Disclaimer: I pg di SD appartengono all'immenso Inoue, io scrivo perché mi diverto un mondo e non preoccupatevi, sono ancora abbastanza in me da non chiedere nulla per quello che partorisce la mia mente...

IMPORTANTE: Oltre alle due coppie principali, questa fic contiene anche altri pair sballati, tirati a caso dalla sottoscritta lanciando una monetina! NON sono coppie ritenute canoniche, se la cosa vi urta, non leggete la fic oppure saltate tranquillamente i pezzi (cmq poco rilevanti ai fini della storia). Io vi ho avvertito! ^^ Baci baci!

Nota: Mi sono dimenticata (come sempre) di avvertire che i pg sono OOC... ma questa è un AU, siate clementi e non temete... rimetterò tutto a posto! ^^

P.S. Grazie Tes, senza di te sarebbe uscita un'oscenità! ^**^

Ru ç_ç - Nooooooooooooo, come ha potuto farmi questo?
Kieran - Uao, è proprio a pezzi!
Hana - E certo, a momenti fa una lemon con Fuku-verme!
Kieran - Per un semplice bacio!
Hana- Forse non ti rendi conto: FUKU-VERME!
Ru ç_ç - Ti prego Hana, fammi una lavanda gastrica!
Kieran - Ma non è così brutto, cattivi!
Hana- Kie, meglio che ti metti gli occhiali!
Kieran - Voi non apprezzate il lato interiore nelle persone! Materialisti!
Hana - Meglio non vederlo il lato interiore di quello!
Kieran - Potrebbe stupirti!
Ru ç_ç - UUUUUAAAAAAAAAHHHHHHHHH!!!!!!!!!!


Angels' Hearts

di Kieran

Parte 5 di 10
 

-Capitolo 14-


Hanamichi si teletrasportò nel solito bagno della scuola, ma stavolta non trovò Yasuda ed il biondino intenti a baciarsi; corse in classe e finalmente lo trovò: Rukawa era seduto al proprio posto, con la testa appoggiata sulle braccia. Gli si accostò e sentì il suo respiro pesante: stava già dormendo! Si raddrizzò e si avvicinò a Yohei Mito, uno dei suoi compagni.
- Ma quando è arrivato? - gli chiese tradendo preoccupazione; l'altro si strinse nelle spalle.
- Quando siamo entrati, stamattina, era già qui e dormiva.
- Incredibile... - mormorò Hanamichi, poi si avvicinò di nuovo al suo amico e lo scosse, chinandosi su di lui; il volpino mugugnò qualcosa, poi sollevò una palpebra.
- Ehi, Ru, sveglia! Ma cosa ti prende?
Quando capì chi era il suo interlocutore, Rukawa spalancò gli occhi, senza però alzare la testa.
- Allora? Perché non mi hai svegliato?
- Mm...
- Che hai, volpino? Sei malato?
- Non mi sento bene, Hanamichi, ti prego, lasciami stare.
- Hai la febbre? - chiese il rosso appoggiando la mano sulla sua fronte; ma Rukawa si raddrizzò di scatto guardandolo con occhi di ghiaccio.
- Ti ho detto di lasciarmi in pace! - esclamò facendo voltare tutti; Hanamichi ne rimase profondamente ferito.
- Ma cosa ti prende? Sbaglio o avevamo deciso di diventare amici?
- Io...io sono tuo amico...ma stammi lontano!
- Che cavolo di discorso è? - sbraitò Hanamichi cominciando ad infuriarsi - Siamo amici ma non mi vuoi intorno?!
- Ragazzi, io sarei entrato. - borbottò il professore d'inglese sbattendo i libri sul tavolo; Hanamichi si sedette al suo posto continuando a fissare il volpino, che si appoggiò di nuovo sulle braccia e ricominciò a dormire.

- La situazione sta precipitando...lo faccio rientrare!
- Aspetta ancora un attimo, Peter!

Sia durante la pausa pranzo, sia nell'intervallo, Hanamichi evitò di svegliare un Rukawa profondamente assopito: c'era qualcosa di sbagliato, ne era certo! Perché il volpino sembrava distrutto? E perché, all'improvviso, lo trattava peggio di quanto avesse mai fatto? Non ci capiva nulla: credeva che fossero amici, ma era durato solo per una giornata! Ma perché? Perché Kaede aveva cambiato idea? Doveva parlare con lui, anche costringendolo con la forza. Entrò in campo dopo essersi infilato la divisa e si guardò intorno per vedere se il volpino lo avesse seguito, ma non lo vide.
- Ciao Hanamichi! - esclamò una voce allegra alle sue spalle; il rosso si voltò cercando di sorridere ad Haruko.
- Ciao...mi sembri allegra.
- Sì! Stasera esco con Yasuda! È stato molto gentile, mi ha...
- Ehm...Haruko, da quando sei così in confidenza con lui? - chiese proprio Yasuda alle spalle della ragazza; lei gli sorrise.
- Ci siamo conosciuti un paio di giorni fa ed è stato molto gentile con me.
La riserva dello Shohoku fissò il rosso con sguardo tagliente, ma Hanamichi lo ignorò e si voltò verso la porta degli spogliatoi, dalla quale stava uscendo Rukawa; era ancora mezzo addormentato, e quasi barcollava. Avrebbe voluto avvicinarlo, per sorreggerlo, ma temeva un suo scatto d'ira ingiustificato; Ayako impartì le direttive per l'allenamento, però Anzai si avvicinò al volpino guardandolo con preoccupazione.
- Rukawa, c'è qualcosa che non va? Mi sembri molto pallido.
- Mm...
- Lui ha sempre quel colorito! - esclamò ridendo Mitsui, ma Ayako lo guardò torva prima di avvicinarsi a Rukawa ed appoggiargli una mano sulla fronte.
- Non sembra che tu abbia la febbre, ma certamente non hai una bella cera.
"Perché non l'ha scacciata? Allora è davvero arrabbiato con me?"
- Vuoi andare a riposare Rukawa? - chiese ancora Anzai ed il volpino annuì.
- Sì, le sarei molto grato.
- D'accordo; ci vediamo domani.
- Grazie.
Detto questo sparì negli spogliatoi; Hanamichi aveva osservato tutta la scena con i pugni stretti ed una rabbia mista a frustrazione. Cos'aveva fatto di sbagliato? Avevano parlato fino a crollare addormentati, da buoni amici... no, un momento. Lui era crollato addormentato...cosa aveva fatto il volpino? La cucina era in ordine, quindi, forse non aveva neppure fatto colazione; aveva trovato i suoi pantaloni e la maglietta a mezze maniche buttati in un angolo della stanza, strano, visto che era così ordinato. Sembrava si fosse vestito in fretta. Dov'era stato tutta la notte? Aveva dormito in casa? Se sì, allora perché si comportava in modo così strano? E se invece non era stato in casa? Dov'era andato? Aveva usato i suoi poteri, per quello era così stanco? Ma a quale scopo?
- Sakuragi, cosa è successo a tuo fratello? - chiese Akagi affiancando il rossino, ma Hanamichi lo guardò con aria sconsolata.
- Magari lo sapessi - mormorò, poi, per evitare altre domande, cominciò a correre intorno al campo. Così gli allenamenti cominciarono e Anzai, per permettere soprattutto a lui di imparare gli schemi, organizzò una partitella interna; Hanamichi ascoltava distrattamente le istruzioni che gli venivano impartite, riuscendo solo a percepire una strana desolazione nel cuore. Diceva di essere ancora suo amico...allora perché?
- Sakuragi, hai capito?
- Eh? Ah, sì, coach! Sono pronto.
Si rese conto di essere marcato da Yasuda, solo nel momento in cui il ragazzo quasi si appoggiò alla sua spalla parlandogli piano.
- Dobbiamo parlare. - bisbigliò ed il rosso lo guardò inarcando un sopracciglio.
- Strano, ieri la situazione era inversa; quando?
- Dopo l'allenamento: ti aspetto nel campetto del parco.
Hanamichi annuì, anche se avrebbe preferito rimandare: in quel momento aveva problemi suoi personali da risolvere, non poteva occuparsi di quelli di Haruko...si schiaffeggiò mentalmente. Lui era un angelo! Gli altri venivano sempre per primi! Decise di concentrarsi e finalmente cominciò a giocare decentemente; ma la sua squadra perse.

Quando giunse al parco, dovette cercare il campetto in cemento, ma infine lo trovò e vide che Yasuda era già là ad aspettarlo; appoggiò la borsa su una panchina e gli si avvicinò alle spalle. Il ragazzo stava tirando a canestro e, quando si accorse di lui, sbagliò il tiro mandandolo sul ferro; Hanamichi raccolse il pallone e gli si avvicinò palleggiando pigramente. Yasuda lo guardò quasi con rabbia.
- Mettiamo subito in chiaro una cosa: stai lontano da Haruko!
Hanamichi inarcò un sopracciglio, sorridendo con malizia.
- Non è un po' tardi per pensarci?
- Non so cosa credi di aver visto, ma non è come pensi!
- Io ho visto che ti baciavi con un altro...e come sai quello che penso?
- Ecco... - la sicurezza di Yasuda cominciava a vacillare - io...lui mi ha colto alla sprovvista!
- Non devi dare spiegazioni a me. - rispose tranquillo Hanamichi; l'altro si alterò.
- Non devo darne a nessuno! Neanche ad Haruko! È successo per sbaglio e non si ripeterà più!
- Ehi, d'accordo! - esclamò Hanamichi trattenendosi dal ridere - Fai come ti pare...ma allora perché la tratti male da una settimana?
- Ma quanto sai?!
- Sono andato da Akagi, sabato; mi ha aperto Haruko, in lacrime, e si è sfogata con me.
- Te lo ripeto: stai lontano da lei! - sembrò ringhiare Yasuda; Hanamichi scosse il capo sospirando.
- Haruko non m'interessa, la considero solo un'amica; ma credo che tu debba fare un po' di chiarezza, anche con te stesso.
Si voltò senza lasciargli il tempo di ribattere e gli lanciò il pallone, poi raccolse la borsa e con lentezza calcolata si allontanò dal campo; ma, come aveva previsto, Yasuda lo richiamò indietro.
- Aspetta! Senti, io...è vero, sono confuso...lei mi piace molto, ma mi è piaciuto anche il bacio di Okusu. (Coosaa? NdO; Eh eh, non fai mai niente di rilevante...e poi quanti biondi ci sono in SD? NdK) E' da una settimana che ci prova con me...e la cosa mi ha fatto piacere.
- Senti, Yasuda, io non sono la persona adatta per darti un suggerimento, perché io non so cosa sia l'amore. Posso solo consigliarti di essere sincero con te stesso: preferisci i baci di Haruko o quelli di Okusu? Non puoi continuare così, perché stai illudendo uno dei due.
- Hai ragione... - mormorò sconsolato l'altro.
- Forse dovresti prenderti un po' di tempo: ma sii sincero, non trattare male quei due ragazzi.
- Grazie, Sakuragi...
- Di niente, sempre a tua disposizione; ci vediamo.
Si voltò e si avviò verso casa, ma un ragazzo trafelato gli si fermò davanti osservando entrambi i giocatori; era moro e abbronzato, con strani capelli tutti spettinati.
- Voi...siete dello Shohoku? - chiese ancora con il fiatone; Hanamichi annuì. - Sapete dove posso trovare Kaede Rukawa?
Il rosso esitò, chiedendosi cosa volesse l'altro dal volpino, ma Yasuda gli rispose.
- Credo che oggi sia impossibile vederlo: ha saltato gli allenamenti perché non stava bene.
- Oh...
- Cosa vuoi da lui? - chiese infine Hanamichi non riuscendo a trattenersi; il ragazzo lo guardò con un'espressione infastidita.
- Non sono affari tuoi. Tornerò domani.
Si voltò e solo in quel momento Hanamichi si accorse di quello che stringeva fra le braccia: sembrava un maglione blu...come quello che Rukawa indossava la sera prima. Possibile che fosse il suo? Ora che ci pensava, tra i vestiti sparsi a terra, non c'era il maglione...perché l'aveva quel ragazzo? Allora veramente il volpino era stato fuori, quella notte! Ma cos'aveva fatto? Perché non gli aveva detto niente? Stringendo la cinghia della borsa, tornò verso casa senza salutare Yasuda.


-Capitolo 15-


Arrivato davanti a casa, Hanamichi si fermò inarcando le sopracciglia: Maki stava suonando il campanello con insistenza, aspettando una risposta; il rosso gli si fermò alle spalle sorridendo.
- Quando dorme alla grossa, neppure una cannonata può svegliarlo! - esclamò; il capitano del Kainan fece un balzo.
- Cazzo! Hanamichi, vuoi farmi morire giovane?
- Scusa...vieni, entriamo.
Maki annuì e lo seguì in casa; Hanamichi lo fece accomodare in salotto ed andò a sbirciare il volpino addormentato: ma ebbe una brutta sorpresa. La sua stanza era vuota; il futon era ancora steso per terra e le coperte erano in disordine, segno che era stato lì a dormire. Ma ora dov'era? Perché era così misterioso? Raggiunse Maki in salotto con espressione afflitta ed il ragazzo lo guardò sorpreso.
- Cosa succede? Mi sembri triste.
- Eh? Niente...
- Avete litigato di nuovo, vero?
Hanamichi si strinse nelle spalle sedendosi di fronte a Maki.
- Cosa ti ha portato qui?
- Volevo fare un uno contro uno con te...ci stai?
- Adesso? Scusa, ma ho appena terminato gli allenamenti e...
- Fammi questo favore! Ho dovuto prendere il treno per arrivare fino a qui! - esclamò petulante Maki; Hanamichi sospirò.
- D'accordo... "almeno avrò qualcosa cui pensare"
S'infilò una tuta e prese con sé le scarpe, poi uscì preceduto da Maki; appena chiusa a chiave la porta di casa, si voltò per raggiungere il capitano del Kainan, ma in quel momento sentì un dolore atroce alla nuca e svenne con mille lucine davanti agli occhi.

Quando si risvegliò, si ritrovò in una stanzetta piccola e scura; solo pochi spiragli di luce filtravano attraverso le persiane chiuse, lasciando intravedere un tavolino basso ingombro di scatole, altri scatoloni ammassati in terra e palloni d'ogni tipo raccolti in un cestone metallico. Una porta di fronte a lui si aprì lasciando entrare un po' di luce e due figure si stagliarono nel rettangolo illuminato: una alta e massiccia, l'altra un po' più bassa e snella.
- Ti sei svegliato, finalmente! - esclamò una voce che ben conosceva.
- Kiyota?!
- Come va la testa? Non avrei voluto colpire così forte, ma Maki dice che hai una placca di metallo al posto della calotta cranica!
- Mi hai colpito tu? Ma perché?
- Vorrei saperlo anch'io. - mormorò una voce alla sua destra; Hanamichi sobbalzò e solo in quel momento si accorse di essere legato come un salame. E Rukawa era nella sua stessa situazione. (^^'''''''...)
- Ma che scherzo è questo? - sbraitò rivolto ai due ragazzi sulla soglia; Kiyota si avvicinò e finalmente riuscì a scorgere il suo viso serio.
- Voi siete due fratelli e non dovete continuare a litigare in quel modo! Rischiate di ammazzarvi di botte!
- Cosa...
- Zitto, Hanamichi! - esclamò autoritario Maki. - Voi due avete un problema grave, che vi rifiutate di affrontare! Per questo motivo vi sfogate picchiandovi! Ma non è così che si risolvono i problemi
- Ma di cosa...
- Zitto, Rukawa! - intervenne Kiyota - Ora sarete costretti a chiarirvi! Vi lasceremo qui dentro fino a questa sera! Poi verremo a prendervi, ma se penseremo che non vi siete chiariti, vi lasceremo qui tutta la notte!
- Fino a stasera? Stai scherzando, vero? - esclamò Hanamichi; Maki scosse il capo.
- No, non scherziamo! Su quel tavolo c'è qualcosa da mangiare...
- Voi siete pazzi! - esclamò allora Rukawa - Questo è sequestro di persona!
- Sequestro a fin di bene! - ribatté il capitano del Kainan - Tu stesso ti sei accorto che stavate esagerando!
- E' vero, ma ci siamo già chiariti! - esclamò il moretto; i due del Kainan si guardarono esitando.
- E' vero? - chiese Kiyota a Rukawa; il volpino annuì.
- Sì, ora siamo amici.
Per un attimo nessuno parlò, però poi Hanamichi si voltò con uno scatto verso il volpino, ferito dalle sue parole.
- Amici? Allora perché mi hai scacciato, stamattina?
- Ti sembra questo il momento?! - esclamò Rukawa, ma Maki e Kiyota mossero un passo indietro uscendo dalla porta.
- Ci vediamo fra tre ore!
Lanciarono qualcosa sul pavimento davanti ad Hanamichi, poi chiusero la porta a chiave; il rossino cercò di richiamarli, ma Rukawa si mosse avvicinandosi all'oggetto sul pavimento.
- Maledizione, non potevi startene zitto? - brontolò; il rossino cercò di scorgere il suo viso nella penombra.
- No, non potevo! Perché se ti avessi lasciato uscire da qui, probabilmente tu mi avresti evitato!
Rukawa raggiunse l'oggetto e lo prese con fatica tra le mani legate dietro la schiena.
- E' un coltello. Almeno possiamo liberarci. Aiutami.
Saltellando come due idioti (Ehi! NdH&R), riuscirono a mettersi schiena contro schiena e qualche minuto dopo Hanamichi aveva i polsi liberi; prese il coltello e si liberò anche le caviglie, poi si avvicinò a Rukawa, ma prima di slegarlo accostò il viso al suo, per vederlo negli occhi. E l'altro si ritrasse appena.
- Beh? Vuoi liberarmi?
- Prima voglio parlare un po'.
- Mi fanno male le braccia!
- Allora cerca di non perdere tempo! Cos'hai fatto, stanotte?
Rukawa distolse lo sguardo ed il rosso s'infuriò.
- Ho il diritto di saperlo, Michael!
- Perché? Parli come una fidanzata gelosa!
Hanamichi esitò, però poi ritrovò la sua grinta.
- Come sarebbe a dire?! Io ho il diritto di saperlo perché questa mattina tu eri molto diverso! Mi hai trattato malissimo!
- Mi dispiace, d'accordo? E adesso liberami!
- Ho incontrato un ragazzo! Aveva il tuo maglione!
Gli occhi di Rukawa si spalancarono appena e Hanamichi ebbe conferma ai suoi sospetti.
- Sei stato con lui! Perché aveva il tuo maglione?
- Liberami, Hanamichi! Voglio andarmene da qui!
- No! - strillò il rossino spingendolo a terra e mettendosi cavalcioni su di lui; il suo sguardo era più che furioso: era febbrile. Non poteva lasciarlo andare, non stavolta! Non poteva continuare a convivere con un angelo lunatico, che lo trattava come un amico e subito dopo come una pezza da piedi! Era un arcangelo, dopotutto, aveva la sua dignità! Si chinò fino a trovarsi con il viso a pochi centimetri da quello della volpe.
- Dimmi la verità, maledizione! Perché sei cambiato in una sola notte? - gli chiese con voce bassa e minacciosa; Rukawa sostenne lo sguardo per un attimo, poi voltò il viso da un lato.
- Ho salvato la vita a quel ragazzo...stava per annegare. Ha il mio maglione solo perché gliel'ho prestato visto che i suoi abiti erano bagnati.
Hanamichi si sorprese a quelle parole e si sentì stranamente sollevato.
- Tutto qui? - chiese - E allora perché mi hai scacciato, stamattina?
- Ho usato i miei poteri ed ero a pezzi...avrei risposto male a chiunque mi avesse svegliato. Ti avrei chiesto scusa stasera, appena fossi stato un po' più sveglio.
Dicendo quelle parole aveva voltato nuovamente il viso verso di lui e Hanamichi gli sorrise prima di appoggiare la fronte sulla sua.
- Stupida volpe, mi hai fatto passare una giornata infernale... - mormorò e l'altro gli sorrise.
- Perdonami. (E che cavolo, questo mi provoca! NdR; Per questo motivo sei ancora legato! Sennò, chissà cosa gli facevi, poveretto! NdK)
Hanamichi si spostò e lo girò tagliando le corde che legavano le braccia e le gambe; Rukawa si massaggiò il polso destro, mentre il rossino si alzò ed andò a controllare la porta e la finestrella. Poi aprì completamente le tende lasciando entrare la luce del giorno morente.
- Ci hanno proprio giocato un bello scherzo! - esclamò andando ad esaminare il cibo sul tavolo.
- Sono preoccupati per noi...
- Già, che carini!
Rukawa andò a sedersi con la schiena appoggiata al muro.
- E' stato Maki a suggerirmi d'ingoiare l'orgoglio e di parlare con te - continuò poi.
- Mi piace, quel ragazzo: è molto saggio per avere solo diciassette anni.
- Tutto il contrario di Kiyota!
Hanamichi ridacchiò andando a sedersi accanto a lui.
- Beh, si completano a vicenda! Che facciamo? Ci teletrasportiamo fuori di qui?
- No, se dovessero tornare e non ci trovassero, sarebbero guai.
Il rossino guardò l'amico seduto al suo fianco, notando finalmente le profonde occhiaie che si accompagnavano al livido sul mento...ricordino della loro ultima scazzottata.
- Ehm...Rukawa, hai riposato abbastanza?
- Mm...insomma...
- Vieni qui!
Il moretto lo guardò corrugando la fronte.
- Qui dove?
- Qui! - esclamò Hanamichi stendendo ed allargando le gambe, mentre si batteva una mano sul petto - Puoi appoggiarti a me e dormire!
- Stai scherzando... - mormorò Rukawa stranamente irrigidito; Hanamichi scosse il capo.
- No! Appoggiati a me e dormi! Ti farò da materasso!
- Non mi sembra il caso...
- Perché no? Sarà più comodo che addormentarsi in quella posizione...ti conosco, non resterai sveglio per molto!
- Sì, ma...se ci trovano in quella posizione...
- Siamo due fratelli, no? Che male c'è? E poi, chi se ne importa di quello che pensano gli altri!
- Ma...
- Da quando ti fai tutti questi problemi? - lo interruppe Hanamichi con sguardo malizioso. - Oppure il vero motivo è che sei davvero arrabbiato con me?
- No! Ma, io...
- Come vuoi volpe! - esclamò a quel punto Hanamichi mettendo il broncio ed incrociando le braccia sul petto; Rukawa esitò per un attimo, poi gli si avvicinò carponi e, quando i loro sguardi s'incrociarono, gli sorrise.
- Sei un bambino. - mormorò; Hanamichi scoppiò a ridere e lo accolse sul suo petto. Ma accadde una cosa che non aveva previsto: Rukawa non si appoggiò con la schiena, bensì si mise su un fianco e si accoccolò con il viso nell'incavo del suo collo. Ed in meno di un minuto era profondamente addormentato. Hanamichi ascoltò il suo respiro regolare e pesante, che gli solleticava la gola, assaporò il calore del suo corpo avvolto in un caldo maglione poco primaverile. E, senza accorgersene, si ritrovò ad abbracciarlo ed a stringerlo a sé: gli piaceva quella situazione, gli trasmetteva una sensazione cui non sapeva attribuire un nome. Sentiva solo che voleva proteggere quel volpino, dalla scorza dura ma dal cuore tenero; che voleva fermare il tempo, per poterlo stringere sempre in quel modo; che voleva sentire il tocco delle sue labbra sulla guancia, così come era successo con Haruko. Perché aveva provato sensazioni strane...mai sentite prima in tutta la sua vita di angelo...ed ora, mentre appoggiava la guancia a quei capelli morbidi dal profumo di melo selvatico, non riusciva a non pensare all'amore umano. Che per lui era inibito. Strano, non ci aveva mai pensato, prima...forse perché non aveva mai vissuto a contatto con tanta gente, non sapeva quanto fossero passionali, ribelli, gentili, autoritari, divertenti. Li osservava da lontano senza riuscire a comprenderli, come i bambini che si appiccicano ai vetri delle gabbie allo zoo, e chiedono informazioni potendo solo immaginare ciò che scoprono. Di certo una cosa l'aveva scoperta a sue spese: il dolore! Si era sempre chiesto cosa si provasse a subire un taglio, o un pugno...ed ora lo sapeva, e non ne era contento! Ma...se poteva provare dolore...poteva anche provare l'amore? Sapeva che non era un discorso degno di un angelo...anzi, arcangelo...perché un essere del suo rango non poteva permettersi di provare amore per una sola persona. Doveva amare tutti, indistintamente! Però...stando sulla Terra, si era reso conto che era impossibile amare tutti nello stesso modo: ad esempio, Kiyota imparava ad apprezzarlo solo ora! E spesso aveva provato indignazione verso la volpe che ora si stringeva a lui, ma che adesso...adesso era la persona cui teneva di più; la persona da cui desiderava essere apprezzato. Colui di cui voleva l'attenzione ed il rispetto. Era normale, tutto ciò? Poteva, un angelo, permettersi simili pensieri e sensazioni? Non lo sapeva. Ma sarebbe stato attento: nessuno doveva capire ciò che gli scombussolava la mente. Neanche il volpino. Sospirò e chiuse gli occhi depositando un lievissimo bacio sui quei capelli dai riflessi blu.


-Capitolo 16-


Erano le otto passate e Kiyota si alzò in piedi con uno scatto indicando al suo capitano di guardare l'orologio; Maki sgranò gli occhi alzandosi e dirigendosi alla cassa per pagare la loro cena. Tornando verso la palestra dello Shohoku a grandi passi, la piccola ala sembrò preoccuparsi.
- Ehi, capitano, non è che si sono ammazzati di botte, vero? - chiese con poca voce; Maki si strinse nelle spalle.
- Spero proprio di no! Mi sto chiedendo se abbiamo avuto una buona idea!
- Veramente è stata solo tua!
- Ma tu mi hai aiutato, quindi sei mio complice!
Kiyota incrociò le braccia con aria pensierosa.
- Piuttosto, temo che ci tenderanno un agguato quando torneremo! Dobbiamo stare attenti!
Maki annuì.
- Sì...non pensi che siano riusciti a scappare, vero?
- No, la manager della squadra dice che quella finestrella è impossibile da aprire.
- Per fortuna ci ha aiutato lei! In gamba, quella ragazza!
Kiyota sbuffò, apparendo contrariato.
- Mm...una ragazza come tante! Anzi, un po' pericolosa, a mio avviso!
- Per quella sventagliata che ti ha fatto venire un bernoccolo? - esclamò il capitano scoppiando a ridere; Kiyota lo guardò in cagnesco.
- Non mi piacciono le ragazze manesche! - borbottò e la voce di Maki si fece improvvisamente bassa.
- E quali ragazze ti piacciono?
Kiyota inarcò un sopracciglio: che razza di domanda era? Ed in quel momento, poi! Ma Maki sembrava incredibilmente serio.
- Beh...non so...gentili, tanto per cominciare...e affettuose! Sì! E che non mi mettano i bastoni fra le ruote, che mi lascino allenare ogni volta che voglio, che non s'impiccino degli affari miei; e che riconoscano la mia bravura, che non siano tirchie di complimenti...
- Ehi, ma tu vuoi una schiava! - esclamò Maki rimettendosi a ridere; Kiyota scosse il capo.
- No, non direi! Voglio la ragazza perfetta! Ma tanto so che non esiste!
- Non dire così, la troverai!
- Ehi, capitano, ma io non la sto cercando!
Gli occhi di Maki si spalancarono un attimo, ma il ragazzo si affrettò a voltare lo sguardo davanti a sé; Kiyota increspò le sopracciglia, notando che il suo capitano era strano. Avrebbe voluto chiedergli cosa gli passava per la testa, ma non riuscì a farlo perché ormai erano arrivati al liceo Shohoku; entrarono in palestra usando le chiavi della manager, poi si avvicinarono allo sgabuzzino e si attaccarono con le orecchie alla porta per sentire qualcosa. Ma all'interno tutto taceva. Maki indicò a Kiyota di tirarsi indietro, poi aprì piano la porta, cercando di non fare rumore con lo scatto della serratura. Poi la spalancò e si spostò di lato; ma non successe nulla. Entrambi sbirciarono sporgendo la testa: all'interno tutto era buio e non si sentivano rumori; Maki tastò la parete interna dello stanzino, trovando l'interruttore e facendolo scattare. E, davanti ai loro occhi, si presentò una scena che aveva dell'incredibile, tanto che rimasero per alcuni istanti con le mascelle contro il petto: i due fratelli stavano dormendo beatamente. Hanamichi era semi sdraiato con la schiena appoggiata al muro e la testa piegata sulla spalla destra; le sue mani erano abbandonate sul corpo di Rukawa, comodamente appoggiato al suo petto. Il volpino, infatti, era accoccolato tra le gambe del rosso, con il viso appoggiato alla sua gola e le braccia che gli cingevano la schiena. Infastiditi dalla luce, entrambi si mossero: Rukawa abbassò il viso per coprirsi con la spalla, mentre il rossino mugugnò qualcosa voltando il capo fino ad appoggiarsi ai capelli del fratello. Poi socchiuse un occhio, con espressione infastidita; le sue mani si mossero a stringere il corpo del fratello, che si avvicinò di più a lui (Più di così? Guarda che vi fondete! NdK) Quando però riuscì a ritrovare un po' di lucidità, aprì entrambi gli occhi e li fissò sui due ragazzi del Kainan, ancora fermi sulla porta.
- Ah, siete arrivati. - mormorò con voce impastata ma senza muoversi; Rukawa si mosse, infastidito dalla sua voce. Hanamichi abbassò lo sguardo su di lui ed un dolce sorriso gli si allargò sul volto, però poi sospirò e lo scosse gentilmente.
- Mi...Kaede, sveglia! Sono venuti a tirarci fuori! Ehi! - la sua voce era solo un sospiro e Kiyota sentì un brivido lungo la schiena: lui non si sarebbe mai sognato, nemmeno in mille anni, di parlare con quel tono a suo fratello! Certo che quei due erano davvero pazzi! Erano passati dall'odio a tenere effusioni!
- Forza, Kaede! - esclamò Hanamichi stavolta un po' più convinto; Rukawa aprì gli occhi con uno scatto, probabilmente svegliatosi di soprassalto e si raddrizzò cercando di colpire il fratello con un pugno. Ma questi lo fermò con una mano aperta.
- Non perdono chi disturba il mio sonno! - ringhiò ancora addormentato; Hanamichi ridacchiò.
- Ehi, volpe, guarda che non sono io quello con cui devi prendertela! Guarda un po' alla tua sinistra!
Rukawa si voltò verso i due del Kainan ed improvvisamente il suo sguardo fu lucido; si alzò lentamente in piedi, seguito da un dolorante Hanamichi che cercava di stiracchiare i muscoli intorpiditi dalla posizione e si avvicinò deciso a Maki e Kiyota.
- Ehm...Rukawa...calmati su! - esclamò Maki indietreggiando davanti a quello sguardo non più di ghiaccio ma di fuoco - In fondo abbiamo agito per il vostro bene!
Il volpino si fermò e li guardò entrambi per un attimo, poi sorrise debolmente.
- Grazie - mormorò; Maki e Kiyota spalancarono la bocca più di prima. Ma Hanamichi fu accanto al fratello con uno scatto ed un'espressione tutt'altro che gentile.
- Voi, brutti...scimmioni! Ho saltato la cena, per colpa vostra! - sbraitò con ritrovata grinta; Maki guardò verso il tavolo e vide che il cibo non era stato toccato.
- Ma vi avevamo portato da mangiare!
- Primo: quella schifezza, fredda poi, mangiatela tu! Secondo: ci siamo addormentati! Ed ora sto morendo di fame! E voi due, per recuperare al danno fatto, ci porterete a cena!
- Cosa?! - sbraitò Kiyota, ma Rukawa annuì.
- Sì, giusto - mormorò; Maki cinse le spalle del compagno di squadra.
- Avanti, Kiyota, in fondo hanno ragione! Sono stati chiusi qui dentro per tre ore! E poi, ci faremo raccontare cos'è successo!
Hanamichi annuì con convinzione, mentre Rukawa gli rivolgeva uno sguardo dubbioso.
- Sì, giusto, faremo così! Abbiamo tante di quelle cose da raccontare!
- Ma...
- Zitto, volpe! Andiamo, il mio stomaco reclama!

- Ehi, tutto qui? Non vi siete neanche presi a pugni? - si lamentò Kiyota.
- No! - rispose Hanamichi infilandosi un pezzo di carne in bocca.
- Ma questa storia non vale una cena!
- Eh eh eh...
- Ci hanno imbrogliato! - esclamò infine il moretto; Hanamichi cominciò a ridacchiare.
- Non mi sembrava di averti detto che era successo molto...
- Invece sì, l'avevi detto! - sbraitò Kiyota facendo voltare un paio di persone. - Quindi smettetela di mangiare! Tra l'altro sembrate due che non toccano cibo da anni! Quello è il terzo piatto di riso che ti strafoghi, scimmia!
- Sono in fase di crescita, ho bisogno di cibo. E poi non sono l'unico, guarda Ru!
- Mm... - borbottò l'altro a bocca piena; Maki scoppiò a ridere.
- Siete davvero incredibili! Ma quanto durerà questa pace?
- Finché Rukawa non mi terrà nascosto nulla, andremo d'amore e d'accordo - esclamò Hanamichi beccandosi un'occhiataccia dal volpino; Kiyota si avvicinò al suo capitano parlando a bassa voce.
- Ehi, Maki, hai con te abbastanza soldi? Io sono al verde!
Maki gli sorrise scompigliandogli i capelli.
- Non preoccuparti! - esclamò, ma si bloccò quando vide gli occhi dei due amici puntati su di loro.
- Sai, siete molto carini. - bofonchiò Hanamichi tra un boccone e l'altro; Maki arrossì ritraendo la mano e Kiyota si sporse con rabbia sul tavolo.
- Ehi, scimmia rossa, attento a quello che dici! - esclamò, ma Hanamichi evitò di ribattere: Maki sembrava molto triste e temeva di averlo offeso in qualche modo. Rukawa terminò la carne e si appoggiò allo schienale della sedia con aria soddisfatta; Hanamichi allora gli sorrise.
- Sei sazio, Ru?
- Sì...e tu?
- Beh, ho posto per il dolce.
Si guardarono per un attimo, poi sorrisero, alzarono una mano e gridarono insieme.
- Cameriere!

Dopo cena tornarono a casa di Rukawa e Hanamichi; il volpino si congedò immediatamente, andando a dormire e nessuno protestò, perché era evidente che fosse a pezzi. Maki chiese spiegazioni al rossino, che però evitò di rispondere. Parlarono così di basket e Hanamichi poté dedicarsi ai suoi battibecchi con Nobu-scimmia, arrivando persino vicino alle mani in un paio d'occasioni; ma Maki aveva sempre calmato le acque. Infine, verso le undici, i due giocatori del Kainan decisero di tornare a casa: avevano ancora un'ora di viaggio prima di potersi buttare sul letto e l'indomani c'era scuola. Hanamichi li salutò e tornò in cucina per riordinare, poi si cambiò e si diresse verso la propria stanza...ma si fermò fissando il pavimento. Lo voleva. Voleva il tepore del suo respiro sulla pelle, voleva la sicurezza delle sue braccia forti e sottili lungo la schiena; voleva quella sensazione indefinibile che aveva provato mentre lo guardava dormire, solo poche ore prima. E che non lo aveva mai abbandonato neppure durante il sonno. Tornò sui suoi passi ed entrò silenziosamente nella stanza di Kaede; attraverso la debole luce di un lampione che riusciva a filtrare tra le persiane abbassate, riuscì a scorgere il suo viso di fine porcellana. E gli si avvicinò incapace di distogliere lo sguardo. Non sapeva cosa gli stava succedendo, ma sentiva che il suo cuore si riempiva ogni secondo di più, che il suo respiro era l'unico rumore capace di sfiorare le sue orecchie, che il suo profumo era l'unico sapore in grado di fargli mantenere un contatto con la realtà. Perché lentamente se ne stava allontanando. Stava raggiungendo uno spazio indeterminato, dove non esisteva nulla...solo quel corpo addormentato, bello da far male. Si riscosse quando Kaede si voltò su un fianco voltandogli la schiena e facendo ruzzolare per l'ennesima volta il micetto nero. E si alzò con uno scatto: cosa gli stava succedendo? Perché, all'improvviso, tutti quei pensieri assurdi gli invadevano la mente...ed il cuore...Non poteva dormire con lui. Non poteva abbracciarlo di nuovo. Non ne conosceva il motivo...sapeva solo che non doveva farlo. E, stringendo i pugni, tornò nella propria stanza, riuscendo a prendere un po' di riposo solo verso l'alba.

- Mi sembra che Michael sia tornato quello di sempre...anche se finalmente è un po' più gentile con il povero Gabriel.
- Quello è un dritto, Emmanuel! Forse sa che noi lo teniamo d'occhio.
- Dovrebbe essere un vero attore per nascondere qualcosa a noi! (Illusi! NdK)
- Cosa significa, "illusi"?!
- Eh? Come avete fatto a sentirmi? O_o
- Siamo angeli, ragazzina! Allora, sai qualcosa che noi non sappiamo?
- Eh eh eh! Sì, proprio così!
- Cioè?
- Cioè...Hana e Ru sono tutti miei!
- Ehm...Peter...non darle retta...mi sa che è un po' pazza...
- Sì...ehi, come sei salita fino a quassù?
- Ma scendi dalle nuvole! È tutta scenografia, no?
- Mm...è pazza sul serio!
 

 


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