Disclaimer: questi personaggi non sono
miei ma di papà Inoue ecc ecc ecc
Ringraziamenti: sono grata a Najka a Neko e a Sheera che sono così
gentili da farmi da cavie ^_______^ (sorry ragazze ma vi tocca sorbirmi un
altro po' anche perchè non so quando questa fic avrà fine ^^')
Note: Questa fic è sempre dedicata a Seimei ^@^
Note2: ringrazio Saya che si è prestata a farmi da volpino ^^
Tra le "..." il parlato
Tra le <...> i pensieri
Angelo
rosso
parte II
di Natsume
"Vediamo un po' cosa possiamo preparare. Tu che mi suggerisci Saya"
Disse rivolto ad un bellissimo volpino dal pelo candido.
"Bau"
"Che ne dici di omelette e insalata"
Aprì il frigo per controllare se ci fossero tutti gli ingredienti
"Bau bau"
"Sono contento che tu sia d'accordo. Mmmm... gli ingredienti ci sono,
quindi il pranzo è deciso. Ora andiamo a fare un po' di giardinaggio, ti
va?"
"Bau... bau bau"
"Va bene, ho capito, però cerca di fare piano altrimenti lo
sveglierai"
Il cane lo seguì per tutto il tempo, mentre lui usciva in giardino e
prendeva gli attrezzi dalla casetta di legno adibita a quello scopo.
Intanto che lui si inginocchiava, vicino ad un'aiuola, per piantare dei
nuovi fiori, Saya gli si accomodò accanto sdragliandosi e poggiando la
testa sulle zampe.
Non si mosse da quella posizione finché il suo padrone non si alzò.
"Andiamo a fare il pranzo, penso che al risveglio avrà fame"
"Bau bau"
"Si, si non ti preoccupare, prima mi occupo di te"
Le sorrise, poi si abbassò a prendere una delle ciotole e la riempì con
l'acqua della fontanella.
"Bau, bau bau, bau"
"Saya aspetta qui"
Ordinando al volpino di attenderlo vicino alla cuccia, rientrò in casa e
prese i croccantini che poi versò nell'altra ciotola.
"Ecco qua ed ora pensiamo alla nostra di pancia"
Lasciò Saya a rifocillarsi e si diresse di nuovo in cucina.
Dopo una ventina di minuti un profumino si diffuse per tutta la casa.
Il cane, che nel frattempo aveva terminato di mangiare, era tornato dentro
e si era accoccolato di nuovo vicino a lui ad osservarlo trafficare.
Mise il tutto su un vassoio e si diresse in sala, seguito dal volpino che
non lo perdeva di vista un attimo, dove apparecchiò il tavolo.
"Saya perché non lo svegli mentre io vado a prendere l'acqua ed il
pane"
"Bau"
Il cane sembrò capirlo perché si avvicinò al ragazzo dormiente ed iniziò
a leccargli la faccia.
"Ahhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!"
L'urlo squarciò il silenzio della casa, seguito subito dopo da un uggiulato.
"Caiiiiiiii!!!!!"
Hanamichi tornò di corsa in sala per vedere cosa fosse successo.
"Che c'è?"
Disse guardando uno sconvolto Kiyota fissare il suo cane con timore.
"Co... cos'è quel coso"
Rispose il moretto ancora spaventato
"Un cane non vedi"
Mentre parlava si avvicinò al volpino per calmarlo
"Che ti ha fatto quel cattivone. Ora va tutto bene su smetti di
tremare"
Iniziò ad accarezzarlo dietro le orecchie, una cosa che il suo cagnolone
adorava e che lo faceva placare.
"Lo vedo che è un cane, non sono mica cieco! Ma che ci fa qui"
Lo guardò come se sul collo avesse due teste
"Ci abita, mi pare ovvio"
Lo vide aprire bocca per parlare e alzò una mano per interromperlo
"Aspetta, prima che te ne esci con un'altra delle tue"
Fece una pausa poi riprese
"Si chiama Saya, ha un anno e mezzo ed è il mio cane. Ora rispondi a
questa domanda: ne hai paura?"
Il moretto lo guardò poi disse
"Sono terrorizzato"
"Ok"
Gli sorrise per rassicurarlo
"Saya... vieni qui"
Chiamò il cane battendo una mano sulla gamba.
Scansò la tenda e lo fece uscire
"Rimani qui e fai la brava"
"Bau"
Gli fece altre coccole poi rientrò
"Mi dispiace. Non sapevo che i cani ti facessero paura, altrimenti
non l'avrei fatta rimanere in casa" disse guardandolo.
Kiyota teneva gli occhi puntati sulla finestra rimasta aperta, da dove si
intravedeva l'animale accucciato all'ombra dei fiori.
Il rossino scoppiò a ridere e questo gli procurò uno sguardo confuso da
parte del moretto.
Recuperò il controllo poi seguendo il suo sguardo disse
"Non ti preoccupare, Saya non rientrerà finché io non glielo
ordino, quindi ora mettiti a tavola che è pronto"
"E' già ora di pranzo??"
Due occhi stupiti si fissarono su di lui
"Ma quanto ho dormito??"
"Un po', si vede che ne avevi bisogno"
Lo osservò di sottecchi per capire cosa gli fosse successo, ben sapendo
che l'altro era troppo orgoglioso per raccontarglielo e poi c'era il fatto
che non fossero proprio amici...
Distolse lo sguardo dal ragazzo che aveva di fronte e lo posizionò sulla
tavola imbandita
"Ora sarà meglio accomodarsi, prima che si freddi tutto. Tu inizia
pure a mangiare, io vado a lavarmi le mani"
"ok..."
Mentre rispondeva il rossino era già uscito.
Quando rientrò, lo trovò già a tavola che fissava affamato il cibo.
Sorrise poi si sedette.
I due iniziarono a mangiare in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri.
Fu Hanamichi ad interrompere la strana atmosfera creatasi.
"Dovresti avvertire i tuoi genitori... potrebbero essere
preoccupati"
Gli era parso di scorgere un lampo di dolore in quegli occhi nocciola.
Non gli era neanche sfuggita l'esitazione in quella frase.
Ancora una volta si chiese cosa gli stesse accadendo.
<chi sei tu>
Le sue domande inespresse rimasero senza risposta.
Troppo vigliacco per scoprire cos'era che gli agitava il cuore.
<perchè mi fa male e al contempo sono felice di vederti così>
Per capire, comprendere....
"Non ci sono. Sono andati a trovare i miei nonni, torneranno questa
sera"
"Perchè non sei andato con loro?"
Chiese curioso il rossino
"La scuola... Sono rimasto indietro e devo recuperare"
Una smorfia gli solcò i lineamenti, facendo sorridere il suo ospite
"Scommetto che non ti piace molto"
"Perchè a te si!"
L'aria si fece pesante.
Le sue parole caddero nel silenzio più assoluto.
All'improvviso ebbe paura anche di respirare.
<la calma prima della tempesta>
Sakuragi fissava il piatto che aveva davanti con sguardo truce.
<tasto dolente>
Sembrava una pentola a pressione sul punto di scoppiare.
<perchè non stò mai zitto>
Come se non riuscisse più a tenere sotto controllo i suoi sentimenti.
<anche se non capisco...>
Lo vide alzarsi e dirigersi verso il pianoforte.
Le spalle rigide e contratte.
<cosa.....>
La mano si alzò a sfiorare lieve una foto.
Da quella posizione non riusciva a vedere bene cosa rappresentasse.
Fu in grado di cogliere solo una sfumatura rossa
<forse mi sbaglio....>
Lo vide sedersi al piano.
Dopo quella che parve un'eternità alzò il coperchio e sfiorò i tasti
con le dita.
"Hana..."
"Maledizione!"
I pugni batterono violentemente sulla tastiera, provocando un suono
sgradevole.
I lineamenti distorti dall'ira.
<ho paura, paura di lui... per lui... non so cosa fare>
La mano salì al volto a coprire gli occhi, per poi ritrarsi stizzita.
"Mi dispiace"
Quelle parole lo colsero di sorpresa.
Non riusciva a capire...
"Cosa..."
"Non volevo spaventarti... scusami..."
Allora se ne era accorto...
"Hanamichi io... non vorrei impicciarmi dei fatti tuoi..."
"E allora non farlo"
Lo schiocco di una frusta contro la tenera carne, non poteva essere più
doloroso.
Il tono asprò stonava su quella bocca.
Sentì gli occhi pizzicare, ma non cedette.
"Scusami di nuovo, io..."
La mano abbronzata passò tra i capelli rossi scompigliandoli
"...oggi non ne azzecco una"
Sorrise, di nuovo quel sorriso genuino e fu come l'apparire di un
arcobaleno dopo il temporale.
Sussultò
<io.. forse...>
Il cuore, organo a sestante, correva impazzito
<...vorrei...>
"Forse non sono la persona più indicata..."
Gli occhi bassi a fissare la punta delle scarpe, come se la trovasse
interessante
"...ma se hai bisogno di parlare con qualcuno..."
Alzò la testa per guardare quel volto affascinante e per scoprirne le
reazioni
"...puoi contare su di me"
Finì di dire in tono serio, senza distogliere lo sguardo dal suo.
Per fargli capire che era sincero.
Per offrirgli la sua amicizia..
<amicizia...>
O qualcosa di più.
Questo pensiero lo tenne per se.
Non voleva rovinare il magico momento venutosi a creare tra loro, con
scoperte che forse gli avrebbero spezzato il cuore.
Lo vide alzarsi e avvicinarglisi con calma e indolenza.
Come un battito d'ali le sue dita gli toccarono la chioma corvina, per poi
sfiorare quasi casualmente la guancia
"Grazie sei un amico..."
Due pozzi color del cioccolato lo guardarono colmi di tristezza
"...ed io ne ho tanto bisogno"
Come se quella parentesi di tenerezza e debolezza non ci fosse stata, si
allontanò.
Lo sguardo perso nel vuoto.
Di nuovo distante.
Si sentì defraudato di qualcosa.
Perso senza quella vicinanza
<perché mi fai sentire così>
"Kiyota..."
Alzò la testa di scattò, aprendo gli occhi.
Era la prima volta che lo chiamava per nome.
Sulle sue labbra aveva un suono così dolce che avrebbe voluto
sentirglielo pronunciare all'infinito
"Si"
Nella sua voce vi era una nota di aspettativa
"...ti va di fare qualche tiro con me?"
Non capiva ancora il perché, ma si sentiva deluso
"Mi piacerebbe"
Gli rispose mascherando il dispiacere con un sorriso.
Avrebbe fatto qualunque cosa per stargli ancora un po' vicino.
Al più presto avrebbe dovuto analizzare quelle emozioni
<a casa... quando sarò da solo...>
Era una promessa.
Il rossino sparecchiò e pulì.
Il moretto si era offerto di dargli una mano a sistemare, ma si era
rifiutato.
Controllò tutte le finestre e le chiuse.
Prese le chiavi ed il pallone.
Inserì l'allarme e raccomandò al cane di fare la guardia.
Poi lo condusse in un campetto lì vicino.
Era da un po' che giocavano.
Più per divertirsi che per prevalere sull'altro.
Hanamichi stava per tirare, quando si fermò e guardò l'orologio.
"Che c'è"
Chiese con apprensione Nobunaga, non voleva che quella giornata avesse
fine.
"Devo andare o farò tardi"
<che abbia un appuntamento>
Perchè il pensiero che dovesse incontrarsi con qualcuno gli metteva una
gran tristezza addosso.
Lo guardò confuso.
Come se il rossino avesse percepito la sua domanda inespressa disse
sorridendo
"Lavoro in un pub ed il proprietario ci tiene alla puntualità"
"Non sapevo che lavorassi"
Chiese stupito.
Ecco che i suoi lineamenti si rabbuiavano di nuovo.
"Avevo del tempo libero"
Gli rispose con amarezza.
Poi tornò a sorridere
"Ti va di venire con me? Così mi terrai compagnia"
"Ok"
Non sapeva ancora il perché, ma quella giornata gli parve ancora più
luminosa.
Gli sembrava di toccare il cielo con un dito...
Il locale era pieno come al solito.
Il suo sguardo si diresse subito al bancone a cercare una massa di capelli
rossi che non trovò
<...non c'è... che sia il suo giorno libero...>
Si intristì.
La voce dei suoi amici lo riscosse
"Kiyota vieni... abbiamo trovato un tavolo"
"Dai sbrigati prima che ce lo freghino"
"Arrivo, arrivo"
Con un sorriso si diresse verso di loro
"Non ero mai stato qui"
"A dire la verità neanch'io. Anzi ad essere sincero non mi ero
neanche accorto che ci fosse un pub da queste parti"
"Ha aperto da poco"
Si intromise Kiyota.
Due paia d'occhi lo fissarono inquisitori
"E tu che ne sai"
Chiese Jin curioso
"Adesso che ci penso... tu ti sei sempre rifiutato di venire in
questi posti... Come mai 'sta sera hai accettato"
Disse pensieroso Maki guardandolo
"Non penso proprio che tu ci sia venuto da solo quindi chi ti ci ha
portato qualcuno"
Domandò malizioso
"Io...."
"Nobu. Sei di nuovo qui... alla fine dovrò farti una tessera come
socio visto che ti si vede quasi ogni sera."
Si girò a guardare l'uomo che lo aveva messo in imbarazzo.
Per cavarsi d'impiccio gli fece un sorriso, cercando di mascherare il suo
disagio.
"Signor Seiji, è un piacere rivederla. Come stà?"
"Benissimo"
Disse con allegria
"Da quando quel ragazzaccio lavora qui il locale è sempre pieno e tu
ti fai vedere più spesso"
Le sue guance se possibile divennero ancora più rosse
"Ma no..."
"Seiji ti stavamo cercando"
Per fortuna due cameriere lo trassero d'impaccio
"Ci sono dei problemi"
"Ok arrivo subito"
Si girò verso di lui e sorrise
"Ciao Nobu ci vediamo dopo e salutami i tuoi genitori"
"Ma.... uffa" sbuffò
"Non sono riuscito neanche a chiedergli..."
"Cosa???"
I suoi amici lo fissavano sorpresi
"No... niente"
"Di un po', chi è che lavora qui"
Chiese Maki curioso
"Nessuno"
"Ah si... e allora perchè quell'uomo ha detto...."
Continuò Jin ricevendo un'occhiataccia da Nobunaga che mise fine alla
discussione.
Stavano conversando già da un po', quando Jin notò lo sguardo di Kiyota
illuminarsi di pura gioia.
<chi diavolo lo rende così>
Fremette di rabbia, lui non era mai riuscito ad attirare quegli sguardi da
parte di quella matricola casinista.
Si girò per cercare di capire a chi fossero diretti, ma non vide nessuno
o almeno nessuno di sua conoscenza.
Tornò a guardare il moretto.
Qualsiasi cosa avesse attratto la sua attenzione, doveva essere sparita di
nuovo, perchè ora il suo sguardo emanava una tristezza infinita.
Il silenzio scese sui tre.
Fu Maki ad interromperlo.
"Ehi....... ma che ci fa qui quella testa matta"
Gli altri due lo fissarono stupiti per la sua uscita
"Ma di chi stai parlando"
Chiese Nobunaga al suo capitano
"Della testa rossa"
Prima che Kiyota avesse il tempo di rispondere Maki si era già alzato per
andare incontro al rossino.
<ma possibile che nessuno mi faccia mai parlare>
Un broncio delizioso gli si disegnò sul viso.
Girò gli occhi a cercare la figura slanciata che popolava tutti i suoi
sogni.
Un sospiro d'estasi uscì dalle sue labbra quando incontrò quella
tentazione.
Mentre l'osservava parlare con Maki lui alzò gli occhi, incatenandolo al
suo sguardo, come una calamita.
Tutto era scomparso.
La musica, le persone, le voci....
C'erano solo loro due, racchiusi in un piccolo mondo dorato creato per
loro.
Poi lui distolse lo sguardo, riportandolo sul ragazzo che gli parlava,
lasciandolo confuso e malinconico
<vorrei che i suoi occhi fossero sempre su di me>
Abbassò il viso, fissando senza vederle realmente le sue mani tremanti.
Si sentiva le guance in fiamme, era sicuro di essere rosso come un
pomodoro maturo.
Jin lo osservò attentamente.
Dopo l'occhiataccia che gli aveva rivolto aveva abbandonato l'argomento,
ma la sua curiosità era ancora più morbosa ora.
Voleva sapere chi era la persona che provocava quelle espressioni di
adorazione e di amore su quel volto bello e infantile.
Voleva capire chi lo rendeva così, chi gli aveva usurpato quel posto.
Era dolcissimo con quel broncio offeso sul viso, avrebbe voluto sfiorargli
le labbra con le sue per toglierlo con un bacio....
Poi.... una fitta al cuore.
Un dolore sordo al petto.
Sospiri di adorazione, sguardi languidi e invitanti rivolti a
qualcun'altro...
Sentì il suo cuore infrangersi come un vaso di cristallo.
La sua anima in pezzi sotto quel peso atroce.
Perchè, perchè, perchè....
La sua mente ripeteva in continuazione quella parola, come un mantra, una
poesia imparata a memoria.
Seguì il suo profilo per capire, per conoscere il suo rivale.
Non vedeva nessuno di rilevante, a parte Maki e Sakura......
Riportò il suo sguardo su Kiyota.
La bocca spalancata in un urlo silenzioso.
No.... non lui.... non può essere quella scimmia rossa...
Non c'era possibilità d'errore però.
Era proprio lui.
<non puoi farmi questo...
Cos'ha più di me, cosa c'è in lui che ti attira così tanto.
E' solo un buffone.
Maledetto... mille volte maledetto Sakuragi, non ti perdonerò mai per
avermelo portato via>
La sua espressione tornò normale, come se nulla fosse accaduto in quei
pochi minuti.
Con dignità aspettò il ritorno di Maki, che per sua fortuna tornò da
solo.
Non avrebbe sopportato un confronto proprio in quel frangente.
Sarebbe crollato come un muro di carta al primo soffio di vento avverso.
Maki tornò al tavolo, ignaro di cosa le sue azione avessero scatenato nei
suoi due amici.
"Non sapevo che lavorasse in questo posto"
Esordì
"Certo che negli ultimi tempi è proprio cambiato. Anche durante
l'ultima amichevole il suo atteggiamento era diverso dal solito. Pensavo
fosse solo una cosa passeggera, un momento di stasi. Invece pare che sia
radicale"
"A me non sembra tanto diverso dal solito"
Affermò Jin con stizza mentre osservava il rossino pavoneggiarsi con
delle clienti
"Tu dici... io non credo"
Osservando a sua volta l'oggetto di quella conversazione
"A me sembra solo una maschera quella che indossa"
Riprese Jin
"Forse vuole far colpo su qualcuno e ha deciso che quest'aria di
serietà e malinconia sia la tattica più adatta. Scommetto che quando
l'avrà acchiappato e ci si sarà divertito riprenderà il suo solito
atteggiamento lasciando il mal capitato a bocca asciutta"
I suoi occhi non si staccarono dai lineamenti di Nobunaga.
Vide subito il suo irrigidirsi,
<non ti va che si parli male di lui>
le sue mascelle contrarsi
<non me ne fraga niente>
Lo vide alzarsi senza pronunciare una sola parola, lanciargli uno sguardo
pieno di fuoco e poi lasciare il locale a passo svelto.
Abbandonandoli così uno pentito, l'altro stupito.
Owari due ^^
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