Disclaimer: questi personaggi non sono miei ma di papà Inoue che è stato tanto gentile da prestarmeli  
Ringraziamenti: sono grata a Najka e a Sheera che sono così gentili da sorbirsi anche questo capitolo. Ringrazio anche la mia cuginetta Saya perchè mi ha aiutato a decidere come continuarlo ^@^
Note: ormai dovreste averlo capito, la ficci è sempre dedicata a Seimei ^^
Tra le "..." il parlato
Tra le <...> i pensieri



Angelo rosso

parte IV

di Natsume


Un ringhio basso e feroce lo colse di sorpresa, distogliendolo dai suoi allenamenti quotidiani.
Una sensazione di pericolo si diffuse nelle sue membra.
Girò la testa lentamente e, con la coda degli occhi, lo vide.
Un cane, non molto grande a dire il vero, gli si avvicinava minaccioso. 
Si guardò intorno.
Nessuno...
<Ce l'ha proprio con me!!!>
Fece per allontanarsi, ma la bestia gli si avventò contro.
Fu solo in grado di spostarsi, prima che quello lo azzannasse sul posteriore.
I suoi riflessi, allenati dal gioco continuo, si erano rivelati utili anche questa volta.
L'animale era riuscito solo a stringere un pezzo della tuta, niente di più. 
(non chiedetemi come ciò sia possibile, l'unica cosa che so è che non potevo far rovinare quel bel posteriore con un morso. Le sue fan mi avrebbero ucciso ^^' NdNat ... NdRu non so perchè ma mi sento osservata é__è NdNat ... NdRu oh... ciao Ru, ma non avevi detto di avere un appuntamento oggi ^_^ NdNat Ò___Ó NdRu dai non fare quella faccia, poi ti vengono le rughe ^^ NdNat grrr... NdRu ehmm.... chiedo scusa a tutti, ma impegni improvvisi richiedono la mia attenzione altrove, devo andare... NdNat_più_veloce_della_luce dove credi di andare, questa me la paghi è____é NdRu_che_la_insegue)
"Ahhhhhhhh..."
Un urlo squarciò la situazione.
Un ragazzo si precipitò accanto al cane e dopo averlo preso per il collare lo allontanò dall'assalito, cercando di trattenerlo.
Rukawa tornò a respirare normalmente, la rabbia stava prendendo il posto dello spavento.
Fissò il suo aggressore con odio.
Stupore si dipinse sul suo volto quando si accorse che quello era un volpino.
<Lo stesso colore... Saya>
Gli ricordava il cucciolo del suo do'hau.
Quel bellissimo cane dal pelo morbido, che lo adorava, proprio come il suo padrone.
Focalizzò lo sguardo sulle mani che, con dolcezza, accarezzavano il pelo liscio.
Risalì lungo la figura inginocchiata finchè non arrivò al viso del proprietario.
Quando era intervenuto a salvarlo aveva intravisto solo una chioma corvina, ora potè constatare che apparteneva a Nobunaga Kyota, il casinista del Kainan.
Gli occhi si ridussero a due fessure, mentre lo guardava.
Quel ragazzo era troppo simile al suo Hanamichi, esuberante, chiacchierone e rompiscatole e poi anche lui possedeva un volpino, anche se questo non era molto socievole.
Uno strano languore lo colse.
<Così simile al do'hau...>
Gli mancava così tanto quel rossino rumoroso...
Un'idea lo colse improvvisamente.
Forse avrebbe potuto sopperire alla mancanza del suo tesoro rimpiazzandolo momentaneamente.
Osservò il moretto con molta attenzione.
Era carino, non quanto il do'hau, ma passabile.
Ciò che lo attirava maggiormente era il carattere.
Era solo una copia, neanche tanto male, si sarebbe accontentato finchè non fosse riuscito a riprendersi l'originale.
Un sorrisetto gelido si disegnò sulle sue labbra, mentre lo ascoltava scusarsi, forse era riuscito a trovare un modo per circuirlo.
"Scusami tantissimo, non si è mai comportata così. Non so proprio cosa le sia preso..."
Alzò il volto a guardarlo.
Un lampo di sorpresa passò nei suoi occhi quando si accorse di chi aveva di fronte.
Poi vide nettamente qualcosa cambiare in quello sguardo.
Non sembrava più molto dispiaciuto per ciò che era accaduto, anche se continuava ad impedire al cane di saltargli addosso, visto e considerato che quello continuava a ringhiare al suo indirizzo.
Stava per dire qualcosa, quando una voce familiare richiamò la sua attenzione.
"Saya!! Ora smettila, vieni qui"
A quell'ordine il volpino abbassò il volto contrito per aver fatto arrabbiare il suo vero padrone e, sgusciando dalle mani del moretto si diresse verso di lui, con la coda tra le gambe.
Fissò i suoi occhi azzurri in quelli nocciola del ragazzo.
Rabbia, dolore, tristezza... passarono così velocemente nel suo sguardo che non era neanche tanto sicuro di averli visti, poi l'indifferenza tornò a trovar posto su quel viso amato.
<Dolcezza... chi stai guardando in quel modo Hana? Chi ha attratto il tuo sguardo distogliendolo dal mio?>
I suoi occhi cercarono la causa di quel cambiamento.
Seguendo la scia dello sguardo del rossino ne vide la causa
<Nobunaga!!!>
La sorpresa fu tale da shockarlo per qualche istante.
"Andiamo Nobu, mi è venuta fame"
<Quella voce dolce, lo sguardo languido e felice, il sorriso... quel sorriso stupendo e sincero che non ho più visto sul tuo volto ora sono rivolti a lui. Non a me a lui...>
La rabbia lo sopraffece.
Non poteva passarla liscia.
Come osava rivolgersi a qualcun'altro in quel modo.
No, non lo accettava, si sarebbe vendicato e provandone anche molto piacere.

Kyota si alzò e con passo svelto si diresse verso il suo ragazzo.
Arrossì a quel pensiero.
Era così felice, gli sembrava di star camminando su una nuvoletta.
Quel confronto era una manna dal cielo.
Hana aveva dimostrato di preferirlo al suo ex e questo gli dava un piacere immenso.
Sorridendo raggiunse il rossino ancora fermo a bordo campo insieme al volpino ormai calmo, che continuava a guardarlo con dolcezza.
Gli sfiorò la spalla con un tocco lieve della sua.
Un modo per avvicinare i loro corpi, per fargli sentire la sua presenza.
In risposta a ciò, Hanamichi gli sorrise e poi si girò per andarsene, senza degnare Rukawa di un secondo sguardo.
Fu la sua voce e le parole che disse, a fermare i loro passi.
"Potrei denunciarla, lo sai, vero, Hana"
Kyota lo guardò spaventato.
<Lui adora Saya...>
Il ragazzo al suo fianco si irrigidì, le mani strette a pugno.
Lo vide girarsi a fronteggiare la sua nemesi.
Uno sguardo di puro odio si poteva intravedere in quegl'occhi nocciola. 
Si voltò anche lui verso il campetto.
Il suo volto corse ad osservare quello del moretto a centro campo.
Rukawa era immobile, come se aspettasse una reazione ben specifica.
Uno strano sorrisetto malizioso gli sfiorava le labbra.
Dava l'impressione di star giocando come il gatto con il topo.
<Un cacciatore che circuisce la sua preda>
Un brivido gelato gli corse lungo la schiena.
Gli faceva paura, quello sguardo, quell'atteggiamento, non prometteva niente di buono.
Come un copione già scritto, Hanamichi cadde nella sua rete.
Gli occhi di Rukawa luccicavano compiaciuti.
"Che vuoi dire?"
Disse calmo il rossino anche se Nobu sapeva benissimo quanto fosse terrorizzato all'idea di perdere anche quel cucciolo.
La voce fredda del campioncino dello Shohoku sembrava lanciare schegge di ghiaccio che colpivano senza tregua il cuore già provato della testa rossa.
Ogni singola parola pronunciata creava una voragine all'interno del suo organo vitale.
Kaede doveva saperlo bene visto che i suoi occhi lanciavano lampi di gioia.
"Un cane, senza guinzaglio e padrone a controllarlo, in un parco pubblico, dove vengono a giocare anche dei bambini, che assale le persone, senza che queste gli abbiano fatto niente. Se la raccontassi ad un poliziotto questa storia, come credi reagirebbe"
<Quello stronzo si sta divertendo... si sta divertendo veramente a fargli del male, non si accontenta di quello che gli ha già fatto, no... lui.. lui vuole distruggerlo, annientarlo e.. ci sta riuscendo...>
"Non hai prove"
Il grido di Nobunaga distolse l'attenzione di Rukawa dal rossino e la portò su di lui.
"Tu dici!"
<Ancora quel sorriso>
Kyota si sentiva morire
"I miei calzoni sono una prova, se non mi fossi spostato in tempo i segni del morso sarebbero su di me"
"Cosa vuoi"
Le parole di Hanamichi furono come una fucilata nel silenzio venutosi a creare dopo l'ultimo intervento del moretto.
Uno sguardo malizioso si sostituì all'espressione sempre imperscrutabile di Rukawa.
"Una partita"
Il rossino lo guardò sorpreso.
Un sorriso sadico si dipinse sulle labbra di Kaede, si stava divertendo da matti.
<Ora viene il bello...>
"Voglio giocare un one-one con te.."
L'espressione di Sakuragi si stava distendendo.
<Ancora per poco>
"Se vinci tu potrai chiedermi tutto quello che vuoi. Se invece vinco io, sarai tu ad esaudire i miei desideri"
Il rossino, indeciso sul da farsi, si girò a guardare Nobunaga, come a chiederne il consiglio, non fu lui a suggerirgli cosa fare, fu lo stesso Rukawa a decidere per lui.
"O giochi con me e sottostai alla posta in palio o vado da quel poliziotto laggiù..."
Disse indicando un uomo in divisa al di là del parco.
"...e gli racconto tutto"
"Va bene, hai vinto, giochiamo"

Perso!
Aveva perso...
Tutti gli allenamenti fatti, le ore passate a giocare, per ritrovarsi a questo.
Tutto inutile.
Era migliorato molto in quell'ultimo periodo, ma non abbastanza da batterlo. 
I pugni sbatterono contro il cemento del pavimento del campetto.
Il volpino gli si avvicinò e strofinò il capo contro la sua spalla.
Kyota gli si mise difronte, inginocchiandoglisi davanti, gli cinse le spalle in un dolce abbraccio, mentre lo avvicinava al suo corpo, finchè la testa rossa non toccò il suo torace.
Non avrebbe pianto, non gli avrebbe dato anche questa soddisfazione.
"Avrei potuto batterlo"
"Lo so"
"Un punto, un solo punto di distacco"
"Hana..."
"Maledizione!!!"
I pugni chiusi colpirono di nuovo il terreno.
"Ma che scena commovente"
La voce ironica del volpino li distrasse.
Nobunaga lo guardò con odio prima di riportare lo sguardo su Hanamichi, che, nel frattempo, si stava sciogliendo dal suo abbraccio per rialzarsi.
Rimase lì, in ginocchio, a guardarlo, mentre con passo sicuro e deciso si avvicinava a Rukawa.
La sua voce forte e imperscrutabile gli disse che aveva ritrovato la calma.
"Avevamo fatto un patto se non sbaglio. Dimmi cosa vuoi da me."

Gli occhi nocciola si immersero nei suoi, freddi e indifferenti, senza l'abituale calore e vivacità che li contraddistingueva.
<Dove sei do'hau...>
"Allora, sto aspettando"
"Non credevo fossi così impaziente di esaudire i miei desideri"
Il volto del rossino si rabbuiò prima, per poi accendersi di una luce malvagia
"Prima la finiamo con questa storia e prima mi libero di te"
Il volpino incassò il colpo con proverbiale maestria, anche se dentro di se sentiva l'impulso impellente di fargliela pagare molto cara per quella manifesta insubordinazione.
<Sconterai anche questa Hana-chan>
"Se la metti così possiamo passare subito alle richieste. Ne ho due" Ribattè.
Il rosso alzò un sopracciglio, non gli garbava affatto come si stavano mettendo le cose.
La kitsune si avvicinò di più alla sua preda, finchè non fu ad un soffio dal corpo del ragazzo dalla pelle ambrata.
"Voglio un bacio"
Gli disse provocante.
Sentì il sussulto di contrarietà da parte del casinista del Kainan.
Un muscolo del viso di Hana cominciò a guizzare.
Non doveva gradire molto quel piccolo pegno.
<Mi spiace Hana, ma l'unico che trarrà benefici da questa situazione sarò io.
Non ti permetterò più di ignorarmi.
Sarai di nuovo mio.
Come deve essere e sempre sarà.>
"Hana... ti prego..."
La voce impaurita del moretto ancora accucciato accanto a Saya lo distrasse un attimo.
Spostò lo sguardo su di lui fino a che non ne incontrò gli occhi, i suoi si ridussero a due fessure mentre lo fissava freddamente.
<Ce n'è anche per te bimbo.
Non ti permetterò di rovinare tutto.>
Riportò la sua attenzione sulla testa rossa.
"Abbiamo fatto un patto"
Gli ricordò con voce suadente.
"Lo sò"
"Non puoi tirarti indietro"
"So anche questo"
"Allora non ti dispiacerà di certo se ne approfitto"
Le mani diafane si immersero nei soffici capelli rossi.
<Quanto mi sei mancato...>
Avvicinò il volto bronzeo al suo, con lentezza esasperante, per assaporare ogni istante di quel momento a lungo desiderato.
<...questa sensazione...>
Stuzzicò le morbide labbra carnose con la lingua e con piccoli morsi leggeri prima di perdersi in un bacio profondo.
<...di pace...>
Lo costrinse a giocare con lui, a contraccambiare il bacio, mentre gemiti inarticolati di dissenso uscivano dalla bocca di Sakuragi.
<...e benessere...>
Non gli permise di staccarsi finchè non fu lui stesso a mettere la parola fine a quel bacio.
Si leccò le labbra per saggiarne ancora il sapore, mentre il rossino si staccava bruscamente da lui e si girava a guardare l'altro ragazzo, presente all'incontro, con atteggiamento contrito.
"Kyota..."
Il moretto alzò il volto, che aveva seppellito nel folto pelo di Saya, per non dover guardare la scena, e lo fissò in quello di Sakuragi.
Il rossino gli si avvicinò cautamente, impaurito dalla reazione che avrebbe potuto avere Nobunaga di fronte a quella situazione.
Ciò che accadde sorprese anche l'algida volpe.
La matricola del Kainan si alzò e si portò accanto al rossino.
Gli sfiorò una guancia con una carezza intima e gli scoccò un bacio sulla mascella, in un gesto tenero e confidente.
"Credi che ora ce ne potremmo andare? E' venuta fame anche a me"
La risata di Sakuragi si diffuse per tutto il campo, colpendo anche le orecchie della volpe, mentre con dolcezza stringeva a se il moretto.
<Metto tutto in conto ragazzo>
Stava per dirgli qualcosa quando...
"Non pensi di aver dimenticato qualcosa do'hau"
La voce della volpe aveva di nuovo infranto la situazione.
La schiena rigida del rosso gli confermò che si era ricordato di quell'insignificante particolare.
"Cos'altro vuoi da me"
Il sorriso freddo della volpe non prometteva niente di buono.
"Lo scoprirai molto presto..."
Si chinò a raccogliere il suo pallone da basket.
"...ci si vede do'hau"
Si diresse verso l'uscita del campetto.
"Ma..."
Un braccio alzato a salutare.
"Divertiti..."
<...finchè puoi, perchè dopo mi divertirò io>

<Quel bastardo ha in mente qualcosa e io scoprirò di che si tratta. Non resterò con le mani in mano a guardarlo distruggere la mia felicità.
Non gli permetterò di portarmelo via.
Ora che sono riuscito a trovare l'amore combatterò per tenermelo>
"Hana..."
Chiamò Nobunaga per attirare l'attenzione del ragazzo al suo fianco, con lo sguardo ancora fisso nel punto in cui era sparito quel rompiscatole.
"...che ne dici di mangiare qualcosa per strada prima di andare al pub?"
Il rossino portò l'attenzione su di lui, il suo sguardo denotava grande confusione.
"Al pub??"
"Già..."
Dolcemente gli sorrise, era così tenero con quell'espressione turbata.
"...credo che tu non ti sia accorto di quanto si sia fatto tardi"
Dopo aver accompagnato il rossino al posto di lavoro, Nobu portò a casa Saya.
Prese le chiavi che gli aveva dato Hanamichi ed entrò.
la casa, silenziosa e buia, senza la presenza del ragazzo emanava molta tristezza, anche se aveva un'aria vissuta e piena di calore.
Saya corse in cucina e si mise ad abbaiare.
Nobu sospirò, poi la seguì.
Quando entrò trovò il volpino di fronte alla credenza che lo guardava con occhi speranzosi.
"Hai fame volpina"
"Bau bau"
Nobu rise.
Stava proprio diventando come Hanamichi, ora si metteva a parlare anche con gli animali.
Aprì lo sportello e tirò fuori le crocchette.
Seguito da Saya si diresse verso il salone e, aperta la porta finestra, uscì in giardino per riempire la ciotola.
Saya si mise a mangiare, mentre Nobu si sedette accanto a lei.
Alzò il viso a guardare le stelle e ripensò a quella giornata.
Il cuore ancora palpitava per il bacio che lui e Hana si erano scambiati nel parco.
Aprì gli occhi di scatto.
<Jin...>
Il nome del tiratore del Kainan si affacciò alla sua mente.
<O porc.. dovevamo incontrarci, me ne ero completamente dimenticato>
Prese il suo cellulare e lo guardò.
Sul display comparvero chiamate non risposte e tre messaggi
#Nobu arrivo con qualche minuto di ritardo non preoccuparti. Ci vediamo fra un po' al campetto.
#Kyota che fine hai fatto, perchè non mi rispondi?? E' mezz'ora che ti aspetto, se non arrivi o non ti fai sentire nei prossimi venti minuti me ne vado.
#Nobu è successo qualcosa? Perchè non mi rispondi? Chiamami appena puoi, sto andando a casa.
Prese il telefono e compose il numero di Jin, a quest'ora l'avrebbe trovato sicuramente sveglio, erano solo le 21.00.
<speriamo solo che i suoi genitori non si siano già ritirati per la notte...>
"Kyota!!! Ma dove ti eri cacciato? Ti ho cercato dappertutto!"
La voce agitata di Jin non lo sorprese più di tanto, un senso di mortificazione si fece strada in lui, non si era affatto comportato bene con il suo amico.
"Jin... mi dispiace, scusa non era mia intenzione farti preoccupare"
"Non importa, mi basta sapere che stai bene e che non ti è accaduto niente. Ti senti bene Nobu?"
"Si, scusa... mi rincresce molto averti causato tutto questo disturbo"
"Allora... che spiegazioni hai per il tuo comportamento? Fa che sia convincente altrimenti te la faccio pagare"
Il tono era diventato scherzoso, anche se vi si poteva scorgere una punta di irritazione.
"Vuoi la verità o una pietosa bugia?"
Gli chiese scherzosamente.
"La bugia, mi sembra ovvio"
Ribbattè Jin sullo stesso tono.
"No dai siamo seri, allora che hai combinato?"
"Me lo sono scordato, ho dormito sino all'una" 
Le guance gli si imporporarono al ricordo delle braccia del suo Hanamichi che lo stringevano trasmettendogli il loro calore.
La risata di Jin gli fece piacere, significava che non era più arrabbiato. 
"Sempre il solito dormiglione"
"Hai ragione, non ho scusanti, sono colpevole"
"Kyota... aspetta..."
Ci fu qualche istante di silenzio dall'altra parte, poi senti di nuovo la voce del suo compagno di gioco.
"Scusami, devo riattaccare ora, i miei iniziano a rompere. Ci sentiamo 'notte Nobu"
"Buonanotte Jin"
Click.
Chiuse la comunicazione e si sedette sul divano.
Saya, che aveva finito di mangiare, gli si accostò e appoggiò la testa sulle sue ginocchia per ricevere un po' di coccole.
Nobunaga prese ad accarezzarle il folto pelo.

Inserì le chiavi di riserva nella toppa e aprì la porta di casa.
Senza accendere la luce, si mosse in quell'ambiente familiare senza incappare in ostacoli.
Si diresse in salone, dove una fievole luce denotava il passaggio di qualcuno in quel luogo.
La prima cosa che vide fu Saya che gli si fece incontro per dargli il benvenuto, in seguito notò anche la persona mollemente adagiata sul divano che dormiva pacificamente.
Gli si avvicinò, cercando di far meno rumore possibile.
Gli sfiorò i capelli in una carezza leggera, per togliere alcuni ciuffi da davanti gli occhi e scoprire il viso sereno del suo ragazzo abbandonato a Morfeo.
Delicatamente lo prese tra le braccia.
<Ormai sta diventando un'abitudine>
Gli posò un bacio fra la chioma corvina e sentì il moretto accoccolarglisi ancora di più tra le braccia.
"Bentornato"
Hanamichi abbassò il volto a guardarlo.
Duo occhi d'onice assonati, lo guardavano dalle ciglia socchiuse, mentre un dolce sorriso gli incurvava le labbra.
"Ciao, non volevo svegliarti"
"Ti perdono solo se mi dai un bacio"
Ribbattè Kyota con aria maliziosa.
"Come posso rifiutare quest'allettante proposta"
sorridendo appoggiò le labbra su quelle dell'altro.
Da dolce, il bacio si trasformò ben presto in qualcosa di più profondo.
Nobu strinse forte le braccia intorno al collo del rossino, che lo stava adagiando sul letto.
Hana si abbandonò contro di lui, perso nelle sensazioni che quella vicinanza gli provocava.
Con mani tremanti il moretto prese a slacciare la camicia bianca del rosso, appoggiò le mani sul torace muscoloso e risalendo lungo quelle membra frementi arrivò al dorso e con movimenti seducenti fece scivolare l'indumento, che cadde a terra scoprendo la pelle bronzea. 
Hanamichi si sollevò quel poco per guardarlo in viso.
Gli occhi di Kyota, torbidi di passione, mandava un muto messaggio al suo indirizzo.
"Kyo..."
"Shh... non parlare... amami Hana"
"Io..."
Impaziente di assaporare ancora le labbra del rosso, Nobu alzò il viso, mentre una mano saliva a circondare la testa di Hanamichi per avvicinarla al suo volto.
Le bocche si incontrarono di nuovo e si fusero insieme.
Ormai privo di controllo sul suo corpo e sulla ragione che gli gridava di aspettare un momento migliore, prese a giocare con quei petali di rosa, morbidi e dolci.
Le sue mani presero a scorrere lungo lo stomaco di Kyota, fermandosi all'altezza della cintura, si insinuarono all'interno della maglietta e, inframmezzando il movimento con delle carezze, gliela tolse.
Il petto candido si mostrava nudo ai suoi occhi bramosi. 
L'unica nota di colore in quel pallore erano i due teneri bottoncini bruniti, che attirarono la sua attenzione.
Senza staccare le labbra dalla sua pelle prese a stuzzicargli un orecchio, vi soffiò delicatamente per poi prendere il lobo tra le labbra, lo morse gentilmente e lo baciò.
"...ahh...."
Scese lungo la linea della mascella, cospargendola di piccoli e teneri baci, arrivato al mento si spostò più in basso per dedicarsi al collo.
Cercò il punto esatto in cui la vena del sangue pulsava scandendo i battiti vitali.
Vi passò sopra la lingua, lo stuzzicò con i denti per poi baciarlo a lungo.
Sentì il cuore di Kyota perdere un battito e tornare a scorrere come impazzito.
"...mmm..."
Gemiti sortirono dalle labbra socchiuse di Nobunaga quando il rossino si spostò ancora, percorrendo i pettorali e fermandosi ad ispezionare con più attenzione i capezzoli inturgiditi dal piacere.
Vi posò dei baci, poi li titilò con la lingua.
Una mano scese a slacciare i calzoni, che il moro ancora indossava, vi si introdusse dentro e prese a tormentarne la virilità.
La bocca si spostò di nuovo, percorse lo sterno, arrivato di fronte al rigonfiamento del compagno, alzò gli occhi a guardarlo mentre i pantaloni e i boxer, lentamente, scivolavano lungo le sue cosce.
Arrivato in fondo, lentamente risalilì lungo il suo corpo, una scia di baci partì dalla caviglia, passando per l'interno coscia sino al membro eretto.
"...ahh...mmm..."
Ne baciò la punta, leccò una goccia candida, che ne fuoriusciva.
La sua bocca lo avvolse, incominciò a succhiare adagio.
Sentì le mani di Kyota posarsi tra i suoi capelli, spingerlo ancora di più verso di lui, per approfondire il bacio.
"..di più...ahhh...Hana..."
Galvanizzato da quella richiesta lo accontentò.
La suzione divenne più veloce.
Il corpo del moretto si tese mentre l'orgasmo lo colpiva, le membra scosse da tremiti di piacere, gli occhi socchiusi fissi sulla testa rossa che si avvicinava per reclamare un bacio a cui non si negò.
Lo fece voltare, lo stomaco appoggiato al soffice materasso.
Gli scostò i capelli.
Labbra di fuoco gli baciarono la nuca.
Una lingua sbarazzina percorse la spina dorsale in tutta la sua lunghezza.
Morsi delicati si posarono sopra i suoi glutei.
Sentì la sua erezione crescere e sfregarsi contro le lenzuola, procurandogli nuovo piacere.
"...ahhhh...."
Piovvero baci sulla sua pelle quando una mano si avvicinò alla bocca.
Prese a leccargli le dita, una ad una, inumidendole bene.
Quando la mano si allontanò, sentì un'unghia scorrere lungo la colonna vertebrale, fermarsi fra il solco tra le natiche sode, continuare la discesa sino all'apertura, per poi introdursi delicatamente in  quell'anfratto, che gli strappò un gridolino di sorpresa e dolore.
Percepì, un secondo dito, introdursi dentro di lui, quando si era assuefatto al piacere provocato dalla prima intrusione.
Si mosse contro la mano del rosso, allorchè brividi d'estasi serpeggiarono in lui per sfregamento di un punto particolare.
Ormai preda dei sensi, mugolò di protesta quando le dita si ritrassero.
Un bacio si posò sulla sua guancia nel momento in cui il rossino si decise ad entrare di nuovo.
Morse le lenzuola, le mani strette a pugno intorno alla stoffa quando i loro corpi furono fusi in un unico essere.
Il rosso si bloccò in quella posizione, mormorando dolcissime parole all'orecchio del moro, una mano corse a circondarne l'erezione.
Il corpo di Kyota si rilassò nuovamente, il dolore sostituito dal diletto.
Hanamichi prese a muoversi in lui.
Spinte lente per portarlo fuori di testa, poi veloci quando fu prossimo all'orgasmo.
Aumentò il movimento delle mani, desiderava raggiungere il piacere insieme all'altro.
Una cascata di baci lambì la nuca e le spalle di Kyota in quel momento
"...AAAHHHH!!!!"
L'orgasmo fu violento.
Nobu urlò il suo piacere, Hanamichi soffocò i suoi gemiti contro la spalla candida mentre si svuotava nel suo corpo.
Rimasero in quella posizione a lungo, aspettando che i battiti impazziti del cuore si calmassero.
La testa rossa poggiata mollemente contro la schiena del moretto, il membro ancora affondato nel suo corpo, lo sentì muoversi piano e mugolare per la scomoda posizione.
Uscì da quelle membra avvolgenti, calde, tenere, per sdraiarglisi vicino e liberarlo dal suo peso.
Si girò a guardarlo.
Due occhi più oscuri della notte lo guardavano esitanti, quasi impauriti. 
Gli sorrise dolcemente per poi avvolgerlo tra le sue braccia.
Kyota gli si rifugiò contro, uno sguardo di adorazione e amore sul viso.
"Ti amo Hana"
Mormorò.
Cercò di resistere al sonno e alla stanchezza per aspettare una risposta che non tardò ad arrivare.
Gli occhi fissi nei suoi per esprimere tutte le emozioni che stava provando.
Gli si fece più incontro.
Ad un soffio dalle sue labbra.
"Ti amo anch'io Nobu"
Un bacio casto a suggellare quell'istante.
Un sorriso, poi il buio ad avvolgerli nella sua spirale di tenebre.

Owari 4



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