-Capitolo 17-
Per due giorni consecutivi, tutto filò liscio: Hanamichi e Kaede non
arrivarono più alle mani, con grande sollievo dei compagni di squadra,
anche se i loro battibecchi interrompevano spesso gli allenamenti; ma
tutto si concludeva sempre pacificamente e, a volte, con una risata. Non
si erano più incontrati con Maki e Kiyota, ma si erano sentiti
telefonicamente entrambi i giorni, perché non potevano permettersi di
perdere quel minimo di confidenza che erano riusciti a conquistare.
Hanamichi teneva sotto controllo la situazione tra Haruko e Yasuda, ma
credeva che tutto funzionasse per il meglio, perché ora la ragazza
veniva ad ogni allenamento e sembrava felice...anche se il fidanzato,
però, sembrava ancora turbato. Il rosso pensava che avesse scelto la
ragazza, ma che in realtà fosse ancora indeciso...ma non sapeva quanto
si stava sbagliando. E lo scoprì nel peggiore dei modi.
Era venerdì pomeriggio e la palestra dello Shohoku era stranamente
silenziosa: si sentivano solo gli sfregamenti delle scarpe sul
pavimento, i rimbalzi dei palloni e le rare disposizioni di Akagi, che
si stava impegnando per insegnare la difesa a Hanamichi. Il coach
osservava silenziosamente i suoi giocatori sorseggiando del tè verde,
mentre Ayako scriveva qualcosa ormai da un pezzo, e sembrava
impegnatissima. Haruko e le sue due amiche stavano silenziosamente
sedute su una panca, osservando tutti i ragazzi...
- Non ho mai visto un ragazzo tanto bello! - sospirò piano Fujii; Matsui
annuì con vigore.
- Sì! E non solo il suo viso è stupendo...hai visto che fondoschiena?
- Ragazze! - esclamò Haruko arrossendo ma non potendo evitare di
lanciare un'occhiata per puro controllo; Matsui rise piano, per timore
di disturbare gli allenamenti.
- Non dirmi che tu non hai controllato il didietro del tuo rossino!
- Cosa?! Non è il mio rossino!
- Ma se hai occhi solo per lui! Sbaglio o non t'importa neppure che Yasu
non ti abbia chiamato per tre giorni!
Un pallone picchiò con violenza sul parquet e le ragazze si voltarono
verso sinistra; Haruko sbiancò paurosamente: Yasuda si stava dirigendo
con rabbia verso Hanamichi, che, ignaro, cercava di contrastare Mitsui.
Le aveva sentite! Si alzò con gambe tremanti, mentre il ragazzo
spintonava Hanamichi con rabbia; il rossino barcollò ma riuscì a
rimanere in piedi. Tutti si fermarono, guardando incuriositi la scena.
- TU! Me la paghi per questo! - urlò Yasuda con mani tremanti dalla
rabbia; Hanamichi lo guardò visibilmente confuso.
- Cosa...cosa ti ho fatto?
- Lo sai! Mi hai ingannato! Ma ora me la paghi! - strillò il ragazzo
lanciandosi verso di lui per pestarlo, ma Mitsui riuscì ad afferrarlo
per le spalle ed a trattenerlo.
- Calmo, Yasuda! Si può sapere cosa ti succede? - esclamò Ayako
finalmente cosciente della situazione.
- Mi hai fatto credere d'essere mio amico! Ed invece mi hai fregato la
ragazza! - continuò ad urlare Yasuda; Hanamichi sgranò gli occhi, ma non
riuscì a controbattere perché un'ombra minacciosa gli arrivò alle
spalle.
- Cosa significa? - chiese tetro Akagi; Hanamichi si fece di lato,
scuotendo il capo con forza.
- Io non so di cosa parla, te lo assicuro!
Haruko si portò le dita tremanti alla bocca e si guardò intorno in cerca
d'aiuto...ma l'unico sguardo che incrociò, le incusse terrore: due occhi
color del ferro e freddi come una lama di coltello, erano puntati nei
suoi e sembravano volerla trafiggere. Gli occhi di Kaede Rukawa. Avrebbe
voluto fuggire da quello sguardo, ma scoprì che non poteva farlo: perché
la guardava così? Con...odio...era odio ciò che trapelava da quello
sguardo distante? Oppure...oppure la stava solo incitando a parlare? A
difendere il suo rossino? Sì, era quello! Doveva difendere Hanamichi, da
Yasuda e Takenori; e raccolse il proprio coraggio e mosse un passo
avanti stringendo i pugni.
- Aspettate! - esclamò con meno voce di quanto avesse voluto; tutti si
voltarono verso di lei e si sentì le guance in fiamme. Hanamichi
sembrava quasi spaventato.
- Haruko, diglielo tu! - esclamò e la ragazza annuì.
- Io...ecco...Hanamichi non ha fatto nulla per allontanarmi da Yasuda...se
non...comportarsi con naturalezza.
Akagi corrugò la fronte.
- Che stai dicendo? - le chiese confuso; la ragazza raccolse un altro
po' di coraggio.
- Sto dicendo che lui non ha fatto nulla per farmi innamorare...almeno,
non intenzionalmente.
- Cosa?! Ehi, ma io non so di cosa parla! - esclamò il rossino
agitandosi come un tarantolato; Yasuda si avvicinò ad Haruko con sguardo
quasi disperato.
- Ma cosa stai dicendo, Haru-chan?
- Sto dicendo che mi piace Hanamichi...credo di essermi innamorata di
lui. Solo per quello che è! Solo perché è gentile, disponibile, allegro.
Non si è mai rivolto a me in modo diverso dagli altri, non ha fatto
nulla per conquistarmi, ma c'è riuscito lo stesso!
L'aveva detto. Tutto d'un fiato. Si era dichiarata davanti a tutti
quanti...rischiando il rifiuto davanti a tutti quanti...
Yasuda era impallidito e la guardava con le lacrime agli occhi, Ayako le
sorrideva con complicità tutta femminile, Matsui e Fujii la guardavano
con la bocca spalancata. Suo fratello scuoteva appena il capo, mentre
Hanamichi sembrava colto da paresi e non muoveva un muscolo. Rukawa...Rukawa
riprese a palleggiare ed a tirare a canestro; ed il rumore della palla
risvegliò tutti. Yasuda uscì correndo dalla palestra, con il viso basso
e Haruko si sentì morire: lo aveva ferito. Lo aveva umiliato davanti a
tutti...era un mostro. Hanamichi le si avvicinò con sguardo triste e lei
si sentì morire nuovamente: non voleva sentire una parola da lui, perché
aveva la certezza che quel ragazzo così speciale non ricambiasse i suoi
sentimenti.
- Haruko...andiamo a parlare da soli. - le mormorò mentre gli
allenamenti riprendevano; solo Takenori non la perdeva di vista. Lei
scosse il capo cercando di sorridere.
- Non...non serve ho...capito... - balbettò cercando di mantenere un
minimo di dignità; Hanamichi si chinò verso di lei.
- Mi dispiace...credo...credo che se ne fossi in grado...m'innamorerei
di te. - disse enigmatico; ma Haruko non riusciva a connettere
lucidamente per rendersi conto di quanto stava dicendo il rossino. Annuì
già con le lacrime agli occhi e si affrettò a lasciare la palestra prima
che qualcuno la vedesse piangere, seguita dalle due amiche.
Hanamichi sospirò tornando mestamente al centro del campo: non aveva
capito che Haruko provava qualcosa per lui, ma cercava di non farsene
una colpa. Era un angelo, non poteva riconoscere i sintomi di un
innamoramento; e, sinceramente, non si era mai dato pena di chiedersi
cosa pensassero gli altri di lui...beh, escludendo un certo volpino. E
si dava dello stupido: aveva notato che Haruko sembrava felice, ma
credeva che fosse perché le cose andavano bene fra lei e Yasuda...invece
lei veniva in palestra per vedere lui! Si fermò di fronte ad Akagi e lo
guardò quasi con timore.
- Mi dispiace... - cominciò, ma il capitano lo fermò mettendogli una
mano sulla spalla.
- Non è colpa tua se non provi niente per lei.
Hanamichi annuì con il capo, un po' risollevato.
- Forse dovrei parlare con Yasuda... - azzardò poi; Akagi inarcò un
sopracciglio.
- Ne sei sicuro? Forse è meglio che lo eviti per un po'.
- Credo di potermi difendere! - esclamò ridacchiando Hanamichi; Akagi
annuì con il capo.
- D'accordo, allora cerca di chiarirti con lui.
Il rosso annuì ed uscì di corsa dalla palestra, lanciando un'occhiata
verso Kaede, che però sembrava essersi completamente dimenticato di lui
ed infilava un canestro dopo l'altro.
-Capitolo 18-
Uscendo dalla palestra si scontrò con un ragazzo ed entrambi caddero
pesantemente a terra; Hanamichi si schiacciò il fondoschiena dolorante,
mentre cercava di capire chi avesse investito. Era un ragazzo castano,
molto bello, che si massaggiava il fondoschiena proprio come lui.
- Ah, sei tu! - esclamò il rossino abbozzando un sorriso - Ehm...Kenji,
giusto?
L'altro annuì con il capo.
- Sì...Hanamichi...
Il rossino si alzò porgendo una mano all'altro, che l'afferrò per
sollevarsi.
- Mi dispiace, ero di fretta e non ti ho visto; ti sei fatto male?
- No, non preoccuparti.
- Perché te ne stai sempre qui a sbirciare, e non entri mai? Avevo
ragione io, stai spiando i nostri schemi?
- No! - esclamò l'altro arrossendo; Hanamichi sollevò un sopracciglio.
- Allora, non capisco proprio perché gironzoli sempre qui intorno: non
ti alleni, tu?
- Io...devo andare...
- Eh no! - esclamò Hanamichi afferrandogli un braccio e costringendolo a
rimanere - Stavolta mi devi una spiegazione! Se vuoi che non dica a
nessuno che ti ho visto, devi convincermi che non ci stavi spiando! "Bel
comportamento, angelo, lo stai ricattando!"
Fujima abbassò lo sguardo, parlando con un bisbiglio.
- Io...vengo qui ogni giorno per...vedere...
Hanamichi sobbalzò e lo lasciò andare.
- Cavolo, scusa! Non ci avevo proprio pensato! Sei innamorato di
qualcuno dello Shohoku?
L'altro ragazzo alzò il capo con uno scatto ed un'espressione incredula
sul viso.
- Tu...lo dici così?
- Come dovrei dirlo? Ho urlato forse? Scusa...
- No! Cioè...ecco...
- Ma lui lo sa? - chiese sorridendo il rossino; l'altro scosse il capo,
ancora sorpreso. Il sorriso di Hanamichi diventò complice.
- Vuoi una mano? Potrei fartelo conoscere.
- Ecco...ci conosciamo già...come rivali, intendo.
- Allora sei già a buon punto! Perché non gli chiedi di uscire?
- Ma è un ragazzo! - esclamò a quel punto Fujima; Hanamichi corrugò la
fronte, ma ricordò le parole che Rukawa gli aveva detto il primo giorno.
Sulla Terra le relazioni fra uomini non erano benviste.
- Capisco... - mormorò - Tu temi che a lui piacciano le donne e non
ricambi i tuoi sentimenti.
- Questo sarebbe il minimo. - mormorò sconsolato Fujima - Io temo che
lui, scoprendo i miei sentimenti, mi disprezzerà.
Hanamichi inarcò un sopracciglio.
- Beh, se così fosse, dovresti essere contento di non essere ricambiato
da un idiota del genere.
- Lo so...ma è una magra consolazione.
- Ehi, sei proprio cotto! - esclamò ridacchiando Hanamichi; Fujima lo
guardò contrariato.
- Non sei gentile a prenderti gioco di me! - esclamò con grinta;
Hanamichi avvicinò il viso al suo.
- La mia proposta resta valida: se vuoi, indagherò per conto tuo.
Pensaci.
Fece un cenno con la mano e lo salutò, ma mossi pochi passi si sentì
afferrare per la maglia; si voltò e fissò il volto deciso di Fujima.
- Aiutami.
Trovò Yasuda sul terrazzo della scuola e gli si avvicinò lentamente,
facendosi però sentire; il ragazzo si voltò con uno scatto ed il suo
viso, prima piangente, diventò di pietra.
- Cosa vuoi?! - esclamò velenoso; Hanamichi s'infilò le mani nei
pantaloncini.
- Non ti ho ingannato, Yasuda: non ci ho provato con Haruko.
- Mi hai detto di prendermi un po' di tempo...così avevi la strada
libera!
- Non dire stronzate! - esclamò a quel punto Hanamichi sentendo la
rabbia farsi avanti - Le ho già detto che per me è solo un'amica!
Yasuda sembrò sorpreso da quelle parole, poi si appoggiò con la schiena
alla ringhiera e si guardò la punta delle scarpe intristendosi;
Hanamichi sospirò ritrovando la calma.
- Avevo deciso...di tornare con lei... - mormorò Yasuda; Hanamichi gli
sorrise avvicinandosi ed appoggiando le braccia alla ringhiera.
- Allora cercala, e diglielo.
- Ma lei ora è innamorata di te.
- No, non credo: penso che lei sentisse che tu non eri più sicuro...ed
inconsciamente stava cercando un tuo sostituto. E sono arrivato io,
gentile e comprensivo. Non può essersi innamorata di me, ci siamo
parlati sì e no quattro o cinque volte.
- Esiste il colpo di fulmine.
Hanamichi lo guardò corrugando la fronte.
- Cosa sarebbe?
Yasuda alzò uno sguardo incredulo verso il rossino.
- Il...colpo di fulmine... - ripeté titubante; Hanamichi si grattò il
mento pensieroso: che cavolo era il "colpo di fulmine"? Voleva chiederlo
a Yasuda, ma lo aveva guardato come se stesse parlando con l'uomo più
deficiente del pianeta! Doveva essere qualcosa che chiunque, anche i
bambini conoscevano...quindi non poteva rischiare di passare per un
demente.
- Ah...il colpo di fulmine... - mormorò - Ehm...non è il nostro caso...
- E come lo sai? - replicò Yasuda distogliendo lo sguardo; Hanamichi
cominciò a sudare.
- Ecco...so che Haruko non può averti dimenticato in una sola settimana!
Quindi va da lei, cercala e chiaritevi! - esclamò con tono che non
ammetteva replica: aveva glissato l'argomento, lo sapeva, ma sperava che
l'altro non se ne fosse accorto. Yasuda sospirò e rimase pensieroso per
un attimo, poi si raddrizzò ed annuì.
- Mi dispiace averti aggredito: ero così sconvolto che non ho
riflettuto. Ero sempre lì in palestra, e vedevo che non trattavi Haruko
diversamente dalle sue amiche; so che non ci hai provato con lei...
Hanamichi gli sorrise e gli diede una pacca sulla spalla.
- Vai a cercarla, non perdere tempo con me! È scappata piangendo, quando
le ho detto che non provavo nulla per lei.
- Gliel'hai detto di fronte a tutti? - esclamò sconcertato Yasuda;
Hanamichi si strinse nelle spalle.
- Beh, non ho urlato...e poi le ho detto di andare in un posto isolato,
ma lei non ha voluto...
Yasuda gli porse una mano che Hanamichi strinse esitando.
- In fondo, devo ringraziarti: se non fosse successo tutto questo,
probabilmente non avrei capito quanto Haruko è importante per me. Spero
solo che mi voglia ancora!
Il rosso allora sorrise ed annuì con il capo, mentre l'altro correva
verso le scale; ma si fermò ed indicò un punto alle spalle del n° 10.
- Ehi, guarda là, una scimmia con tre teste! (Ahahahah! La mia battuta
preferita! NdK; Ehm...non fa poi così ridere... NdH; Lo so, ma è
presente in tutti i cinque episodi del mio videogame preferito! NdK;
Quale sarebbe? NdH; Eh eh...a te scoprirlo... NdK)
Hanamichi si voltò su se stesso guardando in alto (Ma io non sono così
idiota! NdH; Se lo è Guybrush* lo sei anche tu! NdK) e Yasuda sbuffò.
- Mah, non so cosa ci trovano di così bello, nel tuo fondoschiena! -
esclamò correndo fuori della porta; Hanamichi fissò la sua schiena
grattandosi la testa.
Akira Sendo, Kitcho Fukuda e Hikoichi Aida si fermarono di fronte alla
palestra dello Shohoku, ascoltando il rumore di palloni e scarpe sul
parquet; il n° 13 del Ryonan sospirò stringendo le cinghie della borsa.
Avrebbe voluto essere dovunque, ma non in quel posto...con lui! Ma Sendo
sapeva essere così insistente, che era impossibile negargli qualcosa; ed
ora stava per trovarsi di fronte Kaede Rukawa, il ragazzo cui aveva dato
il suo primo bacio. E che non lo aveva disprezzato per quello che era,
anche se inspiegabilmente era fuggito assicurando che andava tutto bene.
Un corno! Lui non era riuscito a pensare ad altro per quattro giorni! Il
lunedì era riuscito ad infondersi coraggio e lo aveva cercato per
restituirgli il maglione, ma quando non l'aveva trovato, la sua
convinzione era scemata ed ora il maglione blu di quel ragazzo così
gentile, giaceva in fondo alla sua borsa. Sarebbe riuscito a
restituirglielo? Cosa avrebbero pensato gli altri? Sendo entrò in
palestra salutando ad alta voce, ed i giocatori dello Shohoku si
fermarono guardandolo; solo uno continuò la sua azione: il n° 11 saltò a
canestro e piazzò uno stupendo slam dunk. Sendo lo guardò con occhi
spalancati.
- Ehi, e quello chi è?! - esclamò indicandolo; Akagi sorrise
compiaciuto.
- L'ultimo acquisto della squadra! Rukawa, puoi venire qui? Voglio
presentarti i nostri prossimi avversari.
Il moretto li guardò senza troppo interesse, ma si avvicinò al
gruppetto; Kitcho sentì un nodo stringergli lo stomaco, quando i suoi
occhi blu lo sfiorarono oltrepassandolo. Non l'aveva riconosciuto!
Incredibile!
- Lui è Akira Sendo, l'asso del Ryonan: è uno dei giocatori più forti
della prefettura.
Sendo allungò una mano verso di lui sorridendogli ed il ragazzo la
strinse mormorando qualcosa d'incomprensibile; Sendo, senza lasciargli
la mano, presentò anche i suoi due compagni. Quando sentì il suo nome,
Rukawa finalmente mostrò un'espressione.
- Fukuda...ci conosciamo! - disse togliendo la mano da quella di Sendo;
l'altro annuì con il capo. Perché era venuto fino a qui? Perché? E
adesso come spiegava la sua conoscenza con Rukawa? Il moretto avrebbe
detto qualcosa? Avrebbe rivelato a tutti che stava per annegarsi per un
amore impossibile? Non doveva permettere che accadesse! Cercò di dirgli
qualcosa, ma un gigante rosso entrò come una furia in palestra,
ansimante e sudato...l'aveva già visto...
- Tutto a posto, gori! Yasuda non è più arrabbiato con me e sta cercando
Haruko per fare pace! - esclamò rimanendo a corto di fiato, ma poi notò
i tre ragazzi dell'altra squadra; Akagi cercò di contenerlo.
- Ehm...questo è Hanamichi Sakuragi, l'altro nuovo acquisto. Loro sono
Sendo, Aida e Fukuda del Ryonan.
- Piacere! - esclamò il rossino stringendo la mano a tutti; ma quando
arrivò a Fukuda, la sua schiena s'irrigidì e lanciò un'occhiata verso
Rukawa. Ed allora il n° 13 si ricordò di lui: era quello che aveva
incontrato al parco ed al quale aveva chiesto dove trovare Rukawa!
Ricordava vagamente che gli era sembrato seccato...
- Mi ricordo di te, ci siamo incontrati qualche giorno fa! - esclamò il
rossino; Fukuda distolse lo sguardo, mentre Sendo inarcò un
sopracciglio. Hanamichi, però, non aveva finito di parlare.
- Hai ridato il maglione a Kaede?
Kitcho si sentì sprofondare e non ebbe il coraggio di alzare lo sguardo,
ma il n° 11 sospirò scuotendo il capo.
- Certo che tu i fatti tuoi non te li fai mai! - esclamò con voce atona;
Hanamichi lo guardò inarcando le sopracciglia.
- Ho detto qualcosa di male, volpe?
- Beh, rosso, facevi meno danno se te ne stavi zitto!
- Scusa tanto, Mr. Freeze, la prossima volta non aprirò bocca!
- Sarebbe meglio...
- Ehm...ragazzi...non ora, per favore... - mormorò Akagi sconsolato, ma
Sendo scoppiò a ridere, mentre Hikoichi scriveva qualcosa sul suo blocco
per gli appunti. Mitsui mise un braccio intorno alle spalle di Rukawa,
con sguardo malizioso.
- Ehi, Rukawa, come mai questo ragazzo ha il tuo maglione? - chiese
fissando il diretto interessato, che però stava minuziosamente contando
le venature del pavimento di legno.
- Non mi sembrano fatti tuoi. - rispose glaciale il n° 11 scrollando le
spalle; Hanamichi allora sobbalzò.
- Oh, cavolo, che scemo sono! Scusa tanto, ho parlato a sproposito! -
esclamò chiaramente dispiaciuto; Kitcho sentì un nodo aggrovigliargli lo
stomaco. Non poteva averlo fatto! Rukawa non poteva aver detto tutto a
quel rossino!
- Ehm...cosa vi porta fino a qui, Sendo? - chiese il n° 5, Kogure gli
sembrava, cambiando volutamente discorso; Sendo rivolse anche a lui il
suo meraviglioso sorriso.
- Siamo venuti per sentire come andavano le cose...una visita di
cortesia!
- Per spiarci? - esclamò Miyagi beccandosi una sventagliata da Ayako;
Sendo non si offese e scoppiò a ridere.
- No, certo che no! Ma abbiamo avuto fortuna, visto che abbiamo scoperto
che avete un nuovo giocatore davvero in gamba.
- UNO?! - esclamò Hanamichi sbraitando - Come sarebbe a dire, uno?
Guarda che io sono molto più forte del volpino! Io sono il Tensai!
- Scusa tanto! - esclamò Sendo ridacchiando - Ma io ho visto in azione
solo Rukawa; non potevo sapere che anche tu sei forte quanto lui.
- Più di lui! - esclamò Hanamichi incrociando le braccia - E comunque,
non credere d'imbrogliarmi: tu vuoi che io ti mostri il mio talento! Ma
non ci casco, avrai una brutta sorpresa, in partita!
Sendo si mise a ridere mentre Akagi scuoteva la testa, rassegnato;
Rukawa sbuffò e tornò ad allenarsi borbottando un "idiota" che non
sfuggì al rossino.
- Idiota a chi, baka? - esclamò seguendolo - Guarda che io ti batto
quando voglio!
Continuò a sbraitare mentre Akagi cercava di recuperare un po' di
dignità.
- Ecco...non far caso a quei due; non fanno che litigare, ma sono in
gamba.
- E poi hanno smesso di prendersi a pugni! - esclamò ridacchiando
Mitsui; Fukuda aveva assistito alla scena stentando a riconoscere in
quel volpino di ghiaccio, il ragazzo che lo aveva consolato tanto
gentilmente. Guardò il suo playmaker e si sentì morire: Sendo continuava
a guardare quel moretto glaciale, ed un sorriso gli sfiorava le labbra...ed
i suoi occhi...percorrevano ogni centimetro di quel corpo agile...
"No, Akira..."
-Capitolo 19-
Tutta la squadra dello Shohoku aveva deciso di trascorrere insieme la
serata, fatta eccezione per Yasuda e Haruko, che sarebbero usciti da
soli per rappacificarsi; così, alle nove, si trovarono di fronte alla
scuola per decidere dove andare. Decisero di passeggiare per il centro
della città ed infilarsi nel primo pub con abbastanza posto per tutti;
Hanamichi si trovò a chiacchierare con Mitsui e Kogure, mentre Rukawa
sonnecchiava qualche passo di fronte a loro, sfiorando persone e
lampioni. Il rossino conduceva la conversazione, avendo scopi ben
precisi da raggiungere.
- Ehi, Min-kun, non sei arrabbiato perché ho preso il tuo posto, vero?
- Certo che no, Hanamichi. L'importante è che la squadra raggiunga il
torneo nazionale; e poi Akagi mi ha detto che giochi solo per fare un
favore a lui.
- Non è vero! - esclamò il rosso scuotendo il capo - Mi piace il basket.
E sono un genio!
- Ma piantala! - esclamò Mitsui dandogli una manata sulla schiena;
Hanamichi lo guardò digrignando i denti.
- Cavolo, Mitchi, potresti essere più fine?
- Scusa, non ti credevo così fragile...e non chiamarmi Mitchi!
- Scusa Mitchi. Di un po', avete mai incontrato giocatori più forti di
voi?
- Un'infinità di volte! - esclamò Kogure ridendo - Ce ne sono molti,
nella prefettura. Alcuni li hai già incontrati: Maki e Jin del Kainan...
- Ehi, io sono più forte di Jin! - esclamò offeso Mitsui; Hanamichi
ridacchiò e Kogure si asciugò il sudore dalla fronte.
- Ehm...sì...e poi...ci sono Sendo e Uozumi del Ryonan, Fujima e
Hanagata dello Shoyo.
- Tu cosa ne pensi, Mitchi? - esclamò Hanamichi interrompendo la lista
di Kogure; la guardia dello Shohoku lo guardò storto, ma non commentò il
modo in cui era stato chiamato.
- Di questi giocatori? Beh...Sendo è veramente molto forte, però forse
Rukawa può riuscire a contrastarlo. Uozumi è un colosso, è persino più
alto di Akagi; ma il nostro capitano non gli è di certo inferiore! Per
quanto riguarda lo Shoyo: Fujima è sia allenatore che playmaker della
squadra, è davvero in gamba...
- E com'è? - interruppe Hanamichi - Fisicamente, intendo.
I due ragazzi lo guardarono straniti.
- Beh, è...non molto alto, intorno al metro e ottanta, credo, capelli
castano chiaro, occhi scuri...ma perché vuoi saperlo? - esclamò Mitsui;
Hanamichi gli sorrise.
- Curiosità! È bello?
- Cos... - balbettò Mitsui guardando Kogure; il ragazzo rivolse un
sorriso stentato verso Hanamichi.
- Che strane domande fai, Hanamichi.
- Perché? Ce li avete gli occhi, no? Lo vedete se uno è bello oppure no!
- Ma stiamo parlando di un ragazzo! - esclamò ancora Kogure - Avremmo
notato la bellezza di una ragazza, non di un ragazzo!
Hanamichi guardò il n° 5 corrucciando le labbra, poi osservò Mitsui, che
guardava davanti a sé apparentemente senza ascoltare; calciò una lattina
che andò a sbattere contro le gambe di Rukawa ed il volpino si voltò con
sguardo omicida.
- Ehm...scusa volpe! Perché non vieni qui a parlare con noi?
- Hn...
- Ma che ti è preso? È tutto il giorno che parli a monosillabi!
- Se non ho niente d'intelligente da dire, preferisco stare zitto.
Hanamichi esaminò un attimo quell'affermazione, poi gli corse incontro
come una furia.
- Cosa vorresti dire?! Che io parlo a sproposito?
- Ci risiamo... - borbottò Miyagi; ma Ayako si fermò davanti all'entrata
di un pub.
- Entriamo qui, ragazzi? Non sembra troppo pieno.
Tutti si affrettarono ad entrare e la lite tra Rukawa e Hanamichi si
sopì immediatamente; si sedettero in un angolo, unendo due tavoli per
riuscire a stare tutti insieme, ed una graziosa cameriera portò loro le
liste delle bevande sorbendosi le battute dei galletti dello Shohoku.
Mentre aspettavano che tornasse a prendere le ordinazioni, Hanamichi si
guardò intorno nel locale fumoso: era una birreria in stile occidentale,
con un bancone di legno lungo tutta la parete destra. Era pieno di
ragazzi all'incirca della loro età, e gli sembrò persino di riconoscerne
un paio; diede di gomito a Mitsui, alla sua destra, e gli indicò un
tavolo dall'altra parte del locale.
- Ehi, quelli non li abbiamo già visti da qualche parte? - chiese con
voce relativamente alta; anche Miyagi e Ayako sentirono le sue parole e
la manager annuì.
- Sì, sono Jin e Takasago del Kainan...ma sono in compagnia, non
disturbiamoli!
Miyagi ridacchiò e Hanamichi si voltò verso l'entrata del locale; in
quel momento la porta si aprì ed entrarono due ragazzi, uno dei quali
molto alto. E spalancò la bocca non riuscendo a capacitarsi del colpo di
fortuna che gli era capitato. (Chiamala fortuna! Qui è tutto merito mio!
NdK) Si sbracciò per attirare la loro attenzione ed i due ragazzi lo
videro.
- Ehi, Fujima, vieni qui! - esclamò urlando - Unitevi a noi!
Il ragazzo osservò la tavolata ed arrossì, ma il suo compagno sorrise e
si avvicinò alla squadra avversaria; Mitsui afferrò un braccio di
Hanamichi, con fare alquanto minaccioso.
- Aspetta un attimo! Perché mi hai chiesto di descriverti Fujima, se già
lo conoscevi? - sbraitò; il rossino lo guardò senza capire, poi spalancò
la bocca.
- Ah...eh...vieni, Kenji, siediti qui, fra Mitchi e me! - esclamò
afferrando una sedia dal tavolo accanto e facendosi da parte; il ragazzo
ringraziò timidamente e si accomodò rimanendo rigido. Il suo compagno si
mise fra Rukawa e Kogure e porse la mano al volpino.
- Molto piacere, io mi chiamo Toru Hanagata, gioco nello Shoyo. (Ohi,
Toru, nota come ti ho fatto gentile! NdK; Mpf! NdT; Zitella! NdK)
Rukawa si presentò a sua volta ed il ragazzo si sporse verso Hanamichi
porgendo la mano anche a lui; e Fujima fece altrettanto con Rukawa, che
già aveva un'espressione semi comatosa. Ma ora Hanamichi non poteva
occuparsi di lui: aveva un'occasione d'oro, che non poteva sprecare per
nessun motivo!
- Quante persone hai conosciuto, Hanamichi? - esclamò Kogure
ridacchiando - Tu e tuo fratello siete in città solo da una settimana,
ma sembra che abbiate incontrato chiunque!
- Ma no!
- E quando vi siete conosciuti? - chiese Mitsui rivolto verso Fujima; il
ragazzo non lo guardò e Hanamichi pensò ad una soluzione. Non poteva
certo dirgli che lo aveva incontrato fuori della palestra intento a
spiarli!
- Ci siamo scontrati per la strada, qualche giorno fa! - esclamò
ridendo; Fujima lo guardò, chiaramente sollevato, ed annuì con il capo,
confermando quella innocua bugia. La cameriera tornò per prendere le
ordinazioni ed in meno di dieci minuti la conversazione al tavolo si
fece confusa e caotica: i più cercavano di chiacchierare con chi stava
loro accanto, ma c'era un certo rossino che infastidiva tutti, chiamando
anche chi si trovava al lato opposto del tavolo. Dopo una mezz'ora,
però, era stranamente silenzioso, intento a riflettere su ciò di cui era
al corrente: fissava un punto imprecisato di fronte a sé, con sguardo
assente. Doveva aiutare Fujima a conquistare il suo innamorato, ma il
problema stava tutto nel sapere cosa pensasse lui del ragazzo; gliene
aveva chiesto una descrizione, ma ovviamente Mitchi era rimasto sul
vago. Però, quando gli aveva chiesto se Fujima era bello oppure no,
Mitsui non aveva risposto come Kogure...aveva fatto finta di niente. Non
si era arrabbiato o scandalizzato. Era già un inizio! Se avesse avuto
qualche pregiudizio contro i gay, probabilmente lo avrebbe pestato per
ciò che implicava quella domanda; bene, partendo dal presupposto che
Mitchi non aveva nulla contro i gay, quindi, le cose si mettevano
relativamente bene. Certo, questo non significava che la guardia
ricambiasse i sentimenti di Fujima, o che fosse effettivamente
omosessuale...ma almeno non avrebbe disprezzato il piccolo play dello
Shoyo. Lanciò uno sguardo distratto verso il ragazzo che gli stava di
fianco, che parlava liberamente con Kogure, scavalcando un silenzioso
Mitsui; aveva superato l'imbarazzo iniziale, ma ora sembrava che i ruoli
si fossero invertiti. Mitchi però non sembrava imbarazzato, ma solo
molto pensieroso e non guardava niente e nessuno; Hanamichi ricordò che
Fujima gli aveva detto di abitare ad un paio d'isolati dalla casa di
Mitsui ed un lieve sorriso gli increspò le labbra. Ora sapeva
perfettamente cosa fare. Sarebbe stato il loro Cupido!
Dopo aver cambiato un paio di locali, finalmente giunse l'ora di tornare
a casa e Hanamichi cominciò a ridacchiare fra sé: aveva aspettato quel
momento per tutta la serata, perché voleva davvero che Fujima fosse
felice. Ayako salutò subito gli amici, dovendo andare nella direzione
opposta alla loro, e Miyagi si offrì di accompagnarla a casa; gli altri
camminarono insieme per un po', poi Mitsui si fermò ad un incrocio che
lo avrebbe portato a casa. Hanagata sorrise con fare complice al suo
capitano.
- Anche tu abiti da quella parte, vero Kenji? Vai con Mitsui?
Il ragazzo esitò, ma Kogure s'intromise.
- Vengo anch'io, casa mia è vicina alle vostre.
- Cosa?! - esclamò Hanamichi sorpreso: non sapeva che anche Kogure
abitasse dalle parti di Mitsui! Cacchio, adesso il suo piano andava a
farsi benedire! Prese per un braccio uno stupito Kogure e lo tirò in
disparte mentre Mitsui chiedeva a Fujima dove abitasse esattamente.
- Ehi, Min-kun, tu non puoi andare subito a casa...ehm...vieni a fare un
giro con Ru e me.
- Ma Hanamichi, è tardi e domattina abbiamo allenamento.
- Sì, ma...fai un pezzo di strada con noi, poi ti riaccompagno io!
Kogure corrugò la fronte, ma il suo sorriso non si spense.
- Cosa ti succede, Hanamichi? Perché tutto questo interesse per me?
Hanamichi si rese conto che il ragazzo stava fraintendendo le sue
parole...anche se, effettivamente, chiunque l'avrebbe fatto! Sembrava
molto interessato a lui e forse il quattrocchi credeva di piacergli; e
adesso? Come faceva a tenerlo lontano da Mitsui e Fujima senza fargli
credere chissà cosa? Gli indicò di non muoversi ed andò a svegliare
Rukawa, appoggiato ad un palo della luce per sorreggersi.
- Ehi, volpe, sveglia! - esclamò scuotendolo; il volpino lo guardò
ancora semi addormentato.
- Che vuoi? E smettila di scuotermi.
- Devi aiutarmi! Fujima e Mitsui devono restare da soli, ma Min-kun
vuole andare con loro e non so come tenerlo lontano!
Rukawa lo guardò con la faccia di chi non ha capito un tubo.
- Perché devono restare soli?
- Perché Fujima vuole provarci con Mitsui.
- Ah...e tu ti sei intromesso di nuovo.
- Me l'ha chiesto Fujima! - esclamò offeso il rosso; Rukawa sospirò.
- E cosa vuoi che faccia?
- Kogure abita dalle parti di Mitchi e vuole andare con loro...gli ho
detto di stare un po' con noi, ma credo che pensi che io ci provo con
lui!
Rukawa lo guardò sempre più perplesso, poi scosse il capo togliendosi
dal palo ed avvicinandosi a Kogure.
- Sei sempre più contorto. - mormorò passando accanto al rossino, che
però non ribatté e gli si mise di fianco fronteggiando il n° 5 dello
Shohoku; a quel punto Kogure sembrava cominciare a preoccuparsi.
- Ehm, ragazzi, cosa succede? - chiese guardandoli entrambi; Rukawa
avvicinò il viso al suo.
- Ascoltami bene: tu ora verrai con noi, oppure te ne andrai a farti un
giro per conto tuo. Ma non andrai a casa con Mitsui e Fujima.
- Ehi, Kogure, vieni o no? - esclamò Mitsui pronto ad incamminarsi;
Kogure lo guardò esitando e Rukawa gli appoggiò una mano sulla spalla.
- Ma perché? - chiese allora il ragazzo guardando gli occhi spenti del
moretto; Rukawa sbuffò.
- Non l'hai ancora capito? Fujima vuole provarci con Mitsui.
- Voolpeeee! - urlò Hanamichi - Ma così ero capace anche io!
Tutti si voltarono verso di loro e Rukawa guardò il rossino con occhi
storti.
- Stai zitto, idiota!
Kogure, invece, gli sorrise.
- Perché non me l'hai detto subito, Hanamichi? Mi hai fatto pensare di
piacerti! - disse piano; il rossino si grattò la nuca ridacchiando -
Comunque, d'accordo, farò un altro giro per andare a casa.
Si voltò verso Mitsui e Fujima e sorrise gentilmente.
- Hisashi, andate pure: io sto ancora un po' con Hanamichi e Kaede. Ci
vediamo domattina. Ciao Fujima.
I due ragazzi salutarono e s'incamminarono verso casa; ma Fujima si
voltò un'ultima volta verso Hanamichi e gli sorrise annuendo con il
capo. A quel punto tutti si separarono e Kogure si avviò insieme ai due
angeli; il rossino lo guardò con faccia pensierosa, infilandosi le mani
nelle tasche dei pantaloni.
- Ehi, Min-kun, non hai niente contro Fujima, perché è gay?
- Cosa?! E perché mai?
- Beh, quando ti ho chiesto se era bello, tu mi hai detto che guardi
solo le ragazze; ho pensato che avessi qualche pregiudizio contro gli
omosessuali.
Kogure rise gentilmente.
- Anche se io sono etero, non ho proprio niente contro i gay; alcuni
miei amici lo sono.
- Che strano...la società sembra ripudiare gli omosessuali, ma sembra
che ve ne siano molti...non capisco.
- Che vuoi farci, solitamente si disprezza ciò che non si è in grado di
capire.
- Beh, ma cosa c'è di difficile da comprendere? Due persone dello stesso
sesso si amano; perché è strano?
- Perché sembrerebbe contro natura.
Hanamichi si strinse nelle spalle e, per la sesta volta da quando si
erano avviati per tornare a casa, prese un braccio del volpino
scostandolo dalla traiettoria di un palo; e Kogure scoppiò a ridere.
Hanamichi però, si fermò senza lasciarlo e guardò il n° 5.
- Senti, Min-kun, mi faresti un favore? Accompagneresti a casa Rukawa?
- Perché? Tu dove vai?
- Mi sono ricordato che dovevo sbrigare una faccenda. (Alle due di
notte? NdK)
- D'accordo...
- Le chiavi di casa sono nella tasca della sua giubba. Ti ringrazio, mi
sdebiterò con te!
Così dicendo diede una pacca dietro la nuca del volpino per svegliarlo,
poi tornò correndo sui suoi passi; sapeva che si stava comportando da
curioso e impiccione, ma voleva sapere come andavano le cose tra Mitsui
e Fujima. E, se il piccolo play dello Shoyo non trovava il coraggio per
confessarsi, allora gli avrebbe dato una mano; si erano separati solo da
pochi minuti, quindi contava di incontrarli presto. Ed infatti li vide
poco davanti a lui, mentre camminavano senza fretta; entrambi tenevano
le mani in tasca e guardavano dritti davanti a loro, ma Hanamichi sentì
la voce di Mitsui, anche se non capì cosa stava dicendo. Rallentò il
passo tenendosi a distanza, poi svoltò nel loro stesso vicolo, rimanendo
un po' indietro; giunsero in un quartiere modesto, in cui le abitazioni
erano addossate l'una all'altra in grandi condomini. Si fermarono di
fronte ad un'alta cancellata ed Hanamichi si teletrasportò appena in
tempo per non essere visto da Mitsui, che si guardava intorno. Apparve
sul tetto dell'abitazione di fronte e si distese appoggiando il mento
sui pugni, concentrandosi per sentire le loro parole; si stavano
salutando, dandosi appuntamento per una prossima partita. Anche se
impercettibilmente, Fujima sembrava teso ed il rossino si chiese se
avrebbe trovato il coraggio per dichiararsi; Mitsui, invece, era
rilassato come sempre. Quando salutò il ragazzo avviandosi verso casa
sua, Hanamichi si chiese se provocare un qualche tipo d'incidente per
trattenerlo, ma fu preceduto da Fujima.
- Ehm...Mitsui... - la guardia dello Shohoku si voltò sorridente e
l'altro esitò; Hanamichi si mordicchiò le nocche di un dito, chiedendosi
come avrebbe reagito Mitchi.
- Dimmi, Fujima.
- Ecco...mi chiedevo...vorresti fare uno contro uno con me, qualche
volta?
Mitsui inarcò un sopracciglio.
- Certo, perché no? Quando vuoi, sai dove trovarmi.
Fujima annuì con un sorriso incerto e Mitsui alzò una mano in segno di
saluto avviandosi verso casa; ed il giocatore dello Shoyo sospirò
incurvando le spalle e togliendo le chiavi di tasca per aprire il
cancello. Ma Hanamichi sorrise tra sé ed allungò un dito nella sua
direzione; Fujima cominciò a trafficare con la serratura ed alla fine
ruppe la chiave nella toppa.
- Merda! - esclamò battendo un piede a terra; Mitsui se ne accorse e si
fermò tornando sui suoi passi.
- Cosa succede?
- Ho rotto la chiave nella serratura! Adesso mi toccherà svegliare i
miei, e chi li sente?!
Mitsui ridacchiò mentre si chinava verso la serratura.
- Fuori orario? - chiese semplicemente; l'altro annuì.
- Come sempre...
- Mi sa che qui è impossibile fare qualcosa senza qualche ferro. Dovrai
scavalcare.
Fujima sgranò gli occhi guardando il cancello in tutta la sua altezza,
soffermandosi sulle punte acuminate; Mitsui seguì la stessa direzione
dei suoi occhi e ridacchiò.
- Vuoi che scavalchi io? - chiese guardandolo e l'altro esitò.
- Credi di farcela?
- Certo, che vuoi che sia?!
- Allora tieni le chiavi del portoncino, sulla destra c'è l'interruttore
del cancello.
Mitsui s'infilò le chiavi in tasca ed agilmente s'arrampicò sul
cancello, scendendo poi con un balzo dall'altra parte; entrò nel
portoncino e finalmente il cancello si aprì. Fujima entrò mentre la
guardia dello Shohoku usciva ma, quando furono quasi uno di fronte
all'altro, Hanamichi mosse un altro dito ed il piccolo play inciampò in
un ostacolo invisibile finendo fra le braccia di Mitsui.
- Ehi, attento! - esclamò il ragazzo trattenendolo per le braccia e
Fujima alzò verso di lui un viso rosso e accalorato; Hanamichi ridacchiò
tra sé. Mitsui diede le chiavi a Fujima, che finalmente raccolse un po'
di coraggio e lo ringraziò baciandolo su una guancia; ed il giocatore
dello Shohoku rimase impietrito dal gesto. A quel punto Hanamichi rimase
con il fiato sospeso, attendendo una sua reazione; ma il play decise che
non voleva aspettare un'eventuale umiliazione e gli passò di fianco con
passo spedito. E Mitsui finalmente si risvegliò e si voltò con uno
scatto.
- Ehi, aspetta! - esclamò; Fujima si fermò voltandosi appena e l'altro
gli sorrise avvicinandosi e tendendo la mano destra verso di lui.
- Veramente, io avrei preferito un ringraziamento del genere. - disse
fermandosi di fronte ad un deluso Fujima; il ragazzo però gli strinse
ugualmente la mano, pronto a scusarsi. Ma Mitsui se lo tirò contro al
petto e gli fermò la nuca con la mano libera, sorridendogli un attimo
prima di baciarlo; Hanamichi per poco non fece un salto sul tetto, per
la felicità. Scorgeva l'espressione incredula di Fujima, ancora immobile
tra le braccia di Mitsui, ma presto il play chiuse gli occhi
abbandonandosi a quel lungo e passionale bacio. (Che figo, Hisa-chan, tu
sì che vai subito al sodo! NdK; Modestamente! NdHisa; Bene! Basta
bacetti appena sfiorati! Forza Hisa! NdK; Ehm...esagerata... NdHisa)
- Mi sembra che i nostri due angeli si occupino di tutto tranne che del
protetto!
- Non preoccuparti, Peter, hanno ancora una settimana a disposizione.
- Però Gabriel mi sembra strano: non mi sembra più così distaccato.
- Mah, forse è normale, quando si sta per un po' sulla Terra.
- Può darsi...io non ci sono mai stato.
- Brr...non vorrei neppure andarci! Sono tutti così rozzi!
- Mm...però, una vacanza, quasi quasi...
- Non scherzare, non puoi prenderti una vacanza!
- Lo so, scherzavo! Ehi, guarda il poverino che cerca di tenere sveglio
Michael!
- Che impresa disperata!
- Chissà se quei due si sono accorti chi di loro è il più potente.
- Sai, Peter? Non ti sei comportato bene con loro.
- Perché?
- Non fare lo gnorri! Sai bene che non è stato un errore l'assegnazione
di Kiyota proprio a loro due!
- Ehm...
- Volevi umiliare Michael, vero?
- NO! Volevo solo...che si rendesse conto che ci sono angeli molto più
potenti di lui!
- Volevi ridimensionarlo perché lo temi!
- Io non lo temo!
- Come no!
- Adesso basta, Emmanuel! Non voglio più parlare di questa storia!
- ..........
* Il grande Guybrush Threepwood è un personaggio appartenente
all'altrettanto mitica Lucasarts(tm) ...protagonista di quale videogame?
A voi scoprirlo! Ed al vincitore...ehm...un "bravo"? ^^;; (ok, sono
idiota...)