I personaggi di
Slam Dunk non sono miei ma del mitico e immenso Inoue, ed io non ci
guadagno nulla..
Buona lettura (Spero) Ise.
Another country Parte V di Ise
CAPITOLO 5 – IL RISVEGLIO DEI PRIMI DUE GUARDIANI
Quando Rukawa ritornò nel quadrante di terra dove si trovavano le tende di Brezze Marine ad April bastò un’occhiata per rendersi conto che tutto era andato secondo i suoi piani. Il ragazzo era più pallido del solito, aveva il i denti che mordicchiavano nervosamente il labbro inferiore, la fronte corrugata e sembrava stesse pensando ad una cosa della massima importanza.
La regina sorrise furbescamente, diede ordine a Wind di organizzare la partenza per la torre del Vento nel giro di pochi minuti e si diresse verso il volpino.
"Allora come è andata?" chiese April quando gli fu abbastanza vicina.
Kaede non rispose, si limitò a guardarla con uno sguardo ferito che valeva più di mille parole.
"Avevo ragione, vero? Mi dispiace per il comportamento subdolo di July ma almeno adesso sai con chi hai a che fare e potrai agire di conseguenza" Rukawa si limitò nuovamente solo a fissarla.
"Fra un po’ partiamo per andare alla Torre dove risveglierai il primo guardiano per cui è meglio se ritorni al tuo mezzo di trasporto. Ti accompagno" e lo condusse alla "carrozza".
Il volpino la seguì con lo sguardo perso nel vuoto, prese posto all’interno dell’abitacolo senza quasi accorgersene. Era troppo intento a pensare e a riflettere a quello che l’attendeva da ora in poi e a quello che aveva visto che quando April lo lasciò da solo neanche lo notò.
Ritornò in se soltanto quando sentì la "carrozza" muoversi.
Guardò fuori dal finestrino in direzione dell’accampamento di Terre Roventi giusto per vedere uscire da una tenda Hanamichi.
Il ragazzo dei capelli rossi si voltò verso la sua direzione come a cercare qualcuno, quando lo vide sorrise dolcemente e lo salutò con una mano. Dalla stessa tenda dalla quale era uscito Sakuragi uscì anche July che alzò la mano anch’egli per salutare. Kaede con gli occhi fissi sul suo Do’aho, non riusciva a credere a quello che stava accadendo, istintivamente però ricambiò il saluto sfoderando uno dei suoi rari sorrisi.
Il volpino rimase a fissare il suo ragazzo fino a quando non scomparve all’orizzonte, allora chiuse il finestrino per proteggersi dagli sbalzi di temperatura e cominciò a pensare all’ultimo fatto.
Se Hanamichi era uscito dalla tenda appositamente per salutarlo, significava che non ce l'aveva con lui per quello che era successo con April, quindi doveva sapere la verità. L'unico che poteva avergliela detta era July che a sua volta era uscito a salutarlo. Questo implicava che lui quando li aveva visti abbracciati aveva preso una cantonata. July non era interessato ad Hanamichi lo stava solo consolando, già anche un amico abbraccia per rassicurare chi gli sta a cuore. July doveva aver fatto quello e lui avvelenato dalle parole di April aveva finito con il credere vero quello che lei voleva fargli apparire. Era stato uno stupido. Si era fatto fregare come un pollo. E si che lui pensava di essere sveglio sulle cose che contano. Ma non sarebbe finita così, alla prima occasione l'avrebbe affrontata e gliene avrebbe detto quattro.
Kaede non dovette aspettare molto visto che all’ora di pranzo April si fece viva per mangiare insieme a lui.
Quando entrò nella "carrozza" si accorse subito che c’era qualcosa che non andava, gli occhi del volpino erano incandescenti. Si sedette sul sedile di fronte all’altro e rimase ferma per un po’ attendendo la prima mossa di Rukawa.
Kaede cominciò a fare il gioco che lei aveva fatto con lui il giorno prima ovvero guardarla intensamente senza mai parlare, far sentire la sua presenza solo tramite lo sguardo ogni cosa lei facesse e alla fine April capitolò.
"Si può sapere cos’hai, oggi?" chiese la regina delle Brezze Marini perdendo la pazienza.
Kaede non rispose non subito, aspettò che l’altra si alzassi in piedi e dicesse "Allora mi vuoi rispondere si o no? Guarda che potrei …"
"Fare cosa? Uccidermi forse? E poi chi risveglierebbe i guardiani?" disse sfottente Kaede.
"Ma che cosa ti è preso?" chiese April sorpresa dal tono usato.
"A me niente, a te piuttosto, ti diverte così tanto prenderti gioco degli altri?" rispose il volpino con un’altra domanda.
April lo guardò dubbiosa e incerta sul da farsi e, poi, dopo un attenta analisi della situazione rispose diplomaticamente "In che contesto mi dici questo, scusa?"
"Sul nostro patto di prima, mi hai volutamente fatto credere che a July piacesse Hanamichi e che lo ingannasse per portarmelo via ma non è così e lo sappiamo entrambi"
"Davvero? E allora perché lo ha abbracciato? Perché li hai trovati l’uno nelle braccia dell’altro quando ti ho mandato a controllare altrimenti non saresti qui"
"Si, li ho trovati abbracciati ma non c’era malizia in quello che stavano facendo, July quasi sicuramente voleva solo consolare Hana-chan come avrebbe fatto un qualsiasi buon amico"
"Scusa cosa ti ha fatto cambiare idea così in fretta? Prima mi sembravi triste e convinto di quello che ti avevo detto e ora invece sembri il difensore di quell’impiastro di July. Fino a prova contrario visto che con lui non ci hai parlato potrei avere ragione io, perché tutta questa fiducia? Dopo tutto lui sta ingannando Hanamichi, non gli ha detto niente del Kolai, ora starà sfruttando il rancore che prova per te per farsi aiutare nel risveglio dei guardiani"
"Ti sbagli, gli ha detto tutto" e Kaede raccontò di come il rossino lo aveva salutato alla partenza.
"E così ha parlato, o almeno il gesto di Hanamichi lo si potrebbe interpretare così, se non sapesse del Kolai dubito che ti avrebbe salutato visto che pensava che lo avessi tradito con me" disse April più a se stessa che a Rukawa, poi cominciò a ridere "Sempre detto che July è troppo buono, si lega troppo agli altri e questo è un suo punto debole che io dovrò sfruttare" Quando smise di ridere continuò a parlare rivolta a Kaede "Comunque questo non cancella il nostro patto, il nostro accordo derivava dall'abbraccio indipendentemente dall'interpretazione data. Li hai o non li hai trovati abbracciati?" "Erano abbracciati" acconsentì il volpino "Ma mi hai ingannato montando una storia che adesso ho capito non c’è, altrimenti non avrei mai accettato una cosa del genere"
"Non mi riguarda, la piccola scommessa l’ho vinta io o mi sbaglio"
"L’hai vinta ma con l’imbroglio"
"Non mi importano i tuoi ma, so soltanto che stai trovando milioni di scuse per mangiarti la parola data"
"Non è vero" disse il volpino alterato.
"Allora dimostramelo, manterrai i patti del nostro accordo, risveglierai i guardiani, combatterai per me contro July senza che io te lo deva ordinare ogni volta" disse April con rabbia.
Kaede si accorse di essere in trappola, se avesse detto di no avrebbe perso la faccia perché avrebbe tradito i termini dell’accordo che erano come li aveva posti April, se avesse detto di si sarebbe stato costretto a combattere di sua spontanea volontà contro un amico.
Vagliò entrambe le possibilità e alla fine vinse il suo orgoglio "Va bene, rispetterò gli accordi però ho una condizione, non colpirò mai Hanamichi o July per far loro del male, non potrei mai"
"Per il momento mi basta questo" disse April e intanto dentro di se proseguiva la frase –Al resto potrò sempre obbligarti più avanti-. Poi ad alta voce disse "Adesso scusa ma i miei doveri di capo carovana mi costringono a lasciarti da solo, riposati fra due giorni ti aspetta l’esperienza più incredibile della tua vita" e senza altri convenevoli uscì ancora arrabbiata per la discussione avuta. Non ci voleva che Kaede avesse già scoperto il suo "trucchetto", adesso si collaborava con lei senziente ma contro voglia, uffa perché ultimamente non c’era niente che andasse per il verso giusto.
Veramente era da quando aveva conosciuto July che niente andava per il verso giusto, era stato un po’ prima della morte di suo padre, i re si erano ritrovati per deliberare una tregua e si erano portati dietro i figli, mentre i grandi parlavano loro due avevano cominciato a giocare insieme, si ricordava che si era divertita nello stare in compagnia con quello strano bambino dai capelli neri, era diverso da tutti quelli che conosceva sia per via del suo aspetto fisico sia per via del suo comportamento, era un tale pasticcione. Quando però furono beccati insieme successe un pandemonio, suo padre l’afferrò, urlò contro il padre di July che aveva fatto lo stesso e la fece subito purificare attraverso un rito, era ancora troppo giovane per avere contatti con quelli delle Terre Roventi, loro erano sporchi e incivili. Fu all'ora che suo padre tornando a casa le spiegò tutta la verità sulla guerra, sulle due tribù, lei essendo ancora troppo piccola capì la metà delle cose che voleva dirgli ma provò dentro di se un gran disgusto, però non per Terre Roventi ma per tutto Another Country, perché c’era la guerra? si domandò, perché non poteva giocare con altri bambini divertenti come July?
Poi, però suo padre morì e l’apprendere che era stato il padre di July le fece montare dentro una gran rabbia, voleva vendicarsi era l’unica cosa che sapeva ma non sapeva di chi, fu suo Zio Tramontana a dargli il nome, il figlio del traditore e così spinta da chi gli stava accanto e da un impulso passionale all’incoronazione giurò sul sangue che lo avrebbe ucciso. Le bastarono pochi mesi per pentirsene, lei odiava la violenza e sapeva che July non aveva fatto nulla di male eppure sapeva anche che nessuno avrebbe accettato un suo volta faccia per cui relegò i suoi più buoni sentimenti in fondo al cuore diventando quello che era ora ovvero una donna con un brutto carattere, fredda, calcolatrice che persegue un solo scopo uccidere July e conquistare Terre Roventi. Un buon sovrano fa tutto per il suo popolo mettendo i suoi sentimenti personali in secondo piano, era quella frase l’unica eredità che sua padre gli aveva lasciato per cui se il suo popolo voleva quello che stava facendo, lei avrebbe continuato per quella strada nonostante tutto stesse andando a pezzi. La grande mortalità dei maschi, la siccità che li stava opprimendo negli ultimi anni, l’anticipazione della prova di successione di Terre Roventi, la previsione sull’eclissi, la sua decisione di farla finita tentando di far avverare la profezia di Mistica, il fatto che i due guerrieri designati fossero gli "amici" di July e fossero legati fra loro da un forte sentimento che lei non capiva ancora erano tutti problemi che le stavano sfuggendo di mano e che la facevano irritare di molto.
Sbuffò, l’incontro con July e la conversazione con Kaede di prima l’avevano distrutta sul serio. Perché era così difficile trattare con quel mentecatto del suo rivale? Era davvero disposto ad offrire se stesso nonostante le responsabilità per Hana e Kaede? Lo odiava, no non era vero lo invidiava perché riusciva ad essere se stesso anche adesso che era diventato re, perché non riusciva a tradire il suo cuore neanche adesso che il suo popolo reclamava una guerra totale, aveva resistito solo due giorni prima di rivelare tutto ad Hanamichi era proprio strano e sincero mentre lei era solo una bugiarda che nascondeva il suo vero io per far piacere agli altri.
Lo invidiava perché il suo popolo gli voleva bene sul serio per la sua giovialità non come il suo che la criticava dietro le spalle perché era una donna e per il suo carattere sfottente. In tutti quegli anni era riuscita ad essere se stessa solo una volta, ieri pomeriggio con Kaede mentre gli parlava di Brezze Marine il suo mondo che lei amava più di ogni altra cosa. Era stato bello per una volta avere un amico e, poi, oggi aveva rovinato tutto ingannandolo. Bhe non poteva lasciarsi andare alla malinconia, doveva riprendere il controllo di se, non poteva perdere tempo in dubbi ormai era vicina all’obiettivo che si era prefissata di raggiungere tradendo anche il suo io, non poteva perdere tempo ammirando l’uomo che doveva uccidere facendolo soffrire, non poteva provare pietà per i due guerrieri. Doveva lasciarsi trascinare di nuovo dall’odio, Terre Roventi aveva ucciso suo padre e lei si sarebbe vendicata, questo era il punto e niente poteva cambiarlo.
Si diresse con passo spedito alla testa della carovana e li sfogò la frustrazione dando ordini a destra e a manca per tutto il tragitto.
* * *
Hanamichi aveva sentito del rumore provenire da fuori della tenda ed era andato a controllare seguito da July cosa stesse succedendo.
Quando vide le "carrozze" di Brezze Marini muoversi subito con lo sguardo cercò il volpino e dopo un po’ riuscì a trovarlo.
I loro occhi si incontrarono e sorridendogli lo salutò. Voleva fargli capire in qualche modo che sapeva tutto e che non lo odiava come gli aveva detto.
Quando vide il volpino sorridergli e salutarlo a sua volta, si sentì felice e ancora più determinato a trovare una soluzione per ricongiungersi. Restò a fissarlo fino a quando non scomparve alla sua vista, poi rientrò nella tenda.
July lo salutò per andare a preparare la partenza, era meglio che anche loro si mettessero in moto e così dopo due ore anche il rossino si ritrovò di nuovo a bordo della "carrozza".
July per farsi perdonare il suo comportamento scorretto decise sta volta di lasciare ad altri il compito di guidare la spedizione fuori dal deserto e rimase per tutto il tempo a fare compagnia ad Hanamichi.
Il rossino gliene fu grato, lui si trovava meglio con qualcuno attorno che solo.
Parlarono a lungo di tante cose sia della Terra che di Another Country, parlarono di come stavano le coppie che July aveva aiutato a formarsi e, poi, all’improvviso senza un nesso logico il discorso arrivò ad April.
Il rossino disse "Certo che la regina April è proprio antipatica, sembra divertirsi a giocare con i sentimenti degli altri"
"Non essere troppo duro con lei" disse July prendendone incredibilmente le difese "Si è trovata un regno da comandare all’improvviso e quando aveva tre anni, e lo ha fatto con una forza ed una energia straordinarie, io non so se sarei mai riuscito a farlo. E’ un miracolo che abbia superato la prova di successione"
"Io continuo a considerarla una strega che vuole tenermi lontano da Ka-chan"
"Su questo non ti do tutti i torti, April adesso è proprio così, vendicativa, permalosa, sembra sempre arrabbiata, calcola gli effetti di ogni sua decisione con una precisazione incredibile e sfrutta ogni debolezza altrui, ma non è sempre stata così"
"Come fai a saperlo?" chiese curioso Hanamichi.
"Bhe, da bambino ho avuto l'onore di giocarci una volta poco prima che morissero i nostri padri. Nessuno dei due sapeva ancora dell’odio che legava le nostre tribù per cui quando ci trovammo cominciammo a divertirci fra di noi senza nessun problema. Era una bambina sotto certi aspetti già prepotente ma anche tanto allegra e dolce. Parlava tantissimo inventandosi delle storielle che facevano morire dal ridire. Mi insegnò dei giochi nuovi e proprio in mezzo ad uno di questi fummo scoperti dai nostri padri, ci separarono a forza e mi obbligarono a lavarmi con l’Okampa per purificarmi dal tocco di una Brezze Marine. Mio padre la definì un essere impuro e mi spiegò la storia della guerra e il fatto che io dovevo imparare ad odiare la sua gente. Io subito rimasi dubbioso, mi chiedevo perché dovevo odiare della gente che non conoscevo. Poi, però dopo la morte di mio padre, compiacerlo divenne per me importante e cominciai a rispettare come vangelo ogni cosa che lui mi aveva detto in vita e quindi divenni intollerante quanto lo era stato lui nei confronto dei Brezza Marina"
July dopo aver detto quelle parole rimase un attimo in silenzio per poi concludere "Chissà se ho fatto bene"
"Visto come lei si comporta con te non mi sembra il caso che ti vengano dei dubbi sul tuo comportamento" disse Hanamichi ancora arrabbiatissimo con April.
"Forse ma a volte nonostante lei sia l’essere più vendicativo di questo mondo mi ritrovo ad ammirarla profondamente per la sua forza e la sua tenacia, per il modo in cui si applica per realizzare il suo obiettivo. Io in confronto sono solo uno che si scoraggia alla prima difficoltà"
"Su dai July come fai ad ammirare una persona che non esita ad immischiare degli innocenti in una guerra per loro del tutto estranea. Io non la conosco bene ma dalla prima impressione che ho avuto sono convinto che non abbia alcun amico perché se si comporta con tutti come si è comportata con noi nessuno la sopporterebbe"
"Già e per questo mi fa anche pena, ha vent’anni e si ritrova completamente sola, le nostre spie infiltrare fra il suo popolo ci hanno riferito che non è per niente amata dalla sua gente, la tengono regina perché è un’amministratrice incredibile che nonostante la carestia riesce a far vivere tutti decorosamente, ma tutti premono perché si sposi e dia un erede maschio al regno. In effetti a parte il suo carattere i Brezza Marina non hanno mai accettato del tutto che una donna ricoprisse da sola il posto di regnante, non era mai successo. E questo mi dispiace perché sono sicuro che ci mette il cuore in quello che fa. Che brutto destino che ha avuto. A volte mi ritrovo a pensare alla bambina che era e a come sarebbe potuto diventare senza le preoccupazioni di un regno, sono sicura che sarebbe stata una persona eccezionale"
"Ma anche tu ti sei ritrovato da solo e con un regno da comandare, il suo comportamento straffottente non è giustificato"
"Per me è diverso, io a tre anni ero solo l’erede al trono. Fino a quando non sono stato ritenuto pronto ad effettuare la prova di successione dal Consiglio, è stato Summer, il mio tutore, a governare il regno. Io potevo fare tutto quello che volevo, sono cresciuto senza responsabilità in perfetta libertà di movimento, potevo andare alla feste, divertirmi con i miei coetanei. Avevo un unico obbligo seguire le lezioni dei precettori al pomeriggio. Invece lei è diventata regina immediatamente dopo la morte del padre e ha dovuto imparare subito a comandare e ad antecedere a volte l’interessa del popolo al suo. E’ passata dall’infanzia all’età adulta di colpo senza fasi intermedie. Si è persa i turbamenti dell’adolescenza, le risate con i coetanei, i divertimenti di gruppo ecc. E’ cresciuta inacidendo il suo animo e secondo me nascondendo la vera se stessa"
Dopo quelle parole calò il silenzio nella "carrozza". Hanamichi guardò attentamente July per diversi minuti colpito dalla difesa che aveva fatto alla sua più grande "nemica". Pensava visto il comportamento iniziale di July che l’odio fosse reciproco fra i due e invece si era reso conto che non era così, dal re delle Terre Roventi April non era odiata, anzi trovava addirittura il modo di giustificare i suoi eccessi.
Poi al rossino venne un dubbio e allora per indagare buttò lì queste parole "Devo ammettere che April è molto carina"
July rimase un attimo interdetto da quella affermazione ma dopo con entusiasmo disse la sua "Non è solo carina, è meravigliosa, non esiste donna più bella ad Another Country, anche quelli del mio popolo lo ammettono senza pudore, dopo tutto non siamo ciechi. Peccato solo per il colore dei suoi capelli e dei suoi occhi non rientrano propriamente nei miei gusti. Se fosse stata una Terra Rovente sarebbe stata perfetta"
Per il rossino però c’era ancora qualcosa che non lo convinceva per cui disse "Senti July, non è che in verità tu sei un po’ innamorato di lei"
Il re delle Terre Roventi all’udire quelle parole divenne rosso come un peperone mentre risuciva a balbettare "Ccche cacacavvvvvolo stttttttaii ddddicccendo?"
"Bhe visto il modo in cui la difendi mi è venuto questo dubbio" disse innocentemente Hanamichi.
"Hai preso un abbaglio, la difendo perché fino ad un certo punto posso capire il suo comportamento ma non mi piace, mi lascia del tutto indifferente. Certi suoi comportamenti li posso anche capire ma questo non vuol dire che li sopporto, se stessimo da soli in una stanza ci uccideremo a vicenda. Siamo troppo diversi e, inoltre, i nostri due popoli sono nemici e le nostre due razze incompatibili, come puoi solo immaginare che mi innamori proprio di una Brezze Marine e soprattutto proprio della donna che ha fatto della mia morte il suo principale obiettivo, sarei sadico" disse un alterato July alzandosi in piedi tutto d’un fiato.
"Calmati July, non agitarti, ho capito mi sono sbagliato" disse ridendo Hanamichi mentre tentava di tranquillizzare il re "Però ammetterai che era un dubbio lecito"
"Si di sicuro per un cuore innamorato che vede ovunque coppie era lecito" disse scherzosamente July.
"Ehi cosa stai insinuando? Che ho le travecole" disse fingendo di rabbuiarsi Sakuragi dando delle amichevoli pacche sulle spalle a July.
"No volevo solo dire che vorresti tutti innamorati come te e la volpe" disse il re sorridendo.
"Non chiamare Kaede in quel modo, solo io posso farlo" disse Hanamichi con un finto cipiglio e battendo i piedi.
"Come siamo permalosi" disse July in falsetto.
"Certo io posso permettermelo, perché sono il genio anche dei permalosi" disse Hanamichi di buon umore.
I due poi si guardarono negli occhi e cominciarono a ridere di gusto in compagnia.
Smisero soltanto quando sentirono la "carrozza" fermarsi.
July guardò fuori dal finestrino e si accorse che era buio "E’ ora del cambio" disse ad Hanamichi "Devo andare a condurre la spedizione durante la notte. Ora tenta di dormire dopo domani ti aspetta il giorno più duro della tua vita. Ci vediamo" ed uscì.
Il re delle Terre Roventi era soddisfatto del pomeriggio, Hanamichi sembrava di buon umore e anche lui si sentiva in pace con se stesso. Parlare con qualcuno di quello che pensava sul serio di April lo aveva alleggerito di un altro peso e ora era pronto ad affrontare quello che doveva accadere con più calma e tranquillità. Non gli sembrava più impossibile nemmeno trovare una soluzione per riavere indietro Kaede.
Raggiunse la testa della carovana e con uno nuovo spirito la guidò fuori dal deserto.
* * *
Kaede dopo la discussione che aveva avuto con April era rimasto da solo nella "carrozza" per tutto il resto del viaggio. La ragazza non si era fatta più vedere e, quindi, lui ne aveva approfittato per riposarsi. Era inutile pensare al risveglio dei guardiani visto che nessuno sapeva in cosa consisteva la prova.
Usciti dal deserto di confine, vennero staccati i "cavalli" dalla "carrozza" e questa riprese a volare molto velocemente verso la Torre del Vento.
Vi giunsero quando il sole cominciava già a declinare e Kaede guardò fuori dal finestrino per vedere dal vivo quel posto.
Tutto era come nel dipinto, la torre era sollevata da terra sopra un bosco di "sequoie" giganti, l’effetto tramonto però la rendeva ancora più terrificante.
Un brivido freddo gli attraversò la schiena ma lo scacciò, non era da lui farsi intimorire.
Vide nuovamente gli uomini della tribù effettuare le operazioni di scarico e predisporre le tende.
Appoggiò la schiena allo schienale rendendosi conto che non gli rimaneva che aspettare che qualcuno andasse a prenderlo.
Dopo un ora quando era già buio April finalmente si degnò di farsi viva. Aprì la porta e senza una parola gli fece segno di seguirla.
Lui obbedì e ben presto si ritrovò in una radura circondato dai Brezza Marine che lo avevano accompagnato nel viaggio. Al centro di quella massa di persone c’era un’enorme vasca da bagna riempita d’acqua.
April lo condusse proprio li e rivolgendosi al centinaio di persone disse "Ora il nostro guerriero svolgerà il rito di purificazione per poter così affrontare domani la prova del risveglio del guardiano del vento" Poi batté le mani e un quartetto di donne gli si avvicinarono per spogliarlo.
Il volpino non riuscì ne a ribattere qualcosa ne a bloccare la svestizione e così si ritrovò in pochi minuti completamente nudo e pieno di imbarazzo non poté far altro che buttarsi in acqua.
Intanto i Brezza Marina intonavano un canto di ringraziamento a Mistica.
L’acqua era profumata e rilassante e ben presto il suo cervello si ritrovò completamente svuotato di ogni cosa, i suoi occhi appesantiti, aveva solo un grano sonno. L’acqua doveva essere drogata, fu il suo ultimo pensiero da cosciente prima di addormentarsi.
Fu svegliato il giorno dopo alle quattro del mattino da April.
Si alzò dal letto e notò i vestiti che indossava. Una tunica verde piena di fronzoli e nastrini di ogni colore. Era un pugno in un occhio per cui sbottò dicendo "Che cavolo di vestito è?"
"E’ un abito da cerimonia" disse April dolcemente appoggiandogli il basco pieno di piume sulla testa per completare l’abbigliamento "Oggi è il gran giorno"
"Fa schifo" disse il volpino.
"Lo so, ma purtroppo il gruppo dedito alle tradizioni del nostro popolo ha insistito che lo indossassi per la prova" ridacchiò April "E devo dire che non ti sta proprio male, fai un figurone anche con quella tunica. Comunque adesso è meglio che andiamo se non vogliamo perderci l’inizio dell’eclissi. Il sole è appena sorto e deve già scomparire che tristezza" disse la ragazza nervosamente.
Kaede uscì dalla tenda in sua compagnia e ritornarono nella radura e questo gli fece ricordare la sera prima e chiese "Cosa c’era nell’acqua?"
April lo guardò e sorridendo disse "Erbe magiche, servivano per renderti mondo, da adesso fino al risveglio del secondo guardiano solo io potrò toccarti, qualsiasi comportamento scorretto ti è proibito"
"Potevi avvertirmi del rito" disse il volpino accigliato, non poteva dimenticare la vergogna provata nel ritrovarsi nudo di fronte a tante persone.
"Volevo farlo ma ieri non ci siamo lasciati propriamente in buoni rapporti per cui mi è sfuggito di mente, ma non preoccuparti noi Brezze non abbiamo nessun senso del pudore, vederti nudo non ci ha scandalizzati"
"Ma io si" e poi non riuscì a dire nient’altro, il suo sguardo venne catturato da una sfera scura, la luna che si stava avvicinando al sole molto velocemente. La rapidità lo sorprese non poco, infatti nel giro di un mezz’ora l’astro luminoso era completamente nascosto e tutto interno a lui era diventato tenebra.
Proprio nel momento in cui la luna si frappose completamente al sole la porta della Torre si aprì con un gran tonfo. Le teste di tutti si girarono verso quel "miracolo" e invocando Mistica, il guerriero e il guardiano si diressero correndo in direzione della Torre.
April afferrando la mano di Rukawa lo trascinò appena fuori dal bosco di sequoie dove anche tutto il resto del popolo si era fermato.
Poi gli disse "Ieri hai detto che avresti rispettato gli accordi, sei ancora in tempo a cambiare idea"
"Io non mi rimangio la parola data" disse il volpino teso.
"Allora adesso è meglio se ti introduci nel bosco da solo e tenti di raggiungere la Torre con le tue forze. Io non posso aiutarti"
"Ma se galleggia nell’aria" disse il volpino "Io non so volare"
"Lo so, ma sono sicura visto che si è aperta che qualcosa accadrà per cui ora vai"
Kaede fece qualche passo in avanti e prima di entrare definitivamente nel bosco sentì la voce preoccupata di April sussurrare "Mi raccomando vai e vinci, ma soprattutto ritorna sano e salvo, non voglio che tu muoia"
Rukawa sorrise leggermente gli faceva stranamente piacere che si preoccupasse più di lui che della missione in se.
Kaede vagò fra le sequoie al buio cercando di avvicinarsi alla torre seguendo il suo istinto e quando entrò nella zona sottostante a questa venne avvolto da una luce e scomparve.
Riapparve all’interno di una grande stanza illuminata da alcune torce, si guardò intorno e dietro di se scorse una piccola apertura che dava al buio esterno. Attaccata ai cardini c’era una porta nera aperta per dentro, doveva trovarsi nella Torre.
Altre uscite non c’erano fece qualche passo per controllare meglio quando un forte vento lo invase, sollevandolo da terra, si sentì stritolare, schiacciare da una forte pressione, gli mancava il respiro, si sentì morire ormai era al limite quando tutto si acquietò.
Riaprì gli occhi dopo diversi minuti passati a riprendere fiato e si accorse di trovarsi nella sua camera da letto. Era tutto come l’aveva lasciata, i fiori freschi, le luci soffuse e sopra il letto c’era Hanamichi. Impossibile. Strabuzzò gli occhi incredulo.
Il rossino si girò verso di lui guardandolo maliziosamente e con un gesto sensuale della mano si tolse il lenzuolo che lo copriva rivelando il suo corpo nudo. Rukawa era completamente interdetto, incapace di credere ai suoi occhi. Fino a pochi secondi prima era su un altro mondo intento a risvegliare un guardiano, era separato da Hanamichi a causa di una profezia, costretto forse a trovarselo come nemico e ora, invece, il do’aho era li davanti a lui pronto a realizzare il suo sogno più grande ovvero fare l’amore con lui.
Doveva essere un sogno, chiuse gli occhi e si pizzicò una guancia. Poi li riaprì ed Hanamichi era ancora li che ammiccante gli faceva segno di avvicinarsi.
Con la mente annebbiata dalla confusione più totale su quello che stava succedendo, Kaede andò verso il letto, si sedette accanto al rossino accarezzando con lo sguardo il suo corpo e, poi, lo abbracciò felice di averlo ritrovato. Hanamichi ricambiò l’abbraccio cercando le sue labbra e si baciarono.
Fu un bacio furioso e appassionato, Hanamichi si era stretto a Rukawa come per impedirgli di andarsene, lo accarezzava audacemente tentando di spogliarlo, mentre si strusciava contro di lui. Kaede dal canto suo esplorava quasi con rabbia la bocca del rossino per accertarsi di averlo finalmente di nuovo a fianco, era completamente succube delle sue stesse emozioni, era così euforico eppure sentiva che c’era qualcosa che non andava.
Il volpino si staccò a fatica dall’altro, si rendeva conto di aver bisogno anche di spiegazioni.
"Ma come abbiamo fatto a tornare a casa?" allora chiese.
Ma Hanamichi non sembrava in vena di parlare, abbracciò ancora più stretto il volpino mordicchiandogli e leccandogli il lobo dell’orecchio sinistro e mugugnando di piacere.
Il volpino non capiva cosa avesse Hana sembrava completamente in calore, lo afferrò per le braccia e lo bloccò sul letto in modo che non gli toccasse il corpo facendolo impazzire.
Il rossino però non si diede per vinto e disse sensualmente "Vuoi farmi vedere quanto forte sei, a me va bene" e allargò le gambe.
Kaede allora disse con la voce un po’ arrochita "Non scherzare Hana, voglio sapere sul serio come abbiamo fatto a tornare"
"Tornare da dove?" disse il rossino riuscendo a liberarasi con un colpo di reni dalla morsa, afferrando una mano dell'altro e cominciando a leccare scompostamente le sue dita.
"Come da dove? Da Another Country" disse il volpino sempre più eccitato.
"Non so di cosa tu stia parlando, dopo la festa della Vigilia mi hai invitato a venire qui dicendomi che mi avresti fatto scoprire il paradiso e io ho accettato subito. E ora sto aspettando fremente" disse il rossino facendo sbattere i loro due sessi.
"Ma non è possibile, io…" provò a dire il volpino ma l'altro non gli lasciò finire la frase, gli tappò la bocca con la propria attorcigliandogli le gambe intorno alla vita.
Kaede era troppo provato per fare qualcos'altro, così all'inizio si lasciò andare ricambiando i baci e le carezze, ad un tratto però cominciò a provare una sensazione di disagio e alla fine capì cosa c'era che non andava.
Si alzò di scatto dal letto riuscendo a staccarsi con la violenza dal ragazzo piovra sotto di lui
Lo afferrò per i polsi e lo inchiodò nuovamente sul letto urlando "Tu chi diavolo sei?"
"Sono Hanamichi non mi riconosci" disse il rossino tutto tremante per via dello strano comportamento del moretto.
"No, non lo sei, non so a che gioco stai giocando ma sei crudele" disse sempre più arrabbiato il volpino.
"Ma sei impazzito come pui dire che non sono Hanamichi" disse il rosso con uno sguardo spaventato.
"Ormai conosco benissimo il sapore delle labbra del mio Do'aho, e tu non possiedi lo stesso gusto intenso che le contraddistingue, non puoi che essere un falso, forse creato dal…" Kaede mollò le mani del rossino e si fermò un attimo a riflettere prima di continuare più per se stesso che per l'altro "dal guardiano, si deve essere così"
A quel punto il ragazzo dai capelli rossi cominciò a ridere di gusto.
"Che hai da ridere?" grugnì il volpino ancora d'umore nero.
L'altro fra una risata e l’altra riuscì a dire "E bravo il mio guerriero, non ti sei fidato della vista ma hai usato anche gli altri sensi, hai superato la prova e sei degno di vedere il mio vero aspetto e di avermi al tuo servizio"
La sua stanza scomparve e Rukawa si ritrovò di nuovo nella stanza della Torre solo che sta volta davanti a lui c’era un vortice d’aria.
Dal vortice apparve un gigantesco essere che inginocchiatosi si presentò "Sono Irk guardiano del Vento, al suo servizio Kaede Rukawa giovane guerriero venuto da un altro mondo"
Kaede guardò a lungo Irk constatando che era davvero imponente anche se bello e ben proporzionato, i suoi lunghi capelli verdi facevano uno splendido contrasto con la sua pelle chiara e i suoi occhi azzurrini. Poi però disse "Dunque giocare con i miei sentimenti era la prova", la felicità di aver creduto per un attimo di aver ritrovato il Do’aho e il dolore di essere stato disilluso subito dopo gli faceva ancora male.
"No signore, la prova consisteva nel controllare la sua capacità di usare tutti i sensi e quale migliore occasione se non l’amplesso sessuale quando i sensi sono sia annebbiati che sviluppati" disse Irk con una voce imponente ma nello stesso tempo dolce.
"Può darsi ma hai sfruttato l’immagine della persona che amo e in questo modo mi hai ferito" disse Rukawa tentando di spiegare il suo punto di vista.
"Mi dispiace, ma la prova per assoggettarmi è sempre stata questa e non c’era altra possibilità" disse Irk furbescamente per nulla dispiaciuto.
"Lasciamo stare che è meglio. Dunque visto che ho superato la prova adesso che si fa?" chiese il volpino.
"Adesso ci sarà l’iniziazione e poi l’incontro con il passato remoto"
"Iniziazione? Passato remoto?" ripeté Rukawa.
"Con l’iniziazione io mi legherò a te in modo che ogni volta che mi chiamerai con il mio vero nome ovvero Irk io accorrerò in tuo aiuto con i miei poteri ovvero con ogni tipo di vento e creature ad esso legate. Con il passato remoto verrai a conoscenza di alcune segrete informazioni che ti potranno essere utili per governarmi meglio"
"Ok" acconsentì il volpino.
All’udire una parola di assenso Irk non aspettò oltre, si tramutò di nuovo in vento e andò a circondare il volpino.
In principio gli sfiorò le membra dolcemente poi però si fece sempre più impetuoso. Rukawa era invaso da strane sensazioni sia piacevoli che non, sentiva il suo corpo entrare in risonanza con il vento che lo premeva, sentiva il suo corpo perdere di consistenza per diventare un tutt’uno con il vortice che lo assaliva. Dopo però si fece largo una sensazione più forte di tutte, un dolore lancinante alla testa. La sentiva ardere, fremere come se qualcosa volesse uscire da lei a tutti i costi. Sulla fronte si stava formando un simbolo azzurro la I segno indelebile di un protetto di Irk.
Rukawa venne portato in alto dal vento, piroettando come una trottola in sincronia con il tornado. Quando lo stemma di Irk apparve del tutto anche il dolore raggiunse il suo apice e Kaede mollò un profondo urlo, dopo di che scomparve.
* * *
Hanamichi arrivò a notte inoltrata del giorno dopo alla Torre della Terra.
July che era rimasto tutto il tempo con lui facendogli da cicerone per quella zona di Terre Roventi lo fece scendere e raccolto in circolo tutte le persone che si era portato dietro lo presentò ufficialmente come guerriero della tribù. Il popolo lo accolse inchinandosi al suo cospetto.
Poi, lo trascinarono con delle lanterne fino alla Torre per fargliela vedere, era situata in una gola desertica ed era come l'aveva vista nel dipinto ricoperta di sabbia per tre quarti, solo il davanti era libero.
Dopo mezz'ora di inni propiziatori a Mistica e ai guardiani finalmente il rossino venne condotto nella tenda enorme preparata per lui. Qui July lo aiutò a lavarsi con l'Okampa per purificarsi e gli disse "Da ora in poi, fino al risveglio di entrambi i guardiani solo io potrò toccarti dato che devi rimanere puro"
"Ok" disse Hanamichi trovando gradevole il profumo di quello strano frutto rosso.
Al momento di rivestirsi July gli consegnò una tunica marrone piena di fronzoli "E' un abito da cerimonia dovresti mettertelo per risvegliare il guardiano, è una tradizione"
Il rossino la prese in mano e se la mise addosso senza fiatare, era ridicola ma non era mai stato delicato per quanto riguardava il suo abbigliamento. E poi secondo il suo punto di vista prima risvegliava i guardiani meglio era e, quindi, non era il caso di fare storie per una cosa così stupida, anche se con quella tunica sembrava un deficiente. Meno male che nessuno del suo mondo lo avrebbe visto ridotto così, fu il suo ultimo pensiero in merito.
"Adesso è meglio se dormi, domani dovrai svegliarti presto" gli disse July prima di lasciarlo solo e Hanamichi così fece.
Hanamichi fu svegliato all’alba da July e condotto di nuovo davanti alla porta della Torre dove già si erano riuniti tutti i Terra Roventi. Erano in ginocchio con la testa rivolta verso l’alto.
Il rossino seguì il loro sguardo e vide una macchia nera che si avvicinava al sole già alto nel cielo nonostante fosse così presto.
Era uno spettacolo molto suggestivo e Hanamichi ne rimase incantato, non riusciva a togliere gli occhi di dosso a quel fenomeno. Quando la luna cominciò ad oscurare il sole lasciando solo la corona visibile, il rosso sentì dentro di se una sensazione di gelo. Quando la luna coprì tutto l’astro lasciando il mondo completamente al buio la porta della Torre si aprì attirando l’attenzione di tutti e Hanamichi scomparve nel nulla.
July emise un leggero sibilo, era preoccupato e provò ad entrare nella Torre per cercarlo ma un campo di forza glielo impedì.
Si lasciò cadere a terra e pregò perché tutto andasse per il meglio, perché Hanamichi potesse tornare vivo dalla prova che doveva sostenere da solo. In quel momento non gliene importava nulla del risveglio del guardiano, voleva solo essere sicuro che il suo amico stesse bene.
Hanamichi si era ritrovato in quello che presumeva dovesse essere l’interno della Torre. Era in una grande stanza senza mobili e con un'unica fessura esterna dietro di se.
Girò il viso un paio di volte alla ricerca di qualcosa di nuovo che gli facesse capire cosa dovesse fare, ma non c’era niente.
Chiuse gli occhi sbuffando e quando li riaprì, non era più nel posto di prima ma nella palestra dello Shohoku.
Era chino e aveva tra le braccia Yasuda. Di fronte a se c’erano Mitsui con i capelli lunghi e la banda di Tetsuo. Si rese conto che stava rivivendo la rissa in palestra, com’era possibile? E perché?
Poi successe tutto in un lampo, notò un ragazzo moro che colpiva Rukawa con lo spazzolone facendogli perdere del sangue dalla testa e non ci vide più. A pensare che un tempo aveva pure gioito di quella situazione, ora invece voleva solo farla pagare a quel tipo. Come aveva osato toccare il suo ragazzo. Non gli importava niente che quello fosse il passato, lui non poteva accettare di vedere tutto questo e rimanere con le mani in mano per prendersela solo alla fine con Tetsuo. Quell’impudente l’avrebbe pagata cara.
Prima che Kaede potesse avere la sua reazione, Hanamichi si era già lanciato sul malcapitato e aveva cominciato a colpirlo con una raffica infinita di pugni.
Tuttavia i suoi colpi sembravano non aver sortito nessuno effetto, il ragazzo infatti sembrava ancora fresco e aveva un ghigno satanico dipinto sul volto.
Allora tutti gli altri scomparvero e rimasero in palestra solo il rossino, il ragazzo moro che aveva colpito Rukawa e il volpino accasciato al suolo svenuto.
L’individuo colpì Sakuragi con un gancio che sorpreso dalla potenza dimostrata cadde a terra con un labbro spaccato. Poi, il tizio senza più guardare dalla sua parte si diresse verso Rukawa ovviamente con brutte intenzioni.
Hanamichi non poteva permetterlo per cui lo afferrò per una gamba e lo gettò a terra. Gli fu sopra e gli mollò una testata. Ma nulla il sorriso di scherno dell’altro non voleva saperne di abbandonarlo. Sembrava invulnerabile. Ricominciò a colpirlo con vari pugni ma l’altro riuscì con un colpo di reni ad invertire le posizioni e cominciò a pestarlo a sua volta. I suoi pugni facevano davvero male, sembravano pesare tonnellate. Si sentiva mancare.
Dopo un po’ però l’altro perse d’interesse e lo lasciò andare riprendendo la sua corsa verso Rukawa.
"No" urlò Hanamichi rialzandosi per forza d’inerzia. Nuovamente provò a colpire l’altro ma al moretto bastò schivarsi e colpirlo con un montante per ributtarlo a terra.
Ormai era giunto da Kaede, lo sollevò di peso e lentamente cominciò a spogliarlo leccando dove scopriva.
Il rossino spinto dalla disperazione, non poteva permettere che quell’individuo approfittasse del suo bene più prezioso, riuscì nuovamente a gettarsi contro l’altro allontanandolo da Kaede e a bloccarlo sotto di se, cominciò a colpirlo ripetutamente in preda ad una smania di puro odio. Sentiva le forze abbandonarlo ad ogni colpo ma non poteva permettersi cedimenti, altrimenti quel tipo avrebbe fatto del male a Ru.
Fermò i pugni solo quando si accorse del sangue sulle sue mani, finalmente era riuscito a scalfire quel super uomo provocandogli un taglio sulla guancia. Allora non era indistruttibile.
Stava per riprendere la sua opera di distruzione, quando il ragazzo sotto di lui sorrise dolcemente e disse "Complimenti la tua tenacia ha vinto, hai superato la prova", poi fu avvolto da una coltre di sabbia e si ritrovò nella stanza della Torre.
Di fronte a lui c’era un gigante dai cortissimi capelli castani e gli occhi grandi marroni.
"Tu chi sei?" disse il rossino.
"Sono Hack, guardiano della Terra a te Hanamichi Sakuragi giovane guerriero venuto da un altro mondo concendo i miei servizi visto che hai superato la prova" disse con voce solenne il gigante.
"La prova?" chiese curioso il rossino.
"La prova che doveva misurare la tenacia del tuo spirito, non ti sei fatto abbattere da chi era superiore a te di forza fisica e alla fine sei riuscito pure a fargli del male"
"Bhe è stato un gioco da ragazzi per un genio come me" disse il rossino tutto esultante già dimentico delle botte prese e di quello che aveva patito, dato che non aveva più neanche un graffio.
Intanto Hack ricominciò a parlare senza fare caso ai vaneggiamenti di Hanamichi che continuava imperterrito a decantare la sua bravura, a come aveva fatto presto a superare la prova, a quanto era in gamba ecc. "Ora dobbiamo creare un legame fra noi e quindi si dovrà procedere all’iniziazione e al passato remoto. Sei pronto giovane guerriero?" disse.
Hanamichi aveva solo ascoltato il sei pronto e disse subito "Si" senza pensarci e senza chiedere spiegazioni.
Subito Hack si trasformò in sabbia ed andò ad avvolgere con le sue spire il rossino.
In principio Hack fu molto dolce, poi divenne man mano sempre più violento. Hanamichi si trovava a metà strada tra il Paradiso e l’Inferno, la sabbia che lo avvolgeva lo faceva sentire al sicuro e protetto da un lato ma si insinuava anche nella sua bocca impedendogli di respirare. Sentiva il suo corpo perdere di consistenza per diventare un tutt’uno con la terra, sentiva il suo corpo entrare in sincronia con ciò che lo circondava. Dopo però cominciò a provare un mal di testa pazzesco. Sembrava che la sua testa volesse spaccarsi in due. Sulla fronte infatti gli stava apparendo il simbolo marrone di un protetto di Hack ovvero la H.
Hanamichi venne buttato a terra dal peso della terra, però le sue membra lo ressero senza problemi sembrava essere diventato una roccia.
Tuttavia quando lo stemma di Hack si formò del tutto nel suo volto anche il dolore raggiunse il suo picco maggiore e il rossino mollò un profondo urlo prima di scomparire.
FINE CAPITOLO 5 – IL RISVEGLIO DEI PRIMI DUE GUARDIANI
Ise: Ho finito anche questo Kaede: Ma non dovevi scrivere un altro pezzo. Ise: Si ma visto che il capitolo si era già fatto abbastanza lungo ho deciso di spaccare due capitoli in tre aggiungendone un altro Kaede: Ah e allora il sesto capitolo non si intitolerà come previsto …. Ise: No, quello sarà il titolo del settimo. Il prossimo si intitola "Passato remoto" Hana appena arrivato: E io e Kaede soffriremo ancora tanto? Ise: Non lo so. Forse si forse no dipende… Hana: Da cosa? Ise: Da come mi gira.
L’ANGOLO DI ISE Questa volta in questo angolino parlerò dei nomi di questa fic: Il nome dei guardiani. Irk l’ho preso da Record of Lodoss War è il nome proprio dell’elementale del Vento e visto che mi piaceva l’ho usato. Hack invece l’ho inventato tentando di trovare un nome che si associava benissimo con Irk. Tutto qui. Ciao. Ise Qualsiasi commento sia positivo che negativo potete farmelo pervenire tramite la seguente E-mail: denise-alessandro@libero.it
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