Questo capitolo (a parte il fatto che per me non è venuto tanto bene ma pazienza) è dedicato a due persone speciali:

Ad Acua per il suo compleanno (spero ardentemente che adesso ti senti un po’ meglio e che ti aiuti a tirarti un po’ su anche se ne dubito visto che sono cose che passano solo con il tempo) .

Ad Elena perché con la sua lettera di complimenti sulle mie "creature" (le mi fic per capirsi) mi ha tirato su il morale in un momento per me molto duro.

I personaggi di Slam Dunk non sono miei ma del mitico e immenso Inoue, ed io non ci guadagno nulla..

Buona lettura (Spero) Ise.

 


 

Another country

Parte VIII

di Ise

 

CAPITOLO 8 – L’ISTINTO DI UN CUORE INNAMORATO

 

Quando Hanamichi e Kaede si ritrovarono nuovamente immersi nell’oscurità, subito si cercarono con lo sguardo e scortosi immediatamente si gettarono l’uno nelle braccia dell’altro. Rimasero abbracciati ad accarezzarsi e baciarsi per un po’ nel tentativo di confortarsi dalla prova terribile che entrambi avevano affrontato per risvegliare i due nuovi guardiani, nel tentativo di chiarirsi le idee circa il nuovo pezzo di passato di Another Country che avevano scoperto, nel tentativo di capire cosa dovevano fare per risolvere una situazione che sembrava irrecuperabile.

 

Fu Hanamichi a porgere la domanda che entrambi avevano nel cuore ma che nessuno dei due osava fare per non dover essere costretti a mettere a nudo l’incertezza sul futuro che avevano "E adesso che si fa?"

 

Kaede guardò il suo ragazzo, i suoi occhi caldi e nocciola non erano mai stati capaci di nascondere i sentimenti che provava e ora dimostravano solo preoccupazione. Il volpino avrebbe voluto tranquillizzarlo ma non poteva, anche per lui nulla era semplice per cui rispose sconfortato "Non lo so"

 

Sakuragi si strinse di più al moretto per perdersi nel suo calore e, poi, disse titubante, aveva paura di come l’altro avrebbe potuto prendere le sue parole "Sai Kaede, durante la prova che mi ha fatto sostenere il guardiano del fuoco sono stato insediato dalle cinquanta ragazza che mi hanno scaricato e in più Haruko mi ha baciato, mi si è appiccicata addosso come una sanguisuga, erano in troppe e stavo quasi per soccombere ai loro modi troppo audaci quando ho visto i tuoi occhi e ho capito che non potevo, che tu per me eri la cosa più importante. E’ successo la stessa cosa anche al risveglio di Hack, quando ho rivissuto la rissa in palestra e quel ragazzo che ti aveva fatto del male voleva approfittare di te che eri svenuto. Sapevo che non potevo permetterglielo perché tu sei mio e io sono tuo. Forse posso dire una cavolata ma penso che sia in quello che ci unisce, nel sentimento che proviamo la soluzione alle parole emblematiche finali di Mistica anche se non ho ancora capito in che modo posso utilizzare l’amore che provo per te per far finire questa guerra "

 

"Io non credo che tu stia sparando cavolate anzi credo che tu abbia ragione" confermò Rukawa "Vedi anch’io ho superato le prove dei guardiani solo grazie al tuo ricordo. Sia le illusioni di Tetraf che quella di Irk erano convincenti e stavo per caderci ma c’era sempre qualcosa, un campanello d’allarme in me che mi diceva di non fidarmi e quel campanello erano i miei sentimenti per te. Irk mi ha dato l’illusione di poterti avere, che finalmente ti saresti concesso a me come ho sempre desiderato, sarebbe stato facile abbandonarsi alla passione eppure i miei sensi mi hanno avvertito che c’era qualcosa che non andava e ho rifiutato quell’ologramma che era identico a te ma non eri tu, non aveva il tuo stesso sapore, il sapore che amo perché appartiene a te. Tetraf invece è stato ancora più subdolo, prima ha provato a cancellarti dalla mia mente donandomi una felicità fittizia, ero un campione di basket dell’NBA sposato con Haruko in attesa di un figlio, sai l’ho baciata anch’io eppure mi sentivo a disagio ed è bastato vedere il colore rosso del mio sangue per ricordarmi dei tuoi capelli, di te e capire che quello che vivevo non era quello che volevo. Poi, ha provato a cancellarti dal mio cuore facendomi credere che tu fossi morto, non sai il dolore che ho provato. Fortunatamente il ricordo di Another Country si è fatto vivo in me facendomi capire la verità. In quel momento ho odiato il guardiano, ho provato l’impulso di ucciderlo con le mie stesse mani, Hana mi sono accorto che per nessuna cosa al mondo potrei vivere senza di te, ti amo troppo. E alla fine Tetraf ha provato a farmi credere che ci odiavamo perché rivali in quanto guerrieri avversari ma mi è bastato guardarti negli occhi per capire la verità, in quegli occhi espressivi in cui ormai sono abituato a vedere amore e non odio. E’ solo grazie al mio amore per te se ho risvegliato i guardiani per cui sono anch’io sicuro che è in questo sentimento la chiave per tutto ma neanch’io so come ciò sia possibile"

 

Il rossino dopo quelle parole d’amore era diventato rosso come i suoi capelli però non perse l’occasione di punzecchiare il compagno "Mio Dio, Kaede quanto hai parlato, sei sicuro di essere tu?"

 

"Do’aho" disse il volpino fingendosi offeso "Ho deciso che vista la situazione disperata è meglio abbandonare per un po’ la mia ritrosia alle parole, non posso fidarmi che un idiota come te faccia tutto il lavoro verbale, combineresti un casino. Comunque non preoccuparti quando torneremo a casa per recuperare tutto il fiato speso mi sa che sarò costretto a restare in silenzio per un paio di anni"

 

"Come osi dare dell’idiota al genio e soprattutto come osi non fidarti di me" ringhiò Sakuragi per dare compimento al loro solito rituale che usualmente finiva in rissa, però sta volta dopo queste parole il rossino sorrise e disse "Sai sei proprio una baka kitsune"

 

"E tu un Do’aho" rispose l’altro sorridendo a sua volta e intanto le loro labbra si erano avvicinate pronte all’ennesimo bacio dato con passione e amore.

 

Quando si separarono Kaede rimuginò per un attimo su qualcosa e poi chiese "Ti è piaciuto?"

 

"Cosa?" chiese Hanamichi sorpreso.

 

"Baciare Haruko" rispose il moretto imbronciato.

 

"Potrei chiederti la stessa cosa" disse Hanamichi scuro in volto, il sospetto che non si fidasse di lui lo faceva imbestialire, poi però si rese conto che per diverso tempo lui si era dichiarato innamorato di Haruko e la cosa al volpino non doveva essere andata giù per cui continuò dicendo "Comunque no, non mi è piaciuto per nulla baciarla. Anzi è stato disgustoso" e come a conferma di quelle parole fece una smorfia.

 

"Io all’inizio sopraffatto dall’illusione ci sono pure stato e ho provato anche piacere, ma poi quando mi sono ricordato di te, mi sono sentito morire, ho provato solo l’impulso di vomitare, parlare di disgusto è riduttivo era qualcosa di ignobile, per cancellare il sapore di quella ragazzina sulle mie labbra non sai quanti lavaggi sulla bocca ho dovuto fare" disse il volpino ancora scosso dal ricordo.

 

"Io conosco un modo migliore per cancellare i brutti ricordi" disse il volpino sensuale.

 

"E quale?" chiese Rukawa allusivo avvicinando il suo volto a quello dell’altro.

 

Hanamichi con una mossa fulminea coprì la distanza che ancora li separava e si baciarono con ardore di nuovo.

 

Dopo rimasero abbracciati a coccolarsi ancora un po’ prima che Hanamichi ritornasse alla carica "E nell’immediato futuro che si fa?"

 

"Credo che tenterò di parlare con April del passato di Another Country, vorrei provare a farla ragionare anche se dubito che mi darà ascolto è troppo orgogliosa per farlo" rispose il volpino.

 

"Su non fasciamoci la testa prima di rompercela, penso sia una buona idea parlare con i regnanti. Anch’io proverò a convincere July della scemenza di una guerra. Quando capiranno come stanno le cose dovranno darci ascolto, insomma erano un unico popolo dovrebbero volersi bene invece di odiarsi anche perché se non lo fanno per loro sarà la fine" esclamò Hanamichi tutto d’un fiato ritornando di buon umore.

 

"Speriamo sia così, ma se per caso non dovesse funzionare …"cominciò a dire il volpino serio in volto e non del tutto convinto delle parole dell'altro per poi fermarsi.

 

"Se non dovesse funzionare?" lo invogliò ad andare avanti Hanamichi.

 

"Se non dovesse funzionare" allora continuò Kaede "Se April e July continuassero a rimanere fermi nelle loro posizioni, se dovessimo trovarci l’uno di fronte all’altro in una guerra, ti prego Hana-chan non pensare a quello che c’è fra noi, ma colpiscimi"

 

"Ma che cavolo stai dicendo, non potrei mai farlo" disse con veemenza il rossino.

 

"No sei tu a non capire. Io sarò costretto a combattere, ad attaccarti. April mi ha ancora in suo potere grazie al Kolai nonostante abbia risvegliato i guardiani. Io non posso accettare di colpirti senza che tu lo faccia a tua volta. Preferirei morire. Difenditi Hana, ti prego" ringhiò Rukawa scuotendo il compagno per le spalle.

 

"Non preoccuparti, non è mia intenzione subire e basta. Tuttavia non potrei mai farti del male sul serio. Userò i poteri dei miei guardiani per difendermi e per proteggere July. Sono sicuro che qualunque cosa accada andrà tutto per il meglio e che riusciremo a convertire anche la situazione più disperata in qualcosa di favorevole. Basterà che facciamo del nostro meglio e che restiamo uniti nel nostro cuore" affermò con decisione il rossino.

 

Udite quelle parole il volpino si sforzò di sorridere e di confermare quanto detto dall’altro "Si, andrà tutto per il meglio"

 

Dopo ci fu uno scossone e una forza respingente cominciò ad allontanarli, sta volta i due non opposero resistenza, si baciarono un’ultima volta e poi si lasciarono andare, però prima che l’altro scomparisse completamente alla vista si riconfermarono i propri sentimenti urlando entrambi il loro amore. Tutti e due erano determinati a fare tutto il possibile perché la situazione si risolvesse nel miglior modo possibile, proprio come aveva detto Hanamichi.

 

* * *

 

April era preoccupata, era da un giorno che Kaede era sparito tra le onde del mare. Per 24 ore si era categoricamente rifiutata di far allontanare la barca da quel posto, sprezzante del pericolo nonostante la tempesta che si era scatenata subito dopo la caduta in mare del volpino aveva fatto rimanere l'imbarcazione al suo posto. Passato il brutto tempo aveva proceduto lei direttamente a gestire le ricerche. Il buio dell’eclissi non era molto favorevole per aiutare il ritrovamento di un uomo, ma non aveva lasciato niente di intentato. Aveva fatto percorrere alla nave un perimetro di molti km. in lungo e in largo sperando che il volpino fosse riuscito a rimanere a galla e fosse solo stato trascinato dalla corrente, aveva fatto scandagliare il fondo del grande oceano dai suoi nuotatori più forti nel tentativo di avere qualche notizie del moretto ma il suo corpo non era stato ritrovato. Si era sgolata invocando il nome di Kaede, ma non aveva avuto risposta.

 

E ora era li a fissare l’incredibile calma di quell’azzurro e pulito mare, pensando a cosa poteva fare. Non riuscendo a capire dove potesse essere finito Rukawa. Augurandosi che il terrestre stesse bene, che non gli fosse capitato niente di brutto nonostante la situazione facesse pensare il contrario. Implorando un miracolo. Sperando che….

 

… un bagliore a pochi metri dalla nave attirò la sua attenzione, la luce era così forte da farle distogliere lo sguardo però quando lo riportò in posizione vide riverso a pancia in giù sull’acqua chi stava cercando.

 

"Kaede" gridò incredula la regina, dopo di che diede ordine ai suoi uomini affinché trascinassero il corpo che galleggiava a bordo. Non appena Kaede fu issato sulla nave, April gli fu vicina accorgendosi così che respirava. Lo fece voltare tirando un respiro di sollievo e si accorse del simbolo sulla fronte.

 

April per un istante rimase basita e, poi, si lasciò andare a tutta la gioia che provava. Non solo Kaede era salvo ma aveva pure risvegliato il guardiano. Batté le mani con giubilo e si lanciò fra le braccia del ragazzo ancora svenuto circondandogli il collo con le braccia urlando "Ce l’hai fatta, sei grande"

 

Kaede sentendosi toccare finì con l’essere svegliato, cosa che odiava molto e infatti scattò dicendo "Chi osa disturbare il mio sonno" e gli partì un pugno che colpì la ragazza in pieno volto.

 

La regina ricadde indietro sbattendo il sedere a terra e portandosi la mano sulla guancia arrossata urlò "Ahio, che male"

 

Kaede resosi conto di quello che aveva fatto, la fissò intensamente e poi con voce impersonale nonostante nei suoi occhi si leggesse un po’ di apprensione le chiese "Scusa ma odio chi mi sveglia. Sei stata fortunata che non succedesse prima. Ti ho fatto tanto male?"

 

"Stavo di sicuro meglio prima" disse la bionda mentre si alzava in piedi con una smorfia di dolore "Spero che non mi rimarrà il segno del colpo a vita, non voglio che tu mi abbia sfigurata" poi tirò un profondo respiro prima di continuare "Comunque per il futuro ho capito, mai più svegliarti mentre dormi"

 

"Hn" fu la laconica risposta del volpino. Spero non ci sarà un futuro, pensò.

 

La ragazza si massaggiò la guancia ancora per qualche istante, poi però sorrise e esclamò "Comunque non sarà questo a rovinarmi la giornata, sono felice. Hai risvegliato entrambi i guardiani, e grazie a questo ora saremo imbattibili". Allegra si rivolse al suo uomo più fidato "Wind, fai in modo che raggiungiamo il prima possibile Airwater. Manda un messaggero nella capitale in modo che anticipi il nostro glorioso ritorno. Quando arriviamo voglio che tutti siano in festa. Bisogna festeggiare l’impresa del guerriero ma anche la nostra certa futura vittoria su Terre Roventi"

 

Wind inchinò il capo in segno di assenso mentre nella nave echeggiò un urlo di soddisfazione per quelle parole.

 

Dopo di che ritornò ad occuparsi di Kaede "Immagino tu sia stanco, è meglio che ti riposi. Sta volta dovrai essere presente alla festa, e ti voglio in forma visto che dovrai dare delle dimostrazioni piacevoli per il mio popolo". Si avvicinò di nuovo porgendogli la mano per aiutarlo ad alzarsi e Kaede dopo un attimo di incertezza l’afferrò, in effetti si sentiva un po’ giù di tono e prima di fare qualsiasi cosa era meglio che si riprendesse del tutto. Con l’aiuto di April, il volpino raggiunse la parte meno affollata dell’imbarcazione, si adagiò a terra e appena appoggiata la testa sul pavimento si addormentò di botto.

 

Si svegliò due ore dopo giusto per vedere l’attracco della nave sul porto di Airwater. Si specchiò nell’acqua e si accorse che sulla fronte gli era ritornato anche il simbolo di Irk, uscito dal territorio di Tetraf doveva essersi riprestinata la sua protezione automaticamente.

 

Gli abitanti si erano riuniti tutti ad assistere al loro rientro in città. Le loro urla di gioia riempivano l’area, la musica di alcuni musiscisti incitava alla danza, il profumo del cibo stuzzicava l’appetito, ovunque si respirava felicità, aspettativa, speranza, gioia.

 

Kaede si ritrovò spinto in mezzo alla folla da April, fu trascinato al centro di una grande piazza e li fu costretto a chiamare i guardiani ed a far vedere quello che erano capaci. Chiese ad Irk di alzare un forte vento e fece volare alcune persone in alto per stupire la folla. A Tetraf invece fece creare delle fontanelle d’acqua dalla terra e la gente vi si avvicinò per bere come se quell’acqua fosse stata miracolosa.

 

Quando il popolo di Brezze Marine e la sua regina furono soddisfatti finalmente gli venne permesso di partecipare alla vera festa e finì con l’annoiarsi. A lui quelle situazioni non erano mai piaciute, preferiva starsene per conto suo, invece che in mezzo a tanta gente che non conosceva e che lo guardava con rispetto e devozione. La confusione gli era odiosa, preferiva la pace e la tranquillità di una casa. L’unica compagnia che amava era quella del suo Do’aho ma li non c’era per cui era inutile e doveva farsene una ragione, non si sarebbe mai divertito.

 

Al banchetto della festa mangiò quello che i camerieri gli mettevano sul piatto e, poi, quando si ricominciò a danzare, guardò in direzione di April per vedere se poteva avvicinarsi e parlare di quello che aveva visto nel passato remoto ma lei era occupata a dare ordini a dei servi perché mandassero dei messaggi a tutto il popolo per spiegare la liberazione dei guardiani.

 

Allora sopraffatto dalla noia, appoggiò la testa sul tavolo prendendosela fra le braccia e si addormentò di colpo come d’abitudine.

 

Il giorno dopo si risvegliò nella misera camera che gli era stata assegnata nella capitale. Si stiracchiò, si alzò e andò verso la porta trovandola aperta. Ormai sarebbe stato inutile chiuderla, grazie ai guardiani avrebbe potuto buttarla giù a forza.

 

Vagò per il castello in cerca di April, doveva per forza parlarle. Per lui iniziare un discorso sarebbe stato difficile, non era un abile conversatore ma non poteva rifiutarsi di farlo. Il futuro suo, di Hanamichi e dell'intero Another Country poteva dipendere da questo.

 

Riuscì a trovare le stanze della regina ma una brutta sorpresa l'attendeva, la ragazza era circondata dagli anziani in quella che sembrava una riunione strategica atta a stabilire come comportarsi nella guerra imminente.

 

Quando April lo vide, gli si avvicinò chiedendo "Cosa vuoi?"

 

"Ti devo parlare" rispose seriamente il volpino.

 

"Adesso non ho tempo per cui obbediscimi e ritorna nella tua stanza. Quando avrò un minuto libero, mi farò viva io da te" rispose secca la ragazza.

 

Il volpino si accorse che era meglio ascoltarla, non gli andava di usare uno dei guardiani per obbligarla a starlo a sentire.

 

Passò quella giornata e anche quella successiva senza che la regina andasse a trovarlo, il suo cattivo umore stava raggiungendo dei limiti storici davvero esasperanti, non ne poteva più di starsene in quella cameretta e di non poter fare niente se non mangiare. Gli mancava terribilmente il suo pallone di basket, le sfide con i suoi rivali, il suo Do'aho allegro e solare. Stava per cedere ed uscire mandando al diavolo April e il fatto che doveva aspettarla per non perdere l'occasione di parlarle, quando la porta si aprì facendo entrare la biondina.

 

"Ho poco tempo" disse subito la regina "Per cui qualunque cosa tu abbia da dirmi, fallo in fretta"

 

Kaede le fece il segno di sedersi sul letto e lei lo accontentò. Poi camminando su e giù per la stanza le raccontò di quanto era venuto a conoscenza circa il passato di quel mondo.

 

April lo ascoltò attentamente e alla fine disse "Io non so cosa tu abbia in mente. Certo che ne hai di fantasia, ma non credo ad una sola parola di quanto tu mi hai raccontato. Noi e i Terra Roventi un unico popolo, la sola idea mi disgusta"

 

"Ma devi credermi, è la verità" tentò di dire Kaede guardandola fissa negli occhi in modo da comprovare con le azioni la sincerità delle sue parole.

 

"Ah si e allora dammi delle prove? La tua parola non mi basta" disse la ragazza rabbiosa.

 

"Non ho prove April se ce le avessi te le avrei già mostrate, ma tu devi capire continuando così questo mondo fra non molto sarà un deserto"

 

"Mi dispiace Kaede ma io capisco soltanto che tu faresti qualsiasi cosa pur di evitare lo scontro con il tuo ragazzo, però è inevitabile. Ho già mandato un dispaccio nella capitale dei Terra Roventi per fissare la prima battaglia, sarà a Sud in un campo neutro fra tre giorni esatti e tu vi parteciperai e ci farai vincere" disse la ragazza convinta.

 

Kaede rimase pensieroso per un po’ e poi disse "No, la guerra non è una soluzione e credo di avere modo per farti capire che dico la verità. Ordinami tramite il kolai di dirti quello che ho visto"

 

La regina sembrò titubante ed indecisa e poi sconfortata disse "No, è meglio che io non sappia se tu dici la verità o meno, preferisco credere in una bugia perché intanto le cose non cambierebbero comunque. Sapere che la tua storia è vera mi renderebbe solo più confusa e in questo momento devo essere decisa. Anche se noi e i Terra Roventi fossimo stati sul serio un unico popolo, ormai non lo siamo più, ci sono troppo differenze tra noi e il nostro orgoglio ci impedisce di essere ragionevoli. L'unica soluzione che sempre ci rimane e che Mistica in fin dei conti ci ha dato è scannarci a vicenda e basta. Non importa se facendo così moriremo tutti, ormai è l'unica soluzione"

 

"No" disse il volpino deciso "Ci deve essere un altro modo"

 

"Bhe allora se la trovi fammi sapere" disse April portandosi una mano tra i capelli in segno di disappunto ma anche di accondiscendenza "Ma fino a quel momento sarai costretto ad obbedirmi e tu sai quali saranno i miei ordini per la prima battaglia, vero?"

 

Il volpino non rispose, abbassò lo sguardo fino a guardare il pavimento rimanendo impassibile nonostante il suo cuore lacrimasse, sapeva benissimo cosa lo avrebbe costretto a fare, attaccare e uccidere July e se Hanamichi si fosse messo in mezzo sconfiggere ammazzare anche lui. Il pensiero lo face rabbrividire ma non lo dimostrò.

 

"Esatto proprio quello" disse la ragazza "E ora se non ti dispiace, devo definire le ultime cose, domani pomeriggio si parte, voglio arrivare presto per organizzarmi. Non avercela con me, io tento solo di fare il mio dovere, quello che tutti vogliono da me. Se potessi vorrei essere un uccello libero che vola nell'aria senza preoccupazioni e credimi se tu potessi offrirmi una soluzione fattibile, qualcosa che tutti potessero accettare io sarei la prima ad esserne felice, neanch'io vorrei che July morisse, nonostante tutto e per poco tempo è stato uno dei miei pochi amici".

 

Era la prima volta che April parlava in quel modo del suo avversario, di solito diceva di odiarlo per via del padre, ma ora che sapeva del complotto di Mistica (anche se voleva ancora fingere di non crederci) nei confronti della pace di Another Country si rendeva conto che lei e July erano nella stessa barca e che non valeva più la pena di mentire ne a se stessa e ne al guerriero.

 

"Amici?" chiese sorpreso Rukawa.

 

"Amici" confermò la ragazza prima di andarsene e lasciare la curiosità intatta nel moretto.

 

La reazione di April alla rivelazione non gli era piaciuta, dovette ammettere Kaede. Tuttavia gli aveva dato un possibilità, trovare una nuova soluzione. E, poi il suo nuovo modo di parlare di July, lo aveva sorpreso. Forse poteva sfruttare quel particolare. Ma come? Cosa doveva fare? Ormai la battaglia si avvicinava ad ogni minuto e lui non riusciva a farsi venire in mente niente per evitarla. Cosa doveva fare? Lui non voleva fare del male al suo amico July e soprattutto non voleva fare del male al suo caro e adorato Hanamichi.

 

* * *

 

July era seduto sotto il vulcano dove era ubicata la Torre del Fuoco, era già da un giorno che Hanamichi era scomparso davanti ai suoi occhi così come era successo alla Torre della Terra. Fissava con insistenza in alto nell’ultimo posto in cui lo aveva visto in attesa che ricomparisse. Era preoccupato per la prova ma anche fiducioso visto come aveva superato la prima. Sospirò tentando di capire che ero fossero. Mentre si avvicinavano le ventiquattro ore dalla scomparsa i dubbi cominciarono a crescergli dentro. Se Hanamichi non fosse riapparso cosa avrebbe fatto? Avrebbe dovuto cercarlo, ma dove? Non era neanche tanto sicuro che si trovasse in quella dimensione. Bhe prima di tutto sarebbe andato a guardare fino alla Torre. Nonostante le difficoltà avrebbe tentato di avvicinarsi il più possibile per vedere l’interno. Se fosse stato necessario usando i suoi miseri poteri avrebbe tentato di sfondare il campo di forza che di sicuro proteggeva la torre. Avrebbe fatto di tutto per raggiungere il rossino, per controllare che stesse bene, anche se forse sarebbe stato inutile, anche se forse l’unico risultato che avrebbe ottenuto sarebbe stato essere incenerito dal guardiano del fuoco. E se per puro miracolo fosse riuscito ad entrare nella Torre e non vi avesse trovato il suo amico, cosa avrebbe fatto? Non ne aveva la più pallida idea, ci avrebbe pensato al momento del verificarsi di tale situazione. Ora comunque era meglio concentrarsi sul presente.

 

Stizzito si alzò in piedi e avvicinandosi alla parete del vulcano, mollò un pugno scorticandosi la pelle. Agitò la mano resistendo per non gridare dal dolore. Fortunatamente dalle abrasioni usciva solo un piccolo fiotto di sangue, che tamponò con una manica della tunica. Intento nell’analizzare e curare la ferita non si accorse della luce che si era formata sopra la sua testa e del corpo che all’improvviso era apparso, precipitando per una decina di metri, fino a quando non gli cadde sopra.

 

Si sentì schiacciare da un peso che era tutt’altro che di piuma mentre una voce familiare emetteva dei gemiti di dolore tentando di alzarsi "Ahio"

 

"Hanamichi" gridò felice il re delle Terre Roventi quando finalmente fu libero di muoversi abbracciando il rossino che spossato era riuscito con grandi difficoltà ad appoggiarsi alla parete del vulcano.

 

Quell’urlo sortì l’effetto di richiamare l’attenzione del resto del popolo dei Terra Rovente che si era ritirato nelle tende per pregare in solitudine. Quando videro che il loro guerriero era ritornato mollarono un urlo di giubilo anche perché tutti notarono sulla fronte un nuovo simbolo.

 

Hanamichi sorrise felice di quella spontanea manifestazione di gioia prima di essere sopraffatto dalla stanchezza e di cadere addormentato tra le braccia di July.

 

Si riprese molte ore più tardi su un letto e non su un giaciglio. Si stiracchiò e si stropicciò gli occhi nel tentativo di ricordare quello che era successo ma non gli sovvenne nulla. Si guardò intorno notando di trovarsi sulla sua camera nella capitale del regno. Doveva aver dormito per tutto il tragitto di ritorno. Si alzò e notò dalla sua immagine riflessa in uno specchio che sulla fronte gli era apparso insieme a quello di Efreet anche l’H di Hack. Uscì dall'appartamento e camminò in direzione delle stanze di July, quando dall'esterno sentì delle voci e della musica. Si avvicinò ad una finestra e vide nei "giardini" del castello una grande folla intenta a divertirsi. A grandi falcate raggiunse l'uscita, come osavano festeggiare le sue "imprese" (ovviamente non poteva che essere per quel motivo la festa) senza la presenza del genio dopo tutta la fatica che aveva fatto.

 

Giunto fuori tutti si voltarono verso di lui gridando ed invocando il suo nome. Il ragazzo si imbarazzò e arrossì portandosi una mano dietro la testa mentre July gli si avvicinò per condurlo nel palchetto d’onore preparato a posta per lui.

 

Quando ci fu sopra tutti applaudirono, mentre July sottovoce gli chiese un favore "Senti Hanamichi, potresti far vedere al popolo la potenza tua e dei guardiani, nonostante l’aspetto spensierato hanno bisogno di conferme da parte tua"

 

Sakuragi acconsentì subito anche lui era curioso di vedere cosa avrebbe potuto fare con Efreet e Hack. Urlò "Hack ed Efreet venite al mio cospetto".

 

Subito due colossi apparvero fra la folla sbigottita. Hanamichi si compiacque dell’effetto avuto e diede loro l’ordine di dare una dimostrazione.

 

Efreet fece piovere dal cielo lingue di fuoco spaventando i presenti, ma le fece sparire prima che raggiungessero le persone. Hack invece creò dal nulla una gigantesca montagna formata da sabbia del deserto, dopo soffiò e la sabbia cominciò a volare formando il disegno di diversi animali, di fiori, piante nel cielo in base a quello che voleva il guardiano. Tutti guardavano quella meraviglia con occhi illuminati dalla gioia e quando Hanamichi si decise di congedare i giganti, gli abitanti della capitale lo attorniarono e lo trascinarono nel pieno della festa.

 

Il rossino non si tirò indietro era un tipo da compagnia, mangiò, bevve, ballò fino a quando i festeggiamenti finirono. Solo allora stanco si ritirò nella sua stanza e solo in quel momento, prima di cadere fra le braccia di Morfeo si rese conto che non aveva ancora parlato a July del passato di Another Country. A causa della festa e dei bagordi fatti se ne era completamente dimenticato, bhe sbuffò gli avrebbe parlato il giorno dopo, dubitava che anche il suo volpino restio com’era a parole fosse già riuscito a parlare con April.

 

Il giorno dopo e anche quello dopo però non riuscì ad incontrarsi con July, il re delle Terre Roventi era sempre impegnato in consigli con gli anziani e lui era riuscito a vederlo solo una volta a pranzo per pochi secondi. Aveva provato a fermarlo dicendogli che doveva parlargli, ma l’altro non lo aveva accontentato, gli aveva semplicemente spiegato che non appena avesse avuto un minuto libero si sarebbe fatto vivo lui.

 

Il terzo giorno finalmente mentre Hanamichi era in "giardino" a correre per sfogarsi, il re si decise a presentarsi davanti al suo amico. Però le cose invece di andare lisce come l’olio presero subito una brutta piega. July si avvicinò al rossino e con un sorriso triste e stanco gli disse "Fra tre giorni ci sarà la battaglia decisiva, April mi ha mandato un dispaccio e io ho accettato. Ormai siamo alla resa dei conti"

 

"No" urlò il rossino "Non dovevi accettare prima che io ti parlassi. Ho importanti novità su Another Country, sul suo passato e sul suo futuro" e così detto Hanamichi raccontò al suo amico quello che i guardiani nel passato remoto gli avevano fatto vedere.

 

July alla fine era sconvolto, rimase pensieroso per un attimo e poi disse "Non ci posso credere" poi però scosse la testa e deciso disse "Comunque le cose non cambiano"

 

Hanamichi lo guardò sorpreso "Come non cambiano?"

 

"Anche se in passato noi e i Brezza Marina fossimo stati sul serio un unico popolo, ora non lo siamo più, siamo troppo diversi e troppo orgogliosi per ammetterlo. L’unica soluzione che ci rimane è comunque ucciderci a vicenda"

 

"Non è vero, dai penso che siate ragionevoli. Dovete trovare un modo pacifico" disse fieramente il rosso.

 

"Io sarei il primo a volerlo, ma conosco i miei subalterni, anche se ne parlassi con loro, farebbero orecchie da mercante e mi riderebbero dietro. Gli fa troppo piacere pensare di noi a come la razza dominante a ai Brezza Marina come agli usurpatori. E così è per i Brezza Marine. Se non ci uccidiamo fra noi non siamo felici. In una situazione del generale, quale soluzione pacifica mi puoi offrire?"

 

Hanamichi ci pensò un po’ su e poi titubante disse "Bhe avete un ceppo comune in verità, potreste imparare a convivere, il pianeta mi sembra abbastanza grande per tutti e due i popoli"

 

"Convivere?" July scoppiò a ridere "Ma non ti sei reso conto della situazione in cui viviamo. Saremo stati anche un unico popolo ma tre mila anni fa, in tutto questo tempo vivendo separati siamo cambiati anche geneticamente, noi rigettiamo completamente anche la vista dei Brezza Marina se non per motivi grossi tipo battaglie o negoziati, quando li incontriamo dopo per stare bene dobbiamo lavarci con l’Okampa, altrimenti rischiamo di ammalarci e a volte di morire. La vista di posti che ricordano il vento e l’acqua ci fa vomitare, è impossibile che viviamo tutti insieme non ce la faremo mai e anche se adesso decidessimo un perenne armistizio, finiremo un’altra volta per isolarci per dimenticarci dell’esistenza l’uno dell’altra e in futuro quando sarà inevitabile il nuovo reincontro sarà da capo. No è meglio farla finita subito"

 

"Tu hai detto che la vista l’uno dell’altro vi ripugna ma non mi è sembrato che fra te ed April fosse così" disse Hanamichi scuro in volto "Avete giocato da bambini mi sembra e non hai provato disgusto"

 

"Bhe in effetti in quel preciso momento no non ho provato disgusto per lei" disse titubante July "Ma dopo che mio padre mi raccontò la storia si, ma non c’entra lascia stare questa vecchia storia"

 

"Ed invece centra, sei così sicuro che i Terra Roventi e i Brezza Marine siano incompatibili completamente? Che non potete vivere insieme?" chiese schietto Hanamichi.

 

"Mi è sempre stato insegnato così e anche se fosse il contrario io non posso niente, Hanamichi mi servono delle prove sul fatto che potiamo convivere per andare davanti al consiglio e presentargliele altrimenti mi prenderebbero per pazzo e mi obbligherebbero ad abdicare. Tu hai queste prove?" disse secco July.

 

"Per il momento no, ma sono sicuro che potrei trovarle. Oppure anche se voi foste sul serio non compatibili sono sicuro che troverei qualcos’altro per mettervi d’accordo, io sono un genio qualcosa di sicuro riuscirei ad inventarmi, ma mi serve del tempo" disse Hanamichi fiducioso.

 

"Mi dispiace ma è proprio il tempo che manca, come ti ho già detto la prima battaglia della vera guerra è fissata fra tre giorni" disse July malinconico "E la partenza per andare al luogo concordato è fissata per domani pomeriggio"

 

"No così vi ucciderete tutti. Anche se vinceste la guerra contro di loro, se non ci sarà un equilibrio tra gli elementari siete comunque destinati a morire" implorò il rossino.

 

"Troveremo una soluzione al momento giusto" disse July.

 

"Allora hai proprio deciso?" chiese triste il rossino.

 

"Si visto che non mi puoi dare una soluzione certa e soprattutto una prova tangibile che le cose stanno come dici tu, non ho altra scelta. E’ il mio dovere di re delle Terre Roventi. Mi dispiace Hana so che tu stai male soprattutto a causa di Kaede, non posso capire come ti senti però anche per me è una scelta difficile, non avrei mai voluto trascinarvi in questa storia" stabilì seriamente July, poi proseguì "Io non ti voglio obbligare a seguirmi in questa impresa che dopo quello che mi hai detto sembra folle anche a me. Se vuoi tirarti indietro lo capirò e lo accetterò. Noi combatteremo comunque."

 

"Io non mi tiro mai indietro, se non venissi con voi Kaede con l’aiuto dei suoi due guardiani vi massacrerebbe, verrò per proteggervi come avevo stabilito all’inizio. Spero solo di trovare qualcosa per evitare questa carneficina nei tre giorni che mancano" sancì seriamente il rossino.

 

"Ok" disse July "Adesso devo andare a preparare le ultime cose per la partenza e per la battaglia. A domani"

 

"A domani" disse in trance la testa rossa.

 

Quando il re delle Terre Roventi se ne fu andato Hanamichi si lasciò cadere a terra sul terreno brullo dei giardini del castello. Si prese la testa tra le mani mentre due grosse lacrime gli uscivano dagli occhi. Se April aveva mandato un dispaccio significava che anche Kaede aveva fallito nel parlare con lei, ormai lo scontro tra i due popoli sembrava inevitabile così come quello fra loro due. April avrebbe costretto il suo adorato volpino a combattere spietatamente e, quindi, lo avrebbe attaccato per fargli del male. Lui gli aveva promesso che si sarebbe protetto con tutti i mezzi ed era intenzionato a farlo. Ma c’era un problema fino a che punto avrebbe potuto spingersi senza fare del male al suo ragazzo? Non lo sapeva. Cosa poteva fare?

 

* * *

 

Zona di confine – campo fissato per la battaglia. Tre giorni dopo….

 

Il sole batteva alto nel cielo, non c’era più traccia dell’oscurità che aveva coperto per una settimana l’intero pianeta. L’eclissi era stata accantonata e gli astri avevano ricominciato a comportarsi seguendo il loro normale ciclo.

 

Le due comitive erano arrivate contemporaneamente nella zona scelta per la battaglia, entrambi i popoli avevano movimentato una gran massa di persone e si erano accampati come meglio si era potuto in vista dello scontro decisivo di quel giorno.

 

Kaede sta volta durante il viaggio aveva cavalcato uno di quegli animali molto simili al cavallo a fianco di April davanti alla carovana in modo che tutti potessero ammirare il guerriero e i simboli che portava in fronte. Era un tentativo protratto dalla regina di galvanizzare il popolo, per renderlo più vivo per la battaglia. In verità dopo la prima ora di marcia, il volpino si era addormentato con le briglie in mano ma nessuno ci aveva fatto più di tanto caso. Erano tutti troppo eccitati per l’imminente scontro. Anche Hanamichi aveva cavalcato ma non si era limitato a stare davanti a tutti, per tutto il viaggio aveva spinto il suo "cavallo" su e giù, a destra e sinistra osservando tutto quello di bello che la comitiva e il viaggio gli offriva e aiutando dove poteva.

 

Giunti nel luogo della battaglia, April e July si erano scambiati un saluto di rispetto com’era da protocollo nelle battaglie campali di quel mondo. Nel frattempo il di nuovo sveglio Kaede ed Hanamichi si erano fissati intensamente tentando di trovare l’uno nell’altro un po’ di conforto nella situazione assurda in cui si trovavano. Prima della partenza e anche durante il viaggio avevano continuato a pensare nei momenti di maggiore lucidità, quando non avevano nessuno intorno ad un modo per evitare il conflitto ma era stato tutto inutile.

 

Ora erano tutte e due all’interno di una tenda agitati e nervosi, sembravano due belve selvagge in gabbia mentre contavano i minuti che li separavano dall’inizio dello scontro. Freneticamente tentavano di raggruppare le idee per trovare un modo di evitare il loro combattimento personale ben sapendo che sarebbe stato impossibile. Anche se la loro intenzione era di stare il più lontano possibile l’uno dall’altro, l’ostacolo Kolai era difficilmente superabile con i loro mezzi. Se April avesse ordinato l’inevitabile Kaede avrebbe obbedito, nessuno poteva impedirlo.

 

Il suono di un corno li riscosse dai loro pensieri, era giunto il momento.

 

Mentre Kaede si dirigeva verso la collinetta in cui erano abbarbicati gli uomini di Brezza Marine ebbe il tempo di controllare il territorio. Poté constatare che era il terreno che aveva portato alla guerra tanti secoli prima ed era orribile, uno strapiombo di diversi metri fiancheggiava il campo, cadere equivaleva a morte certe se non si riusciva ad attenuare il colpo con i poteri magici. Tremò un attimo mentre una mano pallida gli si posò sulla spalla. Era April pronta a dargli l’ordine temuto ovvero "Kaede ti ordino di combattere senza pietà tutti i Terra Rovente utilizzando i due guardiani che hai risvegliato, il tuo compito sarà di annientare il loro esercito, uccidere il loro re e se necessario ammazzare anche il guerriero avversario. Nessun attimo di incertezza vai ed uccidi"

 

Per un momento il volpino rimase basito indeciso sul da farsi, il suo cervello e il suo cuore stavano facendo una battaglia senza speranza con il suo corpo che desiderava e bramava muoversi per obbedire alla bionda. Poi quando i clamori della battaglia appena iniziata giunsero fino alle sue orecchie dovette capitolare al volere del Kolai, alzò le braccia e chiamò i guardiani mandandoli all’attacco.

 

I due colossi sconfissero velocemente la prima linea dei Terra Rovente, al che Hanamichi rimasto fino a quel momento senza fare niente al fianco di July notata la situazione fu costretto a sua volta a chiamare Efreet e Hack.

 

Si scatenò un’incredibile battaglia fra giganti, i quattro guardiani degli elementari si picchiavano senza mezzi termini sia con calci e pugni che con il loro elemento. Subito tutti si fermarono a guardare lo spettacolo, poi però anche i guerrieri di entrambi i popoli ricominciarono a combattere. Era una guerra in cui tutti volevano prevalere. Nessuno era sconfitto in partenza.

 

Nel frattempo Kaede usando gli elementari inferiori legati ai suoi due elementi chiave si faceva largo tra la folla senza nessuna pietà per chi incontrava, uccise senza poter farne a meno diversi uomini mentre il suo cuore cominciava a sanguinare non capacitandosene. Aveva un unico obiettivo July e quando se lo trovò di fronte notò che anche Hanamichi era li con lui.

 

Il rossino invece si limitava ad utilizzare la terra e il fuoco per fare degli scudi in modo da proteggere più gente possibile, non perdeva mai d’occhio July che combatteva con tenacia contro diversi guerrieri avversari. Sakuragi sapeva che era suo compito difendere il re, perché se qualcuno fosse riuscito ad ucciderlo l’esercito di Terre Roventi sarebbe andato allo sfascio.

 

Ad un tratto sentì due occhi che conosceva benissimo su di se, si girò e vide il volpino. Quello che lesse nel suo sguardo non gli piacque e subito alzò uno scudo di sabbia su July e si preparò ad affrontarlo.

 

Si guardarono per un’eternità mentre la rissa si faceva sempre più vicino e varie frecce si incastravano ai loro piedi. Fu Kaede a fare la prima mossa gli scagliò contro un uragano d’acqua, Hanamichi però fu molto lesto a schivarsi e a frapporre fra lui e l’acqua uno scudo di sabbia. Tuttavia non aveva fatto i conti con l’astuzia del suo ragazzo che aveva previsto quella mossa ed infatti con una tromba d’aria lanciata subito dopo riuscì a colpirlo.

 

I fatti successivi si susseguirono ad una velocità pazzesca. Hanamichi colto di sorpresa dal colpo ricevuto perse di concentrazione perdendo il proprio perenne scudo di difesa personale, un guerriero di Brezze Marine li vicino tentò di approfittarne per trafiggerlo ma Rukawa incredibilmente ed istintivamente riuscendo a far agire il suo corpo per la prima volta da quella battaglia in sintonia con quello che gli diceva il cuore gli erse a difesa uno scudo d’aria e con una raffica d’acqua allontanò il Brezze Marine.

 

Mentre Kaede prendendosi la testa tra le mani colpito da un forte mal di testa a causa della sua opposizione al kolai rimaneva senza difese, una freccia impazzita si diresse verso di lui. Hanamichi la vide e seguendo anche lui l’istinto dettato dal suo cuore gli fu addosso per spintonarlo lontano.

 

Rukawa tuttavia si trovava proprio ai confini del crepaccio, a causa della spinta si sentì mancare la terra sotto i piedi e senza poter fare niente ancora con le mani del suo Do’aho in vita, cadde nel burrone. Hanamichi e Kaede abbracciati fecero un volo verso il basso di diversi metri, stavano per sfracellarsi al suolo ed infatti disperato Sakuragi aveva già chiuso gli occhi quando il volpino recuperando il suo sangue freddo riuscì ad invocare un elementare inferiore del vento per attenuare l’impatto. Il primo a raggiungere il suolo fu Kaede che sbatté comunque con forza la nuca mentre il rossino cadde sopra di lui ovvero sul morbido.

 

Kaede rinvenne alcuni minuti dopo sollecitato dalle premure del suo ragazzo che in lacrime lo incitava a svegliarsi. Quando aprì gli occhi in principio la luce lo trafisse ma poi quando si abituò e notò lo sguardo preoccupato del suo Do’aho si sforzò di sorridere e disse per tranquillizzarlo "Hana-chan, non piangere, sto bene. Hai visto, quello che provo per te supera qualsiasi cosa, sono riuscito a sconfiggere anche il kolai"

 

Anche il rossino sorrise tra le lacrime "Si ho notato, ma anche io non sono da meno, insieme a te sarei disposto ad affrontare pure la morte" disse ricordando la caduta anche se in verità quando lo aveva spinto non era prevista.

 

Dopo di che senza più dirsi niente si baciarono appassionatamente, finalmente erano uno di fronte all’altro. Liberi da April e da July potevano pensare a loro stessi a seguire liberamente e senza freni l’istinto del loro cuore.

 

Kaede ribaltò le posizioni finendo sopra al rossino. Quando le loro labbra si separarono, il volpino leccò il lobo dell’orecchio del ragazzo sotto di lui, accarezzò con le labbra il suo mento e succhiò il suo collo. Intrufolò le sue mani sotto la tunica per avere un contatto più intimo con la sua pelle.

 

Hanamichi continuava invece a passare a ritmo regolare le sue mani tra i capelli serici del moretto, lasciandosi andare a tutte le sensazioni che l’altro gli scatenava dentro.

 

Entrambi erano eccitati al punto giusto, avevano cominciato a gemere pesantemente ed ad ansimare. Rukawa decise che era il momento giusto finalmente di andare oltre ai soliti baci e alle solite carezze, non importava se erano all’aperto, se erano su un altro mondo, avevano tutte e due bisogno di sentire che finalmente erano di nuovo insieme.

 

Afferrò la tunica del rossino e stava per strappargliela quando delle voci catalizzarono la sua attenzione. Sembravano voci di alcuni bambini e si stavano avvicinando.

 

Prese per mano Hanamichi che con una smorfia diede voce a tutto al suo disappunto per l’interruzione, e lo portò dietro ad un sasso che poteva nasconderli da occhi indiscreti. Entrambi trattenendo il fiato guardarono in direzione di dove si sentivano sempre più vicine quelle grida di fanciullo. Potevano essere i Brezza Marine e i Terra Roventi venuti a cercarli, ma fra la comitiva non c’era nessun bambino dopo tutto si era andati in quel posto per combattere mica a fare una gita. Ma allora chi poteva essere?

 

Quando però finalmente i proprietari delle voci raggiunsero finalmente un luogo in cui i due potevano vederli, gli occhi di Hanamichi e Rukawa si spalancarono dalla sorpresa, mentre dentro di loro si faceva largo l’idea che forse stavano vivendo solo l’ennesima illusione. Quei bambini erano …..

 

FINE CAPITOLO 8 – L’ISTINTO DI UN CUORE INNAMORATO

 

Kaede: Ise perché hai interrotto sul più bello me ed Hana?

Ise: Quale più bello? E poi scusa questo capitolo è il massimo per le interruzioni sul più bello, anche la fine è bloccata a metà su una frase.

Hana: Non ha importanza, è la lemon che avremo voluto approfondire.

Ise: Bhe in questa fic non sono previste lemon se non alla fine per cui ….

Hana e Kaede: Non è giusto.

Ise: Ed invece si e guarda che se mi arrabbio elimino anche l’unica lemon che c’è per cui vi conviene lasciarmi lavorare.

Hana: Va bene calmati

Kaede: Ok ti lasciamo in pace. Hana viene di la a divertirci

Hana Si Kaede, volo

Ise: Ma non è possibile siete instancabili, comunque almeno non rompete più. Allora il prossimo capitolo si intitola L’altra soluzione (ha anche un sottotitolo ma non ve lo dico, altrimenti sarebbe troppo facile). Spero che continuerete a sostenermi. Alla prossima.

 

L’ANGOLO DI ISE

Questa volta in questo angolino parlerò dei nomi di questa fic:

Il nome di Mistica, mi è rimasto impresso guardano il film degli X-men per cui ho deciso di usarlo in questa circostanza per una persona dai super poteri e dal fascino un po’ ambiguo. Anche sta volta è tutto. Ciao. Ise

Qualsiasi commento sia positivo che negativo potete farmelo pervenire tramite la seguente E-mail: denise-alessandro@libero.it

 


 

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