-Capitolo 30-
Mitsui spinse il petto del suo koibito facendo in modo che si sdraiasse
sul divano e gli si stese sopra, sorreggendosi però sui gomiti; gli
stuzzicò l'incavo della gola con la lingua, mentre con una mano gli
sfilava lentamente la camicia dai pantaloni. Fujima si rilassò sotto
quei tocchi leggeri e con una mano gli accarezzò i corti capelli neri.
Quando finalmente riuscì ad intrufolare la mano sotto il tessuto di
lino, Mitsui sollevò il viso e depose lievi baci sulle labbra del
compagno: avrebbe voluto divorarle, ma cercava in ogni modo di
trattenersi. Fujima gli aveva detto di essere vergine e Mitsui teneva
troppo a lui per lasciarselo scappare; sapeva che se avesse insistito,
il suo Kenji-kun gli avrebbe permesso di arrivare fino in fondo, ma, per
la prima volta in vita sua, gli importava di più fare felice un altro
invece che se stesso. Ed era incredibile. E poi non voleva farlo sul
divano di casa sua: la loro prima volta doveva essere speciale. Fujima
intrufolò la lingua nella sua bocca, timidamente e Mitsui si ritrovò a
sorridere: pensava a lui, certo, voleva la sua felicità, ovvio, ma non
sarebbe mai stato passivo! E prese il possesso della sua bocca. Fujima
non protestò ed inarcò la schiena per fare aderire i loro corpi; Mitsui
insinuò il braccio fra il suo amante ed il divano, stringendoselo
contro.
- Ah, Hisa-kun, non sono mai stato così felice. - mormorò sulle sue
labbra il piccolo play dello Shoyo; Mitsui lo guardò teneramente negli
occhi.
- Pensare che dobbiamo tutto a quella testa rossa!
- Se non fosse stato per Hanamichi, ora saremmo ancora a spiarci da
lontano.
Mitsui riprese a mordicchiargli il lobo dell'orecchio, per poi
esplorarne il padiglione con la lingua; e Fujima gemette inarcandosi di
più.
- Lui è stato...ah....il nostro Cupido.
Scendendo lungo il suo collo, Mitsui ridacchiò.
- Anche se non ha proprio niente di angelico...
Yasuda e Haruko camminavano a braccetto lungo il viale del parco, dove i
germogli cominciavano a sbocciare profumando la loro via; la ragazza
leccava un gelato, mentre il ragazzo guardava dritto davanti a sé. Si
erano rimessi insieme ed ora lei non pensava più ad Hanamichi: aveva
preso una cotta per lui, ma solo perché era disperata ed era stata
consolata da quell'adorabile rossino. Di fronte a loro, delle risate di
alcuni ragazzi; incrociarono un gruppetto di quattro scapestrati, che
frequentava la loro scuola. Li conosceva di fama, essendo piuttosto
pericolosi: Mito, Takamiya, Okusu e Noma. Ed ora stavano venendo loro
incontro; Haruko strinse più forte il braccio di Yasuda, guardando i
propri piedi per non incrociare i loro sguardi, ma i quattro si
fermarono di fronte a loro.
- Guarda, quello non è della squadra di basket? - chiese il moro con i
baffi; il ciccione annuì.
- Sì, e lei è la sorella del gorilla...con un bel gelato a...sniff sniff...fragola
e limone. (Bleah! >_< NdK)
- Sei peggio di un cane da tartufi! - ridacchiò Mito; Haruko alzò lo
sguardo timidamente, poi strattonò il braccio di Yasuda per incitarlo a
superarli. Ma il suo ragazzo non si mosse.
- Me lo fai assaggiare il tuo gelato? - chiese Takamiya con la bava alla
bocca; Mito ridacchiò, mentre la ragazza strinse le labbra non sapendo
come reagire. Il biondo, che era stato zitto fino a quel momento, parlò
guardando altrove.
- Andiamo, lasciamoli in pace. Non vale la pena prendersela con questi
due.
Takamiya protestò dicendo che aveva fame, mentre Mito guardò l'amico con
un mezzo sorriso.
- Guarda un po', allora sei davvero cotto! - esclamò; Haruko non capì,
ma Yasuda sobbalzò. Il biondo non raccolse la provocazione ed oltrepassò
la coppia, seguito dai suoi amici; Mito, però, batté una mano sulla
spalla di Yasuda, lanciandogli uno sguardo strano, quasi di...minaccia?
A quel punto, però, Haruko sospirò.
- Per fortuna se ne sono andati! Non capisco perché siano liberi di fare
quello che gli pare e mai nessuno dia loro una lezione!
Yasuda però sembrava non ascoltarla e si era voltato guardando il
gruppetto che si allontanava. (Faccio la bastardata? NdK; Sìììììììììì!
AntiHarukoFanclub; Ok! NdK) Ed improvvisamente la guardò negli occhi con
decisione.
- Mi dispiace, Haru-chan, ma non posso più continuare a mentire, né a
te, né a me stesso! Io non ti amo più, perché sono innamorato di qualcun
altro!
- Co...
- Ma se fossi etero, certamente continuerei a stare con te.
La ragazza non ci capiva più niente: cosa significava "se fossi etero"?
Non lo era? La risposta giunse immediatamente: Yasuda rincorse il
gruppetto gridando un nome.
- Okusu!
Il biondo si voltò e si trovò di fronte un ansimante Yasuda, che gli
chiedeva di perdonarlo e di accettarlo ancora, che aveva capito chi era
veramente importante, grazie alle parole di un suo compagno di squadra
dai capelli rossi; Haruko svenne.
Kitcho Fukuda camminava lentamente tra la folla, guardandosi intorno
quasi senza vedere nulla: era solo, ma non se l'era sentita di rimanere
in casa a compiangere il suo amore non corrisposto. Aveva pianto
abbastanza, ed aveva fatto pure di peggio: aveva cercato di morire. Non
per l'amore che provava per Sendo, chiaro, ma perché non riusciva a
sopportare d'essere gay. Ma ora l'aveva accettato e sapere che anche
Akira aveva le sue stesse preferenze, in fondo era una consolazione;
magra, visto che non avrebbe potuto in ogni modo averlo. Ma almeno non
l'aveva deriso, quando si era dichiarato a lui: gli aveva rivolto uno di
quei suoi sorrisi incantevoli e gli aveva detto che per lui era solo un
amico. Molto caro. E che desiderava continuare ad esserlo. Kitcho aveva
pianto eccome, ma ora stava un po' meglio e la speranza di poterlo
conquistare si stava facendo largo nel suo cuore, proprio come aveva
raccontato a Rukawa quella mattina al parco. Buffo, però, che proprio il
suo rivale in amore fosse anche il suo confidente. Anche se in realtà,
il bel moretto gli aveva detto fin dal principio di non essere
interessato a Sendo, ed il modo freddo in cui l'aveva trattato era la
conferma della sua sincerità; quindi non erano proprio rivali. Ma Akira
non faceva che pensare a lui, se n'era accorto. Sapeva anche che aveva
intenzione di invitarlo ad uscire; sperava che fosse felice e
realizzasse il suo desiderio...ma a chi andava a raccontarla? Sperava
ardentemente che il volpino gli spezzasse il cuore e che il suo Sendo si
buttasse tra le sue braccia per avere consolazione...che infame! Però
ridacchiò ugualmente a quel pensiero.
- Ridi da solo? - gli chiese una voce calda e gentile; Fukuda sobbalzò
alzando il capo e si trovò di fronte l'oggetto dei suoi pensieri.
- Sendo...
- Cosa fai in giro tutto solo?
Fukuda strinse i pugni nelle tasche, per imporsi un po' di calma.
- Anche tu mi sembri solo... - era un invito sottinteso? Cavolo, che
situazione! Sendo però annuì.
- Sì, mi sono attardato a pescare e non sono riuscito a prepararmi in
tempo per uscire con gli altri. Che ne dici, andiamo da qualche parte
insieme?
- D'a...d'accordo.
Uno di fianco all'altro proseguirono per la direzione che stava
percorrendo Fukuda e Sendo lo guardò senza smettere di rivolgergli quel
sorriso splendido (Che, nonostante le continue battutine, non è così
tremendo! ^^ NdK; Grazie...vuoi qualcosa in cambio? NdS; No, figurati!
Ma ce ne fossero di ragazzi sempre sorridenti come te! NdK; Mi stai
davvero facendo dei complimenti? O_o NdS; Che c'è di male? Mica sono
così arpia...guai a chi pronuncia una sola parola! NdK; Ehm... NdHana&Ru).
Fukuda cercò di non guardarlo, per non arrossire.
- Conosco un pub molto carino, a qualche isolato da qui; ti va di
andarci? - gli chiese e Fukuda annuì.
- Sì, certo, un posto vale l'altro. - cavolo, perché doveva sempre
essere così orso? Sbirciò Sendo che però sembrava non averci fatto caso.
Ma in quel momento qualcosa andò storto: due ragazze si fermarono di
fronte a loro sorridendo accattivanti verso l'asso del Ryonan. Erano due
brunette, molto carine e provocanti.
- Ciao, vi abbiamo visto tutti soli e ci siamo chieste se non vi andava
un po' di compagnia. - esclamò la più alta con sfacciataggine; Fukuda
sospirò maledicendo la sfortuna...una volta che poteva uscire da solo
con Sendo! Il ragazzo dai capelli a punta le sorrise.
- Grazie, siete molto gentili. Ma il mio amico ed io preferiremmo stare
da soli.
Tre paia di occhi spalancati si posarono su di lui, mentre cingeva le
spalle del suo compagno di squadra ed oltrepassava le due ragazze;
Fukuda sentì il cuore battere a mille, mentre si aspettava che il calore
che il corpo di Akira gli donava, scomparisse insieme al tocco del suo
braccio. Ma Sendo non sembrava intenzionato a lasciarlo.
- Ti dispiace? - gli chiese guardandolo; Fukuda alzò il viso verso di
lui.
- No... - disse con il filo di voce che riusciva ad usare; l'altro
spostò il braccio, ma solo per appoggiargli una mano alla base della
nuca.
- Bene, sono stanco di ragazzine petulanti. Andiamo, il posto è quello.
Gli aprì la porta per lasciarlo entrare per primo, come un vero
cavaliere e Fukuda si ritrovò a sorridere involontariamente: grazie al
coraggio che gli aveva infuso Rukawa, ora poteva avere Sendo per sé,
anche se solo come amico...ma non era ancora detta l'ultima. E,
mentalmente, ringraziò di nuovo il suo bellissimo angelo scostante.
-Capitolo 31-
Kieran - Ihih, che bastarda!
Hana - Già, tutti qui a chiederci che fine fa la Nobu-scimmia e tu di
chi parli?
Ru - Delle comparse!
Kieran - Beh, dovevo far capire com'erano finite le storie parallele,
no?
Hana- Sì, ma adesso finisci la nostra?
Kieran - .......se sapesse quello che lo aspetta non sarebbe così
ansioso...
L'auto grigia avanzava velocemente incurante dei passaggi pedonali: i
due ragazzi che la occupavano erano quasi brilli e non si accorgevano di
correre un po' troppo. Hanamichi la vide avvicinarsi a capì che avrebbe
investito il povero Kiyota: non c'era altro da fare, doveva impedire a
Luc di compiere il suo dovere. Ma in quel momento, dietro al capitano
del Kainan, scorse il suo Kaede lasciarsi cadere su mani e ginocchia, in
mezzo al marciapiede. E quell'attimo di distrazione fu fatale. Kiyota
piombò in mezzo alla strada, Maki gli urlò di stare attento e si lanciò
verso di lui; gli occupanti dell'auto scorsero il suo movimento e
sterzarono disperatamente nel tentativo di non prenderlo. Il ragazzo
afferrò al volo la matricola della sua squadra, proteggendolo con il
proprio corpo, ed andò a sbattere con la schiena contro il parabrezza
dell'auto scura. Entrambi rotolarono sul selciato ed il corpo di Maki
schiacciò quello dell'altro, rimanendo immobile; urla invasero la
strada, mentre Hanamichi, pallido, si voltava con uno scatto verso Luc,
tornato visibile e bello.
- Tu...non...
Guardò ancora Maki e Kiyota, immobili in mezzo alla strada, vide che
Kaede si era alzato e si avvicinava barcollando, con espressione
incredula...bellissima su quel viso sempre di marmo. Poi finalmente
Kiyota si mosse sotto a Maki, urlando il suo nome con disperazione; ma
il numero 4 del Kainan non accennava a muoversi; Hanamichi guardò di
nuovo Luc, che se ne stava andando.
- Aspetta, Lucifer! Non puoi averlo fatto!
- Fatto cosa? - chiese l'altro voltandosi a guardarlo con un sorriso.
- Hai preso Maki invece di Kiyota!
Il ragazzo corrugò la fronte sempre sorridendo ed estrasse di nuovo il
suo taccuino.
- Maki...Maki...eccolo qui, Shin'ichi Maki.
- Cosa? Lui era sulla tua lista? Perché non me l'hai detto?
Luc si strinse nelle spalle.
- Certo, è nella mia lista. Ma solo fra quarant'anni, più o meno.
Hanamichi lo guardò senza capire, poi si voltò verso i due del Kainan:
Maki si era ripreso e si era messo seduto con sguardo un po' perso e
Kiyota era appeso alle sue spalle cercando di farsi rispondere.
- Non si è fatto nulla... - mormorò il rossino ancora rivolto all'angelo
nero - Eppure ha preso una botta incredibile.
L'altro gli fece l'occhiolino.
- A volte i miracoli accadono... - mormorò, poi si voltò dirigendosi
verso la prossima vittima, seduta in un'auto grigia.
Hanamichi corse verso i due giocatori del Kainan, cercando di farsi
largo tra la folla che li circondava; l'auto grigia era sparita e
nessuno aveva preso la targa. Beccandosi insulti e spintoni, riuscì ad
inginocchiarsi di fronte ai due ragazzi.
- Come state? - chiese preoccupato; Maki lo guardò confuso.
- Hanamichi... - disse solo; il rossino gli infilò un braccio dietro la
schiena e, aiutato da Kiyota, lo sollevò di peso riportandolo sul
marciapiede. Capito che entrambi i ragazzi stavano bene, la gente
cominciò a disperdersi; appoggiarono Maki contro un muro, assicurandosi
che riuscisse a reggersi in piedi. Kiyota lo guardava con le lacrime
agli occhi.
- Capitano...mi hai salvato la vita. - bisbigliò cercando di non
mettersi a piangere; Maki gli sorrise, ripresosi un po', poi guardò
Hanamichi.
- Adesso è salvo, vero? - chiese piano; il rossino corrugò la fronte
senza capire - Doveva morire investito da quell'auto, vero?
- Tu...come lo sai? - chiese Hanamichi sentendo un nodo stringergli lo
stomaco; Kiyota guardava entrambi senza capirci un'acca.
- Me l'ha detto Rukawa.
Il rossino sbarrò gli occhi sentendo le gambe cedere, mentre ascoltava
le parole di Maki.
- Non volevo credergli, ma mi ha mostrato il suo vero aspetto; siete due
angeli ed avete salvato la vita del mio Nobu-chan.
Hanamichi tremò sentendo quelle parole e voltò lentamente il capo verso
destra: Rukawa era a qualche passo da loro, sembrava faticare a
mantenere una posizione eretta, la camicia bianca gli svolazzava aperta
intorno al corpo provato. Si teneva al muro e lo guardava con un mezzo
sorriso. Hanamichi sentì che qualcosa gli bloccava il fiato in fondo
alla gola; Kiyota, nel frattempo, aveva capito solo una cosa.
- Il...tuo...Nobu-chan? - mormorò a Maki; il ragazzo gli sorrise
dolcemente.
- Non sai da quanto tempo mi sono innamorato di te; ma avevo paura e non
ho mai detto nulla.
- Tu mi...
- Io ti amo.
Gli occhi di Kiyota si riempirono di lacrime ed abbracciò di slancio il
suo capitano, senza accorgersi delle sue smorfie di dolore; e Maki
decise che era troppo bello averlo tra le braccia e che in fondo la
schiena aveva preso solo una botta. Hanamichi e Rukawa, intanto si
stavano ancora fissando.
- Perché... - chiese con un soffio di voce il rossino; Kaede raddrizzò
la schiena con una smorfia.
- Non sapevo in quale altro modo salvarlo.
- Non dovevamo interferire! Avevi prome... - si bloccò: Kaede non aveva
promesso! Ma aveva costretto lui a farlo! Aveva studiato tutto! Aveva
deciso fin dal primo momento che uno dei due si sarebbe salvato... - Mi
hai imbrogliato, volpino bugiardo! - esclamò allora stringendo i pugni.
Però non era rabbia ciò che cercava di trattenere, ma disperazione.
- Cosa succede? - chiese piano Kiyota a Maki guardando la scena; il
capitano sembrò preoccuparsi.
- Ti spiegherò più tardi.
- Perché l'hai fatto? Sai quello che ti aspetta! Non si limiteranno ad
una punizione!
Kaede gli sorrise ancora.
- Non c'era altro da fare, Hanamichi. Ho fatto gioco di squadra.
"Tu non sai fare gioco di squadra"
- No, non hai fatto gioco di squadra! Hai giocato di nuovo per uno solo
di noi! E questa volta... - le sue parole morirono in un singhiozzo, ma
deglutì a forza.
- Non preoccuparti, andrà...
- Non mentirmi ancora! - urlò Hanamichi - Tu! Tu! Tu sei...sei solo un
baka...teme...tenshi... - le sue parole si spensero in quel sospiro: era
bellissimo, con i capelli arruffati, il petto scoperto, quell'espressione
così insolita sul suo viso. In quel momento chiunque avrebbe pensato che
era un angelo; ed il suo sorriso diventò così dolce che Hanamichi quasi
si sentì morire, mentre le labbra del suo volpino si muovevano, lente.
- Ai shite... - Rukawa svanì nel nulla.
-Capitolo 32-
- Kaede! - urlò Hanamichi muovendo qualche passo; Kiyota sobbalzò per la
sorpresa, mentre Maki si spostava dal muro e dal suo abbraccio. Prese un
braccio del rossino costringendolo a voltarsi e ciò che vide lo
spaventò: l'Hanamichi Sakuragi che conosceva, era ormai sparito. Quello
che aveva di fronte, era un ragazzo dall'aspetto completamente
distrutto: i suoi occhi erano sbarrati e senza vita, la sua pelle
pallida e smunta, le sue labbra morte. Lo scosse con violenza, ignorando
le fitte di dolore lungo la schiena.
- Hanamichi! Svegliati! Avanti, riprenditi! - gli urlò in faccia; il
rossino finalmente spostò le iridi nocciola verso di lui, guardandolo
quasi come se non lo riconoscesse. Kiyota gli fu accanto sempre più
perplesso.
- Cosa succede, Maki? Se non ho avuto le allucinazioni, Rukawa è sparito
nel nulla.
- Ru... - mormorò a fior di labbra Hanamichi; Maki lo scosse ancora.
- Avanti, Hanamichi! Reagisci! Non so cosa sia successo, ma ho capito
che Rukawa è nei guai! E tu non puoi abbandonarlo, vero?
Quelle parole lo risvegliarono: Hanamichi strinse i pugni ed il suo
sguardo si fece di fuoco.
- No, non lo abbandono di certo!
In quel momento anche lui sparì nel nulla ed una signora anziana gridò
sorpresa; dall'altro lato della strada, due ragazzi mezzi fumati, che
camminavano senza meta da quasi mezz'ora, si guardarono e batterono il
cinque. Dovevano ricontattare quello spacciatore! Kiyota fece un balzo
indietro guardandosi intorno.
- Ma dov'è finito? È sparito anche lui! - strillò; Maki sospirò e lo
guardò.
- E' una storia strana, io ancora adesso che ho le prove di conoscere la
verità, non riesco a farmene una ragione. Ma vieni, cercherò di
spiegarti ogni cosa.
Gli cinse le spalle con un braccio e lo condusse verso casa.
- APRITE QUESTA DANNATA PORTA!!!! - urlava qualcuno dall'esterno
battendo pesanti pugni sui battenti intarsiati; e lei sapeva bene chi
era. I suoi pari finsero di non sentire quelle urla per alcuni istanti,
poi Raphael si massaggiò gli occhi con due dita, facendo un cenno ad uno
dei due angeli guardiani.
- Vai a dire a quella testa calda che deve calmarsi, se non vuole
rischiare di essere punito.
- Con tutto il rispetto, Sommo Raphael, credo che ci vorrebbero almeno
sei guardiani per tenere a bada quell'uragano. - sentenziò la bellissima
Fairy; ancora urla, ed ancora scossoni alla porta.
- Finisce che la butta giù... - mormorò John divertito; il Sommo Raphael
sospirò.
- Fairy, saresti così gentile da occupartene tu?
La donna esitò e guardò Michael, fermo in mezzo alla stanza in attesa di
giudizio: voleva essere presente, per poterlo difendere. Aveva capito il
motivo della sua disubbidienza e lo stimava per la scelta che aveva
compiuto. Ma non poteva opporsi al volere di Raphael; annuì ed i dieci
Sommi Arcangeli presenti nella stanza aprirono uno squarcio nella
barriera che impediva a chiunque...soprattutto a Gabriel...di poter
entrare. E si materializzò accanto a lui appoggiandogli dita lievi sulla
spalla; l'angelo dai capelli rossi la guardò ancora con la rabbia sul
viso. Strana visione. Quando la riconobbe, appoggiò un ginocchio a terra
guardando verso il basso, ma la sua voce non mostrava altrettanto
rispetto.
- Somma Fairy, ti prego, fammi entrare! Non possono giudicarlo!
- E chi può? Tu?
- No, neppure io! - esclamò Gabriel alzando il capo senza permesso - Non
so perché abbia agito in quel modo, ma sono certo che è stato costretto
a farlo! Lui non è un sovversivo!
- Ne sei certo? Lo conosci bene come credi? - aveva usato un'intonazione
ironica proprio per indurlo a porre la domanda che voleva.
- Cosa vuoi dire? - chiese incerto; la donna gli sorrise.
- Sapevi che è un redento?
L'espressione sul volto di Gabriel rispose per lui; ma subito fu
sostituita dalla rabbia di poco prima.
- No, non lo sapevo! Ma questo cosa significa? Che ha infranto di
proposito una regola? Il fatto che un redento sia riuscito a diventare
arcangelo superiore, dovrebbe significare che si è comportato proprio
come un angelo puro.
- Sai anche che qualcuno, prima di te, lo ha baciato sulla Terra? E che
ha risvegliato i suoi ricordi umani?
- Co...cosa? - mormorò stavolta Gabriel; Fairy sospirò e gli fece cenno
di alzarsi. E l'angelo la sovrastò con la sua altezza.
- Vieni, andiamo in un posto più tranquillo. - gli disse con voce ferma;
Gabriel la seguì docilmente.
- Finalmente si può discutere. - esclamò Raphael guardando i suoi pari,
poi i suoi occhi severi si posarono sull'angelo al centro della stanza,
ancora avvolto dall'alone dorato di un arcangelo superiore. E non gli
piacque ciò che vide, perché quell'angelo sosteneva tranquillamente il
suo sguardo, con occhi così freddi e scostanti che erano difficili da
interpretare anche per lui.
- Bene, Michael, credo che tu sappia perfettamente perché sei qui. -
disse con tono solenne dando inizio a quel processo; l'angelo moro annuì
con il capo, senza parlare - Sai anche, quindi, che hai commesso
un'inosservanza riprovevole.
Di nuovo annuì con il capo; Peter si mosse nervoso sullo scranno e
Raphael lo guardò: sapeva bene il motivo del viaggio sulla Terra dei due
arcangeli, e non avrebbe lasciato impunito l'errore di Peter. Ma ora non
doveva occuparsi di lui.
- Vuoi dire qualcosa a tua discolpa?
Silenzio. Solo il fruscio delle vesti di Peter. Poi finalmente la
risposta.
- No.
- Perché hai infranto le regole, Michael?
- Per salvare il ragazzo.
- Avresti dovuto lasciarlo morire, lo sai.
- Allora perché mi avete mandato sulla Terra?
Un tono freddo, distaccato. Non temeva ciò che lo aspettava. Mentre
Peter si stava agitando sempre di più.
- Dovevi provare a salvarlo in ogni modo...
- E' quello che ho fatto! - esclamò Michael interrompendolo; un brusio
sorpreso serpeggiò tra gli altri otto, perché mai nessuno aveva osato
interrompere le parole di Raphael. La sua condizione non migliorava di
certo.
- In ogni modo consentito. - terminò piano il Sommo ignorando
volutamente quell'affronto; gli altri sospirarono. Michael non disse
nulla.
- Non dirai nulla per cercare di alleviare la tua punizione?
- Non servirebbe a nulla.
Raphael lo guardò stringendo gli occhi.
- Hai questa opinione dei tuoi superiori? Credi che noi non cerchiamo un
modo per alleviare la tua pena?
- Se realmente lo voleste, ora non sarei qui.
- Hai un comportamento strano! - esclamò il biondo e taciturno Jeremy -
Non solo non cerchi di giustificarti, ma sembra che voglia peggiorare la
tua situazione.
Michael lo guardò senza cambiare espressione.
- Voi avete già deciso quale sarà la mia sorte. - sentenziò tetro;
Raphael sospirò: avevano già deciso, era vero, ma la sua situazione
poteva ancora peggiorare. E gli pose la domanda fatidica, perché non era
il solo che dovevano giudicare.
- Perché tu e Gabriel vi siete baciati?
Michael lo guardò senza tradire alcun'emozione e non rispose; Raphael
riprovò.
- Sapete entrambi che avete commesso un peccato carnale.
Inaspettatamente l'arcangelo al centro della stanza tirò le labbra in
una specie di sogghigno.
- Da quando un casto bacio è considerato peccato carnale?
- Non era poi così casto... - mormorò ridacchiando John; Raphael gli
scoccò un'occhiataccia.
- Ti ripongo la domanda e questa volta vedi di rispondere: perché l'hai
baciato?
- Ne avevo voglia.
- Non è una risposta.
- Certo che lo è: non fate mai niente, solo perché ne avete voglia?
Un brusio e Raphael sospirò, ormai conscio che la punizione poteva
essere solo una.
- Hai infranto una legge solo perché ne avevi voglia?
- In quel momento non ho pensato alle leggi: avevo di fronte Gabriel,
bello ed ingenuo, e ne ho approfittato.
Il brusio si fece più forte ed il viso di Raphael diventò di pietra.
- Ti rendi conto del significato delle tue parole, vero? Stai dicendo
che hai approfittato deliberatamente dell'ingenuità di un arcangelo
superiore; è uno dei crimini peggiori che possa essere commesso.
- Secondo solo all'omicidio ed al ladrocinio. - la sua voce era
tranquilla, senza inflessioni di sorta: perché non temeva ciò che lo
aspettava? Si stava assumendo coscientemente la colpa di tutto ciò che
era successo, sollevando Gabriel di ogni responsabilità...che fosse
perché...
- Sei innamorato di lui?
Tutti ammutolirono e per un breve istante qualcosa brillò in fondo a
quegli occhi scuri; però poi, inaspettatamente, Michael cominciò a
ridere.
- Innamorato di lui?! - esclamò - Certo che no! Era puro ed infimo
istinto sessuale, che si è risvegliato nel mio corpo!
- Smettila, Michael! - esclamò Raphael balzando in piedi; la sua voce
tradiva una certa ira, che mai nessuno aveva potuto scorgere in lui -
Non solo hai commesso dei gravi errori, ma non fai che vantarti di ciò
che hai fatto!
- Non me ne sto vantando, semplicemente non ho voglia di mentire. -
rispose tranquillo l'altro; Raphael si sentì quasi spiazzato da tanta
freddezza e si chiese come potesse, un essere tanto lontano dalla
consistenza di angelo, aver fatto tanta carriera.
- Hai commesso gravissimi peccati, ed ora non vuoi mentire per salvarti?
Sembra un paradosso!
- Ma non lo è: quello che ho fatto, l'ho scelto di mia volontà, e non ho
intenzione di rinnegarlo! Ho sbagliato e sapevo di farlo, e mi rendevo
anche conto che avrei pagato.
- Allora sai anche qual è la punizione che ti aspetta!
Finalmente l'angelo moro ebbe una reazione: i suoi pugni si strinsero,
mentre annuiva pronunciando una semplice parola.
- Sì.
-Capitolo 33-
Erano seduti sulle rive del Lago dei Sogni Obliati, il luogo più
romantico e ameno di tutto il paradiso, e Gabriel riusciva solo a
pensare che avrebbe voluto essere lì con Kaede. Ma accanto a lui c'era
Fairy, avvolta nella sua veste candida sulla quale poggiavano i suoi
lunghi capelli blu; il suo viso triste e dolce era riuscito a calmare la
furia di Gabriel, che però era ancora intenzionato ad andare in soccorso
di Kaede.
- Cosa gli faranno? - chiese piano; la donna allungò una mano sul lago
ed una lunga ombra fuoriuscì dall'acqua giocando con le sue dita.
- Non lo so ancora, ma non saranno clementi.
- Ma ha salvato Kiyota...
- L'ha fatto infrangendo la nostra legge.
Gabriel scrutò le acque multicolori, senza interessarsi a ciò che vi si
agitava dentro.
- Sai, è strano: non faccio che pensare a lui, ai suoi occhi, alle mani,
al calore che mi trasmetteva. Non sapere come sta e cosa gli succederà,
mi divora dentro.
Fairy lo guardò con una strana luce negli occhi.
- Questo è amore, sai?
- Sì, ma non capisco come possa essermi innamorato: sono un angelo.
- Innamorarsi non è impossibile, per un angelo: bastano un'enorme forza
di volontà ed un amore immenso. (Hai detto niente! NdK) E tu hai
entrambe le cose. Però è proibito.
- Amare è così incredibile...
- T'invidio per questo. - disse a quel punto Fairy con aria triste -
Anch'io vorrei provare l'amore.
Rimasero in silenzio per qualche minuto, poi la donna ritrasse la mano e
la posò sulla guancia di Gabriel per farlo voltare verso di sé; un tocco
freddo e deciso, come erano adesso i suoi occhi.
- Ma, Gabriel, non devi mai dire a nessuno quello che hai appena detto a
me o quello che provi pensando a Michael. Mai, perché se uno dei tuoi
superiori dovesse scoprire che sei innamorato di lui...
- No! - esclamò contrariato Gabriel - Non mentirò sul mio amore per lui!
- Invece lo farai! Perché in caso contrario, sarai spedito in purgatorio
per purificarti; ed allora ti dimenticherai di lui!
- Non accadrà mai!
- Sei mai stato in purgatorio?
Gabriel esitò e Fairy gli sorrise comprensiva.
- Ingoia l'orgoglio, fallo per il vostro amore ed il suo ricordo; così
potrai almeno continuare a conservarlo dentro di te.
Le facce che lo circondavano avevano espressioni gentili e comprensive,
e si chiedeva se lo fossero state altrettanto quando avevano giudicato
Kaede: aveva di fronte i dieci Sommi, capeggiati da Raphael, l'arcangelo
più anziano di tutto il paradiso. Ma non si sentiva intimidito, anche se
cercava di non mostrare la propria ira: voleva sapere cos'era stato
deciso per Kaede e lo avrebbe saputo! Però ora doveva lasciarli parlare
e Raphael lo guardò senza sorridere, ma con molta gentilezza.
- Gabriel, come sai dobbiamo giudicare il tuo operato sulla Terra: non
hai mantenuto un comportamento esemplare, te ne sei reso conto, vero?
- Sì.
- Vediamo: hai utilizzato termini riprovevoli ed hai partecipato a
risse, con un angelo e con degli umani. Lo ammetti?
- Sì, certo.
Raphael annuì con il capo.
- Sei pronto ad accettare la punizione?
- Sì.
- Bene: ma prima, c'è una domanda che dobbiamo porti. Tu e Michael vi
siete baciati e dobbiamo sapere il motivo per il quale lo avete fatto.
Gabriel strinse i pugni, rimanendo in silenzio per qualche secondo:
"perché lo amo" era questo che il suo cuore gli gridava di rispondere;
ma un colpo di tosse alla sua destra lo fece voltare e si ritrovò a
fissare lo sguardo ammonitore di Fairy. Doveva mentire, per conservare
il ricordo di Michael? O dire la verità, rendendo giustizia al loro
amore?
- Gabriel, non temere un nostro giudizio, in verità sappiamo bene perché
l'hai fatto. - disse Raphael gentile - Vogliamo solo che tu sia sincero
con noi.
Gabriel lo guardò conficcandosi le unghie nelle mani: loro non sapevano
la verità, perché altrimenti non sarebbero stati così gentili con lui.
- Chi vi ha detto la verità? - chiese piano; John rispose in vece di
Raphael.
- Michael: ha confessato tutto.
- E cosa gli è successo?
- Ha ricevuto la giusta punizione.
Raphael s'intromise fermando quello scambio di parole.
- Rispondi alla mia domanda, Gabriel, poi noi risponderemo alle tue.
- Io...l'ho baciato perché... - non poteva mentire, non ci riusciva:
voleva gridare al mondo intero il suo amore. Ma Raphael, seppur
inconsciamente, lo salvò da quella situazione.
- Non lo sai, vero? Lo immaginavo. - mormorò comprensivo; Gabriel lo
guardò senza capire, ma Fairy annuì con il capo - In quel momento
Michael ha approfittato della situazione e dell'atmosfera che lui stesso
aveva ricercato, per sfogare i suoi istinti sessuali; tu, ovviamente,
non potevi sapere cosa aveva in mente e ci sei caduto. È andata così?
Il rossino sgranò gli occhi, incapace di capire quello che gli stavano
dicendo: gli stavano chiedendo di tradire Michael? D'inventarsi quella
bugia per infliggergli una condanna peggiore? Non poteva essere! E lui
di certo non l'avrebbe fatto. Ma di nuovo Raphael non lo lasciò parlare.
- Dalla tua espressione deduco che non te n'eri accorto: ma l'ha
confessato lui stesso. Mi dispiace, forse ora ti sentirai usato da
Michael.
Gabriel voltò il capo verso Fairy, che ora non lo guardava più ed aveva
gli occhi tristi rivolti verso il basso.
- Lui vi ha...detto questo? - chiese in un sussurro; Raphael annuì - Non
è possibile.
- Mi dispiace, so che lo consideravi un amico.
"Di nuovo, l'hai fatto di nuovo! Hai giocato di nuovo per me! Ti sei
preso ogni colpa per salvare me! Stupida volpe, perché sei così
dannatamente altruista? Pensare che quando ti ho conosciuto, credevo
fossi un egoista di prima categoria! Ed ora...cosa ti è successo? Cosa
ti hanno fatto, solo perché hai voluto salvarmi?"
- Dov'è adesso? Che punizione gli avete inflitto? - chiese con rabbia
malcelata; Raphael fraintese il suo tono.
- La vendetta non è un sentimento che dovresti provare.
Gabriel lo guardò senza capire, ma l'altro rispose alla sua domanda.
- Comunque, è stato rimandato sulla Terra: è tornato ad essere un uomo,
in carne, ossa e senza poteri. Vivrà la sua vita come un umano, in mezzo
ad umani, e quando morrà, sarà giudicato come un qualsiasi essere umano:
se avrà commesso gravi peccati, finirà all'inferno, altrimenti sconterà
lunghi anni di pena in purgatorio.
Gabriel rimase senza parole: l'avevano fatto tornare sulla Terra? Quella
era la punizione? Se l'avessero fatto a lui, avrebbe fatto i salti di
gioia...però Kaede aveva detto che non gli piaceva stare laggiù.
- Per quanto riguarda la tua punizione, invece, sarai retrocesso al
grado di Arcangelo Minore.
- Cosa?! - sbottò il rossino - Lui umano ed io solo retrocesso? Che
giustizia è?
- Gabriel, i peccati che avete commesso sono di portata ben differente!
- esclamò Raphael - Lui ha infranto una nostra legge!
- Sì, ma io ero con lui e non ho fatto niente per impedirglielo!
- Basta Gabriel, la decisione è stata presa: ora ritirati.
- No! - esclamò rabbioso il rossino - Io merito la sua stessa punizione,
perché io...
- Non hai sentito le parole del Sommo? Ritirati! - esclamò Fairy
alzandosi in piedi; i due angeli guardiani aprirono il portone e la sala
del giudizio si svuotò per incanto. Gabriel rimase solo con la donna,
che scese dallo scranno e si fermò di fronte a lui, guardandolo con
fermezza.
- Ti avevo detto di non dire nulla! - bisbigliò; Gabriel le rispose con
tono di voce altrettanto basso.
- So perché mi hanno retrocesso di grado: solo gli arcangeli superiori
possono scendere sulla Terra! In questo modo Kaede ed io non potremo più
vederci!
- Lo osserverai da lontano.
- Credi che sia la stessa cosa? - sbottò il rossino - Io voglio subire
la sua punizione, perché ho commesso i suoi stessi peccati.
- Allora non hai capito, zuccone! Anche se loro sapessero che ti sei
innamorato di lui, non ti manderebbero sulla Terra, ma dritto in
purgatorio! Tu e Michael non vi vedrete mai più! Ma almeno tu
continuerai a ricordarti di lui!
- Lui...lui non si ricorda più di me?
- No. Nessuno sulla Terra, si ricorda di te.
Gabriel sbarrò gli occhi e le sue mani cominciarono a tremare.
- Ma tu vuoi preservare il suo ricordo nel cuore, vero? Allora non dire
mai quello che provi per lui.
Calde lacrime scesero lungo le guance dell'angelo e Fairy assunse
un'espressione dolce appoggiandogli le mani sulle gote pallide.
- Non piangere, Gabriel: hai provato l'amore, dovresti ritenerti
l'angelo più fortunato di tutto il paradiso.
- .....
- Sai cosa credo io? Che passeranno moltissimi anni, ma il tuo amore per
lui non finirà; ed infine, quando finalmente Michael sarà riuscito a
redimere i suoi peccati, tornerà qui, in paradiso, e tu potrai
ricominciare ad amarlo da vicino. E forse, riuscirai a risvegliare il
suo amore sopito.
- Voglio vederlo. - mormorò piano Gabriel; Fairy annuì e teletrasportò
entrambi sulle rive del Mare degli Specchi. Con dita affusolate sfiorò
la superficie dell'acqua ed un'immagine sfuocata cominciò a prendervi
forma: era notte, sulla Terra, ed avvolto in calde coltri, dormiva un
angelo moro, dalla fine pelle di porcellana. I suoi capelli erano sparsi
sul cuscino, le labbra appena socchiuse; una mano era appoggiata
mollemente accanto al viso ed il suo respiro era lento e regolare.
Gabriel si lasciò cadere in ginocchio e pianse silenziosamente il suo
amore perduto, lasciando che le sue lacrime increspassero quella
visione. L'avrebbe amato per sempre ed un giorno l'avrebbe ritrovato e
l'avrebbe di nuovo stretto tra le braccia. Doveva solo avere pazienza.
Fairy gli appoggiò una mano sui capelli ribelli e lui cominciò a
singhiozzare disperatamente.
OWARI
Ru: DOV'EEEEEEEEEEEEEE'????????
Hana: Non ci credo... O__O
Ru: Se la trovo la distruggo!!!! Dov'è quella disgraziata???
Hana: Mi ha lasciato a soffrire per l'eternità! O___O
Ru: Kieran, vieni fuori, perché se ti trovo ti ammazzo con le mie mani!
Kie: Crunch crunch... shi?
Hana: Sta mangiando... O___O
Ru: Tu ti sei rimbambita! Cambia immediatamente il finale!
Kie: Crunch crunch... gno! ^^
Hana: Kieeee!!! ç________ç Ma mi hai lasciato solo come un cane a
soffrire!!!
Kie: Colpa tua... crunch... perché lo hai baciato! ^^
Ru: Ti cancello la faccia, poi vediamo come sorridi! è__é
Kie: Che paura... crunch... buone 'ste patatine... u__u
Ru: Hana, prendi quel pacchetto di patatine e buttalo nel cesso! E poi
vai a prendere una corda!
Kie: E secondo te io sto qui a guardarti mentre... ehi, ridammi le
patatine! >_<
Ru&Hana: Addosso!!!!
Kie: O___o Urgh...
Ru&Hana: Bene, ed ora te ne starai così legata fino a quando non
metterai tutto a posto! >_<
Kie: ç__ç Schiavisti...