Ciao a tutti! scusate il ritardo ho avuto dei problemi, nulla di grave comunque. spero vi piaccia questo capitolo. commentate in tanti, un bacio ^^
 


 

 

Angeli da un'ala soltanto

 

parte V

 

di Vickysweetgirl

 


 

Se tu sapessi quanto ti bramo, quanto il ricordo dell'ultima notte mi lascia delirante di gioia e straripante di desiderio. Quanto bramo darmi interamente a te nell'estasi del tuo dolce respiro e di quei baci che dalle tue labbra mi colmano di piacere! Ho bisogno del tuo amore come pietra angolare della mia esistenza. E' il sole che soffia la vita in me.
Victor Hugo

 

 

 

 

 

PARTE 5: Passione terrena

 

Mark si fermò improvvisamente. Si volse verso Kevin.

_Amore non vestirti, fermo.

_Mh? Cosa c’è?

_...abbiamo la stanza…approfittiamo per farci una doccia.

_Insieme?!?!?!?!

_Non ti va?

 

Non esisteva un no. Come poteva esistere, lui quel pomeriggio gli aveva regalato tutto se stesso! Entrarono nella doccia, infreddoliti; si abbracciarono e si baciarono, accarezzarono, con l’acqua calda che scorreva sui loro corpo uniti, stretti come in un solo essere, presi di nuovo dalla passione, dall’amore. Ma non fecero nulla. Si amarono solo col calore dei loro abbracci. Mark lavò Kevin. Ovunque. Traendo godimento dallo sfiorare ogni singolo tessuto della sua pelle, dal vedere la schiuma scivolare fra le sue natiche, fra le sue cosce…era meraviglioso. Il biondino lo accarezzava tutto, gli lavava la schiena con le sue mani, lo baciava morbidamente.

_Ti amo Kevin…ti amo…

Ti amo. Mentre facevano l’amore, nell’orecchio gli aveva sussurrato 1000, 100.000 volte ti amo!!! Era bastato quello a fargli dimenticare ogni dolore, ogni paura: un “ti amo” sussurrato dolcemente.

 

Fuori l’aria era fredda. Si stava facendo sera. I due camminavano fianco a fianco stretti nei loro cappotti, scambiandosi occhiate piene d’amore, dolci sguardi rubati in un mondo di cechi.

_ma come mai mi hai portato in un albergo?_ chiese Kevin con le guance arrossate, forse per il freddo, forse per l’imbarazzo.

_Perchè volevo rendere tutto speciale. Tutto bello. Siamo dovuti scappare come fuggitivi. Scusami. Ti sei sentito a disagio?

_un po’ in imbarazzo…ma sono felice. Felice, come non sono mai stato in vita mia! Mi sento tuo amore…tuo. Capisci?

Mark sorrise.

_Si amore mio. Ho voglia di baciarti. Se solo non fossimo in mezzo alla strada.

_Contieniti amore. Io non scappo._ disse facendogli la linguaccia.

_Non provocare te con quella lingua.

_vedi malizia ovunque.

_piccolo demonietto.

_Ti amo._ il biondino ridacchiò.

_Kevin…anche io sono felice. Molto felice.

 

Uniti, uniti più che mai.

 

Nella realtà sguardi intensi che dicevano tutto.

 

Nella testa baci appassionati.

 

Sempre, sempre e ancora, e ancora…

 

_Smettila di mangiarmi con gli occhi! Ma non sei mai sazio?!

_no, di te mai.

Kevin abbassò la testa.

 

Timido, timido come sempre.

 

Il sesso non l’aveva cambiato.

 

Era sempre innocente e delicato, buono e dolce.

 

Tenero, tenerissimo.

 

Mark sorrise. Il suo piccolo gli sembrava ancora più bello. Il viso più rilassato, le guance lievemente arrossate, gli occhi dolci e con un pizzico di malizia dentro.

 

Delizioso.

 

_Sei ancora più bello amore._ gli scostò i capelli dietro l’orecchio_ molto più bello.

_davvero?

_Si.

_Ti prego andiamo dove posso baciarti.

_Dove vuoi piccolo mio.

E ridendo corsero via, rincorrendosi, felici come bambini che iniziano a conoscere la vita. Si nascosero in un vicolo, per scambiarsi un quantità infinita di baci appassionati.

 

Triste nascondersi,

 

bellissimo amarsi.

 

San valentino.

Sara e Kevin in giro per negozi, guardando le vetrine, si scambiavano confidenze...o almeno così avrebbe voluto la ragazza. Nel suo cappottino di velluto bordò e i capelli raccolti in una coda di cavallo, camminava saltellando, tartassando Kevin di domande indiscrete.

_Ma senti un po’, ieri dove sei finito?
_Mh? Cioè?

_Quando sei andato via, dopo un po’ ti ho chiamato. Il cellulare squillava ma a vuoto. Mi hai fatto preoccupare.

_Emh…_ Kevin avvampò solo al ricordo di ciò che era accaduto il giorno prevedente. Il cellulare nel suo zaino non lo aveva sentito squillare nemmeno di sfuggita.

_Mh?

_io…nulla ero…il cellulare non l’ho visto.

_Non l’hai visto?

_no, no! Cioè…non sapevo come…dove…

_Ehi…ma…eri con Mark?
Prevedibile. Lei capiva tutto. Per quella ragazza era come un libro aperto.

Kevin non rispose ma abbassò la testa in una conferma inequivocabile.

_AAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

_Che-che fai, urli?!?!?!?!?!

_Voi due, voi due, voi due!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

_Parla pianoooooooooooooooooo!!!

_Oddio! Lo avete fatto!

_PIANTALA!!!!!!!!!!

_ora sei tu che urli.

_No, non è successo nulla, non abbiamo fatto nulla!

_Aaaaah ma sei tutto rosso! Dimmelo dai. Dimmi i particolari suuuu!

_Ti prego, smettila! Non è successo proprio nulla.

_Ah, no?

_No, assolutamente!

_mmmmm…ok. Se non vuoi dirmelo fa niente. So che sei riservato.

_Ma non c’è nulla da dire.

_Ok, ok. Ih ih.

Kevin tentò di cambiare argomento.

_Oggi voglio comprargli qualcosa.

_Gia! Il vostro primo S.Valentino! andiamo a dare un’occhiata per i negozi, sicuramente troviamo qualcosa di bello.

Alla fine, dopo molti e molti giri Kevin prese al suo adorato Mark, una catenina d’oro dalle fattezze delicate, in perfetto contrasto col carattere istintivo e aggressivo del moretto, e per questo perfetto; il ciondolo era una crocetta lavorata. Kevin soddisfatto salutò la sua amica e  corse a casa a nascondere il suo piccolo tesoro da donare all’amore della sua vita. Mentre lo nascondeva sotto il cuscino sentì il cellulare vibrare. Mark lo stava chiamando.

_Mark, ciao.

_Ciao, tutto ok?

_Si, si tutto bene. Amore buon San Valentino!

_Anche a te amore mio.

_Ti prego vediamoci, ho così voglia di vederti.

_ah…ok. Ti vengo a prendere.

Kevin lo aspettò sotto casa sua. Vide la sua auto e gli si illuminarono gli occhi. Corse verso di lui. Prima che il moro potesse scendere dalla macchina, si erano già scambiati un bacio. Il moro scese, superandolo di parecchio con l’altezza.
_Dimmi…stai bene amore?_ chiese il moretto preoccupato.
_Eh?_ poi si ricordò che l’altro si riferiva al pomeriggio d’amore trascorso il giorno prima. Arrossì._ si…si tutto bene, non preoccuparti…allora. Guarda cos’ho per te!_ disse Kevin entusiasta porgendogli la piccola scatolina color blu intenso con un nastrino rosso a decorarlo.
_wow…cosa ci sarà dentro…_ Mark lo prese in mano sorridendo nervosamente e lo aprì.

Vide la catenina e la prese, facendola ciondolare davanti ai suoi occhi. Brillava alla luce del sole di mezzogiorno.

_Allora ti piace?

_moltissimo. È davvero bella.

Lo baciò teneramente sulle labbra. Kevin aveva un’espressione felice sul viso, la tipica di chi è innamorato perso.
_Sono felice che ti piaccia.

_Kevin…io…non ho nulla per te.

_ah…_ non aveva nulla per lui? Ma come, non era il suo Kevin, l’amore della sua vita? E non gli aveva portato nemmeno un cioccolatino nel giorno della festa degli innamorati?_ non fa nulla.

Mark vide che comunque Kevin ci era rimasto male. Beh era scontato che gli portasse qualcosa, ovviamente al biondino non interessava nulla del regalo, ma del gesto, però Mark non aveva trovato nulla per lui. Aveva cercato per una settimana e proprio non aveva trovato niente che si addicesse al suo angelo.

_no che stai pensando! Intendo dire che te lo darò stasera! Quando andremo a cena fuori.

_Ah capito…aspetta…andremo a cena fuori?!

Mark annuì sorridendogli.

_E puoi ordinare tutti quei dolci che ti piacciono tanto.

_Si, che bello!

Era tornato ad essere felice come un bambino.


Kevin, il suo Kevin dal viso d’angelo e dal sorriso radioso e innocente, coi capelli arruffati mossi dal vento e le guance colorate di gioia.

 

Il suo piccolo bimbo, il suo gattino da accudire, il suo amore.

 

Passeggiarono per le strade della città. Mark indossava già il suo regalo. Guardavano le vetrine, commentando, facendo esclamazione, ridendo. Fino a quando Kevin spense il suo sorriso quando si fermo davanti ad una vetrina. Mark notò il suo improvviso cambiamento, allora si sporse sulla spalla del biondino per vedere cosa lo avesse fatto cambiare così improvvisamente. La vetrina mostrava giocattoli di legno o comunque oggetti di foggia antica o poco moderna. Kevin non faceva che guardare un carillon. Si, un carillon di legno chiaro. Era rotondo e girava su se stesso, poggiandosi solo su quattro piccole zampette. Semplice, con decorazioni a fantasia. Mark non capiva perché un oggetto del genere avesse fatto quell’effetto al biondino. Lo scosse piano.
_Ehi…

_ah...scusa.

_Cosa c’è?

Kevin sorrise tristemente.

_Quel carillon…è molto bello vero? Da qui non si sente ma la sua musica è dolcissima.

_Lo conosci?

_si. Ne avevo uno uguale da bambino…me lo aveva regalato mio padre.

Mark non aveva mai sentito parlare Kevin di suo padre. Sapeva che faceva il camionista e che non stava mai a casa, nient’altro. Quel carillon era così importante per Kevin?

_Kevin…

Il ragazzo si sforzò di sorridere.
_Dai_ lo tirò per la manica del cappotto_ andiamo via. Devo tornare a casa, mi accompagni vero?

_emh…si…si, certo.

Mark lo riaccompagnò a casa, poi tornò immediatamente indietro. Doveva farlo. Aveva trovato il regalo per il suo ragazzo…

 

Kevin era a casa, sdraiato sul letto. Era giù, pensieroso. Sarebbe voluto rimanere con Mark. Purtroppo invece doveva rimanere in casa con la sua sorellina fino a sera. Linelle giocava con le bambole e lui non faceva che pensare. Pensava alla sua famiglia, pensava a suo padre…

 

Dunque il regalo era incartato, lui s’era già vestito e pettinato…non doveva fare altro che dirigersi a casa del suo ragazzo, “prelevarlo” senza destare sospetti e portarlo a cena fuori. Dopotutto tra i due era lui quello che lavorava e aveva i soldi in tasca. Il suo amore era ancora uno studente. Salì in auto e si diresse verso casa sua. Stava per bussare ma la porta si aprì senza che il moro avesse mosso un dito. Kevin e Mark si trovarono faccia a faccia e scoppiarono a ridere. Si diressero velocemente verso la macchina del moro per potersi baciare in tranquillità. Kevin quando si staccò dalle labbra voraci di Mark si sistemò bene al suo posto e sospirò.

_Cos’hai?_ gli chiese il moretto.

_...perchè sempre questi baci nascosti…? Non è giusto…voglio poterti amare liberamente. Dopotutto cosa c’è di male in tutto questo? È tutto così bello! Non sono mai stato così felice in vita mia, perché devo aver sempre paura di esser scoperto come se fossi un criminale?

Mark lo guardò intensamente poi lo baciò sulla guancia, gli accarezzò i capelli.

_Non sarà sempre così. Dai…

_é così brutto!

_Lo so._ il moro si ricordò di “qualcosa”. Tirò fuori dal cruscotto un pacchetto_ dimenticavo. Aprilo._ Kevin guardò il pacco poi Mark_ è il mio regalo di San Valentino. Avanti prendilo.
Il biondino lo prese e lo scartò. Aprì anche la scatola e sospirò rumorosamente  quando vide cosa vi era dentro.

 

Il carillon.

 

“Quel” carillon. Lo stesso di 10 anni prima…

_Questo…_ sospirò Kevin.
_Aveva catturato così tanto la tua attenzione oggi. Non potevo non prendertelo.

Kevin abbassò gli occhi sentendo a malapena fra le dita la consistenza di quell’oggetto.

_Questo…_ iniziò a parlare, sfiorando la superficie legnosa del carillon_ è uno dei pochi ricordi felici che ho di mio padre…_Il padre di Kevin. L’unico altro uomo significativo nella vita del ragazzo._ …lui aveva comprato questo per Chiara; lo aveva rimediato durante uno dei suoi viaggi…ma lei non lo voleva…anzi urlò come un’ossessa quando papà glielo porse. Lo gettò a terra. Per poco non lo ruppe. Lo raccolsi io e trovando il meccanismo inizia a fargli fare musica_ Kevin girò più volte la chiavetta che si trovava sotto l’oggetto_ così…_ la musica che iniziò ad uscire dal piccolo strumento era dolce, malinconica, armoniosa come un pezzo per pianoforte, cristallina e carica di ricordi. Mark ascoltava senza interrompere_ …mi piacque subito, lo amai, non avevo mai sentito una musica così bella, sembrava uscita da una fiaba, una di quelle che mia madre ci leggeva nei pomeriggi d’inverno, davanti al fuoco. Papà sorrise. Disse –bene, almeno al mio giovanotto piace il regalo che papà ha portato- e me lo regalò. Fu un momento bellissimo. Non è nulla di speciale o particolare…non so, ma mi sentii felice. È il ricordo più bello che ho di mio padre. Ricordo ancora il suo sorriso…È andato via 2 anni dopo la nascita di Linelle. Non è mai tornato da quel suo “viaggio importante”. Chissà dov’è ora, cosa fa. Sicuramente ha avuto altre donne. Si è dimenticato di noi, della mamma, di me._ il biondino aveva la voce rotta. Stava piangendo. Le spalle gli tremavano e si mordeva le labbra, quasi ferendosele_ mi manca…lo odio ma mi manca. Se ora lo vedessi probabilmente lo manderei via da me però non sai quanto mi è mancato…_ si coprì la faccia con una mano. Stava singhiozzando.

Mark si affrettò ad abbracciarlo, se lo strinse contro, lo accarezzò sulla testa, cercando di infondergli sicurezza.

_Amore stai tranquillo…non piangere.
_...non tornerà, non tornerà e lo so…ma…io no ma…Linelle…soprattutto Linelle ha bisogno di lui! È solo una bambina!

_Ci sono qui io amore…andrà tutto bene. Ci penserò io a tua sorella ok? Non permetterò che le accada nulla di male. Così come non permetterò che accada nulla a te. Mai. Io proteggerò te e chi ami a costo della mia vita, sempre.

Kevin alzò il viso per guardare l’altro negli occhi.

_Mark…

Il moro lo guardò bene. Il suo amore aveva gli occhi pieni di lacrime, il viso fradicio, le ciglia nere, accentuate dalle lacrime. Il biondino si ributtò su di lui, cercando calore, conforto, amore. Si, amore. quell’amore che aveva sempre cercato, quell’amore che, essendo il secondo di tre figli, aveva sempre ricevuto in maniera non piena, quell’amore che il padre non gli aveva dato, quell’amore profondo che solo un amante può dare. Mark lo baciò sugli occhi umidi, sulla fronte e gli sorrise.

_Avanti. Andiamo a  mangiare. Stasera è la nostra sera. Asciuga quel bel visino e dammi un bacio. Ti leccherai i baffi a cena.

Kevin ridacchiò e abbracciò il più grande, allacciandosi al suo collo.

_Grazie…grazie di tutto. Io non so…amore perché proprio me…?
Mark capì cosa l’altro intendesse. Lo abbracciò a sua volta, teneramente.

_...per questa tua tenerezza…

Si strinsero ancora, prima di mettere in moto la macchina ed inoltrarsi nella notte.

 

Mark ora aveva un altro pezzo del suo cuore. Quel cuore che ogni giorno il suo angelo gli mostrava e che pian piano stava facendo sempre più suo. Era splendido, magnifico conoscere ogni sua debolezza, ogni sua gioia, ogni suo dolore. Conoscerlo come la prima volta che l’aveva baciato, conoscerlo come quando avevano fatto l’amore, quando lo aveva avuto tremante e inesperto sotto di lui, e adesso aveva avuto un altro spiraglio della sua fragile anima, quando aveva pianto e lui aveva raccolto ogni sua lacrima. Piccoli pezzi di cuore che non avrebbe mai dimenticato, che per sempre avrebbero fatto parte di lui, piccoli istanti e piccoli segreti che gli aveva regalato con tutta la fiducia e la tenerezza di un bambino a cui si insegna cos’è l’amore per la prima volta.

_Buon San Valentino amore mio…_sussurrò il più grande al suo orecchio, sfiorandogli l’anima…

 

_Ehi che fai…? Mark!

_sttttt sta buono e fidati di me.

_Allora si che sto a posto!
_Non piagnucolare e seguimi!

Kevin aveva gli occhi bendati e Mark lo teneva per mano. Il moro lo stava portando in un giardino pubblico, uno di quelli molto belli ma talmente tranquilli che ci vanno pochissime persone. Mark si fermò di botto e Kevin gli andò letteralmente addosso.

_Ma dove siamo? Sento odore di rose…fiori...
_Mamma mia come sei noioso, ora ti faccio vedere dove siamo, tranquillo.

Il moro gli tolse la benda e Kevin socchiuse gli occhi, improvvisamente investito dalla luce. Si guardò intorno sorridendo meravigliato. Adorava avere attorno quel verde tipico dei parchi, gli piaceva troppo sentire il cinguettio degli uccelli fra gli alberi e vedere il sole colpire le foglie e riflettersi ovunque, sentire il rumore dell’acqua della fontana tonda e vedere tutto raggiante e vivo intorno a sé.

_wow, ma dove siamo?

Mark sorrise a sua volta.
_Non ha importanza dove. Ha importanza perché.

_Perchè..?

_mh mh esatto._ annui avvicinandosi al biondo, andandogli davanti e frugando nella tasca interna della sua giacca. Prima di estrarre la mano guardò accigliato Kevin_ chiudi gli occhi.

Il biondo li chiuse senza fiatare. Mark prese la sua mano sinistra nella sua. Il biondino riaprì gli occhi solo quando sentì l’altro smettere di armeggiare con le sue mani. Si guardò le dita. All’anulare sinistro aveva un anello. Era d’argento, non troppo sottile, semplicissimo. Il biondino guardò quella sua mano con la bocca aperta. Mark aveva persino indovinato  la misura.

_Mark…!
_Guarda.

Il moro alzò la mano e Kevin poté vedere con enorme gioia che anche l’altro aveva un anello identico al suo, al medesimo dito. Il biondino si precipitò fra le braccia dell’altro, stringendolo, facendolo quasi cadere.

_Grazie, grazie, grazie!!! Ti amo tantissimo!

Il moro sorrise di cuore. Era felice.
_Allora devo dedurne che ti piace?

_E me lo chiedi?! Sono felice!

Mark prese la mano di Kevin nella sua e la portò davanti ai loro occhi. Accarezzò il prezioso metallo lentamente e parlò con voce bassa e suadente.

_Questi anelli ci legano. Sono il simbolo del nostro amore, il nostro sigillo. Capisci?

_Si…_ dissi Kevin, che ormai aveva gli occhi lucidi di emozione e pendeva dalle labbra del moro, ascoltando ogni sua parola come fosse l’ultima che dovesse pronunciare.

_Siamo legati indissolubilmente, e sei mio. Chiaro?
_Cristallino direi!
_ovviamente anche io sono tuo._ disse andando ad accarezzargli la guancia, mettendo fine a qualsiasi sua risposta_ tuo e di nessun altro.
Kevin gli sorrise nuovamente e si appoggiò al suo petto per baciarlo, voleva le sue labbra, voleva sentire la sua lingua che accarezzava la sua.

Abbracciati uscirono di li.

_Portarmi in un giardino del genere solo per darmi un anello. E non so nemmeno che giardino sia! Bendarmi e tutto il resto. Sei pazzo!

_Solo di te. Solo di te…

_Ti amo.
_Ti amo Kevin.

_Perchè diamine non ti posso baciare!! Vorrei che la gente scomparisse! Che fossimo gli ultimi uomini sulla terra, solo io e te. Pensa come sarebbe bello…

_Si, solo io e te nel mondo…è stupendo…così romantico.
Kevin arrossì ma non era imbarazzato; era felice.

_Si.

I due andarono a casa di Kevin, dato che questa era vuota quel giorno e lo sarebbe stata fino al pomeriggio seguente. Laura era con Linelle da degli zii mezzi sconosciuti e Chiara sarebbe rimasta a dormire da un’amica. Kevin stava sul letto, con le gambe incrociate, a giocare con un gioco alla play station. Era molto preso, aveva lo sguardo concentrato e muoveva le dita attentamente sul joystick. Mark, sdraiato sul letto lo guardava annoiato.
_Kevin…è già un’ora che giochi a quel maledetto affare. vuoi spengerlo, di grazia?

_Ma sto battendo l’ultimo boss…è complicato…ma ci riuscirò…

Game over

_NOOOOOOOOOOOOOO

_Che dicevi amore?

_Uffa, mi mancavano pochi colpi!

Il moro ridacchiando si alzò e spense la consolle poi guardò Kevin e gli si sedette vicino, guardandolo negli occhi; accarezzò la sua mano…sfiorò il volto del biondino col respiro. Con la sua stessa pelle accarezzò il volto dell’altro, donandogli caldi brividi ovunque. Kevin sospirò. Presero a baciarsi, appassionatamente; le loro lingue danzavano senza sosta una contro l’altra, toccandosi, ritraendosi, facendoli vibrare. Sospiri contro sospiri, passione contro passione. Kevin si mise a cavalcioni sul moro, che da seduto poteva sentire tutto il corpo del ragazzo che amava, tutta la sua energia, tutto il suo amore, tutta la vitalità. Mark continuò a baciarlo, tenendo fra le mani la testa che tanto amava; la baciava, la riempiva di carezze, poi spinse giù l’altro delicatamente, facendosi sopra lui e il biondino ebbe una cascata di baci addosso: viso, collo…il moro gli alzò la maglietta, accarezzando con foga quella pelle calda, sentendola sotto le dita, capendo che non desiderava altri che lui. Smise di dedicarsi a quelle carezze e a quelle intime coccole per guardare l’altro negli occhi e specchiarsi al loro interno. Kevin aveva gli occhi lucidi di desiderio, era caldo e sospirava; non si staccava da lui per nessun motivo e anzi lo guardava fisso negli occhi e gli accarezzava il petto da sopra la maglia.

 

Aveva voglia anche lui.

 

Il moro gli sorrise maliziosamente e andò a toccare i capezzoli dell’altro con fare impudente. Kevin gemette e lo guardò accigliato, arrossendo un poco.

_Sei uno sfacciato._ gli disse il biondino guardandolo attentamente negli occhi, anche lui con un pizzico di malizia.

_Ma senti da che pulpito. Non è forse tua questa cosina dura che sento contro di me?_ Kevin aprì la bocca per parlare ma la richiuse immediatamente. Non sapeva proprio cosa dire. Era vero. Allora avvampò e voltò la testa di lato. Mark, sopra di lui, gli accarezzò il viso, facendo in modo di poterlo ancora guardare negli occhi…quegli occhi eccitati e imbarazzati; si abbassò per baciargli la guancia, sfiorando la sua pelle, il suo orecchio con alito caldo e gli sussurrò piano_ lasciati andare…hai voglia quanto me.

_Io…non…riesco…

_Il tuo amichetto qua sotto non è della tua stessa opinione_ si ritrovarono di nuovo occhi negli occhi_ allora diamo ascolto a lui?

Kevin non poté far altro che prendere fra le mani la testa dell’altro e baciarlo sulla bocca, con tutta la passione di cui era capace. Non si controllarono più; Mark tolse la maglia a Kevin, gli slacciò i jeans, ma anche il suo petto ben presto restò nudo, nudo e bellissimo. Le mani si muovevano frenetiche sui corpi già surriscaldati, i respiri affannosi, gli occhi acquosi…

 

Delirio puro!

 

Ormai completamente nudi, i corpi avvinghiati, iniziarono a fare l’amore.

 

Senza tregua, abbandonandosi al piacere.

 

Le gambe di Kevin erano legate alla vita di Mark e il moro spingeva in lui dolcemente ma a fondo, prendesi il proprio piacere e donandolo all’altro, sotto di lui, arrossato e fragile, completamente in mano sua.

 

Aaaah…

 

Mmmh…ooh…

 

Gnh…aaah…

 

 

La pelle sudata…

 

_Aaaa continua…

 

…accaldata

 

_Mmmm…

 

La voce, i sospiri carichi di passione…

 

_Ti amo…ti amo…ti amo…

 

Le unghie che quasi bucavano la carne…

 

…i fianchi che si muovevano…

 

…le anime che si toccavano…

 

E poi l’apice.

 

Più niente in quell’istante, solo quelle grida di appagamento.

 

Il silenzio…i sospiri…

 

L’estasi, la pace.

 

Mark si accasciò su Kevin.

 

Entrambi esausti.

 

Il mondo tornò a girare.

 

Il moro alzò gli occhi, socchiusi per guardare l’altro. Lo trovava bellissimo: la frangia bagnata di sudore attaccata alla fronte, gli occhi chiusi, la bocca aperta in cerca di respiro, le guance arrossate, il petto che sentiva sotto il suo si muoveva velocemente su e giù.

 

Magnifico!

 

Una meraviglia, nemmeno un angelo, Mark era sicuro, avrebbe potuto competere con lui in quel momento.

 

Lui che era il suo angelo…

 

Il moro si passò la lingua sulle labbra secche. Si alzò sulle braccia, uscendo da quel corpo bollente; Kevin riaprì gli occhi, tenendoli socchiusi. Mark lo guardò in quei frammenti di cristallo che erano i suoi occhi; quegli occhi verde intenso, che ora sembravano del colore del mare in tempesta, un verde-blu meraviglioso. Non esisteva colore più bello, non esisteva altro che il colore di quegli occhi liquidi su quel viso appagato.

 

Si, appagato di lui.

 

Pieno di lui nel corpo.

 

E nel cuore.

 

Il suo seme lo riempiva.

 

Le lenzuola erano sporche e bagnate, le loro gambe erano sporche e bagnate…anche la pancia di Mark lo era; bagnata del seme del biondino che aveva goduto come non mai sotto le sue mani. Il moretto sorrise soddisfatto e compiaciuto, sospirò e guardò l’altro che si stava vergognando…

_Ehi…_ lo chiamo teneramente a bassa voce.
Kevin sorrise timidamente a sua volta.
_Ehi…

_...come stai?

_mmmm benissimo!!_ disse il biondino alzando le braccia verso l’altro, in un chiaro invito.

Mark allargò il suo sorriso e si rituffò su di lui, abbracciandolo, coccolandolo, regalandogli mille baci e stringendolo, sentendo le sue calde mani abbracciarlo, stringerlo, cercare un contatto.

 

Non poteva essere più felice!

 

Passò del tempo. I due rimasero abbracciati sotto le coperte, ancora completamente nudi, ancora sporchi del loro piacere. Non si sarebbero voluti alzare mai più. Si per sempre in quelle quattro mura, ad amarsi, sempre, ogni istante, a stare vicini, senza più nascondersi, solo amarsi e ancora e ancora…Non avevano dormito, si erano solo persi l’uno nelle braccia dell’altro, guardandosi con sguardi complici, accarezzandosi con dita gentili, sfiorandosi i capelli, sorridendosi.

 

L’Amore…

 

_...è stato bellissimo._ disse Kevin con dolcissima.

Mark gli sorrise nella maniera più dolce che poteva.
_Si lo è stato…_ gli accarezzò i capelli con le dita.

Il moro non aveva mai avuto quel sorriso così dolce, quegli occhi così palesemente innamorati, quella voglia di vivere che sprizzava da tutto il suo essere. Kevin ridacchiò.

_Dovremmo andare a farci una doccia.

_Si dovremmo…ma vieni qui prima…_ disse facendosi più vicino al biondino e portandoselo al petto in maniera protettiva, come si può fare con un bambino, con un cucciolo, con qualcosa di fragile, piccolo e indifeso.

_Mark…ti batte forte il cuore…

_anche il tuo…

Kevin chiuse gli occhi e si lasciò cullare da quel tepore. Anche Mark li chiuse e sprofondò nei capelli dell’altro, regalandosi uno dei momenti che mai più nella sua vita avrebbe dimenticato…

 

Passarono molte ore. Ormai era mattina. Mark si stava rivestendo sotto gli occhi attenti di Kevin, che stava ancora sotto le lenzuola, rilassato, a bearsi di tutto quell’amore che aveva e che lo aveva completamente riempito; stava giocherellando coi proprio capelli, non smettendo nemmeno un attimo di far scivolare il suo sguardo su quel corpo statuario. Mark se ne accorse.

 

Dio che sguardo malizioso aveva ora il suo angelo!

 

Dio com’era sexy!

 

Avrebbe voluto saltargli di nuovo addosso…

 

_Ci vediamo presto vero amore?_ chiese Kevin ancora con la voce arrochita dalle coccole e dall’amore.

_Si, certo. Vado a lavorare e poi ti passo a prendere a scuola ok?

_Si ok. Devo studiare per il compito di latino, non possiamo uscire però…

_Non importa stiamo qui. E ti interrogo._ disse il moro strizzandogli l’occhio.
Kevin sorrise malizioso.
_Fa poco il furbo, devo studiare davvero.

_Certo, certo amore.

_Ehi.

_mh?

_...s…sono stato bravo?

Mark, dapprima sorpreso, gli sorrise avvicinandosi a lui e posandogli un dolce bacio sulle labbra morbide, poi lo guardò accarezzandogli la guancia con la mano. Il biondino aveva di nuovo quei suoi occhi che trasmettevano tenerezza e insicurezza. Dopotutto era sempre il suo piccolo.
_Sei stato bravissimo. Molto, molto bravo.

Kevin s’illuminò tutto.
_Davvero?! Allora ti è piaciuto?!

_Ma lo sai maleducato che non si chiede mai “ti è piaciuto”?_ gli chiese il moro scherzosamente, raddrizzandosi e incrociando le braccia sul petto e guardandolo con sguardo severo.
Kevin arrossì un poco, si mise a sedere ed abbassò la testa alzando invece gli occhi. Quel suo gesto piaceva da morire a Mark!

_scusa…io non lo so cosa si fa e cosa non si fa in queste cose…

_Ma dai. Tranquillo, scherzavo. Sono stato io l’attivo non tu_ sorrise dolcemente_ e poi mi è piaciuto tantissimo.

Kevin sorrise felice, gli occhi gli brillavano alla luce del sole che filtrava dalle tende.

_Sono contento. Molto!

_E tu dimmi, ti ho fatto male?
_No. Per niente.

Mark sorrise di nuovo.

_Bene. Come avrai notato mi sono lasciato un po’ andare.
Il biondino arrossì nuovamente.

_Si…ma anch’io.

_Ti amo amore mio. Devo andare o farò tardi. Ci vediamo dopo.

_Si. A dopo. E va piano con la macchina!
_Tranquillo. Ciao ciao._ disse salutandolo con la mano e correndo via dalla stanza.

Kevin si lasciò cadere di nuovo sul cuscino; guardò il soffitto. Poi sorrise. Si guardò l’anello togliendoselo dal dito e guardandolo rilucere ai raggi del sole. All’interno dell’oggetto lesse qualcosa…MARK…wow c’era il nome di Mark inciso dentro! Allora…in quello del moro c’era scritto Kevin! Il biondino non sapeva più come esprimere la sua gioia. Si mise a scalciare nel letto preso da un attacco improvviso di allegria.

 

Era felice.

 

Veramente felice!

 

Strinse il suo piccolo tesoro al petto e lo indossò di nuovo. Incredibile davvero come Mark avesse indovinato quale misura gli andava bene. Davvero eccezionale il suo amore! sospirando si alzò a malincuore. Doveva andare a scuola. Ma si alzò in modo molto brusco e sentì quel solito male al fondoschiena. Gemette per un istante, poi sorrise di nuovo.

 

Era la fine di Marzo.

Kevin e Mark avevano passato insieme tutto il tempo che potevano. Persino lo studio il biondino lo portava avanti con il moretto nella stanza, che magari ascoltava musica o a volte lo infastidiva…e distraeva. Quante volte avevano fatto l’amore ormai?

Innumerevoli.

Era dolcissimo svegliarsi con il profumo della colazione portata a letto da Mark, che lo coccolava in tutte le maniere possibili dopo averlo avuto. Sia fisicamente che con tante, tante attenzioni. E a lui sinceramente queste piccole delicatezze erano molto gradite. Non si era mai pentito, mai nemmeno una volta di essersi donato a lui. Mai aveva rimpianto essersi scoperto e di aver mostrato ogni sua più intima debolezza. Sapeva bene che avrebbe amato lui per tutta la vita; si lui era quello giusto. Aveva trovato l’amore che da tantissimo aveva cercato. La sua mente era occupata unicamente da lui e non guardava nessun altro. Non ne aveva il tempo, tanto era l’intensità con cui si amavano. Sapeva che anche per l’altro era così, lo sentiva ogni volta che si ritrovava a guardarlo negli occhi, ogni volta che lo baciava, ogni volta che perdeva coscienza del tempo nel suo letto...Kevin era in classe a seguire la lezione di storia. Mancava davvero poco alla maturità. Stava con la matita in bocca ad ascoltare quella noiosa professoressa parlare e spiegare tutto così velocemente che era difficilissimo starle dietro. Fogli di appunti sparsi sul banco, Sara che scriveva attentissima come sempre, Mike che dormiva nel banco in fondo. Tutti particolari di quotidianità per lui, che presto sarebbero finiti. La maturità avrebbe portato via con sé molte cose a cui era affezionato e un po’ di tristezza lo aveva assalito. Ma per fortuna gli bastava pensare al suo Mark per riuscire immediatamente a sorridere.

 

Ora erano uniti nel corpo e nell’anima.

 

Un’unione perfetta.

 

Le lezioni finirono. Da un po’ di tempo a questa parte il tempo passava così velocemente...si sentiva sempre felice e sorrideva anche se qualcuno gli faceva un torto. Era come finito in un mondo tutto suo dove il sole era sempre e solo Mark. Uscì dalla scuola quasi per ultimo si guardò l’anello al dito. Sorrise e gli occhi gli brillarono. Portò il pugno alla bocca e baciò quel metallo freddo sentendo che era la cosa più importante che avesse mai ricevuto in vita sua. Continuò a camminare nel cortile, verso il cancello quando gli si pararono davanti alcuni ragazzi. Erano cinque, tutti del quinto anno. Kevin li conosceva di vista ed erano dei ragazzi diciamo poco raccomandabili. Quello con l’orecchino sotto il labbro e i capelli dritti parlò.

_Eccolo qua il finocchietto.

Kevin non capiva. Che cosa volevano quei tipacci da lui? Infatti cercò di passare oltre ma i ragazzi gli fecero muro.

_Che cosa volete?_  chiese il biondino deglutendo.

Gli altri incrociarono, le braccia, altri ridacchiarono; quello di prima continuò a parlare.

_Dove vai così di fretta? Dal  tuo amichetto?

Kevin si sentì gelare. Sapevano di Mark?

_Cosa…cosa stai dicendo? Fatemi passare…non sono affari vostri!
I cinque lo accerchiarono facendolo indietreggiare finché poteva.

Iniziarono a parlare tutti.

_Guardatelo, sembra una ragazza!

_Schifoso frocetto…

_Abbiamo visto come ti viene sempre a prendere quello li…chissà come ti concia per bene.

Kevin impallidì. Poi arrossì…non sapeva più cosa fare.

_Non fare quella faccia frocetto…ti abbiamo beccato alla grande. Che ti combina dicci…che cos fate? Come ti tocca…?_ disse uno avvicinandosi paurosamente e stringendogli forte gli attributi.

_Aaaah! Smettetela!!_ Kevin si strinse le  braccia addosso. Aveva paura.

_Schifosa checca non alzare la voce con noi chiaro?

Il biondino si sentì sfondare lo stomaco con un calcio. Cadde in ginocchio e rimase senza fiato. Si strinse la pancia gemendo di dolore.

_Soffri schifosa checca?_ questo gli diede un calcio alla testa facendolo rotolare a terra.

Kevin emise un grido e iniziò a piangere quando anche tutti gli altri presero a prenderlo a calci e a sputare su di lui e se Kevin tentava di andarsene, lo prendevano per i capelli e lo ributtavano giù.

_...b-basta…basta…per favore…

_Zitta troietta schifosa! Non reagire schifoso!

_Aaa…basta…mi fate ma…le…AAAH!!!!

Un calcio aveva preso Kevin alla bocca, spaccandogli il labbro, riempiendo il suo viso di sangue. Era un ammasso indistinto ora. Era sporco e tutto rosso di sangue e pisto di botte.  Kevin si sentiva morire. Faceva male, troppo male, lo stavano rovinando. Nella testa del biondino si confondevano le risa dei ragazzi, il dolore lancinante dei loro colpi violenti, i loro insulti sprezzanti e crudeli, il sapore del sangue e delle lacrime…non riusciva più a vedere niente…stava forse morendo…?

Un colpo lancinante al ginocchio lo fece gridare come non aveva mai fatto in vita sua.

 

Dolore, dolore, dolore…

 

Rumori, colpi violenti…cosa stava ancora succedendo?!

Mark era arrivato ed era piombato sul gruppo sferrando colpi a tutti e cinque, senza paura e per di più atterrandoli tutti. Si poteva leggere la rabbia nei suoi occhi divenuti di fuoco e le sue grida divenire ringhi. Alcuni ragazzi se ne erano andati, un paio erano ancora a terra doloranti, ma Mark non li vedeva più. Era corso accanto al corpo malconcio di Kevin e aveva cercato di metterlo a sedere senza riuscirci.

_Kevin! Kevin, parlami…come ti senti?! Ehi!

_mmh..gn..ah…
_amore, amore…dimmi qualcosa!_ il moro era disperato, la voce incrinata.

Kevin aprì gli occhi. Era tutto ferito in viso e aveva sangue ovunque. Mark era inorridito.

_Ehi tesoro…ti fa male vero? Dai alzati…ti porto via da qui._ il moro era agitato, spaventato.

Avevano fatto del male al suo amore!

_...mar…

_sttt non parlare._ Mark lo prese delicatamente in braccio ascoltando impotente e preoccupato ogni gemito di dolore del suo amato.

Intanto alcune persone si erano avvicinate per capire cosa stesse succedendo ma Mark non le degnò nemmeno di uno sguardo, si affrettò a portare il ragazzo dolorante e gocciolante di sangue nella sua auto e si affrettò a portarlo in ospedale. No, non poteva essere accaduto, non avevano potuto fare questo al suo Kevin! No, non a lui! Correva velocissimo sulla strada, senza preoccuparsi del pericolo di qualche incidente, era impazzito. Sapeva solo che Kevin, il suo Kevin stava soffrendo lì accanto a lui e chissà cos’aveva.

 

_AHIA!!

_Visto? La gamba è rotta ma sente dolore, questo vi tranquillizza tutti? Il ragazzo non ha niente di grave_ disse gentilmente il dottore.

_Tesoro mio…sigh…per fortuna che stai bene…che cosa ti hanno fatto bambino mio…?_ piangeva sua madre accarezzando il viso del figlio con le mani, frettolosamente.

_Guarda come ti hanno conciato! Quei bastardi…_ esclamo sua sorella Chiara arrabbiata a morte con quei teppisti.

_Kevin_ lo chiamò Linelle_ posso scrivere sul gesso?

Kevin non rispondeva. Era assorto, preoccupato, spaventato. A volte tremava. Entrò all’improvviso Mark, senza bussare né niente.

_Ah il tuo amico…ne approfitto per andare a fare la spesa tesoro, tu non affaticarti e resta a letto. Chiara tu vai ad avvertire Clara che stanotte lascio Linelle da lei, così posso rimanere con Kevin._ disse Laura.

_Non ti preoccupare, resto io con Kevin._ disse Mark.

_Cosa? Ma non voglio disturbarti…

Il moro guardò il biondino che guardava fisso sul letto davanti a sé.

_Non è affatto un disturbo…_ disse il ragazzo a bassa voce.

La madre di Kevin guardò attentamente Mark, poi suo figlio e alla fine cedette.

_...va bene…allora resta tu con lui stanotte. Ciao amore.

_ciao mamma…

I due ragazzi rimasero soli. Finalmente Kevin guardò Mark. Il biondino aveva le lacrime agli occhi ed esplose. Il moro si getto su di lui abbracciandolo delicatamente ma con fermezza, aspirando il suo profumo e beandosi del suo calore. Il biondino singhiozzava fra le braccia dell’altro che gli accarezzava i capelli.
_Credevo di morire…credevo di morire!!!

_Sta calmo…è tutto a posto ora.

_No, non è tutto a posto! Sai perché lo hanno fatto?! Lo sai perché?! Perché sono gay! Capito?! Solo perché sono una stupida checca e mi odiano tutti e non ce la faccio più…sigh… _ Kevin sbatteva il pungo sul petto di Mark che non reagiva, lo lasciava sfogare e basta.

Il moro prese la testa dell’altro fra le mani; il suo piccolo aveva cerotti sul viso, la testa fasciata, ferite e tagli sulle mani. La rabbia monto in lui. Non riusciva a capacitarsi che avessero potuto fare una cosa del genere al suo tesoro, alla cosa a cui teneva più al mondo, al suo bambino dolce, Dio, come avevano potuto? Avrebbe dovuto immaginarlo, avrebbe dovuto prevederlo, avrebbe dovuto proteggerlo dannazione! Guardava nei suoi occhi di cucciolo spaventato e rammentò la promessa che si era fatto.

 

Lo avrebbe sempre protetto.

 

E non lo aveva fatto.

 

_Amore perdonami, te lo prometto, io telo giuro, nessuno ti toccherà mai più! Non ti toglierò mai più gli occhi di dosso amore mio.

_Non è stata colpa tua…è ciò che sono, ciò che siamo…

Mark lo guardò spaventato.
_Non avrai intenzione di far finire tutto vero?

Kevin era allibito.

_Ma cosa stai dicendo?! No! Sei la cosa più bella che mi sia capitata nella vita, non potrei mai lasciarti, mai! Io ti amo…

_Oh, Kevin…anch’io ti amo._ lo bacio sulla bocca.

_ahi! Piano…

_Scusami.

 

Sorrisero.

 

Mark bastava a Kevin.

Kevin bastava a Mark.

 

Nient’altro aveva importanza, se non questo amore che erano sicuri, sarebbe stato eterno…

 


Passarono settimane e settimane. Kevin migliorava giorno dopo giorno, sempre aiutato da sua madre, dalle sue sorelle, da Mark e da Sara e Mike. Quest’ultimo non capiva il motivo dell’agguato contro il suo amico che era sempre stato un ragazzo gentile e pacifico. Comunque si mise subito alla ricerca di tutti per dargli la giusta lezione. Mark non aveva tempo…voleva stare solo col suo amore e fargli sentire la sua vicinanza e il suo bene profondo, il suo amore e lo coccolava e lo viziava in continuazione. Ora erano più vicini che mai, condividevano ogni minima cosa e questa cosa non dispiaceva a nessuno dei due. Kevin ora aveva bisogno di Mark. Aveva paura a stare in mezzo ai suoi coetanei e spesso sbottava a piangere.

Fragile…

Quando i due passeggiavano, Mark lo sorreggeva, quando lo andava a trovare a casa gli portava dolci e dolci e le fragole che gli piacevano tanto; insieme vedevano tutti i film che il biondino voleva e quando nessuno li vedeva si toccavano a vicenda, trasformando i loro desideri più nascosti e proibiti nell’apice del piacere provocato solo dalle mani. Era l’inizio di maggio quando Kevin riuscì a camminare senza le stampelle e poté finalmente fare da solo anche le cose più semplici e quotidiane. La prima cosa che fece fu presentarsi a casa del proprio ragazzo, spogliarsi velocemente e rimanere fermo di fronte a lui, imbarazzato ma tanto voglioso, mostrando il proprio membro già completamente eretto e abbracciando stretto l’altro, baciandolo, toccandoli la schiena, le natiche, spogliandolo con decisione.

 

Sembrava un altro.

 

Mark era sorpreso…e in tutta sincerità…piacevolmente sorpreso. Quel giorno fecero l’amore con un’intensità straordinaria, giocando, ritardando il piacere, provando cose nuove, riuscendo a superare ogni inibizione. Kevin per la prima volta posò la bocca sul sesso dell’altro. Mark era contrario alla cosa, non voleva umiliarlo così. Ma Kevin era stato irremovibile. Voleva farlo godere con la bocca.

 

E ci riuscì.

 

Mark, non riuscendo a trattenersi venne, ma per non venirgli direttamente nella bocca, si spostò di un po’, svuotandosi sul viso del ragazzo che chiuse gli occhi gemendo di sorpresa. Mark sospirò profondamente.

 

Non si sentiva ancora appagato.

 

_scusami…_ disse il moro con voce rotta.

Era così incredulo…non aveva saputo trattenersi!

Kevin aveva gli occhi sbarrati, ma poi si calmò e sorrise, pulendosi con un lenzuolo e facendo stendere l’altro sul letto e salendo su di lui strusciandosi con fare sensuale.

 

Dove aveva imparato tutta quella malizia?

 

Dove aveva preso quella particolare sensualità che prima era eccitante innocenza?

 

Il suo amore unito alla passione lo aveva trasformato in un dolce e appassionato amante.

 

…e la cosa gli piaceva…

 

Erano nudi, completamente nudi, e Mark stava impazzendo nel sentire il membro dell’altro strusciarsi sul suo e sentire quel petto glabro abbassarsi sul suo e le sue labbra sfiorargli sensualmente il collo.

 

Che passione,

che voglia,

che intensità!

 

Il suo piccolo gattino eccitante…

 

Sospiri nel silenzio…

 

_Piccolo…sei fantastico…_ esalò Mark con gocce di sudore che gli scorrevano sulla fronte.

Kevin sorrise malizioso, con gli occhi che brillavano di passione e desiderio.

_Sono tuo Mark…_ disse mentre prendeva fra le mani il sesso di nuovo teso dell’altro e piano piano se lo introduceva dentro, sedendosi piano e stringendo le labbra al primo ostacolo dei muscoli in tensione.

Si rilassò.

Ecco.

Era dentro.

Il suo amore, la fonte della sua più grande eccitazione era in lui, nella maniera più eccitante possibile.

Gli tremavano le gambe e anche le labbra.

Era accaldato, sudato.

Con la punta del suo sesso già bagnata…
_...solo tuo_ ripetè in un lievissimo sospiro.

_Oh Kevin…sto impazzendo…sto impazzendo di te…

_Mark…_ iniziò a muoversi su e giù, sedendosi ed alzandosi leggermente, sentendo quell’asta dura e vogliosa dentro e godendone, si come non aveva mai goduto in vita sua…

_...stai bene?

_si…si sto bene…muovi i fianchi Mark…sono tuo…

_Oh Kevin…

_Mark…

_Kevin…

_MARK!!!

Il biondino venne con un grido, seguito a ruota da Mark che lo riempì tutto, ora si, finalmente appagato. Kevin ricadde sul moro, reggendosi sui gomiti, ansimando, tremando ancora, facendo uscire il membro dell’altro da lui, tremando, essendo felice. Felice!

 

Erano entrambi arrossati, accaldati, sudati d’amore.

 

Si sorrisero come se avessero capito tutto dalla vita.

 

E forse era davvero così…

 

Si abbracciarono, riempiendosi di dolci baci.

 

Rimasero molto tempo soltanto coperti dei loro corpi, ad accarezzarsi, coccolarsi.

 

Kevin, dopo un lunghissimo interminabile silenzio parlò.
_Mark…credo che dovremmo dirglielo.
_Mh?
_Alla mia famiglia…di me…di noi.

Mark lo guardò attentamente. Lo baciò sulla fronte e lo accarezzo sulle guance, sui capelli.

_Sarò con te amore. Quando vuoi io ci sarò.

 

 

Fine capitolo 5

 

 

 

 

 

Continua…