Salve a tutti, sono tornata finalmente con il terzo capitolo di "Angeli da un'ala soltanto". spero che vi piaccia e che commentiate. quando leggete questa storia d'amore vi consiglio di ascoltare Angels e Memories dei Within Temptation. Ora vi lascio alla lettura, attendo commenti negativi e positivi.
Un salutone, alla prossima!
 



 


 

 

Angeli da un'ala soltanto

 

parte III - La danza degli angeli innamorati

 

di Vikysweetgirl

 



 

voglio goderti fino all’ultima goccia di passione
non avere misura
non avere ostentazione
accendi in me il desiderio irrefrenabile
ascolta i miei brividi di piacere interrotti
mentre ti grido di non smettere
fai di me…una forma di emozione
voglio che leggi nei miei occhi
il rosso acceso della passione
il rosso cupo dell’incomprensione
lo sfavillante rosso dell’amore

in uno sguardo che prende e riceve
nel silenzio assoluto della mente
percorri i miei sensi
di una danza innocente
in un abbandono di mente

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fogli per terrà, fogli sparsi ovunque, Kevin si abbassò subito per raccoglierli alla bell’è meglio.

_Mannaggia…

_Kevin ma che cos’hai? sono un po’ di giorni che sei così sbadato!_ disse il suo amico Mike.

Kevin alzò lo sguardo verso l’amico e sorrise luminosamente e riabbassò lo sguardo rialzandosi in piedi, portandosi al petto i fogli appena raccolti. Il ragazzo risplendeva tutto della luce del sole. La camicia chiara, la pelle d’alabastro, gli occhi verde speranza, i denti candidi, ogni singola parte di lui riluceva dei raggi del sole. Ma non era solo quello. No, lui risplendeva di una luce interiore, qualcosa in lui era cambiato, come se si fosse acceso, come se ora avesse una luce propria che prima non aveva mai avuto. Sembrava lui stesso un raggio di sole.

_Tu dici?

rispose con aria ingenua, sorridendo ancora. Indossò il suo cappotto e fece per uscire dalla classe vuota. Gli altri erano gia andati via.

_Ehi ma dove vai? Non ti fermi con me e Maicol? Andiamo a mangiare qualcosa alla pizzeria e poi a farci un giro…

_No grazie…ho da fare. Ci vediamo domani, ciao ciao!

Detto questo il biondino uscì. Nella scuola erano rimaste solo le bidelle, il cortile era del tutto vuoto ad eccezione di un ragazzo che liberava dalla catena il suo motorino e della tipa che fumava accanto a lui. Usci fuori dalle mura scolastiche si guardò intorno. Poi una mano gli si posò sulla spalla. Lui sorrise ancor prima di girarsi.

Solo lui appariva così all’improvviso come un fantasma.

Infatti quando si voltò i suoi occhi risero alla vista del suo amore. Mark era lì davanti a lui, più bello del giorno precedente. Il moro, con mano gentile, gli accarezzò il viso, ma la ritrasse in fretta, quando si ricordò che altri potevano vedere quel gesto così pieno di inequivocabile tenerezza. Kevin però aveva apprezzato molto quella carezza e ora aveva le guance arrossate in modo adorabile e gli occhi più luminosi che mai.

_Ma perché devi sbucarmi sempre alle spalle?_ chiese il biondino a voce non troppo alta.

Mark gli sorrise, si il suo fantastico sorriso splendente, quei denti perfettamente dritti,quelle labbra sottili ma non troppo…

_Perchè adoro sorprenderti.
Kevin sentiva il corpo che moriva dalla voglia di slanciarsi verso l’altro, per abbracciarlo, stringerlo, baciarlo…ma non poteva, non lì. Erano passati pochi giorni dal loro diciamo “fidanzamento” e da allora appena potevano stavano insieme. Davanti agli altri come semplici amici che prendevano da bere al bar o che passeggiavano per il parco…appartati erano due innamorati che si scambiavano baci superlativi, dolci lotte di lingue senza vincitori né venti. Kevin aveva imparato presto la sottile arte del bacio, delizioso momento di dolcezza, delizioso momento di piacere. Di solito era il moro a guidare quei baci, visto che Kevin era un po’ impacciato e decisamente con nessuna esperienza ma a volte il timido biondino decideva di prendere l’iniziativa e sperimentare sul compiaciutissimo Mark, la furia dei suoi baci neonati.

Mark lo guardava. E come se lo guardava! L’altro sembrava ancora più piccolo con quel cappotto un po’ largo per lui, quei capelli ribelli che si arricciavano lievemente intorno alle orecchie, quegli occhi che l’avevano fatto innamorare. Lui, “l’uomo che mai ama e mai si lega” aveva conosciuto l’amore e un amore così tenero da perdervisi e da sorprenderlo. Non negava di desiderarlo. Ma controllava la sua passione per Kevin. Sapeva che il suo biondino non avrebbe reagito bene alla cosa. Allora dava tutto se stesso in quei baci, unico sfogo del suo amore profondo. Oh, com’era bello toccargli i capelli dorati mentre lo baciava a fondo, com’era bello sentirlo mugolare in ogni suo bacio un po’ più spinto, come amava quella sua espressione di sincera ingenuità.

 

Si lo amava.

 

Così tanto da essere geloso persino della gente che passando, casualmente lo guardava, così geloso da essere felice che ora si fosse tutto imbacuccato e che nessuno, uomo o donna, poteva guardare il suo corpo, così possessivo nei suoi confronti…ovviamente tutto questo non lo diceva apertamente…meglio non mostrare così le proprie debolezze pensava. Kevin lo guardava.

_Cosa c’è?_ chiese il giovane biondino.

_Nulla. Dove vuoi andare? Ti porto dove vuoi.

_non mi va che paghi sempre tu per ogni cosa però.

_Non preoccuparti.

_No! Oggi dovunque andremo voglio pagare tutto io!
Il moro sorrise malizioso e si abbassò per sfiorargli l’orecchio col respiro.
_Sai che non lo permetterò.

Kevin fremette al suo respiro sulla pelle. La sua volontà stava cedendo lentamente come ipnotizzato dal tiepido, caldo alito...no doveva insistere, insistere!

 _Ehi non cercare di distrarmi! Oggi pago io!
_...metà o non se ne fa nulla.

Kevin imbronciò le labbra e assunse un’espressione deliziosamente corrucciata. Faceva venir voglia di mangiarlo.

Di mangiare quelle labbra imbronciate.

Poi il biondino si rilassò.

_E va bene. Metà.

Mark gli accarezzò i capelli sorridendo.
_Bravo il mio piccolo. Ti meriti un premio sai?

_Eh?
Senza dargli il tempo di rispondere, il moro trascinò Kevin dietro un muro del cortile scolastico. Pareva tutto tranquillo, non c’era gente, non c’era nessuno…allora lo spinse contro il muro e lo bacio appassionatamente, facendo rimanere l’altro senza respiro. Si staccò da lui solo quel tanto che bastava per fargli prendere fiato e riprese a baciarlo come se fosse l’unica cosa che aveva, la cosa più bella e meravigliosa esistente, qualcosa che voleva e che voleva solo per se.

Kevin nonostante fosse ancora un pò intimidito dall’audacia dell’altro, gradì molto “l’aggressione”. Quando si staccarono, dopo parecchi minuti, i due si guardarono con occhi lucidi di amore e desiderio. Poi Mark l’abbracciò stretto e posò il viso nell’incavo del collo del biondino che lo stringeva dolcemente a sé. Fu Mark a parlare.

_Sei troppo bello.

_Ma dai…

_Non lasciarmi mai.

_Cos-

_Capito?

Kevin rimase immobile prima di abbassare la testa sul collo dell’altro, che con il respiro gli stava stuzzicando la pelle.

_Si capito. Non ti lascerò mai.

_Non devi.

_Non lo farò. Non preoccuparti.
_è che…sei così splendido…così bello, così…tutti ti vorranno lo so!

_Ma io voglio solo te.
Mark alzò la testa per guardalo negli occhi.
_Davvero?
_Si solo te. Non mi serve nessun altro…ti amo.

Il moro rimase in silenzio.

Kevin sospirò silenziosamente. Mark no gli aveva mai detto ti amo. Lui glielo aveva rivelato alle rovine ed ora. Perchè, perché non gli diceva che lo amava? Dopotutto era evidente che fosse così…

Mark lo bacio teneramente sulla guancia come a dire scusami.

_Allora, dove vuoi andare oggi?

_...al luna park._ rispose Kevin distogliendo lo sguardo.

_Al luna park?
_Lo so non sono un bambino scusami…

_E non scusarti! Se ti scusi di nuovo ti bacio davanti a tutti, hai capito?!
Kevin sgranò gli occhi e guardò l’altro spaventato.

_Non-non provarci nemmeno!

_Allora andiamo.

 

E saliti in auto, messo la benzina e senza aspettare oltre i due si misero in marcia per il loro pomeriggio indimenticabile. Mentre Mark guidava, Kevin pensava con espressione teneramente infantile e concentrata si, deliziosamente concentrata  fino a che si decise a parlare.

_Mark.

_Mh?_ mugugnò il ragazzo senza staccare gli occhi dalla strada.

_Emh…questo…è…una specie di appuntamento vero?

Il moro si girò a guardarlo per un momento.

_Si. _ sorrise_ è un appuntamento.

Kevin girò la testa guardando davanti a sé, poi la abbassò.

_Questo…è il mio primo appuntamento.

_Eh? Ma come e quando siamo usciti la prima volta? Non la conti?

_Si è vero ma…tu sei il mio ragazzo ora e quindi…_ Kevin alzò timidamente gli occhi su Mark_ …perché sei il mio ragazzo vero?
Mark fermò l’auto a un lato della strada e si voltò con tutto il busto a guardare il ragazzo di fianco a lui, poggiando l’avambraccio sul volante e guardando nei due smeraldi dell’altro.

_...io sono tuo.

Kevin sbarrò leggermente gli occhi e sorrise timidamente. Annuì leggermente. Allora sorrise anche Mark che riprese in mano il volante e riprese a guidare.

 

Arrivati i due si ritrovarono immersi in un mondo di gioco e colori, luci, musiche e suoni e profumi di dolci e zucchero filato. Pagarono l’entrata, facendo metà ovviamente altrimenti Kevin avrebbe spaccato tutto, poi si misero a camminare in mezzo alla folla o per i verdi vialetti poco popolati e…e Mark amava guardare il suo ragazzo. Kevin sorrideva felice e aveva gli occhi luminosi e curiosi come un bimbo che vede per la prima volta un cucciolo di gatto. Il moro gli poso un bacio sulla guancia. Il biondino lo guardò senza capire.

 

Lo guardò con quegli occhi limpidi e sinceri…

 

Lo guardò con quello sguardo innocente ed ingenuo…

 

E Mark si sentì morire e rinascere.

 

Lo amava.

 

Lo amava, lo amava, lo amava……………….

 

_Mark!

_Mh?_ il moro si riscosse come caduto dal cielo_ che c’è?
_Guardaaaaaaaa!!!!!

Mark volse lo sguardo verso la ruota panoramica.

_Ci vuoi andare?
_IO?!?!?! No, no! Ho paura! Andiamo alla casa dell’orrore.

_Va bene.

Nella casa Kevin passò tutto il tempo attaccato a Mark. Praticamente appiccicato. E intanto Mark per ingigantire la sua paura gli diceva cose del tipo:
_Tra poco scappa fuori la testa d’un morto.

Oppure:

_Guarda là quello scheletro che balla e s’avvicina!

E Kevin lanciava gridolini striduli da far invidia ad una bambina di 8 anni e si aggrappava furiosamente a Mark, che poi era la causa maggiore del suo terrore. Affondava il viso nel petto dell’altro e si aggrappava stretto stretto alla sua felpa e mugolava. Mark sorrideva malizioso. L’intento era proprio quello di averlo così vicino.

Dopo la casa dell’orrore andarono sulle tazze spiritose(e qui Mark si vergognò molto), sulle macchine a scontro e su altre giostre divertenti e simpatiche.

Il sole stava per tramontare. Mrk guardò la coppia che scendeva dalla famosa ruota panoramica e pensò. Poi si girò verso Kevin che stava mangiando lo zucchero filato e guardandosi intorno.

_Kevin…mi ami?
_Mark…cosa mi chiedi così all’improvviso?_ rispose timidamente il biondino_ certo che ti amo.

_Allora sali con me sulla ruota panoramica.

_Eh?!?! Ma sei pazzo?! Ti ho già detto che ho paura.

_Dai fallo per me. Ti prego.

Kevin scuoteva la testa. Mark lo guardò implorante e non sapendo nemmeno come il giovane biondino si fece convincere.

Incredibile!

Pagato il giretto si sedettero sulle seggiole. A Kevin tremava la mano.
_Ti prego non avere così paura…ci sono io con te. Se proprio non ce la fai possiamo sempre scendere, siamo ancora in tempo.

_...no dai…voglio farlo per te…

_Vedrai, darai felicissimo di essere salito su questo affare.

_Davvero?
_Ho una sorpresa.

La ruota iniziò a girare e a salire lentamente. Kevin sussultò e si aggrappò con la mano al braccio di Mark.

E salivano, salivano…

Il biondino aveva il cuore che stava per esplodergli dal petto. Non poteva guardare nulla. Né in basso, né di fronte a se. strinse gli occhi spasmodicamente e abbracciò Mark.
_Ti prego stringimi stringimi stringimi!!

_Oh amore…forse non dovevo farti salirte…

_Aaah ti prego stringimi!
_Dai dai che tra un po’ è tutto finito e scendiamo.

Passò qualche minuto in cui Kevin restava nel buio dei suoi occhi chiusi e tremava. Stringeva il moro fino a fargli male. Mark lo toccò sulla spalla.

_Tesoro adesso devi aprire gli occhi.

_No, no non ce la facio!

_Avanti fallo. E la tua paura non sarà stata sprecata.

Kevin spaventatissimo, con le lacrime agli occhi, apri i suoi smeraldi al mondo, lentamente, stringendo ancora di più Mark.

Rimase senza parole.

Davanti a lui si stagliava il tramonto più bello che avesse mai visto!

IL cielo era un misto di arancio, giallo e rosa e quel rosso scintillante del disco solare lo infiammò e lo conquistò. Quasi si dimenticò della sua paura.

_Oh Mark…è bellissimo…è…non so che parola usare…

_Non usare alcuna parola allora. Stringimi e basta.

Il biondino sorrise e obbedì. Ormai sembrava essersi dimenticato dell’altezza e della paura.

E poi i due scesero dalla giostra. A Kevin tremavano le gambe.

_Piaciuto?

_Si…
_Non sapevo che staresti stato così spaventato però…mi dispiace aver insistito.

_Dai non fa nulla…è stata un’esperienza fantastica…che regalo meraviglioso mi hai fatto…ora-ora scusami…ho lo stomaco sottosopra…

Il biondino si portò una mano alla bocca e Mark si affrettò per aiutarlo a cercare un bagno. Mentre Kevin si liberava Mark gli teneva la fronte. Scuoteva la testa.

_Il mio amore è ancora un bambino.

_ehi non sono un bambino se soffro le grandi altezz—

E non finì di parlare che le parole vennero letteralmente “rigettate” via.

Scese la sera. Il cielo si tinse di blu e rosa. Iniziarono a vedersi le prime puntualissime stelline pallide. Kevin e Mark erano sereni e spensierati come bambini che hanno esaurito tutte le energie e sono però soddisfatti. Kevin si stiracchiò.

_Mark…è stata una bellissima giornata.

_Già. Ti sei divertito?

_Si moltissimo!

_A parte la tua…disgustosa performance.

_Eddai ti prego! Sei un insensibile.

_Lo sai che scherzo._ disse il moro abbracciandolo forte.

_Grazie di avermi dedicato il tuo tempo.

_...forse non è chiaro…il tuo tempo è anche il mio tempo. Sono felice se sei felice.

Kevin sorrideva.

_Sei un amore…

Mark lo guardò intensamente. Avrebbe voluto baciarlo, stringerlo a sé, sentire il profumo dei suoi capelli e la morbidezza della sua pelle…ma non poteva. Non lì, davanti a tutti. Ma perché, perché non poteva esprimere liberamente quel suo sentimento, quell’amore che mai aveva provato, quell’amore che era solo per lui, per Kevin, che amava come la prima cosa che vede un essere vivente quando nasce. Lui era la luce calda nel suo mondo fatto di fredda oscurità, lui ormai era il suo mondo, il suo amore, il suo cucciolo forte e indifeso, che avrebbe protetto sempre con i denti e con le unghie. A costo di tutto. Nessuno doveva osare cancellare dal viso del suo amato quel sorriso che gli vedeva ora e che lo rendeva così bello, bellissimo.

_Vieni a casa mia?_ chiese il moro_ ceniamo e poi ti riaccompagno a casa.

_va bene. Un momento che avverto casa.

 

Prima di andare a casa di Mark, i due si fermarono ad un market ancora aperto e comprarono da mangiare. Roba in scatola, sfiziosa e poco sana. Roba che era un piacere mangiare, soprattutto se in compagnia. Quello per loro sarebbe stato un pasto regale. Allora salirono all’appartamento e subito Mark si mise ai fornelli a scaldare e a cuocere velocemente il cibo. Kevin era sul tappeto a guardare la tv. Ad un certo punto si voltò verso il suo ragazzo.
_Ti serve una mano?

_No, no tranquillo. Tu rilassati e non preoccuparti.

Infatti Kevin si era già tolto le scarpe e sorseggiava limonata davanti alla televisione.

Quella sera mangiarono ridendo e parlarono, parlarono, parlarono. Oh, era bellissimo stare insieme e scambiarsi piccoli baci non appena si trovavano vicini. Ad un certo punto Mark, che stava ancora seduto, tirò verso di sé Kevin che stava in piedi davanti a lui e lo strinse forte a sé. Sentiva la morbidezza del suo corpo e la sua stanchezza che lo rendeva arrendevole, oh si, così piacevolmente arrendevole…

_Amore…mi fai il solletico…_ gli disse il biondo ridacchiando.

Mark alzò la testa verso di lui e lo guardò con aria corrucciata.

_Cioè, sei capace di rovinare un’atmosfera così romantica! E poi sarei io l’insensibile!

_Cosa?! Insensibile a me?! Razza di cafone!

_Zitto e vieni qui.
_Nooooo!! Antipatico!

Kevin cercava scherzosamente di liberarsi dalla stretta dell’altro che però non aveva la minima intenzione di lasciarlo andare. Lo tenne ancora più stretto e si alzò in piedi. Così il moro lo stava sovrastando con l’altezza e Kevin si sentì così piccolo e impotente e smise di lottare. Si abbandonò tra le braccia dell’altro che lo strinse dolcemente e inalò fino in fondo l’odore unico dei suoi morbidi capelli. Li accarezzò attorcigliandoseli intorno alle dita e gli ripeteva all’infinito nell’orecchio che lo amava e che era stupendo. Kevin impazziva di amore e tenerezza. Si sentiva così importante e sicuro di tutto. Sentiva di poter fare tutto e di essere tremendamente felice. Il moro gli prese il viso fra le mani e glielo baciò tutto con piccoli baci e lo guardava negli occhi.

Giochi di sguardi fugaci ed intensi.

Terminata la serata Mark lo riaccompagno davanti casa. Il moro scese con lui e lo accompagno alla porta. Le luci dentro casa erano spente e non si sentiva nessun rumore provenire dall’interno. Kevin si voltò verso l’altro.

_é stata davvero una bella giornata…non la dimenticherò mai.

Mark sorrise compiaciuto di se stesso, per avergli fatto passare una giornata indimenticabile. Per lui solo il meglio.

_Si è stata bella._ si abbassò piano sul biondino e lo baciò. Kevin ricambiò il bacio, morbido ed eccitante.

Speciale.

Un bacio diverso da tutti gli altri. Quando si staccarono Kevin aveva gli occhi lucidi di emozione. Mark gli sorrideva ancora. Lo baciò sulla fronte_ buonanotte bimbo.

Kevin sorrise.
_Buonanotte.

E Mark risalì sulla sua auto, schizzando via, felice, davvero felice. Ora poteva dirlo.

 

Si era felice ora.

 

Quella notte Kevin dormì benissimo. per la prima volta nella sua vita si sentiva davvero importante per qualcuno. Sapeva che per Mark era tremendamente importante e questo lo faceva un po’ peccare di vanità. Ma era felice. Anche per lui quel moretto dall’aria presuntuosa era importante. Così importante che sarebbe morto per lui. Aveva realizzato tutti i suoi sogni d’amore.

 

Sara correva come una forsennata. Sembrava che stesse per crollare il mondo dalla sua orbita. Raggiunse casa di Kevin e come faceva sempre, si arrampicò sull’edera rampicante e raggiunse la finestra della camera del suo amico. Bussò forte.

Kevin si svegliò di soprassalto. Si alzò dal letto e aprì la finestra.

_Buongiorno!_ esclamò la giovane tutta pimpante.

_Mi hai forato i timpani! Che ci fai qui?
_Sono venuta a trovarti!

_Si…alle 5.30 di mattina??!?!?!?!?!?!?!

_Vabbè che importa. La cosa importante è che devo dirti una cosa.

_E cosa? Che sei caduta dal letto?

_Dai, non scherzare! Io…mi sono innamorata.

_EH!?!?!?!?!?!?!?!

La sua amica Sara innamorata?! Lei che credeva che tutti gli uomini fossero degli insensibili stratosferici e che mai aveva straveduto per un ragazzo? No non poteva crederci.

_Si. Mi sono innamorata,_ ripeté la ragazza arrossendo teneramente. Si sistemò gli occhiali sul naso con fare impacciato_ vedi…solo tu puoi aiutarmi credo…

Kevin sorrise.

_Sono felice Sara che hai trovato una persona di cui innamorarti. E dimmi com’è lui? Sarà sicuramente un ragazzo fantastico per aver rapito il tuo cuore. Dimmi da quale libro è uscito fuori!
_Oh…_ gli occhi di Sara si illuminarono_ è più grande di noi. È alto e prestante. Ha i capelli neri e occhi così profondi…è così attraente e sembra già adulto in tutti sensi. No, sono sicura che non sia come tutti gli altri.

_E dimmi, come si chiama?

_Ho preso il suo nome dalle conversazioni con te…è Mark.

Kevin non era sicuro di aver afferrato la notizia.

La sua migliore amica si era innamorata del suo ragazzo?? No probabilmente aveva sentito male. DOVEVA aver sentito male!

_Sara…ma sei sicura? Cioè…lui…lui…

_Cosa c’è? È drogato, è un ladro, un assassino, un carcerato evaso?

_no ma…

_Allora non c’è problema. Devi presentarmelo come si deve e farmici parlare ok? ma deve sembrare una cosa casuale, va bene?

_Sara io…

_Ti prego, ti prego, ti prego, non dirmi di no!

_...e va bene, io…

_Aaaaaah grazie GRAZIE!!_ la ragazza abbracciò il ragazzo quasi a soffocarlo e lo baciò sonoramente sulla guancia. Poi lo salutò e si calò giù dalla finestra.

Kevin era scioccato. Cosa doveva fare adesso? Come poteva dire alla sua dolce amica che il primo ragazzo di cui si era innamorata era il suo fidanzato?!

Il ragazzo sbuffò e si lasciò ricadere seduto sul letto. Con la testa bassa non sapeva che fare. Oh, ma perché doveva avere questi problemi?!?!

Sentì suonare il campanello.

Di nuovo.

Come mai nessuno andava ad aprire?

Ah, ma certo era l’alba, sia sua madre che le sue sorelle stavano dormendo ancora. Allora scese di corsa e si precipitò ad aprire. Sulla porta trovò Mark tutto allegro che gli sorrise radioso.
_Buongiorno! Ti ho portato la colazione uscita calda calda dal bar.

_Ma è presto, vuoi svegliare tutti?

_Scusa sarei voluto arrivare un po’ più tardi ma devo andare a lavorare fra poco e volevo portarti questo…allora mi fai entrare o no?
Kevin sospirò e si fece da parte per far passare il ragazzo. I due si diressero verso il soggiorno e Mark si voltò a guardare il suo ragazzo.

_Mh? Che c’è?_ chiese il biondino.

_...come sei bello con il pigiama addosso._ rispose il moro con un sorriso ebete sul viso.

Kevin arrossì.

_Dai non fare lo stupido…ti devo parlare.

Mark aveva posato la bustina con la colazione per Kevin sul tavolino. Si voltò a guardare il biondino.

_Che cosa?

_Ecco…hai mai visto la mia amica Sara?
_Non so, di solito sono troppo impegnato a guardare te.

_Dai non scherzare!

_Si l’ho vista. È quella ragazza bruna con gli occhiali vero?

_Si. Lei._ Tutto d’un fiato, tutto d’un fiato, tutto d’un fiato, senza girarci troppo attorno!_ lei si è innamorata di te!

_Ah.

_Come ah?

_Beh non è la prima volta che faccio innamorare una ragazza…sono molto popolare lo sai?_ disse passandosi una mano tra i capelli con fare sensuale.

_Ma non capisci! Lei non sa di me. Non sa di noi. Come faccio a dirle che..._ Kevin arrossì nuovamente_ …che sei il mio ragazzo?

_Non dirglielo. Facciamo una cosina a tre.

_Oh basta! Mi sono proprio stancato di parlare con te! Non posso farti un discorso serio!_ sbottò il biondino e si voltò di scatto incrociando sul petto le braccia e infossando la testa nelle spalle. Mark capì che l’altro aveva bisogno di parlare seriamente. Allora gli si avvicinò e lo cinse dolcemente con le braccia, posando il mento sulla spalla dell’altro, dondolandolo lentamente.

_Ehi…dai scusami…qual è il problema? Non riesci a dirle di te, è questo vero?

La voce di Kevin si levò bassa e incerta nel silenzio tombale della casa prima del sorgere dell’alba.

_...non sono ancora pronto Mark…non sono ancora pronto ad accettare le cose che potrebbe dirmi…le parole che la gente potrebbe dirmi e cosa potrebbe pensare…io non posso, no, come faccio amore, amore come faccio?_ si voltò delicatamente e abbracciò disperatamente ma dolcemente l’altro, affondando il viso nel suo collo, sentendosi stretto e protetto. Mark lo accarezzò piano sulla schiena e sui capelli, cerando di rassicurarlo e di dargli forza.

_Su amore…non tormentarti così. So che è difficile ma prima o poi qualcuno dovrà pur sapere…e non pensi che sia la cosa più sensata e giusta e soprattutto più facile iniziare con la tua amica?

Kevin riaprì gli occhi già lucidi di lacrime.

_...si hai ragione…ma non ne ho il coraggio…e poi lei ti ama. È la prima volta che ama un ragazzo e io…

_Sttt…calmo…ci sono io con te…ti amo.

Kevin sospirò rumorosamente.

Era felice.

Gli aveva detto per la prima volta che lo amava, gli aveva detto ti amo!

Era al settimo cielo!
Oh, si può morire di gioia?

_Ti amo anch’io Mark.

E rimasero così abbracciati finché non sorse l’alba.

 

Era una bella mattinata; gennaio era nel pieno della sua affermazione e Kevin stava fuori dal camerino di un negozio d’abbigliamento aspettando la sua amica che si stava vestendo. Il biondino si stava scervellando. Come dire a Sara tutta la verità? Come bocciarle sul nascere il suo primo desiderio d’amore e affrontare il suo giudizio? Intanto la ragazza era uscita dal camerino e piroettando su se stessa si piazzò davanti all’amico, mettendo le mani sui fianchi snelli, sempre coperti da un tipo di abbigliamento che non li mettevano in risalto. Ora invece la ragazza indossava una gonna che arrivava sopra le ginocchia…e credete, vedere Sara con una gonna era come vedere la madonna di Lourdes. Poi aveva abbinato alla gonna una magliettina attillata che copriva il suo corpo come una seconda pelle. In più una giacchetta di lana. Un abbigliamento non troppo moderno ma azzeccato. Infatti Kevin era sicuro che nessuno avrebbe potuto resisterle adesso.

_Ti piace? Come sto?_ chiese la ragazza tutta eccitata. Era la prima volta che faceva compere per piacere ad un ragazzo.

_Stai benissimo Sara…ma—

_Siiiii devo essere bellissima…che dici provo le lenti a contatto?
_no…tu stai benissimo così come sei.
_Come sei carino, grazie!

Kevin era da capo a dodici.

Doveva dire tutto a Sara e alla svelta anche! Il giorno dopo lei avrebbe preteso di incontrare Mark…

 

Alla fine quel giorno era arrivato.

Kevin non aveva detto nulla a Sara e come se non bastasse lei aveva speso un occhio della testa per comperare quel dannato completino.

Ora Kevin era al parco con Mark, che era appena sceso dalla sua automobile bello come non mai.

Che stronzo pensò Kevin!

Il ragazzo si era fatto bello apposta per l’occasione. Aveva indosso un paio di jeans che modellavano la parte inferiore del suo corpo alla perfezione, una camicia nera avvitata ed una giaccia di jeans poggiata sulla spalla. I capelli ingelatinati e pettinati accuratamente, gli occhiali che adesso stava togliendo dal viso…oh paradisiaco davvero! Il moro sorrise seducente al biondino che lo guardava rapito e estasiato. Poi Kevin si riscosse avvicinandosi a lui e guardandolo dal basso verso l’alto con sguardo di chi rimprovera.

_Mark dannazione! Non dobbiamo farla innamorare  di te ancora di più!

_Non posso farmi bello per il mio ragazzo?_ chiese sorridendo malizioso il moro.

_Stupido, non scherzare. Dobbiamo-- _ Kevin si zittì quando l’altro gli posò una mano sulla guancia, accarezzandogliela dolcemente. Il biondino si addolcì subito e si addolcì ancora di più quando l’altro gli parlò sensualmente a voce bassa…
_Che ti prende?_ chiese il moretto.

Kevin socchiuse gli occhi lucidi di emozione. Sospirava e basta mentre l’altro gli massaggiava il volto, il collo, gli accarezzava i capelli con la mano…oh si che piacere, che dolcezza! Kevin ormai aveva gli occhi chiusi e mugugnava impercettibilmente. Ora non pensava alla gente che probabilmente li stava guardando, a Sara, ai suoi genitori, a nessuno. Il biondino era stato rapito in un vortice di dolcissime sensazioni generate solo da una sua mano…e ora con la testa leggermente piegata, poggiata su quella stessa mano, con le labbra socchiuse e un’espressione arrendevole sul volto, porto una mano ad accarezzare quella del moro e si lasciò coccolare. Mark lo guardava col suo sorriso malizioso e gli occhi socchiusi di compiacimento. Continuava ad accarezzarlo, soddisfatto di quella sua espressione e di quella sua arrendevolezza.

_mmh..Mark…_ esalò il biondino quasi impercepibilmente.

_Kevin…

Mark si chinò su di lui è lo baciò. Kevin non impedì al moro di impadronirsi della sua bocca, aprì lui stesso le labbra e si lascio accarezzare nell’intimità, sentendosi sciogliere dentro dal colore, sentendo le gambe farsi molli.

 

Un bacio può causare un effetto simile?

 

Può farti sentire la sensazione che può esprimere soltanto uno scoppiare improvviso di colori, un’orchestra impazzita che riesce solo a incantare.

 

Amore

 

Amore…

 

Dopo un lungo lunghissimo bacio i due si staccarono piano e si guardarono negli occhi lucidi d’amore, di desiderio, della voglia di sentirsi e non lasciarsi più…Kevin volto leggermente di lato  al testa e quello che vide lo atterrì, lo paralizzò, lo fece sbiancare.

Li, che li guardava con uno sguardo attonito e esterrefatto c’era Sara.

Sara col suo completo nuovo indosso, col trucco sugli occhi e i capelli fatti mossi per l’occasione. Prima che Kevin potesse avvicinarsi a lei, la ragazza mosse qualche passo all’indietro, poi scappò via, velocissima, scappando dal dolore, dall’umiliazione, dalla sorpresa spaventosa. Inciampò varie volte e perse anche il suo braccialetto di perline.

_SARA!!_ Mark si mosse per rincorrere la ragazza con il biondino, che però lo fermò_ no! Devo farlo da solo Mark…

Il moro lo guardò serio.

_Buona fortuna amore.

Kevin annuì col cuore che batteva a mille e corse via.

 

Sara singhiozzava. Piangeva disperatamente. Si era seduta sugli scalini della vecchia chiesa e con le ginocchia al petto versava le prime lacrime di amore tradito. Due diversi tipi di amore. Della persona che amava e dell’amico del cuore. Kevin, il suo amico Kevin l’aveva tradita! Si…si stava baciando con l’unico ragazzo che avesse mai amato! Lui gay?! Non poteva ancora crederci. E se era così perché non gli aveva detto niente? Perché l’aveva lasciata illudersi e sperare?! Lo odiava!

 

Kevin si fermò. Vide per terra il braccialetto che lui stesso anni dietro le aveva regalato. Lo raccolse lentamente e poi rialzando gli occhi la vide. Quella figura piccola e indifesa, coi sogni distrutti sul nascere.

Distrutti da lui.

Si avvicinò lentamente ma senza fermarsi se non quando le si trovò davanti. Sara vide un’ombra su di lei ed alzò la testa. Lo guardò con rabbia. E alzandosi fece per andarsene ma Kevin la tenne saldamente per un braccio e la fermò.
_Che cosa vuoi, lasciami!

_Sara ti prego--

_NO!! Non pregarmi non ne hai alcun diritto! Mi hai tradita, ingannata! Come hai potuto? Mi vedevi così felice e non mi hai detto nulla! Oppure lo hai fatto apposta, per portarmi via l’unica persona che ho mai voluto nella mia vita!
_...Sara…non è così…io…_ il biondino abbassò la testa, allentando la presa sul bracci di lei_ mi dispiace…perdonami…io…sono innamorato…di lui_ disse a voce bassissima, inudibile.

_Eh? Parla più forte!

_..sono innamorato di Mark!_ ecco l’aveva detto. E ora? Che sarebbe successo? Non lo sapeva e si mise a tremare nell’attesa_ io…non volevo farti illudere o prendermi gioco di te ma…credi sia facile dire a tutti, dire alla tua migliore amica…_ rialzò la testa. Era imbarazzato. Terribilmente imbarazzato_ … che sei omosessuale..?_ Il viso era rossissimo e calde lacrime gli scorrevano sulle guance, il labbro inferiore tremava leggermente. Se lo morse a disagio. Dio com’era a disagio. Passò il pugno della mano sugli occhi, cercando di asciugare quelle lacrime di vergogna.

Sì, si vergognava.

_ti prego perdonami…io e Mark stiamo insieme…se ti avessi detto che lui non poteva ricambiarti avrei dovuto anche parlarti di me e credimi sto male per questa cosa…mi vergogno Sara. Mi vergogno…_ ora il ragazzo singhiozzava e la voce si era fatta incerta ed insicura, tremante…_ ho paura…

La ragazza stava piangendo con lui. D’istinto si mise sulle punte dei piedi e lo abbracciò. Lo strinse forte e sembrava aver dimenticato il torto subito anche se così non era.

_Ti prego non piangere Kevin…scusa se mi sono arrabbiata con te.

Il ragazzo la strinse teneramente a sé a sua volta.
_Ma tu hai tutti i diritti di essere arrabbiata con me.

_No. Io ti conosco. Lo so che non mi avresti mai fatto una cosa del genere senza provare dei veri sentimenti per quel ragazzo_ faceva male dire quelle parole…ma ora Sara capiva. Sapeva cosa significa essere innamorati e sapeva che Kevin stava soffrendo davvero._ mi farò da parte Kevin te lo prometto…non sono l’unica ed essere innamorata per la prima volta. Anche tu non hai mai avuto una fidanza…ops…un fidanzato…ma Kevin io non ti avrei mai creduto gay sai?
_Oh Sara…io non so…mi vergogno così tanto.

_Non devi. Non ti odio. Ti voglio bene come sempre. Mi passerà…col tempo passerà…

_Perdonami.

_Basta. Non devi scusarti di amare…dev’essere stata dura per te.

_Come fai ad essere così buona!?_ e il giovane biondino scoppiò di nuovo a piangere sulla spalla della ragazza.

Sara sospirò. Dentro sentiva il suo cuore infranto.

Ma non era colpa di Kevin, non sua.

Kevin piangeva, Kevin tremava fra le sua braccia.

Soffriva.

E lei gli sarebbe stata vicino come doveva e voleva.

_...da quanto tempo…va avanti la vostra storia?

_...un mese.

_Capisco…

_Ti voglio bene.
_...anche io te ne voglio.

Il ragazzo prese il polso di Sara e le rimise il braccialetto.

_Te l’ho regalato io…tienilo sempre. Cerca di non perderlo più.

Sara sorrise tristemente.

Poco più distante c’era Mark, nascosto per non farsi vedere che osservava la scena con un sorriso.

 

Era sera ormai e Kevin tornò al parco. Sara aveva detto che aveva bisogno di stare un po’ da sola. Mark era tornato velocemente al luogo dove Kevin l’aveva lasciato. Non appena vide il biondino gli si avvicinò.

_Allora?_ fece finta di non sapere nulla.

Kevin rialzò la testa e si sforzò di sorridere.

_Tutto bene! Benissimo!

Ma Mark vedeva le ciglia ancora bagnate di lacrime, gli occhi arrossati. Lo guardò.

_Stupido.

Disse e andò ad abbracciarlo. Gli fece poggiare la testa sulla sua spalla e gliela accarezzò amorevolmente. Lo strinse teneramente e gli respirò sul collo in modo rassicurante. Kevin pianse ancora qualche lacrima sulla sua spalla e si lasciò proteggere con dolcezza e coccolare così.

Sulla strada di casa i due camminarono. Kevin guardava a terra.

_...mezza città ci ha visto abbracciati…_ disse il biondino imbarazzato e spaventato.

Il moro gli posò una mano sulla spalla.

_Dai…non pensarci…ora con la tua amica è tutto risolto. Pensa in positivo ok?_ lo blocco fermandolo. Il biondino lo guardò in viso_ …perché se pensi in negativo…soffri…e vivi male…capito piccolo mio?

Kevin annuì. Vide Mark che guardava qualcosa oltre le sue spalle. Si voltò. Appoggiata al cancello di casa sua c’era Sara. Quando li vide la ragazza si avvicinò a loro. Era imbarazzata, le sue morbide guance erano rosse. Si fermo in silenzio davanti a loro.

_Sara…_ la chiamò piano Kevin.

La ragazza sorrise e tese la mano verso Mark.
_Piacere io sono Sara.

Mark le sorrise a sua volta e strinse la sua piccola mano.

_Piacere mio, io sono Mark.

Kevin sorrideva tristemente. Abbracciò nuovamente Sara.

E il sole tramontò…

 

_Dunque…Dante non riusciva ad abituarsi agli schiamazzi e alle grida di dolore dell’infermo…tutto il buio…aaaaaah no non ci riesco!

Kevin lanciò via il foglio dopo averlo appallottolato. Doveva scrivere una relazione su cosa provava Dante durante il suo viaggio nell’inferno. Sembrava facile a dirsi. Prese il telefono e chiamò Mike. Si, è vero, chiamare Mike per un aiuto sui compiti non è una cosa molto intelligente, ma sempre meglio che scervellarsi da solo.

 

Ora i due erano nella camera di Kevin. Il biondino sdraiato sul letto a pancia in giù e il rossino seduto per traverso sulla sedia della scrivania, con una matita in bocca e lo sguardo sul quaderno di Kevin.

_Mike…Quella matita sarebbe la mia…

_Mmmh…trovato!

_Cosa?! Non dirmi che hai l’ispirazione! Non posso crederci!

_...perchè…non andiamo a mangiare qualcosa in cucina?

_aaah! Mi pareva strano…

_Anche Chiara è alla riunione di Linelle con tua madre?

_Si. Per questo non sono andato a scuola…volevo studiare in pace. E ci sono riuscito…tu piuttosto. Io credevo di non trovarti in casa.

_Ho finto una malattia inguaribile con mia madre. AH AH AH!

_Oh santo cielo…immaginavo una cosa del genere. Ih ih ih.

_Andiamo a spasso, a divertirci! Rimorchiamo qualche ragazza e non se ne parla più! Sarebbe anche ora…

_Ora? Per cosa?

_beh…che tu…faccia le tue esperienze…che dia libero sfogo ai tuoi desideri…

_Ehi! Ehi! Ma che stai dicendo?!_ lo fermò Kevin tutto rosso in viso.

_Su Kevin!_ andò sul letto e gli circondò le spalle con un braccio_ prima o poi dovrai pur diventare uomo…e…

Kevin, imbarazzato più che mai, stava pensando. Se Mike pensava al sesso con una ragazza, Kevin stava immaginando come sarebbe stato farlo con Mark…vedeva nella sua testa immagini confuse di due persone aggrovigliate fra loro, di corpi in estasi ma non poté pensare oltre perché si sentiva troppo in imbarazzo.

_ma…Mike…com’è farlo..?

_E’ fantastico! Si prova tantissimo piacere, molto meglio che fare da soli.

Il biondino lo guardava con uno sguardo triste. Non sapeva che pensare. Davvero sarebbe stato così bello? E…Mark voleva farlo? Non ne avevano mai parlato…forse avrebbe dovuto capire qualche segnale? Forse non poteva pensare che il suo amore si accontentasse di casti baci

_Ehi ma mi stai ascoltando?

_eh…si…

_uff sei davvero ancora un ragazzino._ disse Mike toccandogli la fronte con un dito.

_Non sono un ragazzino!
_Va bene, va bene.

E all’improvviso il rossino si buttò su Kevin e iniziò a solleticargli qualsiasi parte del corpo esposta.

_MIKE! Ah ah ah!! Smettila! Che fai!?!? Ih ih…su!
_Eh eh l’hai sempre sofferto il solletico bello mio.

Kevin aveva le lacrime agli occhi per le risate. Ad un certo punto la porta della camera si aprì. Mike smise di torturare l’amico e i due guardarono verso la figura che era appena entrata. Mark troneggiava sulla stanza, guardandoli con sguardo poco piacevole. Indossava un bellissimo completo elegante, un abbigliamento non caratteristico di lui e rimase a fissare i due amici immobili  sul letto.

_Ehi ma chi cavolo sei?_ chiese sgarbatamente il rossino.

Kevin si alzò subito in piedi.
_Ma-mark. Come hai fatto ad entrare?

Senza attendere risposta Kevin si voltò fulminando Mike con uno sguardo di ghiaccio.

_Mike…_ sibilò il biondo.

_Scusa scusa, colpa mia! Ho dimenticato di chiudere la porta a chiave.

_Ma sei scemo?! E se fosse entrato un malintenzionato?! Irresponsabile!

Mark sembrava davvero di poche parole, si avvicinò con ampie falcate al biondino e trascinandolo per un braccio lo portò fuori dalla stanza. Mike rimase allibito ma non fece nulla.

_Mark che fai!?

Il moro lo fece entrare in un’altra stanza, la camera da letto della madre di Kevin e sbattè forte la porta quando la chiuse. Spinse con poca delicatezza il ragazzo al muro e lo bloccò lì, guardandolo con sguardo terribilmente cattivo. Kevin sospirò spaventato, aveva il viso del moro a pochi centimetri da lui e il suo sguardo intenso e penetrante che lo incatenava senza via d’uscita.

_Cosa stavi facendo?_ la voce di Mark usciva dalle sue labbra  decisa e apparentemente senza emozione. Un sibilo freddo e agghiacciante.

_Noi…stavamo studiando.

_A me non sembrava.
_Stavamo solo giocando Mark…non devi essere arra- -

Senza farlo finire il moro batté forte la mano sul muro, a pochi millimetri dal viso del biondino che sobbalzò violentemente per lo spavento. Era praticamente con le spalle al muro, con un Mark totalmente fuori di sé dalla rabbia.

Aveva paura.

Il moro gli afferrò brutalmente un braccio.

_Ahi…mi fai male..!
_Non voglio più vederti fare il deficiente con un ragazzo, mi hai capito bene Kevin?
_Mark…

_Capito?!_ il tono di Mark non era particolarmente alto, anzi. Ma faceva tremare più di un grido.

_...ti prego mi fai paura.
A quel punto Mark addolcì lo sguardo e accarezzò il viso del biondino che tremava leggermente. Aveva il respiro spezzato. Il moretto capì di aver esagerato un po’. Abbracciò il ragazzo con dolcezza, con possessione, stringendolo. Kevin non sapeva cosa fare.

_Lo sai, lo sai che non ti farei mai del male…_ a queste parole il biondino si rilassò. Mark lo strinse ancora di più_ è che mi fai impazzire di gelosia!_ disse con impeto_ tu sei il mio ragazzo. Il mio ragazzo…sei mio, mio…

_Mark…_ Kevin abbracciò il moro a sua volte a si abbandonò a lui. Non aveva più paura_ oh amore…_ disse a voce bassissima.

_Torniamo di là ora…o quel tuo amico penserà cose strane.
_Cioè vuoi dire penserà giusto?

_Ma guarda, piccolo malizioso, ti influenzo negativamente.
I due risero. Tornarono nella camera del biondino. Mike usava il suo cellulare. Non appena i due entrarono alzò i vispi occhi azzurri.
_Ma dove eravate finiti? Temevo che vi steste picchiando.
_Chi noi?_ chiese ingenuamente Mark_ noooo stavamo chiarendo una faccenda.

_mh…_ mugugno il rosso senza capire. Si alzò e si avvicinò a Kevin allungando una mano per toccarlo, ma il biondino scatto all’indietro alzando le mani davanti a sé. Guardò Mark con espressione tristemente ingenua. Mike era sorpreso. Non capiva quella reazione. Mark scoppiò a ridere di gusto piegandosi quasi in due.

_Ma insomma alla fine me lo dici te moretto come ti chiami?

Mark si zittì di colpo e strizzando l’occhiolino a Mike parlò con voce sensuale.
_Io mi chiamo Mark…ahi!

Kevin gli aveva pestato un piede guardandolo truce. Ma nel dolore Mark sorrise.

Sentiva di amarlo sempre di più.

 

Kevin era appena tornato da scuola. Una giornata pesante, fatta d interrogazioni e spiegazioni in cui era necessarissimo prendere appunti e non distrarsi mai.

Uff!

Con Sara le cose sembravano andare bene. Una volta lui, lei e Mark erano persino andati a bere qualcosa insieme, chiacchierando un po’ di tutto. Beh quello era l’unico modo per andare  avanti e voltare pagina. Anche se a volte Kevin scorgeva l’amore di Sara nei suoi occhi. Ma con tutto il bene che le voleva, e credete era davvero tanto, non avrebbe rinunciato a Mark, non meno di quanto lui avrebbe rinunciato al suo “cucciolo da coccolare”, così l’aveva chiamato una volta.

Questo pomeriggio i due fidanzati si sarebbero recati a casa di Mark, priva di occhi indiscreti, dove avrebbero potuto passare una bella giornata. Il ragazzo alzò gli occhi e vide Mark che come sempre lo aspettava vicino la sua auto. Sperando di non farsi vedere, Kevin salì sulla macchina e insieme sfrecciarono via.

Mike da un po’ notava i due che sparivano sempre insieme dopo la scuola e non sapeva cosa pensare. Una volta Kevin passava più tempo con lui. Trascurava persino la sua Sara.

I due ragazzi salirono in casa. Mark guardava il suo ragazzo sistemare la spesa e muoversi a proprio agio nella sua cucina, nel suo soggiorno. Sembravano una coppia di sposi novelli. Il moro lo guardava…oh, si che lo guardava. Lo guardava tutto, registrando ogni minimo particolare di lui. Il biondino aveva la la maglia con le maniche rivoltate fino al gomito; su quel gomito c’era una piccola cicatrice quasi invisibile. Le vene che si intravedevano sotto i polsi chiari, agli occhi che cambiavano sfumatura col cambiare del tempo. I capelli riflettevano alla luce, erano vivi e

 

…lo desiderava…

 

_mark allora cosa mangiamo oggi…uova, tonno…o magari vuoi- -

Mark lo abbracciò da dietro e se lo strinse contro, facendo aderire i loro corpi. Il moro inspirò l’odore della sua pelle profumata, dei suoi capelli e vibrò dentro.

 

Era sublime.

 

Quel desiderio, quella sensazione, cosa gli stava accadendo? Lo voleva, lo voleva disperatamente!

_Ehi cos’hai?_ chiese Kevin riportandolo in parte alla realtà_ sei così passionale oggi…

_Per te lo sono sempre…

Kevin sorrise.

_ti amo.

_...ridimmelo.

_Ti amo.

_Ancora…

_Ti amo Mark, ti amo._ Allora Il moro non ci vide più. Lo spinse facendolo stendere sul tavolo, facendo cadere la frutta e altri vari oggetti_ Mark! Che fai?!

_Kevin…kevin…

Mark aveva perso il controllo. Teneva Kevin piegato all’indietro sul tavolo, schiacciandolo col suo peso. I giovane ormai in preda alla passione prese a toccare il ragazzo sotto di lui con foga e desiderio. Infilò una mano sotto la sua maglia e gli accarezzò il petto caldo, la schiena delicata e la pancia piatta, di cui si avvertivano solo lievi, lievissimi addominali. Stava baciando tutta la sua gola scoperta, il collo, il mento e le orecchie, devastava ogni sua difesa e toccava ogni sua parte sensibile.

 

Non l’aveva mai toccato così…

 

Nessuno l’aveva mai toccato così.

 

_Mark…smettila dai…no…_ ma Mark continuava spalmandoglisi addosso,senza dargli modo di liberarsi da quell’erotico assalto_ Mark basta, capito??!! Non voglio lasciami!

E Mark si riscosse improvvisamente, permettendo all’altro di alzarsi.

_...scusa…ho perso il controllo.

_Ma-mark…che stavi facendo…!?

Mark rimase in silenzio, mortificato, con la testa bassa. I capelli scuri ancora scomposti, il colletto della maglia messo male, il respiro pesante.

_...forse è meglio se ora torni a casa…

_Cosa? Mi cacci via?

_è meglio che tu vada ora non voglio forzarti a fare nulla.

_Resto qui. non preoccuparti. sono il tuo ragazzo non me ne vado. non sono arrabbiato.

_Davvero?_ Kevin annuì_ oh amore...vieni qui…_I due si scambiarono un intenso bacio. Kevin era seduto su di lui, sul divano e gli cingeva il collo con le braccia, sentendolo suo. I ragazzi si staccarono leggermente e rimasero a guardarsi_ ti ho spaventato…perdonami.

Kevin abbassò lo sguardo arrossendo.

_E’ che io...io...Mark non me la sentivo…e poi…eravamo sul tavolo! È brutto così!

_E ora, qui sul divano…lo faresti con me..?

Il biondino avvampò e abbassò la testa.

_Scusami…

Mark sorrise dolcemente e gli baciò gli occhi e le guance imporporate.

_non preoccuparti amore mio…

_ma…tu hai voglia…vero?
_Ma sono cose da chiedere? Bricconcello!

_Non chiamarmi bricconcello! Sto parlando seriamente…è che io…non l’ho mai fatto…e…non so proprio come cominciare…mi vergogno!

_Ma tu vorresti? Voglio dire lo faresti con me?
_...beh…si credo...di si…_ Però Kevin era incerto e dubbioso, mentre rispondeva pensava e non sapeva se stava dicendo la verità o meno.

_Non agitarti ora. Tutto a suo tempo._ gli baciò la guancia_ se ora non vuoi significa che non dobbiamo farlo. Non sono un animale.

Kevin sorrise e lo abbracciò ancora. Sarebbe voluto rimanere per sempre così.

 

Amore, protezione, gelosia …

 

Parole che Kevin aveva solo letto nei libri e solo ora iniziava ad attribuirgli i primi significati. Stava comprendendo cosa significasse amare, il significato più profondo della parola amore.

 

Amare l’altro solo perché esiste. Solo perché è lui.

 

Affidarsi all’altro.

 

Proteggerlo.

 

Donare il proprio cuore.

 

Voler passare tutto con lui.

 

Amare i suoi pregi e i suoi difetti.

 

Non desiderare altre labbra se non le sue addosso…

 

Oh, che sensazione sublime sentire il suo abbraccio e le sue carezze, i suoi baci e le sue parole.

 

Parlami ancora d’amore Mark, pensava Kevin, parlami ancora di quanto mi ami e facciamo progetti.

 

Insegnami come si fa ad amare e dimmi se sei felice.

 

Mi basta la tua felicità.

 

Sempre.

 

Anche se questo significherebbe per me soffrire.

 

Io non voglio altro che il tuo amore.

 

Sorridimi e stringimi, stringimi forte.

 

Teniamoci a galla col nostro amore, in questo mondo crudele e freddo,

 

E indicami la strada per il paradiso, per un mondo nuovo, per una vita con te.

 

Insieme a te,

 

Per sempre…

 

 

 

 

Fine capitolo 3

 

 

 

 

Continua…