Diclaimers:
i personaggi sono miei! In tutti i sensi…specialmente uno…. No, scherzo! ^^
Purtroppo non appartengono a me, ma al grande Yoichi Takahashi, e non ci
guadagno $ ç_ç . Mondo infame…appena rimedio il numero di casa del maestro
gli chiedo di prestarmeli ed allora…*____*
Ascoltami di
Mandysweetlove
“Come avrebbe
potuto dimenticare quello che era successo? Impossibile…. Sentiva ancora
su di se lo sguardo severo di Pierre mentre gli si avvicinava a passo
lento ma deciso, stranamente il dolore allo zigomo sinistro causatogli
dalla scazzottata con Soda era sparito, c’erano solo loro due.
Il suo bellissimo
capitano lo guardava fisso negli occhi: i suoi azzurri chiarissimi in
quelli leggermente più scuri di Napoleon. E poi lo aveva schiaffeggiato
con violenza. Tutti si aspettavano chissà che reazione da parte sua, ma
Louis non fiatò nemmeno: non s’infuriò, non si offese, non gli restituì
il colpo. Solo sbarrò gli occhi e lasciò che lo rimproverasse. Aveva
potuto sentire chiaramente il suo fiato caldo sul volto, le sue mani
stringergli la maglietta, la sua voce tuonargli nelle orecchie;
l’impronta della sua mano bruciava ancora sul suo volto e Louis pregò
perché non se ne andasse più. La morbidezza della sua pelle l’aveva
sfiorato per un attimo, certo non come avrebbe voluto lui, ma andava bene
lo stesso: era già tanto.
Mentre lo sgridava
era quasi contento di poter avere tutta la sua attenzione per lui, di
sapere che lo stava toccando *intenzionalmente *, perché comunque lo
aveva fatto perché lo voleva.
Di solito era
sempre Louis che gli stava appiccicato, sfruttava al meglio ogni piccola
occasione per stargli vicino: quando si davano amichevoli pacche sulle
spalle, quando lo accompagnava fuori dal campo perché si era fatto male,
una volta Pierre gli aveva addirittura dato una pacca sul sedere! Una
sciocchezza, una specie di scongiuro prima di una partita importante, ma
non se la sarebbe mai dimenticata….
Cosa avrebbe dato
perché lo facesse intenzionalmente…lui l’amava davvero
tanto…l’aveva amato dal primo momento che l’aveva visto.
In quel momento
aveva ammesso che era davvero un bel ragazzo, ma nient'’altro, ma
successivamente si era conquistato prima la sua stima, poi il suo amore.
Gli avevano sempre fatto schifo certe persone, le ragazze non gli
interessavano, ma non credeva nemmeno che gli piacessero gli uomini!
Insomma il modo in cui loro facevano…. Una volta non avrebbe mai
sopportato l’idea di stare a letto con uno più forte di lui, invece
ora…se pensava a Pierre, il che accadeva piuttosto spesso, voleva
solo…. Durante gli allenamenti lo osservava, e si chiedeva che effetto
avrebbe fatto stringersi al suo petto muscoloso, respirare il suo profumo,
affondare le dita nei suoi capelli lunghi, sentirlo soltanto suo e di
nessun altro, dirgli chiaramente quello che provava per lui….
Non ne aveva il
coraggio.
Semplice.
Chiaro.
Lampante.
Era un idiota.
Proprio Napoleon,
il freddo e cinico Napoleon, l’uomo vissuto, colui che non deve chiedere
mai…aveva paura.
E quanta paura.
Se Pierre gli
avesse riso in faccia, o peggio ancora non l’avesse più voluto vedere,
allora sarebbe davvero morto.
Chissà? Magari se
n’era già accorto! Allora se non aveva fatto niente, forse voleva dire
che…. Ma figuriamoci! Più amante di lui delle donne non c’era
nessuno! Sicuramente non sapeva niente, o l’avrebbe castrato…. Certo,
che era proprio un gran coglione!! Gli sbavava dietro come un vecchio
maniaco, e lui come niente…. Doveva dirglielo. L’aveva realizzato
chiaramente proprio in quella fatidica semifinale, quando lo aveva
schiaffeggiato e rimproverato, quando gli era andato così vicino da
lasciargli respirare il suo odore. Doveva dirglielo. Doveva farlo. Era
giusto nei suoi confronti del resto, probabilmente l’avrebbe cacciato
fuori squadra ma…doveva rischiare. Se gli rispondeva che gli faceva
schifo, almeno avrebbe potuto dargli del bastardo, allora almeno la faccia
la salvava, il cuore andava in pezzi, ma…comunque. Se magari Pierre
l’avesse ricambiato…allora, sarebbe stato l’uomo più felice del
mondo. Ne valeva la pena.”
Louis
Napoleon guardava
intontito la possente e regale struttura davanti a lui; sapeva che il suo
capitano era ricco, ma non immaginava che vivesse in una tale reggia
modello Versailles!! se era di così buona famiglia, non lo dava certo a
vedere, anzi non ne parlava nemmeno. Certo, un benestante come lui
probabilmente non si sarebbe accontentato del primo zotico che gli
confessava d’amarlo…. Arght! Aveva deciso di dirglielo, non poteva
tirarsi indietro proprio ora!!
Raccolse
le ultime briciole di coraggio rimastegli e suonò alla porta. Poco dopo
arrivò ad aprire Pierre in persona
“Ehi,
Napoleon!” esordì a metà fra lo stupito e l’entusiasta della visita
“C-
Ciao ecco io…dovrei parlarti…”
“certo,
entra!” Il bel numero dieci si fece da parte per lasciarlo passare, ma
Louis rimase sulla porta pietrificato: accidenti, venire sbattuto fuori a
calci non gli sarebbe piaciuto!
“O
– ok…” come sentì la porta chiudersi ebbe un sussulto
“qualcosa
non va?”
“no…”
“cosa
devi dirmi?”
“ecco
io”
“ehi,
non ti ho ancora offerto da bere!” Diede una pacca su una spalla al
compagno e gli fece segno di seguirlo in salotto
“Aspettami
qui torno subito” Louis annuì col capo sforzandosi di non arrossire:
maledizione! Così lo metteva in difficoltà! Se non lo avesse interrotto
glielo avrebbe già detto! Pierre tornò poco con un bicchiere che gli
porse
“g
– grazie…” buttò giù tutto in un colpo poi lo guardò
energicamente negli occhi
“Pierre…”
“Si?”
Quando
vide le sue labbra incresparsi per pronunciare quella parolina e i suoi
limpidi occhi spalancarsi con curiosità non riuscì più a contenersi: lo
afferrò per le spalle e premette le labbra contro le sue con prepotenza.
Non voleva parlare, quello tanto gli avrebbe chiarito le idee.
Spingeva
il suo bacio sempre di più aspettando che schiudesse le labbra o peggio
che lo respingesse; ma Pierre non si mosse, rimase immobile per lunghi
istanti ascoltando i battiti sempre più veloci del suo cuore. Poi aprì
la bocca e lasciò che la lingua di Louis s’intrecciasse con la sua,
mentre le lacrime gli salivano agli occhi; si sforzò di non piangere, non
voleva rovinare quel momento, ma non poté resistere a lungo. Quando ormai
stava per singhiozzare Louis lo lasciò e lo fissò incuriosito, il
capitano invece si accasciò al suolo in lacrime
“P
– perché piangi? Ti faccio così schifo?!” lui non rispondeva, le
lacrime scorrevano incessanti sul suo volto
“perché
l’ hai fatto?” mormorò fra i singulti, Louis gli si inginocchiò
vicino e lo abbracciò dolcemente
“Perché…ti
amo”
“BUGIARDO!!”
Pierre scattò in piedi scrollandoselo malamente di dosso e guardandolo
con rabbia
“Pierre…”
“SEI
SOLO UN MALEDETTO BUGIARDO…PERCHE ‘ VUOI FARMI SOFFRIRE IN QUESTO
MODO?!”
“cosa?
Ma…Pierre? Tu …” il suo compagno singhiozzava convulsamente, e
tremava. Louis era sconvolto: non l’aveva mai visto piangere, e non
credeva che sarebbe mai successo. Invece era vero, Pierre era davanti a
lui, l’aveva baciato, gli aveva dichiarato il suo amore e ora lui
versava lacrime amare.
“Sei
un maledetto…sight…bugiardo…perché doveva capitare proprio a
me?!”
“Senti
Pierre mi dispiace, io dovevo dirtelo! Non ti causerò nessun fastidio,
non voglio darti problemi…”
“ME
LI DAI GIA ‘ ORMAI!”
“Cos…?”
“non
ti sei accorto che sono innamorato di te, brutto stronzo?!”
Napoleon credette sul serio
di essere pazzo. Pierre innamorato di…lui?
“P-
parli sul serio…?”
“ma
non ti sei accorto di come ti guardo?”
“ma
veramente…”
“allora
sei cieco oltre che stronzo?”
“e
tu allora?!” il ragazzo scattò in piedi e lo prese per il colletto
della camicia “Anche tu non ti sei accorto di come ti guardo io! Non
venire a dare a me dello stronzo !” Le lacrime riaffiorarono agli occhi
del bel capitano francese il quale si strinse al petto di Louis
“Louis…Louis…”
il numero 20 francese gli passò dolcemente le mani fra i capelli e gli
cinse le spalle, poi gli prese il mento e posò le labbra sulle sue. Non
voleva forzarlo troppo, ma quel contatto stava diventando monotono, voleva
di più! Gli artigliò i capelli e gli spinse la testa all’indietro in
modo da fargli dischiudere le labbra,e vi insinuò la lingua. Le loro
bocche si muovevano in sintonia e con foga, come se non aspettassero altro
da una vita, le lingue si cercavano ardentemente e non avevano alcuna
intenzione di separarsi; quando sentì che anche quello non gli bastava più,
Louis prese a strattonare la camicia dell’ amico fino a sfilargliela dai
pantaloni, ed iniziò a giocherellare con i bottoni. Pierre nel frattempo
infilò le mani dentro alla maglietta del ragazzo e partì
all’esplorazione dei suoi pettorali duri e scolpiti, l’adrenalina
scorreva a fiumi, il mondo non esisteva più. C’erano solo loro e il
loro indescrivibile desiderio. Louis affondò i denti in una spalla del
compagno mentre gli sfilava la camicia ed iniziava a sbottonargli i
pantaloni; li spinse al suolo
con una leggera spinta e si soffermò ad ammirare la perfezione di quel
corpo d’acciaio, e la sua eccitazione resa ancora più evidente dai
boxer in microfibra neri.
“Ehi!
Tu sei ancora tutto vestito!” si lamentò Pierre guardandolo
imbronciato, Louis si sfilò in fretta la maglia
“ti
accontento subito” rise lasciandola cadere al suolo in una pozza
azzurrina, il bellissimo capitano della nazionale francese si strinse al
suo petto impedendogli i movimenti.
“Non
riesco a slacciarmi i pantaloni se mi stai così appiccicato…” lo
informò mordendogli un lobo, quello più eccitato che mai per tutta
risposta quasi glieli strappò di dosso
“Ehi,
che audacia…”
“zitto!
Ti voglio adesso…” si strinse di nuovo a lui e gli infilò una mano
nei boxer per toccare il suo sesso già duro ed eretto. Louis ansimò
continuando a baciarlo sul collo: quanto aveva desiderato che arrivasse
quel momento! Pierre prese a percorrere febbrilmente il suo membro
dall’alto in basso con velocità finché non gli esplose fra le mani.
Napoleon venne sussultando di piacere ed affondando le unghie nella
schiena dell’amato; lo spinse sul divano con forza e si distese sopra di
lui, da sotto Pierre replicò flebilmente
“Ehi…ma…”
"Silenzio!”
lo zittì bruscamente Louis facendo scendere le labbra dal collo al petto
indugiando sui capezzoli e delineando con la lingua il contorno dei suoi
muscoli scolpiti. Il bel numero dieci gli artigliò i capelli gemendo ed
invocando lentamente il suo nome; Louis arrivato ormai al basso ventre si
fermò un attimo per sorridergli dolcemente poi si abbassò sempre di più
fino a…. Pierre quasi gridò quando lo sentì lambire con le labbra il
suo sesso. Non aveva mai provato una cosa del genere, e Louis…dannazione
il modo in cui usava la lingua! Voleva vederlo morto…
« Louis…ah,
Louis…Louis ti prego…AH ! »
gli
venne in bocca senza neppure poter tentare di fermarsi. Il ragazzo
inghiottì il suo sperma sfregandogli il capo sul ventre ed ansimando; una
volta ripresosi lo prese e lo baciò con foga quasi volesse assaggiare il
suo stesso sapore
“Louis…voglio
essere tuo…completamente!” Il ragazzo lo guardò sbalordito
“D
– davvero?”
“si!”
non se lo fece ripetere due volte: lo fece voltare e premette il bacino al
suo
“Non
voglio farti male…”
“Non
me ne farai!” Louis entrò lentamente in lui e rimase ad ascoltare le
sue reazioni. Il capitano francese sentì un dolore terribile, calde
lacrime ripresero a scorrere lungo il suo volto, ma stavolta era
diverso…
“Louis
non rimanere così fermo ti prego!” il bomber iniziò ad entrare ed
uscire da lui sostenutamene facendolo singhiozzare di piacere, forse gli
stava facendo male? Non voleva…non …lo amava troppo! Forse doveva
fermarsi, ma non ci riusciva, non poteva, non ancora…. Vennero entrambi
gridando l’uno il nome dell’altro; Louis si distese vicino a lui e lo
strinse
“scusami…”
gli intimò baciandogli le guance rigate
“ma
cosa dici scemo?! Guarda che mi è piaciuto!”
“davvero?”
“ma
certo!…ti amo” Napoleon lo baciò d’impulso
“anch’io…tantissimo”
sussurrò sulle sue labbra prima di unirsi di nuovo a quelle in un bacio
appassionato.
“ora
sei mio per sempre! Non ti libererai più di me!”
“beh”
rise Pierre “cercherò di sopportarti!”.
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