Titolo: Angelo
custode
Autore: ki_chan
Parte: 13
Pairing: Fabio x Andrea
Raiting:
pg13
Angelo custode
Capitolo XIII
Passiamo l’intera giornata sulle piste da sci. Non è stata affatto una cosa piacevole! Sono caduto come minimo una ventina di volte! Dopo ho smesso di contare. Ho lividi ovunque, mi fanno male i piedi per gli scarponi da sci troppo stretti e ho la faccia ancora ibernata! Come se non bastasse ho fatto una bellissima figura investendo un gruppo di sciatori e cominciando a rotolare giù per la pista. Fabio, che invano ha cercato per tutto il giorno di insegnarmi a sciare, ha passato l’intera giornata a ridere di me … e questo non mi ha fatto per nulla piacere! E’ inutile dire che quando siamo arrivati a casa, intorno alle sei del pomeriggio, sono una piccola ameba che si trascina stanca e dolorante. Toccherebbe a me preparare la cena questa sera ma Martina, vedendo in che stato sono ridotto (mi chiedo gli altri come facciano a non essere minimamente stanchi), si offre di farlo lei al posto mio. Io ne approfitto per farmi la doccia … oddio, doccia è un eufemismo. Sono già tutto bello insaponato quando il boiler mi abbandona. L’acqua da tiepida ( bollente è impossibile averla, a quando dice Gabriele) diventa ghiaccio fuso. I moccoli che tiro giù sono qualcosa di epocale mentre sono tutto un brivido.
« Fabio… »
Nessuna risposta. Ci riprovo:
« FABIOOOOOOOOOOOOO!!!! Schiodati e vieni ad aiutarmi »
« Che succede? …posso entrare? »
Mi chiede da dietro al porta. Ci ragiono un momento: sono nudo e preferirei non farmi vedere così ma sto gelando e sono insaponato dalla testa ai piedi… non credo di avere molte alternative.
« Si, entra… ma tieni gli occhi chiusi! »
« Come faccio a vedere dove sto andando se tengo gli occhi chiusi? »
« Sono nudo! »
« Allora sarei stupido a tenere gli occhi chiusi »
« Piantala!! »
Mentre lo dico, Fabio entra in bagno, ovviamente senza chiudere gli occhi però mi guarda il viso che, ovviamente, ha assunto tonalità purpuree. Adoro questo suo modo di fare, sa quando è il momento di scherzare (e quindi molestarmi) e quando invece ho bisogno che sia una persona seria e responsabile.
« Che cosa è successo? »
« E’ finita l’acqua calda!! »
Sta per scoppiare a ridere ma si trattiene vedendo il mio sguardo omicida. Mi dice di aspettare lì che va a chiedere a Gabriele cosa si può fare. Torna dopo un’eternità dicendomi che è finita l’acqua nello scaldabagno e che posso: o sciacquarmi con l’acqua fredda, oppure aspettare cinque minuti che mette a scaldare sulla stufa un po’ d’acqua. Decido di aspettare che si scaldi l’acqua. Per poco non mi prendo una polmonite nell’attesa! Quando Fabio entra in bagno con una piccolissima pentola d’acqua gli chiedo:
« Sei scemo o cosa?? Secondo te riesco a sciacquarmi con così poca acqua?? »
« Per ora devi accontentarti. Se ne mettevo di più ti toccava aspettare fino a domani. Cerca di non sprecarla! »
« Ma… ma tu mi conosci! Non ne sono capace! Almeno dammi una mano »
« Okay, girati che cominciamo con i capelli »
Mi volto e aspetto che mi rovesci la pentola in testa, ma niente. Preoccupato chiedo:
« Che succede? »
« Ma hai i lividi anche sul sedere!! »
« Piantala di guardarmi il sedere!!! »
Dico paonazzo. Devono essere i segni delle numerose cadute.
« E’ così bello che sarebbe uno spreco non guardarlo… »
Mi volto furioso per dirgli di non fare battutine stupide ma quando lo vedo divertirsi come un matto a prendermi in giro vado su tutte le furie:
« Senti! Sono qui, bagnato e insaponato e sto gelando perché c’è una temperatura da polo sud in questa casa. Sono stanco, mi fanno male i piedi, ho due vesciche enormi sotto il piedi, sono pieno di lividi e non gradisco battute sul mio fondoschiena che sarà anche bellissimo ma è una zona molto privata! Quindi … se ci tieni alla vita datti una mossa a sciacquarmi e taci! »
Lui sorride divertito trattenendo una risata mentre dice:
« Sei nervoso? »
Non rispondo ma girandomi indispettito gli faccio chiaramente capire di fare quello che deve fare e farlo in fretta. Sta per versarmi l’acqua in testa quando dico:
« E non ti azzardare a toccarmi in posti privati »
« Tipo? »
« Posti privati. »
« Devi fare un elenco preciso così so esattamente dove non vuoi essere toccato »
Essere ignobile, lo fa per mettermi in imbarazzo!
« Il sedere è uno di quelli! »
« Poi? »
« Immaginatelo l’altro posto dove non puoi toccarmi! »
Fabio ride e dice:
« Come sei pudico! »
« No! Sei tu che sei un maiale! »
Non controbatte e mi fa cadere poco alla volta l’acqua sulla testa e poi sulle spalle. Ovviamente non mi ha toccato nemmeno per un secondo. Ma lo sapevo che non l’avrebbe fatto, non certo perché io gli ho detto di non farlo, ma perché è fatto così. Mi tocca, mi stuzzica e mi molesta quando è solo un gioco, uno scherzo, quando sa che io non mi arrabbio o che è sicuro che rimarrà solo uno scherzo. In tutte le altre occasioni è lui il primo a non far nulla. Ha una sensibilità che invidio.
Esco dalla doccia e mi lascio avvolgere con il grande asciugamano. Non so se si è capito ma mi piace farmi coccolare.« Non ti servo più. Ti aspetto in camera »
Dopo che se ne è andato rimango qualche istante a fissare la porta. Non mi sarebbe dispiaciuto se fosse rimasto… Ultimamente penso cose strane!
Mi vesto e torno in camera lasciandomi cadere sul letto. Sospiro per il piacere di sentire i muscoli rilassarsi un po’ alla volta. Fabio mi si avvicina e mi porge un barattolo di crema. Dubbioso mi volto su un fianco e gli chiedo:« Cos’è? »
« Vaselina da usare stanotte… »
Lo guardo scettico senza azzardarmi a dire qualcosa.
« E’ una crema per le gambe stanche, me l’ha prestata Martina. Dice che può fare miracoli per i tuoi piedi »
« Non ho la forza per mettermela! »
« Vorresti che te la metta io? »
« Si! »
« Scordatelo »
« Sei crudele! »
Fabio è riluttante ma dopo una decina di minuti che gli stresso l’anima si decide. Si siede sul letto e prendendomi un piede comincia a mettermi la crema massaggiandomelo delicatamente. Dire che è qualcosa di libidinoso è poco. A ogni movimento lunghi brividi mi corrono lungo la schiena e presto mi ritrovo a miagolare come un gatto che fa le fusa. Quando le sue mani abbandonano i miei piedi sono molto deluso ma mi sento meno stanco. Più che la crema sono state le mani di Fabio ad essere un toccasana.
Fabio mi molla lì sul letto ancora ebbro di quel piacevole massaggio per scendere in cucina a dare una mano. Dopo poco decido di raggiungerli.
Nessuno si accorge del mio arrivo. Rimango un attimo sulla porta della cucina e sento quel traditore di Fabio dire:« Gabriele, ti prego, dormici tu con lui stanotte! »
Senza pensarci su due volte mi intrometto e, facendolo sobbalzare per lo spavento, dico:
« Cosa? Traditore!! »
« Non ti offendere ma dormire con te un incubo!! Russi, parli nel sonno, tiri i calci e stanotte mi hai anche sbavato addosso! »
« Io non sbavo! »
« Sbavi, sbavi! Eccome se sbavi! »
« Certo che se è questo l'affetto che provi per me… »
Gabriele che fino a quel momento non ha detto nulla, si intromette dicendo:
« Questo è un colpo basso! »
Io cerco di ignorarlo mentre sogghigna divertito. Ma non posso ignorare le parole di Martina quando dice con candore:
« Dai Fabio, non farne una tragedia. Infondo devi farci l'abitudine! Quando starete insieme vi capiterà spesso di dormire nello stesso letto... »
Se fossi un cartone animato ora avrei un’enorme gocciolina che mi scende sulla testa. Fabio non sembra per nulla a disagio e divertito risponde:
« Ti sei dimenticata il se »
« Oh no, no non me lo sono dimenticata! Sono sicura che prima o poi cederà alla tua corte »
« Cosa te lo fa pensare? »
« Noi donne abbiamo un sesto senso per queste cose! »
Mi intrometto e scettico le dico:
« A sentir voi donne avete centinaia di sesti sensi... »
« Perché siamo decisamente migliori di voi! »
« Viva l'umiltà »
« Vedi, questa è una dimostrazione che sarebbe meglio per te metterti con Fabio. Perchè tu le donne non le conosci! Prima regola: non contraddirle mai, perché se si arrabbiano vi rendono la vita un inferno! »
E’ Gabriele a rispondere questa volta … anche se forse, per il buon esito della sua visita notturna in camera di Martina, era meglio se stava zitto…
« Beh, quello anche quando non siete arrabbiate »
Martina fa finta di essere arrabbiata a morte ma non riesce nemmeno lei a trattenere una risata. Ci sediamo a tavola per mangiare. Martina però invece che mettere la pasta in tutti i patti ne riempie solamente due. Il suo e quello di Fabio. Poi con non curanza si siede a tavola e ci augura buon appetito. Fisso il mio piatto tristemente vuoto e dico:
« Ma... »
Martina senza aspettare che formuli una qualsiasi domanda dice:
« Dimostrazione pratica di quello che dicevo!! »
Con tono piagnucoloso dico:
« Sei crudele!! »
« Sotto sotto si! »
Finito di mangiare Martina ed io ci mettiamo a lavare i piatti mentre Fabio e Gabriele vanno nel salone. Appena siamo soli gli chiedo:
« Credi davvero che Fabio ed io staremmo bene insieme? »
« Ma certo! Siete fatti l'uno per l'altro. Perché? »
« Niente... riflettevo »
« Lui ti piace? »
La conversazione sta improvvisamente prendendo risvolti imbarazzanti. Cercando di camuffare il mio imbarazzo gli rispondo:
« Siamo amici »
« Le due cose non si annullano a vicenda! »
Rimango in silenzio per alcuni istanti cercando le parole migliori per spiegargli questa situazione. Parlo, ma non credo di essere stato molto chiaro:
« Lui mi piace ma… non so quale sia il confine tra amore e amicizia... »
« Forse ti ostini a non vederlo »
« Cosa vuoi dire? »
« Ci hai anche fatto le porcate stanotte »
La semplicità con cui lo dice è disarmante. Ormai bordeaux fin sotto le mutande mi affretto a chiarire l’equivoco:
« Non è vero!! In che lingua devo dirvelo!?!»
« Non avete mai fatto nulla di vagamente sessuale? »
« Nooo!! »
Oddio, ci mancava anche questo discorso! Martina mi fissa qualche istante come per dire: Non prendermi in giro, non ci credo neanche se lo vedo. Ma poi mi chiede:
« Ci hai mai pensato? »
« Beh... »
Che vergogna! Qualcuno mi deve spiegare perché sono qui a fare certi discorsi con la ragazza del mio capitano…?
« Vale anche quello!!! »
« No che non vale!!!! »
Ride divertita prima di tornare seria e dire:
« Capisco che sia difficile. Posso solo immaginare cosa voglia dire trovarsi davanti a una simile
decisione, quindi non me la sento di dirti cosa sarebbe giusto fare... solo cerca di pensare alla
felicità di entrambi »Le sue parole mi lasciano… non so come dire… mi lasciano strano. E’ cose se avesse risollevato quell’inquietudine che ogni tanto la notte mi assale pensando a me e Fabio. Rimaniamo in silenzio per quei pochi minuti in cui finiamo di lavare i piatti. Martina si asciuga le mani e va anche lei nel salone. Io sono l’ultimo ad arrivare. Sono tutti e tre seduti sul piccolo divano a due posti davanti alla televisione. Martina si è seduta tra le gambe di Gabriele standogli praticamente in braccio, entrambi stravaccati comodamente per guardare la tv. Fabio è seduto più composto.
In pochi passi sono davanti a loro. Mani sui fianchi dico:« Non mi fregate anche stasera! Ve lo scordate che sto sulla sedia! »
Gabriele si affretta a dire:
« Noi non ci alziamo! »
Speranzoso mi rivolgo a Fabio:
« Fabio... »
« ...no! »
« Cattivo, alzati! »
Mentre lo dico lo prendo per un braccio e tanto di farlo alzare ma Fabio mi strattona delicatamente e cado come una pera su di lui. Le sue braccia mi avvolgono piano la vita mentre sento il suo profumo avendo la faccia contro la sua spalla. Mi sento tremendamente in imbarazzo e il mio cervello certo non collabora per trovare una soluzione che mi permetta di uscire da questa situazione in modo dignitoso.
Dopo qualche istante di totale immobilità decido di agire. Mi volto nel suo abbraccio e mi siedo tra le sue gambe. Appoggio la schiena sul suo petto e mi stravacco in una posizione comoda. Sono felice che le sue braccia non si siano minimamente spostate e continuano a cingermi la vita.
In tremendo imbarazzo però ci tengo a chiarire una cosa:« Non fatevi illusioni. Lo faccio solo per non stare sulla sedia anche stasera! »
*** ***
La notte passa relativamente tranquilla a parte che anche questa mattina mi sono ritrovato nella parte di letto di Fabio che si era già alzato. Anche questa giornata è passata in fretta. Abbiamo deciso di non andare a sciare oggi e di andare in macchina in un paesino poco lontano. Il paesino è davvero molto grazioso. Giriamo per l’intera mattinata per le stradine innevati e permeate del profumo della legna bruciata. Troviamo anche un ristorante tipico dove mangiare. Il pomeriggio lo passiamo in macchina gironzolando per le montagne. Alle undici di sera sono già stravaccato sul letto aspettano che anche Fabio faccia lo stesso ma mi addormento prima che lui venga in camera. La mattina mi sveglio insolitamente presto e questa volta Fabio è ancora a letto e io sono come sempre nella sua parte. I nostri corpi si sfiorano appena. Io sono raggomitolato al suo fianco dandogli le spalle. Lui invece è su un fianco. Non mi dispiacerebbe avere il suo braccio intorno alla vita ma sto bene anche così, abbastanza vicino per sentire il suo calore e il suo respiro regolare che mi solletica il collo. Rimango immobile per molto tempo. Anche se il sonno è ormai svanito non voglio allontanarmi. Mi volto semplicemente per essere faccia a faccia anche se non riesco a vederlo molto bene.
Oggi deve arrivare l’amica di Martina quindi rimaniamo a letto fino a tardi. Ieri sera l’ha chiamata e gli ha detto che veniva un giorno prima e portava un’amica dell’università. Martina non l’ha presa molto bene ma ha fatto finta di niente al telefono per poi sfogarsi sul povero Gabriele che non c’entrava proprio nulla e anzi, sarebbe stato l’unico a potersi arrabbiare per l’auto invito dato che la casa è sua. Ma come sempre Gabriele ha un buon carattere e non solo non si è arrabbiato ma è anche riuscito a far calmare Martina.
Siamo a tavola a pranzare quando sentiamo suonare al campanello. Martina va ad aprire mentre noi le aspettiamo in salotto. Capisco che c’è qualcosa che non va dall’espressione di Martina quando entra in salotto seguita dalle due ragazze. Non appena la vedo capisco e mi sento gelare. Barbara mi sorride radiosa e mi abbraccia. Io non riesco a muovere un muscolo tanto sono scioccato. Non avrei mai pensato di poterla rincontrare in una simile situazione. Ora che stava andando tutto bene. Adesso che con Fabio le cose stavano procedendo in qualche modo. E’ proprio vero che il destino è crudele.
Lei mi fissa e dice:
« E’ questo il modo di salutare una vecchia amica? »
Tento di abbozzare un sorriso ma sembra più una smorfia e istintivamente cerco Fabio con lo sguardo ma lui si ostina a fissare il pavimento. Non si sono mai sopportarti molto e anche per lui deve essere stata una brutta sorpresa.
Barbara allora dice:« Sono venuta fin qui perché sapevo di trovati e questa è la tua accoglienza? »
« Scusa … ma non mi aspettavo di rivederti in questa circostanza »
Lei sorride in quel suo modo gentile che nasconde la sua determinazione e il suo carattere forte. Quel sorriso che mi ha fatto innamorare di lei e che per così tanto tempo mi ha scaldato il cuore. Un sorriso così diverso da quello che mi sono abituato a vedere sulle labbra di Fabio. Non c’è quella dolcezza disarmante che mi scalda il cuore ora, eppure… non posso evitare di vedere con piacere il suo sorriso dopo tanto tempo. Distolgo lo sguardo per tornare a guardare Fabio che continua a guardare altrove. Può sembrare assurdo ma ho bisogno di incontrare il suo sguardo, di sentire al sua presenza, ma questa volta Fabio non sembra capire e io non posso che sentirmi uno schifo
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