Disclaimer: I pg di SD appartengono
all'immenso Inoue, io scrivo perché mi diverto un mondo e non
preoccupatevi, sono ancora abbastanza in me da non chiedere nulla per
quello che scrivo...
Dediche: A tutte le ragazze che hanno letto e commentato la fic ed a cui
non ho risposto! Mi sento un vermiciattolo, perdonatemi, ma prometto che
d'ora in poi solo eventi cosmici (O__o) potranno ancora impedirmi di
farlo! Un grossissimo bacione!
IMPORTANTE: Oltre alle due coppie principali, questa fic contiene anche
altri pair sballati, tirati a caso dalla sottoscritta lanciando una
monetina! NON sono coppie ritenute canoniche, se la cosa vi urta, non
leggete la fic oppure saltate tranquillamente i pezzi (cmq poco rilevanti
ai fini della storia). Io vi ho avvertito! ^^ Baci baci!
Nota: Mi sono dimenticata (come sempre) di avvertire che i pg sono OOC...
ma questa è un AU, siate clementi e non temete... rimetterò tutto a posto!
^^
Hana - Ehm...Kie, cominciano a farmi male
le ossa, a forza di prenderle...
Ru - A chi lo dici! Tutti 'sti lividi mi stanno sfigurando!
Kieran - Non preoccupatevi, quella era la vostra ultima scazzottata...almeno
credo...
Hana ^///^ - Quindi adesso ci mettiamo insieme?
Kieran - Eh? E perché, scusa?
Hana - Come, perché! Non è una HanaRu?
Kieran - Veramente...non lo so...non so se vi farò mettere insieme...
Hana - Cioè...niente lemon?
Kieran - Ma siete due angeli! Voi non conoscete le perversioni del sesso!
Ru - Abbiamo un lato umano, adesso! E poi, scusa, Hana mi fa uno
spogliarello ed io non gli salto addosso?
Kieran - Beh...mi sono trattenuta anch'io, puoi farlo anche tu!
Ru - Come sarebbe a dire? Da quando hai tutto questo interesse per il mio
Hana?
Kieran - Ehm...devo scrivere...ci vediamo...
Ru - Quella specie di autrice, mi ha gentilmente (-.-) chiesto di
supplicarvi di non sgozzarla, minacciarla o costruire bamboline vodoo per
torturarla a distanza, dopo aver letto il capitolo... non so di cosa si
tratti, ma la cosa non mi piace... per niente!
Angels'
Hearts
di Kieran
Parte 4 di 10
-Capitolo 11-
Kiyota accompagnò il suo capitano a casa e lo aiutò a preparare la borsa
del ghiaccio che gli appoggiò sullo zigomo destro, che già cominciava ad
annerire; poi gli si sedette accanto sul divano, incrociando le braccia
con rabbia.
- Se rivedo quei due, giuro che...
- No, non parlare così! - disse Maki guardando fisso davanti a sé - Sono
convinto che quei due abbiano un problema molto grosso...
- Sì, al cervello!
- No! Non sono liti comuni! Nessuno può odiarsi fino a quel punto!
Kiyota guardò il suo capitano inarcando un sopracciglio.
- Credi che ci sia sotto qualcosa di grosso?
Maki si strinse nelle spalle.
- Penso di sì...d'altronde...nessuno dei due è così insopportabile.
- Cosa?! - sbottò Kiyota - Ma li hai guardati bene? La volpe è superba
all'inverosimile, mentre la scimmia rossa...
- Aspetta a parlare, lasciami spiegare! - lo interruppe Maki guardandolo
deciso - Quello che voglio dire, è che ho conosciuto ragazzi veramente
antipatici, che davvero non riuscivo a sopportare. Ma anche in loro ho
riscontrato qualche lato buono, quindi non sono mai arrivato ad odiarli!
E lo stesso vale per quei due! Hanamichi è molto gentile...
- Gentile? - sbraitò Kiyota massaggiandosi la mandibola dolorante e Maki
gli sorrise appoggiandogli la borsa del ghiaccio sul viso.
- Sì, gentile! So che ha accettato di entrare nello Shohoku solo per
realizzare il sogno di Akagi di arrivare agli interscolastici...e deve
aver litigato con suo fratello, per questo.
Kiyota ripensò al giorno in cui si erano scontrati, all'espressione
gentile che aveva scorto sul suo viso quando se lo era ritrovato
addosso: non si era arrabbiato per lo scontro, ma solo dopo che lui gli
aveva inveito contro.
- Va bene, posso capire Sakuragi...ma Rukawa? - chiese appoggiando
distrattamente la propria mano su quella del capitano che gli teneva
premuto il ghiaccio sul viso; Maki sembrò esitare, ma si riprese subito.
- Beh...anch'io pensavo che lui fosse un pezzo di ghiaccio senza
sentimenti, ma prima, quando tu e Hanamichi vi stavate picchiando, lui
si è afferrato i capelli e, con un'espressione quasi disperata, si è
chiesto come siano potuti arrivare a quel punto. Sbaglierò, ma credo che
lui tenga a quel rossino più di quanto lui stesso pensi.
- Mm... - mormorò Kiyota pensieroso.
- E poi, ieri sera...
- Ieri sera? - sbottò il moretto interrompendolo - Gli ha tirato uno
scherzo perfido e poi se l'è risa di brutto!
- Sì, ma...ad un certo punto il suo atteggiamento è cambiato: il suo
sguardo è diventato...non so...attento, protettivo, non so come
spiegartelo!
Kiyota inarcò un sopracciglio guardando il suo capitano.
- Secondo me, Maki, tu cerchi il lato buono in ogni persona.
Il ragazzo più grande sorrise.
- Forse...ma non credo di sbagliarmi, in questo caso.
- Mm...
- Credo che abbiano un problema molto grave, che va al di là della
semplice mal sopportazione.
- E se...avesse a che fare con i loro genitori?
Maki inarcò le sopracciglia.
- Cioè?
- Beh, se ho capito bene, quei due hanno lo stesso padre ma madri
diverse...forse è successo qualcosa fra i loro genitori, per cui ora
adesso si odiano profondamente...
- Sì, potrebbe essere un'idea...sai mi piacerebbe aiutarli. In fondo
credo che si vogliano più bene di quanto credano.
Kiyota sorrise amabilmente al suo capitano, che arrossì ritraendo di
scatto la mano ancora appoggiata alla borsa.
- Hai un cuore d'oro, Maki. Ed io ti aiuterò.
- Grazie, ma non sarà facile, Nobu-chan.
Maki spalancò gli occhi sentendosi morire: oddio, come lo aveva
chiamato? Si era tradito! Ed ora come avrebbe reagito Kiyota? Aveva
fatto tanti di quei sacrifici per non svelare il suo amore per quella
furia scatenata, ed ora si lasciava scappare un nomignolo così
compromettente! Si costrinse a spostare lo sguardo verso il suo compagno
e si rilassò quando lo vide concentrato con lo sguardo fisso davanti a
sé: stava pensando ad una soluzione per il problema dei due fratelli e
non si era accorto di nulla. Bene...forse...
Hanamichi aveva seguito Rukawa fino alla spiaggia in cui era solito
allenarsi Kiyota ed ora guardava la sua schiena con impazienza, sentendo
ancora un certo prurito alle mani: non considerava conclusa la loro
discussione, anche se non sapeva cosa pensava il volpino visto che non
si lasciava guardare in faccia.
- Allora, volpe, si può sapere cosa vuoi? Non ho tempo da perdere con
te!
Rukawa strinse i pugni senza voltarsi e Hanamichi sbuffò spazientito, ma
il volpino si voltò lentamente guardandolo con espressione all'apparenza
addolorata.
- Non ti stavo mentendo, stamattina, quando ti ho ringraziato.
Hanamichi ricordò il primo pensiero che gli aveva attraversato la mente:
il suo sorriso era sincero...ma ricordò anche il secondo.
- Ancora con questa storia? Stai ancora recitando per i tuoi due
spettatori, Michael?
- Piantala di dire stronzate! - esclamò l'altro infervorandosi, ma
Hanamichi lo guardò con occhi di ghiaccio.
- Ti sei arrabbiato perché ho smascherato il tuo piano, vero? Ma non ho
più intenzione di favorire il tuo gioco! Basta fare gioco di squadra! Io
ho sempre agito nel modo migliore per entrambi, mentre tu hai sempre
pensato solo per te! Tu non hai mai fatto gioco di squadra, non ne sei
in grado! Ed ora ho deciso che diventerò anch'io un solista!
- Smettila! - esclamò Rukawa improvvisamente; gli si avvicinò fissandolo
negli occhi e Hanamichi si preparò a difendersi, ma il volpino non
accennò a colpirlo. Si fermò con il petto quasi addosso al suo
appoggiando la guancia sinistra contro quella di Hanamichi e
sussurrandogli nell'orecchio.
- Adesso nessuno può sentirci, Gabriel. - il suo tono sembrava triste...possibile?
- E non ti stavo mentendo: e se lo vuoi sapere, poco fa ero arrabbiato
con te perché tu non mi hai creduto, stamattina...anche se ne avevi
tutte le ragioni, dopo quello che ti ho detto ieri sera. (Mi gira la
testa: prima, stamattina, ieri sera...fammi rileggere, va! NdK)
Hanamichi lo ascoltò senza parlare, chiedendosi se credergli oppure no...temeva
ancora che l'altro cercasse un modo per fregarlo.
- E' vero, fino ad ora ho pensato solo a me stesso, fregandomene di
quello che pensavi tu...e mi sono comportato come un idiota,
aggredendoti. Perdonami.
Hanamichi esitò: voleva perdonarlo e credergli, disperatamente. Ma
temeva di essere ferito di nuovo, che alla fine, quando finalmente
avessero salvato la vita di Kiyota, lui gli ridesse in faccia dicendogli
che era stato uno stupido a credere ad un finto pentimento.
- E...a dirla tutta...ero infuriato anche per un altro motivo...ecco...prima,
non ho voluto teletrasportarmi perché...
Hanamichi si accorse della fatica con la quale stava pronunciando quelle
parole e si voltò a guardarlo; e Rukawa voltò di poco il capo verso di
lui, trovandosi quasi a sfiorare le labbra dell'altro.
- Perché altrimenti anche tu avresti scoperto quello che io so già...che
sei più potente di me.
- Cosa? - chiese piano Hanamichi sentendo di non potersi staccare da
quello sguardo infinito.
- Tu...quando ti sposti, anche a grande distanza, non ne risenti. Mentre
io mi sento a pezzi fisicamente.
Hanamichi inarcò le sopracciglia: chissà quanto gli costava ammettere di
non essere il migliore in qualcosa. Era la prova che cercava di essere
sincero e non lo imbrogliava? Beh, gli sembrava proprio di sì.
- Ed ora cosa vuoi fare? Smettiamo di prenderci a botte? - gli chiese
con un mezzo sorriso; Rukawa annuì.
- Sì...se vuoi.
- Certo che lo voglio! - esclamò Hanamichi ridendo ed abbracciandolo con
forza; il volpino non ricambiò l'abbraccio, ma appoggiò il viso sulla
sua spalla, lasciandosi cullare.
- Coff coff coff coff coff coff coff coff
- Peter, riprenditi, cosa succede?
- Coff...non...coff coff coff
- Peter! Tieni, bevi qualcosa!
- Glu glu glu...ah..coff coff...non posso crederci!
- Ma cosa ti è successo? Ti è andato di traverso il sushi?
- Sì! Ma tu...coff...hai visto quello che è succ...coff...esso?
- Beh, sì...ma cosa c'è di strano?
- COSA?! Vanno d'amore e d'accordo! Quanto darei per sapere quello che
Michael gli ha detto nell'orecchio!
- Gli avrà chiesto di sposarlo?
- Eh? Coff coff coff coff coff
- Calmati e bevi!
- Ma come ti è saltata in mente un'idea del genere?
- Beh, Gabriel ha risposto "certo che lo voglio".
- Uhm...ma gli angeli non possono sposarsi...e non provano neppure
l'amore che lega due innamorati.
- Sì, è vero...
- Stiamo a vedere cosa succede adesso, forse capiremo qualcosa di più
-Capitolo 12-
Erano di nuovo in ritardo, ma stavolta Hanamichi afferrò il braccio di
Rukawa e lo portò con sé trasportando entrambi alla scuola; apparvero
all'interno di un bagno ed il moretto guardò l'amico inarcando un
sopracciglio.
- Come stai? - chiese piano; Hanamichi annuì sorridendo.
- Bene, non mi sento affaticato neppure un po'! E adesso andiamo, che
siamo ancora in tempo!
Uscirono dal bagno e si bloccarono: c'erano due ragazzi appoggiati al
muro, che si stavano baciando con passione. Almeno uno dei due, perché
l'altro si limitava a starsene appoggiato con la schiena contro le
pareti umide del bagno, ricambiando però il bacio, mentre il suo
compagno esplorava il suo petto al di sotto della divisa. Quando
Hanamichi e Rukawa uscirono dal bagno, i due fecero un salto staccandosi
e guardandoli diventarono fucsia; Rukawa inarcò un sopracciglio,
semplicemente sorpreso dalla scena, ma Hanamichi rimase senza parole.
Quello contro il muro non doveva essere lì.
- Voi...non c'era nessuno... - balbettò il biondino che aveva
l'iniziativa; Rukawa prese Hanamichi per un braccio per portarlo fuori
della stanza, ma il rosso non si mosse.
- Andiamo, lasciali in pace! - esclamò autoritario, ma Hanamichi scosse
il capo fissando l'altro ragazzo.
- Tu non dovresti essere qui!
- Ehi, amico, hai qualcosa contro di noi? - esclamò il biondo
frapponendosi fra lui ed il suo compagno - Se non sbaglio anche voi
eravate in due in un bagno!
Hanamichi scosse il capo, ignorando il senso di quelle parole.
- Non ho niente contro di te! Ma...
- Ehi, rosso, vuoi lasciarli in pace? - esclamò spazientito Rukawa - La
campanella sta suonando, arriveremo in ritardo.
- Io e te parliamo dopo, Yasuda! - esclamò Hanamichi seguendo il moretto
che, mentre correvano verso l'aula, lo guardò storto.
- Cosa devi dire a Yasuda? Tu sei un angelo, non dovresti avere
pregiudizi su quello che hai visto!
- Non li ho, infatti! Ma Yasuda ha una ragazza e la sta tradendo!
- Davvero? - mormorò Rukawa, ma lo guardò subito con sospetto - Aspetta
un attimo! Non vorrai intrometterti!
- Certo! Haruko mi ha chiesto di darle una mano ed è quello che farò!
- E chi è Haruko?
- La sorella del gorilla, l'ho conosciuta due giorni fa, quando sono
andato a casa sua.
Entrarono in classe proprio nel momento in cui il professore di
matematica stava richiudendo la porta e si sedettero ai banchi con il
fiatone; l'uomo li guardò inarcando le sopracciglia, ma li lasciò in
pace e cominciò la lezione.
Terminate le lezioni Hanamichi corse in palestra senza aspettare Rukawa,
che camminava come uno zombie, mezzo addormentato come sempre; voleva
assolutamente parlare da solo con Yasuda, chiedendogli spiegazioni. Non
poteva illudere Haruko in quel modo crudele. Soprappensiero, sbagliò
direzione e fu costretto a tornare indietro, giungendo dal lato
posteriore della palestra, ma in quel modo vide un ragazzo gironzolare
lanciando occhiate all'interno di un finestrino. Gli si avvicinò
camminando e, quando gli fu alle spalle, lo salutò allegramente.
- Ehi, ciao! Cosa fai qui?
L'altro fece un balzo e si voltò rosso in faccia e con il fiatone: era
un ragazzo castano, con capelli a caschetto e occhi profondi da
cerbiatto.
- Tu...mi hai fatto prendere un colpo! - esclamò cercando di
riprendersi; Hanamichi gli sorrise grattandosi la testa.
- Scusa...
- Chi sei? - chiese l'altro osservando il borsone sulle sue spalle; il
rossino allungò una mano verso di lui.
- Hanamichi Sakuragi! E tu?
- Ehm...Kenji Fujima.
- Vuoi entrare in squadra? - gli chiese sinceramente interessato, ma
l'altro fece una risata.
- Oh, no, io ho già una squadra!
- Mm...quindi stavi spiando...
- No, no! - esclamò l'altro agitando le mani davanti al petto - Io...è
meglio che vada! Ciao Sakuragi!
Scappò senza lasciargli il tempo di dire nulla, così il rossino si
strinse nelle spalle ed entrò in palestra cercando subito Yasuda. Che
però non si presentò agli allenamenti. In compenso fu raggiunto alle
spalle da una gentile voce di ragazza.
- Ciao Hanamichi, come stai?
Si voltò sorridendo alla sorella di Akagi, cercando di non mostrare la
pena che provava: gli dispiaceva molto per lei, ma soprattutto si
chiedeva come l'avrebbe presa sapendo che il suo ragazzo la tradiva.
- Ehi, Haruko! Allora sei venuta! Stai meglio?
- Sì, grazie! Hanamichi, loro sono le mie amiche Matsui e Fujii.
Le ragazze lo salutarono guardandosi però intorno.
- Ehm...non c'è tuo fratello? - chiese Matsui speranzosa e Hanamichi
s'imbronciò un poco.
- Oh, voi siete quelle che dicono che è stupendo!
- Haruko! - urlarono in coro le due ragazze, ma in quel momento il
diretto interessato fece il suo ingresso in palestra e, mezzo
addormentato, andò a sbattere proprio contro le tre ragazze, finendo
disteso sopra Fujii; la ragazza se lo trovò con il viso a pochi
centimetri dal suo e per poco non svenne. Il volpino si rialzò
scusandosi, poi si diresse negli spogliatoi senza aiutarla a rialzarsi;
ma non ci sarebbe riuscito comunque. Haruko e Matsui s'inginocchiarono
accanto all'amica cercando di rianimarla, mentre Hanamichi osservava la
scena con espressione sorpresa; Mitsui gli si affiancò scuotendo il
capo.
- Cos'avrà di così speciale, poi... - mormorò, ma tre ragazze alle sue
spalle gli urlarono improperi di ogni genere; voltandosi, i due compagni
di squadra rimasero senza parole. Sulla porta d'ingresso della palestra,
c'erano tre scalmanate che indossavano abiti da ragazze pompon, con
tanto di batuffoli di pelo alle mani e con una fascia in testa che
formava la scritta "Kaede", mentre sul petto la parola "Rukawa".
- E queste? - esclamò incredulo Mitsui; Hanamichi le guardò senza
riuscire a reagire.
- Rukawa è il ragazzo più bello del pianeta, guai a voi se provate a
dire il contrario! - esclamò la prima, ma Hanamichi ridacchiò dando di
gomito a Mitsui.
- Ehi, se si sbagliano, formano la parola Kawaru!
- Beh, se è per quello anche Ruwaka e...
- Ehi, brutti zotici! Non provate ad offendere il nostro Rukawa!
Il volpino in questione uscì dagli spogliatoi con faccia un po' più
sveglia, ma le tre urlarono con disperazione.
- Aaaaaaaaahhhhhhhhhhhh! Rukawa, cosa è successo al tuo bellissimo viso?
Hanamichi tossì defilandosi, mentre Mitsui scoppiava a ridere
seguendolo.
- E' opera tua, vero? - gli chiese, ma l'altro si portò un dito alle
labbra.
- Shhhhh! Vuoi condannarmi a morte?
Finalmente Ayako si decise a chiudere la porta della palestra tagliando
fuori le tre scrofe, permettendo però ad Haruko e le sue amiche di
restare ad assistere agli allenamenti; ma la ragazza si guardò intorno
con tristezza, quando capì che Yasuda non li avrebbe raggiunti. Rukawa
si affiancò ad Hanamichi.
- E' lei la sorella del gorilla? - gli chiese indicandola ed il rosso
annuì - Beh, ora capisco perché Yasuda non la vuole.
- Rukawa! - esclamò Hanamichi sorpreso, ma Akagi si fermò davanti ai due
con aria seria.
- Ragazzi, devo chiedervi un favore: vi prego, non litigate. Abbiamo
bisogno di voi, per vincere la partita contro il Ryonan. So che vi
odiate, ma...
- Ehi, gorilla, chi ti ha detto una cosa simile? - esclamò Hanamichi
incrociando le braccia sul petto - Noi non ci odiamo, vero Ru?
- Vero, Hana.
- Ma...
- Glielo dimostriamo, Ru?
- Certo, Hana.
Il volpino prese un pallone e si diresse a canestro preceduto dal rosso,
che saltò ed intercettò al volo il passaggio dell'altro, concludendo con
uno magnifico slam dunk. In palestra calò il silenzio.
- Voi...state bene? - Ayako fu la prima che raccolse il coraggio
necessario per parlare; Hanamichi annuì guardandola.
- Sì, adesso sì. Ci siamo chiariti e non litigheremo più!
- Maledizione, do'aho, sei una schiappa!
- Non è colpa mia, stupida volpe! Nessuno mi ha mai insegnato i tiri
liberi!
- Ma non ti eri letto un libro in proposito?
- Ho imparato solo le regole, non la tecnica! Perché invece non mi
insegni tu, visto che sei così bravo?
- Sarà meglio!
I membri dello Shohoku si erano preparati ad una scazzottata, ma i due
ragazzi conclusero la loro discussione decidendo che si sarebbero
fermati dopo gli allenamenti per permettere ad Hanamichi d'imparare un
po' di tecnica.
-Capitolo 13-
Terminata la cena, Hanamichi e Rukawa si sedettero sul futon di quest'ultimo
per studiare gli appunti che aveva preso sul loro protetto; in realtà
poche cose tornarono utili e pure dopo avere controllato quelle carte,
si ritrovarono al punto di partenza. Hanamichi si grattò il mento
osservando i fogli stesi sul pavimento e Rukawa appoggiò le mani dietro
la schiena.
- Dobbiamo trovare un modo per tenerlo lontano da quella strada, sabato
prossimo.
- Mm...sì...io un'idea ce l'avrei! - ribatté Hanamichi esultando; il
volpino lo guardò scettico.
- Tu? Ma se non hai il cervello per formularla, un'idea!
- Fingerò di non averti sentito, baka! - brontolò Hanamichi e l'altro
fece un sorrisetto.
- E che idea sarebbe?
- Semplice! Lo facciamo rapire! Chiuso in un qualche sgabuzzino non
rischierà di finire sotto alla macchina!
- Ma così ci muore d'infarto! - obiettò Rukawa.
- Oh...
- Io ho un'idea migliore! Gli troviamo la ragazza con cui uscire sabato
sera!
Hanamichi lo guardò con compassione.
- E poi sono io quello senza cervello? Dove la troviamo una disposta ad
uscire con lui?
- Ehm...conosci qualche rapitore?
Discussero fin quasi all'una di notte, poi Hanamichi crollò e si
addormentò di traverso sul futon dell'amico; Rukawa lo osservò per
alcuni istanti, poi, stranamente sveglio, decise di andare a fare una
passeggiata notturna. Gli piaceva la notte, l'aveva sempre preferita al
giorno: perché non c'era quella luce che gli feriva gli occhi, perché
era silenziosa e non caotica, perché nascondeva il suo passaggio ad
occhi indiscreti. Era strano per un angelo, lo sapeva, ma non poteva
farci nulla...in fondo lui non era certo un angelo che rientrava nei
canoni! Non si faceva scrupoli a mentire o inventare palle, neppure con
i superiori, nessun rimorso quando prendeva a pugni gli umani che lo
meritavano...si era sentito in colpa, per la prima volta, solo il
pomeriggio precedente, quando si era reso conto che se non avessero
chiarito le cose, probabilmente lui e Hanamichi sarebbero tornati in
cielo per vie dirette! Sospirò osservando la luna quasi piena: non
sapeva come c'era riuscito, ma per la prima volta in tutta la sua
lunghissima vita d'angelo, aveva ingoiato l'orgoglio ed aveva parlato
sinceramente pur se in quel modo ne usciva debole. Aveva detto
l'assoluta verità ad Hanamichi, e gli era andata bene! Si era aspettato
di essere deriso da lui, ma Gabriel era un vero angelo: non si
vergognava di essere gentile, di mostrare i suoi sentimenti, di chiedere
aiuto quando ne aveva bisogno. Era umile, al contrario di lui che a
volte diventava quasi presuntuoso...ma Hanamichi era un angelo puro,
mentre lui...lui era un redento...chissà se il rosso lo sapeva. Sapeva
che, prima di poter diventare un angelo, era solo un'anima combattuta?
Rinchiusa nelle celle del purgatorio? Sapeva che aveva dovuto scontare
seicento anni di tormenti per redimere la propria anima? Sapeva che era
riuscito a diventare arcangelo solo grazie alla sua cocciutaggine ed
all'orgoglio smisurato? E che ci aveva impiegato quasi duemila anni? E
che incuteva paura nei suoi superiori, perché era imprevedibile? In più
di un'occasione si era meritato la retrocessione, ma sapeva che, grazie
al lato umano che era riuscito a conservare, era diventato più in gamba
della maggior parte dei suoi pari. Perché nessuno si sentiva a suo agio
come lui, sulla Terra. Ed era per quel motivo che, nelle rare occasioni
in cui serviva un "inviato", chiamavano sempre lui. Ed anche se a volte
si lasciava trascinare dal suo caratteraccio, lo perdonavano sempre
perché portava brillantemente a termine ogni missione. Però, ogni volta
che doveva affrontare i suoi superiori, temeva d'averla combinata troppo
grossa...ed anche ora si chiedeva cosa stavano architettando per lui
Peter ed Emmanuel. Sperava solo che l'illuminazione ricevuta, avesse in
parte cancellato le scazzottate ed i litigi precedenti. Sorrise appena,
pensando che la ragione gliel'aveva donata un umano...Maki. Aveva detto
d'ingoiare l'orgoglio, e lui l'aveva fatto: ed il risultato era stato
ottimo. Ma non grazie a lui, certo...solo grazie alla bontà di quella
testa rossa, che non conosceva il significato della parola rancore.
Mentre si sfiorava la fronte, il suo sorriso si allargò: certo che, per
essere un arcangelo, picchiava davvero duro!
Giunse sulla spiaggia e s'arrampicò sugli scogli, ascoltando il dolce
rumore della risacca e fermandosi ad osservare il riflesso argentato
della luna, appena mosso dalle onde calme. Ma qualcosa attirò la sua
attenzione: c'era un'ombra, qualche metro davanti a lui, una specie di
macchia sul bianco della luna...qualcosa galleggiava a pelo d'acqua. E
poi lentamente s'inabissò; Rukawa corrugò la fronte, chiedendosi cosa
potesse essere, poi si guardò intorno ed il sangue gli gelò nelle vene.
Un paio di scarpe, ordinatamente appoggiate una accanto all'altra,
abbandonate in riva al mare.
- Oh cazzo! - urlò sporgendosi sugli scogli: e se aveva visto un corpo
umano? Doveva ripescarlo, subito! Ma lui non sapeva nuotare! Si guardò
rapidamente intorno, poi si raddrizzò e si concentrò alzando le braccia
al cielo. Pochi secondi dopo, una figura si sollevò dall'acqua e,
levitando, andò a posarsi sulla spiaggia; ansimando pesantemente per lo
sforzo fatto, Rukawa scese gli scogli e s'inginocchiò accanto al corpo
esanime. Era un ragazzo molto giovane, moro e di carnagione scura...e
non respirava.
- Merda, merda! - sibilò il volpino, poi si concentrò appoggiando le
mani sul petto del ragazzo - Avanti, un ultimo sforzo.
Il ragazzo cominciò a tossire ed a sputare acqua ed il moretto lo voltò
per permettergli di respirare meglio; si sentiva a pezzi, ma doveva
reggere. Finalmente, dopo alcuni minuti, il ragazzo si calmò e voltò uno
sguardo spento verso il volpino ansimante.
- Perché? - chiese solo; Rukawa lo guardò senza capire.
- Perché...cosa?
- Perché mi hai salvato?
- Vuoi dire che ti stavi annegando di proposito? - chiese Rukawa
faticando a pronunciare una frase tanto lunga senza prendere fiato;
l'altro si sedette piegando le ginocchia e coprendosi il volto con le
mani.
- Hai rovinato tutto! - esclamò prossimo alle lacrime - Io dovevo
morire!
- Ma sei pazzo? - sbottò il volpino afferrandogli un polso per guardarlo
in viso; l'altro aveva le lacrime agli occhi ed un'espressione
distrutta.
- Non sono pazzo...finalmente sono rinsavito...
- Non dire idiozie! Non sai che il suicidio è un peccato agli occhi di
Dio?
L'altro lo guardò come se non avesse capito una parola e lo stesso
Rukawa si sorprese di ciò che aveva detto...strano che si dimostrasse
tanto pio, così all'improvviso.
- Davvero tu credi che Dio esista? Allora perché mi ha fatto nascere
così? - chiese infine il ragazzo tremando; Rukawa si rese conto solo in
quel momento dell'aria frizzante che smuoveva le onde.
- Spogliati, o ti prenderai un accidente! - esclamò, ma l'altro nascose
il viso tra le braccia che gli circondavano le ginocchia; Rukawa si
spazientì e, seppur dovendo compiere uno sforzo fisico spossante, spinse
a terra il ragazzo mettendosi cavalcioni sul suo petto, poi gli sfilò il
maglione inzuppato dalla testa. L'altro era troppo disperato per opporre
una reale resistenza; gli tolse anche la maglietta, poi si spostò e, con
fatica, riuscì a togliergli anche pantaloni e calze inzuppati. A quel
punto si tolse il suo maglione (Se fai una lemon fra loro due sei morta!
NdH; Confermo! NdR; Eh eh eh ^^;; NdK) e lo fece infilare al ragazzo,
restando con la sola maglietta.
- Un po' prestino per il bagno di mezzanotte, non credi? - gli chiese
poi ansimando e sentendo i peli delle braccia rizzarsi per il freddo -
Siamo solo ad aprile.
L'altro rimase immobile, apparentemente senza sentirlo.
- Quanti anni hai? Sedici? Cosa può essere successo di così grave ad un
ragazzo della tua età, per desiderare la morte?
Finalmente gli occhi del ragazzo si posarono su di lui.
- Parli come un vecchio di sessant'anni.
Rukawa inarcò un sopracciglio, ma non si offese.
- Beh, gli anziani sono anche saggi, amico. Allora, come ti chiami?
Nessuna risposta.
- Io sono Kaede Rukawa, felice di conoscerti.
Per un attimo il viso dell'altro mostrò un certo interesse...un attimo
breve.
- Ah, allora sei tu...
- Ci conosciamo?
- No, ma ho sentito parlare di te: sei la supermatricola dello Shohoku.
Ma non corrispondi molto alla descrizione.
- Quindi sei un giocatore di basket. - mormorò Rukawa riflettendo ad
alta voce - In che squadra giochi?
- Nel Ryonan.
- I nostri prossimi avversari! Sei un titolare?
Annuì con il capo e l'espressione del volpino diventò astuta.
- Quindi se ora ti lascio fare, avrò un grattacapo di meno durante la
partita...sei bravo?
L'altro corrugò la fronte.
- Sai che sei strano?
E Rukawa scoppiò a ridere.
- Sì, lo so! Allora, mi dici come ti chiami o devo frugare nel tuo
portafogli? - chiese poi indicando i pantaloni stesi ad asciugare; il
ragazzo sospirò.
- Kitcho Fukuda.
- Che numero di maglia hai?
Il ragazzo lo guardò per un attimo, poi sembrò che un lievissimo sorriso
gli increspasse le labbra.
- Stai cercando di farmi dimenticare i miei propositi, vero?
- Certo! Non voglio mica che ti ammazzi davanti a me! Poi rischio di
diventare tuo complice!
- Le voci che avevo sentito dicevano che eri un pezzo di ghiaccio...pure
stronzo...
Rukawa inarcò le sopracciglia e l'altro lo guardò aspettando una sua
reazione; ma il volpino annuì.
- E' vero, se ci fossimo incontrati due giorni fa, forse ti avrei
lasciato morire...ma ora sono diventato più...angelico!
- Mpf...che sfortuna...
- Piantala di fare la commedia! So che adesso sei contento di non essere
morto!
Fukuda si animò un poco.
- Parli di cose che non conosci! Io vorrei davvero essere morto!
- Perché?
- Non sono fatti tuoi! Anzi, adesso me ne vado!
Rukawa gli afferrò un braccio guardandolo con occhi imperscrutabili.
- Tu non vai da nessuna parte!
- Pe...perché?
- Perché sei mezzo nudo!
Fukuda arrossì fino alla radice dei capelli e strattonò liberando il
polso; Rukawa tornò a stringersi le braccia fissando il mare e per un
po' non si parlarono. Poi, finalmente il giocatore del Ryonan si decise.
- Tu...quanti anni hai?
- Mm? Sedici... "Cavolo, non lo ricordo più, spero di avere indovinato!"
- Sei del secondo anno, allora.
- No, del primo. "Ecco, ho sbagliato!"
- Segato, eh? E...hai una fidanzata?
Il volpino lo guardò inarcando un sopracciglio: perché il ragazzo
sembrava interessarsi alla sua vita privata? E cosa gli rispondeva? Lui
non ne aveva una...però poteva inventarsela, come sempre. Ma doveva
stare attento alle espressioni dell'altro: se voleva aiutarlo ed entrare
in confidenza con lui, doveva rispondergli nel modo che si aspettava.
- No, non ce l'ho.
- Come mai?
- Beh...non ho mai trovato nessuno che mi piacesse...non dirmi che ti
stavi affogando per una delusione d'amore, perché allora ti ributto in
mare io!
Lo sguardo dell'altro diventò ancora più triste.
- Io...devo andare, adesso.
- Ehi, stavo scherzando! Perché non ti confidi con me? Sai, a volte è
più semplice parlare con uno sconosciuto; ed io solitamente sono muto
come una tomba.
- Ho trovato proprio il momento sbagliato per incontrarti, allora.
- Ehi, hai fatto una battuta! - esclamò il volpino spingendolo con la
spalla; l'altro finalmente gli rivolse un debole sorriso.
- Non so perché mi abbiano parlato tanto male di te: sei gentile e
anche...molto bello. - sembrò trattenere il fiato dopo quelle ultime
parole, ma Rukawa non ne capì il motivo.
- Grazie! Non capita tutti i giorni che qualcuno me lo dica in faccia!
- E...non ti fa schifo il fatto che te l'abbia detto un ragazzo?
Rukawa sgranò gli occhi assumendo probabilmente un'espressione buffa,
poi finalmente credette di aver capito la situazione e distese il viso
in un sorriso gentile.
- Certo che no! Perché, a te farebbe schifo?
- N...no...ma a molti però...
- Solo agli idioti ed ai bigotti! - esclamò con foga Rukawa; Fukuda non
staccò gli occhi dai suoi.
- Quindi...se un gay ci provasse con te...
- Beh, che male ci sarebbe? Al massimo, se non provassi attrazione,
rifiuterei gentilmente, proprio come con una ragazza. (Meglio di no,
visto il modo in cui scarichi le ragazze! -.- NdK)
Fukuda lo guardò sorpreso; Rukawa gli sorrise malizioso.
- Allora, vuoi dirmi cosa ti è successo di così grave? Ti sei dichiarato
al tuo amore e lui ti ha rifiutato?
- Lui? Cioè...perché...
- Aspetta, aspetta! Dopo tutti i discorsi sugli omosessuali, vuoi
venirmi a dire che sei etero?
Fukuda strinse i pugni e si guardò intorno con nervosismo.
- Non urlare, vuoi farti sentire da tutti?!
Rukawa avvicinò il viso al suo.
- Non c'è nessuno.
Si fissarono per un istante, poi Fukuda assunse un'espressione decisa e,
senza preavviso, spinse Rukawa con la schiena nella sabbia,
distendendosi poi sopra di lui e baciandolo con forza. (Bleeeeeaaaaaaaahhhhhhhhh!
Un bagno, un bagno, un bagno! NdR; Esagerato! -.- NdK) Il volpino rimase
senza fiato per un attimo, riuscendo solo a spalancare gli occhi...poi
un cumulo di emozioni lo investirono: un bacio. Labbra contro le sue.
L'aveva dimenticato. Aveva dimenticato le sensazioni che provocava quel
semplice contatto; aveva dimenticato quanto fosse appagante concedere ad
un altro il proprio corpo. Ma ora ricordava e sentiva tutte le emozioni
umane scorrergli nelle vene. Tutte quelle sensazioni che erano morte
insieme al suo corpo umano, migliaia di anni prima; e che erano rimaste
sopite dentro di lui, impossibilitate ad uscire dal suo stato angelico.
Ma ora il suo lato umano tornava a galla, il suo corpo di nuovo umano
ricordava sensazioni travolgenti, passionali, per nulla androgine come
invece era stato costretto a diventare. E desiderò con ogni fibra del
suo essere di poter provare di più, di poter tornare umano almeno per
quell'istante; e spinse Fukuda con forza, rimanendo a fissare i suoi
occhi colmi di disperazione e lacrime. Ma in quel momento non gli
interessava nulla di lui! Pensava solo a se stesso, a ciò che voleva. E
se lo prese. Spinse il ragazzo supino sulla sabbia, poi si sdraiò sopra
di lui e gli infilò la lingua in bocca con frenesia, mentre le sue mani
cominciarono a vagare sul petto al di sotto del maglione. (NO, ti prego,
ti scongiuro, tutto ma non questo! Ti pregooooooooo! NdR; Mamma, mi sta
pregando! Non mi sembra vero...quasi quasi continuo solo per farmi
pregare di più! NdK; Io non lo farei se fossi in te! NdH_minaccioso;
Ehm, stavo scherzando, Hana-chan...sai che non sono così crudele...NdK;
Ti conosco, attrice! NdH; Ok, ok! NdK)
Ma all'improvviso si fermò con occhi spalancati ed il fiatone; il
ragazzo sotto di lui lo guardò senza sapere cosa fare, riuscendo solo a
fissare quegli occhi più profondi del mare che stava per accoglierlo.
Rukawa si morse con forza il labbro inferiore, sentendo che stava per
mettersi ad urlare... "Kami fai che non sia vero...ti prego, non può
essere"
- Ru...Rukawa? - disse piano Fukuda; il volpino finalmente si ricordò di
lui e si alzò con uno scatto. Il ragazzo si mise seduto continuando a
guardarlo.
- Come...come stai?
- I...io... "Non è vero, non può essere!" Mi dispiace, Fukuda, non so
cosa mi sia preso. - riuscì a dire infine; l'altro ragazzo scosse il
capo con comprensione.
- Io...la colpa è mia, non avrei dovuto baciarti...ma cercavo
disperatamente qualcuno che mi accettasse per quello che sono. In realtà
io sono profondamente innamorato di un altro...perdonami.
- Non...non importa...senti, scusa ma...adesso ho bisogno di rimanere
solo per pensare...
- Non sapevi di poter baciare un ragazzo senza provare repulsione?
- No, non è questo...è che... "No! Ti prego, impediscimi di..."
Fukuda si alzò fronteggiandolo e guardandolo gentilmente negli occhi.
- Posso passare allo Shohoku domani? Per vedere come stai...
- Sì, certo...scusami Fukuda!
Corse verso l'interno della costa, cercando di calmarsi, senza rendersi
conto che il suo corpo era stremato per le magie utilizzate, senza
sentire che stava per abbandonarlo; ma ora la sua mente era occupata in
altri pensieri. Ora riusciva solo a pensare che aveva sbagliato, che si
era lasciato sopraffare da sentimenti umani...lui, un angelo! Che di
umano non aveva più nulla! E c'era di peggio! Inizialmente aveva
desiderato solo un bacio passionale, per riuscire a provare emozioni
ormai dimenticate. Ma, dopo il primo momento d'estasi, un altro pensiero
gli aveva invaso la mente, lo stesso che lo aveva fatto staccare da
Fukuda. E lo aveva sconvolto. Finalmente il suo corpo cedette e le gambe
gli si piegarono; cadde in ginocchio in mezzo alla strada illuminata da
un solo lampione, traendo profondi respiri per calmarsi e recuperare un
po' di forza. Strinse gli occhi per non mettersi a piangere di
frustrazione: dopo il primo momento, aveva desiderato con disperazione
che...
"Ti prego, non puoi farmi questo"
I suoi sentimenti umani si erano risvegliati, uno su tutti: l'amore che
per gli angeli era solo immaginario, che non potevano provare, perché un
angelo non poteva innamorarsi di un singolo individuo, ma doveva amare
l'intera umanità. L'amore passionale, quello che sovrastava i sensi e
cancellava il "mondo intero" per lasciar spazio solo a "noi due". Ma lui
era un angelo, e non poteva provare quel tipo di amore...anche perché...
"Lui è un angelo, non potrà mai ricambiare!"
- Maledizione, questa non ci voleva!
- Peter, che termini sono?!
- Hai visto quello che è successo, no?
- Sì, ma non capisco perché sei così agitato.
- Non capisci?! Non sai che Michael è un redento?
- No...no lo sapevo...quindi...
- Sì, quindi ora ricorda perfettamente ciò che noi ignoriamo...e se non
riuscirà a controllarsi...
- Potrebbe comportarsi come un umano?
- Ed agire con passionalità invece che con fredda e distaccata
intelligenza.
- C'è qualche problema per quel bacio?
- No, potremmo farlo passare per una cortesia nei confronti del ragazzo
disperato...
- Sarebbe come mentire...
- Non proprio: in fondo era quello che serviva al ragazzo, anche se le
intenzioni di Michael erano ben altre!
- Ma...adesso?
- Adesso stiamo a vedere: se Michael comincia a comportarsi in modo
strano, lo richiamiamo immediatamente e...
- E?
- E lo rimandiamo in Purgatorio per purificarlo un'altra volta.
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