Finalmente si inizia sul serio, dopo i prologhi il primo capitolo in cui già cominciamo ad entrare nel vivo della storia. I personaggi di Slam Dunk non sono miei ma del mitico e immenso Inoue, ed io non ci guadagno nulla.. Buona lettura (Spero) Ise.
Another country Parte I di Ise
CAPITOLO 1 – IL RAPIMENTO
Hanamichi era rimasto sorpreso dallo strano comportamento di Kaede al suo arrivo a casa di quest’ultimo. Non appena aveva suonato il campanello era andato ad aprirlo quando invece di solito lo faceva aspettare parecchio, era già pronto quando invece di solito al suo arrivo era sempre in disordine a causa di un pisolino non previsto, indossava l’abito che più gli piaceva vedergli addosso quando invece di solito si metteva quello che gli capitava a tiro fregandosene di quello che pensava lui e soprattutto lo aveva accolto con un sorriso così bello e radioso che non gli aveva mai visto stampato in volto.
Queste però non furono le uniche stranezze a cui il rossino dovette sottostare, il volpino quella sera era incredibilmente affettuoso.
Prima di incamminarsi per andare alla festa, fuori dalla porta di casa, Rukawa lo aveva abbracciato e lo aveva baciato per diversi minuti con passione e dolcezza.
Poi, gli aveva avvolto le spalle con un braccio e così stretti l’uno all’altro avevano camminato lentamente fino al luogo del ritrovo.
Durante il cammino Kaede gli aveva continuamente accarezzato la spalla in un modo che lo faceva impazzire.
Giunti alla festa prima di entrare nel salone, lo aveva fermato e lo aveva baciato sulla fronte, sul naso per poi soffermarsi un attimo sulle labbra.
Il rossino era completamente perplesso, Rukawa di solito detestava essere affettuoso in posti in cui la gente poteva vederli e anche se la cosa gli piaceva non poteva fare a meno di chiedersi il motivo di quel cambiamento.
Entrati alla festa i due ragazzi notarono che erano stati gli ultimi ad arrivare e subito Kyota fece la domanda di rito "Ehila imbranati, allora ce l’avete fatta a fare il grande passo?"
Rukawa si limitò a gelarlo con lo sguardo mentre Hanamichi arrossendo balbettava "Anche se fosse non sono affari tuoi".
"Come siamo permalosi" continuò Nobunaga "Ma da come hai parlato si direbbe proprio di no, siete proprio due imbranati, due buoni a nulla".
Il volpino non ci vide più dalla rabbia, odiava essere preso in giro sulle cose importanti, si avvicinò alla matricola del Kainan, gli afferrò il polso e strinse con tutta la sua forza desideroso di fargli male.
Kyota provò a liberarsi da quella morsa ma non ci riuscì, allora fu Maki ad intervenire in aiuto del compagno dicendo "Su dai non c’è motivo di agitarsi così tanto, siamo qui per divertirci".
Rukawa tornò in se e mollò la presa, ma ancora alterato disse velenosamente "Non voglio più sentirci chiamare imbranati, chiaro?"
Nobunaga si massaggio lungamente dove Kaede lo aveva stretto, gli aveva fatto davvero male, e deglutendo acconsentì con il capo.
Intanto Sendo per alleggerire la tensione disse "Ha ragione Rukawa, ognuno ha i propri ritmi per questo genere di cose, il loro è più lungo del nostro, ma forse questa situazione sta per cambiare". Detto questo sorrise maliziosamente all’indirizzo del volpino che a sua volta abbozzò un sorriso di rimando.
Il fatto non sfuggì ad Hanamichi che cominciò a sentirsi inquieto, cosa sapeva Sendo che lui non sapeva? Cosa voleva fare Ka-chan? La serata per il rossino fu un po’ rovinata da questi pensieri, non sapeva come comportarsi e le innumerevoli premure di Rukawa non lo aiutavano di certo a sentirsi più rilassato.
Il volpino aveva in mente qualcosa ormai ne era sicuro e di sicuro riguardava il problema sesso. Già ormai era diventato un problema, ma lui non si sentiva ancora libero di concedersi a Kaede.
Si sforzò comunque di sembrare calmo e ci riuscì bene, anche se in verità era teso come una corda di violino e più di una volta avrebbe volentieri ammazzato Kyota e Fukuda che continuavano a punzecchiarlo sull’argomento "prima volta" quando Kaede si alzava per andare a prendere da bere o da mangiare.
Quando le lancette dell’orologio furono sulla mezzanotte, tutti si fecero gli auguri di Buon Natale e, poi, le coppie cominciarono a separarsi per andare a dedicarsi a festeggiamenti più "privati".
I primi ad andarsene furono proprio Hanamichi e Rukawa, Kaede aveva afferrato la mano del suo Do’aho e senza una parola aveva cominciato a spingerlo verso casa sua.
Il rossino per un po’ lo aveva lasciato fare tentando di trovare dentro di se il coraggio di fare il passo decisivo, ma inutile la sensazione di disagio che provava lo stava opprimendo, non riusciva ad offrirsi completamente a Kaede, non quella sera almeno. E, poi, non riusciva a spiegarsi il motivo di quell’urgenza del volpino, non voleva che avesse quella fretta solo per mettere a tacere le chiacchiere su di loro, non l’avrebbe sopportato. Per cui a metà strada liberò la sua mano da quella dell’altro e si fermò.
Rukawa sorpreso da quel gesto, si girò verso l’altro con aria interrogativa.
Hanamichi abbassò lo sguardo per non incontrare quello del compagno mentre diceva "Senti Ka-chan, io non me la sento di venire a casa tua".
Kaede gli sollevò il volto con le mani e dolcemente guardandolo negli occhi disse "Io non voglio obbligarti a fare qualcosa di cui poi ti pentiresti, ti chiedo solo di venire con me, vedrai ti piacerà e andrà tutto per il meglio".
Il rossino si allontanò leggermente e disse "Mi dispiace Kaede ma io non sono ancora pronto per un passo del genere".
Una nube passò negli occhi del volpino mentre diceva "Perché non sei pronto? Dici sempre di amarmi e ti lamenti perché io te lo dico poco e poi nelle cose importanti ti tiri sempre indietro. Perché fai così?"
Le labbra di Hanamichi tremarono per un attimo e poi riuscì a dire "Non lo so, so solo che ancora non me la sento di venire a letto con te".
I due si fissarono in silenzio per alcuni istanti e, poi, il volpino provò di nuovo a convincerlo "Senti Hana, fammi provare a farti cambiare idea, vieni a casa mia, fammi provare a farti sentire a tuo agio".
"No Kaede, ti prego di non insistere, non me la sento punto e basta e voglio tornare a casa".
Il volpino gli si avvicinò, appoggiò le sue mani sulle spalle dell’altro e gli sussurrò "Per favore vieni a casa mia, prometto che non ti toccherò se tu non vorrai".
"No Kaede, proprio non me la sento, vorrei sapere perché hai così tanta fretta?"
"Perché ti amo e ti desidero, sono disposto anche a essere preso se è questo quello che vuoi"
"No, non è questo, io non mi sento ancora pronto e basta. Lo so gli altri cominciano a diventare stressanti su questo punto ma ti prego aspetta ancora un po’" disse il rossino supplichevole.
Kaede allora sfiorò le labbra di Hanamichi con le proprie e con una luce triste negli occhi disse "Va bene, non insisto più, non voglio litigare per questo, è meglio se ci separiamo qui. Ci vediamo domani" e senza aspettare risposta si voltò e se ne andò via di corsa.
Il rossino restò per un attimo a guardarlo allontanarsi, poi con gli occhi lucidi s’incamminò verso casa. Sta volta l’aveva fatta grossa.
Kaede non aveva voglia di andare a casa sua, non aveva voglia di dormire nel suo letto da solo fra tutti quei fiori, Hanamichi aveva rovinato tutti i suoi progetti, non gli aveva dato nessuna possibilità, si sentiva deluso e amareggiato.
Qualcosa quella sera si era incrinato, comunque, nel loro rapporto. Anche se non avevano litigato apertamente d’ora in poi quando sarebbe successo di rimanere da soli con il do’aho, si sarebbe sentito frustrato, non avrebbe saputo come comportarsi, fin dove poteva spingersi, non si sarebbe più sentito libero di fare quello che voleva.
Senza saperlo si ritrovò nel parco e si sedette su una panchina.
Chiuse gli occhi per qualche istante tentando di sgombrare completamente la mente dai brutti pensieri e quando li riaprì vide qualcosa muoversi velocemente e nascondersi nell’oscurità.
Incuriosito si avvicinò e notò che dall’ombra assomigliava a "July" urlò.
Ma non era lui e quando gli si parò davanti entrando nella luce prodotta dai neon del parco notò subito la differenza.
Era della stessa razza non aveva dubbi, ma i suoi capelli erano lunghissimi e biondi, i suoi occhi di un blu intenso, la sua carnagione era pallida e soprattutto non era un lui ma bensì una lei.
La nuova venuta con voce sprezzante disse "Non osare confondermi con quell’individuo scialbo e buono a nulla, io sono April la regina del popolo delle Brezze Marine e tu, invece, sei Kaede Rukawa, vero?"
Il volpino annuì cominciando a preoccuparsi, il tono della sua voce e come aveva definito July non gli erano piaciuti per nulla.
Lei sorrise maliziosamente e disse "Bene, sei giusto la persona che stavo cercando mio bel futuro guerriero. Dovrai venire con me nel mio mondo".
"Non ci penso nemmeno" disse Kaede tentando di rimanere calmo nonostante l’ansia che stava provando nel non capire quello che stava succedendo.
"Tu non hai capito niente, io non te l’ho chiesto, te l’ho ordinato, non hai scelta" e detto questo April schioccò le dita.
Rukawa si trovò avvolto da una coltre di vento e sollevato in aria.
Provò a dire qualcosa, ma la ragazza glielo impedì schioccando la lingua per addormentarlo.
Mentre i suoi occhi si chiudevano, il volpino riuscì a vedere April che sorrideva soddisfatta, poi, fu solo il vuoto.
La regina delle Brezze Marine mentre batteva le mani per due volte per ritornare ad Another Country con il suo prigioniero pensò –Troppo tardi July, ormai la mia vendetta sta per compiersi.
Hanamichi stava camminando verso casa con lo sguardo perso nel vuoto, sta volta aveva ferito sul serio il volpino, Kaede ci teneva così tanto a fare l’amore con lui, ma lui si era comportato da vigliacco. Si era solo un vigliacco non era vero che non voleva fare l’amore con il suo ragazzo, era la cosa che più desiderava al mondo sentirlo dentro di se, ma aveva paura di perderlo. Aveva paura che dopo averlo fatto Kaede potesse stufarsi di lui.
Era stupido a pensarla in quel modo lo sapeva ma non poteva farci nulla, ancora non poteva credere che il ragazzo più bello e ambito della scuola avesse scelto proprio lui, mister 50 rifiuti.
Non era riuscito a dire a nessuno il vero motivo per cui si tirava indietro tutte le volte, neanche a Mito, lui voleva sembrare forte e invece era insicuro sulle cose che contavano.
"Ehi imbranato, dove stai andando?" una voce che lui conosceva bene lo distrasse dalle sue riflessioni.
"Ehi babbuino, vuoi smettere di sfottere" disse Hanamichi stancamente.
Il ragazzo più basso però non desistette, gli si avvicinò chiedendo "Dov’è l’altro imbranato?"
"E’ andato a casa, e Maki dov’è?"
Kyota indicò un negozio di bevande e disse "La dentro, aveva sete così si è fermato un attimo, poi ce ne andremo a casa sua a divertirci, e voi ancora niente?"
Hanamichi arrossì mentre tristemente diceva "No".
"Ma Rukawa voleva?" chiese Nobunaga curioso.
"Si" disse il rossino con il morale sotto le scarpe.
"E perché non lo hai accontentato?" chiese Kyota diventando molto serio.
Sakuragi non riuscì a capire il perché, ma si trovò a dirgli la verità "Perché ho paura di perderlo, che lui mi lasci dopo aver fatto l’amore".
Kyota sbuffò "Ma sei pazzo, io non so quello che Rukawa ci trovi in te…"
"Forse quello che Maki trova in te" lo interruppe il rossino punto sul vivo.
"Forse" acconsentì il moretto sorridendo "Ma torniamo a te, Rukawa ti ama e lo si vede da come ti guarda, di solito è sempre impassibile ma quando gli sei attorno ha una strana luce negli occhi, ti ama e lo si vede da come ti tocca, ti accarezza quando pensa che nessuno vi stia guardando, è completamente cotto di te, cosa ti fa pensare che ti possa lasciare dopo averlo fatto?"
Hanamichi rimase pensieroso per un bel po’, lui sapeva dentro di se che Kyota aveva ragione, sapeva che Kaede lo amava sul serio e glielo dimostrava ogni giorno ma…"Lo so ma ho ancora paura"
"E’ naturale averla, ce l’avevo anch’io ma Shinici me l’ha fatta passare con le sue carezze, con la sua tenerezza. E’ stato meraviglioso fare l’amore con lui, gli ho donato il mio corpo e non ne sono pentito, tramite quel gesto infatti il nostro rapporto è diventato ancora più profondo e siamo il triplo più felici. Dovresti dare la possibilità a Rukawa di dimostrarti quanto tiene a te anche fisicamente e a tu a volta dovresti dimostrargli quanto lo ami. Tirandoti continuamente indietro rischi di rovinare tutto".
"Hai ragione" disse Hanamichi finalmente capendo dove sbagliava, si tirava indietro per paura ma non doveva. Kaede amava anche il suo corpo e, quindi, lo desiderava e anche per lui era lo stesso, quello che doveva capitare fra loro era la cosa più naturale del mondo, un passo importante per far evolvere il loro rapporto "Grazie Kyota, sei stato un vero amico, ora so quello che devo fare" e corse in direzione di casa Rukawa.
Quando Maki uscì dal locale trovò il suo ragazzo tutto sorridente "Cosa è successo?" gli chiese.
"Niente, ho solo aiutato due imbranati" rispose l’altro abbracciando il suo compagno e baciandolo.
Shinici aveva visto Hanamichi allontanarsi quando era uscito, per cui capì quello che era successo e ricambiò il bacio del suo dolce Nobu-chan.
Il rossino era quasi arrivato a casa di Kaede e già pregustava l’espressione sorpresa e felice che si sarebbe dipinta sul volto del suo innamorato e fra un po’ amante quando lo avrebbe aperto.
Ad un tratto però sbatté contro qualcosa di piccolo che procedeva nella direzione opposta alla sua e si ritrovò disteso a terra con qualcosa di pesante che gli premeva nello stomaco.
Aprì gli occhi e vide "July sei proprio tu"
"Hanamichi" urlò l’altro contento abbracciando l’amico.
La stretta però era molto forte e rischiò di soffocare il rossino che disse "July per favore più piano, mi stai stritolando".
"Oh hai ragione" disse il piccoletto portandosi una mano dietro la testa "Mi dimentico sempre della mia forza".
"Sono felice di rivederti, ma che ci fai qui?" disse il rossino.
"Dov’è Kaede?" chiese l’altro guardandosi in giro.
"A casa, lo stavo raggiungendo" disse Hanamichi arrossendo.
"No a casa non c’è, sono appena sta la" disse July con un tono preoccupato "Dove altro potrebbe essere?"
"Forse, è andato al parco, va sempre li quando è un po’ giù, vedi …." E Hanamichi raccontò a grandi linee quello che era successo fra loro.
July si rabbui mentre ascoltava, sembrava estremamente preoccupato per qualcosa e, infatti, appena il rossino finì di parlare si diresse svolazzando molto velocemente verso il parco dicendo "Svelto, dobbiamo fare presto Kaede potrebbe essere in pericolo"
"Che cavolo stai dicendo?" chiese Hanamichi agitandosi mentre si metteva a correre dietro l’amico.
July non rispose, entrò dentro al parco e si fermò vicino ad una panchina annusando l’aria.
Quando Sakuragi lo raggiunse ansimante, July si girò verso di lui e gli disse tristemente "E’ troppo tardi".
"Ti vuoi spiegare meglio" disse Hanamichi fuori di se.
"Kaede è stato rapito da April, la regina delle Brezze Marine, ho sentito l’odore di un incantesimo del vento in questo posto, non mi posso sbagliare"
"Rapito?" Non scherzare" disse la testa rossa sperando che l’altro si stesse burlando di lui.
"Non sto scherzando, siamo arrivati tardi, deve averlo già portato ad Another Country".
Il rossino non riusciva comprendere cosa fosse successo, capiva solo che Kaede era in pericolo e lui doveva aiutarlo per cui si avvicinò a July lo prese per le spalle e con occhi ardenti e voce sicura disse "Nessuno può portarmi via Kaede, non so quello che sta succedendo, ma portami nel tuo mondo devo andare a salvarlo".
Il re delle Terre Roventi lo guardò a lungo, avrebbe dovuto dirgli la verità, che molto probabilmente Rukawa era già perduto, che sarebbe diventato un loro nemico in quanto April lo avrebbe costretto a diventare il guerriero della sua tribù, ma aveva bisogno pure lui di un guerriero e Hanamichi era appropriato. Anche se quasi sicuramente i suoi due amici terrestri avrebbero finito con l’attaccarsi a vicenda nonostante i loro sentimenti, lui non poteva tirarsi indietro, per il bene del suo popolo accantonò i suoi interessi personali e acconsentì alla proposta di Hanamichi.
July chiuse gli occhi e batté le mani per un paio di volte, così facendo entrambi sparirono dal parco, destinazione Another Country.
FINE CAPITOLO 1 – IL RAPIMENTO
Ise: Finalmente si parte. Kaede: E questo lo chiami partire, mi avevi promesso una fic rilassante in un mondo affascinante. Hana: Giusto e invece lui è finito in mano ad una pazza e io per raggiungerlo mi sono fidato di July che invece mi vuole ingannare. Ise: Sentite ragazzi, io non ho mai detto che sarebbe stato un viaggio rilassante, io ho detto semplicemente che vi avrei mandato da qualche parte in vacanza. Kaede e Hana: E queste le chiami vacanze? Come minimo ci farai lavorare il doppio. Ise: Sicuramente, visto che io ho già cominciato a lavorare, mi sembra carino che anche voi per spirito di solidarietà vi diate da fare. Kaede: Sei una negriera. Hana: Una dittatrice Ise: Lo so e ne sono fiera. Kaede e Hana: Ma almeno lo faremo? Ise: Non lo so, forse se fate i buoni e mi lasciate torturarvi un po’. Kaede e Hana: Gulp. Ise: Allora il prossimo capitolo si intitola Terre Roventi. Hai visto Hana-chan, vedrai un nuovo paese, non sei contento? Hana: No, perché la mia volpe non è con me. Kaede: Esatto.
L’ANGOLO DI ISE Questa volta in questo angolino parlerò dei nomi di questa fic: Per July volevo un nome allegro e sbarazzino, ma non mi veniva in mente niente, poi, un giorno sfogliando dei vecchi giornali mi è cascato l’occhio sul calendario di Rayearth di qualche anno fa (me lo aveva regalato mi cugino per Natale). Ho cominciato a guardare le illustrazioni e sono arrivata al mese di luglio, quando ho letto il suo corrispondente in inglese ovvero July ho capito subito che era il nome che stava cercando. All’inizio volevo scrivere solo la prima parte ma, poi, per ringraziare il calendario che mi aveva dato l’ispirazione ho deciso di ideare anche la seconda e, quindi, ho deciso di ambientarla in un mondo parallelo. July quindi è diventato il capo della tribù delle Terre Roventi (vi spiego la prossima volta il perché di questo nome). In effetti però le uniche similitudine con Rayearth saranno l’ambientazione su un altro mondo (fantasy e con poteri magici) e il fatto di dover togliere il sigillo ai guardiani (che però non saranno dei managuerrieri, saranno più che altro degli spiriti da evocare). I guardiani, comunque, saranno quattro e rappresenteranno ciascuno un elemento portante, ma questa è un’altra storia e verrà raccontata a suo tempo. Per il momento è tutto. Vi saluto. Ise. Qualsiasi commento sia positivo che negativo potete farmelo pervenire tramite la seguente E-mail: denise-alessandro@libero.it
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