Certo che ne ha di parlantina! Mi chiedo perché si sia messo a fare il guerriero invece del letterato...vabbè, fattacci suoi'.(-.- NdDragon <_< cosa??? NdNia u_u nulla nulla NdDragon sempre a criticare eh?-_- NdNamar >.< sì! Qualcosa in contrario??? NdNia u_u NdDragon) Re Eralien fissò attentamente i due guerrieri che gli avevano riferito quelle inaspettate e preoccupanti notizie, poi si voltò verso il suo consigliere che fece un cenno d’assenso col capo, quasi avesse risposto ad una silenziosa domanda che i due si erano scambiati. Namar e Niasta rimasero in attesa che il sovrano elfico parlasse. “Queste notizie, cavalieri, suonano nuove anche a noi…” disse in fine voltandosi nuovamente verso di loro “Per poter prendere una decisione giusta ho bisogno di tempo per pensare e consultarmi con i miei consiglieri, spero non vi dispiaccia attendere…..fino a quando non vi convocherò siete liberi di girare per il palazzo…..ed in caso ci volesse più tempo del previsto per noi sarebbe un piacere avervi come ospiti sotto il nostro tetto.” Namar fece un cenno col capo….già sapeva che non sarebbe stato facile ottenere il loro aiuto, gli elfi erano sempre così tranquilli e controllati per qualsiasi cosa….non si lasciavano mai sopraffare dall’impulsività. Lanciò un’occhiata a Nia e la vide roteare gli occhi in modo abbastanza discreto, ma questo gli fece capire che, come al solito, lei non amava le attese. “Certamente mio signore….prendetevi pure tutto il tempo di cui avete bisogno per decidere…noi aspetteremo.” disse con un inchino. “Benissimo.” rispose il re alzandosi dal suo trono “Allora vi congedo e mi appresto a consultarmi con i miei consiglieri….vi farò chiamare io.” I due cavalieri non dissero altro. Si inchinarono con riverenza ed uscirono dalla sala del trono, lasciandosi alle spalle i quattro elfi a confabulare tra loro. "Parlare parlare sempre parlare!" ringhiò Niasta una volta che lei e Namar furono fuori dalla sala del trono "Possibile che gli elfi non sappiano mai agire senza prima discutere per ore??? Non hanno un minimo di spirito combattivo!" Namar sospirò….eccola…era scoppiata….era già qualcosa che si fosse trattenuta fino ad allora. “Nia…mica tutti si buttano a capofitto nei guai come te. Tu batti il primato indiscusso su questo.” "Non è vero mio caro" replicò la donna stizzita "Sono gli altri a non essere ragionevolmente avventati!" “Tu misuri tutti gli altri con il tuo stesso metro…..gli elfi possono anche essere troppo calmi….ma tu sei una calamità naturale.” Mentre discutevano Namar e Niasta si stavano aggirando per i corridoi del palazzo senza ben sapere dove andare…alla fine sbucarono in uno dei giardini interni, anche quello impeccabile come tutto il resto. Era adornato da panchine in pietra, alberi rigogliosi e fiori di ogni specie e colore ed una grossa fontana zampillante nel mezzo. "Io NON sono una calamità naturale, sono solo una povera ragazza costretta a fare la guerriera dal fato crudele" disse Niasta con fare melodrammatico "E comunque sono affaracci miei come mi comporto e quello che decido di dire o fare, chiaro?" “Allora non giudicare gli altri cara la mia povera sfortunata fanciulla perseguitata dal fato crudele.” rispose il compagno con un sorriso divertito prima di sedersi su una delle panchine a godersi quella splendida giornata di sole…stando tutto il tempo a cavallo uno non riesce ad apprezzare queste cose. "Io non giudico" si schernì la donna "Semplicemente esprimo le mie opinioni sul comportamento altrui" aggiunse sedendosi accanto a lui. Namar fissò Nia e sbuffò….era impossibile ragionare con lei ma ormai ci aveva fatto l’abitudine ed erano diventati quasi un divertimento questi loro piccoli battibecchi. Davvero…era l’unico che riusciva a sopportare quella brontolona. I due rimasero in un tranquillo silenzio a godersi l’atmosfera….poi però, all’improvviso, si ritrovarono davanti uno dei due principi, Reijnalin. Namar sussultò un po’. Quando era arrivato? Non lo aveva percepito avvicinarsi. “Scusatemi cavalieri….spero di non avervi disturbato.” disse con una voce calma e profonda mentre la sua espressione non rispecchiava alcuna emozione. Niasta fissò l'elfo che ora stava davanti a loro con astio aperto: non le piaceva quel tizio così freddo, era una continua sfida alla sua capacità di controllarsi ed evitare di spaccargli la faccia con uno pugno ben piazzato per costringerlo a reagire in qualche modo. “Nessun disturbo principe….possiamo fare qualcosa per voi?” chiese Namar. “Effettivamente si….sono venuto qui a parlare con voi. Vorrei che mi spiegaste meglio le circostanze di questi attacchi.” "Uhm..." commentò Niasta a voce abbastanza alta perchè l'elfo la potesse sentire "...a quanto sembra almeno uno di loro non è così propenso alla discussione collettiva come gli altri" Reijnalin fissò la donna ma non disse niente, non lasciò trapelare neppure un’emozione…sembrava non volersi abbassare a rispondere a quella ovvia provocazione….così tornò a fissare Namar, che avrebbe tanto voluto tirare una sberla in testa a Nia per la sua sfacciataggine ma si trattenne. “Che cosa vorrebbe sapere di preciso principe? Anche se non credo di poter rispondere a molte domande visto che le nostre informazioni sono scarse.” “Allora speriamo mi possiate rispondere….da quanto tempo precisamente si stanno svolgendo questi attacchi e sapete per caso quali armi sono soliti usare?” "Da circa un paio di mesi" brontolò Niasta lanciando un'occhiata torva al principe degli elfi. Quel tizio continuava a non andarle a genio, e rispondere alle sue domande non era esattamente uno dei modi migliori per farle passare la rabbia. Tuttavia anche un tipo come Niasta a volte capiva che era il caso di essere diplomatici...almeno finchè non era il caso di ricorrere alle maniere forti! “Per quanto riguarda le armi non sappiamo nulla…per lo meno non hanno utilizzato nulla di insolito se è questo che volete sapere…” continuò Namar, che aveva adocchiato le occhiatacce di Nia verso il principe ed iniziava a temere il peggio “Forse c’è stato l’utilizzo di magia, visto che un semplice incendio non avrebbe potuto ridurre in quello stato un villaggio.” Reijnalin si limitò a fare un cenno col capo per far capire che aveva preso nota dell’informazione. “Immagino che i danni siano stati consistenti per la vostra gente.” "Certo che abbiamo subito danni consistenti" disse con fare sarcastico Niasta "Sennò non saremmo qui a chiedervi aiuto, no?" “Nia….non fare la solita.” bisbigliò Namar. Reijnalin alzò un sopracciglio. “Era un’osservazione legittima….dall’entità dei danni e dall’ubicazione dei villaggi si potrebbe capire se il loro scopo era solo saccheggiare e distruggere oppure hanno fatto ciò solo per nascondere le loro vere intenzioni.” spiegò in un ragionamento che a suo parere doveva essere scontato…cosa che quei due umani avrebbero dovuto già prendere in considerazione. A quella sua ennesima spiegazione detta con accento freddo e calcolatore, le gote di Niasta si colorarono di una bella tonalità porpora, mentre la donna stringeva i pugni con fare alquanto preoccupante e ripeteva mentalmente 'Non devo tagliargli la gola, non devo tagliargli la gola, non devo tagliargli la gola...' “Si beh….credo che la vostra osservazione sia giusta principe…” disse Namar con uno dei suoi calmi sorrisi per poi voltarsi verso la sua compagna e darle una sonora pacca sulla spalla “Non credi anche tu Nia?” Quelle ultime parole erano state pronunciate con una nota decisiva che lasciavano trasparire il silenzioso messaggio ‘datti una calmata o te ne faccio pentire poi’…e Namar portava sempre a termine le sue minacce. La donna gli lanciò un'occhiata di sbiego ma annuì riuscendo bure a borbottare un "Sì" appena accennato, mentre lanciava un'altra occhiata contrariata al principe elfo. Reijnalin sembrò meditare alcuni istanti, probabilmente alla ricerca di qualche altra domanda da porre ai due guerrieri….il tutto mentre un piacevole venticello gli faceva fluttuare i setosi capelli ambrati. “E ditemi un’ultima cosa….il vostro re ha già fatto qualcosa per cercare di arrestare questi ‘banditi’ oppure li sta lasciando scorrazzare tranquillamente nel vostro regno….per poi mandare voi qui da noi a chiedere il nostro aiuto e magari farci fare tutto il lavoro?” parlò in fine con la massima calma….anche se quello che aveva appena detto non era propriamente cortese. Era un’accusa abbastanza pesante, lo sapeva, e probabilmente conoscendo suo padre e Jedidiah, il suo consigliere, si stavano domandando le stesse cose nel privato del suo studio senza avere il coraggio di dare voce ai suoi dubbi…non voleva essere villano gli diceva…..si era sempre domandato come avesse potuto prendere delle decisioni serie con tutte le cose non dette che aveva lasciato correre. Stranamente la risposta che gli diede Niasta fu proferita in tono calmo e controllato. "Abbiamo tentato molte volte di catturarli, ma questi 'banditi' scompaiono così come sono venuti, e nei rari casi in cui ci sono stati degli scontri i nostri uomini sono sempre stati massacrati senza pietà" “Esattamente….molti soldati sono morti per proteggere il nostro regno e la nostra gente…quindi la pregherei di non insinuare più una cosa simile. Noi siamo venuti qui in assoluta buona fede.” aggiunse Namar con voce e sguardo serio. Reijnalin li fissò attentamente, scrutando le loro espressioni con particolare intensità….forse alla ricerca di qualche menzogna ben celata….ma sembrò non trovarne alcuna. “Bene….allora posso reputarmi soddisfatto delle vostre risposte…vi ringrazio del tempo che mi avete dedicato.” disse facendo un mezzo inchino. Stava per andarsene quando il suo sguardo cadde su un particolare che stranamente, fino a quel momento, non aveva notato. Quindi si fermò e tornò a fissare Namar, che alzò un sopracciglio con espressione perplessa. “Lord Namar…..nessuno glielo ha mai detto che ha gli occhi di un colore assai raro e particolare?” disse con un tono di voce che sembrava particolarmente interessato “Occhi color argento….così puri da sembrare quasi bianchi e da risplendere di una luce particolare….non sono occhi comuni i suoi….non per gente della sua razza e della sua provenienza.” L’uomo si irrigidì leggermente, anche se cercò di non darlo a vedere. Quello sguardo…lo sguardo del principe….era convinto che lui sapesse già tutto…aveva capito. Inconsciamente si trovò a stringere in una stretta spasmodica le mani guantate di pelle nera mentre Nia lo fissava in un misto di preoccupazione ed astio verso l’elfo. Reijnalin li fissò ancora qualche istante con quei due smeraldi che si trovava la posto degli occhi, che sembravano emanare uno strano luccichio, poi si inchinò nuovamente e parlò. “Spero che mio padre non vi faccia attendere a lungo con le sue decisioni.” E senza dare il tempo ai due di ricambiare il saluto, si voltò e si diresse verso l’entrata con passo rapido ma elegante. Niasta aspettò che l'elfo se ne fu andata per fare una linguaccia nella sua direzione. "Maledetto elfo borioso e saccente!" ringhiò inviperita "Come cavolo si permette di fare certe insinuazioni????" ‘Grazie al cielo si è trattenuta fino ad ora prima di scoppiare’ pensò Namar tirando un sospiro di solievo…l’aveva vista brutta quando il principe aveva fatto quell’insinuazione sul loro conto…invece era rimasta più calma di quello che sperava. “Penso ci abbia voluto mettere alla prova…” disse in fine tornando a rilassarsi sulla panchina in pietra. "Metterci alla prova..tsè! Quello ci stava praticamente prendendo per i fondelli!" replicò Niasta sbuffando. “Dai dai…ora non farla tanto grossa….dobbiamo solo pazientare un po’ e poi ce ne torneremo nel nostro regno con qualsiasi risposta abbiano da darci.” Niasta annuì rimanendo in silenzio per alcuni attimi, infine lanciò un'occhiata a Namar dicendo scuotendo il capo: "...comunque io continuo a non capire questa passione degli elfi per tutto questo verde!" ‘Non cambierà mai…’ pensò l’uomo chiudendo gli occhi e godendosi i raggi di sole che baciavano la sua pelle.
La mattina del giorno dopo ecco Namar e Niasta nuovamente in piedi di fronte al trono di re Eralien, affiancato dal suo consigliere e dai suoi due figli maggiori. Il sovrano, ad essere sinceri, non ci aveva messo poi molto a decidere, e visto che loro due erano giunti a Vijna a pomeriggio inoltrato, avevano potuto usufruire dell’ospitalità degli elfi e banchettare assieme all’intera corte. Era stata un’esperienza interessante ed unica…visto il perfezionismo con cui organizzavano le cose, compresa una semplice cena….e per quanto Nia avesse sbuffato, Namar era certo che avesse apprezzato la cosa. Ora non gli restava che ascoltare il responso del re, e tornare dal loro sovrano a riferirlo….sperando di portare con loro buone notizie. “Cavalieri….io ed i miei consiglieri siamo giunti ad una soluzione che di sicuro soddisferà entrambe le nostre parti…” disse il re fissando i due uomini, che rimasero col fiato sospeso in quei brevi istanti di pausa nel discorso. “Noi purtroppo non possediamo le informazioni di cui avete bisogno. Come vi ho già detto ieri, la notizia di questi attacchi giunge nuova anche a noi….ma come avete supposto è qualcosa che ci fa mettere in allarme….un nemico sconosciuto potrebbe rivelarsi presto una minaccia se non si prendono le adeguate precauzioni…quindi abbiamo deciso di aiutarvi. Vi affiancheremo uno dei nostri migliori uomini nelle vostre ricerche…per il momento, più di così non possiamo fare.” Namar tirò un sospiro di sollievo a quella notizia. Non era molto ma era sempre un aiuto che poteva far comodo, soprattutto viste le capacità ed i poteri della razza elfica. “La ringraziamo di cuore per il suo generoso contributo maestà” disse il guerriero con un inchino. “E’ anche nel nostro interesse aiutarvi a risolvere questa situazione….e poi il vostro regno è sempre stato un buon alleato per noi elfi.” abbozzò un vago sorriso “Per quanto riguarda l’uomo che verrà con voi penso abbiate già avuto il piacere di conoscerlo…si tratta di mio figlio Reijnalin.” Niasta a quelle parole fissò allarmata il sovrano elfo, poi i suoi occhi si posarono su Reijnalin ed infine, con fare supplichevole su Namar. (u_u ti compatisco, Nia NdDragon ç_ç sigh sigh NdNia ma povero Reija^^;;;; NdMiyu ….NdReija <_< tks! NdDragon&Nia) L’uomo notò con la coda dell’occhio l’espressione di Nia….e se non fosse stato in presenza dei regali avrebbe fatto qualcosa di drastico….ma si rendevano conto di quanto impossibile sarebbe diventata la sua vita se Reijnalin si univa al loro gruppo?? Purtroppo non poteva dar voce a quel pensiero. “Si, abbiamo già avuto l’onore di conversare con lui.” disse infine. “Bene…sappiate che mio figlio possiede il più alto grado di combattente che ad un elfo possa mai essere conferito…ed è uno dei maghi migliori che si possa mai incontrare…vi sarà senz’altro di grande aiuto ma soprattutto potrà mettersi in contatto con me in qualunque momento voglia.” “Per noi sarà un piacere averlo nel nostro gruppo.” 'E ti pareva che era lui il loro uomo migliore!' pensò Niasta mentre si stava mano a mano rassegnando al destino avverso che di certo quel giorno doveva averla presa di mira. “Per quando è fissata la data della nostra partenza?” si informò Namar. “Anche subito se volete…sono già pronto.” rispose direttamente Reijnalin. Namar riflettè alcuni istanti e poi parlò. “Allora partiremo tra circa mezz’ora se per voi va bene….così io e la mia compagnia abbiamo il tempo di recuperare i nostri effetti.” “Perfetto…vi aspetterò tra mezz’ora nel cortile del palazzo.” detto questo prese e se ne uscì. Namar e Niasta tornarono velocemente alle loro stanze per prendere le proprie cose, e per tutto il tragitto la donna fece notare il proprio disappunto sbuffando o imprecando in maniera piuttosto colorita per una femmina. L’uomo non potè far altro che sopportarla in silenzio…se avesse detto qualcosa le lamentele sarebbero diventate ancora più vocali ed il suo mal di testa non ne avrebbe giovato. Alla fine eccoli comparire nel cortile principale del castello con le loro borse. Lì vi trovarono già Reijnalin ad attenderli, in piedi accanto ad un magnifico esemplare di cavallo dal manto talmente bianco da sembrare quasi argenteo. Alla sella erano appese varie borse dai misteriosi contenuti. “Se siete pronto principe possiamo partire.” disse Namar. “Andiamo…” rispose montando a cavallo senza tante cerimonie. 'Lo strangolo!' pensò Niasta mentre guardava quel malefico elfo che si sentiva tanto superiore a tutto e a tutti. Alla fine tutti e tre montarono a cavallo e senza guardarsi alle spalle partirono alla volta della capitale di Doraim.
Erano in viaggio già da più di tre ore e tra altre due avrebbero abbandonato i territori del regno degli elfi. La comitiva proseguiva con andatura tranquilla ma non troppo lenta, per riuscire così a giungere a Bianak entro il tramonto o al massimo entro le prime ore della notte….se il loro sovrano non fosse stato reperibile per allora, di sicuro li avrebbe convocati la mattina seguente. Fino a quel momento la conversazione era stata molto scarsa…ed i vari tentativi di Namar di instaurarne una furono bloccati quasi sul nascere dalle risposte fin troppo essenziali di Reijnalin e dal pessimo umore di Niasta, che continuava a sbuffare e lanciare occhiatine in cagnesco al principe elfo. Il guerriero provò nuovamente a parlare, non gli piaceva viaggiare in silenzio…visto che era abituato a stare in compagnia di Nia, che di solito chiacchierava a raffica. “Dunque principe….lei è mai stati a Bianak, la nostra capitale?” “Si….un paio di volte…ma parecchi anni fa…” rispose Reijnalin fissando Namar con la coda dell’occhio. “Ah…e le è piaciuta?” “Abbastanza.” Namar sospirò mentalmente….parlare con quell’elfo era una cosa impossibile! “La ringraziamo ancora di aver accettato questo incarico principe.” “Era un mio dovere….e poi ero il più appropiato per questo compito…” 'Sì, come no! Figuriamoci se non era così!' pensò Niasta mentre teneva ostinatamente lo sguardo davanti a sè senza dare la soddisfazione all'elfo di sembrare interessata a lui. (^^;;; la situazione si sta facendo elettrica...NdDragon è_é lo odio quello!!!! NdNia ^^;;;; NdDragon tzè…NdReija u_u la vedo male...NdDragon) “Comunque Lord Namar….la smetta di chiamarmi principe…durante il viaggio non mi sembra proprio il caso, rischia di attirare solo l’attenzione e questo non ci è di alcuna utilità.” disse con tono tranquillo, come se avesse appena fatto un’osservazione sul tempo. “Avete ragione….ma allora come dovremmo chiamarla?” chiese perplesso. “Col mio nome….e potete pure darmi del tu….” aggiunse. "Allora dovreste darci pure voi del tu, non crede, PRINCIPE?" ringhiò Niasta girandosi verso di lui con un'aria sarcastica. Reijnalin si voltò verso la ragazza inarcando un sopracciglio…ed assunse un’aria vagamente divertita. “Come vuoi tu, NIASTA” Namar scosse il capo…in che situazione si era cacciato. “Bene…sembra che ci siamo accordati alla fine…” Con questo il viaggio proseguì ed uscirono finalmente dai territori degli elfi, inoltrandosi per strade ormai appartenenti al regno di Doraim. Essendo parecchie ore che cavalcavano senza sosta, decisero di fermarsi a gustare un buon basto in una piccola radura che Namar e Niasta conoscevano piuttosto bene, così avrebbero fatto riposare un po’ anche i loro cavalli. Quando però abbandonarono la strada per entrare nella vegetazione, videro che la radura era già occupata da qualcuno, che se ne stava sdraiato beatamente nell’erba all’ombra di un albero mentre il suo destriero brulicava indisturbato. Tuttavia quando lo sconosciuto sentì il rumore degli zoccoli dei cavalli sul terreno, si alzò di scatto a sedere. La sua mano destra scattò immediatamente sull'elsa della spada che giaceva sguainata alla sua destra in caso di necessità, mentre i suoi occhi si posavano allarmati sui tre viaggiatori. I tre fermarono i loro cavalli e fissarono l’uomo che li stava minacciando con la spada. Non era molto alto, poco più del metro e settanta, ma la sua statura non sembrava svantaggiarlo visto che compensava con un fisico robusto e scattante, come aveva appena dimostrato. Aveva i capelli castani leggermente lunghi ed occhi verdi molto chiari….non come quelli di Reijnalin che invece erano profondi come due smeraldi. Namar e Niasta fissarono lo sconosciuto alcuni istanti, con espressione un po’ sorpresa, e poi il guerriero esibì un bel sorriso. “Ma tu guarda chi abbiamo qui!!” "Namar! Niasta!" esclamò piacevolmente sorpreso l'uomo mentre riponeva la spada e si avvicinava al gruppetto con un sorriso cordiale disegnato sul viso. Il guerriero saltò giù da cavallo ed andò incontro allo sconosciuto, racchiudendolo poi in un abbraccio appena lo ebbe a portata di mano. “Isha! Amico mio! Ne è passato di tempo dall’ultima volta che ci siamo visti!” "Più di un anno, Namar! È da più di un anno che non vedo te e Nia" confermò l'altro sciogliendo l'abbraccio. Nel frattempo anche Niasta era scesa da cavallo e si era avvicinata a loro due. "Nia..." sorrise Isha abbracciando pure e lei e dandole un piccolo bacio sulla guancia. "Isha" sorrise la donna, ora allegra come sempre. Reijnalin intanto se n’era rimasto comodamente a cavallo senza muovere un muscolo per raggiungere il gruppo, si limitava a fissare l’allegra combriccola di amici ritrovati senza fiatare. “Allora…dimmi un po’, che cosa ti porta da queste parti? Lavoro o piacere?” chiese Namar sorridendo. "Piacere si potrebbe dire: ho appena finito un lavoro e stavo tornando alla capitale" rispose Isha con noncuranza mentre ogni tanto il suo sguardo indugiava sull'elfo ancora a cavallo. "Uhm...che hai combinato stavolta?" chise Niasta con curiosità, mentre uno strano luccichio le attraversava gli occhi. "Nulla di particola...ho protetto un paio di mercanti che stavano viaggiando verso ovest dai briganti, ma per il resto mi sono annoiato alla grande! Ci credereste che qui intorno non si trovano più goblin da uccidere neanche a pagarli a peso d'oro?" chiese interdetto Isha. “Beh…noi guerrieri ci possiamo anche annoiare per questa loro carenza…ma credo che i comuni viaggiatori gioiscano di questa cosa.” disse Namar divertito. "Immagino di sì" concordò Isha divertito "ad ogni modo...chi è l'elfo che sta con voi?" chiese lanciando a Reijnalin un'occhiata. Non l'avesse mai fatta quella domanda! Al solo pensare al principe elfo, l'umore di Niasta si guastò immediatamente, e sul suo viso si disegnò un'espressione tra il frustrato ed il furioso. Namar fissò Nia scuotendo il capo, poi Reijnalin che stava ancora seduto a cavallo ed infine Isha. Abbozzò un sorriso anche se la sua espressione era vagamente esasperata dal modo di fare della compagna. “Il suo nome è Reijnalin Glewén….sta venendo con noi a Bianak per portare a termine un incarico che ci ha affidato re Elachon.” spiegò semplicemente l’uomo…..al che il principe elfo si decise a scendere da cavallo e si avvicinò al gruppo. Isha fissò stupito Namar per qualche istante: il principe primogenito degli elfi era con i suoi amici? Perchè mai? Quando Reijnalin li raggiunse Isha si presentò con un inchino cortese. "Sono onorato di conoscerla principe Reijnalin Glewén, il mio nome è Isha, e sono stato compagno d'armi di Namar e Niasta" “Non c’è bisogno di tutti questi formalismi….come dicevo prima ai tuoi amici non è il caso che si continui a chiamarmi principe….il mio nome è più che sufficiente.” rispose Reijnalin con voce calma mentre fissava Isha con la solita impassibilità nel volto…non aveva indagato sul fatto che non si fosse presentato col suo cognome….una mezza idea se l’era fatta sul perché non l’avesse detto. “Però mi onora il fatto che anche un mezz’elfo conosca il mio nome.” Gli occhi di Isha si spalancarono leggeremente a quelle parole: era sorpreso che si fosse accorto di ciò che era, in fondo si era fatto crescere i capelli a coprire le orecchie a punta proprio per evitare che riconoscessero la sua 'razza'... Poi la sua espressione si sciolse in una malinconica e leggermente ironica: a quanto sembrava non poteva fuggire al proprio status di sanguemisto. Reijnalin lo fissò attentamente, aveva notato il suo cambio d’espressione e quasi gli avesse letto nel pensiero rispose: “Io sono un elfo e per di più un principe….ho dei poteri che mi permettono di conoscere la natura di chi mi sta di fronte…per il resto non temere, ad occhi comuni puoi passare benissimo per umano.” parlò “Ti vergogni così tanto della tua natura di mezzosangue da volerla nascondere? Scommetto anche che pensavi che ti avrei trattato da essere inferiore per questo…” Niasta fece per replicare qualcosa a quelle parole che a lei sembravano una grande cattiveria, ma lo sguardo improvvisamente gelido di Isha la trattenne dal farlo. "Sì, mi vergogno della mia natura" replicò con calma Isha "Ma è a causa di voi elfi che mi vergogno: voi mi avete sempre disprezzato...a voi non importa ciò che sono, ai vostri occhi appaio solo come l'aberrazione di uno di voi. È per questo che prendo l'aspetto di un umano: perchè è ciò che desidererei essere" Reijnalin lo fissò con espressione divertita ed un accenno di sorriso sulle labbra….scosse il capo….Namar intanto si stava preoccupando, sapeva come quell’argomento fosse un tasto delicato per l’amico. “Ragazzo, cresci….le discriminazioni sono sempre esistite e sempre esisteranno. Non interessa a nessuno che tu sia elfo o mezzelfo, nano o goblin….ti giudicano male perché sei diverso” parlò con altrettanta calma “Molti umani odiano noi elfi per i nostri poteri e la nostra vita longeva, ma la loro è tutta invidia…..gli elfi odiano voi sanguemisto perché vi considerano, come hai detto tu, un’aberrazione….gli umani si disprezzano addirittura tra loro per argomenti stupidi…..secondo te vale la pena condizionare la propria vita per questo? Un conto è se si vergognano gli altri di te…un conto è se ti vergogni tu stesso.” "Non mettermi in bocca parole che non sono mie" replicò Isha, anticipando una sfuriata da parte di Niasta che sembrava propensa a prendere il principe elfo a pungi "Bada bene, io ho detto che mi vergogna della mia natura, non che mi faccio condizionare da questo mio sentimento" “Allora è un bene….” disse semplicemente e si voltò per tornare dal suo cavallo ma dopo alcuni passi si fermò e voltò appena il capo nella loro direzione “Perché tu lo sappia a me non interessa assolutamente chi tu sia….io giudico le persone per quello che fanno e non per quello che sono…” Con questo raggiunse il suo destriero, lo afferrò per le redini e lo condusse nel mezzo della radura a brucare assieme al cavallo di Isha.
Fine Capitolo 1
Dragon: non male, non male ^^ Nia: non male un corno! Io non lo voglio quello nel gruppo! *indica Reijnalin* Dragon: u_u su su, in fondo non hai ancora visto nulla della malvagità vera mia e di zia... Nia: O.o che avete in mente, folli???? Dragon: ^_^ sore wa himitsu desu! (copyright: Xellos :p) Miyu: ohohohohoho!^O^ *con la codina da diavoletto* Reija: …..*del tutto indifferente* Namar: addio…-___-;;;; Isha: u_u sigh! Dragon: ^^;;;; ehm...
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