I personaggi di Slam Dunk non sono miei
ma del mitico e immenso Inoue, ed io non ci guadagno nulla..
Buona lettura (Spero) Ise.
Another country Parte VI di Ise
CAPITOLO 6 – "PASSATO REMOTO"
Kaede sentì a poco a poco il vento scemare e il mal di testa sparire. Fece un paio di respiri profondi e aprì gli occhi per guardarsi intorno. Da subito non riuscì a mettere a fuoco niente, intorno a lui era tutto offuscato, agitò il capo a destra e sinistra un paio di volte per tornare lucido e quando ebbe finito, la sua bocca e i suoi occhi si spalancarono dalla sorpresa, era nello spazio e sorvolava un pianeta azzurro molto simile alla terra a parte la forma dei continenti.
Oltre al pianeta, nel lato opposto in cui si trovava il volpino c'era il sole. Rukawa notò che alla sua destra e alla sua sinistra c'erano due satelliti naturali di grandi dimensioni non molto distanti l'uno dall'altro.
Era ancora sconcertato da quello che vedeva quando con la coda dell'occhio notò una scia luminosa e quello che successe dopo fu solo un istante.
Una cometa si schiantò con forza contro una delle lune frantumandola in tanti pezzi, alcuni furono trascinati dall'impatto verso lo spazio esterno, altri perdendo potenza finirono contro l'altra luna appena scheggiandola, il resto vennero attirati dalla forza di gravità e trascinati verso il pianeta.
Kaede era attonito, gli sembrava di assistere ad un film apocalittico, era tutto così fittizio eppure anche così reale. Era una catastrofe, per la gente di quel pianeta non ci sarebbe stata nessuna via di scampo.
Era così assorto nell'osservare quel crudele spettacolo che si accorse quando era già troppo tardi di essere stato risucchiato nella pioggia di asteroidi. Si stava schiantando insieme a tutte quelle meteoriti addosso a quel pianeta, eppure non provava nessun dolore sentiva soltanto il panico e la paura crescere dentro di lui.
Passò l'atmosfera senza subire danni come una stella cadente, era sempre più vicino al terreno, chiuse gli occhi per non vedere l'impatto e….
… rinvenne qualche tempo dopo su quello che al suo tatto sembrava sabbia. Aprì gli occhi e subito vennero trafitti dal sole cocente, si alzò distrutto e fece qualche passo barcollando. Si risedette richiudendo gli occhi aspettando qualche secondo per adattarsi a tutto quello che era successo, quando finalmente sentì le sue forze ritornargli si arrischiò a riaprire gli occhi e allora vide il vero motivo per cui era stato portato li da Irk.
Hanamichi fu lasciato dalla tempesta di sabbia in mezzo ad un immenso campo. Ancora scosso nonostante la poca luce che aveva a disposizione visto che doveva essere sera inoltrata si guardò in giro per controllare la situazione.
Prima guardò di fronte a se e vide un grande spazio aperto ricoperto da erba circondato dalle montagne. Si guardò alle spalle e notò che era la stessa cosa. Poco distante da lui invece a destra c'era un piccolo sentiero che portava ad un'apertura all'interno della montagna più grande, dovevano averla traforata. Alla fine volse lo sguardo al cielo per decidere cosa doveva fare giusto in tempo per vedere il sole declinare dietro un monte e sorgere al suo posto due lune molto vicine fra loro.
Il rossino trovò molto suggestivo il fenomeno e rimase incantato a guardarlo fino a quando delle voci non attirarono la sua attenzione.
Dal traforo stavano entrando nel grande prato molti uomini vestiti con delle strane tuniche colorate e un copricapo che terminava con una piuma. Ricordava un po’ il vestito che July aveva sulla terra. In mano avevano un bastone e sembravano avere molta fretta.
Sakuragi corse incontro a queste persone contento di vederle, si parò davanti a loro e chiese arraspando un po' l'aria visto lo sforzo fatto "Mi sapete dire dove mi trovo?"
Quegli strani tipi però non gli risposero anzi lo passarono come se non l'avessero neanche visto, sembrava essere diventato trasparente.
Hanamichi era sconvolto, che cavolo stava succedendo? Riprovò di nuovo ad attirare l'attenzione stavolta urlando ma fu inutile per quegli uomini lui non sembrava esistere.
Velocemente quel migliaio di persone si posizionò in mezzo al campo e sollevando la testa e il bastone in direzione di una delle lune recitarono un mantra.
Anche Hanamichi allora guardò in direzione del satellite e vide la catastrofe.
Vide un bolide scontrarsi contro l'astro fermo nel cielo, vide l'astro frantumarsi sotto i suoi occhi in tante meteoriti, vide le meteoriti dirigersi verso quel pianeta. Intanto quegli uomini continuavano a recitare la loro litania forse come estremo tentativo di fermare la sciagura o solo per lenirla non lo sapeva.
Gli occhi del rossino continuavano a vagare, ora in direzione dei quei tipi per incitarli a continuare, a non smettere, a realizzare qualunque cosa volessero fare, ora verso il cielo dove quelle sfere infuocate dall'atmosfera si avvicinavano sempre di più.
Ad un tratto però uno di quei cosi si schiantò poco distante di lui sollevando l'aria e catapultandolo lontano un km. Quel primo impatto fu seguito subito dopo da un altro che colpì in pieno gli uomini in preghiera facendo crescere il panico in Hanamichi. Tentò di calmarsi ma quando sollevando lo sguardo vide uno di quei bolidi dirigersi verso di lui, chiuse gli occhi dalla paura e ....
… si svegliò dopo un pò del tutto inebetito. Si mise seduto facendo un'incredibile sforzo, si massaggiò le tempie per lenire il terribile mal di testa che lo aveva assalito, respirò profondamente tentando di cancellare il ricordo dell'esperienza traumatica vissuta, era stato fortunato in qualche modo l'aveva scampata fu il suo primo pensiero. Quando alzò lo sguardo però capì la verità, capì il vero motivo per cui era stato portato lì da Hack.
3000 anni fa - Another Country
Erano passati due mesi dal cataclisma che aveva sconvolto Another Country, tutti i sopravvissuti si erano riuniti in un unico popolo per rimanere il più possibile vicino agli ultimi sacerdoti e maghi sopravvissuti. Questi erano stati gli unici a prevedere la tragedia e a tentare di lenirla recitando formule su formule incuranti delle loro stesse vite, molti erano morti schiacciati dalle meteoriti o dal sollevamento dell'acqua che era sopraggiunto dopo. Il pianeta ora infatti era diviso tra acqua e deserto, tuttavia alcuni essere umani erano riusciti a venirne fuori vivi e ora tentavano di trovare il modo per continuare a tirare avanti. A proposito proprio quel giorno era stata fissato un incontro sotto una tenda tra gli ultimi saggi, i sacerdoti e i maghi per trovare una soluzione, il pianeta così non era abitabile e per continuare a vivere bisognava trovare un modo il prima possibile.
La discussione era molto accesa, tutti avevano qualcosa da dire ma nessuno sapeva esattamente cosa fare.
Proprio mentre la situazione stava degenerando e i convenuti avevano cominciato a litigare non trovandosi d'accordo su niente, si aprì l'entrata della tenda facendo entrare una ragazzina di circa 16-17 anni con lunghissimi capelli rossi e furbeschi occhi blu. La sua pelle era abbronzata e possedeva dei lineamenti davvero delicati. Era parecchio alta ma perfettamente proporzionata.
Tutti gli occhi dei presenti si fissarono sulla nuova venuta e il più vecchio degli anziani molto scocciato per l'intrusione chiese "Chi diavolo sei e cosa vuoi?"
La ragazza però non si lasciò intimorire dal tono usato dall'uomo, si avvicinò al gruppo, si sedette per terra e incrociando le mani sotto il mento sorridendo disse "Io sono Mistica e sono venuta a darvi una mano"
"Ah si, e come?" dissero all'unisono tutte le persone della tenda ridendo sotto i baffi. Cosa poteva fare una ragazzina in una situazione del genere?
Mistica fece finta di non notare quelle risate di scherno e a sua volta con un sorriso sardonico disse "Avete mai sentito parlare della magia delle evocazioni?"
Tutti quegli uomini, il cui più giovane aveva il doppio dei suoi anni, cominciarono a fissarla improvvisamente attenti ed interrogativi. Cosa ne sapeva una ragazzina così giovane di una magia così antica e difficile da praticare. Solo un baciato dagli elementari poteva usarla, il resto rischiava di morire nell’intento.
Avendo ottenuto il risultato sperato con quell'affermazione la ragazzina cominciò a spiegare alzandosi in piedi "Io sono l'unica sopravvissuta del popolo di Yuta, l'antico popolo che voi avete osteggiato a causa del grande potere che disponeva di controllare gli elementari fino a farlo estinguere. Tuttavia il loro sangue non è andato perduto, alcuni per scappare alle vostre persecuzioni si sono rifugiati a nord dove hanno vissuto in pace fino a due mesi fa. Gli Yuta sapevano da anni quello che sarebbe successo, era stata la natura a rivelarlo loro e sapevano che era inevitabile. Però una speranza per il futuro del pianeta c'era ancora ed era in mano ad uno di loro" poi fece una pausa nella quale i suoi occhi diventarono tristi "Quando nacqui mi fu predetto un grande futuro e quando gli astri ci rivelarono il pericolo il gran consiglio capì per quale motivo ero nata. Io dovevo sopravvivere così durante la sciagura tutto il mio popolo, i miei genitori, mio fratello invece di pensare a salvare loro stessi hanno protetto me pensando a voi che fino a pochi giorni prima eravate i nostri nemici, in questo modo però sono tutti morti lasciandomi da sola"
La ragazza si fermò nuovamente per guardare ad uno ad uno i presenti mentre i suoi occhi si velavano di rabbia "Ora se fosse per me vi lascerei tutti morire, non mi importa niente di salvare qualcuno che non ha fatto altro che ammazzarci fino all'altro giorno approfittando senza pietà dei nostri insegnamenti che ci proibivano di uccidere. Ma non posso, ho promesso agli anziani del mio popolo che vi avrei aiutato e io mantengo sempre la parola. Sono stata addestrata fin dalla più tenera età dimostrando subito doti incredibili a diventare l'evocatrice delle evocatrici e ora metto i miei poteri al vostro servizio. Però fate attenzione non vi obbedirò mai e vi aiuterò alle mie condizioni ovvero voglio avere carta bianca".
L'anziano che aveva parlato per primo la guardò disgustato, tuttavia rifiutare un aiuto così prezioso anche se veniva e soprattutto perché veniva da una Yuta in quel momento era impossibile ma prima voleva sapere alcune cose "E esattamente possiamo sapere cosa avresti intenzione di fare per salvarci"
La rossa si lisciò i capelli portandoseli dietro le orecchie, poi con un tono piatto come una brava maestrina cominciò la lezione "Al mondo esistono 4 elementi importanti ovvero la terra, il fuoco, l'aria e l'acqua e ognuno di questi è custodito da un guardiano che ha il compito di governarli e sovrastare gli elementari minori che li circondano. Noi Yuta per generazioni siamo stati in grado di evocare gli elementari minori, ma nessuno è mai riuscito ad entrare in contatto con quelli superiori, chi ci provava perdeva la sua forma umana per trasformarsi in un niente. Ora io sono il mago più potente che sia mai esistito nel mio popolo, sono un'autentico genio nelle evocazioni e una volta quando avevo sei anni sono riuscita pure a parlare con il guardiano dell'aria, non sono riuscita a controllarlo e a farmi rivelare il suo nome ma sono riuscita a tornare indietro dal suo mondo intera. Adesso sono cresciuta e sono diventata più potente per cui ho intenzione di provare ad assoggettare tutti e quattro i guardiani in modo di averli ai miei ordini. Con il loro enorme potere poi ripristinerò alcune condizioni di vita in questo mondo, certo niente sarà come prima ma almeno vivremo. Allora accettate il mio aiuto o no?"
Un mago disse "Ma se non fai tutto questo anche senza aiutare noi, morirai anche tu"
La ragazza però alzò le spalle incurante, facendo capire loro che non gli importava molto di morire, voleva solo rispettare un patto.
Gli anziani si guardarono fra loro e decisero di prendere tempo "Dobbiamo pensarci su" dissero e si portarono a riflettere in un angolo della sala.
Dopo un'ora ritornarono da Mistica che li aveva aspettati seduta e sonnecchiando. La guardarono per un attimo sembrava fisicamente così debole ma il suo potere era potente lo sentivano anche loro. La svegliarono e le dissero "Abbiamo deciso di accettare il tuo aiuto. Quando inizierai il tuo lavoro?"
Mistica sorrise furbescamente dicendo "Lo sapevo che avreste accettato, avete troppa paura di morire e, quindi, era ovvio che sareste stati pure disposti ad accettare l'aiuto di un Yuta, che esseri volubili. Comunque tenterò ad entrare in contatto con i guardiani fra un mese, ci sarà un eclissi totale e quando è buio sul pianeta il mondo degli spiriti si fa più presente anche nel mondo reale. Nel frattempo però tenterò di rendermi utile in qualche altro modo per il mio "nuovo" popolo" aveva detto le ultime parole in tono sarcastico, dopo di che uscì dalla tenda senza salutare lasciandosi dietro degli esterrefatti e dubbiosi anziani, maghi e sacerdoti.
In quel mese però i sommi capi, così la gente sopravvissuta aveva preso a chiamare quegli uomini che si erano presi la responsabilità di guidarli, non ebbero nessun motivo di preoccuparsi per Mistica, anzi fu loro molto utile. Con l’aiuto degli elementari minori di cui poteva ancora fare uso procurò del cibo alla gente dalla sabbia secca del deserto, riuscì a privare del sale l’acqua del mare in modo da farli bere senza morire, con il fuoco li scaldava nelle fredde notti e con l’aria li proteggeva nei giorni caldissimi. Insomma nel giro di pochi giorni il popolo che la guardava con timore perché si era diffusa la notizia che era una Yuta cominciò a considerarla come la loro principale salvatrice. Nel giro di poco era diventata indispensabile a tutti e veniva trattata con rispetto e benevolenza. Lei sembrava ricambiare l’amicizia offertogli comportandosi amabilmente con chi le rivolgeva la parola e avendo sempre per tutti una parola di conforto.
Quando giunse il giorno dell’eclissi Mistica fece tracciare per terra un pentacolo, mise la gente ai lati e lei si posizionò al centro.
Mentre l’unica luna rimasta cominciava ad oscurare il sole, la ragazza dai capelli rossi cominciò a recitare un rito propiziatore. Quando calò il buio sul pianeta Mistica sparì e il popolo urlò colto dallo sconforto, avevano perso l’ultima speranza.
Per una settimana tutti i sopravvissuti di Another Country rimasero al buio a causa dell’eclissi e furono colti da isterismo plurimo, molti arrivarono anche a strapparsi i capelli, molti si lasciarono morirono, i sommi capi ormai non riuscivano più a controllare una situazione che stava degenerando sempre più. Poi dopo sette giorni dalla sua scomparsa mentre il sole ritornava a battere da solo forte nel cielo Mistica ricomparve al centro della stella a cinque punte ancora impressa nel terreno. Sulla fronte aveva dei strani segni, sembravano quattro lettere di diverso coloro scritte una sopra a l’altra.
Tutti pensarono ad un miraggio ma lei con voce secca ed imperiosa li tranquillizzò dicendo "Sono di ritorno dal mondo degli spiriti, d’ora in poi potete chiamarmi Mistica l’evocatrice delle evocatrici oppure la grande protetta dei quattro elementari più potenti"
La folla si avvicinò sempre però tentando di restare fuori dal pentacolo e cominciò ad osannare il suo nome invocandola con i nomi che lei si era scelta.
Lei sorrise compiaciuta, poi uscì dalla stella e urlò quattro nomi che nessuno capì, alle sue spalle apparvero 4 giganti che inchinandosi in posizione servile d’attesa guardarono la gente con occhi vigili.
Mistica allora disse alla folla "Allontanatevi il più possibile", quando fu sicura che le persone fossero al sicuro, si rivolse ai guardiani dicendo "Adesso tocca a voi, usate il mio spirito e la mia forza interiore per aumentare il vostro potere in questo mondo reale e ridate vita a questo pianeta in attesa di morire, ridonategli un anima secondo il mio desiderio, quello che leggete dentro di me"
Poi, successe l’impensabile, i giganti si trasformarono uno in una tempesta di sabbia, uno in tromba d’aria, uno in un tornado d’acqua e l’altro in una corona di fuoco. Circondarono Mistica andandole sempre più vicino fino a quando non entrarono in lei, la ragazza allargò le braccia e mollò un urlo espellendo da se una fusione dei quattro elementari che invase velocemente la terra, il cielo, i vulcani, il mare. Tutto era in subbuglio, la sabbia veniva trascinata in alto dal vento, un maremoto si infranse nelle coste facendo dilagare l’acqua nella terra ferma, dalla terra uscivano gaiser e magma, continui terremoti divaricavano la crosta terrestre. La popolazione di Another Country pensò subito che sta volta fosse giunta la fine sul serio, che quella ragazza li avesse ingannati e volesse soltanto vendicarsi di come avevano trattato la sua tribù facendoli morire nel modo più atroce. Invece dopo un’ora tutto si calmò.
Il popolo si accorse che sotto i piedi non c’era più sabbia ma terra anche se brulla, che le acque si erano ritirate lasciando più terra ferma, che il sole non bruciava più come prima, che l’aria sapeva di buono e non più di marcio.
Si girarono verso la rossa giusto per vederla cadere in avanti. Accorsero verso di lei per vedere come stava e ne rimasero sconvolti. I suoi luminosi capelli rossi erano diventati bianchi, la sua carnagione pallida, sembrava ancora più magra e quando aprì gli occhi notarono che il blu oceano si era trasformato in un grigio acquoso.
Mistica fece il gesto di alzarsi e uno dei maghi più anziani tentò di aiutarla, ma lei lo scansò sollevandosi da sola. Guardò il mondo che aveva creato soddisfatta, poi fissò il suo sguardo verso la folla che aspettava una sua parola e lesse nei loro occhi la paura per il suo nuovo potere (lei aveva in balia i guardiani che potevano fare quasi tutto), la riconoscenza per quello che aveva fatta e il rispetto che viene attribuito solo ad un leader.
Le sue labbra si incurvarono in un sorriso indecifrabile, ad un occhio non attento poteva sembrare dolce ma in verità nascondeva anche tanta compiacenza personale e bramosia. Alzò le braccia e disse "Se sono riuscita a fare tutto questo è anche merito del vostro sostegno, grazie ai miei poteri diventeremo un popolo che non ha più paura di niente per cui ora basta con le facce da funerale è il momento di festeggiare la nostra grande vittoria"
Le sue parole furono accolte da un gran clamore, tutti cominciarono a fare baldoria.
Mistica però era a pezzi per cui chiese ad un mago "Sarei stanca, vorrei una tenda".
"Si signora" disse l’uomo con uno sguardo incerto e andò a prepararla. Lei capì di aver raggiunto il suo scopo era diventata il capo di quel nuovo popolo, neanche i maghi osavano più opporsi a lei. Erano nelle sue mani e dipendevano da lei oltre al fatto che ne erano spaventati per via della sua forza. Nessuno avrebbe osato contraddirla per timore e inoltre la amavano perché aveva donato loro un nuovo futuro. Due ottimi motivi per mantenere per sempre il potere.
Quando fu sulla sua tenda si stese sul giaciglio e prima di addormentarsi pensò che tutto era pronto, che finalmente era riuscita a sistemare le cose in modo da potersi vendicare di tutti i soprusi ricevuti dal suo popolo rispettando la promessa fatta agli anziani degli Yuta prima di morire ovvero aiutare gli abitanti di Another Country. Lei non li avrebbe uccisi almeno non direttamente, si sarebbe solo divertita un po’.
Hanamichi e Kaede avevano assistito come ad un film a tutta questa parte di storia antica di Another Country. Tutto era stato molto interessante, però erano un po’ perplessi. C’erano ancora delle cose che non riuscivano a capire, cosa voleva fare Mistica? E soprattutto in quell’epoca c’era un unico popolo come erano nate poi le divisione che avevano prodotto i Terra Rovente e i Brezza Marina?
Tuttavia la curiosità dei due rimase insoddisfatta, una nube d’aria e un corona di fuoco copersero di nuovo rispettivamente Kaede ed Hanamichi e contro la loro volontà e nonostante i loro sforzi, il loro agitarsi per rimanere a vedere gli sviluppi futuri vennero trascinati lontani.
Si ritrovarono immersi nell’oscurità, sbuffarono entrambi mentre i loro occhi si adattavano al buio, si guardarono intorno e si videro.
Si fissarono intensamente per diversi minuti senza una parola ancora incapaci di accettare di trovarsi l’uno di fronte all’altro e, poi, senza rendersene conto seguendo il proprio istinto si ritrovarono abbracciati
Rimasero per diverso tempo così, assaporando il tepore e la felicità di ritrovarsi di nuovo fra le braccia dell’amato, annusando quel profumo caratteristico che li faceva impazzire perché apparteneva all’altro e ,poi, si baciarono. Un bacio casto, puro confortante. Quando si separarono Kaede accarezzando il volto del rossino chiese stupito "Che cosa ci fai qui? Sei un’altra illusione?"
"Sono io a dovertelo chiedere, ho risvegliato il guardiano della terra e mi sono successe tantissime cose strane, una prova terribile, un esperienza di distruzione mostruosa, il passato di Another Country con Mistica. Sono ancora così confuso" disse il Hanamichi stringendosi ancora di più al volpino.
Rukawa lo allontanò di un poco guardandolo confuso, mentre una fetta dell’antica gelosia cominciò a farsi viva in lui "Tu hai risvegliato il guardiano, perché? Pensavo che July ti avesse detto che io sono obbligato a farlo per via di una costrizione, che ti avesse detto che fra me ed April non c’è niente, perché hai deciso di aiutarlo comunque? In questo modo saremmo costretti a scontrarci"
"Mi ha detto tutto ma, risvegliando i guardiani avrei potuto rimanere qui su questo mondo, starti più vicino di quanto sarei sulla terra e, poi, ho come la sensazione che seguendo questa profezia potrò trovare il modo per riaverti con me" disse il rossino con un sorriso smagliante, poi strofinando la sua guancia su quella del volpino continuò "Ed in effetti adesso ci siamo incontrati anche se non so per quanto durerà"
"Ti amo Hanamichi e non sai neanche quanto" disse il volpino avvicinando le sue labbra a quelle dell’altro.
"Ti amo anch’io Kaede" disse il rossino riducendo ulteriormente la distanza.
Si baciarono sta volta con passione, si separarono soltanto per riprendere fiato.
"Adesso cosa accadrà secondo te, Kaede?" chiese il rossino dopo qualche secondo.
"Dovremo risvegliare gli altri due guardiani, anche se preferirei che tu non lo facessi"
"Come? Perché" disse un agitato Hanamichi "Solo tu puoi combattere per quella, si dia al caso che July sia nostro amico ed è mio dovere difenderlo, se non facessi niente con il tuo aiuto quella psicopatica conquisterebbe tutto"
"April non è una psicopatica, non ho ancora capito molto bene il suo modo di comportarsi, però segue sempre una logica. A volte quando non fa di tutto per rendersi antipatica è pure simpatica" disse il volpino pensieroso.
"Come osi difenderla, dopo quello che ci ha fatto. Cos’è ti è piaciuto essere baciato da lei?" disse Hanamichi molto geloso.
"No, a me piace baciare solo una tenera scimietta rossa" disse il volpino scompigliandogli i capelli affettuosamente. "Baka kitsune" urlò Hanamichi felice ma fingendo fastidio per come era stato chiamato.
"Do’aho" rispose l’altro e cominciarono una finta rissa fatta da pugni leggeri che sembravano carezze.
Poi, si strinsero di nuovo e rimasero in silenzio fino a quando il volpino disse "Sul serio non vorrei che tu corressi dei pericoli a causa del risveglio dei guardiani"
"Se li corri tu preferisco correrli anch’io piuttosto di non fare niente. E poi sono un genio non c’è niente che io non sappia fare" disse il rossino con una risata sincera.
Kaede si limitò a sorridere dolcemente facendo arrossire Hanamichi e a stringerlo possessivamente accarezzandogli la schiena "Allora visto che sei così deciso non ci rimane che aspettare e sperare di superare anche le prossime prove per il risveglio degli altri guardiani in modo di ritornare nel passato remoto. Sono convinto che è nel passato la chiave per il futuro"
"Ho anch’io questa sensazione, dopo aver appreso più cose su Another Country potremo capire come comportarci" disse il rossino guardandolo negli occhi.
"Esatto" disse Kaede.
Dopo sentirono una forza respingente tentare di allontanarli, sfiorarono le loro labbra un ultima volta, tentarono di rimanere uniti stringendosi la mano il più possibile, quando però vennero staccati e furono circondati dal buio l’uno sentì la voce dell’altro gridare "Ti amo ricordatelo sempre" poi più niente.
Furono trascinati per molto tempo nel vuoto, entrambi cominciarono a sentire la stanchezza e gli occhi chiudersi, l’ultima cosa che sentirono un attimo prima di svenire fu la voce dei due guardiani risvegliati dire "E’ il momento di tornare al presente. Quando vorrai il mio aiuto chiamami con il mio nome proprio"
July era molto preoccupato, era da un giorno che Hanamichi era sparito senza lasciare tracce, se non fosse mai più tornato sarebbe stata colpa sua e non avrebbe mai più potuto guardarsi in faccia. Doveva insistere perché rifiutasse di diventare un guerriero, doveva proibirgli di diventarlo e, invece, si era lasciato convincere. Era naturale che sarebbe stata una prova pericolosa anche se nessuno sapeva in cosa consisteva, dopo tutto si trattava di risvegliare delle creature rimaste addormentate per tanti secoli. Nessuno era mai neanche riuscito ad aprire la porta della Torre, i loro poteri magici erano bazzecole in confronto ai campi di forza che tutelavano quel posto.
Si prese la testa fra le mani e cominciò nuovamente ad invocare la buona sorte per Hanamichi, ormai era da quando era sparito che era in ginocchio di fronte alla Torre impossibilitato a proseguire a causa della forza respingente e a tornare indietro a causa del suo stato d’animo. Da li non si era più mosso e alternava momenti di panico e riflessioni a momenti di preghiera e supplica.
In quelle ventiquattrore non aveva ne mangiato ne dormito, se ne stava li in attesa come una sentinella, se Sakuragi fosse riapparso lui voleva esserci.
Dietro di lui c’erano i Terra Rovente della scorta, anche loro rigorosamente in silenzio, anche loro immobili, anche loro in attesa di un miracolo. Anche loro non si erano più mossi dalla scomparsa. Quel ragazzo in fin dei conti era la loro unica speranza di vittoria nei confronti delle Brezze Marine.
L’unico segno di vita in quell’accampamento erano le torce accese che illuminavano quella notte perenne.
Intanto passavano i secondi, i minuti, le ore e l’angoscia cominciava a farsi sentire, le speranze si affievolivano, molti avevano già cominciato a piangere e a disperarsi, poi ad un tratto di fronte alla porta della Torre scaturì una luce castana che depositò a terra supino un privo di sensi Hanamichi.
Il re delle Terre Roventi con un balzo gli fu subito vicino, lo girò per controllare che respirasse e si accorse del simbolo sulla fronte. Accertatosi delle sue condizioni di salute (sembrava stare bene), lo sollevò fra le braccia e lo portò nella sua tenda a dormire mentre alzava un inno di ringraziamento e di giubilo per festeggiare la riuscita della missione. Quel simbolo doveva significare che Hanamichi ce l’aveva fatta e ora, quindi, gli spettava il suo dovuto riposo. Non aveva nessuna intenzione di svegliarlo anche se il suo popolo sembrava desiderarlo per avere un’ulteriore conferma, lui era sicuro di quello che pensava e non ci fu verso di fargli cambiare idea.
Dopo aver depositato Hanamichi nel suo giaciglio ordinò al resto delle comitiva di andare a riposarsi, che non appena si fosse svegliato il guerriero gli avrebbe chiesto di dar loro una prova più tangibile della missione compiuta, ma che per il momento era meglio farlo riposare.
Poi, entrò di nuovo nella tenda del rossino per vegliarlo ma finì con l’addormentarsi a sua volta.
Sakuragi si svegliò dopo dodici ore, si accorse di essere su una tenda e provò ad alzarsi ma la testa di July appoggiata alle sue gambe glielo impedì. Il re delle Terre Rovente era beatamente addormentato, doveva aver provato a vegliarlo.
Sorrise e tentò di svegliarlo delicatamente.
L’altro aprì gli occhi e se li stropicciò con le mani, quando riuscì a mettere a fuoco il volto luminoso di Hanamichi però divenne raggiante e lo abbracciò contento di vederlo.
July gli raccontò di come lo aveva fatto preoccupare in quei due giorni, di come dopo un po’ aveva cominciato a pensare al peggio, della felicità che gli aveva procurato il suo ritorno, mentre Hanamichi gli disse della prova e dell’incontro avuto con Kaede. Aveva preferito nascondere la parte di passato che aveva scoperto, dubitava che July fosse pronto ad ascoltarla, lui stesso voleva saperne di più.
Quando il rossino ebbe finito di raccontare come si erano svolte le cose July disse "Sono contento che tu e Kaede abbiate potuto incontrarvi e, quindi, chiarirvi" poi fissò un attimo la sua fronte e disse "Quindi ho visto giusto quel simbolo significa che sei un protetto del guardiano della terra. Tutto si è risolto nel migliore dei modi" e tirò un sospiro di sollievo.
Proprio in quel momento fuori dalla tenda si sentì un gran brusio.
July uscì e trovò tutti i Terra Rovente che si era portato dietro fermi con occhi supplici e desiderosi di avere una prova.
July non disse niente, richiuse le ante della tenda e si rivolse ad Hanamichi dicendo "Qui fuori c’è il mio popolo che vuole una conferma sul fatto che tu abbia risvegliato il guardiano. Puoi fare qualcosa per tranquillizzarli?"
Il rossino si diresse verso l’uscita con un ghigno "Ci posso provare"
In fretta fu allestito un piccolo palco e Hanamichi molto nervoso ma anche curioso di vedere se effettivamente Hack sarebbe accorso vi si posizionò in mezzo.
Con voce possente urlò "Hack ho bisogno di te"
Subito dietro alla sue spalle si formò un vortice di sabbia che girando vorticosamente diventava sempre più grande, quando raggiunse il suo apice si acquietò e da essa nacque un gigante che rivolgendosi ad Hanamichi disse "Cosa posso fare per te, mio giovane protetto?"
"Voglio che tu dia a queste persone una dimostrazione della tua forza" disse Hanamichi e allora Hack sorrise e batté un piede per terra facendo un grosso squarcio sul terreno, dopo di che posizionò la mano sulla fessura e la richiuse. Quel semplice gesto prima preoccupò i Terra Roventi presenti e poi li fece credere e inchinandosi con il volto a terra cominciarono a cantare le lodi del loro guerriero.
Contento dell’effetto ottenuto e tuttavia lui stesso un po’ spaventato Hanamichi congedò il guardiano della Terra che scomparì così come era venuto.
Tutti i Terra Roventi quando Hack sparì si alzarono in piedi e cominciarono a festeggiare. July li lasciò fare e per le sei ore successive ci fu un gran fermento in quel pezzo di terra. Si beveva, si mangiava, si ballava, si suonava, ci si divertiva felici di avere in mano un’arma così potente per sconfiggere Brezze Marine.
Hanamichi però con suo sommo dispiacere ne venne escluso, doveva rimanere mondo per risvegliare l’altro guardiano e quindi evitare qualsiasi contatto con persone che non fossero July e quei piaceri mondani.
Il rossino si ritirò nella sua tenda un po’ stizzito, non poter prendere parte alla festa lo aveva deluso, sentire le voci divertite degli altri non era il massimo e il suo nervosismo aumentava ad ogni secondo. Si stese sul letto e pensò all’incontro con Kaede per tentare di rilassarsi e ci riuscì così bene che dieci minuti dopo si era già addormentato.
Si svegliò diverse ore dopo e uscito dalla tenda notò che tutto l’accampamento si stava preparando per la partenza. I Terra Roventi avevano un gran bel recupero per i bagordi pensò fra se.
July gli si avvicinò dicendo "Prima che il sole torni normale dobbiamo svegliare anche l’altro guardiano per cui è meglio sbrigarsi"
Il rossino acconsentì con il capo e dopo un’ora era sulla "carrozza" con destinazione la Torre del Fuoco.
Il viaggio proseguì senza intoppi e quando furono ad un paio di Km. di distanza dalla Torre, il rossino sentì la voce di Hack all’interno di se dirgli "Ora ti devo lasciare per un po’, non è bene che io ti segua all’interno del territorio di mio fratello, il signore del fuoco. Sarebbe controproducente sia per te che potresti essergli antipatico in partenza che per me visto che mi indebolirei"
Hanamichi pensò "Ma…"
"Non preoccuparti, una volta risvegliato il signore del Fuoco e uscito dal suo territorio io ritornerò da te, perché ormai siamo legati" poi la voce si ammutolì e l’H sparì dalla fronte del rossino.
Quando giunsero ai piedi del grande vulcano, Hanamichi scese dalla "carrozza" e anticipò July che stava per aprir bocca dandogli subito le spiegazioni in merito alla scomparsa del simbolo di Hack.
Il vulcano era una gigantesca montagna e dalla sua base a causa dell’oscurità, non c’erano torce abbastanza alte per raggiungere la cima, non si riusciva a vedere la torre nera del Fuoco.
Si guardò intorno stizzito in cerca di un sentiero per arrivare alla meta ma non lo vide da nessuna parte.
July vedendo quel gesto e intuendone il motivo disse "Non c’è un vero modo per arrivare alla Torre del Fuoco, di solito noi ci solleviamo da terra attraverso la magia oppure scaliamo la montagna attraverso funi, comunque nessuno si è mai avvicinato a destinazione, il calore del magma annebbia i sensi e a causa di questo molti sono caduti in mezzo alla lava morendo"
"E allora adesso cosa si fa?" disse Hanamichi.
"Credo che tu debba salire da solo, così come è successo alla Torre della Terra, il guardiano ti sentirà arrivare e ti farà entrare, noi saremo di troppo. Vorrei seguirti ma non so come il signore del Fuoco accetterebbe il mio aiuto nei tuoi confronti. Anche Hack ha deciso di andarsene" poi fece una pausa "Fai ancora in tempo a ritirarti, forse potremo evitare di svegliare questo guardiano, potrebbe essere ancora più pericoloso"
"No, ho intenzione di provarci, datemi delle funi" disse il rossino deciso.
"Hai mai scalato prima d’ora?" chiese sempre più preoccupato July.
"Veramente no, ma io sono fare tutto visto che sono un genio"
July batté le mani e uno dei Terra Roventi portò delle funi e dei chiodi "Allora come vedi ci sono già dei chiodi piantati sulla roccia, servono per fare presa con le mani quando si sale e per appoggiare i piedi, le funi invece" e mentre parlava gli fece passare la corda intorno alla vita "la devi far passare attraverso quei ciondoli perché se dovessi cadere ti bloccherebbe in aria invece di sfracellare al suolo".
"Si ho capito, ho visto qualche film a proposito, credo che me la caverò" e il rossino si avvicinò alla montagna. Guardò in alto e deglutì rumorosamente, quel posto ignoto, a causa delle tenebre faceva davvero paura.
July gli fu a fianco di nuovo "Prendi anche questi chiodi e se dovessi vedere che non riesci ad afferrare quelli che ci sono già piantali, è meglio essere prudenti"
Il rossino li prese e se li mise in tasca, poi cominciò a salire.
"In bocca al lupo" urlò July.
"Crepi" rispose Hanamichi che era arrivato ad un metro dal terreno, dopo riuscì a fare solo un altro passo verso l’alto prima di sparire. Il guardiano del fuoco lo aveva già richiamato a se.
Si ritrovò in una stanza simile a quella che c’era sulla Torre della Terra, solo che sta volta le pareti erano rosse e faceva un caldo inumano.
Aprì maggiormente il colletto della tunica e si tolse il copricapo lanciandolo lontano.
Ora non gli rimaneva che aspettare che il guardiano si decidesse a metterlo alla prova. Chissà in cosa consisteva questa volta.
Passarono diversi minuti ma non successe nulla.
Hanamichi cominciò a spazientirsi, si sedette al centro della stanza e cominciò a picchiettare le dita sul pavimento nervosamente.
Passò ancora del tempo senza cambiamenti sostanziali.
Allora davvero furioso Hanamichi si alzò e cominciò ad urlare "C’è qualcuno? Su dai non ho tanto tempo a disposizione. Fammi almeno un segnale per farmi capire che ci sei" ma non ebbe risposta.
Agitato cominciò a mollare pugni al vento per calmarsi e mentre si girava per effettuare un gancio, il suo pugno colpì una ragazza dai lunghi capelli neri e pelle bianchissima che cadde a terra. Quando alzò i suoi lucenti occhi neri il rossino notò che era davvero carina e gli sembrò di conoscerla, le si inchinò vicino e scusandosi l’aiutò ad alzarsi.
"Ti ho fatto tanto male?" le chiese
"No, Hana-chan, non preoccuparti, è colpa mia che mi sono avvicinata senza preavviso"
Il rossino era sorpreso "Come fai a sapere il mio nome?"
"Come non mi riconosci?" chiese la ragazza con uno sguardo ferito "1° media sezione 10 Sayaka Kumi"
Hanamichi spalancò la bocca, ora si che ricordava chi era, era la prima ragazza che lo aveva scaricato.
"Vedo che mi hai riconosciuto, sono felice" disse allora Sayaka "Sai dopo che ti ho detto di no, ho avuto modo di pensare molto e ho capito che ho sbagliato" si buttò fra le sue braccia stringendosi come una piovra "Tu mi piaci tanto Hanamichi, voglio stare con te"
Hanamichi riuscì in qualche modo a liberarsi dall’abbraccio e mentre si girava di spalle con voce un po’ contrita disse "Mi dispiace ma io non ti amo, vedi io sto con …" le parole gli morirono sulle labbra. Di fronte a se c’era tutta la moltitudine di donne che lo avevano scaricato compreso Haruko Akagi.
Fu proprio lei ad avvicinarsi per prima dicendo "Sai Hanamichi, mi sono accorta che tu sei l’unico fusto di Kanagawa, altro che Mito, altro che Rukawa, tu sei unico e io ti amo" poi fece un salto e gli passò le braccia intorno al collo.
Subito dopo si fece sotto un’altra ragazza Yoko, la ragazza di Oda "Si ha ragione lei, sei meraviglioso, anch’io ti amo" e lo abbracciò di lato.
Molto presto si ritrovò stretto da tutte quelle ragazze. Riuscì a districarsi da quegli opprimenti abbracci facendo leva sulla sua forza fisica e cominciò a scappare. Tentativo vano visto che la stanza non era tanto grande e la porta era sigillata. Ben presto si ritrovò spalle al muro con tutte quelle tipe che gli si facevano sotto.
Lo abbracciarono, cominciando a leccarlo e a spogliarlo, una gli infilò pure una mano dentro ai pantaloni cominciando ad accarezzargli la virilità, mentre altre si strusciavano contro i suoi fianchi. Haruko invece gli afferrò la testa e lo baciò.
Gli stavano facendo provare delle sensazioni forti e piacevoli e stava per lasciarsi andare, quando due occhi blu e intensi come il mare si fecero vedere vividi nella sua mente.
Non poteva, lui amava un altro e voleva che la sua prima volta fosse con lui.
Cominciò a dimenarsi, calciando, spintonando, dando pugni. Riuscì ad allontanarle tutte esclusa Haruko che come una piovra era ancora attaccata alle sue labbra. L’afferrò per le spalle conficcandogli le dita nella carne. Lei mollò un urlo staccandosi da lui. Poi per finire il lavoro Hanamichi molto bruscamente la lanciò distante un metro facendola finire contro le altre tizie.
Di essere stato così cattivo un po’ gli dispiaceva ma quelle pazze dovevano capire che non aveva nessuna intenzione di fare del sesso con loro. Alzò la voce dicendo "Mi dispiace ragazze, ma io amo un altro e solo a lui spetta il mio corpo, la mia anima e il mio cuore, per cui lasciatemi in pace".
Tutte le tipe cominciarono a ridere contemporaneamente mentre dicevano "Complimenti guerriero, ho messo alla prova la tua fedeltà e hai vinto"
In un attimo tutte le ragazze cominciarono a sparire convergendo in un unico punto da cui nacque un gigante dai lunghissimi capelli rossi e dagli occhi iniettati di sangue.
Con la sua voce imponente disse "Sono Efreet Guardiano del Fuoco, a te rivelo il mio vero nome e offro i miei servigi giovane guerriero venuto da un altro mondo"
Hanamichi era stato così assorto da quelle tipe che si era completamente dimenticato della prova, altrimenti avrebbe dovuto immaginare che c’era qualcosa sotto. Tirò dei profondi sospiri e sorrise, tutto sommato anche se in maniera rocambolesca era riuscito a superare anche quel supplizio risvegliando il guardiano.
Fu sempre Efreet a parlare con volto inespressivo e con voce atona "Sei pronto ad unirti a me ed andare nel Passato Remoto?". Dal tono usato sembrava desideroso di finire al più presto quelle formalità e Hanamichi di buon grado acconsentì, anche lui era di fretta.
Efeet si trasformò in lingue di fuoco e avvolse con la sua forza uno spaventato rossino, non voleva essere bruciato e istintivamente alzò le braccia per proteggersi, ma subito si accorse che quelle fiamme non bruciavano, anzi lo avvolgevano con un piacevole tepore. Si lasciò andare completamente fino a quando non sentì i suoi piedi formicolare, la stessa sensazione cominciò a percorrere tutto il suo corpo fino a quando non si fermò sulla testa facendogliela andare a fuoco. Di nuovo quel dolore lancinante che annunciava la comparsa del simbolo del guardiano si fece sentire e proprio mentre sulla sua fronte si dipingeva la E rossa del protetto di Efreet, il rossino urlò scomparendo.
FINE CAPITOLO 6 – "PASSATO REMOTO"
Ise: Finito anche questo capitolo, come sono felice. Kaede piagnucolante: Io nell’ultima parte non appaio mai Ise: Lo so ma vedrai ti rifarai all’inizio della prossimo capitolo Hana ingenuo: E’ stata interessante la prova di Efreet Kaede furioso: Hana come puoi dire che era interessante. Ti è piaciuto essere circondato da quelle pazze? Hana tentando di salvarsi: Certo che no, stavo solo pensando a quello che Ise potrebbe inventarsi per te Kaede sempre più arrabbiato: Ise come hai potuto far baciare ad Hana quella babbuina e farlo circondare da tutte quelle tizie. Ise: La prova è nata da se e dai non preoccuparti adesso tocca a te Kaede: Io mi rifiuto di fare una cosa del genere Ise: Va bene, non ci sono problemi, non ci tenevo a scrivere un copione per te ho in mente un altro progetto. Kaede e Hana: Questo fatto ci preoccupa molto. Kaede pensieroso riguardando il capitolo: E l’inizio del capitolo cosa c’entra? Ise angelica: Lo scoprirai maggiormente la prossima volta. Infatti il prossimo capitolo si intitola Il gioco di Mistica Kaede: Cos’è giocava a scacchi? Hana: O a domino? Ise: Cretini
L’ANGOLO DI ISE Questa volta in questo angolino parlerò dei nomi di questa fic: Il nome di Efreet ha la stessa fonte di Irk ovvero Record of Lodoss War, solo che in questo caso mi piaceva di più il nome usato da tutti che quello proprio per cui ho optato per Efreet. Ciao. Alla prossima. Ise Qualsiasi commento sia positivo che negativo potete farmelo pervenire tramite la seguente E-mail: denise-alessandro@libero.it
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