Note
dell’autrice
Tutti
i personaggi appartengono agli aventi diritto.
I pensieri sono racchiusi tra
le virgolette, i ricordi sono anticipati da §§§§§ e sono in corsivo, i
dialoghi telepatici anche e sono racchiusi tra le due barre /../
Dedico questa FF a Coma che mi
sostiene sempre, mi aiuta e mi fornisce spunti per le mie storie.
Taihen arigatoo gozaimashita
(grazie mille ^_-).
****Minako****
Are you
sure? parte
I di
Minako
L’ennesima
sigaretta stava bruciando, appoggiata al posacenere strapieno.
Seishiro
la riprese in mano e aspirò una boccata.
Il
fumo bianco saliva formando un insieme di cerchi concentrici.
-
Subaru-kun…- mormorò sovrapponendo l’immagine del ragazzino
dai grandi occhi speranzosi con quella del gelido uomo che aveva
incontrato quel giorno.
Oppure
era successo giorni prima?
Ormai
viveva nel suo appartamento nell’attesa sella riunione dei Draghi della
Terra; stava sempre seduto sul divano a fumare, oppure si affacciava sul
balcone che dava sul parco sempre con una sigaretta accesa.
Ma
quella sera era inquieto.
Strano…
Era
un assassino! Abituato a certe cose! Non gli sarebbe costata fatica
uccidere i sette sigilli!
Eppure…
Un
leggero battito sulla porta lo fece voltare.
Chi
poteva cercarlo? Nessuno sapeva che era lì!
Probabilmente
cercavano il precedente inquilino!
Sorrise,
mentre un lampo di cattiveria gli illuminava il volto.
§§§§§§
-
Salve!-
aveva detto entrando dalla finestra socchiusa.
-
Chi
è lei? Che cosa vuole? Che ci fa in casa mia?
-
Ha
una bella casa, sa? E poi la vista è stupenda! Proprio quello che
cercavo!- dicendo ciò aveva diretto il suo pugno verso il cuore
dell’uomo e poi lo aveva abbandonato vicino al Sakura.
§§§§§
Sorrise
nuovamente, rallegrato dal ricordo.
Bussarono
ancora, ma con più convinzione.
“Uffa!”
pensò irritato “Non ha proprio intenzione di andarsene!”.
Si
alzò di malavoglia e prese le chiavi.
Ci
fosse stato anche un malintenzionato lì fuori, lo avrebbe steso prima che
potesse aprir bocca!
La
chiave entrò nella toppa con un suono metallico ed un rumore meccanico
cominciò appena Sei-chan l’ebbe girata.
Due
occhi viola lo guardarono gelidamente.
-
Kamui del Cielo…- osservò divertito- A cosa devo tale ed
inaspettata visita?
-
Devi lasciarlo stare.
-
Come, scusa, draghetto?
-
Su-kun non ti appartiene più.
-
A davvero? Per quel che ne so ha ancora il mio simbolo…
-
Ma presto avrà solo il mio!
-
È così dunque? Ti sei preso una cotta per il MIO Su-kun, e non
osare più chiamarlo così in mia presenza, e ora vorresti che mi facessi
da parte?
-
Gli hai fatto solo male. Io posso dargli una vita nuova. Tu
cos’hai da offrirgli?
-
E tu hai chiesto a lui cosa ne pensa?- il sorrisino di chi sa di
avere la vittoria in tasca aleggiava sul suo viso.
-
Non ne ho bisogno.
-
Come????????
-
Ha rischiato di annegare nel dolore quando ha scoperto com’eri
veramente! Credi davvero che ti voglia ancora?- un cipiglio guerriero
s’intravedeva sul volto diafano.
Seishiro
sorrise.
La
stessa espressione di bambino imbronciato che aveva visto a Subaru.
Fece
due passi indietro senza scollare gli occhi dal piccolo Drago.
Senza
neanche accorgersene Kamui avanzò di qualche passo sino a ritrovarsi in
casa del Sakurazukamori.
Senza
dare tempo al tempo Sei-chan spinse Kamui contro la porta (che la
pressione fece chiudere con un tonfo) e lo imprigionò con le spalle
rivolte alla porta.
Solo
allora Kamui s’accorse di quanto era stato scemo e cercò di sfuggire a
quella presa d’acciaio.
Il
volto dell’assassino si avvicinò ancora a quello del ragazzo.
-
E tu credi di poter proteggere Subaru-kun ed offrirgli una nuova
vita?- domandò divertito.
All’improvviso,
nella mente di Seishiro, un paio d’occhi verdissimi si sostituirono a
quelli viola di Kamui e quasi senza accorgersene si ritrovò a baciarlo
con sempre maggior passione, premendo la lingua sulle labbra dell’altro
affinché le aprisse.
Kamui
rimase un attimo spiazzato da quel gesto, poi un’idea che lo rese folle
gli passò per la mente: “Queste sono le labbra che hanno baciato Subaru!
Le stesse che lui ha sognato per tanto tempo! Forse… forse c’è ancora
il suo gusto in questa bocca che lo ha posseduto e lo possiede tuttora!”
Voleva
assaggiare il gusto di Subaru!
Voleva
gustarne l’aroma!
Sapeva
di essere pazzo, ma… ne aveva così tremendamente bisogno!
Dischiuse
le labbra e l’assassino poté finalmente perlustrare l’interno della
sua bocca.
Aveva
un buon sapore.
Niente
di particolare per chi aveva assaggiato quelle fragole di bosco che erano
le labbra del Sumeragi, eppure avevano un buon sapore.
Seishiro
lo liberò giusto il tempo di respirare, poi riprese il suo attacco in
maniera ancora più violenta.
Il
corpo del giovane Drago stava diventando bollente, fremiti di una passione
incontrollabile lo assalivano e lo rendevano maggiormente vulnerabile.
Tra
i due c’era lo spettro del Sumeragi.
Entrambi
cercavano di possederlo tramite l’altro, ma era chiaro che Kamui era
inferiore e perciò sottostava, nonostante la sua incontrollabile voglia.
“Che
posizione noiosa abbiamo assunto!” pensò Sei-chan riprendendo fiato
“Troppo scomoda e limitata…” senza riflettere prese il più giovane
tra le braccia e lo depositò sul letto con malagrazia.
Durante
il tragitto s’era accorto nuovamente di non avere il suo Sumeragi tra le
braccia, ma una squallida imitazione.
Però…
Era
da talmente tanto che non vedeva Subaru!
Aveva
bisogno di tuffarsi un’altra volta nei suoi occhi innocenti, eppure
d’innocente in essi era rimasto così poco!
Invece
in quelli viola socchiusi di Kamui s’intravedeva ancora, nascosta sotto
dosi di sfacciataggine, un’ombra delicata che non era ancora stata
segnata dalle esperienze della vita (per quanto neanche la sua vita fosse
stata rose e fiori!).
Lo
bloccò nuovamente, questa volta con le braccia sopra la testa.
Il
suo viso era arrossito.
Seishiro
lo guardò.
Doveva
dirgli qualcosa?
Doveva
prenderlo in giro?
E
per cosa?
Per
essere stato così sciocco da lasciarsi imprigionare oppure da
vanagloriarsi di poter dare nuova luce alla vita di Subaru?
No.
Non
voleva parlare.
Non
voleva parole che potessero distruggere la quiete di quel momento di pura
illusione!
Se
avesse parlato Kamui gli avrebbe risposto a tono e non era il modo di fare
del suo Su-kun…
Lo
baciò di nuovo con foga e Kamui si sentì come se gli avessero versato
dell’olio bollente in bocca.
Di
certo quello non era il gusto del suo affettuoso Subaru!
Doveva
cercare meglio!
E
nel tentativo di ritrovare quel sapore agognato iniziò a muovere la
propria lingua insieme a quella del Sakurazukamori.
Voleva
succhiarla tutta! Voleva possedere ciò che si era impossessato di Subaru!
Per
una frazione di secondo l’assassino fu preso alla sprovvista.
Non
si aspettava certo che la sua preda rispondesse così calorosamente!
Forse
sognava anche lui.
E
che sognassero insieme per una volta!
Che
si aiutassero l’un l’altro!
Era
umiliante, ma almeno meno doloroso dell’assenza del Sumeragi nella sua
vita!
Sbottonò
con calma i bottoni della divisa scolastica.
Possibile
che quel ragazzo non indossasse mai altro?
Uffa!
Quei bottoni erano così noiosi!
Finalmente
riuscì a slacciarla, liberò le mani di Kamui e gliela sfilò con una
lentezza esasperante per entrambi.
Poi
fu il turno della camicia… ma Seishiro non fu abbastanza paziente questa
volta e la camicia finì in brandelli.
“Finalmente!”
pensò, per poi cominciare a baciare il petto sodo del ragazzino.
La
lingua ruvida di Sei-chan faceva il solletico al draghetto e il suo petto
era inumidito dalle strisce che la sua saliva lasciava.
Risalì
fino a tormentarlo di morsi sul collo.
Non
era un vampiro ma tutto ciò che ora desiderava era nutrirsi di lui,
almeno sino a che il Sumeragi non fosse tornato.
La
sua lingua arrivò a stuzzicargli un orecchio, mentre alcune ciocche
castane solleticavano il viso di Kamui.
Poi,
senza preavviso, il Sakurazukamori gli liberò le braccia e gli afferrò
con violenza il volto.
“Non
è lui! Non è lui! Dannazione! Ci somiglia ma non è lui! Non può
sostituire Subaru! Nemmeno per una sola notte!”
Eppure
mentre Sei-chan pensava questo, le sue labbra baciavano le guance
arrossate e i capelli scomposti.
Kamui
cinse il collo del ragazzo più adulto con le braccia e lo baciò sulle
labbra, poi cominciò a fargli scivolare la giacca.
Poco
dopo sia la giacca che la camicia giacevano abbandonate da qualche parte
nella stanza.
Drogati
dalla loro stessa illusione i due persero ogni cognizione.
Nessuno
avrebbe potuto convincere Seishiro che quello tra le sue braccia non fosse
Subaru. Lo desiderava troppo!
“Uhm…?
Ci sono degli indumenti di troppo…” e sfilò i pantaloni di Kamui
senza troppe difficoltà.
Ora
giaceva davanti a lui coperto solo da un paio di slip attraverso cui si
poteva vedere chiaramente la sua virilità eccitata.
-
… io…- fu la prima parola che Kamui disse chinandosi a
slacciare i pantaloni di Seishiro (cosa che stava facendo lui stesso).
La
situazione stava decisamente degenerando.
“Da
quando in qua le prede si comportano così?” eppure neanche i pensieri
dell’assassino sembravano più tanto coerenti…
Le
mani brucianti del Sakurazukamori si soffermarono sui capezzoli del più
giovane sino a che non li senti turgidi sotto il suo tocco.
Allora
cominciò a mordicchiarli e a succhiarli.
Poteva
sentire i gemiti dell’altro e la sue eccitazione premergli contro la
gamba.
Riprese
a scendere, continuando a solleticare quei muscoli che si muovevano
sinuosi sotto di lui, sino ad arrivare al bordo degli slip.
Introdusse
una mano all’interno e Kamui urlò di piacere quando la mano cominciò a
stuzzicargli il membro turgido.
Seishiro
si abbassò i boxer e fece sì che le loro virilità si toccassero
trasmettendo un brivido di piacere.
La
sua mano le teneva unite, perciò non potevano separarsi e chissà per
quanto ancora sarebbe rimasto così…
Kamui
venne, sentì il liquido caldo colargli tra le mani e dovette fare uno
sforzo per non venire anche lui.
Voltò
il giovane e cominciò a mordicchiargli la schiena e a lasciare i piccoli
segni rossi dei morsi su tutta la colonna vertebrale.
Kamui
gemeva senza più riuscire a controllarsi.
Il
piacere che provava lo stordiva.
Si
girò ed osservò la virilità del compagno.
Con
gesto veloce anche i boxer dell’assassino scivolarono e Kamui circondò
con la sua bocca il membro caldo e pulsante.
Anche
Seishiro gemeva e non riusciva a farne a meno.
Il
gusto acre dell’assassino gli si riversò in bocca e lo inghiotti, non
sapendo bene cosa fare in quel frangente.
Tutto
sembrava meccanico, scontato, come se lo avessero fatto da sempre.
Seishiro
si lasciò cadere supino sul materasso.
Il
solito sorrisetto sulle labbra.
Kamui
gli si sedette a cavalcioni e lo baciò, facendogli assaggiare il gusto
del suo stesso frutto misto a quello delle sue labbra.
Il
cuore martellava nel petto del piccolo drago che temeva sentirlo fermarsi
da un momento all’altro. Ma non accadeva e allora continuava quella
dolce tortura che lo rendeva pazzo di desiderio.
Le
lingue battagliavano da molto ormai.
Si
staccarono dispiaciuti.
Kamui
fissò il volto dell’uomo.
Cosa
stava facendo?!
Quello
non era Subaru!
Era
il suo nemico! Il demone della sua vita!
Nonostante
tutto, però, l’altro l’aveva posseduto un tempo! E invece lui era
trattato come un bambino!
No…
non doveva considerare tutto ciò una cosa seria!
Era
solo una prova per il gran giorno in cui avrebbe stretto Subaru tra le
braccia!
Certo!
Era
solo una preparazione!
Seishiro
si spostò obbligando Kamui ad alzarsi leggermente, poi gli fece perdere
l’equilibrio e Kamui senti il suo membro tra i glutei.
Non
ci fu tempo per i ripensamenti, il Sakurazukamori lo stava già
penetrando.
Gocce
simili a rubini scendevano dalle labbra del più giovane mentre tratteneva
un urlo disperato.
Era
un dolore inimmaginabile!
Ma
l’altro continuava, prima dentro e poi fuori, con spinte che si facevano
man mano più rapide.
Il
piacere lo invase inaspettatamente e quasi senza accorgersene si ritrovò
ad assecondare i movimenti dell’assassino per aumentare il piacere.
Ansimavano
senza neanche provare a controllarsi, chi li avrebbe sentiti? E poi a chi
importava quello che facevano?
Un’ultima
spinta e Sei-chan venne dentro di lui.
Solo
secondariamente Seishiro s’accorse d’avere qualcosa di umido e
biancastro sul petto (non che la cosa gli interessasse particolarmente).
Alcune
gocce di sangue colavano ancora dalle labbra dell’altro rendendole
luccicanti molto di più che se avesse avuto un rossetto.
Era
un peccato sprecare quel sangue, pensò e iniziò a succhiare il liquido
rubino e dolciastro.
Un
ultimo pensiero passò velocemente nella mente dell’assassino prima di
lasciarsi andare al sonno ristoratore:
-
Su-kun…
…
Poco
dopo entrambi si riposavano nel letto sfatto senza che ci fosse alcun
contatto tra i due.
…
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