Disclaimer: I pg di SD appartengono all'immenso Inoue, io scrivo perché mi diverto un mondo e non preoccupatevi, sono ancora abbastanza in me da non chiedere nulla per quello che scrivo...

IMPORTANTE: Oltre alle due coppie principali, questa fic contiene anche altri pair sballati, tirati a caso dalla sottoscritta lanciando una monetina! NON sono coppie ritenute canoniche, se la cosa vi urta, non leggete la fic oppure saltate tranquillamente i pezzi (cmq poco rilevanti ai fini della storia). Io vi ho avvertito! ^^ Baci baci!

Nota: Mi sono dimenticata (come sempre) di avvertire che i pg sono OOC... ma questa è un AU, siate clementi e non temete... rimetterò tutto a posto! ^^


Angels' Hearts

di Kieran

Parte 6 di 10
 

-Capitolo 17-


Per due giorni consecutivi, tutto filò liscio: Hanamichi e Kaede non arrivarono più alle mani, con grande sollievo dei compagni di squadra, anche se i loro battibecchi interrompevano spesso gli allenamenti; ma tutto si concludeva sempre pacificamente e, a volte, con una risata. Non si erano più incontrati con Maki e Kiyota, ma si erano sentiti telefonicamente entrambi i giorni, perché non potevano permettersi di perdere quel minimo di confidenza che erano riusciti a conquistare. Hanamichi teneva sotto controllo la situazione tra Haruko e Yasuda, ma credeva che tutto funzionasse per il meglio, perché ora la ragazza veniva ad ogni allenamento e sembrava felice...anche se il fidanzato, però, sembrava ancora turbato. Il rosso pensava che avesse scelto la ragazza, ma che in realtà fosse ancora indeciso...ma non sapeva quanto si stava sbagliando. E lo scoprì nel peggiore dei modi.

Era venerdì pomeriggio e la palestra dello Shohoku era stranamente silenziosa: si sentivano solo gli sfregamenti delle scarpe sul pavimento, i rimbalzi dei palloni e le rare disposizioni di Akagi, che si stava impegnando per insegnare la difesa a Hanamichi. Il coach osservava silenziosamente i suoi giocatori sorseggiando del tè verde, mentre Ayako scriveva qualcosa ormai da un pezzo, e sembrava impegnatissima. Haruko e le sue due amiche stavano silenziosamente sedute su una panca, osservando tutti i ragazzi...
- Non ho mai visto un ragazzo tanto bello! - sospirò piano Fujii; Matsui annuì con vigore.
- Sì! E non solo il suo viso è stupendo...hai visto che fondoschiena?
- Ragazze! - esclamò Haruko arrossendo ma non potendo evitare di lanciare un'occhiata per puro controllo; Matsui rise piano, per timore di disturbare gli allenamenti.
- Non dirmi che tu non hai controllato il didietro del tuo rossino!
- Cosa?! Non è il mio rossino!
- Ma se hai occhi solo per lui! Sbaglio o non t'importa neppure che Yasu non ti abbia chiamato per tre giorni!
Un pallone picchiò con violenza sul parquet e le ragazze si voltarono verso sinistra; Haruko sbiancò paurosamente: Yasuda si stava dirigendo con rabbia verso Hanamichi, che, ignaro, cercava di contrastare Mitsui. Le aveva sentite! Si alzò con gambe tremanti, mentre il ragazzo spintonava Hanamichi con rabbia; il rossino barcollò ma riuscì a rimanere in piedi. Tutti si fermarono, guardando incuriositi la scena.
- TU! Me la paghi per questo! - urlò Yasuda con mani tremanti dalla rabbia; Hanamichi lo guardò visibilmente confuso.
- Cosa...cosa ti ho fatto?
- Lo sai! Mi hai ingannato! Ma ora me la paghi! - strillò il ragazzo lanciandosi verso di lui per pestarlo, ma Mitsui riuscì ad afferrarlo per le spalle ed a trattenerlo.
- Calmo, Yasuda! Si può sapere cosa ti succede? - esclamò Ayako finalmente cosciente della situazione.
- Mi hai fatto credere d'essere mio amico! Ed invece mi hai fregato la ragazza! - continuò ad urlare Yasuda; Hanamichi sgranò gli occhi, ma non riuscì a controbattere perché un'ombra minacciosa gli arrivò alle spalle.
- Cosa significa? - chiese tetro Akagi; Hanamichi si fece di lato, scuotendo il capo con forza.
- Io non so di cosa parla, te lo assicuro!
Haruko si portò le dita tremanti alla bocca e si guardò intorno in cerca d'aiuto...ma l'unico sguardo che incrociò, le incusse terrore: due occhi color del ferro e freddi come una lama di coltello, erano puntati nei suoi e sembravano volerla trafiggere. Gli occhi di Kaede Rukawa. Avrebbe voluto fuggire da quello sguardo, ma scoprì che non poteva farlo: perché la guardava così? Con...odio...era odio ciò che trapelava da quello sguardo distante? Oppure...oppure la stava solo incitando a parlare? A difendere il suo rossino? Sì, era quello! Doveva difendere Hanamichi, da Yasuda e Takenori; e raccolse il proprio coraggio e mosse un passo avanti stringendo i pugni.
- Aspettate! - esclamò con meno voce di quanto avesse voluto; tutti si voltarono verso di lei e si sentì le guance in fiamme. Hanamichi sembrava quasi spaventato.
- Haruko, diglielo tu! - esclamò e la ragazza annuì.
- Io...ecco...Hanamichi non ha fatto nulla per allontanarmi da Yasuda...se non...comportarsi con naturalezza.
Akagi corrugò la fronte.
- Che stai dicendo? - le chiese confuso; la ragazza raccolse un altro po' di coraggio.
- Sto dicendo che lui non ha fatto nulla per farmi innamorare...almeno, non intenzionalmente.
- Cosa?! Ehi, ma io non so di cosa parla! - esclamò il rossino agitandosi come un tarantolato; Yasuda si avvicinò ad Haruko con sguardo quasi disperato.
- Ma cosa stai dicendo, Haru-chan?
- Sto dicendo che mi piace Hanamichi...credo di essermi innamorata di lui. Solo per quello che è! Solo perché è gentile, disponibile, allegro. Non si è mai rivolto a me in modo diverso dagli altri, non ha fatto nulla per conquistarmi, ma c'è riuscito lo stesso!
L'aveva detto. Tutto d'un fiato. Si era dichiarata davanti a tutti quanti...rischiando il rifiuto davanti a tutti quanti...
Yasuda era impallidito e la guardava con le lacrime agli occhi, Ayako le sorrideva con complicità tutta femminile, Matsui e Fujii la guardavano con la bocca spalancata. Suo fratello scuoteva appena il capo, mentre Hanamichi sembrava colto da paresi e non muoveva un muscolo. Rukawa...Rukawa riprese a palleggiare ed a tirare a canestro; ed il rumore della palla risvegliò tutti. Yasuda uscì correndo dalla palestra, con il viso basso e Haruko si sentì morire: lo aveva ferito. Lo aveva umiliato davanti a tutti...era un mostro. Hanamichi le si avvicinò con sguardo triste e lei si sentì morire nuovamente: non voleva sentire una parola da lui, perché aveva la certezza che quel ragazzo così speciale non ricambiasse i suoi sentimenti.
- Haruko...andiamo a parlare da soli. - le mormorò mentre gli allenamenti riprendevano; solo Takenori non la perdeva di vista. Lei scosse il capo cercando di sorridere.
- Non...non serve ho...capito... - balbettò cercando di mantenere un minimo di dignità; Hanamichi si chinò verso di lei.
- Mi dispiace...credo...credo che se ne fossi in grado...m'innamorerei di te. - disse enigmatico; ma Haruko non riusciva a connettere lucidamente per rendersi conto di quanto stava dicendo il rossino. Annuì già con le lacrime agli occhi e si affrettò a lasciare la palestra prima che qualcuno la vedesse piangere, seguita dalle due amiche.

Hanamichi sospirò tornando mestamente al centro del campo: non aveva capito che Haruko provava qualcosa per lui, ma cercava di non farsene una colpa. Era un angelo, non poteva riconoscere i sintomi di un innamoramento; e, sinceramente, non si era mai dato pena di chiedersi cosa pensassero gli altri di lui...beh, escludendo un certo volpino. E si dava dello stupido: aveva notato che Haruko sembrava felice, ma credeva che fosse perché le cose andavano bene fra lei e Yasuda...invece lei veniva in palestra per vedere lui! Si fermò di fronte ad Akagi e lo guardò quasi con timore.
- Mi dispiace... - cominciò, ma il capitano lo fermò mettendogli una mano sulla spalla.
- Non è colpa tua se non provi niente per lei.
Hanamichi annuì con il capo, un po' risollevato.
- Forse dovrei parlare con Yasuda... - azzardò poi; Akagi inarcò un sopracciglio.
- Ne sei sicuro? Forse è meglio che lo eviti per un po'.
- Credo di potermi difendere! - esclamò ridacchiando Hanamichi; Akagi annuì con il capo.
- D'accordo, allora cerca di chiarirti con lui.
Il rosso annuì ed uscì di corsa dalla palestra, lanciando un'occhiata verso Kaede, che però sembrava essersi completamente dimenticato di lui ed infilava un canestro dopo l'altro.


-Capitolo 18-


Uscendo dalla palestra si scontrò con un ragazzo ed entrambi caddero pesantemente a terra; Hanamichi si schiacciò il fondoschiena dolorante, mentre cercava di capire chi avesse investito. Era un ragazzo castano, molto bello, che si massaggiava il fondoschiena proprio come lui.
- Ah, sei tu! - esclamò il rossino abbozzando un sorriso - Ehm...Kenji, giusto?
L'altro annuì con il capo.
- Sì...Hanamichi...
Il rossino si alzò porgendo una mano all'altro, che l'afferrò per sollevarsi.
- Mi dispiace, ero di fretta e non ti ho visto; ti sei fatto male?
- No, non preoccuparti.
- Perché te ne stai sempre qui a sbirciare, e non entri mai? Avevo ragione io, stai spiando i nostri schemi?
- No! - esclamò l'altro arrossendo; Hanamichi sollevò un sopracciglio.
- Allora, non capisco proprio perché gironzoli sempre qui intorno: non ti alleni, tu?
- Io...devo andare...
- Eh no! - esclamò Hanamichi afferrandogli un braccio e costringendolo a rimanere - Stavolta mi devi una spiegazione! Se vuoi che non dica a nessuno che ti ho visto, devi convincermi che non ci stavi spiando! "Bel comportamento, angelo, lo stai ricattando!"
Fujima abbassò lo sguardo, parlando con un bisbiglio.
- Io...vengo qui ogni giorno per...vedere...
Hanamichi sobbalzò e lo lasciò andare.
- Cavolo, scusa! Non ci avevo proprio pensato! Sei innamorato di qualcuno dello Shohoku?
L'altro ragazzo alzò il capo con uno scatto ed un'espressione incredula sul viso.
- Tu...lo dici così?
- Come dovrei dirlo? Ho urlato forse? Scusa...
- No! Cioè...ecco...
- Ma lui lo sa? - chiese sorridendo il rossino; l'altro scosse il capo, ancora sorpreso. Il sorriso di Hanamichi diventò complice.
- Vuoi una mano? Potrei fartelo conoscere.
- Ecco...ci conosciamo già...come rivali, intendo.
- Allora sei già a buon punto! Perché non gli chiedi di uscire?
- Ma è un ragazzo! - esclamò a quel punto Fujima; Hanamichi corrugò la fronte, ma ricordò le parole che Rukawa gli aveva detto il primo giorno. Sulla Terra le relazioni fra uomini non erano benviste.
- Capisco... - mormorò - Tu temi che a lui piacciano le donne e non ricambi i tuoi sentimenti.
- Questo sarebbe il minimo. - mormorò sconsolato Fujima - Io temo che lui, scoprendo i miei sentimenti, mi disprezzerà.
Hanamichi inarcò un sopracciglio.
- Beh, se così fosse, dovresti essere contento di non essere ricambiato da un idiota del genere.
- Lo so...ma è una magra consolazione.
- Ehi, sei proprio cotto! - esclamò ridacchiando Hanamichi; Fujima lo guardò contrariato.
- Non sei gentile a prenderti gioco di me! - esclamò con grinta; Hanamichi avvicinò il viso al suo.
- La mia proposta resta valida: se vuoi, indagherò per conto tuo. Pensaci.
Fece un cenno con la mano e lo salutò, ma mossi pochi passi si sentì afferrare per la maglia; si voltò e fissò il volto deciso di Fujima.
- Aiutami.

Trovò Yasuda sul terrazzo della scuola e gli si avvicinò lentamente, facendosi però sentire; il ragazzo si voltò con uno scatto ed il suo viso, prima piangente, diventò di pietra.
- Cosa vuoi?! - esclamò velenoso; Hanamichi s'infilò le mani nei pantaloncini.
- Non ti ho ingannato, Yasuda: non ci ho provato con Haruko.
- Mi hai detto di prendermi un po' di tempo...così avevi la strada libera!
- Non dire stronzate! - esclamò a quel punto Hanamichi sentendo la rabbia farsi avanti - Le ho già detto che per me è solo un'amica!
Yasuda sembrò sorpreso da quelle parole, poi si appoggiò con la schiena alla ringhiera e si guardò la punta delle scarpe intristendosi; Hanamichi sospirò ritrovando la calma.
- Avevo deciso...di tornare con lei... - mormorò Yasuda; Hanamichi gli sorrise avvicinandosi ed appoggiando le braccia alla ringhiera.
- Allora cercala, e diglielo.
- Ma lei ora è innamorata di te.
- No, non credo: penso che lei sentisse che tu non eri più sicuro...ed inconsciamente stava cercando un tuo sostituto. E sono arrivato io, gentile e comprensivo. Non può essersi innamorata di me, ci siamo parlati sì e no quattro o cinque volte.
- Esiste il colpo di fulmine.
Hanamichi lo guardò corrugando la fronte.
- Cosa sarebbe?
Yasuda alzò uno sguardo incredulo verso il rossino.
- Il...colpo di fulmine... - ripeté titubante; Hanamichi si grattò il mento pensieroso: che cavolo era il "colpo di fulmine"? Voleva chiederlo a Yasuda, ma lo aveva guardato come se stesse parlando con l'uomo più deficiente del pianeta! Doveva essere qualcosa che chiunque, anche i bambini conoscevano...quindi non poteva rischiare di passare per un demente.
- Ah...il colpo di fulmine... - mormorò - Ehm...non è il nostro caso...
- E come lo sai? - replicò Yasuda distogliendo lo sguardo; Hanamichi cominciò a sudare.
- Ecco...so che Haruko non può averti dimenticato in una sola settimana! Quindi va da lei, cercala e chiaritevi! - esclamò con tono che non ammetteva replica: aveva glissato l'argomento, lo sapeva, ma sperava che l'altro non se ne fosse accorto. Yasuda sospirò e rimase pensieroso per un attimo, poi si raddrizzò ed annuì.
- Mi dispiace averti aggredito: ero così sconvolto che non ho riflettuto. Ero sempre lì in palestra, e vedevo che non trattavi Haruko diversamente dalle sue amiche; so che non ci hai provato con lei...
Hanamichi gli sorrise e gli diede una pacca sulla spalla.
- Vai a cercarla, non perdere tempo con me! È scappata piangendo, quando le ho detto che non provavo nulla per lei.
- Gliel'hai detto di fronte a tutti? - esclamò sconcertato Yasuda; Hanamichi si strinse nelle spalle.
- Beh, non ho urlato...e poi le ho detto di andare in un posto isolato, ma lei non ha voluto...
Yasuda gli porse una mano che Hanamichi strinse esitando.
- In fondo, devo ringraziarti: se non fosse successo tutto questo, probabilmente non avrei capito quanto Haruko è importante per me. Spero solo che mi voglia ancora!
Il rosso allora sorrise ed annuì con il capo, mentre l'altro correva verso le scale; ma si fermò ed indicò un punto alle spalle del n° 10.
- Ehi, guarda là, una scimmia con tre teste! (Ahahahah! La mia battuta preferita! NdK; Ehm...non fa poi così ridere... NdH; Lo so, ma è presente in tutti i cinque episodi del mio videogame preferito! NdK; Quale sarebbe? NdH; Eh eh...a te scoprirlo... NdK)
Hanamichi si voltò su se stesso guardando in alto (Ma io non sono così idiota! NdH; Se lo è Guybrush* lo sei anche tu! NdK) e Yasuda sbuffò.
- Mah, non so cosa ci trovano di così bello, nel tuo fondoschiena! - esclamò correndo fuori della porta; Hanamichi fissò la sua schiena grattandosi la testa.

Akira Sendo, Kitcho Fukuda e Hikoichi Aida si fermarono di fronte alla palestra dello Shohoku, ascoltando il rumore di palloni e scarpe sul parquet; il n° 13 del Ryonan sospirò stringendo le cinghie della borsa. Avrebbe voluto essere dovunque, ma non in quel posto...con lui! Ma Sendo sapeva essere così insistente, che era impossibile negargli qualcosa; ed ora stava per trovarsi di fronte Kaede Rukawa, il ragazzo cui aveva dato il suo primo bacio. E che non lo aveva disprezzato per quello che era, anche se inspiegabilmente era fuggito assicurando che andava tutto bene. Un corno! Lui non era riuscito a pensare ad altro per quattro giorni! Il lunedì era riuscito ad infondersi coraggio e lo aveva cercato per restituirgli il maglione, ma quando non l'aveva trovato, la sua convinzione era scemata ed ora il maglione blu di quel ragazzo così gentile, giaceva in fondo alla sua borsa. Sarebbe riuscito a restituirglielo? Cosa avrebbero pensato gli altri? Sendo entrò in palestra salutando ad alta voce, ed i giocatori dello Shohoku si fermarono guardandolo; solo uno continuò la sua azione: il n° 11 saltò a canestro e piazzò uno stupendo slam dunk. Sendo lo guardò con occhi spalancati.
- Ehi, e quello chi è?! - esclamò indicandolo; Akagi sorrise compiaciuto.
- L'ultimo acquisto della squadra! Rukawa, puoi venire qui? Voglio presentarti i nostri prossimi avversari.
Il moretto li guardò senza troppo interesse, ma si avvicinò al gruppetto; Kitcho sentì un nodo stringergli lo stomaco, quando i suoi occhi blu lo sfiorarono oltrepassandolo. Non l'aveva riconosciuto! Incredibile!
- Lui è Akira Sendo, l'asso del Ryonan: è uno dei giocatori più forti della prefettura.
Sendo allungò una mano verso di lui sorridendogli ed il ragazzo la strinse mormorando qualcosa d'incomprensibile; Sendo, senza lasciargli la mano, presentò anche i suoi due compagni. Quando sentì il suo nome, Rukawa finalmente mostrò un'espressione.
- Fukuda...ci conosciamo! - disse togliendo la mano da quella di Sendo; l'altro annuì con il capo. Perché era venuto fino a qui? Perché? E adesso come spiegava la sua conoscenza con Rukawa? Il moretto avrebbe detto qualcosa? Avrebbe rivelato a tutti che stava per annegarsi per un amore impossibile? Non doveva permettere che accadesse! Cercò di dirgli qualcosa, ma un gigante rosso entrò come una furia in palestra, ansimante e sudato...l'aveva già visto...
- Tutto a posto, gori! Yasuda non è più arrabbiato con me e sta cercando Haruko per fare pace! - esclamò rimanendo a corto di fiato, ma poi notò i tre ragazzi dell'altra squadra; Akagi cercò di contenerlo.
- Ehm...questo è Hanamichi Sakuragi, l'altro nuovo acquisto. Loro sono Sendo, Aida e Fukuda del Ryonan.
- Piacere! - esclamò il rossino stringendo la mano a tutti; ma quando arrivò a Fukuda, la sua schiena s'irrigidì e lanciò un'occhiata verso Rukawa. Ed allora il n° 13 si ricordò di lui: era quello che aveva incontrato al parco ed al quale aveva chiesto dove trovare Rukawa! Ricordava vagamente che gli era sembrato seccato...
- Mi ricordo di te, ci siamo incontrati qualche giorno fa! - esclamò il rossino; Fukuda distolse lo sguardo, mentre Sendo inarcò un sopracciglio. Hanamichi, però, non aveva finito di parlare.
- Hai ridato il maglione a Kaede?
Kitcho si sentì sprofondare e non ebbe il coraggio di alzare lo sguardo, ma il n° 11 sospirò scuotendo il capo.
- Certo che tu i fatti tuoi non te li fai mai! - esclamò con voce atona; Hanamichi lo guardò inarcando le sopracciglia.
- Ho detto qualcosa di male, volpe?
- Beh, rosso, facevi meno danno se te ne stavi zitto!
- Scusa tanto, Mr. Freeze, la prossima volta non aprirò bocca!
- Sarebbe meglio...
- Ehm...ragazzi...non ora, per favore... - mormorò Akagi sconsolato, ma Sendo scoppiò a ridere, mentre Hikoichi scriveva qualcosa sul suo blocco per gli appunti. Mitsui mise un braccio intorno alle spalle di Rukawa, con sguardo malizioso.
- Ehi, Rukawa, come mai questo ragazzo ha il tuo maglione? - chiese fissando il diretto interessato, che però stava minuziosamente contando le venature del pavimento di legno.
- Non mi sembrano fatti tuoi. - rispose glaciale il n° 11 scrollando le spalle; Hanamichi allora sobbalzò.
- Oh, cavolo, che scemo sono! Scusa tanto, ho parlato a sproposito! - esclamò chiaramente dispiaciuto; Kitcho sentì un nodo aggrovigliargli lo stomaco. Non poteva averlo fatto! Rukawa non poteva aver detto tutto a quel rossino!
- Ehm...cosa vi porta fino a qui, Sendo? - chiese il n° 5, Kogure gli sembrava, cambiando volutamente discorso; Sendo rivolse anche a lui il suo meraviglioso sorriso.
- Siamo venuti per sentire come andavano le cose...una visita di cortesia!
- Per spiarci? - esclamò Miyagi beccandosi una sventagliata da Ayako; Sendo non si offese e scoppiò a ridere.
- No, certo che no! Ma abbiamo avuto fortuna, visto che abbiamo scoperto che avete un nuovo giocatore davvero in gamba.
- UNO?! - esclamò Hanamichi sbraitando - Come sarebbe a dire, uno? Guarda che io sono molto più forte del volpino! Io sono il Tensai!
- Scusa tanto! - esclamò Sendo ridacchiando - Ma io ho visto in azione solo Rukawa; non potevo sapere che anche tu sei forte quanto lui.
- Più di lui! - esclamò Hanamichi incrociando le braccia - E comunque, non credere d'imbrogliarmi: tu vuoi che io ti mostri il mio talento! Ma non ci casco, avrai una brutta sorpresa, in partita!
Sendo si mise a ridere mentre Akagi scuoteva la testa, rassegnato; Rukawa sbuffò e tornò ad allenarsi borbottando un "idiota" che non sfuggì al rossino.
- Idiota a chi, baka? - esclamò seguendolo - Guarda che io ti batto quando voglio!
Continuò a sbraitare mentre Akagi cercava di recuperare un po' di dignità.
- Ecco...non far caso a quei due; non fanno che litigare, ma sono in gamba.
- E poi hanno smesso di prendersi a pugni! - esclamò ridacchiando Mitsui; Fukuda aveva assistito alla scena stentando a riconoscere in quel volpino di ghiaccio, il ragazzo che lo aveva consolato tanto gentilmente. Guardò il suo playmaker e si sentì morire: Sendo continuava a guardare quel moretto glaciale, ed un sorriso gli sfiorava le labbra...ed i suoi occhi...percorrevano ogni centimetro di quel corpo agile...
"No, Akira..."


-Capitolo 19-


Tutta la squadra dello Shohoku aveva deciso di trascorrere insieme la serata, fatta eccezione per Yasuda e Haruko, che sarebbero usciti da soli per rappacificarsi; così, alle nove, si trovarono di fronte alla scuola per decidere dove andare. Decisero di passeggiare per il centro della città ed infilarsi nel primo pub con abbastanza posto per tutti; Hanamichi si trovò a chiacchierare con Mitsui e Kogure, mentre Rukawa sonnecchiava qualche passo di fronte a loro, sfiorando persone e lampioni. Il rossino conduceva la conversazione, avendo scopi ben precisi da raggiungere.
- Ehi, Min-kun, non sei arrabbiato perché ho preso il tuo posto, vero?
- Certo che no, Hanamichi. L'importante è che la squadra raggiunga il torneo nazionale; e poi Akagi mi ha detto che giochi solo per fare un favore a lui.
- Non è vero! - esclamò il rosso scuotendo il capo - Mi piace il basket. E sono un genio!
- Ma piantala! - esclamò Mitsui dandogli una manata sulla schiena; Hanamichi lo guardò digrignando i denti.
- Cavolo, Mitchi, potresti essere più fine?
- Scusa, non ti credevo così fragile...e non chiamarmi Mitchi!
- Scusa Mitchi. Di un po', avete mai incontrato giocatori più forti di voi?
- Un'infinità di volte! - esclamò Kogure ridendo - Ce ne sono molti, nella prefettura. Alcuni li hai già incontrati: Maki e Jin del Kainan...
- Ehi, io sono più forte di Jin! - esclamò offeso Mitsui; Hanamichi ridacchiò e Kogure si asciugò il sudore dalla fronte.
- Ehm...sì...e poi...ci sono Sendo e Uozumi del Ryonan, Fujima e Hanagata dello Shoyo.
- Tu cosa ne pensi, Mitchi? - esclamò Hanamichi interrompendo la lista di Kogure; la guardia dello Shohoku lo guardò storto, ma non commentò il modo in cui era stato chiamato.
- Di questi giocatori? Beh...Sendo è veramente molto forte, però forse Rukawa può riuscire a contrastarlo. Uozumi è un colosso, è persino più alto di Akagi; ma il nostro capitano non gli è di certo inferiore! Per quanto riguarda lo Shoyo: Fujima è sia allenatore che playmaker della squadra, è davvero in gamba...
- E com'è? - interruppe Hanamichi - Fisicamente, intendo.
I due ragazzi lo guardarono straniti.
- Beh, è...non molto alto, intorno al metro e ottanta, credo, capelli castano chiaro, occhi scuri...ma perché vuoi saperlo? - esclamò Mitsui; Hanamichi gli sorrise.
- Curiosità! È bello?
- Cos... - balbettò Mitsui guardando Kogure; il ragazzo rivolse un sorriso stentato verso Hanamichi.
- Che strane domande fai, Hanamichi.
- Perché? Ce li avete gli occhi, no? Lo vedete se uno è bello oppure no!
- Ma stiamo parlando di un ragazzo! - esclamò ancora Kogure - Avremmo notato la bellezza di una ragazza, non di un ragazzo!
Hanamichi guardò il n° 5 corrucciando le labbra, poi osservò Mitsui, che guardava davanti a sé apparentemente senza ascoltare; calciò una lattina che andò a sbattere contro le gambe di Rukawa ed il volpino si voltò con sguardo omicida.
- Ehm...scusa volpe! Perché non vieni qui a parlare con noi?
- Hn...
- Ma che ti è preso? È tutto il giorno che parli a monosillabi!
- Se non ho niente d'intelligente da dire, preferisco stare zitto.
Hanamichi esaminò un attimo quell'affermazione, poi gli corse incontro come una furia.
- Cosa vorresti dire?! Che io parlo a sproposito?
- Ci risiamo... - borbottò Miyagi; ma Ayako si fermò davanti all'entrata di un pub.
- Entriamo qui, ragazzi? Non sembra troppo pieno.
Tutti si affrettarono ad entrare e la lite tra Rukawa e Hanamichi si sopì immediatamente; si sedettero in un angolo, unendo due tavoli per riuscire a stare tutti insieme, ed una graziosa cameriera portò loro le liste delle bevande sorbendosi le battute dei galletti dello Shohoku. Mentre aspettavano che tornasse a prendere le ordinazioni, Hanamichi si guardò intorno nel locale fumoso: era una birreria in stile occidentale, con un bancone di legno lungo tutta la parete destra. Era pieno di ragazzi all'incirca della loro età, e gli sembrò persino di riconoscerne un paio; diede di gomito a Mitsui, alla sua destra, e gli indicò un tavolo dall'altra parte del locale.
- Ehi, quelli non li abbiamo già visti da qualche parte? - chiese con voce relativamente alta; anche Miyagi e Ayako sentirono le sue parole e la manager annuì.
- Sì, sono Jin e Takasago del Kainan...ma sono in compagnia, non disturbiamoli!
Miyagi ridacchiò e Hanamichi si voltò verso l'entrata del locale; in quel momento la porta si aprì ed entrarono due ragazzi, uno dei quali molto alto. E spalancò la bocca non riuscendo a capacitarsi del colpo di fortuna che gli era capitato. (Chiamala fortuna! Qui è tutto merito mio! NdK) Si sbracciò per attirare la loro attenzione ed i due ragazzi lo videro.
- Ehi, Fujima, vieni qui! - esclamò urlando - Unitevi a noi!
Il ragazzo osservò la tavolata ed arrossì, ma il suo compagno sorrise e si avvicinò alla squadra avversaria; Mitsui afferrò un braccio di Hanamichi, con fare alquanto minaccioso.
- Aspetta un attimo! Perché mi hai chiesto di descriverti Fujima, se già lo conoscevi? - sbraitò; il rossino lo guardò senza capire, poi spalancò la bocca.
- Ah...eh...vieni, Kenji, siediti qui, fra Mitchi e me! - esclamò afferrando una sedia dal tavolo accanto e facendosi da parte; il ragazzo ringraziò timidamente e si accomodò rimanendo rigido. Il suo compagno si mise fra Rukawa e Kogure e porse la mano al volpino.
- Molto piacere, io mi chiamo Toru Hanagata, gioco nello Shoyo. (Ohi, Toru, nota come ti ho fatto gentile! NdK; Mpf! NdT; Zitella! NdK)
Rukawa si presentò a sua volta ed il ragazzo si sporse verso Hanamichi porgendo la mano anche a lui; e Fujima fece altrettanto con Rukawa, che già aveva un'espressione semi comatosa. Ma ora Hanamichi non poteva occuparsi di lui: aveva un'occasione d'oro, che non poteva sprecare per nessun motivo!
- Quante persone hai conosciuto, Hanamichi? - esclamò Kogure ridacchiando - Tu e tuo fratello siete in città solo da una settimana, ma sembra che abbiate incontrato chiunque!
- Ma no!
- E quando vi siete conosciuti? - chiese Mitsui rivolto verso Fujima; il ragazzo non lo guardò e Hanamichi pensò ad una soluzione. Non poteva certo dirgli che lo aveva incontrato fuori della palestra intento a spiarli!
- Ci siamo scontrati per la strada, qualche giorno fa! - esclamò ridendo; Fujima lo guardò, chiaramente sollevato, ed annuì con il capo, confermando quella innocua bugia. La cameriera tornò per prendere le ordinazioni ed in meno di dieci minuti la conversazione al tavolo si fece confusa e caotica: i più cercavano di chiacchierare con chi stava loro accanto, ma c'era un certo rossino che infastidiva tutti, chiamando anche chi si trovava al lato opposto del tavolo. Dopo una mezz'ora, però, era stranamente silenzioso, intento a riflettere su ciò di cui era al corrente: fissava un punto imprecisato di fronte a sé, con sguardo assente. Doveva aiutare Fujima a conquistare il suo innamorato, ma il problema stava tutto nel sapere cosa pensasse lui del ragazzo; gliene aveva chiesto una descrizione, ma ovviamente Mitchi era rimasto sul vago. Però, quando gli aveva chiesto se Fujima era bello oppure no, Mitsui non aveva risposto come Kogure...aveva fatto finta di niente. Non si era arrabbiato o scandalizzato. Era già un inizio! Se avesse avuto qualche pregiudizio contro i gay, probabilmente lo avrebbe pestato per ciò che implicava quella domanda; bene, partendo dal presupposto che Mitchi non aveva nulla contro i gay, quindi, le cose si mettevano relativamente bene. Certo, questo non significava che la guardia ricambiasse i sentimenti di Fujima, o che fosse effettivamente omosessuale...ma almeno non avrebbe disprezzato il piccolo play dello Shoyo. Lanciò uno sguardo distratto verso il ragazzo che gli stava di fianco, che parlava liberamente con Kogure, scavalcando un silenzioso Mitsui; aveva superato l'imbarazzo iniziale, ma ora sembrava che i ruoli si fossero invertiti. Mitchi però non sembrava imbarazzato, ma solo molto pensieroso e non guardava niente e nessuno; Hanamichi ricordò che Fujima gli aveva detto di abitare ad un paio d'isolati dalla casa di Mitsui ed un lieve sorriso gli increspò le labbra. Ora sapeva perfettamente cosa fare. Sarebbe stato il loro Cupido!

Dopo aver cambiato un paio di locali, finalmente giunse l'ora di tornare a casa e Hanamichi cominciò a ridacchiare fra sé: aveva aspettato quel momento per tutta la serata, perché voleva davvero che Fujima fosse felice. Ayako salutò subito gli amici, dovendo andare nella direzione opposta alla loro, e Miyagi si offrì di accompagnarla a casa; gli altri camminarono insieme per un po', poi Mitsui si fermò ad un incrocio che lo avrebbe portato a casa. Hanagata sorrise con fare complice al suo capitano.
- Anche tu abiti da quella parte, vero Kenji? Vai con Mitsui?
Il ragazzo esitò, ma Kogure s'intromise.
- Vengo anch'io, casa mia è vicina alle vostre.
- Cosa?! - esclamò Hanamichi sorpreso: non sapeva che anche Kogure abitasse dalle parti di Mitsui! Cacchio, adesso il suo piano andava a farsi benedire! Prese per un braccio uno stupito Kogure e lo tirò in disparte mentre Mitsui chiedeva a Fujima dove abitasse esattamente.
- Ehi, Min-kun, tu non puoi andare subito a casa...ehm...vieni a fare un giro con Ru e me.
- Ma Hanamichi, è tardi e domattina abbiamo allenamento.
- Sì, ma...fai un pezzo di strada con noi, poi ti riaccompagno io!
Kogure corrugò la fronte, ma il suo sorriso non si spense.
- Cosa ti succede, Hanamichi? Perché tutto questo interesse per me?
Hanamichi si rese conto che il ragazzo stava fraintendendo le sue parole...anche se, effettivamente, chiunque l'avrebbe fatto! Sembrava molto interessato a lui e forse il quattrocchi credeva di piacergli; e adesso? Come faceva a tenerlo lontano da Mitsui e Fujima senza fargli credere chissà cosa? Gli indicò di non muoversi ed andò a svegliare Rukawa, appoggiato ad un palo della luce per sorreggersi.
- Ehi, volpe, sveglia! - esclamò scuotendolo; il volpino lo guardò ancora semi addormentato.
- Che vuoi? E smettila di scuotermi.
- Devi aiutarmi! Fujima e Mitsui devono restare da soli, ma Min-kun vuole andare con loro e non so come tenerlo lontano!
Rukawa lo guardò con la faccia di chi non ha capito un tubo.
- Perché devono restare soli?
- Perché Fujima vuole provarci con Mitsui.
- Ah...e tu ti sei intromesso di nuovo.
- Me l'ha chiesto Fujima! - esclamò offeso il rosso; Rukawa sospirò.
- E cosa vuoi che faccia?
- Kogure abita dalle parti di Mitchi e vuole andare con loro...gli ho detto di stare un po' con noi, ma credo che pensi che io ci provo con lui!
Rukawa lo guardò sempre più perplesso, poi scosse il capo togliendosi dal palo ed avvicinandosi a Kogure.
- Sei sempre più contorto. - mormorò passando accanto al rossino, che però non ribatté e gli si mise di fianco fronteggiando il n° 5 dello Shohoku; a quel punto Kogure sembrava cominciare a preoccuparsi.
- Ehm, ragazzi, cosa succede? - chiese guardandoli entrambi; Rukawa avvicinò il viso al suo.
- Ascoltami bene: tu ora verrai con noi, oppure te ne andrai a farti un giro per conto tuo. Ma non andrai a casa con Mitsui e Fujima.
- Ehi, Kogure, vieni o no? - esclamò Mitsui pronto ad incamminarsi; Kogure lo guardò esitando e Rukawa gli appoggiò una mano sulla spalla.
- Ma perché? - chiese allora il ragazzo guardando gli occhi spenti del moretto; Rukawa sbuffò.
- Non l'hai ancora capito? Fujima vuole provarci con Mitsui.
- Voolpeeee! - urlò Hanamichi - Ma così ero capace anche io!
Tutti si voltarono verso di loro e Rukawa guardò il rossino con occhi storti.
- Stai zitto, idiota!
Kogure, invece, gli sorrise.
- Perché non me l'hai detto subito, Hanamichi? Mi hai fatto pensare di piacerti! - disse piano; il rossino si grattò la nuca ridacchiando - Comunque, d'accordo, farò un altro giro per andare a casa.
Si voltò verso Mitsui e Fujima e sorrise gentilmente.
- Hisashi, andate pure: io sto ancora un po' con Hanamichi e Kaede. Ci vediamo domattina. Ciao Fujima.
I due ragazzi salutarono e s'incamminarono verso casa; ma Fujima si voltò un'ultima volta verso Hanamichi e gli sorrise annuendo con il capo. A quel punto tutti si separarono e Kogure si avviò insieme ai due angeli; il rossino lo guardò con faccia pensierosa, infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni.
- Ehi, Min-kun, non hai niente contro Fujima, perché è gay?
- Cosa?! E perché mai?
- Beh, quando ti ho chiesto se era bello, tu mi hai detto che guardi solo le ragazze; ho pensato che avessi qualche pregiudizio contro gli omosessuali.
Kogure rise gentilmente.
- Anche se io sono etero, non ho proprio niente contro i gay; alcuni miei amici lo sono.
- Che strano...la società sembra ripudiare gli omosessuali, ma sembra che ve ne siano molti...non capisco.
- Che vuoi farci, solitamente si disprezza ciò che non si è in grado di capire.
- Beh, ma cosa c'è di difficile da comprendere? Due persone dello stesso sesso si amano; perché è strano?
- Perché sembrerebbe contro natura.
Hanamichi si strinse nelle spalle e, per la sesta volta da quando si erano avviati per tornare a casa, prese un braccio del volpino scostandolo dalla traiettoria di un palo; e Kogure scoppiò a ridere. Hanamichi però, si fermò senza lasciarlo e guardò il n° 5.
- Senti, Min-kun, mi faresti un favore? Accompagneresti a casa Rukawa?
- Perché? Tu dove vai?
- Mi sono ricordato che dovevo sbrigare una faccenda. (Alle due di notte? NdK)
- D'accordo...
- Le chiavi di casa sono nella tasca della sua giubba. Ti ringrazio, mi sdebiterò con te!
Così dicendo diede una pacca dietro la nuca del volpino per svegliarlo, poi tornò correndo sui suoi passi; sapeva che si stava comportando da curioso e impiccione, ma voleva sapere come andavano le cose tra Mitsui e Fujima. E, se il piccolo play dello Shoyo non trovava il coraggio per confessarsi, allora gli avrebbe dato una mano; si erano separati solo da pochi minuti, quindi contava di incontrarli presto. Ed infatti li vide poco davanti a lui, mentre camminavano senza fretta; entrambi tenevano le mani in tasca e guardavano dritti davanti a loro, ma Hanamichi sentì la voce di Mitsui, anche se non capì cosa stava dicendo. Rallentò il passo tenendosi a distanza, poi svoltò nel loro stesso vicolo, rimanendo un po' indietro; giunsero in un quartiere modesto, in cui le abitazioni erano addossate l'una all'altra in grandi condomini. Si fermarono di fronte ad un'alta cancellata ed Hanamichi si teletrasportò appena in tempo per non essere visto da Mitsui, che si guardava intorno. Apparve sul tetto dell'abitazione di fronte e si distese appoggiando il mento sui pugni, concentrandosi per sentire le loro parole; si stavano salutando, dandosi appuntamento per una prossima partita. Anche se impercettibilmente, Fujima sembrava teso ed il rossino si chiese se avrebbe trovato il coraggio per dichiararsi; Mitsui, invece, era rilassato come sempre. Quando salutò il ragazzo avviandosi verso casa sua, Hanamichi si chiese se provocare un qualche tipo d'incidente per trattenerlo, ma fu preceduto da Fujima.
- Ehm...Mitsui... - la guardia dello Shohoku si voltò sorridente e l'altro esitò; Hanamichi si mordicchiò le nocche di un dito, chiedendosi come avrebbe reagito Mitchi.
- Dimmi, Fujima.
- Ecco...mi chiedevo...vorresti fare uno contro uno con me, qualche volta?
Mitsui inarcò un sopracciglio.
- Certo, perché no? Quando vuoi, sai dove trovarmi.
Fujima annuì con un sorriso incerto e Mitsui alzò una mano in segno di saluto avviandosi verso casa; ed il giocatore dello Shoyo sospirò incurvando le spalle e togliendo le chiavi di tasca per aprire il cancello. Ma Hanamichi sorrise tra sé ed allungò un dito nella sua direzione; Fujima cominciò a trafficare con la serratura ed alla fine ruppe la chiave nella toppa.
- Merda! - esclamò battendo un piede a terra; Mitsui se ne accorse e si fermò tornando sui suoi passi.
- Cosa succede?
- Ho rotto la chiave nella serratura! Adesso mi toccherà svegliare i miei, e chi li sente?!
Mitsui ridacchiò mentre si chinava verso la serratura.
- Fuori orario? - chiese semplicemente; l'altro annuì.
- Come sempre...
- Mi sa che qui è impossibile fare qualcosa senza qualche ferro. Dovrai scavalcare.
Fujima sgranò gli occhi guardando il cancello in tutta la sua altezza, soffermandosi sulle punte acuminate; Mitsui seguì la stessa direzione dei suoi occhi e ridacchiò.
- Vuoi che scavalchi io? - chiese guardandolo e l'altro esitò.
- Credi di farcela?
- Certo, che vuoi che sia?!
- Allora tieni le chiavi del portoncino, sulla destra c'è l'interruttore del cancello.
Mitsui s'infilò le chiavi in tasca ed agilmente s'arrampicò sul cancello, scendendo poi con un balzo dall'altra parte; entrò nel portoncino e finalmente il cancello si aprì. Fujima entrò mentre la guardia dello Shohoku usciva ma, quando furono quasi uno di fronte all'altro, Hanamichi mosse un altro dito ed il piccolo play inciampò in un ostacolo invisibile finendo fra le braccia di Mitsui.
- Ehi, attento! - esclamò il ragazzo trattenendolo per le braccia e Fujima alzò verso di lui un viso rosso e accalorato; Hanamichi ridacchiò tra sé. Mitsui diede le chiavi a Fujima, che finalmente raccolse un po' di coraggio e lo ringraziò baciandolo su una guancia; ed il giocatore dello Shohoku rimase impietrito dal gesto. A quel punto Hanamichi rimase con il fiato sospeso, attendendo una sua reazione; ma il play decise che non voleva aspettare un'eventuale umiliazione e gli passò di fianco con passo spedito. E Mitsui finalmente si risvegliò e si voltò con uno scatto.
- Ehi, aspetta! - esclamò; Fujima si fermò voltandosi appena e l'altro gli sorrise avvicinandosi e tendendo la mano destra verso di lui.
- Veramente, io avrei preferito un ringraziamento del genere. - disse fermandosi di fronte ad un deluso Fujima; il ragazzo però gli strinse ugualmente la mano, pronto a scusarsi. Ma Mitsui se lo tirò contro al petto e gli fermò la nuca con la mano libera, sorridendogli un attimo prima di baciarlo; Hanamichi per poco non fece un salto sul tetto, per la felicità. Scorgeva l'espressione incredula di Fujima, ancora immobile tra le braccia di Mitsui, ma presto il play chiuse gli occhi abbandonandosi a quel lungo e passionale bacio. (Che figo, Hisa-chan, tu sì che vai subito al sodo! NdK; Modestamente! NdHisa; Bene! Basta bacetti appena sfiorati! Forza Hisa! NdK; Ehm...esagerata... NdHisa)

- Mi sembra che i nostri due angeli si occupino di tutto tranne che del protetto!
- Non preoccuparti, Peter, hanno ancora una settimana a disposizione.
- Però Gabriel mi sembra strano: non mi sembra più così distaccato.
- Mah, forse è normale, quando si sta per un po' sulla Terra.
- Può darsi...io non ci sono mai stato.
- Brr...non vorrei neppure andarci! Sono tutti così rozzi!
- Mm...però, una vacanza, quasi quasi...
- Non scherzare, non puoi prenderti una vacanza!
- Lo so, scherzavo! Ehi, guarda il poverino che cerca di tenere sveglio Michael!
- Che impresa disperata!
- Chissà se quei due si sono accorti chi di loro è il più potente.
- Sai, Peter? Non ti sei comportato bene con loro.
- Perché?
- Non fare lo gnorri! Sai bene che non è stato un errore l'assegnazione di Kiyota proprio a loro due!
- Ehm...
- Volevi umiliare Michael, vero?
- NO! Volevo solo...che si rendesse conto che ci sono angeli molto più potenti di lui!
- Volevi ridimensionarlo perché lo temi!
- Io non lo temo!
- Come no!
- Adesso basta, Emmanuel! Non voglio più parlare di questa storia!
- ..........

* Il grande Guybrush Threepwood è un personaggio appartenente all'altrettanto mitica Lucasarts(tm) ...protagonista di quale videogame? A voi scoprirlo! Ed al vincitore...ehm...un "bravo"? ^^;; (ok, sono idiota...)

 


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