Titolo: Angelo custode
Autore: ki_chan
Parte: 14
Pairing: Fabio x Andrea
Raiting: pg13


Angelo custode

Capitolo XIV

Cosa dire? È una giornata schifosa. Posso cercare di essere meno pessimista del solito ma trovare minimamente piacevole questa giornata va oltre le mie possibilità. Il pomeriggio è passato in fretta tra una cosa e l’altra. Solo che Fabio non mi ha guardato in faccia per tutto il tempo, mi ha risposto a monosillabi quando andava bene se no addirittura a grugniti. Ho cercato mille modi e mille scuse per riuscire ad aver un contatto con lui. Non so più cosa fare.

Dopo mangiato siamo andati in un piccolo pub di un paese non molto lontano. Speravo di poter sedermi vicino a Fabio e provare a superare il mutismo in cui è caduto da quando è arrivata Barbara ma, mentre io facevo di tutto per sedermi vicino a lui, lui ha fatto di tutto per sedersi lontano da me. Non lo capisco proprio quando fa così. Alla fine ha vinto lui e io mi ritrovo di fianco a Martina e a Barbara. Mi sento uno stupido ma ci sto davvero male per il suo comportamento.

A metà sera smetto di cercare la sua attenzione e rassegnato rimango in silenzio per il resto della serata anche se Barbara continua a parlarmi. Non ho avuto cuore di dirgli che non mi interessava nulla di quello che stava dicendo e che non era serata per fare conversazione, così ho fatto finta di essere interessato anche se non ricordo una parola di quello che mi ha detto.
Barbara ci ha provato davvero in tutti i modi durante la serata e questo non ha fatto altro che rendere Fabio più nervoso tanto che quando stavamo tornando alla macchina e ho cercato di chiamarlo per dirgli che gli era caduto un guanto mi ha risposto con un “Che cosa vuoi?” ben poco amichevole.

Insomma una giornata davvero piacevole. Giornata che spero finisca nel più breve tempo possibile dato che ho la testa che mi scoppia e tanta voglia di gridare a Fabio che è solo uno stupido e che non mi merito affatto il suo comportamento, ma so già che ne seguirebbe un pianto a dirotto e da come si sono messe le cose Fabio potrebbe anche non fare una piega e ignorarmi del tutto. Rimugino su queste eventualità mentre in silenzio seguo Fabio su per le scale fino alla nostra camera. Richiudo piano la porta alle mie spalle e dico piano:

« Fabio… »

Nessuna risposta. Continua imperterrito a togliersi il cappotto e a darmi le spalle. Mi avvicino e tornado un po’ di coraggio gli afferro la manica del maglione e appoggiando la fronte contro la sua schiena gli chiedo con il cuore in gola ma la voce stranamente tranquilla:

« Perché mi tratti così? »

« … »

Arrabbiato per il suo comportamento mi allontano e mi tolgo anch’io il cappotto andandolo a mettere nell’armadio facendo finta di nulla. Mi sto togliendo anche i vestiti quando con tono arrabbiato gli dico:

« Non è colpa mia se lei è qui! »

« Lo so… è qui per te, non per colpa tua »

« Nemmeno questo è colpa mia! »

« Lo so… ma ho visto come la guardi »

« Davvero? Quando l’avresti visto se per tutto il giorno non hai fatto altro che far finta che io non esistessi!? Non mi hai nemmeno guardato in faccia! »

« … »

« Stai tanto attento a vedere come la guardo che non ti sei nemmeno accorto che per tutto il giorno non ho fatto altro che cercare te. TE non lei! »

« Non puoi capire… »

« No, hai ragione non posso capire per quale strano meccanismo malato appena è arrivata Barbara sei diventato il ragazzo più antipatico e insensibile che io conosca! »

L’ unica risposta che ottengo è il silenzio. Arrabbiato prendo il pigiama e vado verso il bagno. Sono sulla porta della camera quando mi volto e col tono più normale possibile gli dico:

« Mi fai soffrire con il tuo comportamento! »

« E a me fa male vederti con lei… »

Non pensavo mi avrebbe risposto. Inconsciamente stringo tra le braccia la felpa del pigiama.

« Barbara è acqua passata! »

Rimane in silenzio per molto tempo, tanto che sono quasi tentato ad andare in bagno. Ma poi, tenendo lo sguardo fisso sul pavimento mi dice:

« Non posso competere con lei… ho paura che ti possa allontanare di nuovo da me… »

« Hai ragione, non puoi competere perché hai già vinto! »

Non aspetto una sua risposta che tanto so non arriverà ed esco dalla camera.
Nel corridoio incontro Martina. Mi si avvicina e a voce bassa mi dice:

« Andrea mi dispiace!! Non avevo idea che l’amica di Cristina fosse Barbara. »

« Lo so! »

« Mi dispiace davvero tanto!! Fabio… »

« Non è colpa tua! »

Martina non sembra molto convinta ma per fortuna smette di dire che è colpa sua e raggiunge la sua camera dove credo ci sia anche Gabriele.

Quando torno in camera Fabio è già a letto. Mi corico senza dire una parola. Anche se esausto non riesco proprio a prendere sonno. Il tempo sembra non passare mai mentre aspetto di addormentarmi. Solo che quello che è successo oggi non fa altro che tormentarmi. Penso continuamente a cosa ho fatto e cosa avrei dovuto fare. Ma soprattutto penso a cosa fare per tranquillizzare Fabio.

Non ho davvero idea di che ore siano, forse le due di notte o forse anche più tardi quando Fabio a voce bassa mi dice:

« Non riesci a dormire? »

Mi prende alla sprovvista dato che non mi ero accorto fosse sveglio anche lui, forse troppo occupato a girarmi e rigirarmi nel letto. Volto il viso verso di lui anche se riesco solo a intravedere il suo viso.

« Come hai fatto a capire che ero sveglio? »

« Perché non fai altro che muoverti e soprattutto perché non hai ancora invaso la mia parte di letto! »

« Nemmeno tu riesci a dormire? »

« No »

Passano alcuni minuti in cui rimaniamo in silenzio. Cerco disperatamente nella mia testa quelle parole che ho cercato per tutta la notte. Il modo migliore per rassicurarlo, per fargli capire cosa provo per lui, ma la mia mente è drammaticamente vuota. E’ Fabio a interrompere il silenzio dicendomi:

« Mi dispiace per come mi sto comportando… è più forte di me! »

« E’ un comportamento stupido! »

« Sì, hai ragione! Stupido come tirarmi un calcio sul ginocchio rischiando di rompermi la rotula o ubriacarsi e fare scene sconvenienti davanti a tutti… »

« Appunto! E’ normale che io faccia cose stupide… sono io quello designato a fare cose stupide, mi vengono particolarmente bene. Se invece sei tu a fare cose stupide io sono costretto a fare la persona seria e responsabile e sinceramente non è scritto nel mio DNA. Insomma, con il tuo modo di fare stai sovvertendo l’ordine naturale delle cose! »

Fabio ride piano e dice:

« Credo tu abbia ragione! »

Rimaniamo di nuovo in silenzio. Ora però sono più tranquillo, la sua risata è stata decisamente un buon segno.
Dopo un po’ gli chiedo:

« Posso invadere la tua porzione di letto? »

Inizialmente non risponde, forse dubbioso sul vero significato delle mie parole ma poi acconsente.
Scivolo dalla sua parte e vado a posizionarmi contro il suo petto con grandissima faccia tosta. Appoggio la testa sul suo braccio. Sono sicuro che in questo modo capirà, meglio che con qualsiasi discorso, che non ha nulla da temere per Barbara perché finché ci sarà posto tra le sue braccia io sarò lì.
Finalmente cedo al sonno e dormo tranquillo anche se per troppo poco tempo. Sono le otto di mattina quando mi sveglio. Nel letto sono solo e la cosa mi fa andare su tutte le furie. È possibile che mi molli sempre da solo?? Così come sono (boxer e la felpa del pigiama di Fabio) mi alzo e vado alla sua ricerca. Sto scendendo le scale furioso quando lo vedo imboccare anche lui le scale, ma lui per salire.

« Possibile che te la devi sempre svignare prima che mi svegli??? Non credi che mi farebbe piacere… »

Interrompo il flusso di parole vedendo che Fabio mi supera senza degnarmi di uno sguardo e prosegue verso la nostra camera.

« Mi stai ignorando?? »

Si volta e sorridendo mi dice:

« Il mio tentativo era proprio quello, ma è difficile dato che stai sbraitando come una stracciaia!»

« Gentile come sempre!! »

« Vestiti che fra poco andiamo »

« Dove?? »

« A farti venire tanti bei lividi sul posteriore! »

« No, vi prego!! Sciare no!! »

*** ***


La mattinata passa veloce. Per mia immensa fortuna non andiamo a sciare ma ci divertiamo a fare assurde discese con un’enorme camera d’aria a mo dì slittino. Non che i lividi mi siano stati risparmiati, anzi con tutte le volte che sono finito con la faccia sprofondata nella neve invidio gli sci, ma poco mi importa dato che Fabio sembra sereno e sorride e ogni tanto scherza.

Abbiamo tutti una gran fame ma li imploro di farmi fare un’ultima discesa con quella specie di gommone gigante. Acconsentono contro voglia. Trascino con me Fabio che non sembra molto felice ma alla fine, finita la discesa stiamo ridendo entrambi come pazzi. Io gli sono finito praticamente in braccio per i continui salti. Fabio mi stringe forte a se con il braccio stretto attorno alla mia vita. Le risa si trasformano presto in sorrisi compiaciuti anche se nessuno dei due sembra avere la minima intenzione di muoversi. Mi volto piano verso di lui accoccolandomi nella sua stretta che ha solo leggermente allentato. Gabriele dalla cima della collinetta (in realtà è un dirupo molto in pendenza) ci fa segno di darci una mossa. Fabio gli fa segno di si e mi libera dalla presa aspettando che io mi alzi per fare lo stesso. Prima d’alzarmi però mi sporgo verso il suo viso e sorreggendomi piantandogli una mano sul petto gli do un leggero bacio sulla guancia. Lui rimane immobile con gli occhi spalancati guardandomi stupito. Io faccio finta che il mio gesto sia stato dei più naturali e mi alzo porgendogli la mano per aiutarlo a far lo stesso. In realtà ho il cuore in gola e il viso in fiamme anche se ci sono solo pochi gradi.
Faccio per camminare quando Fabio mi chiede:

« Perché l’hai fatto? »

« Perché mi andava… »

In realtà al momento mi è sembrato il gesto più naturale del mondo, solo quando ho sentito la sua pelle contro le labbra mi sono reso conto che di normale quel bacio aveva ben poco. Si, insomma, è stato un gesto affettuoso, nulla di più, ma non l’avevo mai fatto.
Raggiungiamo gli altri in silenzio trascinandoci dietro il gommone. Ad essere sincero è Fabio a portarlo ma io gli faccio da supporto morale. Quando arriviamo dagli altri ci accoglie un leggero silenzio, forse imbarazzato, rotto solo dai rimproveri di Martina che ci accusa di cercare di farla morire di fame. Mi rendo conto che a quella distanza potrebbero aver visto il mio gesto e forse anche frainteso ma quello che mi lascia sbigottito è che non mi importa, anzi… una piccola parte di me sarebbe felice soprattutto se l’avesse visto Barbara.

*** ***

Dopo mangiato e dopo aver oziato per un’ora abbondante decidiamo di goderci le ultime ore di sole della giornata. Gabriele, Martina, Fabio e Cristina vanno sulle piste da sci mentre io e Barbara andiamo a pattinare nella piccola e deserta pista di pattinaggio vicino al paese. In realtà io volevo andare con Fabio a pattinare ma lui non sa pattinare e preferiva sciare; a quel punto si è intromessa Barbara dicendo che ci veniva lei. Io ho cercato di farla desistere, ma niente. Anche quando mi trascinava verso la pista ho implorato con lo sguardo Fabio di salvarmi o quanto meno di venire con me ma lui ha fatto finta di nulla e per questo me la pagherà. Però l’ho costretto a venirmi a prendere verso le cinque.

Ad essere sincero sto perdendo le speranze che venga davvero dato che sono già le cinque e un quarto e di lui nemmeno l’ombra. Provo una strana delusione e tristezza mentre penso che mi ha abbandonato tra le braccia di Barbara. Ma mentre penso ai modi per fargliela pagare e faccio finta di essere molto divertito dalla battuta che ha fatto Barbara, su non ricordo più che cosa, lo vedo venire verso di noi insieme a Cristina. Appena arriva a bordo pista mi precipito da lui con un’impazienza che non pensavo possibile e d’istinto mi aggrappo al suo braccio per non cadere mentre sfoggio un radioso sorriso. Lui mi sorride pacato anche se mi accorgo che non fa altro che studiare Barbara che gli risponde con uno sguardo strano. Cerco di ignorare il loro comportamento e gli dico che vado subito a togliermi i pattini così possiamo andare.
Fabio annuisce semplicemente e insieme a Cristina vado nella piccola saletta adibita ai pattini. Ovvero dove ti togli i pattini come nel mio caso o noleggi i pattini come nel caso di Cristina.
Quando usciamo vedo Fabio dire qualcosa a Barbara in tono molto scocciato ma non riesco a capire cosa si stanno dicendo. Quando arrivo vicino a loro smettono di parlare e Fabio mi trascina via.
Siamo ormai lontani quando gli chiedo:

« Cosa ti ha detto Barbara? »

« Niente di importante »

E dal suo tono capisco che non è il caso di insistere oltre. Mentre camminiamo verso il paese dove dovremmo incontrare Gabriele e Martina vedo in lontananza un graziosissimo bar. Allegro dico a Fabio:

« Andiamoci a prendere qualcosa di caldo a quel bar »

« Non volevi andare a fare una passeggiata in paese con gli altri? »

« Voglio entrare in quel bar e prendermi una cioccolata! »

Il mio tono è perentorio ma scherzoso. Fabio però sembra infastidito e dice:

« Piantala di fare lo stupido! E raggiungiamo gli altri »

« Stupido? Voler passare un po’ di tempo solo con te è essere stupidi? …allora è molto tempo che sono stupido! »

« Perché non sei rimasto con Barbara? Lei ne sarebbe stata felice »

« Cosa centra adesso Barbara? »

« Rispondimi. Sembravate molto affiatati »

« Cosa stai cercando di dire? »

« Che forse stanotte potresti trovarti una compagna di letto più piacevole del sottoscritto! »

« Cosa ti ha detto Barbara? »

« Hai paura che mi abbia detto qualcosa? »

« Conoscendola si, ho paura che ti abbia detto qualche menzogna! »

Non mi risponde lasciando cadere il discorso ma io continua a fissarlo furente. Come può anche solo pensare una cosa simile? Cerco di tranquillizzarmi un poco e nel tono più pacato possibile dico:

« Torna dagli altri… è molto meglio! »

« E tu? »

« Io? Vado a prendere qualcosa di caldo al bar e a mandarti a quel paese in tutte le lingue possibili e immaginabili! »

Mi dirigo a passo spedito verso il bar che ora mi sembra meno grazioso. Fabio contrariamente alle proteste di poco prima mi segue e si siete al tavolo con me. Io sono furioso. Furioso per quello che ha detto. Furioso per come me l’ha detto e soprattutto furioso perché sto da schifo quando mi tratta male.

Una cameriera molto gentile si avvicina e prende le nostre ordinazioni. Il tempo che segue lo passo a fissare il tavolo e a maledire Fabio.
E’ Fabio a parlare per primo.

« Barbara mi ha detto che è innamorata di te e che vuole rimettersi con te. Mi ha fatto capire che non devo interferire… »

La mia voce è leggermente stridula quando, sollevato lo sguardo su Fabio, dico arrabbiato:

« A ripensarci avrei voluto non sapere cosa ti ha detto! Sapere che mi hai trattato in quel modo solo perché ti ha detto una cosa simile non mi fa stare affatto meglio! Non hai pensato che sono io a dover decidere se avere o meno una nuova relazione con lei? »

« Scusa »

« Delle semplici scuse non bastano questa volta! Ti viene fin troppo semplice scusarti e poi trattarmi di nuovo male! »

Fabio sembra rattristato dalle mie parole. Senza troppa convinzione dice:

« Barbara… »

Non gli lascio il tempo di continuare la frase che lo aggredisco dicendo:

« No! Non c’entra nulla Barbara! Oggi è lei, domani chi sarà? Sono arrabbiato perché mi stai trattando male anche se non me lo merito! »

Vorrei anche dirgli che sono arrabbiato perché non capisce quanto tengo a lui ma preferisco tacere.
Fabio rimane in silenzio. Mi sarei aspettato uno straccio di spiegazione per il suo comportamento, mi bastava che tentasse di nuovo di scusarsi. Ancor più furioso dico:

« E che diamine. Potresti degnarti di dire qualcosa! »

Fabio rimane in silenzio a giocherellare con la tazza di caffè ancora per qualche istante poi senza guardarmi in faccia dice:

« Forse è meglio per entrambi se ci allontaniamo »

« Cosa vorresti dire? Ci tieni così poco a noi due? »

« Non ci sarà nessun “noi due” quando troverai una ragazza »

« Sei un grandissimo stupido!! »

Mentre lo dico mi alzo e faccio per andarmene. Fabio però mi trattiene per un braccio. Mi scrollo e voltandomi verso di lui gli dico arrabbiato e triste:

« Vai al diavolo!!! Credi che per me la nostra relazione sia solo un capriccio?! Cosa devo fare per farti capire quanto ci tengo a te? »

« … »

Lo fisso negli occhi qualche istante ma il suo silenzio non fa che peggiorare la situazione.

« Sei un grandissimo stronzo!! »

E mentre lo dico mi volto ed esco dal bar. E’ quasi impellente il bisogno di lasciar scivolare sulle guance le lacrime che mi appannano la vista. Ma con un gesto di stizza mi asciugo l’unica lacrima che sfugge al mio controllo mentre cammino a passo veloce verso una meta non ben identificata. Alla fine mi lascio cadere su una panchina non molto lontano dal paese. Fa un freddo cane ma non voglio tornare dagli altri. Che quello stupido si senta in colpa! Anzi che si spaventi e passi ore d’inferno mentre mi cerca!

Il tempo passa e il freddo si fa sentire. Il magone che mi pervade da quando abbiamo litigato non sembra accennare a diminuire. Anzi, il groppo alla gola e gli occhi velati di lacrime non se ne sono mai andati.

Vedo in lontananza Barbara. Mi saluta con la mano e viene verso di me a lunghi passi. Mentre fisso la sua figura snella avvicinarsi il mio cervello è in grado solo di pensare che dovrei andarmene e trovare una buona scusa per non dover sopportare anche la sua presenza. Ma Barbara è più veloce del mio cervello e quando arriva di fronte a me non ho scuse per andarmene.

« Che cosa ti è successo? Hai gli occhi rossi! »

« Per favore lasciami in pace! »

Faccio uno sforzo per parlare ma non riesco a mascherare nella voce il mio turbamento. Barbara spalanca un po’ gli occhi e dice:

« Hai pianto? Cosa è successo? »

« Ti prego… »

Barbara si siede sulla panchina accanto a me e con tono leggermente stizzito dice:

« E’ colpa di Fabio vero? Dammi retta, lascialo stare!! Vuole tenerti tutto per se. Non gliene frega niente che tu sia felice… »

« Perché dici una cosa simile? »

« Perché ti amo ancora, Andrea e vorrei rimettermi con te e lui non fa altro che mettersi in mezzo!»

« Si vede che non lo conosci! »

« Lo conosco molto meglio di te! »

« Fabio mi vuole bene! »

« Fabio vuole portarti a letto! »

« Anche tu! »

Tra noi cala il silenzio. Barbara sembra nervosa o forse arrabbiata. E’ lei dopo qualche minuto a riprendere il discorso:

« Non fai altro che pensare a lui. Ti ho detto che ti amo ancora e la tua unica reazione è stata quella di difendere Fabio! »

« Fabio per me… »

« Fabio, Fabio, Fabio… per te esiste solo lui?? Non capisci che mi fai soffrire così! »

« Non mi interessa ... non mi interessa se tu soffri. Non ti amo, non provo più nulla. Ora l'unica persona importante per me è Fabio!! … … Mi dispiace! »

« Mi dispiace un corno!! »

« Non puoi farmene una colpa se sono tanto legato a lui »

« Si, che te ne faccio una colpa!! E' un uomo, cazzo, non so se te ne sei accorto! Con lui dovresti scambiarti le riviste porno, non giocare ai fidanzatini! »

« Piantala di parlare di lui! »

« Ti odio! »

Se ne va stizzita lasciandomi di nuovo solo, non che la cosa mi dispiaccia! Che scifo di giornata!

*** ***

Il resto della giornata non è andato meglio ma almeno non ho litigato più con nessuno. La serata è passata in un totale mutismo da parte di tutti. L’unica a parlare è stata Barbara che ci ha avvisato che l’indomani mattina lei e Cristina tornavano a Milano. Non so se ha anticipato la partenza di un giorno per causa mia o meno ma se proprio devo essere sincero con me stesso sono felice che se ne vada.
Barbara e Cristina con la scusa che devono prepararsi per partire vanno in camera loro appena finito di mangiare. Noi ci mettiamo a guardare la televisione ma l’atmosfera non è delle migliori. Fabio verso le dieci con una scusa sparisce in camera e non lo si rivede più per tutta la sera. Io cerco ogni scusa per rimanere in salotto più a lungo possibile perché sinceramente non ho voglia di litigare ancora o peggio dover sostenere il suo silenzio.
E’ quasi mezzanotte quando anche Martina e Gabriele vanno a dormire. Li saluto e mi rimetto sul divano sperando di posticipare il momento in cui dovrò andare in camera, ma la stanchezza si fa sentire. Non mi accorgo nemmeno quando Gabriele torna in salotto. Si siede accanto a me sul divano e mi dice:

« Non vuoi proprio andare a letto? »

Scuoto piano la testa in senso di diniego.

« Preferisci che passi la notte in camera di Martina o che dorma in camera con voi? »

« No, stai pure da Martina! Non è successo nulla di grave! »

« Sei sicuro che non sia successo niente di grave? »

« No, è successa una tragedia ma mi sto auto convincendomi che va tutto bene. Quindi fammi il favore di non distruggere i miei tentativi! »

« Digli la verità. Quello che provi davvero per lui e se non è quello che vorrebbe sentirsi dire amen. Ma almeno vi sarete chiariti »

« Gli ho già detto quanto sia importante per me ma lui ha detto che dobbiamo stare lontani! »

« Perché? »

« Che cavolo ne so. Per Barbara o per qualche suo strano e malato meccanismo mentale! »

« Allora chiedigli spiegazioni e sii più chiaro per quel che riguarda voi due… Fabio tende ad essere un po’ tonto quando vuole »

« D’accordo! »

« Ottimo! Allora vieni! »

Mi prende per il braccio e senza troppe difficoltà mi fa alzare e mi trascina verso le scale.

« Andare dove? »

« In camera… da Fabio! »

« Cosa?? Ho bisogno di tempo! »

Siamo a metà delle scale quando si ferma e voltandosi verso di me con un’espressione molto dolce mi dice:

« Non hai bisogno di tempo. Hai bisogno di coraggio perché sai che ti giochi tutto a seconda di quello che dirai… »

« Così certo non mi tranquillizzi! »

Sorride e rimettendosi a camminare trascinandomi con se dice:

« Meglio essere chiari su queste cose! »

Mi lascia andare solo quando siamo di fronte alla camera. Spero che almeno ora se ne vada ma lui imperterrito rimane lì a fissarmi come per dire che devo darmi una mossa ad entrare. Lo maledico per i suoi modi ma mi rendo conto che era l’unica maniera. Sarei rimasto su quel divano per tutta la notte senza concludere nulla. Faccio un respiro profondo e apro la porta.
Una parte di me sperava che stesse già dormendo e che la luce fosse spenta, invece è seduto sul letto a leggere non so cosa.

Mi chiudo la porta alle spalle facendo un po’ di rumore in modo che si accorga di me. Si volta togliendosi gli occhiali. Non sembra molto felice di vedermi.
Ho il cuore che sembra volermi scoppiare nel petto quando raccolgo le forze e parlo guadagnandomi la sua attenzione.

« Ho pensato molto a quello che è successo. Mi sono chiesto se mi sono comportato in modo particolare con Barbara tanto da farti ingelosire… da meritarmi simili rimproveri da parte tua »

« Non ti ho rimproverato »

« Si, l’hai fatto! Non a parole ma con i gesti. Mi hai fatto sentire in colpa per essere stato educato con lei, per averla guardata come guardo chiunque altro. Mi hai trattato male e mi hai fatto sentire uno schifo e io voglio sapere perché e cosa ho fatto per meritarmi un simile comportamento da parte tua. »

« Tu non centri. Non sono arrabbiato con te e non volevo farti soffrire! … Pensavo che quando fosse arrivato il momento avrei accettato di buon cuore che tu trovassi una ragazza. Pensavo che mi sarei fatto da parte soffrendoci ma sopportandolo. Ma non è così! »

« Se tu ti fossi fermato a pensare in modo razionale avresti notato che non avevi nulla da temere da Barbara! »

« Andrea, io ti amo! Non c’è nulla di razionale in questo. Ho paura che qualcuno possa portarti via da me… sono geloso, arrabbiato e… paranoico! Cosa ci può essere di razionale in questo? »

Rimango in silenzio a lungo troppo sconvolto e imbarazzato. Ripenso a quello che mi ha detto Gabriele e ritrovo la forza di dire:

« Da troppo tempo stiamo facendo finta che tutto questo sia normale… Passo tutte le mie giornate con te. Pianifico la mia vita per stare vicino a te. Faccio uno sport che non mi piace pur di passare più tempo con te. Mi lascio toccare, palpare e dire porcate da te, quando a chiunque altro avrei tirato un pugno. Non faccio altro che pensare a te, mi sembra d’impazzire quando sei lontano e sono felice quando sono con te. Sono geloso di tutti quelli che ti guardano e io stesso non ho occhi che per te. »

« Cosa vuoi dire? »

« Che sono innamorato di te e che ho una paura tremenda di quello che ciò comporta »

Sto tremando? Si, come una foglia, e probabilmente sono anche arrossito oltre a sentirmi tanto stupido. Avrei potuto dirglielo in mille modi diversi e sono andato a scegliere il modo più brutto. Fabio rimane in silenzio. Probabilmente mi sta fissando con gli occhi spalancati per lo stupore. Dico probabilmente perché non ho il coraggio di guardarlo in faccia.
Ho un tuffo al cuore quando sento le sue braccia cingermi le spalle. Sprofondo il viso nel suo petto e comincio a piangere come un bambino quelle lacrime che ho trattenuto per tutto il giorno. Con le lacrime, in quell’abbraccio dolce, va via anche la tensione. Rimane solamente la spossatezza e quello strano sollievo misto a gioia che si prova quando si fa una confessione importante. Non so esattamente come finisco steso sul letto avvolto dall’abbraccio di Fabio e da quello della trapunta, ma presto questa strana spossatezza mentale e fisica trova sollievo nel sonno.

 


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