Dediche: A Miky, per quello che ha fatto per me. Grazie, grazie ancora! Un grosso bacio!
Disclaimer: I pg di SD appartengono all'immenso Inoue, io scrivo perché mi diverto un mondo e non preoccupatevi, sono ancora abbastanza in me da non chiedere nulla per quello che scrivo...

IMPORTANTE: Oltre alle due coppie principali, questa fic contiene anche altri pair sballati, tirati a caso dalla sottoscritta lanciando una monetina! NON sono coppie ritenute canoniche, se la cosa vi urta, non leggete la fic oppure saltate tranquillamente i pezzi (cmq poco rilevanti ai fini della storia). Io vi ho avvertito! ^^ Baci baci!


Kieran *___* - Ah, come siete belli.
Hana - Ehm...Kie, cosa ti prende?
Kieran *______* - Davvero bellissimi.
Hana - Ma cosa le prende? Ormai ci conosce a memoria!
Ru - Shhh...è reduce da un'altra ff, chissà cosa c'era scritto!
Hana - Ah...
Ru - Cerchiamo di farla riprendere, inventati qualcosa.
Hana - Oh, ok! Ehm...vediamo...Kie, com'è che io faccio sempre da materasso a Ru?
Kieran - Eh? Ah, perché, non ti piace?
Hana - Sì, certo, ma va sempre a finire che mi alzo con il mal di schiena!
Kieran - Ma è perché tu sei più grosso e poi...psss psss, avvicinati.
Hana - Sì?
Kieran - Così fai la figura del macho, no? E lui quella del pulcino.
Ru - Ehi, voi due, cos'avete da bisbigliare?
Kieran&Hana ^___^ - Niente!
Ru - E perché avete quel sorriso ebete?
Kieran - Non offendere, Ru! >_<
Ru - Voglio sapere cosa vi siete detti! Lo pretendo!
Kieran è__é - Parlavamo di Fukuda!
Ru - AAAAAARRRRGGGGGHHHHH!!!!! Un bagno!
Hana - Che cattiva...
Kieran *__________* - Ah, come siete belli.


Kieran ^_^ (s'inchina) - Scusate, ho un piccolo appunto da fare, a questo punto, perché mi sono accorta di alcune incoerenze: vi avevo detto che avrei stravolto un pochino...appena appena...la storia originale del manga, e questo comprendeva anche il "tempo". E mi riferisco proprio ai mesi in cui si svolge il tutto: la mia storia è ambientata nel mese di aprile e so bene che le partite eliminatorie per gli interscolastici si sono svolte per lo meno un mese dopo...ma io adoro la primavera...


Angels' Hearts

di Kieran

Parte 7 di 10
 

-Capitolo 20-


La partita era terminata con la vittoria dello Shohoku, stravolgendo ogni pronostico: i due nuovi acquisti della squadra si erano rivelati fondamentali. Sakuragi aveva fatto suo quasi ogni rimbalzo, soffiandolo anche al suo stesso capitano, Rukawa aveva avuto una media di 8,4. Ed ora i giocatori in maglia rossa esultavano abbracciandosi l'uno con l'altro, congratulandosi e piangendo di gioia...i visi dei ragazzi del Ryonan, invece, erano solcati da lacrime di delusione. Fra tutte queste emozioni contrastanti, solo le anime di tre ragazzi non si uniformavano alle altre.
Kaede Rukawa: non gl'importava aver vinto una partita di basket, anche se era soddisfatto di se stesso. Aveva dato il meglio di sé, come in ogni occasione, ed era riuscito a dimostrare a quell'irritante porcospino chi era il migliore: lo aveva sfidato sin dal primo passo che avevano mosso in campo, ma n'era uscito vincente. E questo era tutto ciò che provava: compiacimento.
Kitcho Fukuda: non era riuscito a vincere quella partita così importante, non era riuscito a battere il gigante rosso, nonostante giocasse a basket solo da una settimana. E, soprattutto, non era riuscito ad essere degno del suo Akira. Piangeva come un bambino, lasciando che gli altri credessero fosse deluso per la sorte della partita...ma in realtà non riusciva a distogliere lo sguardo da Sendo, che ora sembrava triste, ma che aveva ancora un debole sorriso che gli solcava il viso. Mentre si avvicinava all'asso dello Shohoku. Questo era ciò che provava: rabbia, frustrazione, immenso senso di sconfitta.
Hanamichi Sakuragi: avevano vinto ed era felice dell'espressione gioiosa dei suoi senpai e soprattutto di quella di Akagi, che non riusciva a non piangere per la vittoria. Aveva contribuito ad avverare il suo sogno e per lui, un angelo, la felicità altrui era il massimo dell'appagamento; ma provava anche qualcos'altro. Uno strano desiderio di possesso, mai provato prima in vita sua, che aumentava ad ogni passo che avvicinava il porcospino a Rukawa; uno spasmo alle mani, un desiderio impellente di frapporsi fra il volpino ed il puntaspilli. (La smetti di darmi tutti questi soprannomi? NdS; Scusa, ma è Hanamichi che pensa... NdK) Questo era ciò che provava...qualcosa d'incomprensibile...
Sendo si fermò di fronte a Rukawa e gli tese una mano sorridendogli; il volpino lo guardò senza muoversi, asciugandosi il sudore dal viso con un lembo della maglia. Però poi gli strinse la mano.
- Bella gara, sei stato davvero in gamba! - esclamò Sendo senza ottenere risposta - Ma non credere di avermi battuto: io sono stato distratto durante tutta la partita, non ero concentrato.
- Peggio per te. - rispose allora Rukawa senza gentilezza, ma Hanamichi gli si affiancò con sguardo truce.
- Niente scuse, Sendo! Avete perso perché noi siamo più forti!
Il n° 7 del Ryonan continuò a sorridere a Rukawa.
- Non vuoi sapere cosa mi ha distratto? - gli chiese abbassando la voce; il volpino inarcò un sopracciglio e Hanamichi si azzittì. Non gli interessava sapere perché l'altro si era distratto, ma qualcosa gli diceva che tanto l'avrebbe saputo lo stesso; ed infatti Sendo si avvicinò di un altro passo a Rukawa.
- Sono stato distratto dalla tua vicinanza, dal tuo corpo contro il mio, dal tuo respiro sulla nuca, dalla tua bellezza quasi angelica. E dai tuoi occhi, più profondi e tempestosi dell'oceano stesso.
Hanamichi e Rukawa rimasero immobili a fissarlo, senza sapere cosa dire; ma si riscossero quando un giocatore del Ryonan, dietro a Sendo, si precipitò all'esterno della palestra travolgendo un paio di compagni. Il n° 13. Il viso di Rukawa all'improvviso sembrò illuminarsi e subito dopo contrarsi ed il volpino corse appresso a quel ragazzo senza dire nulla; Sendo si voltò per seguirlo, ma Hanamichi lo afferrò per un braccio. Quando si voltò a guardarlo, il n° 7 del Ryonan apparve molto sorpreso...e quasi spaventato.
- Cosa ti succede, Sakuragi? - gli chiese cercando di liberarsi dalla sua presa; il rossino, però strinse fino a fargli sbiancare il braccio.
- Che storia è questa? Cosa sono quelle parole che hai detto a Rukawa?
- La verità...ma a te cosa importa?
Hanamichi esitò, chiedendosi perché stesse reagendo in quel modo: Sendo si era apertamente dichiarato a Rukawa, e allora? A lui cosa importava? Gli lasciò il braccio, profondamente sorpreso delle proprie reazioni; Miyagi gli si affiancò indicando l'uscita della palestra con un gesto del capo.
- Ehi, Sakuragi, dove corre tuo fratello?
- Tuo fratello?! - esclamò incredulo Sendo, poi gli sorrise con aria comprensiva - Ora ho capito; sei geloso di lui.
- Non dire idiozie! - esclamò furibondo Hanamichi - Il volpino ed io ci sopportiamo appena!
- E allora perché sei arrabbiato con me?
- Io...
"Perché mi comporto così? Cosa mi succede? Non mi riconosco più! Ho pensieri incomprensibili e mento deliberatamente! Non è vero che Ru ed io ci sopportiamo appena...ma non è neppure vero che siamo fratelli! Cosa sto diventando? Quanti anni dovrò espiare per tutte le menzogne che mi sto inventando? Sono a pezzi...non ce la faccio più ad andare avanti così...ma non è per le menzogne! Lo so, so che non è per quello! So che posso sopportare qualche piccola bugia detta a fin di bene...anche se quest'ultima...non so perché l'ho raccontata! Non so perché provo questo sentimento lacerante verso Sendo, che in fondo non ha fatto proprio niente! Tranne dichiararsi con Michael! Ma a me cosa importa? Perché mi sento rodere l'intestino? Perché è come se avessi un tarlo che mi trafigge il cuore, rosicchiando lentamente ed inesorabilmente? Perché sento che non posso più stare accanto a Michael senza provare l'impulso di sentire il suo calore?"
- Hanamichi! - esclamò Miyagi scuotendolo; il rossino si accorse che Sendo si stava allontanando dirigendosi verso gli spogliatoi del palazzetto. Almeno aveva rinunciato a seguire Rukawa...già, ma dov'era corso così di fretta? Aveva seguito quel ragazzo...quello che aveva salvato! Sì, era quello che ancora aveva il suo maglione! D'accordo, ora aveva capito che Ru stava inseguendo quel ragazzo...ma perché il n° 13 era fuggito in quel modo? Cos'era successo, così all'improvviso? Si strinse nelle spalle sospirando: era inutile scervellarsi, avrebbe chiesto spiegazioni a Rukawa, non appena fossero tornati a casa...
"Eh sì, caro Sendo, io vivo con lui!"
Spalancò gli occhi a quel pensiero ed una domanda continuò a martellargli nel cervello: perché?

La partita era stata estenuante per lui, che non aveva un fisico allenato per lunghi sforzi; e sentiva che stava per cedere, perché era a corto di fiato e le gambe minacciavano di abbandonarlo. Pochi passi davanti a lui, invece, Fukuda correva come un disperato, incurante dell'ora appena trascorsa a galoppare avanti e indietro sul campo; lo aveva richiamato un paio di volte, senza ottenere alcuna reazione, e decise che per riuscire a fermarlo, doveva ricorrere ai suoi poteri... qualcosa di poco dispendioso... Erano in una zona in cui si susseguivano graziose villette dalle mura bianche, circondate da alte cinte anonime; in quel momento non c'era nessuno per la strada e, mentre Fukuda passava accanto ad un bidone per l'immondizia, Rukawa allungò una mano lanciandolo tra le gambe dell'altro. Fukuda cadde a terra rovinosamente e Rukawa lo raggiunse buttandosi in ginocchio accanto a lui, afferrandogli però un braccio con dita d'acciaio.
- Fin...alme...nte... - cercò di borbottare ormai a corto di fiato; l'altro rimase disteso a terra, con il viso nascosto tra le braccia. Stava singhiozzando; Rukawa si distese accanto a lui, cercando di aspirare quanta più aria possibile. Maledetto corpo mortale che necessitava d'ossigeno per andare avanti! Chi li avesse visti in quel momento, avrebbe pensato che erano pazzi...
- Allora...vuoi...calma...rti?
- Vattene! - esclamò Fukuda senza muoversi e con voce rotta; Rukawa voltò il viso verso di lui, senza però riuscire a scorgerne il volto.
- Cosa ti è...preso?
Non ottenne risposta e chiuse gli occhi cercando di riprendere il controllo del proprio corpo: rischiava un collasso!
- Lasciami solo, Rukawa, sei l'ultima persona che voglio vedere! - esclamò finalmente Fukuda cercando di liberarsi dalla sua presa, ma il moretto strinse con forza.
- Cosa ti ho fatto?
- Lasciami! - sbraitò in risposta l'altro - Ti odio perché...non riesco ad odiarti!
- Sei un po'...contorto, non credi?
Finalmente Fukuda si alzò sui gomiti e lasciò che l'altro scorgesse tutta la sua disperazione: copiose lacrime si susseguivano sulle guance arrossate e non accennavano a diminuire.
- Se io ti odiassi, sarebbe più semplice! Ma non posso, perché non hai nessuna colpa...se non quella di avere un viso tanto bello!
Rukawa lo fissò senza alzarsi, allentando però la presa sul suo braccio.
- E' Sendo, vero? Il ragazzo di cui sei innamorato.
Fukuda fissò la strada sotto di lui, mordendosi il labbro inferiore per non scoppiare di nuovo in lacrime.
- Sono stupido, vero? Lui è così bello, mentre io...(Effettivamente...NdK; Cattiva, mi stai maltrattando! NdF; Ehi, Kitcho, che piacere vederti! Guarda che io ti ho difeso fino adesso! NdK)
- Mm...se dovessi scegliere, preferirei te. (Se, chiamate la neuro che l'autrice si sente male! NdR)
Le labbra di Fukuda si tirarono in un sorriso stentato.
- Figurati: sei gentile, ma non serve che cerchi di risollevarmi. Sapevo che il mio era un amore disperato, ne sono sempre stato cosciente. Però, prima, mi consolavo perché credevo che Sendo fosse interessato all'altro sesso...ed io non potevo avere nessuna possibilità, ma neppure nessuna colpa. Ma ora che so che pure lui è interessato ai ragazzi...
- Le tue probabilità aumentano. - terminò Rukawa non riuscendo a capire il suo discorso; Fukuda lo guardò ed un sorriso disperato gli distese i lineamenti contratti del viso.
- Davvero? Che probabilità avrei, contro di te?
- Ma noi non siamo rivali: Sendo non m'interessa.
- Ma lui è interessato a te! Ed io lo conosco: non si arrende mai, neppure di fronte ad una sconfitta.
- Questa non è una partita di basket, Fukuda! Qui non c'è proprio, una partita!
Fukuda si mise seduto con le gambe incrociate ed il volpino lo imitò, finalmente un po' più riposato; erano ancora in mezzo alla strada, ma finora nessuno era venuto a disturbarli.
- Devo rinunciare a lui, stavolta per sempre...ma credo di riuscire ad accettarlo...non cercherò di nuovo di morire!
Rukawa scosse il capo.
- Non dovresti rinunciare prima di averci provato! Ora sai che Sendo non ti disprezzerà per i tuoi gusti sessuali, quindi al massimo avrai un rifiuto!
- Beh, le cose non migliorano molto...
- Ma almeno potrai dire di averci provato! Avrai molti più rimpianti se rinunci senza fare un tentativo!
- Tu credi?
- Certo! Oltre ad essere disperato per non averlo, ti darai pure del codardo!
Fukuda sobbalzò e lo guardò con occhi spalancati.
- Certo che non ci vai proprio di fino, tu! (Concordo! NdK)
- Beh, mi limito a dire le cose come stanno! E scusa se non sono di tuo gradimento! - la voce di Rukawa adesso non era più gentile e se ne rendeva conto. Ma non aveva mai provato alcuna pietà per chi si arrendeva senza combattere e Fukuda non era certo un'eccezione. Ma il ragazzo ora sembrava pensieroso.
- In fondo, non hai tutti i torti...
- Cos'hai da perdere?
- L'amicizia di Sendo?
- Primo: tu non vuoi la sua amicizia, ma il suo amore! Quindi sarebbe pur sempre una magra consolazione! Secondo: credi davvero che Sendo rifiuti la tua amicizia dopo che ti sarai dichiarato? Non ne avrebbe motivo.
- Lo so, ma...
- Ma niente! Fai quello che ti pare, Fukuda! Ricordati solo che non avrai in me un rivale! Io non voglio Sendo!
L'ala del Ryonan annuì con il capo e finalmente Rukawa si alzò porgendogli una mano; l'afferrò per rialzarsi e lo guardò cercando di mostrarsi sereno...con poco successo.
- Ti ringrazio, è la seconda volta che mi consoli.
- Figurati, è il mio lavoro...ops...
- Cosa significa?
Incredibilmente, Rukawa scoppiò a ridere.
- Significa che un certo rossino è riuscito a contagiarmi!
Fukuda lo guardò senza capire una parola, poi lo seguì mentre tornava verso il palazzetto dello sport; ora sembrava veramente rilassato.
- Ho il tuo maglione nella borsa, te lo ridò quando torniamo in palestra; a proposito, scusa la curiosità, ma che relazione c'è fra te ed il rosso?
Rukawa gli rispose guardando di fronte a sé.
- Siamo fratelli.
- Sul serio? Non vi somigliate per niente!
- Ho avuto fortuna.
Fukuda ridacchiò.
- Da come guardava Sendo, sembrava volesse incenerirlo...ho creduto che fosse il tuo ragazzo...
Rukawa spalancò appena gli occhi, guardando l'altro in una tacita domanda: davvero? Sul serio Hanamichi era geloso di lui? No, che idiota...non poteva essere! Lui era un angelo, non poteva provare gelosia, odio o...amore... Tornò a guardare dritto di fronte a sé, sprofondando le mani nei pantaloncini della divisa: aveva fatto di tutto per non pensare alla testa rossa, si era votato anima e corpo al basket, aveva pedinato il protetto con la scusa di carpire qualche indizio che potesse tornare utile per il sabato sera. Ma spesso si era perso nei propri pensieri, sotto canestro o nascosto in un vicolo buio. E non aveva potuto evitare che la propria mente evocasse un'immagine rosso fuoco. Malediceva la sorte...anche se un angelo non avrebbe dovuto credere nel destino...perché lo aveva fatto inn...no, non doveva dirlo! Non doveva mai ammetterlo, neppure a se stesso! Perché avrebbe dato consistenza ad un dolore insopportabile, anche per lui, che aveva scontato centinaia di anni in purgatorio. Era solo amicizia...semplice e puro affetto, per un collega. Giusto! Nient'altro.
"Ma chi prendo in giro? Sto dicendo un mucchio di stronzate! Io so cosa provo per lui! E non posso cambiare i miei sentimenti, neppure se sono rivolti verso un angelo, che non potrà mai capire ciò che il mio cuore continua ad urlare al mio cervello."
Sospirò, cercando di mettersi il cuore in pace: non poteva fare nulla, assolutamente nulla. Poteva solo aspettare quattro giorni, gli ultimi quattro giorni di permanenza sulla Terra: poi avrebbero salvato il protetto e sarebbero tornati a casa. E lui avrebbe chiesto di tornare a Tokyo, dove si divertiva a guardare tutte quelle angiolette che si mettevano in mostra di fronte a lui, senza sapere che le avrebbe degnate di più attenzione se fossero stati angeli. Doveva solo tenere duro per quattro giorni e sapeva che poteva farcela. In fondo era un redento divenuto arcangelo, aveva superato prove ben più dure.


-Capitolo 21-


Il Ryonan se n'era già andato ed i giocatori dello Shohoku si apprestavano a tornare a casa, ma Hanamichi si stava ancora cambiando nonostante gli altri fossero pronti ad andarsene; si era mosso con calcolata lentezza, per aspettare il ritorno di Rukawa, che però non si faceva ancora vedere. Si torturava chiedendosi dove fosse, perché avesse preso tanto a cuore quel Fukuda, lui che sembrava disinteressarsi anche della vita di Kiyota. Non riusciva a pensare ad altro, non riusciva a distrarsi o a ridere delle battute idiote di Mitsui e Miyagi; e tutti lo notarono, ma nessuno ebbe il coraggio di dirgli qualcosa. Solo quando tutti furono pronti, Mitsui gli si avvicinò guardando la lenta operazione d'allacciamento delle scarpe.
- Ehm, Sakuragi, di questo passo finirai l'anno prossimo.
- Ah...andate pure, non preoccupatevi per me, conosco la strada.
- Ma no, aspettiamo con te! - esclamò Miyagi sedendosi accanto a lui sulla panca - Tuo fratello dovrà tornare prima o poi, no?
Hanamichi lo guardò annuendo, ma si alzò e si avviò all'uscita.
- D'accordo, ma aspettiamolo fuori.
I ragazzi annuirono e lo seguirono all'esterno; persone che avevano assistito alla partita si congratularono con loro uscendo dal palazzetto ed anche Maki, Kiyota e tutta la squadra del Kainan si fermarono per scambiare due chiacchiere. Il capitano notò immediatamente l'assenza di Rukawa.
- Ehi, Hanamichi, dov'è tuo fratello?
- A dire la verità non lo so...ma non dovrebbe stare via molto.
Kiyota sorrise di sbieco incrociando le braccia sul petto.
- Sai, pel di carota, non hai giocato male...ma si vede che sei solo un principiante!
- Principiante a chi, babbuino? Senza di me la squadra non avrebbe avuto possibilità!
- Rukawa è il vero talento! Ha tenuto a bada Sendo!
- Solo perché quel porcospino idiota pensava a tutto fuorché la partita! - sbraitò Hanamichi improvvisamente alterato; Mitsui se ne accorse.
- Ehi, Sakuragi, non ti piace proprio Sendo, vero? Dai fuori di testa ogni volta che lo senti nominare!
- Cosa?! No, non è vero! - esclamò con poca convinzione il rossino, ma la sua attenzione fu attirata da una figura appoggiata ad un albero qualche metro di fronte a loro...il porcospino di cui stavano parlando. Senza neppure riflettere, Hanamichi gli si avvicinò a grandi passi e gli si piantò di fronte con le mani sui fianchi; Sendo lo guardò con calma, senza cambiare posizione.
- Cosa fai ancora qui? Sbaglio o la tua squadra se n'è andata da un pezzo? - chiese senza gentilezza Hanamichi; non ne comprendeva il motivo, ma sentiva di non riuscire a comportarsi civilmente con Sendo.
- Sto aspettando Fukuda, ormai è via da un po' e dovrebbe tornare...per te è un problema?
- N...no...
- Bene, perché comincio a stancarmi del tuo comportamento! Non capisco perché tu ce l'abbia con me; non ti ho fatto nulla!
Hanamichi esitò e per un attimo fu colto dal panico: perché ce l'aveva con lui? Non lo sapeva! L'unica cosa che sapeva, era che prima di quella dichiarazione, provava solo antagonismo sportivo verso di lui; ma quando aveva sentito le sue parole, quando aveva visto il suo sguardo, l'aveva...odiato? No, lui non poteva provare sentimenti simili! Ma allora...cos'era? Sentiva ancora di volerlo sfidare, di volergli dimostrare che lui era...cosa?
- C'è qualcosa che non va? - chiese improvvisamente preoccupato Sendo; Hanamichi lo guardò stralunato - Sei impallidito improvvisamente, non ti senti bene?
- No...va tutto bene! - esclamò il rossino prima di voltarsi e correre verso il palazzetto: cominciava a provare un forte mal di testa, ma sapeva che non era un dolore fisico. Tutti quei pensieri che lo attanagliavano, gli stavano facendo scoppiare il cervello! Quasi si scontrò contro un ragazzo in divisa verde e si fermò quando riconobbe il sorriso di Fujima; erano appena all'interno del palazzetto, ormai deserto. E l'allenatore dello Shoyo gli porse la mano; Hanamichi la strinse senza neppure rendersene conto ed il ragazzo lo attirò a sé abbracciandolo e sussurrandogli all'orecchio.
- Grazie, Hanamichi, senza di te starei ancora piangendo per un amore impossibile.
- Ehi, stiamo insieme da cinque giorni, e già mi tradisci?! - esclamò la voce allegra di Mitsui dall'uscita del palazzetto; Hanamichi e Fujima si staccarono ed il giocatore dello Shoyo si avvicinò alla guardia dello Shohoku depositando un lieve bacio sulla sua guancia.
- Lo stavo solo ringraziando. - spiegò; Mitsui annuì e sorrise ad Hanamichi.
- Hai ragione, avrei dovuto farlo anch'io...ma...ti senti bene, Sakuragi?
Il rossino annuì con il capo, ma non con l'espressione del viso: aveva il cuore in pezzi. Voleva quel bacio, lo voleva disperatamente: le labbra di Kaede sulla guancia. Mitsui gli afferrò il braccio impedendogli di muoversi.
- Cosa ti succede, Hanamichi? Sei strano da quando è finita la partita! Sei sicuro di stare bene?
- Lasciami, voglio andare a casa...dite voi a Rukawa dove sono, per favore.
- Hanamichi...
Il rosso strattonò con forza ed uscì di corsa dal palazzetto senza ricordarsi di prendere la borsa.

Le stelle risplendevano in quel lucente manto di notte primaverile, e sembravano ammiccare verso di lui, che ora si sentiva quasi normale. Era riuscito a darsi una spiegazione che riteneva attendibile: aveva compreso perché si era sentito tanto male quel pomeriggio. E finalmente riusciva a sorridere alle stelle, perché stava bene. All'inizio aveva persino pianto di frustrazione: aveva preso manciate di sabbia e le aveva scagliate in mare chiedendo una spiegazione che ovviamente nessuno poteva fornirgli. E la sabbia si era dispersa nel vento e lui l'aveva guardata sentendosi impotente; poi si era lasciato cadere sulla schiena, formando una buca nella sabbia. E non si era più mosso; il pomeriggio era morto, il tramonto si era consumato e la notte aveva preso possesso del cielo. E finalmente si sentiva bene e quasi cominciava ad avere fame. Perché ora anche il suo stomaco si era aperto, dopo essere rimasto aggrovigliato per ore. Perché ora aveva capito.
- Do'aho, finalmente ti ho trovato.
Quella voce...gli provocò un vuoto allo stomaco, ma non vi diede peso; alzò il capo guardando dietro di sé la figura sottosopra di Kaede. Indossava ancora la tuta della squadra, segno che lo aveva cercato uscendo dal palazzetto; gli si sedette di fianco continuando a guardarlo.
- Allora, si può sapere cosa ti è preso? - chiese piano, quasi per non disturbare il mormorio della notte; Hanamichi fissò il manto stellato senza rispondere.
- Mi hanno detto che sembravi stare molto male e che sei scappato senza dire nulla a nessuno.
- Si sono sbagliati, non stavo male. - rispose finalmente il rossino; Rukawa si cinse le ginocchia con le braccia.
- E allora cosa è successo?
- Ero un po' confuso, avevo la testa in subbuglio e non ne capivo il motivo. Ma ora sto bene.
- Mm...
Rimasero in silenzio per alcuni minuti, poi finalmente Hanamichi guardò Rukawa sorridendogli dolcemente.
- Comincio ad avere fame...mi offri qualcosa?
- Non mangi da questa mattina?! Dovevi stare proprio male!
- Ah ah...ti ho detto che ora sto bene! Non mi va di parlarne, volpe.
- D'accordo, come vuoi...aspettami qui, vado a prenderti qualcosa da mangiare.
- Vengo anch'io.
- No, restiamo qui, sulla spiaggia! È un posto magnifico!
Si alzò senza aggiungere altro e lasciò da solo Hanamichi, che finalmente sentì di poter respirare liberamente: sentiva ancora quella sensazione soffocante al petto e non cercava di ricacciarla indietro. Sapeva a cosa era dovuta: il suo corpo umano cominciava a giocargli scherzi pericolosi e reagiva alla vicinanza con un angelo. Impazziva, semplicemente! Più restava sulla Terra, più il suo lato umano prendeva il controllo della situazione, riuscendo ad avere la meglio sulla fredda razionalità propria di un angelo. Probabilmente le crisi avevano il sopravvento quando Rukawa era accanto a lui, semplicemente perché riusciva a rilassarsi e quindi teneva meno sotto controllo le pulsioni umane. Ma, anche se ora aveva compreso la situazione, doveva stare attento: potevano sopraggiungere crisi più violente delle altre e fare del male a qualcuno...come Sendo. Ricordava ancora il prurito alle mani, quando se lo era trovato davanti.
Rukawa tornò in quel momento e gli porse un sacchetto di carta che Hanamichi aprì sentendo un crampo allo stomaco: cavolo, stava letteralmente morendo di fame. Prese il primo panino caldo e n'addentò metà in un colpo solo, sorridendo poi a Rukawa, che stava leccando un gelato di due colori.
- Ehi, a me niente gelato?! - esclamò a stento tra un morso e l'altro; Rukawa fece una smorfia.
- Fai schifo! Non mi serve vedere che fine fa il cibo nella tua bocca!
- Mm... - borbottò Hanamichi voltandosi in un'altra direzione - Va bene...e a me il gelato?
- Lo compriamo tornando a casa...bambino!
Hanamichi deglutì e gli sorrise bevendo un sorso d'aranciata.
- Grazie, papino!
- Mpf...
- Ehi, Ru, perché sei stato via tanto, oggi? Che fine hai fatto?
- Ho seguito Fukuda per mezza prefettura! Correva come un dannato!
- Perché? Cosa gli è successo?
- Ha sentito le parole di Sendo e si è sentito a pezzi: è innamorato di lui ed ora sa di non essere ricambiato.
Hanamichi terminò il secondo panino e si avventò sul terzo.
- Mi dispiace...sei riuscito a consolarlo?
- Un po'...però l'ho convinto a dichiararsi a Sendo, almeno così avrà il cuore in pace.
- Mah, non so se sarà così semplice...di un po', quando sei tornato al palazzetto, il porcospino era ancora là ad aspettarvi?
- Sì, e Fukuda mi ha assicurato che ci avrebbe parlato tornando a casa.
Hanamichi lo guardò inarcando un sopracciglio.
- Sendo non ci ha più provato con te?
- Non ci è riuscito: l'ho gelato con lo sguardo e me ne sono andato senza lasciargli il tempo di aprire bocca.
Hanamichi ridacchiò bevendo un'altra sorsata dal bicchiere di carta.
- Eh eh, sei uno specialista in questo!
- Mm...e tu? Vuoi dirmi cosa ti è successo?
Il rosso si strinse nelle spalle scartando il quarto panino e gli rispose guardando il lento movimento delle onde nere.
- Credo che tutte queste sollecitazioni abbiano scosso un po' il mio corpo: provavo strani desideri, incomprensibili e difficili da controllare. E non riuscivo a capire cosa mi stesse succedendo, sapevo solo che rischiavo d'impazzire. Ho trascorso qui tutto il pomeriggio, per riuscire a fare chiarezza, e finalmente ci sono riuscito...a te non è successo niente del genere?
Rukawa scosse il capo e Hanamichi sospirò.
- Beh, forse è perché sei già stato sulla Terra altre volte.
Terminò anche il quarto panino e finalmente si voltò verso il suo compagno, notando che il gelato si stava sciogliendo sulle sue dita.
- Ehi, volpe, quanto ci metti a mangiare un gelato?! - esclamò ridacchiando; Rukawa si guardò la mano con la faccia di chi non sapeva di averne una.
- Me n'ero scordato... - mormorò; passò il gelato nell'altra mano ripulendo il cono velocemente e Hanamichi gli prese il polso destro portandosi le dita alla bocca. Le leccò una ad una, per rendersi conto dei gusti scelti dal volpino; quando spostò lo sguardo su di lui, però, rimase sorpreso dalla sua reazione. Era praticamente immobile e lo fissava quasi con gli occhi sbarrati; cosa gli prendeva? Lo guardò abbozzando un timido sorriso.
- Beh, che ti prende?
- Tu...cosa...
- Buoni i gusti che hai scelto, li voglio anch'io!
Rukawa strattonò con forza liberando la mano ancora imprigionata nelle sue e si alzò risalendo rapidamente verso la città; Hanamichi raccolse tutti i cartocci che aveva sparso ai piedi e lo rincorse richiamandolo.
- Ehi, Ru! Aspettami!
Lanciò il cumulo di carta in un bidone per l'immondizia, centrandolo in pieno, ed affiancò il moretto che camminava tenendo il viso rivolto a terra mentre si ripuliva le dita appiccicose con un fazzoletto. Sembrava turbato da qualcosa e Hanamichi se ne dispiacque, ma non ebbe il coraggio di parlargli ancora...temeva di aver fatto qualcosa di sbagliato.

- Non sapevo esistessero simili effetti collaterali!
- Neppure io! Dovremo chiedere a Gabriel una relazione dettagliata su quello che gli è successo.
- Me lo segno.
- Bene. Mancano solo quattro giorni...riusciranno ad inventarsi qualcosa?
- Sì, stai tranquillo Peter. Hai visto come riescono a risolvere ogni problema. Michael è stato grande con quel povero ragazzo e Gabriel ha messo insieme due ragazzi che non avevano il coraggio di parlarsi...e poi ha fatto far pace a quella coppia.
- Mi fido di loro...il problema è che non hanno ancora cominciato a discutere la questione Kiyota!
- Forse ne hanno parlato quando eravamo distratti.
- E quando mai?! Non li abbiamo persi di vista un attimo!
- Stai tranquillo, d'accordo? Andrà tutto bene.
- Va bene...speriamo...


 


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