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Pairing:Ruhana
Raiting:PG/S
 

Buon RuHana Day a tutte!!!



Asche

di Mel

side-parte IV/interludio




Il palazzo d’inverno era la residenza del granduca durante la stagione più fredda dell’anno.
Situato più a nord, all’interno di una splendida foresta vergine, serviva ad allontanarlo dai problemi di stato e dalla corte per un breve e rilassante periodo.
Il piccolo palazzo era ben tenuto e pulito.
Rifinito con gusto barocco, ma meno sfarzoso della villa granducale, coperto dalla neve sembrava integrarsi nel paesaggio e farne parte.
Il giardino era ben curato, anche se coperto dal manto invernale, ed un piccolo stagno ghiacciato ne ornava la parte posteriore.
Una serra assicurava fiori freschi ogni giorno, ed una piccola serie di rimesse offriva riparo ai cavalli del granduca e ai pochi servitori.

Le stanze sembravano essere uscite da un libro illustrato.
Le immense vetrate davano tutte sul bosco.
Non v’era una finestra che non ne includesse una parte nella sua visuale.

Hanamichi impazzì letteralmente per quel posto.

Le foreste del nord.
Già le amava.
Anche se non erano calde come quelle del sud erano così affascinanti, in tutto simili al suo sposo.
Altere, ma splendide.

I due sposi si sistemarono in una stanza nuziale enorme, le cui portefinestre davano sul principiare del bosco.

Hanamichi passò il suo primo pomeriggio sulla neve, ridendo e scherzando.

Verso le cinque, Kaede chiese a Mito dove si trovasse il suo consorte.

“Non saprei, mio signore, l’ultima volta che l’ho visto stava inseguendo conigli….”

Rukawa sollevò sorpreso un sopracciglio, poi si rasserenò.

“Devo andare a chiamarlo?” chiese devotamente il servitore

Il granduca scosse la testa.
Si era ripromesso di dedicare qualche attenzione in più al suo consorte.
Dopo tutto quello che era successo era sua la parte di dovere che mancava per fare di quello un matrimonio felice.
Forse se ne stava, inesorabilmente, rendendo conto.

“No, penso che andrò io stesso a cercarlo..”


Con lo spesso mantello foderato di pelle di volpe, Rukawa affondò nella neve fin quasi alla caviglia.
Guardò attorno a sé, osservando l’intricato intreccio di tronchi e rami che lo circondava.

Sbuffò, mentre il suo fiato condensava.

Improvvisamente vide un’ombra saettare fra i tronchi d’albero ed il suo sposo gli arrivò addosso, stringendo fra le mani un piccolo coniglio bianco.

“Ah, sposo, scusatemi…… t’ho preso alla fine, piccolo mascalzone…”

“Consorte… cosa state facendo??” chiese stupito Kaede

Hanamichi rise, in imbarazzo.

“Coniglietto, ti presento sua Altezza Kaede Rukawa di Faulkner.. è il mio sposo, sai?” disse Hanamichi al batuffolo di pelo tremante che teneva in mano

“Oh, per l’amor del cielo, sposo, lasciatelo andare prima che muoia di paura….”

Hanamichi sorrise, si concesse un’ultima carezza al dorso morbidissimo del coniglio poi lo posò a terra.
Veloce, il piccolo leprotto sparì nella foresta.


“Se avevate fame, bastava ordinare a Mito di servirvi della focaccia, non v’era bisogno di procacciarsi il cibo..” scherzò il granduca

Hanamichi rise allegramente.
“Oh, niente di tutto questo, stavo solo giocando, come ai vecchi tempi e…”

Immediatamente tacque.
In fondo cosa poteva importare al suo sposo del suo passato da piccolo selvaggio?


“Venite, rientriamo…… sediamo davanti al camino…. sono curioso di sentirvi parlare di questi vecchi tempi……” sussurrò il granduca e lo portò con sé in casa


Passarono la prima parte della sera stesi davanti al fuoco, su una pelliccia di pelo d’orso, fra i cuscini sparsi, mentre Hanamichi chiacchierava dolcemente e ricordava la sua infanzia e Kaede rivedeva con la mente le immagini evocate, sentendo uno strano, ma intenso odore di sole.



*


Il giorno seguente, Hanamichi non si lasciò fermare.
Tolse di mano al granduca le carte che stava leggendo e lo trascinò fuori.

Lo riempì di risate e di parole, lo coinvolse nel suo stupore, per il ritrovamento di un nido d’uccellini e rise del suo naso rosso.
Indispettito, Rukawa raccolse della neve e diede inizio alla loro prima guerra fredda.
Fredda in molti sensi.


Rientrarono nel primo pomeriggio, esausti e bagnati.
D’istinto, Hanamichi prese fra le sue le mani di Kaede e le sentì gelide.
Vi soffiò sopra e lo guardò sorridendo.

“Cambiatevi o vi prenderete un malanno”

Rukawa trattenne il rossore che gli era salito al viso, ed ordinò a Mito di preparare loro due tazze di tè caldo.
Si stesero nuovamente insieme sul tappeto d’orso e s’addormentarono.
I corpi che ricercavano ognuno il calore del compagno.
L’uno sopra l’altro, circondati dal tepore del fuoco e della loro nuova intimità.

E furono proprio quei momenti ad insegnare loro, per la prima volta , a dormire insieme, come sposi e come amanti.



*

Serenamente, Mito portò via il vassoio.
I suoi signori si stavano prendendo del tempo per loro.
Quella mattina, erano usciti a cavallo insieme.
Il giorno prima, avevano visitato un paese ed avevano preso parte ai festeggiamenti attorno alle are.

Li vedeva più uniti.
Più felici.

Sapeva che piano piano tutto stava cambiando e che l’incomprensione e la solitudine sarebbero scivolate via.

Sospirò.

Quanta pena gli avevano dato!!
Ma non importava.

Sembravano più felici e, se i suoi signori lo erano, anche lui lo sarebbe stato.



*

Quella notte si scatenò una tempesta.
Il cielo ruggiva, mentre lo scroscio dell’acqua copriva ogni altro suono.
In vento danzava furioso contro i vetri ed Hanamichi aprì gli occhi.

Sentiva freddo.
Eppure aveva due belle coperte addosso.

Rabbrividì.


Possibile che la temperatura fosse ulteriormente scesa?

Gli dispiaceva enormemente chiamare Mito, costringerlo ad alzarsi nel freddo della sera per mandarlo a prendergli altre coperte.
Si volse verso Kaede.

Il granduca riposava a qualche spanna da lui.
Non poteva chiamarlo.

Si rigirò penosamente per qualche minuto.
Dopo l’ennesimo brivido, si decise.

Silenziosamente s’accostò al suo sposo.
Sentiva già un dolce tepore.
Strisciò piano, ancora, verso di lui.

Non doveva svegliarlo.
E se poi sarebbe stato fortunato, la mattina dopo si sarebbe destato ben prima di Rukawa e si sarebbe potuto allontanare in tempo per non fargli scorgere la sua debolezza.

Un calore soffuso lo avvolse, non appena ebbe poggiato il viso contro la sua schiena.
Ma non poté goderne a lungo.

Improvvisamente, muovendosi nel sonno, Kaede si girò.
Hanamichi soffocò un mezzo grido e si ritrovò stretto fra le braccia del suo sposo.

Negli istanti in cui un lampo azzurro illuminò la stanza, il conte dai capelli rossi guardò il suo consorte.
Dormiva profondamente.
Non lo aveva svegliato.
Era stato un semplice movimento involontario.

E, come aveva desiderato, si sentiva al caldo fra le sue braccia, contro il suo petto.
Sorrise dolcemente e poco dopo venne rapito dal sonno.

Non aveva più freddo.
Non aveva più tristezze.


Un secondo lampo violetto squarciò il cielo e si riflesse scomponendosi, nelle iridi addolcite di Kaede, prima che egli le richiudesse per dormire veramente.



*

L’inverno seguiva il suo corso.
La neve fresca brillava sotto il sole, il giorno in cui ripartirono.

Hanamichi si volse a guardare il palazzo.
Bianco su bianco.
Coperto di neve.

Il manto gentile dell’inverno.

Lo avrebbe ricordato per sempre.
Sorrise e sedette nella carrozza, accanto al suo sposo.


 

 


Continua…
 


 

 

Avviso:

I pg risentono dell'ambiente settecentesco in cui sono inseriti....chiedo perdono se risulteranno un po' OOC.....



Angolo degenerativo :
Con lo spesso mantello foderato di pelle di volpe, (O___O gnooo questo gno!!!!!!ç_____ç nd Elyxyz la mia Beta eh eh eh ….) Rukawa affondò nella neve fin quasi alla caviglia.
 


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