Disclamer: Jakob
è un personaggio di Saya... kelvan e un personaggio di Arual...
Jakob appartiene a Kelvan e Kelvan a Jakob... mentre l'ambientazione
alla White Wolf...
Note: I pensieri di Jakob nei confronti di Kelvan
I miei
Pensieri per te
di Arual e Saya
Il locale è vuoto come sempre. Mi sento al quanto solo, ma da
quando lei ha lasciato questa città per me e giunto il momento
della liberà. Mi appoggio sul bancone, ancora non è arrivata
la richiesta di mandarglielo, ancora lei non ha trovato il posto fisso
dove rimanere. Infondo mi dispiace, per quanto lei mi abbia fatto soffrire,
e grazie a lei che ho incontrato la persona che adesso e la più
importante della mia vita, già, non saprei cosa avrei fatto senza
Kelvan, sicuramente l’avrei seguita, quella donna malefica, ma
infondo completamente non lo è. Si la odio, perché ha
fatto soffrire toppe persone, ma mi rendo conto che sto parlando da
idiota che crede nel utopia, anche io infondo ho fatto soffrire molta
genere, e che cavolo io mi cibo con il sangue dei esseri umani, esseri
viventi e infondo sono un mostro, maledetto dalla maledizione della
notte, che per prima colpì Caino. Mi siedo sullo sgabello continuando
ad appoggiarmi al vhodtz, perso completamente nei miei pensieri. Era
da tanto che non dedicavo un po’ di tempo a me stesso, a chiarire
i miei sentimenti nel confronto del modo e della persona che amo. Bhe
l’amore dovrebbe essere un sentimento chiaro, ma per me non lo
è, non so mai come comportarmi, sinceramente credo che quando
Kelvan scoprirà che sono venuto a lavorare mi ammazzerà
di botte, visto che sto male. Odio essergli di peso, odio essere la
fonte della sua sofferenza, eppure sono sempre stato forte. Black Noah
mi ha chiesto tempo, per riuscire a capire esattamente che rituale è
stato usato su di me, qualcosa di potente, qualcuno pensa che io sono
scomodo, eppure sono solo un vile, che non serve a niente su questo
mondo. Eppure mi sembra che io abbia finalmente trovato il mio posto,
il posto tra le braccia di Kelvan, si quello è il mio posto.
Kelvan, così forte e orgoglioso, brujah di puro sangue. E io
così sporco e impuro, come può amarmi, non capisco come
possa farlo, si sa che noi vili siamo la feccia della vita notturna,
sempre perseguitati, e a nessuno interessa se moriamo, non si fa nemmeno
la caccia di sangue. La porta si apre, alzò lo sguardo e D che
è tornato dalla sua ronda e mi guarda annuendo. Mi alzò
lasciando che si sieda al banco, e come sempre, con la mia maschera
sorrido:
”Cosa vuoi, D?”
L’uomo di fronte a me sospira.
”Dammi un Blood Daniels, Jakob, ne ho bisogno.”
Mentre glielo sto passando, curioso chiedo:
”Problemi con K?”
Fa un cenno di si, poi il silenzio cala di nuovo su di noi. Lo sceriffo
e sempre stato una persona di poche parole e amante del silenzio. Infondo
è piacevole, inizio a pulire i bicchieri, come sempre, qualcuno
direbbe che ormai i bicchieri della Blood Eyes dovrebbero essere quelli
più splendenti nella città, meglio della reggia. D si
alza, paga e ringrazia, per poi uscire con un cenno di saluto, anche
io lo saluto, e torno al mio passatempo preferito. Pulizia dei bicchieri
del locale. La porta si apre e alzò lo sguardo sto per salutare,
quando noto che è Kelvan. E vestito completamente di nero, e
come sempre, il suo viso non mostra espressioni.
”…”
Lo vedo scendere lentamente le scale è avvicinarsi al bancone,
non ha ancora detto niente, e nemmeno io. Le mie mani però si
sono fermate, e ho poggiato il bicchiere che avevo in mano. Oltre a
questo distolgo lo sguardo, si arrabbierà sicuramente e io mi
sento in colpa. Mi azzardo ad alzarlo di nuovo, per trovarmi i suoi
occhi pungenti nei miei. Si è seduto sullo sgabello di fronte
al bancone, con le mani sotto il mento mi sta fissando…alla fine
mi decido a parlare:
”Vuoi qualcosa da bere?”
Chiedo con voce che mi esce tremante, mi sembra quasi non mia.
”Un blood daniels…”
Annuisco, non traspare emozione dalla sua voce, è arrabbiato
ne sono certo, ma che cavolo non potevo rimanere a casa senza fare niente.
”Non potevo rimanere a casa…”
Dico sussurrando mentre gli preparo quello che ha chiesto ed infine
poggio il bicchiere di fronte a lui, aspettando la sua sfuriata. E pur
sempre un brujah.
”A no? forse un pezzo di questo concetto mi è sfuggito....
mi sembrava che tu non fossi ancora guarito.”
Mentre continua a fissarmi con quello sguardo penetrante, si porta il
bicchiere sulle labbra, che io amo tanto baciare.
”No, ma di certo non posso rimanere per tutto il tempo a letto.”
Il mio è un ragionamento logico. Anche se non sto bene e ho il
sangue debole, non significa che devo per forza rimanere a letto, come
un invalido. Se lo faccio inizio a pensare al peggio, il che non è
buono, con l’equilibrio mentale instabile che ho. Appoggia il
bicchiere sul tavolo continuando a stringerlo… mi sa che dovrò
dire addio a quel bicchiere.
”Bene ma io non credo che ti faccia bene venire a lavorare...”
Alzò lo sguardo e rispondo a tono:
”Ma fa in modo che io non pensi al peggio.”
Continua a non dire niente, e io riabbasso lo sguardo su quel bicchiere,
quel bicchiere che sicuramente finirà in frantumi.
”Ehm…”
”Cazzo non sono bravo neppure in quello.. non solo non ho saputo
difenderti.. ora non ti so pure aiutare?”
Sento la sua voce bassa che si prende addosso come sempre le colpe che
non sono sue.
”Se rompi il bicchiere devi rimbors...”
E mentre lo sto dicendo, il bicchiere finisce in mille pezzi tra le
mani del mio amore. Non posso fare altro che alzare di nuovo lo sguardo,
fissarlo e sorridergli dolcemente:
”Non è colpa tua Kelvan... se io sto male.”
Scuote la testa:
”.......... è colpa mia che non so che fare.........”
Mi viene quasi da ridere:
”Non la chiamerei una colpa.”
”.... allora come la chiameresti?.... stupidita o ce ne sono molti
altri di nomi se vuoi te ne faccio un elenco....”
”…nessuna di questi…”
Sospiro distogliendo per l’ennesima volta lo sguardo, avvolte
è veramente uno zuccone, ma sul serio pensa sia colpa sua se
io sto male? E come poteva proteggermi da una cosa che non sapevo nemmeno
io quando mi è stata lanciata contro. Il silenzio cala tra noi,
eppure io ho bisogno di lui, più di quanto lui da solo se ne
renda conto, avvolte credo di essere fin troppo appiccicoso. Infine
si decide a parlare:
”Ok... lasciamo perdere tanto non serve nulla litigare su questo
discorso... cmq spiegami quanto ancora vorresti lavorare stasera?”
Mi guarda con quei occhi penetranti, facendomi capire, di stare attento
a come rispondo, e che gli dico adesso… guardo verso l’orologio
che è appeso al muro. Sono le tre di notte, potrei anche chiudere
adesso…
”Potrei chiudere anche adesso, non c’è nessuno, è
mercoledì.”
Senza farsi troppi problemi mi dice con calma:
”Bene e allora direi che sia ora di farlo... “
So più che bene, che non posso dire la mia, e anche se dicessi
che voglio stare ancora qualche minuto, mi caricherebbe in spalla portandomi
a casa.
”Va bene…”
E inizio a togliermi il grembiule. Si alza e passa dietro al bancone,
guardandomi… alzo lo sguardo al quanto confuso. Si china su di
me sfiorando le mie labbra, per poi girarsi e avviarsi verso le scale.
”…”
E adesso? Bhe lo seguo. Senza dire niente. Usciamo dal locale dopo che
ho spento le luci e chiuso tutto a chiave. Siamo di fronte alla porta,
al aria aperta.
”Adesso?”
”A casa.”
Più semplice di una risposta così non si può, ma
dico io, mi vuole tenere sotto una campana di vetro. Mi sta fissando
con quei suoi occhi ipnotici, e chi sono io per dirgli di no.
”Andiamo a casa.”
Con espressione e tono serio mi chiede:
”... qualcosa da obbiettare?”
Chi io? Non ho niente da obbiettare e per farglielo capire scuoto la
testa continuando a guardarlo.
”…….lo so che stai pensando che sono un testone rompi
palle........ ma .... “
Inizia a confondermi…
”Ma?”
”E’ vero lo sono e ci tengo a te.”
E’ un tenerone, non posso fare altro che sorridere. Lo prendo
sotto braccio stringendomi a lui, sono felice:
”Allora andiamo…”
Mi guarda con un leggero sorriso e poi mi accompagna alla macchina.
E raro vedere Kelvan sorridere, ha un sorriso bellissimo e avvolte sono
contento che non lo mostra a nessuno tra ne a me. Mi aiuta ad entrare
nella macchina e poi mi raggiunge al suo posto di guidatore, avvolte
e anche fin troppo protettivo. Guardo le luci che sfrecciano vicino
a me, come sempre silenzio, il mio ragazzo non è il tipo di tante
parole, ma anche il silenzio sa essere più espressivo di mille
parole. È veloce, come sempre alla guida.
”…”
La macchina si ferma di fronte a casa nostra, Kelvan scende, non oso
nemmeno aprire la portiera, se no potrebbe arrabbiarsi. Aspetto con
pazienza che la para lui, poi esco, facendogli un sorriso.
”Grazie.”
Mi prende per mano, tirandomi dietro di lui in casa, chiudendo la porta
dietro di noi. Dopo un secondo si gira fissandomi dritto negli occhi,
con una serietà assurda, bloccandomi ogni via di uscita…
meglio fare l’ingenuo.
”Si?”
”Hai bevuto stasera?”
”In che senso?”
So benissimo in che senso, ma e meglio fare così.
”Jakob non fare finta di non capire... hai bevuto del sangue stasera?”
Sorrido:
”Si sono andato a caccia…”
Continua a fissarmi:
”mm... e ne vuoi ancora?”
Sinceramente non so cosa rispondere, ma alla fine, la verità
e che sono sazio.
”Sono pieno.”
”Ok…”
Non mi sembra granché convinto di quello che dico, mi dovrei
sentire offeso. Avvolte e davero pesante, però lo amo.
”Che cosa c’è?”
”Nulla…”
Mi risponde atono.
”Bene allora fammi passare.”
”Passa…”
E si sposta un po’. Lo guardo quasi storto:
”E tu pensi che riesco a passare?”
Continua a fissarmi, ma alla fine si sposta un altro po’:
”Ora ci passi.”
Senza nemmeno guardarlo vado nel salotto e mi siedo sul divano, accendendo
la tv. Mentre cambio canali, notò che mi ha seguito e sta seduto
vicino a me… che cosa dico? Non ne ho la più pallida idea,
se vuole parlare, comincerà lui.
”Che c'è ho fatto qualcosa che ti infastidisce?”
”No.”
Secco. Ed infatti non sa cosa rispondermi. Mi mette un braccio introno
alle spalle attirandomi un po’ verso di lui, e si china sussurrano
mi:
”Sai che non mi piace se non mi dici qualcosa....”
E tutto finisce, con lui che mi lecca l’orecchio, e la mia schiena
viene pervasa dai brividi.
”Non ti nascondo niente…”
Dico con voce tremante. Mi fa voltare il viso, guardandomi direttamente
nei occhi, accarezzandomi con dolcezza il collo. Non riesco a fermarmi,
e senza che io riesco a reagire, la mia lingua passa sensualmente sulle
mie labbra. Segue ogni mia mossa e poi mi chiede:
”Jakob... sei sicuro della tua risposta ?... non vuoi dirmi nulla?”
”Si sono sicuro, perché dovrei nasconderti qualcosa.”
”Non lo so ho sentito solo un attimo di esitazione nella risposta
di prima...”
”….sei un deficiente…”
Ma si può essere così … stupidi,… ma cosa
pensa che io sono immune al suo… cavolo le sue labbra sulle mie,
quanto le adoro. Si stacca da me…
”Grazie… e perché?”
”Indovina…”
”…be se sono deficiente non lo posso indovinare mica…”
E tutto questo e accompagnato dalla sua mano forte che scorre sul mio
fianco accarezzandomi sessualmente, non posso fare altro che tremare,
tremare per quello che sta accadere. Le sue labbra scendono di nuovo
sulle mie, non un bacio leggerò, come quello di prima, ma sensuale
e profondo, che mi fa chiudere gli occhi, e lasciarmi andare tra le
sue braccia. Cerco la sua lingua, e quando la trovo, ci gioco, intanto
lui approfondisce ancora di più il bacio, mettendoci tutta la
passione, mentre la mano sul fianco riprende ad accarezzarmi. Alzo le
braccia, allacciando le introno al collo, per sentirmelo ancora più
vicino. Sento la sua mano che si insinua sotto la mia maglia e tocca
la mia pelle, con tocchi leggeri ma estremamente sensuali, come se disegnasse
qualcosa sul mio corpo, gemo nel bacio e lui si stacca dalle mie labbra,
facendomi rimpiangere d’aver emesso quel suono. Ma la sua bocca
continua e scende sul mio collo baciandomi leggermente.
”Ti amo Kel…”
Riesco ancora a dire, menomale che non respiro, se no adesso avrei già
iniziato a respirare velocemente, senza riuscire a parlare.
”Ti amo anche io Jakob.”
Non posso fare altro che sorridere, so benissimo che è sempre
stato difficile dirlo per lui. Mi stringo di più a lui, mentre
Kelvan mi abbraccia stretto, continuando a baciarmi la pelle del collo.
”Mi spiace... che ti faccio sempre preoccupare.”
”Non ti devi dispiacere... magari la prossima volta... prima di
uscire... avvertimi.. se no rischio di distruggere la casa... e non
so se sia una bella cosa...”
Dicendo così mi sfiora le labbra, ma io dischiudo gli occhi fissandolo:
”Io,… non posso rimanere da solo a casa, inizio a pensare…
e quando penso, tornano in mente brutti ricordi…”
”Lo so... mi dispiace.... dovrei stare di più con te...”
Per un attimo mi sembra che la sua espressione sia cambiata.
”E il tuo lavoro, devi solo lasciarmi fare quello che faccio normalmente,
così non ci penso.”
Gli accarezzo il viso e sorrido:
”Mi è sembrato che hai cambiato espressione. Per un attimo…”
”Non è nulla .... comunque lo so dovrei lasciare fare quello
che fai normalmente...cioè lo so di essere ossessivo in questo
periodo arriverai a non sopportarmi più... ma ...cavolo finche
quel tremere non trova una cavolo di soluzione... io non ce la faccio
... sto in pensiero.. mi capisci Jakob o ti sembro solo uno stupido?”
Mi fissa quasi disperato, non posso fare altro che continuare a sorridere:
”Non sei uno stupido, è solo la dimostrazione che mi vuoi
bene.”
”Ecco e pero mi dispiace di essere cosi opprimente... ma mi sento
inutile...”
Non dico niente, attiro il suo viso al mio baciandogli leggermente le
labbra, il sorriso continua a rimanere dov’è. Mi sorride,
uno dei suoi leggerissimi, rarissimi sorrisi, mentre continua ad osservarmi
e mi accarezza i capelli… mi viene voglia di piangere. Si avvicina
a me e sembra che stia cercando, o mio dio sto piangendo,… era
da un bel po’ che non lo facevo. Lo abbraccio stringendomi a lui
nascondendo il mio viso vicino al suo collo.
”Non mi lasciare.”
”Io non ti lascerò mai, devi esserne certo.”
Annuisco leggermente senza staccarmi da lui, mentre lui mi accarezza
gentilmente i capelli e non posso fare a meno di stringermi di più
nel suo abbraccio. Poi sento la sua voce in un sussurro:
”Perché hai paura che ti lasci?”
”Perché sono debole…”
E mi sento veramente debole.
”Stupido... credi che per questo ti lascerei?”
Sinceramente non so cosa rispondergli, ma si è vero sono proprio
uno stupido.
”…”
Si sposta e mi fissa, mi specchio nei suoi occhi perfetti e sorrido
dolcemente.
”Io non ti lascerò mai solo per questa cosa anzi... se
non mi sbaglio sono sempre più appiccicoso… quasi insopportabile…
perché ti voglio aiutare ...io voglio trovare una soluzione insieme
a te.”
Con queste parole mi rende veramente felice… così alzo
il viso in un tacito invito a baciarmi. Resta un secondo a contemplare
il mio viso, prima di avvicinarsi e baciarmi, iniziando con un leggero
tocco, per poi approfondire il bacio sempre di più. Alzo le mie
braccia avvolgendole introno al suo collo, chiudendo completamente gli
occhi assaggiando quel sapore così dolce di cui sono drogato.
Siamo completamente persi nel bacio, quando sento la sua mano scivolare
su tutto il mio fianco con una lentezza unica… tortura, non posso
fare altro che gemere nel bacio, cambio posizione e mi siedo sulle sue
ginocchia. Kelvan si stacca da me, fissandomi un secondo mentre si lecca
le labbra per poi abbassarsi e andare a baciare il mio collo; mentre
le sue mani fanno salire la mia maglietta lasciando la pelle un po’
scoperta ai tocchi delle sue mani. Mi mordo le labbra, senza farle sanguinare,
mentre affondo le mie mani tra i suoi capelli lungi, alzando la testa
in modo da offrirgli più pelle. Sento le sue mani salire sul
mio petto finché le sue dita non iniziano a giocare con i miei
capezzoli, mentre sento la sua lingua e i denti giocare con il mio collo,
facendomi sussurrare il suo nome e strusciarmi leggermente su di lui,
facendogli capire cosa voglio. Sento le sue mani sulla mia pelle che
brucia, poi sento le sue labbra staccarsi dal mio collo e lo guardo
nei occhi, scoprendo che mi stava già fissando da prima.
”Jakob… no, non possiamo…”
Mi sfiora le labbra. Mi preoccupa quando è cosi serio, non mi
piace quello che ha detto.
”Cioè mi ecciti, mi fai bruciare di desiderio per te e
poi non concludi, ma che razza di vampiro sei?”
Faccio tremare le mia labbra come un ragazzino che sta per piangere:
”Sei solo un sadico.”
Mi stacco dal suo abbraccio e mi alzo in piedi, già mi manca
la sua presenza vicino a me.
”Visto che non vuoi farlo… lo faccio da solo…”
Dirigendomi verso il bagno.
”....... Jakob dove cazzo vai....”
Lo sento nella sua voce che si sta incavolando, però a essere
incavolato lo sono anche io, cavolo sto fremendo per il desiderio di
essere posseduto da lui. Si alza è mi segue… faccio finta
di niente ed entro nel bagno, iniziando a spogliarmi, una doccia non
me la toglie nessuno, nemmeno Kelvan… al massimo la fa insieme
a me. Sento la sua presenza dietro di me, mi sta guardando… e
adesso mettiamo un piccolo show dedicato solo a lui.
”Stupido pensa come stai…”
Inizio a togliermi la camicia sensualmente, facendola scivolare lentamente
sulla mia pelle, scoprendo le parti del mio corpo non troppo velocemente.
Nemmeno rispondo, se vuole il mio bene deve venire qui e fare l’amore
con me. Sento ancora il suo sguardo serio e impassibile, come sempre
d’altronde, su di me… ma vedremo chi avrà la meglio.
La camicia casca per terra e inizio a sbottonarmi i pantaloni, li faccio
scivolare lentamente sul mio sedere, così per fargli perdere
la pazienza… infondo è un brujah.
”Vuoi smetterla, ti farai solo male....”
Sento che ormai non è più tanto calmo, lo guardo con la
coda del occhio e noto con piacere che il suo sguardo delinea tutta
la linea del mio corpo. Sorrido. Tolgo gli ultimi indumenti e sono nudo,
mi giro verso la doccia aprendo l’acqua aspettando che diventi
calda.
”Che fai non mi senti? io ti sto avvertendo...”
Mi giro verso di lui:
”Non posso fare la doccia? Non posso alleviare la mia eccitazione?
Infondo non ti chiedo niente, mi sembra…”
”...fa come vuoi io ti ho solo detto che ti farai male.....”
Continua a fissarmi mentre incrocia le braccia:
”Scusa... fammi capire... io... mi farò del male facendomi
la doccia? e ...masturbandomi?”
”Si... stai male.”
Sogghigno ed entro nella doccia:
”Allora guardami…”
Sento l’acqua accarezzarmi la pelle e le mie mani si alzano iniziando
a toccare leggermente la mia pelle, dove prima lui mi stava baciando,
poi le mie dita scivolano sui miei capezzoli e inizio a giocarci…
socchiudendo gli occhi e le labbra. Lo so bene che mi sta guardando…
faccio scivolare la mano destra verso il basso prendendo il mio sesso
tra le dita, iniziando a muoverlo lentamente.
”Kelvan…”
Sospiro con la voce rocca, immaginandomi che sono le sue mani che mi
stano dando piacere. Sento che sta per cedere, apro leggermente un occhio
notando che ha stretto talmente forte le labbra, che gli esce un rivolo
di sangue dal lato… ma non mi fermo. Continuo al dolce tortura
muovendo lentamente la mano sul mio membro duro, che vorrebbe tanto
sentire quelle labbra su di esso. So bene che è pericoloso…
ma a me il pericolo mi eccita. Senza che io riesco ad accorgermene,
senza che noto che lui si era mosso, sento la sua mano sulla mia, che
la ferma, alzò lo sguardo rispecchiandomi nei suoi occhi che
sembrano assorbirmi, mentre l’acqua inizia a bagnarlo e appiccicare
i suoi capelli sul viso.
”Se vuoi che sia io a farti male.... ti accontenterò...
anche se poi mi dispiacerà averti fatto soffrire…”
E non posso fare altro che sorridere… ho vinto. Si china su di
me, baciando il mio collo, mentre il suo sangue si mescola con l’acqua…
che spreco… e la sua mano sposta la mia. La mia mano libera affonda
nei suoi capelli bagnati attirando le sue labbra sulle mie, lecco via
il sangue su di esse, continuando a sorridere. Lo sento sorpreso però
poi approfondisce il bacio e sento finalmente la sua mano muoversi sul
mio sesso con lentezza, muovo il mio bacino cercando di più,
lo voglio, lo desidero. Chiudo gli occhi i suoi movimenti sono più
veloci, mi stringo a lui, voglio di più:
”Di più…”
Sussurro nel suo orecchio. Aumenta il ritmo del movimento delle sue
mani, e mentre mi parla all’orecchio, sento la sua lingua che
mi stuzzica.
”Di più? Così o non ti basta?”
La sua voce e bassa e rocca mentre sento l’altra mano accarezzarmi
la schiena per arrivare al mio fondoschiena. Socchiudo le labbra inarcando
la schiena per strusciarmi su di lui:
”Ancora…”
Dico con voce ormai persa per il piacere che mi sta dando. Non riuscirò
a ragionare per molto.
”mm... allora devo fare di meglio per accontentarti....”
Si stacca da me e toglie la mano dalla mia eccitazione, sento già
la sua perdita, poi si abbassa in ginocchio di fronte a me.
” ...vediamo se cosi ti può piacere...”
Alzò l’atra mano libera poggiandomi sulla parete per non
cadere, quando sento la sua lingua passare per tutta la lunghezza della
mia virilità. Non posso fare altro che invocare il suo nome.
”K…ke…lvan…”
Sento per un attimo il suo sguardo addosso a me, poi mi prende improvvisamente
completamente in bocca e non riesco a fare altro che urlare di piacere:
”KELVAN!”
Sento le mie dita stringersi tra i suoi capelli chiedendo di più,
sono insaziabile. Si vuole farmi impazzire lo so, sento la sua bocca
avvolgermi completamente e mi tortura, aumentando lentamente il ritmo,
e io mi perdo dentro di lui. Gemo senza ritegno ormai, lo desidero troppo,
voglio sentirlo dentro di me…
”…a….h….ah….t…ti…vo…voglio…amore…”
La sua lingua gioca con me, aumenta ancora di più il ritmo quasi
non c’è la faccio più quando si stacca e io gemo
per la perdita di quella cavità bagnata… Socchiudo gli
occhi, incontrando i suoi, e lui mi parla con voce molto roca.
” ... Jakob amore... girati per me....”
Niente di più facile e io non mi faccio ripetere due volte, mi
giro sapendo benissimo che mi desidera quanto io desidero lui. Sono
con la schiena contro di lui, allargo le gambe, aspettando con pazienza
la sua prossima mossa.
”Nh… Kelvan… sbrigati…”
Mi mordicchia la spalla mentre continua ad accarezzarmi il fondoschiena:
”Riesci a resistere…se non ti preparo?”
Ma chi se ne frega del preparare.
”Prendimi.”
Non posso più aspettare voglio sentirlo dentro di me… un
po’ di dolore non sarà di certo la mia morte. Sono già
morto… sono una vampiro… Sento Kelvan muoversi dietro di
me, sapendo bene che si stava slacciando gli pantaloni, era ancora vestito,
poi con delicatezza sento premere la sua virilità sul mio anello
muscolare cercando di farmi il meno male possibile.
”nhnnnnn”
Stringo le mani nei pugni, chiudo gli occhi e mi mordo il labbro inferiore
e sento il sapore del mio stesso sangue invadermi la bocca… si
ferma per un attimo, per farmi abbuiare e con la mano libera prende
il mio sesso, iniziando a muoverlo piano, e darmi un po’ di sollievo.
Mi bacia la base del collo:
”Amore... scusa se ti ho fatto male... non voglio...lo sai...
scusa.. cerca di resistere poi passera sicuramente “
Senza dire niente, faccio un movimento brusco verso di lui, costringendolo
a penetrarmi completamente e finalmente sono in estasi.
”Ti Amo.”
”Ti amo anche io…”
E mentre le sue parole risuonano ancora nella mia mente lui inizia a
muoversi dentro di me dandomi piacere, e io non posso fare altro che
gemere il suo nome.
”Kel…kelvan di più!”
Sento il suo membro penetrarmi sempre più affondo con ogni spinta
che fa, ha aumentato il ritmo, e affonda dentro di me con forza e velocità,
lo adoro.
”Ke….l…van…..ah…”
Non riesco a non gemere, mi fa sentire in paradiso… sento la sua
mano stringersi ancora di più intronò alla mia eccitazione,
mentre con ritmo perfetto mi penetra in sincronia con i movimenti della
mano. Richiudo di nuovo gli occhi, le sensazioni sono ancora più
profonde, le mie dita sono strette in pugno, non durerò ancora
molto:
“N..on...c'è...la...fa...ccio....più!”
”Allora lasciati andare....”
Dicendo questo affonda ancora di più dentro di me, e il mio mondo
esplode in mille colori… urlo senza rendermi conto il suo nome
mentre la mia essenza si sparge sulle sue mani. Due spinte e anche Kelvan
si libera dentro di me, mentre mi mordicchia amorevolmente la spalla…
lo amo…Sono un vampiro ma non respiro e se lo facessi, adesso
credo che non riuscirei nemmeno a pensare per la fatica… le mie
gambe non riescono a reggermi, sto per scivolare, ma qualcuno dietro
di me ha i riflessi pronti e mi sorregge, scivolando dolcemente fuori
da me, già mi manca la sua presenza dentro di me, ma non posso
fare niente, sento le sue braccia forti che mi girano verso di lui e
io sorrido, infondo poco fa ho toccato il paradiso con un dito. Mentre
ci guardiamo, lui con la mano libera mi sposta i capelli e mi bacia
con delicatezza la pelle:
”Dal tuo viso sembrerebbe che stai bene....”
Solo un sussurro, ma non posso non rispondergli:
”Si… più che bene… sto divinamente…”
Mi appoggio a lui:
”Diciamo che sono un po' debole per l'esperienza avuta....”
Mi stringe a se, accarezzandomi i capelli:
” ..... spero di non aver esagerato........”
Mi viene quasi voglia di ridere:
”Per niente... mi hai fatto godere come un pazzo… mhm e
adesso portami nella nostra camera da letto…”
”Bè, ai suoi ordini…”
Lo dice mentre si china e mi prende in braccio, adoro farmi portare
da lui, adoro stare con lui, mi fa dimenticare tutto quello che esiste
introno a me… appoggio la testa sulla sua spalla e sorrido…
”Grazie di tutto Kelvan.”
Ho gli occhi chiusi ma sento il suo mormorio, mi tiene stretto a se:
”Non mi devi ringraziare...”
Riapro gli occhi, ancora sorridendo:
”Certo, con tutti i problemi che ti causo è il minimo…”
Mi guarda serio:
”….falla finita…”
Annuisco e mi appoggio di nuovo a lui. Meglio non irritarlo con la mia
gratitudine. Finalmente arriviamo nella nostra camera da letto, dove
lui mi adagia dolcemente sul materasso per sedersi vicino a me e guardarmi
nei occhi… sorrido…
”Si?”
Si abbassa su di me sfiorando le mie labbra con le sue sussurrandomi:
”Ti amo.. e non mi crei nessun problema vorrei che tu fossi sicuro
di questa cosa.”
Annuisco alzando le braccia avvolgendole introno al suo collo, ancora
con questo sorriso da ebete, che ci posso fare era da troppo che non
facevamo l’amore.
”Ti amo tanto anche io.”
Mi stringe forte a se, e di nuovo penso che se non fossi già
morto mi strozzerebbe…il mio dolce e burbero Kelvan, cosa farei
io senza di lui…
”Ora riposiamoci un po’..... va bene?”
Chiudo lentamente gli occhi,… e gli faccio spazio, così
si sdraia vicino a me:
”Però togliti quella roba bagnata da dosso…”
E si lo voglio nudo vicino a me… sentire la sua pelle fredda in
contatto con la mia. Lo spiò, quando sento che si è alzato,
e trovo che il suo modo di spogliarsi sia molto sensuale, si strappa
quasi di dosso la sua maglia buttandola via, e quella cade chi sa dove
nella stanza, e si sdraia vicino a me… e io cosa faccio, mi avvicino
appoggiando la mia testa sulla sua spalla, finalmente contento…
adesso si posso riposare…
-*fine*-
Saya: ^_^ alla faccia
di Kelvan che pensa che io non abbia telecamere
Jakob: non esagerare Saya
Kelvan: Io spero stia scherzando è___é
Saya: Aru-moglie, non dici niente? *_*
Jakob: no, amore, non sta scherzando
Kelvan: *ringhiando* ….cosaaaaaa??????
Arual: *limitandosi a guardare Kelvan male* Stai attento a quello che
fai
Saya: *scappa nascondendosi dietro ad Arual e fa boccace a Kelvan* nye
Jakob: calmati Kel-amore…
Arual: *proteggendo Saya e guarda male Kelvan* allora?
Kelvan: ….Jak andiamo via…
Jakob: *segue Kelvan senza dire niente*
Arual: ahahahaha
Saya: alla prossima dove leggerete come vede il mondo il nostro amico
brujah
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