Titolo: Angelo custode
Autore: ki_chan
Parte: 5
Pairing: Fabio x Andrea
Raiting: pg13
Angelo custode
Capitolo V
Mi sveglio di cattivo umore, come ogni mattina d'altra parte. Quando però realizzo che è il 3 febbraio, ovvero il mio ventiduesimo compleanno, cambio improvvisamente umore e così come sono corro gongolante in cucina dove c'è mio padre che si sta preparando la colazione. Lui m'ignora. Ma questo certo non basta a sedare la mia euforia per questo giorno che corrisponde a tanti tanti tanti regali. Sto per tentare una nuova strategia per attirare la sua attenzione, è proprio terribile di prima mattina, quando suonano alla porta. Scocciato si gira e mi guarda come per farmi capire che sarebbe cosa gradita da parte mia andare ad aprire la porta ma io faccio finta di nulla. Quando ritorna in cucina è seguito da Fabio. Appena lo vedo gli salto al collo salutandolo. Il compleanno mi fa proprio male.
« Come fa ad avere tanta energia di prima mattina, ed essere per giunta così pigro? »
Dice mio padre rivolto a Fabio. Io sto cominciando ad incavolarmi.
« Papà!!! Non credi che dovresti dirmi qualcosa?? »
« Se ti riferisci al tuo compleanno, beh!, speravo te ne fossi dimenticato o almeno speravo di poter evitare il solito discorso che mi fai da ventidue anni in questo giorno nefando. Se invece ti riferivi ad altro non so cosa dovrei dirti . »
« Dato che sei così spiritoso oggi, taglio corto e passo subito al sodo! Dov'è il mio regalo? »
« Quale regalo? »
« Quello bello e costoso, che avresti dovuto comprarmi dato che oggi è il mio compleanno!! »
« Ah. Quel regalo. Beh mi sa che per quest'anno non ci sarà nessun regalo »
E mentre
lo dice se la svigna dicendo che è in ritardo. Io sono rimasto basito
e incredulo di fronte
alla terrificante prospettiva di non ricevere un regalo. Mi volto verso Fabio
cercando nel suo sguardo una spiegazione o almeno un po' di comprensione per
questo dramma che mi affligge, ma lui che fa? Ride. Lo guardo malissimo e mi
metto a riflettere. È impossibile che mio padre non mi abbia comprato
il regalo, sa fin troppo bene di cosa sono capace quando non mi fa un regalo.
Peggio di un bambino capriccioso. Quindi deve averlo comprato e fa il prezioso.
Deve averlo nascosto da qualche parte. Fabio non capisce molto perché
d'un tratto mi precipito in sala a frugare nell'armadio. Mi segue per vedere
cosa combino.
« Deve pur essere da qualche parte »
Dico tra me e me.
« Non dirmi che stai cercando il regalo di tuo padre!Ti prego dimmi che non è così! »
« E’ ovvio che è esattamente così!! »
« Forse se non te lo vuole dare c'è un motivo. »
« Si, che è peggio di me ( devo pur aver preso da qualcuno ) e si diverte un mondo a farmi penare!!! »
« Sei un caso disperato »
Mentre lo dice si va a sedere, rassegnato, sul divano a vedere un po' di televisione in attesa che smetta. Ma non gli lascio molto tempo che comincio anche con lui.
« A proposito tu che ci fai qui e dov'è il mio regalo?? »
« Sono venuto per farti gli auguri ma evidentemente non ti interessano. O meglio: non ti interessa nemmeno che io sia qui!! Per il regalo lo avrai a tempo debito!! »
« Non è vero che non mi interessa. E’ che sono stato distratto da altro. Scusa »
« No!! »
« Dai non fare l'antipatico!! Ti ho chiesto scusa! »
« Baciami e ti scuso »
«
Beh ho altro di meglio da fare che stare qui a perder tempo con te, devo perlustrare
ancora tutta la
casa in cerca del regalo! »
Me ne vado in un'altra stanza fingendo indifferenza ma dentro di me sono felice perché tra me e Fabio è tornato tutto come prima, o quasi. Alla fine ci siamo chiariti e di questo non posso che esserne felice, mi mancavano le sue proposte indecenti e i suoi doppi sensi.
« Peccato!! »
La sua risposta mi arriva un po' lontana mentre mi dirigo in camera di mio padre cominciando a guardare sopra il letto e in qualche armadio; ma niente. Sto per guardare in qualche cassetto quando la voce di Fabio alle mie spalle mi fa sussultare:
« Non credi che non sia bello frugare tra le cose di tuo padre? »
« Tu invece non credi che non sia bello sbucare alle spalle all'improvviso? Mi hai spaventato!! »
Ride e dice:
« Ma era proprio quello che volevo così impari a fare l'impiccione »
« Non c'è niente di male a cercare qualcosa che già mi appartiene!! »
Mentre lo
dico mi appoggio alla scrivania di mio padre, ma inavvertitamente faccio cadere
la sua
agenda. Mi chino per raccoglierla quando mi accorgo che c'è l'angolo
di una foto che sporge dalle
pagine. Apro l'agenda per rimettere a posto la foto ma senza volerlo mi soffermo
ad osservare la foto. Nella foto sono ritratti mio padre insieme ad una donna,
entrambi sorridono verso l'obbiettivo e sembrano felici. Non è stata
scattata molto tempo fa. Io però quella donna non la conosco. Fabio,
forse preoccupatosi nel vedere la mia espressione mi si avvicina chiedendomi:
« Che cosa hai trovato? »
Gli porgo la foto. La guarda ma non aggiunge allora. Sono io allora a parlare.
« Non può avere un'amante... non... »
«
Magari è solo un amica e poi anche se ci fosse di più tra loro
non c'è niente di male. I tuoi si sono
separati omai da molti anni »
« Non dire stupidaggini, non è vero che non ci sarebbe nulla di male, ce ne sarebbe eccome!!! Devo scoprire chi è questa donna!! »
« Cosa pensi di fare? »
« Beh è ovvio, lo pedineremo »
« Tu non ci stai tanto con la testa, lo sai? E poi io che c’entro? »
«
Beh che io sia un po' strano credo se ne siano accorti tutti. E tu c’entri
perché ho bisogno di te!!
Domani ha detto che mangia fuori e torna tardi. Magari va da lei. Allora possiamo
pedinarlo domani, va bene? »
« No!! »
« Bene allora è deciso!!! »
« Guarda che ho detto di no!! »
« Oggi che facciamo di bello?? Ti va di fare un giro per Milano? »
« Mi stai ignorando?! Ho detto che non ci vengo!! Oggi in ogni modo non posso, mi devo trovare con un amico a studiare »
« Ma è il mio compleanno, devi passarlo con me!! »
« Fra due giorni ho un esame, non posso non studiare. La prossima volta nasci un altro giorno. In ogni modo potresti venire con me, così mangiamo insieme e se finiamo presto facciamo un giro, ti va? »
« No. Ti voglio per tutto il giorno »
« Mi dispiace. »
« Va beh, vengo! »
*** ***
Arriviamo un po' prima dell'ora dell'appuntamento poiché Fabio mi ha letteralmente trascinato fuori per impedirmi di frugare ancora in casa alla ricerca sia del regalo sia di possibili indizi che mi smentiscano l'ipotesi che mio padre abbia un'amante, anche perché, insomma, è un'assurdità!!
Le aule
studio sono praticamente deserte, forse per l'ora o forse perché sono
solo due piccole aulette
semisconosciute dalla popolazione studentesca. Meglio così, preferisco
un po' di tranquillità. Ci sistemiamo su un tavolo per otto persone.
Praticamente lo occupiamo tutto tra borse, libri e cappotti. I libri sono soprattutto
di Fabio, io mi sono portato un libro da studiare ( l'ho scelto a seconda di
particolari caratteristiche quali: numero ridotti di pagine, grandezza caratteri
molto grande e percentuale tra testo e immagini molto elevata) e nell'eventualità
che non abbia voglia di studiare (eventualità molto probabile ) una bella
montagna di manga. Parliamo un po' in attesa che arrivi l'amico di Fabio. Sono
curioso di vedere com'è: me lo immagini esile e biondiccio, un po' bruttino,
con gli occhiali spessi due dita; insomma, la classica persona tutto studio
e niente vita sociale. Ad un certo punto entra nella stanza un ragazzo, potrei
dire bello e affascinante se non fossi etero.
Lo guardo un po' di sottecchi cercando di non farmi vedere. È alto, moro,
muscoloso, corpo e portamento da modello. Lo vedo avvicinarsi verso il nostro
tavolo. Spero non venga a sedersi qui vicino. Però è strano sembra
venire proprio verso di noi. E, infatti, cammina fino a fermarsi alle spalle
di Fabio, che ha continuato a parlare senza minimamente accorgersi del nuovo
arrivato dato che da le spalle alla porta. Ora alzo il viso e il mio sguardo
dice "cosa cavolo vuoi da noi?" ma lui sembra non badare troppo a
me e si china su Fabio e gli stringe le braccia attorno al collo in una stretta
amichevole. Fabio si gira un po' stupito, ma appena lo riconosce sorride e lo
saluta radioso. Io sono basito.
Uno: chi cavolo si crede di essere per poter avere tutta quella confidenza con
Fabio?;
Due: perché Fabio non lo manda a quel paese?
Lo sconosciuto si siede al tavolo accanto a Fabio che fa le dovute presentazioni.
Si chiama Daniele. E mentre lui mi saluta e mi sorride io mi chiedo che fine
abbiano fatto gli occhiali, il corpo esile e smunto e i capelli biondicci. Questo
non mi piace!! Preferisco l'idea che mi ero fatto. Scherzano per un po' e parlano
del più e del meno mentre io mi escludo mettendomi a guardare fuori dalla
finestra. Quando cominciano a studiare si fa'
improvvisamene silenzio. Decido di fare qualcosa anch'io ma di studiare non
ne ho proprio voglia, così mi metto a leggere. Ma non riesco proprio
a concentrarmi su quello che sto facendo. La tentazione di guardare cosa stanno
combinando è tanta. Alla fine cedo e sollevo lo sguardo. Sono tutti e
due intenti a scrivere formule e fare passaggi algebrici un po' troppo complessi
per le mie aspirazioni. Fabio è tutto concentrato su quello che sta facendo.
Mi soffermo un po' ad osservarlo. È buffo, la lingua spunta appena dalle
labbra sottili che ogni tanto mordicchia per poi accarezzarle piano con la lingua.
Chissà cosa si prova a leccare quelle labbra? Beh perché anche
se continua
a molestarmi non mi ha mai baciato, seriamente intendo. Beh, forse Daniele lo
sa. Antipatico.
Non che desideri baciarlo, per carità. Era solo una curiosità
come tante altre. Non c'è nulla di male, almeno credo. Distolgo lo sguardo
da quelle labbra e risalgo seguendo i lineamenti delicati e
mascolini allo stesso tempo della guancia dove s'intravede un filo di barba
( evidentemente non si è
rasato questa mattina). Non riesco a vedergli gli occhi ma li conosco fin troppo
bene, di quel colore
intenso, dall'espressione seria e tranquilla, ma soprattutto molto rassicurante.
I capelli marrone scuro, tagliati corti sono un po' ingellati per tenerli su
anche se poi sta molto bene anche quando non si mette il gel. I capelli gli
restano tutti arruffati e morbidissimi, da passarci le giornate a giocherellarci.
Mi ritrovo a pensare che è bellissimo. Se fossi una ragazza sarebbe diverso.
Mentre lo penso Fabio alza il viso, mi guarda un po' stupito poi mi sorride,
un sorriso dolcissimo che mi fa correre i brividi lungo la schiena. Un po' imbarazzato,
non so nemmeno io per cosa, distolgo lo sguardo e mi accorgo che anche Daniele
ha smesso di scrivere e mi sta guardando. Sinceramente non so cosa ci sia in
quegl'occhi, ma mi sembra che mi vogliano far capire che lui ha capito tutto.
Mi sento ancor più imbarazzato e scocciato mi rimetto a leggere ma l'unica
cosa che ho in mente è quello sguardo.
Il tempo
passa, fin troppo lentamente. Io comincio ad annoiarmi e ad essere nervoso e
scocciato. Vedere quei due andare d'amore e d'accordo mentre si spiegano a vicenda
le cose o correggono gli esercizi mi da fin troppo fastidio. È quasi
mezzogiorno quando disperatamente cerco di convincerli a fermarsi ed andare
a mangiare. L'unica risposta è stata un ' finiamo di correggere quest'esercizio
e andiamo '. Un po' scocciato comincio a mettere via le mie cose ma la mia attenzione
viene
subito catturata dalla scena di fronte a me. Fabio si sporge un po' verso Daniele.
Si appoggia con una mano allo schienale della sedia di Daniele e gli si avvicina
(troppo!) per indicargli una cosa scritta
sul foglio. Le loro mani sono così vicine che potrebbero quasi toccarsi.
Fabio è quasi completamente addossato a quell'antipatico e soprattutto
ha il viso accanto a quello di Daniele che si volta appena e sorridendo dice:
« Per essere un uomo hai un buon profumo »
Fabio arrossisce appena scuotendo la testa e io non ci vedo più!! Insomma, non è certo un comportamento consono al luogo e alla situazione!! Diciamo che non è proprio un comportamento consono in generale. Da quando Fabio si prende tutte queste libertà con gli altri? È con me che fa certe cose!! Non ci penso su molto e gli tiro un calcio sotto il tavolo. Lo prendo sul ginocchio e credo di avergli fatto anche molto male poiché sono arrabbiato nero. Lui rischia anche di cadere, avendo dovuto mettere la sedia in bilico per amoreggiare con quell'antipatico. Mi guarda con due occhini smarriti e lamentandosi per il dolore mi dice:
« Che ti è preso? Fra un po' mi spaccavi il ginocchio. »
Io non rispondo
e facendo finta di niente mi alzo e ricomincio a raccattare la mia roba. Fabio
si volta
verso Daniele che fra un po' scoppia a ridere e poi di nuovo verso di me.
« Perché l'hai fatto? »
« Fatto cosa?? »
Rispondo con noncuranza continuando quello che stavo facendo.
« Mi hai tirato un calcio senza nessun motivo!! »
Continuo
a non rispondere e mi preparo per uscire. Fabio allora un po' scocciato si alza
e mi trascina
fuori dalla stanza. Zoppica. Devo avergli fatto proprio male.
« Mi vuoi dire che cosa ti prende?? È da quando è arrivato Daniele che sei strano? »
«
Non mi prende proprio niente!! Solo non eri obbligato a chiedermi di venire.
Non mi piace essere
di troppo! »
« Di troppo? Ma che stai dicendo? »
« Sto dicendo che se volevi flirtare con il tuo "amico" potevi non farlo davanti ai miei occhi!! »
« Non stavo flirtando proprio con nessuno »
Fabio ha
alzato un po' la voce, sembra arrabbiato. Lui? Dovrei essere io quello arrabbiato!!
Provo a
ribattere quando Daniele, avendo forse sentito la nostra discussione farsi un
po' accesa, ci raggiunge e
prova a dire:
« Andrea, ti sei fatto un idea... »
«
Tu che cavolo vuoi?? Non centri nulla e non devi intrometterti! E soprattutto
non parlarmi come se
fossimo amici, anche perché io ti detesto!! »
Daniele non sembra minimamente scosso dalle mie parole. Fabio però, ancora più arrabbiato di prima, mi dice:
« Ora smettila!! »
Vorrei tanto ribattere, qualcosa d'acido o cattivo ma non riesce a venirmi in mente nulla. Mi odio quando faccio così! Fabio mi fissa ancora un istante poi abbassando lo sguardo mi dice:
« Forse è meglio se torni a casa »
Mi volto
e me ne vado, arrabbiato, frustrato, ferito e dannatamente triste. Esco da quello
schifo di posto e giro un po' per il centro di Milano. Cammino senza una meta
ben precisa, anche la fame mi è improvvisamente passata. A metà
pomeriggio sono stanchissimo e deciso di tornarmene a casa per prepararmi per
la festa che ho organizzato con i miei più cari amici per il mio compleanno.
Ci sarà buona parte della squadra di pallanuoto, qualche amico d'infanzia
e qualche amico dell'università e ovviamente ci sarà Fabio. Spero
di riuscire a chiarire con lui, perché in fondo mi sento anche un po'
in colpa. Me la sono presa per una cosa che non doveva nemmeno riguardarmi.
Mi addormento sul
divano, stranamente stanco. Dormo qualche ora e quando mio padre mi sveglia
sono nello stato di questo pomeriggio con in più uno strano magone che
non riesco a far passare. Mi faccio velocemente la doccia e mi preparo. Aspetto
che Fabio passi a prendermi, come fa ogni volta, ma dopo un po' che vedo che
non arriva mi scoccio e vado da solo. Mi sento davvero uno schifo e il fatto
che Fabio non sia passato mi mette addosso una strana irrequietezza e angoscia.
Arrivo al locale che ci sono già tutti tranne Fabio. Saluto in po' in
giro (non che siamo tantissimo, alla fine ci metto poco) poi chiedo a Gabriele,
il capitano della squadra, se sa perché Fabio non è arrivato.
Lui dice di no, ma mentre lo dice solleva lo sguardo verso la porta d'ingresso
e mi fa segno che è arrivato. Io mi giro contento ma quando mi volto
vedo che è in compagni di Daniele. In questo momento non so se urlare
o mettermi a piangere. Fabio viene verso di me ma quando è a pochi metri
mi volto e mi allontano. Non voglio nemmeno salutarlo. Perché se l'è
portato dietro? Ci sediamo tutti al tavolo. È un posto molto carino.
Ci sono dei tavoli bassi molto grandi con intorno divani, sedie o poltrone ma
tutto in stile differente. A me capita uno sgabello stile locali americani di
qualche tempo fa. Ordiniamo da bere e cominciamo a ridere e scherzare. O meglio
loro perché io proprio non ce la faccio. Dopo aver evitato Fabio per
tutto il
tempo ho voglia solo di tornarmene a casa. Io comincio a bere il mio angelo
azzurro ma finisce fin troppo presto. Mi gira già un po' la testa. Non
l'ho mai retto molto l'alcool. Di fianco a me c'è Stefania, la
sorella di Gabriele, anche lei sembra un po' esclusa dal vociare e dalle risate
degli altri. Provo a
cominciare una conversazione con lei. È molto simpatica e molto dolce.
Mi piace parlare con lei,
riesce a tirarmi un po' su, o forse è il terzo cocktail che mi bevo.
Ad un certo punto ci accorgiamo che intorno a noi si è fatto il silenzio.
Ci guardano un po' tutti incuriositi, io non capisco molto dato che ho la testa
confusa. Gabriele rivolgendosi a sua sorella dice:
« Lascia stare, lui è già occupato. È proprietà privata di Fabio »
Lei arrossisce
mentre tutti si mettono a ridere tranne lei, Fabio ed io. Il mio sguardo, stupidamente,
va
subito a cercare il suo. A quella battuta continua a fissare il bicchiere che
ha in mano e non accenna
nessuna reazione. La sera procede e io ho la testa che mi scoppia sempre più.
Non capisco più molto bene cosa faccio. Lo dimostra il fatto che ad un
certo punto mi alzo e vado verso Daniele che guarda caso si è seduto
di fianco a Fabio. Mi fermo davanti a Fabio e guardandolo in faccia dico:
« Siete ridicoli!!! Due checche in calore. »
Non so con
che tono di voce l'ho detto. Non credo troppo ad alta voce… in ogni caso
tutti si zittiscono di colpo. Non ci bado troppo. Mi rivolgo questa volta verso
Daniele e cerco di articolare le parole anche se è molto difficile dato
che ho la bocca impastata dall'alcool e la mia mente non sembra molto
collaborativa. Alla fine però dico:
« Guarda che non c'è solo Fabio ad avere un cazzo tra le gambe e per quel che mi riguarda puoi anche usare… »
Non faccio in tempo a finire la frase che Fabio, alzandosi in piedi, mi dice con tono duro:
« Ora basta! Stai diventando ridicolo e patetico »
« Io?? Io?? E tu allora che ti sei portato la tua puttana? »
Fabio non
mi risponde ma vedo che è furioso. Mi prende per un braccio e mi trascina
in giardino dove l'aria gelata mi fa tornare un po' in me. Mi siedo sul muricciolo
perché non riesco a stare in piedi dato che mi gira davvero troppo la
testa. Fabio rimane immobile e in silenzio fissandomi con sguardo
severo, quasi volesse da me una spiegazione. Infine parlo ma per chiedergli
una cosa:
« Perché l'hai portato? »
« Voleva parlarti, ma non gliene hai dato modo! »
« Voleva provarci con te! Di me non gliene frega nulla »
« Primo: Daniele non è una "checca". Secondo: credo sia un mio diritto avere delle relazioni oppure solo tu devi avere una ragazza?? Non mi sembra di essermi mai permesso di farti certe scenate. Non voglio dover aggiungere altro e mi auguro tu abbia la decenza di chiedergli scusa »
Fabio se
ne va arrabbiato come non lo vedevo da molto tempo e a me viene da piangere.
Sono proprio come un bambino ma non so che fare per fermare le lacrime e i singhiozzi.
Sembra che le lacrime non vogliano più smettere di scendere ma alla fine
smetto di piangere. Vado in bagno a sistemarmi un po' e quando rientro in sala
Daniele se n'è andato e dico la verità non mi dispiace affatto.
Prima di tornare sul divano mi fermo al bancone a prendere un altro cocktail.
I posti sono tutti occupati, non so come sia possibile dato che prima ci stavamo,
stretti, ma ci stavamo. Fabio mi rimprovera
per aver preso un altro alcolico e mi dice di piantarla di bere. Senza nemmeno
pensarci molto vado
verso Fabio e mi siedo di traverso sulle sue ginocchia e passandogli un braccio
dietro il collo. Fabio è
preso alla sprovvista ma non mi manda via. Sento tutti gli occhi puntati su
di noi e un po' mi vergogno. Sto per bere un sorso di vodka alla pesca quando
Fabio mi ferma la mano con la sua. Scocciato allora dico:
« Ormai l'ho comprato non vorrai mica che lo lasci!? »
« Piuttosto lo bevo io! »
Mi sfila
il bicchiere dalla mano e lo beve (lui lo regge molto meglio l'alcool). Tutti
continuano a
fissarci in silenzio, nessuno ha il coraggio di dire nulla. Fabio appoggia il
bicchiere sul tavolino
davanti a noi e poi torna a fissarmi. Non so davvero cosa mi prende, ma con
la scusa di voler sentire il
sapore della vodka che mi ha sottratto mi avvicino con la bocca alla sua e piano
ci appoggio le labbra e con la lingua comincio a leccare appena le sue labbra
che sanno di pesca e di lui, che ha un sapore buonissimo già di suo.
Continuo a leccare anche se il sapore della vodka ormai non c'è più.
Non so perché ma infilo la lingua tra le sue labbra appena dischiuse
e piano comincio a cercare la sua lingua. Mi sento andare a fuoco mentre la
testa mi gira vorticosamente. Lui non risponde al bacio o quello che è.
Mi ritraggo deluso e contento allo stesso tempo. Fabio è un po' sorpreso
e imbarazzato ma tranquillo. L'importante che non sia arrabbiato. Sorrido. Fabio
si alza costringendo a far alzare anche me e
dice:
« E' meglio se lo riporto a casa »
Mentre lo dice mi trascina verso l'uscita. Ma qualcuno, deve essere Filippo, ad alta voce dice:
« Fabio, dacci dentro stanotte »
Fabio lo
ignora e va a pagare. Mi fa indossare il cappotto. Beh in realtà me lo
mette lui perché io non
sono molto collaborativo. Ci dirigiamo alla macchina e dopo qualche storia salgo.
Mentre torniamo a casa ripenso alle sue labbra e al suo sapore. È l'ultimo
ricordo, perché poi beh… non ricordo più molto.
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