Titolo: Angelo custode
Autore: ki_chan
Parte: 10
Pairing: Fabio x Andrea
Raiting: pg13


Angelo custode

Capitolo X

Sono seduto sul divano insieme a Fabio mentre guardiamo un po’ di televisione quando mio padre esce dalla sua stanza, prende il cappotto e dice che va a fare un giro. Faccio finta di non essere minimamente interessato alla cosa e lo saluto con aria distratta. Appena chiude la porta dietro le spalle però mi alzo, spengo la televisione e prendo il cappotto sotto lo sguardo stranito di Fabio (mi guarda come se fossi appena disceso da Marte). Io un po’ spazientito gli lancio il suo cappotto e gli dico:

« Muoviti che usciamo! »

« Perché?! Qui si sta bene, se non hai più voglia di vedere la televisione possiamo fare tante altre cose … magari stesi nudi sul letto … »

« Non ho voglia di fare porcate e nemmeno di guardare la televisione. Adesso ho voglia di uscire! E quindi noi due usciamo!! »

« Io al contrario voglio stare a casa e se tu senti il bisogno impellente di uscire vai da solo; io me ne torno a casa! »

« Tu vieni con me! »

« Quando fai così sei un despota capriccioso lo sai? »

« Per favore! Ti costa tanto farmi contento qualche volta? »

« Vorrei ricordarti che io ti faccio SEMPRE contento, assecondando i tuoi assurdi capricci … »

« Ecco, allora una volta in più o in meno non ti cambierà la vita! »

Mentre si alza scherzosamente contrariato e indossa il cappotto, mi dice:

« E sentiamo dove vuoi andare di bello? »

« Non lo so, usciamo poi decidiamo! »

« Scommetto che vuoi andare nello stesso posto dove sta andando tuo padre … »

« Voglio solo … beh, vedere … capire »

Il suo viso si fa improvvisamente serio e il suo tono più severo:

« Ti ho già detto che non ho intenzione di assecondarti in questa follia »

« Che c’è di male a voler sapere se mio padre ha una relazione? »

« Ci sono cose che è meglio non sapere e poi non è un comportamento corretto. Cosa faresti se fosse lui a pedinarti? »

« Non è la stessa cosa! »

« Si che è la stessa cosa! »

« Ti prego, una volta sola e poi me lo tolgo dalla testa »

« Se proprio vuoi allora vai da solo »

« Voglio andarci con te. E’ così strano voler vicino il proprio miglior amico in una simile situazione? »

In occasioni più futili probabilmente avrei detto la stessa cosa con il solo scopo di farlo sentire in colpa in modo che mi accontentasse, ma non in quest’occasione. Anzi mi sento anche imbarazzato per aver detto la verità. Sembrerà stupido ma ho bisogno che mi stia accanto, da solo finirei per impazzire. Lui non sembra capire il mio turbamento, forse mi ritiene ancora un bambino capriccioso ma per me è importante sapere se mio padre ha una relazione. Fin da quando avevo nove anni mio padre è stata l’unica famiglia che avevo, non voglio dividerlo con nessun altro.
Lui sembra capire o forse si sente davvero in colpa. Quando usciamo di casa so che è probabile che mio padre sia già lontano ma a volte i portinai logorroici a qualcosa servono. Sento le loro voci nell’androne e faccio segno a Fabio di aspettare. Dopo dieci minuti siamo ancora lì in attesa che il lungo e noioso discorso del portinaio raggiunga la fine per la gioia di tutti. Dopo venti minuti progetto il suo assassinio. Mi volto stizzito verso Fabio che forse per calmarmi o forse perché ha un carattere molto più amabile del mio, mi sorride dolcemente. Arrossisco lievemente mentre scivolano via i brutti pensieri sul portinaio e quasi mi dimentico della sua esistenza. Prendendomi alla sprovvista Fabio mi si avvicina. Il suo viso si fa sempre più vicino al mio e non capendo cosa vuol fare m’irrigidisco rimanendo immobile. Che mi voglia baciare? Sarebbe una cosa sconveniente … Qualche vicino potrebbe vederci e poi andarlo a riferire in giro, presto tutto il palazzo lo saprebbe e io sarei additato come la checca del quartiere mentre mio padre sprofonderebbe nella vergogna così saremmo costretti a trasferirci e io non potrei più rivedere Fabio …

« Perché sei arrossito? »

Troppo preso dalle mie visioni catastrofiche non mi sono reso conto che si stava avvicinando solo per sussurrarmi quelle parole all’orecchio. Dannato! E’ già la seconda volta che mi frega con questo giochetto. Peccato che l’averlo così vicino, il sentire il suo profumo e il suo calore non fanno altro che aumentare il mio imbarazzo. Rimango in silenzio qualche istante mentre mi sento il viso in fiamme e il cuore batte frenetico nel mio petto. Lui non si è allontanato così stupidamente gli dico:

« Perché hai un bel sorriso »

Ma appena terminata la frase mi mordo la lingua e arrossisco all’inverosimile. Fabio si allontana un po’ per guardarmi negli occhi, probabilmente stupito dalle mie parole ma io mi vergogno troppo per sostenere il suo sguardo e volto il viso dall’altra parte. Che cavolo mi sta succedendo ora??!!
Sto ancora elucubrando sul mio folle comportamento quando Fabio a voce bassa ma non troppo dice:

« Credo abbiano finito … »

Mi volto verso di lui fulminandolo per aver parlato ad alta voce quando mi rendo conto del silenzio che aleggia nell’androne. Probabilmente mi sono illuminato per la felicità perché Fabio sogghigna e mi sospinge verso le scale con fare divertito.

Mio padre si muove a piedi (per fortuna altrimenti non avrei saputo come seguirlo). Noi lo seguiamo a distanza senza farci scorgere. Per un buon quarto d’ora rimaniamo il religioso silenzio, io troppo teso e concentrato su ogni piccolo movimento di mio padre per intavolare una discussione, Fabio probabilmente perché sa bene che non lo ascolterei. Ma con il passare del tempo mi rilasso e cominciamo a parlare del più e del meno. Sono quasi tre quarti d’ora che camminiamo e io sono stanco ed infreddolito, avrei almeno potuto prendere i guanti prima di uscire. Anche Fabio deve aver freddo a giudicare dal suo naso leggermente a patatina ormai di un colore rosa acceso.
Ci fermiamo facendo finta di vedere una vetrina per non avvicinarci troppo a mio padre. Oggi Fabio è più bello del solito. Mi sento uno stupido a guardarlo quasi furtivo attraverso il riflesso della vetrina cercando di non farmi vedere. Indossa un cappotto nero che gli arriva appena sopra le ginocchia. Il cappotto è abbastanza stretto in vita e esalta, celandole appena, le forme della vita e del petto. Sotto il cappotto un maglione a dolce vita nero come il cappotto e i pantaloni, un paio di jeans stretti a vita bassa un po’ sbiaditi sulle cosce. Ammetto di non essere riuscito a distogliere lo sguardo quando, prima di uscir di casa, Fabio era stravaccato sul divano e il maglione era leggermente salito lasciando scoperta una porzione di pancia. Senza nemmeno accorgermene mi sono ritrovato a pensare che la linea delicata dei suoi addominali e l’ombelico appena scoperto erano molto sexy. Un pensiero che sinceramente mi ha un po’ turbato.
Ricominciamo a camminare quando mio padre svolta in una vietta. Quando però la imbocchiamo mio padre non si vede più. La strada è molto lunga e deserta. Guardo Fabio un po’ disperato sperando che lui suggerisca un modo per ritrovarlo. Fabio però mi guarda e dice:

« Deve essere entrato in qualche portone »

« Sono stanco, mezzo congelato e non sono riuscito nemmeno a capire dove è andato?! »

« Non te la prendere, perché invece di pedinarlo non provi a parlargli sinceramente?! »

« Non ne sono capace!! »

Lui mi guarda dolce mentre metto il broncio e mi do dello stupido perché non so cosa fare. Forse la cosa migliore sarebbe tornarsene a casa e metterci una pietra sopra ma so che se torno a casa così finisce che non faccio altro che rimuginarci sopra fino allo sfinimento.
Rimango lì imbambolato per un po’ fino a che Fabio dice:

« Perché invece di stare qui a gelarci non torniamo a casa? »

« No, se mio padre dovesse riapparire? »

« Non è un fantasma e in ogni modo potrebbe metterci un po’ »

« Cosa stai insinuando? »

« Nulla!! Perché tu a cosa stai pensando? »

« Potrebbe essere in dolce compagnia … »

« Potrebbe essere semplicemente andato da un amico! Certi pensieri non ti fanno bene, lo sai? »

« Ho le mani gelate »

« E questo cosa centra?! »

« Sto focalizzando la mia attenzione su altre cose »

« Sei tutto matto!! Prima o poi impazzirò anch’io! »

« Voglio qualcosa di caldo!! »

« Ok c’è un bar qui di fronte, possiamo prenderci un caffè »

« No!! Voglio il tuo corpo! »

« Questo dovrei essere io a dirlo … e non in una simile situazione … »

Mi avvicino a lui quanto basta per sbottonargli il cappotto con movimenti decisi. Fabio è basito, per qualche istanti mi lascia fare poi quando gli apro il cappotto protesta cercando di richiuderlo e un po’ preoccupato mi dice:

« Mi fai paura a volte!! »

« Taci e lasciami fare »

« Ma come?! Qui davanti a tutti?»

Mi guarda divertito e curioso mentre smette di lottare per richiudere i bottoni del cappotto. Lo abbraccio infilando le braccia sotto il cappotto avvolgendogli la vita. Mi crogiolo nel calore del suo corpo mentre sprofondo il viso nella lana del suo maglione. È davvero un sollievo per il mio viso ormai ibernato. E per una volta sono felice di essere più basso di Fabio, questa posizione è così comoda!! Fabio mi lascia rimanere così per qualche minuto poi prendendomi per i fianchi mi allontana dolcemente e mi dice:

« Andiamo a casa. … Qui stiamo dando solo spettacolo »

In realtà la strada è deserta però non ribatto e mi limito ad acconsentire alla sua proposta. In fondo… è assurdo rimanere ancora qui. Con i mezzi pubblici siamo a casa in un quarto d’ora.
Una volta davanti al mio protone Fabio mi saluta e fa per tornare a casa, ma lo fermo afferrandolo per il braccio. Non c’è bisogno che gli chieda nulla, capisce che non voglio che se ne vada e mi accontenta senza farsi pregare. Quando entriamo in casa non posso che emettere un sospiro di piacere sentendo il caldo accarezzarmi la pelle ormai surgelata.

Siamo seduti sul tappeto in camera mia quando Fabio, notando forse che non ho spiccicato parola da una buona mezzora, smette di parlare e mi dice:

« Perché hai quel musetto triste? »

« Non ti preoccupare non è nulla! E’ una brutta giornata. Non far caso a come mi comporto »

« E’ come chiedermi di non respirare … »

Segue un momento di silenzio. Non so cosa dire sinceramente ho troppe cose per la testa. Fabio rimane in silenzio ma dopo qualche istante mi chiede:

« E’ per tuo padre? »

« Anche. Come se non bastasse ieri si è fatta viva Barbara. »

Il viso di Fabio assume per un attimo una strana espressione. I suoi lineamenti si fanno più duri e piano mi dice:

« Cosa voleva? »

« Non lo so, ha telefonato ieri ma ha risposto mio padre perché io non c’ero »

« Dovresti richiamarla »

« Si dovrei »

Ma come posso richiamarla … Dopo così tanto tempo ero riuscito a dimenticarmi di lei e di quanto ho sofferto quando mi ha lasciato. E ora cosa dovrei fare? Richiamarla? Per scoprire che la amo ancora? O forse che non m’interessa più. Non so davvero quale delle due prospettive sia la migliore. Soprattutto ora che le cose con Fabio si stanno mettendo in questo modo. Non che sia un “modo” ben definito … non ci sto capendo più niente. Se scopro di amarla ancora lui ne soffrirà di questo ne sono sicuro.

E’ la voce di Fabio a scuotermi dai miei pensieri:

« Sai cosa ti serve per la tristezza? Mangiare tanto tanto cioccolato oppure fare tanto sesso »

Mi strappa un sorriso e scherzosamente dico:

« Purtroppo sono sprovvisto sia di cioccolato sia di qualcuno con cui fare l’amore … quindi mi sa che la tristezza me la devo tenere! »

Facendosi più vicino a me ribatte altrettanto scherzosamente:

« Beh ci sono sempre io, lasciati strapazzare da me e vedrai che dopo non sarai più triste »

Il suo sorriso divertito scompare dalle faccia quando, senza alcuna traccia di provocazione o scherzo, dico:

« … il sesso … tra due uomini … come? … cosa? »

Non riesco ad andare oltre, non perché non abbia il coraggio, semplicemente perché non so cosa voglio sapere esattamente. Semplicemente ne voglio sapere di più. Forse per capire.
Fabio sembra tremendamente a disagio per la mia domanda. Cerca di celare il suo disagio dicendo in tono sarcastico:

« Vuoi una dimostrazione pratica? »

Io non rispondo perché sono troppo imbarazzato. Fisso il pavimento senza nemmeno rendermi conto che Fabio si è mosso. Me n’accorgo solo quando mi costringe dolcemente con la schiena sul tappeto. Mi tiene le mani sopra la testa ed è inginocchiato tra le mie gambe, involontariamente piegate e spudoratamente divaricate.

Mi fissa un attimo e poi mi dice:

« Non è molto diverso dal farlo con una donna … »

Io deglutisco a vuoto imbarazzato in quella posizione stranamente piacevole. Vorrei scappare da quel corpo troppo maschile, da quella voce bassa e penetrante, dal desiderio e allo stesso tempo non vorrei muovermi nemmeno di un millimetro e rimanere qui completamente nelle sue mani ad assaporare il profumo e il tocco della sua pelle.

« Ci si spoglia, si trova una superficie possibilmente orizzontale … »

Il suo tono è chiaramente sarcastico eppure la sua voce bassa mi fa correre i brividi lungo la schiena. Chiudo gli occhi cercando un po’ di calma, desiderando un po’ di tregua al flusso troppo intenso di emozioni che scuotono il mio corpo … mah più che di emozioni si tratta di veri e propri ormoni impazziti.

Li riapro di scatto quando Fabio mi sfiora l’addome con la mano, intrufolandosi sotto il maglione.

« Ci si tocca … ci si accarezza … »

La sua voce si è abbassata ancora di tono diventando più sensuale. La sua mano scivola calda sotto la stoffa e sale in una carezza delicata e quasi casta. Sento l’aria fredda lambirmi il ventre ormai scoperto dandomi un leggero sollievo al caldo bruciante che mi sta invadendo. La sua mano si ferma quando arriva ai pettorali. Forse senza nemmeno volerlo mi sfiora il capezzolo con le dita. Un sospiro pesante mi sfugge dalle labbra. Fabio sembra stupito o forse dubbioso. Toglie la mano da sotto il mio maglione e mi libera i polsi dalla stretta leggera dell’altra mano.
Senza nemmeno rendermene conto sento la mancanza di quel contatto e inconsciamente stringo le gambe fino a toccare le sue cosce. Lo fisso con gli occhi semisocchiusi e il respiro innaturalmente accelerato mentre rimane in ginocchio tra le mie gambe facendo scorrere lo sguardo lungo tutto il mio corpo.
Il mio corpo ormai non ha più freno. Non che la mia mente abbia tentato molto di tenerlo a bada, comunque… Ondate di calore percorrono il mio corpo mentre sento il mio corpo reagire in modo inconfondibile. Non mi muovo ancora troppo intontito da quel piacere inaspettato. Fabio scherzosamente dice:

« Non starò a spiegarti “cosa” penetra “dove” … »

Io comincio a tremare, non per le sue parole ma … ma perché un poco alla volta mi rendo conto di quale sia la situazione.
Fabio probabilmente se n’accorge e mi dice:

« Stai tremando … hai … hai paura? »

Scuoto la testa in segno d’assenso, non riuscirei a parlare in questo momento.

« Paura di me? »

« No »

Lui mi sorride rassicurante e mi accarezza piano il viso. Le sue mani ora sembrano così piacevolmente fresche. Si china su di me e mi da un leggero bacio sulla fronte quasi a rassicurami. Ma con quel gesto non può non aver sentito la mia eccitazione contro la sua coscia. Si allontana dal mio viso e mi guarda stupito, forse preoccupato.
Io non posso fare altro che desiderare che questo schifosissimo giorno sia presto cancellato dalla mente di entrambi. Mi fissa qualche istante senza dire nulla mentre giaccio immobile troppo stordito dalla situazione per pensare di fare qualsiasi cosa sensata.

« Andrea … io … »

Non finisce la frase: sembra troppo imbarazzato e a disagio. Riesco a racimolare un minimo di autocontrollo e nel modo meno goffo possibile mi tolgo da quell’assurda posizione e mi dirigo a grandi passi verso il bagno.

« Aspetta! »

Fabio cerca di fermarmi alzandosi a sua volta in piedi. Non lo ascolto e mi chiudo la porta del bagno alle spalle. Mi appoggio ad essa cercando di calmarmi. Sto tremando e le gambe sembrano fatte di gelatina.
Credo che sia stato il colpo di grazia al mio già precario equilibrio mentale ed emotivo.
Perché ci si mette anche Fabio a farmi impazzire? Non bastava già mio padre? Invece no, mi deve far certe cose … in realtà sono io ad essermi lasciato andare troppo. Forse sono io che sono matto. Oh si devo essere matto, completamente matto per poter pensare che un uomo mi possa piacere, per poter non trovare aberrante l’idea di … di … di fare sesso con lui. Ma se ci rifletto quello che c’è fra noi quanto poco assomiglia ad un amicizia?! Non so più nemmeno quando abbiamo cominciato ad assomigliare a una di quelle coppiette. Ahhhhh ok posso anche ammettere di provare qualcosa per lui, ma se il mio cuore è tanto stupido da non capire la differenza tra un uomo e una donna… beh, la mia mente sì!! Oddio… molti dicono che non c’è niente di male ad amare un uomo … lo dico anch’io! Ma qui si tratta di me!! Le cose cambiano!! E poi passi amare un uomo platonicamente ma amarlo in modo fisico … quello è tutta un’altra cosa!! Oh sì!! Mi manca solo un uomo peloso e super dotato che vuole farmi provare l’ebbrezza del sesso passivo!! … … Ma Fabio non è così … lui è dolce, è bello, attraente … insomma un ragazzo desiderabile!! L’idea di essere il suo ragazzo non è poi così oscena! Però lui è un uomo, cavolo un uomo!!! E io ho paura! Paura di sbagliarmi, paura di rovinare tutto e si, soprattutto, paura di essere gay!

« Andrea … »

Cosa provo per lui? E soprattutto cosa posso provare per lui?
Mi copro il viso con la mani cercando un po’ di pace, cercando di far smettere il mio cuore di battere così forte.

« Ti prego esci di lì »

Fabio rimane in silenzio qualche istante poi ci riprova:

« Non è successo niente di grave … »

Apro la porta arrabbiato. Lui è lì a pochi centimetri dalla porta, il viso segnato dalla preoccupazione, gli occhi fissi nei miei. La mia voce è leggermente roca e alterata quando arrabbiato dico:

« Niente di grave??!! … Cazzo, Fabio, mi sono eccitato!! Con un uomo!! … per te sarà normale ma per me no! Scusa se sono un po’ sconvolto … »

« Sto solo cercando di dirti che non significa nulla … non fa di te un omosessuale! »

« Con quante donne sei andato a letto? »

« E questo cosa centra? »

« Rispondimi!! »

« Una sola »

« Ecco appunto! Anch’io! Ho fatto l’amore solo con Barbara. Avevo diciannove anni la prima volta … non è una cosa normale per un ragazzo etero “normale”!! »

Non n’avevamo mai parlato. Mi sono sempre vergognato troppo per farlo. Eppure questo è il modo peggiore per parlargliene e per fare i conti con i dubbi. Fabio probabilmente non si aspettava una simile rivelazione da parte mia. Ma dopo qualche istante mi dice:

« Con quanti uomini sei andato a letto? »

« Visto! Questo è un comportamento da etero normale! »

« Non è questo il problema!! Non potrei andare con altri uomini. Non sono attratto dal genere maschile! Non me ne frega niente degl’altri, sei tu … tu … che mi fai provare tutto questo »

… desiderare che ci sia qualcosa di più, desiderare un contatto che non dovrebbe essere. Ma come posso dirgli una cosa simile … una cosa che mi terrorizza tanto. Lui mi fissa ma non riesco proprio a capire cosa ci sia nel suo sguardo. Sostengo un po’ imbarazzato il suo sguardo prima che abbassi gli occhi e con tono non curante dica:

« Probabilmente è dovuto al fatto che è da tanto che non stai con una donna … »

« E’ solo una scusa! La verità è che non voglio andare con una donna. Non sono così da buttar via da non trovare una disposta a fare certe cose con me. … … A volte penso di desiderare che succeda con te … »

L’ultima frase la dico con un filo di voce vergognandomi, ma non abbastanza. Fabio rimane in silenzio, forse sconvolto o forse arrabbiato davvero… non riesco a capirlo. Preoccupato, dico piano:

« Fabio? »

La sua voce ha uno strano tono quando mi dice:

« Ti prego non m’illudere … non lo fare! Non credo di meritarmelo »

Pensavo di sentirmi uno schifo, ma nulla in confronto a come mi sento in quest’istante. Un pugno nello stomaco probabilmente è meno doloroso. La voce mi trema:

« Mi dispiace!! … … io ti voglio bene, lo sai. Più che ad un qualsiasi amico … questo non cambierà mai!! Solo … ho bisogno di fare un po’ di chiarezza »

Faccio un passo fino ad essere a pochi centimetri da lui. Appoggio la fronte sul suo petto aspettando che mi abbracci come fa sempre. Ma questa volta il suo abbraccio non arriva. Rimaniamo immobili, mi assale improvviso e violento il desiderio di piangere. Ricaccio indietro le lacrime solo per orgoglio, ma non riesco a trattenermi dal dirgli:

« Abbracciami ti prego »

Sembra titubante ma dopo un attimo di esitazione sento le sue braccia stringermi forti, potrei quasi dire disperate. La sua voce è dolce ma sembra triste quando piano mi dice:

« Non vorrei mai doverti vedere così disperato per colpa mia. Se solo sapessi come fare ti risparmierei tutto questo! »

« Promettimi solo di non lasciarmi mai »

« E’ una promessa … »

Rimaniamo in silenzio, abbracciati l’uno all’altro no so nemmeno per quanto tempo. Dopo un po’ però Fabio mi allontana dolcemente e mi dice:

« E’ il caso che io me ne vada »

Annuisco semplicemente seguendolo fino alla porta. Mi saluta un po’ a disagio e si dirige verso la rampa di scale. Ha disceso il primo scalino quando titubante lo chiamo. Lui si volta verso di me e mi guarda interrogativo.

« Tra noi non è cambiato nulla vero? »

« No »

Lo dice sicuro, forse solo perché sa che ho bisogno di sentirmelo dire, ma sappiamo entrambi che è cambiato qualcosa. L’unica cosa è scoprire cosa e in che modo è cambiato.


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