Disclaimer: I pg di SD appartengono all'immenso Inoue, io scrivo perché mi diverto un mondo e non preoccupatevi, sono ancora abbastanza in me da non chiedere nulla per quello che scrivo...

IMPORTANTE: Oltre alle due coppie principali, questa fic contiene anche altri pair sballati, tirati a caso dalla sottoscritta lanciando una monetina! NON sono coppie ritenute canoniche, se la cosa vi urta, non leggete la fic oppure saltate tranquillamente i pezzi (cmq poco rilevanti ai fini della storia). Io vi ho avvertito! ^^ Baci baci!

Nota: Mi sono dimenticata (come sempre) di avvertire che i pg sono OOC... ma questa è un AU, siate clementi e non temete... rimetterò tutto a posto! ^^

Kieran - Allora, capito qualcosa fino a qui?
Hana - Certo, tutto chiaro!
Ru - Sì! È chiaro che io sono l'angelo più in gamba!
Hana - Di cosa parli, volpe? Io sono quello che ti ha steso!
Ru - Solo perché ti ritrovi quella testa dura...piena di piombo anziché di cervello!
Hana- Ehi, vuoi un'altra testata?
Kieran ^^;;; - Non litigate, ok? Mi servite vivi!
Hana- Oh, ok! Senti, ma c'è un po' di sentimento in questa storia?
Kieran - Domanda che capita a fagiolo! Incomincerà proprio con una scena sentimentale!
Hana - Fra chi?
Kieran - Ehm...adesso lo vedrai... ^__^;;
Ru - Non mi piace quando fa così.
Hana - Neppure a me...


Angels' Hearts

di Kieran

Parte 3 di 10
 

-Capitolo 7-


Ce l'aveva fatta! Rukawa aveva accettato di aiutare Akagi a portare la squadra agli interscolastici...certo, aveva dovuto attuare un'opera di persuasione logorroica. E per poco non avevano di nuovo fatto a botte...ma alla fine il volpino aveva ceduto: era riuscito a convincerlo che entrando nel Kainan, sarebbero solo riusciti a farsi odiare di più da Kiyota. Rukawa aveva obiettato che a loro non serviva entrare in una squadra, ma che dovevano iscriversi all'istituto del protetto per studiare le sue abitudini. Hanamichi capiva che il moro aveva ragione, ma ormai aveva fatto una promessa e doveva mantenerla. Ed ora era davanti a casa di Akagi, con il dito premuto sul campanello, pronto a dargli la buona notizia: mancava poco all'ora di cena, ma non doveva trattenersi e non avrebbe disturbato. Suonò per la seconda volta, certo che in casa ci fosse qualcuno perché sentiva dei movimenti, poi finalmente qualcuno venne ad aprire. Si trovò di fronte una ragazza di qualche anno più giovane del gorilla, probabilmente dell'età del protetto, con capelli castani tagliati sopra le spalle ed una figura snella. Le sorrise salutandola e lei cercò di fare altrettanto, ma il rosso si accorse che aveva gli occhi ed il naso rossi, come se avesse appena smesso di piangere.
- Posso...fare qualcosa per te? - gli chiese con voce che faticava a controllare; Hanamichi annuì con il capo.
- Sì, stavo cercando Akagi...ehm, non so il suo nome, è il capitano dello Shohoku.
- Mio fratello Takenori. Ma adesso non c'è.
- Oh... - mormorò Hanamichi: sapeva che a quel punto nulla lo tratteneva lì, ma vedere soffrire una persona gli straziava il cuore...a meno che quella persona non fosse Nobu-scimmia.
- Come stai? Stavi piangendo?
- Eh? No...stavo tagliando le cipolle.
- E ti dispiacevi per questo? - chiese il rossino ignorando il significato di quelle parole; la ragazza sembrò sorpresa, poi gli sorrise.
- Sei buffo, ma non devi cercare di risollevarmi; sto bene.
- Non si direbbe, vista la tua faccia.
La ragazza sgranò gli occhi arrossendo e Hanamichi si accorse di aver fatto una gaffe.
- Ehm...volevo dire...che hai gli occhi rossi... - cercò di rimediare, ma lei gli sorrise.
- Devo riferire qualcosa a Takenori? - chiese cambiando volutamente discorso; Hanamichi annuì.
- Sì! Digli che il Tensai del basket e la volpe artica hanno deciso di giocare nello Shohoku! Ne sarà molto contento!
- E chi sono questi due?
- Io sono il Tensai! E la volpe è un mio amico...ehm...fratello. Ci hanno chiesto di giocare per loro!
- Oh, voi siete i due fratelli che stavano per picchiarsi ieri in campo? - chiese la ragazza sorpresa ed il rossino annuì.
- Beh, non stavamo per picchiarci...c'eri anche tu?
- No, me l'hanno detto due mie amiche...dicevano anche che...senza offesa...che tuo fratello è stupendo.
Hanamichi mise un finto broncio.
- Hanno dei gusti pessimi, te lo dico io! Io sono molto meglio!
La ragazza fece una risatina ed il rosso allungò una mano verso di lei.
- Che maleducato, non mi sono presentato! Io mi chiamo Hanamichi Sakuragi.
- No, sono io la maleducata! - esclamò la ragazza stringendogli la mano - Ti ho fatto stare sulla porta invece di invitarti ad entrare. Io mi chiamo Haruko Akagi. Vieni, ti offro qualcosa mentre aspettiamo mio fratello.
Si spostò per farlo entrare ed il ragazzo la seguì in salotto guardandosi intorno; s'inginocchiò di fronte al tavolino mentre lei prendeva qualcosa dal frigorifero.
- Va bene del succo? - gli chiese e lui la ringraziò osservandola: era molto carina ora che il rossore cominciava a sparire. Chissà perché stava piangendo. Ma era stato fin troppo sfacciato con lei, non poteva continuare ad impicciarsi dei fatti suoi! Haruko gli sorrise mettendosi di fronte a lui e porgendogli il bicchiere; Hanamichi le sorrise a sua volta.
- Sai, sei molto carina. - disse d'impulso; lei arrossì fino alla radice dei capelli.
- Ah...grazie...
- Non frequenti la palestra?
- Sì, di solito sì... - esitò e Hanamichi se ne accorse; decise di approfittare dell'opportunità che si era presentata.
- Vediamo se indovino: il tuo ragazzo è un giocatore dello Shohoku e ci hai litigato.
- Tu...come... - balbettò lei sgranando gli occhi; Hanamichi scoppiò a ridere.
- Era ovvio, ho solo tirato ad indovinare!
Lei distolse lo sguardo cercando di riprendere un po' di dignità, ma il rossino si sporse verso di lei tornando serio e sorridendole con gentilezza.
- Non riesco proprio ad immaginare chi sia il pazzo che può averti fatto soffrire! Forse Miyagi?
- No...lui è cotto di Ayako...
- Mm...Mitsui? (Non ti azzardare! NdHisafanclub con mazze chiodate al seguito)
- No, neanche lui...è Yasuda.
Hanamichi cercò di fare mente locale, poi si ricordò il volto del ragazzo.
- Ah, quello che ho sostituito io.
- Tu...l'hai sostituito? - chiese sorpresa la ragazza; Hanamichi annuì imbarazzato.
- Beh, ti ho detto che sono un genio, no? È una lite banale o qualcosa di grave? (Certo che tu e il tatto...NdK)
- Ecco...non lo so... - rispose lei abbassando lo sguardo - Non so neppure perché mi abbia trattato tanto male. Mi ha chiamato al telefono e mi ha detto che non ci saremmo visti, stasera, e che mi avrebbe chiamato lui quando voleva sentirmi. Io...io non so cosa ho fatto...già da una settimana si comporta in modo strano... - esclamò ricominciando a piangere; Hanamichi strinse i pugni.
- Che bastardo! - esclamò d'impulso, poi girò intorno al tavolo e le si sedette accanto abbracciandola; e lei sussultò alzando il viso piangente verso di lui. Hanamichi le sorrise asciugandole le lacrime con il dorso della mano.
- Non piangere, se vuoi posso scoprire io cosa gli è successo.
- Tu...lo faresti davvero?
- Certo! Nessuno può trattare gli altri come pezze da piedi! "Sì, e Michael?" Nessuno! - ribadì ad alta voce per convincersi di ciò che diceva; Haruko abbozzò un timido sorriso.
- Non ho mai incontrato nessuno come te...sei così...gentile... - mormorò; lui le sorrise.
- Beh, non potrei essere altrimenti!
- Grazie. - sussurrò la babb...ragazza sfiorandogli la guancia con un bacio (Come ti permetti! Grrr! NdK); Hanamichi si sorprese di quel contatto tiepido e morbido e si sfiorò la guancia, stupito. In quel momento la porta d'ingresso si aprì e Haruko si affrettò ad alzarsi ed a correre sulla soglia del salotto; chiamò il fratello e, prima di andare in camera sua, rivolse un ultimo sorriso ad Hanamichi. Poi Takenori lo raggiunse sorpreso.
- Sakuragi, cosa fai qui? - gli chiese mentre il rossino si alzava fronteggiandolo.
- Sono venuto a comunicarti una buona notizia: mio fratello ed io c'iscriviamo allo Shohoku!
- Davvero?! Ne sono molto contento! Allora avremo qualche possibilità di vincere! Ma vi allenerete con costanza, vero? (Chi è Costanza? NdH; Oh, mamma! -_- NdK)
- Certo, conta su di noi! Adesso scusa, ma devo andare.
Lo oltrepassò e sulla soglia si rimise le scarpe, ma gli venne un'idea e lo guardò avvicinandosi ed abbassando la voce.
- Senti, capitano, mi stavo chiedendo una cosa: non è che ieri i due titolari che abbiamo sostituito, se la sono presa?
- Kogure e Yasuda? No, non credo...fa parte del gioco...perché me lo chiedi?
- Mah, così...ci vediamo lunedì!
Lo salutò con un gesto della mano e tornò di corsa verso casa.


-Capitolo 8-


- Non posso crederci! Hai preparato la cena! - esclamò Rukawa entrando in casa ed assaporando il delizioso profumo che si diffondeva dalla cucina; Hanamichi lo guardò con volto soddisfatto.
- E vedrai che prelibatezze! Vai a lavarti le mani, è già pronto!
Il moretto lo guardò inarcando un sopracciglio, però obbedì senza fare storie; tornò in poco meno di un minuto e si accomodò sul suo cuscino di fronte al piatto, appoggiando dei fogli di carta accanto a sé. Hanamichi terminò di appoggiare le pietanze sul tavolo sbirciando con soddisfazione la faccia affamata del volpino, che stranamente aspettò che gli si sedesse di fronte prima di cominciare a servirsi.
- Sushi...l'hai fatto davvero tu? O l'hai comprato? - chiese annusando il profumo; il rossino ridacchiò.
- Ho comprato un libro di ricette ed ho seguito quelle che mi piacevano di più; spero di aver indovinato i tuoi gusti.
Rukawa alzò lo sguardo verso di lui, fissandolo per un attimo, però poi tornò ad occuparsi del cibo.
- Mm...buono questo...come si chiama?
- Eh...aspetta...ora me lo ricordo...ehi, com'è che sei così gentile? Solo stamattina volevi ammazzarmi di botte!
Il volpino lo guardò sorridendo.
- Ho delle novità! Ho seguito per tutto il giorno il protetto e mi sono preso degli appunti niente male!
- Cioè?
- Abitudini! Ogni sabato mattina va ad allenarsi sulla spiaggia, da solo; ogni sabato pomeriggio lavora al negozio del padre, in centro. So anche dove andrà stasera.
- Bene! E...ha fatto pace con Maki?
- Perché t'interessa? - chiese Rukawa infilandosi un polipo in bocca; Hanamichi si strinse nelle spalle.
- Beh, hanno litigato per colpa mia...mi sento un po' in torto.
- Solo un po'? - ridacchiò Rukawa - Quando Maki lo ha trovato, Kiyota gli ha fatto una scenata degna di un film drammatico! Ha cominciato ad insultarlo, a piangere, ad accusarlo di essere un traditore; Maki ha dovuto inchiodarlo contro un muro per riuscire a farsi ascoltare. E, quando ha sentito tutta la storia, si è vergognato come un diavolo! Ha cominciato a chiedere scusa, a dire di essere un idiota! Sono dovuto scappare, per non scoppiare a ridere e farmi scoprire!
- Come sei insensibile... - mormorò ridacchiando Hanamichi, ma si bloccò quando scorse l'espressione seria dell'altro.
- A proposito: mi sono dimenticato di dirti una cosa! - esclamò ed il rosso inarcò un sopracciglio.
- Cosa?
- Idiota!
- Come? - esclamò Hanamichi quasi sputando ciò che aveva in bocca.
- Sì, idiota! Continui a tradirti, te ne sei reso conto? In casa di Maki, mi hai chiamato Mick e hai detto che sono un angelo dal cuore di ghiaccio! Forse Maki non se n'è reso conto perché io mi sono sentito male e si è preoccupato per me, ma potevi provocare un disastro!
- Eh... - Hanamichi ricordò di quando si era tradito in palestra e non ebbe il coraggio di replicare: Michael aveva ragione. Alzò timidamente lo sguardo, ma l'altro angelo stava continuando a mangiare con espressione di nuovo rilassata.
- Mi dispiace, cercherò di stare più attento. - disse mesto; l'angelo moro lo guardò con espressione leggermente sorpresa.
- Per ora ci è andata bene, quindi non importa. Ma stai attento d'ora in poi.
Hanamichi lo ascoltò stentando a credere alle proprie orecchie: possibile che quello fosse lo stesso Kaede Rukawa che solo poche ore prima voleva rispedirlo in cielo?
- Perché sei così gentile? - chiese sospettoso - Hai in mente, qualcosa, vero?
Rukawa lo guardò per un attimo, con l'indecisione negli occhi, poi sospirò e girò intorno al tavolo avvicinando le labbra al suo orecchio; ed un brivido percorse la schiena del rosso, ricordando il bacio di Haruko. Un bacio dato da un angelo sarebbe stato ugualmente piacevole?
- Adesso senti bene, rosso. - sussurrò solleticandogli l'interno dell'orecchio con fiato caldo - Sono certo che Peter ci stia osservando, da lassù: probabilmente starà cercando un modo per portarci a fondo con lui, nel caso dovessimo fallire nella nostra missione.
- Cosa?! - sbottò Hanamichi, ma Rukawa gli tappò la bocca con la mano; il rossino si voltò sfiorando il naso del moretto con il suo.
- Non puoi parlare sul serio - mormorò a fior di labbra - Stai sostenendo che un arcangelo superiore possa agire volontariamente alle nostre spalle.
- Lo so, ma conosco Peter da molti più anni di te: fidati. Lui è immensamente buono, ma non sopporta le umiliazioni solitarie: se dovesse tornare ad essere un putto, cercherà la nostra compagnia.
- E...allora, perché mi dici questo?
- Perché voglio che tu sappia che non sono impazzito! Non mi sei diventato simpatico all'improvviso: solo cerco di farlo credere a Peter. Ogni volta che ci insultiamo o ci picchiamo, lui ha un'arma in più contro di noi; ma se ora noi fingiamo di andare d'accordo, allora lui non potrà attaccarci.
Hanamichi rifletté su quelle parole ed improvvisamente una profonda delusione gli salì dal petto alla gola, rischiando di trasformarsi in un singhiozzo: Rukawa stava fingendo di essergli amico! Era gentile solo perché stava recitando una parte! Lo fissò duramente negli occhi color del ferro, stringendo i pugni.
- D'accordo, se è questo che vuoi, lo farò anch'io! Fingerò che tu mi stia simpatico! Ed ora scusami, mi è passato l'appetito!
Si alzò con uno scatto e si diresse in camera sua, urlandogli dal corridoio.
- Il dolce è sulla credenza!
Rukawa guardò la porta con le sopracciglia inarcate, non riuscendo a capire quel comportamento, ma si strinse nelle spalle e si servì il dolce; Hanamichi si distese sul futon nascondendo il viso fra le braccia.
"Ramen, ecco qual era il nome"

Il centro città era una vera bolgia, di sabato sera: camminare sui marciapiedi era un'impresa titanica, trovare posto in un locale era pressoché impossibile, le code al di fuori dei night e delle discoteche erano chilometriche. Ma il padre di Maki era il proprietario del locale più "in" del momento ed il ragazzo entrò accompagnato da quattro compagni di squadra ed altrettante ragazze. Hanamichi e Rukawa si scambiarono uno sguardo d'intesa e decisero di provare ad entrare normalmente, anziché usare il teletrasporto...anche perché il volpino aveva fatto una scoperta inquietante che però non aveva intenzione di rivelare al rosso. Aveva riflettuto su quello che era successo quella mattina ed era rimasto scosso da un evento: Hanamichi si era teletrasportato dal liceo Shohoku fino al Kainan, e quando era riapparso non ne aveva risentito minimamente. Mentre lui aveva il fiatone e si sentiva a pezzi per essersi spostato da casa sua alla scuola: questo significava che Hanamichi poteva utilizzare appieno i propri poteri senza risentire dell'atmosfera terrestre. E non capiva come fosse possibile! Era davvero un arcangelo al suo livello? Avrebbe voluto chiederglielo, ma era come ammettere la propria inferiorità; e lui non era inferiore a nessuno! Hanamichi gli diede un colpo al gomito ed insieme attraversarono la strada saltando la coda e fermandosi di fronte al buttafuori; qualcuno si lamentò, qualcun altro sospirò davanti a quella visione paradisiaca...il buttafuori li guardò truce.
- I ragazzini non sono ammessi, qui!
- Ma se sono appena entrati dei ragazzi della nostra età! - replicò Hanamichi; il bestione gli fece un cenno con il capo.
- C'è la coda! Mettetevi in fondo!
- Abbiamo fretta, grassone! - esclamò Hanamichi stringendo i pugni, ma una donna sui quaranta, inguainata in un brillante abito nero e truccata con toni molto scuri, si affiancò al gorilla guardando i due con occhi famelici. Gli stessi di tutte le ragazze e di alcuni ragazzi messi in fila dietro di loro. Hanamichi era vestito completamente di nero, con una maglia a maniche lunghe attillata, pantaloni con i tasconi laterali ed un paio di anfibi nuovi. Rukawa era il completo opposto: maglia, pantaloni e scarpe bianchi; ed i suoi capelli sembravano ancora più neri e gli occhi più profondi.
- Voi siete i due spogliarellisti, vero? - chiese sensuale la donna; Hanamichi esitò, ma Rukawa annuì.
- Sì, ed il bestione ci sta facendo perdere tempo.
Urla di ragazze li stordirono, mentre Hanamichi sentì una mano posarsi sul suo sedere e si voltò trovandosi circondato solo da ragazzi; la donna li guardò da sotto le lunghe ciglia (finte) abbassate e li prese entrambi sottobraccio. Li fece entrare e li guidò verso i camerini; Rukawa si guardò intorno cercando Kiyota, mentre Hanamichi cercò di trattenersi dal mettersi ad urlare. Le luci vorticanti e la musica a chiodo gli avevano avvolto il cervello chiudendogli le orecchie ed appannandogli la vista: ma come faceva, la gente, a divertirsi lì dentro? Una volta nei camerini, riprese il controllo della situazione; la donna allungò una mano verso di loro.
- Io sono Hideyuki, una dei soci del locale. E voi siete stupendi.
- Ehm...grazie... - mormorò Hanamichi imbarazzato dallo sguardo della donna; Hideyuki gli sfiorò una guancia con la mano guantata.
- Chi comincia di voi due?
- Lui! -esclamò Rukawa immediatamente e Hanamichi impallidì.
- Cos...a fare che?
- Ma lo spettacolo, sciocchino! - esclamò con voce bassa e melensa la donna.
- Lo spettacolo? Ma io...
- E' la prima volta? Non temere, anche se ti muovessi come un pezzo di legno, sei così bello che nessuno ci farà caso. Se vuoi posso farti fare il numero in coppia con una ragazza, così non sarai solo sul palco.
Hanamichi cominciò a sudare.
- Ecco...io...
Rukawa prese una mano di Hideyuki e ne sfiorò il dorso con le labbra, fissandola con sguardo magnetico.
- Scusa, Hideyuki, se non ti spiace io vado a prendere da bere: ho fatto una corsa per arrivare in tempo.
- Oh, certo, vai. Poi torna, così ti aiuto a metterti l'unguento.
- Contaci! - esclamò il volpino lanciando un'occhiata beffarda verso il compagno; e Hanamichi restò solo con quell'arpia, lanciando maledizioni all'indirizzo dell'angelo moro. Era un attore nato, dovevano fabbricare un oscar apposta per lui!
- Allora, cominci a spogliarti o devo aiutarti io?


-Capitolo 9-


Alle ventitré cominciavano gli spogliarelli, sia maschili sia femminili e l'ingresso al locale era riservato ai soli maggiorenni; fatta eccezione per Maki ed i suoi amici. La madre del capitano non sapeva che il figlio era libero di frequentare la discoteca del padre e che aveva persino il pass, e certamente il ragazzo si guardava bene dal dirglielo. In realtà non gli interessavano gli strip, ma ai suoi amici eccitava l'idea di entrare in un locale per adulti e lui li accontentava. Solo era rimasto deluso dal fatto che anche Kiyota sembrava felice di essere in un posto come quello; lo pensava diverso dagli altri, ed invece ora si guardava intorno con occhi luccicanti. Ma i suoi pensieri furono interrotti proprio da Kiyota, che balzò in piedi come una molla fronteggiando un ragazzo vestito completamente di bianco.
- TU! Cosa fai qui? - la sua voce raggiunse le orecchie di Maki nonostante la musica alta; ed il ragazzo alzò lo sguardo inarcando un sopracciglio. Si alzò a sua volta, avvicinandosi alle due ali piccole, senza sentire la risposta di Rukawa.
- Ehi, come stai? - gli chiese unendosi alla conversazione; Rukawa lo guardò spostando i capelli dalla fronte, stando però attento a non toccarsi.
- Bene, ho solo un grosso bernoccolo! - esclamò urlando.
- Le analisi sono a posto?
- Sì.
- Dov'è tuo fratello?
Rukawa ridacchiò.
- Tra poco lo vedrete; posso unirmi a voi?
- Certo!
- No!
Risposero all'unisono Maki e Kiyota ed il volpino guardò il più alto dei due.
- Grazie!
Fu presentato alle quattro ragazze che lo guardarono sospirando ed arrossendo, fece un cenno ai tre giocatori del Kainan e si sedette fra Maki e Jin, sul lungo divanetto blu riservato proprio a Shin'ichi. Maki si accorse immediatamente del malessere causato dal moretto, ma non se la sentì di allontanarlo: d'altronde non era colpa sua se aveva quell'aspetto.
- Sembra un angelo! - urlò la ragazza che accompagnava Jin a quella di Kiyota; e Maki cercò di non guardarlo. Perché anche lui aveva avuto quello stesso pensiero quando lo aveva stretto fra le braccia...cioè, non era stato un vero abbraccio, lo aveva solo stretto a sé per infondergli sicurezza. Ma quando lui si era voltato, e si era ritrovato quegli occhi profondi così vicini, un brivido lo aveva attraversato, facendogli desiderare di appoggiare le labbra sulle sue; e c'era di peggio! Quando si era voltato e si era trovato di fronte il petto nudo e abbronzato di Sakuragi, non aveva potuto evitare di guardarlo con desiderio...e non ne capiva il motivo! Lui era innamoratissimo, da mesi ormai! Ed anche ora era assolutamente certo che i suoi sentimenti non fossero cambiati! E, fino a quando non se l'era trovato davanti, non aveva pensato neppure per un secondo a Rukawa! Invece ora si ritrovava ad evitare i suoi occhi, per paura che qualcuno potesse capire cosa gli passava per la testa...almeno non c'era Sakuragi a complicare quell'intricata matassa che era il suo cuore in quel momento. Nel frattempo Rukawa si era sporto in avanti appoggiando i gomiti alle ginocchia, cercando di fraternizzare con un reticente Kiyota; e anche Jin prendeva parte alla conversazione.
- Dove hai imparato a giocare? - chiese la guardia del Kainan e Rukawa si strinse nelle spalle.
- Mi ha insegnato mio padre.
- Sei davvero molto bravo!
- Già, peccato che non sai cosa sia il gioco di squadra! - esclamò sgarbato Kiyota; Jin gli sferrò una gomitata nelle costole, ma Rukawa sorrise alla matricola.
- Hai ragione, ma sono convinto che gli altri non mi servano: so cavarmela benissimo da solo.
- Mm...potrebbe essere un errore. - disse Maki, ma il volpino si voltò verso di lui con occhi fermi.
- Non direi, visto quello che sono riuscito a fare contro di voi.
- Hai giocato per soli tre minuti, una partita è molto più lunga.
- Hn...
- Non riusciresti mai a batterci in una partita di mezz'ora! - esclamò Kiyota strafottente e Rukawa lo guardò con un'espressione strana, quasi famelica...e Maki ebbe un brivido, stavolta non di piacere.
- Davvero? Perché non facciamo una sfida? Tu e Maki contro Hanamichi e me.
- Quando vuoi, volpe!
- Domani pomeriggio, ti va bene o devi prepararti mentalmente alla sconfitta?
Kiyota agitò un pugno verso di lui.
- Non osare offendermi! Noi non perderemo, vero Maki?
Il capitano del Kainan annuì con il capo, ma in quel momento la socia di suo padre attirò l'attenzione degli avventori sfilando sul palco e fermandosi al limite, con un'unica luce puntata su di lei; e Maki vide Rukawa ritrarsi con uno scatto, nascondendosi dietro il corpo di Jin.
- Finalmente, signori e signore, lo spettacolo ha inizio: fate un bell'applauso ad un nuovo artista, che si esibisce per la prima volta su questo palco e che sarà accompagnato dalla splendida Mègan.
Fischi di approvazione accompagnarono il nome della ragazza, bella e sensuale; Hideyuki si spostò lateralmente indicando i tendaggi sontuosi che racchiudevano gli artisti.
- Un grande applauso per lo stupendo Redboy! (Che cacchio di nome è? NdH; Eddai, non avevo voglia di spremermi! NdK)
Il sipario si alzò rivelando chi c'era al di là: la bellissima Mègan e...le mascelle dei quattro giocatori del Kainan si spalancarono andando a toccare le ginocchia, mentre Rukawa cominciava a ridere. Sul palco, accanto alla ragazza, c'era un irrigidito Hanamichi, con indosso un costume da poliziotto, che si guardava intorno spaurito; Maki afferrò il gomito di Rukawa, che aveva ormai le lacrime agli occhi.
- Cosa significa? Perché è là? - chiese incredulo ed il volpino cercò di calmarsi senza successo; Maki scosse il capo.
- Ma è minorenne! Si metteranno nei guai se lo lasciano esibire!
La musica cominciò e Mègan iniziò a strusciarsi contro il povero Hanamichi mormorandogli qualcosa: Maki la conosceva, ed era certo che lo stesse incoraggiando. Ma il rossino rimaneva immobile come una statua; per il momento, però, riceveva solo applausi ed incoraggiamenti da parte delle donne e dei pochi uomini che avevano il coraggio di dichiarare apertamente la loro omosessualità. Ma se non avesse cominciato a muoversi, allora sarebbero arrivati i fischi. Ma Mègan era esperta e sapeva come scioglierlo: cominciò lei a spogliarlo, senza smettere di parlargli; Rukawa continuava ad asciugarsi le lacrime dagli occhi, ogni tanto ricominciando a ridere. Maki sospettò che fosse stato lui ad organizzare uno scherzo del genere al fratello, ma scartò l'idea: nessuno poteva essere tanto crudele! E finalmente Hanamichi si decise a fare qualcosa: con dita impacciate, costretto a seguire il movimento della musica dai fianchi di Mègan contro i suoi, cominciò a toglierle i guanti luccicanti. E pian piano sul suo viso si allargò un sorrisetto malizioso, mentre prendeva il controllo della situazione imponendo lui il ritmo alla ballerina. E le donne cominciarono ad urlare, mentre i più cafoni suggerivano oscenità al ragazzo. Con lentezza calcolata, quasi avessero provato un'infinità di volte il numero, i due spogliarellisti si tolsero gli indumenti superficiali, inscenando una danza alquanto erotica; e Maki si ritrovò a fissare ipnotizzato il rossino. Quando finalmente restò con i soli boxer, Maki s'impose di distogliere lo sguardo e lo posò sui suoi compagni: le ragazze urlavano ormai senza contegno, Jin osservava divertito, Kiyota fissava il palco con occhi quasi sbarrati, Takasago ridacchiava sotto i baffi. E Rukawa...aveva smesso di ridere, anche se non si era accorto quando. Ed ora fissava il palco con sguardo serio e poco fraterno...i suoi occhi si spostavano lungo il corpo di uno dei due danzatori, ma Maki avrebbe giurato fosse proprio quello di Sakuragi. Ed all'improvviso le sue mani si chiusero in un pugno ed il volpino si alzò in piedi di scatto, voltandosi verso Maki e Kiyota.
- Scusate, devo andare; fatemi un favore, avvertite Hanamichi che lo aspetto a casa.
- Perché non lo aspetti? - chiese sgarbato Kiyota, ma Rukawa ridacchiò ed indicò un punto alle proprie spalle: Maki scorse Hideyuki che si aggirava fra la gente, quasi con frenesia.
- Perché altrimenti quella mi costringerà a salire su quel palco! Ci vediamo domani, alle due davanti a casa tua, Maki.
S'incamminò verso l'uscita abbassandosi per nascondersi dietro agli avventori più bassi e riuscì a raggiungere la porta; alzò una mano verso di loro in un ultimo saluto e lasciò il locale. In quel momento la folla scoppiò in un boato, salutando l'uscita di scena dei due spogliarellisti e chiedendo il bis.

Hanamichi raggiunse a fatica il tavolo intorno al quale erano seduti Maki e compagni, perché veniva fermato da donne che gli facevano proposte oscene, altre che gli infilavano biglietti nei pantaloni, ed altre ancora che semplicemente si congratulavano con lui. Un paio di uomini gli consegnarono un bigliettino da visita. Ma finalmente riuscì ad unirsi ai giocatori del Kainan e si guardò intorno corrugando la fronte.
- Ehi, ciao ragazzi! - esclamò salutandoli e Jin gli sorrise facendogli posto nello stesso punto in cui prima si era seduto Rukawa.
- Vieni, siediti! Accidenti, hai fatto una strage!
- Già...dov'è Rukawa?
- Se l'è filata...diceva che altrimenti sarebbe dovuto salire anche lui sul palco! - esclamò scettico Kiyota, ma Hanamichi s'infuriò.
- Traditore! Si è inventato la palla degli spogliarellisti per entrare gratis e subito, mi ha costretto a fare il numero per primo e poi se l'è filata! Ma questa me la paga!
Maki inarcò le sopracciglia.
- Vuoi dire che ti ha fatto uno scherzo del genere?
- Già!
- Bel fratello che ti ritrovi! - esclamò ridendo Asuke, la sua accompagnatrice; Hanamichi la guardò e si strinse nelle spalle sorridendo.
- Non preoccuparti, non la passerà liscia...ma dove sarà finito?
- Ha detto che ti aspetta a casa. - rispose Jin e Hanamichi annuì; Kiyota si sporse verso di lui sogghignando.
- E ci ha lanciato una sfida: domani tu e lui contro Maki e me!
- A fare cosa? - chiese ingenuamente il rosso e Kiyota sgranò gli occhi mentre Maki scoppiava a ridere.
- Una sfida a basket, idiota! - urlò il moretto; Hanamichi sembrò imbarazzato, ma il sorriso che rivolse loro fece rabbrividire Maki: lo stesso di Rukawa.
- Ehm...certo...ok, allora a domani! Adesso vado a prendermi una piccola rivincita!
Si alzò salutando ed uscendo si comportò come il volpino: si nascose dietro ai clienti per evitare di essere visto da Hideyuki.


-Capitolo 10-


E così quel traditore lo aveva costretto ad esibirsi in uno spettacolo disdicevole, e poi se l'era filata per non doverlo fare a sua volta! Maledetto angelo da strapazzo! Cavolo, a guardarlo, sembrava più un diavolo! Come era riuscito a diventare arcangelo? Era una domanda che si ripeteva continuamente nella sua testa...ma l'unico a potergli fornire una risposta era Peter... Sospirò e s'infilò in un vicolo semibuio guardandosi intorno. Non c'era nessuno. Si teletrasportò nella propria stanza e ne uscì sbattendo la porta e dirigendosi verso quella del volpino. Non era arrabbiato, ma certamente molto seccato; ma Rukawa non c'era. Si chiese se fosse già tornato e si diresse in cucina per prepararsi uno spuntino e lì lo trovò: era inginocchiato davanti al tavolo sul quale avevano cenato, con gli appunti che aveva preso su Kiyota, sparsi davanti a sé. Ma aveva le braccia piegate sul tavolo e la testa appoggiata sopra: si era addormentato ancora con gli abiti della serata indosso. Lo guardò pronto a svegliarlo a modo suo, ma si ritrovò a fissare la sua espressione che ora sembrava davvero...angelica. I capelli scompigliati ricadevano sugli avambracci, le labbra erano socchiuse e l'espressione del volto rilassata; non sembrava più lo stesso ragazzo che lo guardava sogghignando e che gli diceva all'orecchio che fingeva simpatia nei suoi confronti. Sembrava solo...un angelo... Si sedette a gambe incrociate di fianco a lui, in modo da poter scorgere il suo viso; la voglia di vendetta stava abbandonando il suo cuore.
- Stupido Michael, perché sei sempre così irritante? - mormorò con voce quasi triste; chiuse gli occhi sospirando e s'impose di andarsene. Prese una coperta e gliel'appoggiò sulle spalle, poi andò a dormire.

La luce inondò la stanza e Hanamichi mugugnò un qualche tipo d'imprecazione prima di coprirsi completamente con le coperte; ma qualcuno...ovviamente Michael...lo scoprì.
- Sveglia, pelandrone! È mezzogiorno! Il pranzo è pronto!
Hanamichi sollevò una palpebra, sospettoso vista tutta quella allegria da parte del volpino: la solita recita?
- Ho sonno.
- Dobbiamo mangiare, poi andremo da Maki: abbiamo una sfida con lui e Kiyota, alle due.
- Ehi, volpe, perché non t'infili di nuovo nel congelatore?
Un'ombra gli coprì il viso ed aprì appena un occhio, trovandosi di fronte l'altro angelo con un ginocchio a terra e con un braccio appoggiato all'altra gamba piegata. E gli sorrideva: non il solito ghigno derisorio, non il sorriso di tre quarti, non il sogghigno di superiorità. Un sorriso vero, sincero e gentile. Ed aprì gli occhi con espressione sorpresa.
- Grazie, per la coperta. - gli disse piano il volpino; Hanamichi avrebbe voluto sorridergli, ma una consapevolezza lo bloccò: le parole che gli erano state sussurrate all'orecchio solo la sera prima.
- Se parli così piano, Peter e Emmanuel non ti sentiranno. - mormorò; lo sguardo di Rukawa s'indurì ed il ragazzo si alzò di scatto uscendo dalla sua stanza.
- Muoviti, non voglio fare tardi per colpa tua; e non aspetterò te per pranzare!
Hanamichi si mise a sedere con una sensazione desolante nel cuore: fin dall'inizio, pur non sopportandolo, aveva sempre creduto che lui e Michael sarebbero potuti diventare amici...anche dopo che si erano pestati davanti alla casa di Maki. Ma ora sapeva che ogni gesto gentile, ogni frase cortese, erano solo bugie: piccole commedie inscenate per fare bella figura con i superiori. E sapeva di doversi comportare allo stesso modo, anche se l'idea lo disgustava: detestava mentire, in fondo era un angelo. Ma non poteva rischiare di passare per quello stronzo, mentre il volpino recitava la parte dell'angioletto con tanto d'aureola argentata. Si alzò e s'infilò pantaloncini e canottiera, poi una tuta blu, e, dopo aver fatto un salto in bagno, raggiunse Rukawa in cucina; nonostante quello che gli aveva detto, il volpino non aveva cominciato a mangiare senza di lui. Ma Hanamichi non lo ringraziò e si sedette lasciandosi servire in silenzio e senza guardarlo: chissà cosa passava per quella testa glaciale e calcolatrice! Pranzarono in silenzio e senza scambiarsi una sola parola, anche se ad un certo punto Hanamichi ricordò di doverlo insultare per lo spogliarello della sera prima...ma non voleva parlare con lui, almeno per il momento. Non ne aveva voglia. Non voleva dover guardare quegli occhi e sentire quella voce di ghiaccio che erano capaci di ferirlo. Mangiarono in fretta e rassettarono la cucina sempre senza rivolgersi una sola parola, poi uscirono da casa e Rukawa prese la bicicletta; a questo punto Hanamichi fu costretto a parlargli, anche se mantenne un tono glaciale...come il suo.
- Perché non ci teletrasportiamo, semplicemente? - chiese fissandolo con astio; il volpino sembrò sorpreso dalla sua domanda e distolse lo sguardo.
- Ah...perché dobbiamo comportarci da umani...
Hanamichi inarcò un sopracciglio: strana spiegazione, non lo convinceva per niente.
- E da quando? Se non sbaglio anche tu hai usato i tuoi poteri, per curarti la fronte...e questo non è da umani...
- Che c'entra questo? Volevi che mi tenessi quel trauma?
- Un umano se lo sarebbe tenuto...
Rukawa lo guardò con astio, stringendo le manopole della bicicletta, e Hanamichi abbozzò un sorriso soddisfatto: anche lui riusciva a farlo arrabbiare, se voleva.
- Tu fai come ti pare, io prendo il treno! - esclamò infine il moretto incamminandosi, ma Hanamichi gli afferrò un polso trattenendolo.
- Perché non la pianti di raccontare balle? Voglio sapere perché non vuoi usare i poteri!
Rukawa strattonò per liberarsi, ma non ci riuscì e lo fissò con odio malcelato.
- Te l'ho detto, perché! Qualcuno potrebbe vederci, quando appariremo in mezzo alla strada!
Hanamichi esitò, chiedendosi quanto di vero ci fosse in quelle parole, ma Rukawa ne approfittò per liberarsi dalla sua presa ed inforcò la bicicletta avviandosi verso la stazione. Il rosso incrociò le braccia sul petto sentendosi di nuovo assalire dalla rabbia, però poi si teletrasportò davanti alla casa di Maki.

Il campanello di casa Maki suonò un paio di volte e Shin'ichi andò ad aprire sorridendo a Rukawa; gli aprì il cancello e gli fece parcheggiare la bicicletta, poi lo fece entrare in casa per raggiungere Hanamichi e Nobunaga, già seduti sul divano. Il moro entrò fissando uno sguardo rabbioso sul rossino, che ricambiò con freddezza; Nobunaga intuì che quei due avessero litigato di nuovo e se ne rallegrò: se non andavano d'accordo, non avrebbero giocato al meglio e sarebbe stato più facile batterli!
- Sei arrivato finalmente! - esclamò gelido Sakuragi; Rukawa si limitò ad incenerirlo con lo sguardo, ma Maki intervenne per calmare la situazione.
- Ehm...vogliamo andare al campo? - chiese facendo cenno a Kiyota di alzarsi; il ragazzo obbedì sorridendo soddisfatto e seguì il suo capitano. Giunsero al campetto in cinque minuti e lì cominciarono a scaldarsi con esercizi di allungamento; i due fratelli continuarono ostinatamente ad ignorarsi e Maki guardò Kiyota con preoccupazione. Ma il n° 10 non provava altrettanta pena nei loro confronti; non li aveva sopportati fin dal primo momento in cui li aveva incontrati quel giorno in strada. In quel momento aveva detestato soprattutto il rosso, perché quando gli era caduto addosso, aveva sentito un rimescolamento assurdo allo stomaco...e lui non poteva provare niente per nessun altro che non fosse il suo amore!
- Allora, cominciamo? - disse Maki palleggiando sul cemento irregolare - Chi arriva a venti vince, d'accordo?
- Sì. - risposero in coro i due fratelli lanciandosi poi un'occhiata infastidita; Maki lanciò il pallone al rosso, poi si mise sotto canestro a marcare la volpe, mentre Kiyota si piazzava di fronte ad un serio Sakuragi. Lo guardò sogghignando, mentre palleggiava nascondendo il pallone dietro la schiena.
- Allora, scimmia rossa, litigato di nuovo con il fratellino? - chiese piano; Hanamichi sembrò quasi ringhiare e scattò in avanti per superarlo, ma Kiyota fu più rapido e gli soffiò il pallone. Corse oltre la linea di metà campo e si voltò sogghignando; Maki e Rukawa invertirono le posizioni, mentre il rossino gli si mise di fronte con occhi di fuoco. Kiyota palleggiò fissandolo con sicurezza, poi Maki scattò e lui gli passò il pallone che Rukawa riuscì a sfiorare con la punta delle dita; ma il capitano del Kainan riuscì ugualmente a recuperare la palla ed a correre a canestro. Segnò i primi due punti. Stavolta fu Rukawa a prendere il pallone e si diresse a metà campo senza degnare il fratello di uno sguardo e di nuovo Kiyota se ne rallegrò. Maki si mise di fronte al volpino marcandolo stretto; ma il moretto fu agile. Fece una finta sulla destra, si fece rimbalzare il pallone dietro la schiena, passandolo all'altra mano, e corse a canestro; Kiyota gli si parò davanti per fermarlo, lasciando smarcato Hanamichi, ma sapeva quello che stava facendo. Era certo che la volpe non avrebbe mai passato al fratello! Ed infatti Rukawa alzò le braccia per tirare e Nobunaga saltò per bloccargli il passaggio; ma il volpino si fermò, fece un salto indietro uscendo dall'area e lasciò partire il pallone. Tre punti. Kiyota lo trafisse con lo sguardo, infuriato per essersi lasciato raggirare così stupidamente; Maki prese il pallone e si portò al centro del campo seguito da Rukawa. E Hanamichi s'incollò a Kiyota, sovrastandolo di dieci centimetri. Intorno al campetto, intanto, si stava radunando una discreta folla: Jin e le quattro ragazze del giorno precedente erano venuti ad assistere alla partitella, seguiti da un altro paio di giocatori del Kainan. E ragazzi, curiosi, e ragazze, attirate dalla bellezza dei quattro giocatori in campo (Ehm...ho messo anche te nei belli, Nobu...NdK). Maki riuscì a passare a Kiyota, che girò intorno al rossino e fece canestro; il capitano gli scompigliò i capelli congratulandosi con lui e Hanamichi si tolse la felpa della tuta rimanendo con una canottiera blu, evitando accuratamente di incrociare lo sguardo di Rukawa. Maki passò il pallone al rosso e Kiyota gli si mise di fronte sempre sogghignando; Hanamichi scattò immediatamente e lo colse di sorpresa. Lo oltrepassò dirigendosi a canestro e Maki fu costretto a marcarlo lasciando libero Rukawa; il volpino aspettò il passaggio, ma Hanamichi decise di fare da solo riuscendo solo a perdere l'occasione. Tornando a metà campo, passò accanto a Rukawa, che pronunciò delle parole senza guardarlo.
- Spero che sarai soddisfatto.
Hanamichi non lo guardò e si mise di fronte a Kiyota; il moretto lo oltrepassò, passò a Maki che beffò anche Rukawa e segnò altri due punti. Il tifo all'esterno del campo esplose, essendo tutto per i due giocatori del Kainan; a quel punto anche Rukawa si spogliò restando con una canottiera grigia infilata sopra una maglietta nera. Ed una ragazza urlò una frase equivoca che ammutolì gli spettatori. La partita però riprese e pochi minuti dopo era sul dodici a tre per Kiyota e Maki; ma ora la palla era per il rosso, che palleggiava a metà campo con Nobunaga di fronte. Cercò inutilmente di passarlo, poi lanciò uno sguardo al fratello, e gli lanciò addosso la palla; il ragazzo cercò d'intercettare il passaggio, che però finì con violenza contro la rete di recinzione. Ed a quel punto fu il caos: Rukawa si avvicinò minaccioso al fratello, afferrandolo per il collo della canottiera e spingendolo a terra con forza.
- Che cazzo di passaggio era, quello? - gli ringhiò in faccia, ma il rosso puntò un ginocchio al suo stomaco ed invertì le posizioni.
- Se tu non sai giocare, non è colpa mia! - urlò infuriato afferrandogli a sua volta la maglia; Maki cercò di calmarli.
- Ragazzi, è ovvio che oggi non siete in giornata... - cominciò, ma Kiyota lo interruppe scoppiando a ridere.
- E quando mai lo sono? Non fanno che litigare, come i bambini!
Hanamichi voltò il capo verso di lui.
- Tu stai zitto, Nobu-scimmia! - esclamò ad alta voce; i ragazzi intorno al campo, a quel punto, cominciarono ad incitare la rissa, mentre Jin cercava inutilmente di calmarli.
- Attento a quello che dici, scimmione! - sbraitò Kiyota avvicinandosi a pugni stretti, ma Maki gli si mise davanti bloccandogli il passaggio con un braccio; stava per dire qualcosa, quando Rukawa riuscì a spingere a terra Hanamichi e ad alzarsi con rabbia.
- Non servi a niente! Non sai fare niente! Sei solo un peso! Tutto quello che hai fatto è stato combinare guai!
- Cosa?! - strillò Hanamichi rialzandosi - Forse hai ragione, stupido idiota, ma almeno io sono una persona sincera! Tu, invece, sei solo un bugiardo calcolatore, con il cuore di ghiaccio! Da quando siamo qui non hai fatto che mentire e recitare la parte dell'angioletto! Invece ad alta voce fai il gentile con me, mentre all'orecchio mi bisbigli che non mi sopporti!
- Stai zitto, idiota! - urlò Rukawa lanciandosi verso di lui per colpirlo con un pugno, ma Hanamichi riuscì ad evitarlo e cercò di afferrarlo per le spalle; il volpino intuì la sua mossa e si abbassò riuscendo a fargli lo sgambetto e facendolo cadere con il sedere a terra. Il rosso si rialzò agilmente gettandosi contro il fratello pronto a scansarlo.
- Io e te dobbiamo regolare i nostri conti, una volta per sempre! Devo fartela pagare anche per lo scherzetto di ieri sera!
- Provaci, se ne sei capace!
A quel punto Maki decise d'intervenire e cercò di separare i due, ma Hanamichi gli affibbiò un pugno in pieno viso, mandandolo al tappeto; Kiyota cominciò a strillare e si lanciò sul rosso, che si era fermato sorpreso. Lo buttò a terra e cominciò a tempestarlo di pugni mentre gli scaricava addosso qualsiasi tipo d'insulti, mentre Rukawa s'inginocchiava accanto a Maki guardandolo in modo indecifrabile.
- Come ti senti? - gli chiese piano; Maki si sfiorò lo zigomo dolorante, limitandosi a guardarlo, ma incredibilmente il volpino si afferrò i capelli con entrambe le mani, stringendo i denti.
- Come abbiamo fatto a giungere fino a questo punto? - mormorò più a se stesso che al capitano; Maki gli appoggiò una mano sulla spalla, mentre davanti a loro Hanamichi era riuscito ad invertire le posizioni per contenere i pugni di Kiyota.
- Tu e Hanamichi avete un grave problema, che non potete e non dovete risolvere con le mani. Parlaci, ingoia l'orgoglio.
"Bel consiglio, visto che viene da uno che non lo fa!"
"Il mio non è orgoglio...è paura..."
Rukawa lo guardò con occhi non più rabbiosi o gelidi: sembrava quasi disperato.
- Rimandiamo la sfida, va bene? Devo parlare con mio fratello.
Si alzò porgendogli la mano ed aiutandolo a rialzarsi, poi entrambi si avvicinarono ai due litiganti e Maki batté un colpo sulle spalle di Kiyota.
- Adesso basta, Nobunaga! Smettila!
I due si fermarono e si rialzarono guardandosi torvi, poi Rukawa si fermò di fronte al fratello fissandolo negli occhi.
- Tu ed io dobbiamo parlare.

- Forse avevi ragione, Emmanuel, quei due finiscono per ammazzarsi di botte.
- E allora, cosa facciamo?
- Stiamo a vedere ancora per un po': la prossima volta che si mettono un dito addosso, facciamo rientrare uno dei due.
- Sì, ma...chi?
- Gabriel, visto che ha appena fatto a botte con il protetto.
- Mm...e se poi scaricasse la sua rabbia su di noi?
- .........ecco...Michael, sì! Facciamo rientrare Michael!
- Brrrrr...mi vengono i brividi al solo pensiero...
- Ma allora, cosa facciamo?
- Preghiamo che non facciano più a botte...

 


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